Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Variazione linguistica: italiano contemporaneo e livelli di espressione, Appunti di Linguistica

SociolinguisticaLinguistica Italiana e RomanzaLinguistica comparata

I parametri di variazione della lingua italiana, che dipendono da cinque fondamentali fattori: diatopia, diamesia, età, dialetto e sottocodice. della differenza tra lingua parlata e scritta, il ruolo del dialetto fiorentino nella storia dell'italiano, le caratteristiche dell'italiano popolare e le lingue speciali. Vengono inoltre analizzate le tendenze di paronimia (malapropismi) e il ricorso a codici stranieri, sigle, prefissi e suffissi, eponimi e travaso terminologico.

Cosa imparerai

  • Quale ruolo ha il dialetto fiorentino nella storia dell'italiano?
  • Che fattori influiscono sulle variazioni della lingua italiana?
  • Come si verificano i travaso terminologici nelle lingue speciali?
  • Come differiscono la lingua parlata e la lingua scritta in italiano?
  • Che caratteristiche presenta l'italiano popolare?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 12/12/2021

HelenaAlcamo
HelenaAlcamo 🇮🇹

4.3

(12)

68 documenti

1 / 15

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Variazione linguistica: italiano contemporaneo e livelli di espressione e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! Parametri di variazione della lingua Parametri di variazione - le varietà dell'italiano contemporaneo dipendono da cinque fondamentali parametri (essi sono designati con nomi in cui si riconosce il prefisso di origine greca ‘dia’, che significa ‘attraverso’): 1. Diacronia: trasformazione legata alla variazione cronologica 2. Diatopia: mutamenti della lingua nello spazio — 3. Diamesia: mutamento della lingua secondo il mezzo fisico utilizzato 4. Diastratia: variazione legata alle condizioni sociali dell'utente 5. Diafasia: dipende dalla situazione comunicativa Differenza tra lingua parlata e scritta * Abilità Lingua parlata implica capacità di parlare e ascoltare. Linguaggio scritto implica capacità di lettura e scrittura. * Età Lingua parlata è più vecchio della lingua scritta. Linguaggio scritto non è vecchio come la lingua parlata. e Complessità Lingua parlata è più informale e semplice della lingua scritta. Linguaggio scritto è più formale e complesso della lingua parlata. * utenti verbale linguaggio è usato principalmente tra due persone che si trovano nello stesso posto. Scritto linguaggio promuove la comunicazione attraverso lo spazio e il tempo. ® componenti Lingua parlata può usare tono, tono, volume, ecc. Linguaggio scritto può usare intestazione, punteggiatura, layout, ecc. e Caratteristiche Lingua parlata contiene ripetizioni, frasi incomplete, interruzioni, correzioni, ecc. Linguaggio scritto è spesso grammaticalmente corretto e può contenere frasi lunghe in tempi complessi. Caratteristiche sull’asse diamesico La diamesia individua le varietà dello scritto e del parlato, la cui principale differenza si pone nel canale di trasmissione, grafico e destinato alla lettura nel primo caso, e uditivo nel secondo. Il punto di maggiore divergenza risiede nella pianificazione del discorso: la scrittura consente una progettazione del testo e ricontrollarlo più volte, cosa che in tutte le forme del parlato è minima: anche il parlato ha le sue forme di correzione, ma non possono essere cancellate, a differenza di quanto può avvenire nella scrittura. L’oralità, d’altro canto, si avvale dei mezzi prosodici (intonazione, velocità di elocuzione, pause ecc.) e dei tratti paralinguistici (la gestualità, la distanza spaziale fra gli interlocutori); la scrittura può rappresentare i primi punti attraverso la punteggiatura ma con imprecisione. Fra lingua scritta e parlata è molto diversa, inoltre, la condizione del destinatario: chi ha sotto gli occhi un testo scritto può riesaminarlo e approfondire la sua comprensione, mentre il parlato è per sua natura sfuggente. Il continuum della diamesica e la nozione del trasmesso è Accanto alla scrittura e l’oralità, ci sono altre forme di comunicazione: - Il monologo + La conferenza, la relazione congressuale, l’oratoria politica o forense possono fondarsi sulla scaletta (schema degli argomenti da trattare) - I copioni teatrali e cinematografici (a questo proposito si parla di parlato-recitato), sono testi scritti destinati a un'esecuzione orale e per questo sono concepiti con caratteri mimetici del parlato dall’origine - La lingua della radio e della televisione > da anni si affronta la definizione di italiano trasmesso e di italiano trasmesso-scritto in relazione alla lingua di web, e-mail, chat, SMS (che, passando dallo schermo, si mantiene vicina la polo della scrittura ma più spesso si configura secondo modalità che tendono al parlato). Fattori diastratici I fattori che determinano variazione diastratica: — istruzione scolastica — tipo di occupazione o attività lavorativa (se intellettuale o manuale) — consuetudine alla lettura — altre occasioni di contatto, attivo e passivo, con la lingua scritta. Su queste basi si distinguono secondo questi parametri: — persone più acculturate, in grado di padroneggiare lo standard — classe con minor dimestichezza con la sfera culturale, con una competenza attiva o solo dialettale o del dialetto e del cosiddetto italiano popolare. — Fascia intermedia: portatori di varietà vicine allo standard, ma interferite da elementi tipici del parlato — italiano degli immigrati Dimensioni dove si realizzano la dia cronica e diatopia dialetti Diacronia Il fattore tempo e la variabilità linguistica - La diacronia è il parametro di variazione legato alla dimensione cronologica. Tutte le lingue si evolvono nel tempo e cambiano fisionomia: l'italiano è diverso da quello dei tempi di Dante e si stratifica secondo gli usi delle diverse generazioni. I più anziani conservano abitudini linguistiche che appaiono ormai in declino, mentre i giovani sono spesso portatori di usi innovativi. Le innovazioni del giovanilese sono numerose soprattutto nel lessico. Diatopia variazione determinata dalla dimensione spaziale. Differenza tra gli italiani a seconda della provenienza geografica: anche quando essi si esprimono in lingua sono ben percepibili. I dialetti si possono raggruppare in tre grandi aree: settentrionali, centrali e meridionali. La varietà diatopica dell'italiano è data dall'influsso che i dialetti esercitano sulla nostra lingua (varietà regionali di italiano). A sua volta l'italiano agisce sule parlate locali (dialetti italianizzati). Differenza tra lingue e dialetto Cosa si intende per lingua e dialetto? - Dal punto di vista scientifico, lingua e dialetti non hanno alcuna differenza. Le differenze ci sono ma da un punto di vista storico, sociale e culturale: un dialetto in genere è usato in un'area circoscritta; la sua codificazione descrittiva è meno raffinata, la terminologia esclude il vocabolario scientifico e intellettuale; godono di un prestigio inferiore rispetto a quello della lingua. * Negli strati sociali meno acculturali, il dialetto è visto come un simbolo di arretratezza, un ostacolo all’emancipazione sociale e all’avanzamento economico, une realtà da superare alla conquista dell’italiano. ® Dialetto fiorentino e lingua italiana — La dinamica che si instaura tra le lingue e dialetti percorre le vicende della nostra storia linguistica: l’italiano si fonda sul fiorentino antico e scritto, alla sua origine è uno dei tanti dialetti della Penisola nel XIII secolo. Si potrà allora concludere che “una lingua spesso non è altro che un dialetto che ha fatto carriera.” Differenza tra dialetti italianizzati e italiani regionali Un'importante suddivisione è quella tra i dialetti italianizzati e le varietà di italiani regionali. I primi sono il risultato dell'influsso dell'italiano sulle parlate locali. Mentre alcune parole vengono così soppiantate, ne nascono così di nuove per designare nuovi referenti. Per italiano regionale si definisce invece la varietà di italiano che presenta un codice caratteristico di un'area geografica, che non per forza è regionale nel senso di interno dei confini di una certa regione amministrativa. In sostanza, l'italiano regionale consiste in una reazione di sostrato, cioè la lingua che si afferma in una determinata area geografica, qui italiano standard, subisce l’influenza della lingua precedentemente dominante in quello stesso territorio, ormai in declino (i dialetti). Oggi le varietà di italiano regionale sono ben percepibili soprattutto nell'intonazione, trattasi di cadenza o cantilena nella pronuncia e nel lessico. Un esempio: “L'espressione 'marinare la scuola' è espressa da bigiare o anche bruciare in Lombardia, salare in Emilia, bucare in Piemonte, far forca in Toscana, far sega a Roma, e in svariati altri modi.” Reazione di sostrato in una determinata area, si è sovrapposta e sostituita, in seguito a conquista o a predominio politico-culturale, una lingua diversa. Il concetto di è stato largamente impiegato nelle ricerche di carattere diacronico o storico per spiegare quegli aspetti linguistici, soprattutto fonetici, morfologici e lessicali, non spiegabili né all’interno della struttura della lingua in cui appaiono né come prestiti culturali da altre lingue, e quindi attribuibili a un influsso, o reazione, esercitato dallo strato linguistico su cui quella lingua si è sovrapposta. Così, è stata spiegata come un fatto di s. preindoeuropeo la sostituzione, avvenuta in alcune lingue indoeuropee, dell’originale accento musicale mobile con l’accento d’intensità iniziale, e nel campo neolatino è stata attribuita al s. etrusco la spirantizzazione delle sorde intervocaliche in toscano; al s. celtico l’esito di -it- del nesso -ct- latino delle parlate galloromanze; al s. basco il passaggio di f- latino a h- nel castigliano (lat. ferrum > cast. hierro/">hierro). L'italiano regionale consiste in una reazione di sostrato, cioè in quel meccanismo per il quale la lingua che si afferma in una determinata area geografica subisce l'influenza della lingua dominante in precedenza nello stesso territorio, ma ormai in declino (i dialetti). Oggi le varietà regionali sono per percepibili dall'intonazione nella pronuncia e nel lessico. Si verifica per molti concetti e oggetti la coesistenza di perfetti sinonimi marcati in diatopia o geosinonimi. Ci sono anche casi di geo-omonimia, omonimi che designano referenti diversi a seconda delle aree regionali. Diatopia e altri parametri di variazioni - Le varietà diatopiche del repertorio 1. emergono soprattutto nel parlato, ma possono affiorare anche nella scrittura 2. sono percepibili in tutti i registri della diafasia 3. sono riconoscibili in forma trasparente ai livelli inferiori della scala diastratica, ma si manifestano anche attraverso gli strati più favoriti sotto il profilo economico e culinarie. Cosè italiano popolare ?italiano popolare è l’espressione linguistica propria degli incolti (gli analfabeti) e dei cosiddetti semicolti, cioè di coloro che, pur avendo avuto un'istruzione scolastica di base, non hanno mai acquisito piena competenza della lingua italiana. Per essi la possibilità di produrre testi, orali e scritti nella lingua italiana, sono del tutto episodiche. Si parla di una fascia della popolazione per la quale si parla di analfabetismo di ritorno o analfabetismo funzionale, ovvero sostanziale incapacità a comporre, ma anche a intendere in modo corretto un testo, pur breve ed elementare, relativo a eventi di pubblico dominio. L'italiano popolare è orientato verso il parlato in diamesica. È il registro alto di chi parla abitualmente in dialetto e cerca di esprimersi in lingua. Elenca le caratteristiche Le Caratteristiche a livello grafico — Nella pratica della scrittura sono continue: — Incertezze grafiche: punteggiatura incoerente o del tutto assente — insicurezza nell'uso delle maiuscole — uso errato di h e di q— oscillazioni nelle rappresentazioni delle palatali — segmentazioni erronee — scrittura delle consonanti scempie e doppie — il fenomeno dell’ipercorrettismo, ovvero la sostituzione di forme falsamente ritenute scorrette per analogia con altre che di fatto lo sono. Caratteristiche a livello fonico (sono quasi tutte il riflesso di abitudini dialettali): — pronuncia dei ceti colto molto marcata in diatopia Caratteristiche a livello morfologico — per la morfologia, i tratti che si riscontrano nei ceti incolti e semicolti di tutta la Penisola sono: — nell'articolo, estensione delle forme un e il/i davanti a x e s preconsonantica (dai zii, un spazio) — nel pronome, l'uso del ci con valore di dativo maschile e femminile, singolare e plurale, e il possessivo suo riferito alla terza persona plurale — nell'aggettivo, le formazioni irregolari del comparativo e del superlativo — nel sostantivo, la ricostruzione di paradigmi estranei alla norma, che obbediscono per lo più alla ricerca di una maggiore trasparenza nell'individuazione del genere — per il verbo, ci sono diverse riformulazioni analogiche: facete, dicete, venghi... Caratteristiche a livello sintattico — quanto alla sintassi, sono continue: — incertezze nell'uso delle preposizioni — ampiezza d'uso del che polivalente e dei temi sospesi — il periodo ipotetico è espresso con doppio condizionale e con doppio congiuntivo imperfetto Caratteristiche a livello lessicale — il lessico dell’italiano popolare è contrassegnato da: — impiego delle stesse voci generiche che costellano il parlato e di alcune voci pure di ampia polisemia — scambio di suffissi e la loro cancellazione — affioramento dei malapropismi (storpiature erronee di voci che sono ricondotte ad altre più note Malapropismi Il malapropismo è una forma di paronimia, e consiste nello scambio erroneo di una parola con un’altra simile; talvolta nasconde la ricerca di un effetto comico, più spesso è semplicemente uno sproposito. Opposizione ho avuto un lapsus/raptus Riassumi in sintesi i due studiosi Per una valutazione dell’italiano popolare. La nozione di italiano popolare viene introdotta a partire dal 1970 da Tullio De Mauro. Tullio De Mauro: “l'italiano popolare è il modo di esprimersi di un incolto che, sotto la spinta di comunicare e senza addestramento, maneggia quella che ottimisticamente si chiama lingua nazionale” In queste due formulazioni, si hanno due diverse concezioni che portano a due valutazioni dell'italiano popolare: Le lingue speciali vengono anche chiamate da diversi studiosi linguaggi settoriali o lingue tecniche, professionali, o micro-lingue, o tecno lingue... Nelle lingue speciali si accomunano spesso linguaggi tecnico- scientifici, quelli delle discipline umanistiche, dei mass media, della pubblicità ecc... Concetto di sottocodice Sottocodici e lingue dei media - La prima importante distinzione ci è data dalla nozione di sottocodice, le varietà di lingua correlate all'argomento, alla disciplina di cui si tratta, la cui peculiarità è proprio il riferimento a un determinato ambito specialistico. Altra è la natura di quelle espressioni che hanno ragion d'essere in quanto veicolate da particolari mezzi di comunicazione: il linguaggio dei giornali, quello cinematografico, quello televisivo, radiofonico e oggi anche quello di internet. La loro caratteristica più pertinente consiste non nel riferimento a un argomento specialistico, ma nella specificità del canale di trasmissione. Il riconoscimento di queste diversità è importante perché le due prospettive sono state spesso sovrapposte. Rientrano fra le lingue speciali anche i linguaggi relativi ai campi delle attività umane non classificai di norma come scientifici, che pure presentano un grado più o meno elevato di specializzazione, soprattutto lessicale: lo sport, la moda, il turismo, i trasporti, | gastronomia e altri. Linguaggio dei mass media La diffusione dei codici propriamente detti avviene attraverso i moderni mezzi di comunicazione secondo modalità informative rinnovate, articolate e usufruibili da un pubblico di dimensioni incomprensibili. Monosemia In linguistica, in contrapposizione a polisemia, il fatto che un vocabolo, un’espressione o un segno linguistico in genere, abbia un significato unico. Quale tipo di variazione diastratica e difasica si osserva nelle lingue speciali Le lingue speciali in rapporto a diafasia e diastratia - Tutte le lingue speciali si possono realizzare in una vasta pluralità di registri, differenziandosi al loro interno secondo il parametro della diafasia. La variazione diafasica delle lingue speciali è circoscritta verso il basso (l'informalità) per le scienze più sistematiche e codificate, e verso l'alto (la formalità) per quelle attività sociali che non cataloghiamo nell'ambito delle discipline scientifi Le lingue speciali si differenziano inoltre secondo diastratia, individuata secondo categorie professionali piuttosto che socioeconomiche e di preparazione culturale. Denotazione del lessico II lessico La monosemia - Il lessico delle lingue speciali è caratterizzato dalla monosemia. La corrispondenza tra parola e significato è di norma biunivoca, nel senso che non solo i significanti delle lingue speciali hanno un solo significato, ma che anche i significati sono rappresentati da un solo significante. Ciò accade in obbedienza alla necessità della precisazione denotativa di una puntualizzazione semantica per la quale i referenti devono essere individuati in modo esatto, non passibile di ambiguità. È presente, inoltre, una neutralità emotiva che comporta l'esclusione dei valori connotativi legate alle singole voci. La riluttanza alla sinonimia - In conseguenza alla monosemia, si è riluttanti alla sinonimia, che costituisce un potenziale attentato alla precisione, all'univocità delle designazioni semantiche. Peculiarità del lessico Tecnicismi specifici e collaterali * | tecnicismi specifici individuano in maniera univoca e precisa i concetti propri un certo settore: la loro sostituzione con parole diverse non può generare ambiguità. e | tecnicismi collaterali possono anche essere utilizzati in maniera interscambiabile rispetto a unità lessicali differenti, senza dispersioni di significato. e Il ricordo ai codici stranieri - dal punto di vista della sua costituzione il lessico delle lingue speciali si avvale delle stesse possibilità dell'italiano comune, ma con alcune preferenze. Imponente è il ricorso a codici stranieri: la comunicazione scientifica avviene oggi ormai in inglese. Vengono inoltre utilizzati molto i prestiti: voci integrali, adattate, calchi strutturali e semantici. Il ricorso al latino - altro codice al quale attingono volentieri le lingue speciali è il latino, che ha i suoi campi elettivi nel linguaggio giuridico e in quello della medicina. e Neologismi di significato e neoformazioni - come accade per l'italiano standard, anche le lingue speciali incrementano i loro lessico con il ricorso a materiali preesistenti in lingua: i neologismi si realizzano con innovazioni semantiche, cioè con l'attribuzione di nuovi significati a voci già esistenti in lingua con altri valori, e ricorrendo a meccanismi derivativi della suffissazione, prefissazione, composizione. L'uso di sigle - Sempre più spesso vengono inoltre utilizzate le sigle, per lo più foggiate in lingue straniere e quasi sempre di circolazione internazionale. Prefissoidi e suffissoidi - frequente ancora nelle lingue speciali è l'uso di voci di origine greca e latina che concorrono alla formazione di famiglie di parole: con emo- (dal greco ‘sangue'’), con fito (dal greco ‘pianta d'albero’) Voci polirematiche - Creazione di voci polirematiche, mediante l'accoppiamento di sostantivi (via cavo, addetto stampa...). Eponimi - Si ricorda infine la presenza di eponimi, voci polirematiche che indicano un prodotto, un fenomeno, una teoria attraverso il nome dello studioso che a quel prodotto o a quella teoria ha legato il suo nome | travasi terminologici - la lingua comune fornisce i suoi materiali alle lingue speciali, che tecnificano nuovi valori semantici e li piegano alle loro esigenze nomenclatorie; altrettanto vivo è il processo inverso, il passaggio di voci specialistiche al linguaggio comune, per lo più attraverso spostamenti metaforici: /a terapia d'urgenza per l'economia. All'interno delle lingue speciali si verifica un travaso terminologico da un settore a un altro: il traporto aereo, per esempio, ha mutato parte del suo lessico da quello della marineria (velocità di crociera). Peculiarità dei tratti testuali e sintattici Testualità - Le lingue speciali non si differenzia dall'italiano standard solo per il lessico, che pure costituisce il livello del codice che le contrassegna con il marchio più vistoso. In primo luogo, in particolare nei sottocodici scientifici, la ripetizione di una parola a breve distanza si verifica molto più spesso che nell'espressione comune; una caratteristica che da un lato si comprende proprio per la natura nomenclatoria del lessico scientifico, per la sua monosemia e per la ritrosia ai sinonimi, ma che si pone al tempo stesso come elemento che arricchisce la coesione testuale: si è calcolato, a questo proposito, che in un testo tecnico-scientifico la frequenza con la quale si ripete uno stesso termine è da 8 a 20 volte superiore rispetto alla lingua comune. Si aggiungerà inoltre, a proposito di testualità, che il dettato scientifico ha per tipologia una dimensione dimostrativo- esplicativa e che ricorre perciò volentieri a espressioni introduttive, premesse, presupposti (dato che, ammesso che, posto che), che costituiscono l'antecedente logico dell'argomentazione, cui segue la deduzione delle conseguenze (ne consegue, si conclude che ecc.): tutte queste la deduzione formule, segue dimostrative dal punto di vista logico-semantico, costituiscono altrettanti elementi di connessione del testo.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved