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RISPOSTE COMPLETE PANIERE ESAME DI GEOGRAFIA CULTURALE, Panieri di Geografia

RISPOSTE COMPLETE E CORRETTE ALLE DOMANDE CHIUSE ED APERTE DEL PANIERE PER ESAME DI GEOGRAFIA CULTURALE

Tipologia: Panieri

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Scarica RISPOSTE COMPLETE PANIERE ESAME DI GEOGRAFIA CULTURALE e più Panieri in PDF di Geografia solo su Docsity! TESTO STUDIO: DOMANDE ESAME GEOGRAFIA DA LEGGERE, SOTTOLINEARE E STUDIARE LEZIONE 3: CARTOGRAFIA 1) La modalità di rappresentazione cartografica ritenuta più idonea per illustrare la distribuzione territoriale del prodotto interno lordo pro-capite è:  Il Cartogramma a mosaico. 2) La modalità di rappresentazione cartografica ritenuta più idonea per illustrare la distribuzione territoriale dell'indice di sviluppo umano è:  Il Cartogramma a mosaico. 3) La Tabula peutingeriana, rappresenta:  Una carta geografica di epoca romana 4) La modalità di rappresentazione cartografica ritenuta più idonea per illustrare la distribuzione territoriale della popolazione anziana è:  Il Cartogramma a mosaico. 5) La modalità di rappresentazione cartografica ritenuta più idonea per illustrare la distribuzione territoriale del prodotto interno lordo è:  Il Cartogramma a mosaico. 6) La modalità di rappresentazione cartografica ritenuta più idonea per illustrare la distribuzione territoriale della disoccupazione è:  Il Cartogramma a mosaico. 7) La modalità di rappresentazione cartografica ritenuta più idonea per illustrare la distribuzione territoriale dell'occupazione è:  Il Cartogramma a mosaico. DA INTERNET 8) Una cartografia tematica che rappresenta l’andamento dei laureati tra il 1995 e il 2005, può essere classificata come: QUANTITATIVA, ANALITICA, DINAMICA 9) Una cartografia tematica che rappresenta la popolazione nelle regioni italiane nel 2010, può essere classificata come: QUANTITATIVA, ANALITICA, STATICA. 10) A parità di dimensioni della cartografia estratta:  con la scala più grande 1:25.000, è possibile rappresentare un territorio più piccolo;  con la scala più piccola 1:100.000, è possibile rappresentare un territorio più grande. LEZIONE 4: CENNI STORICI 1) “L'uomo è un prodotto della superficie terrestre. Ciò non significa solamente che esso è figlio della terra, polvere della sua polvere, ma che la terra lo ha generato, nutrito, stabilito i suoi obiettivi, diretto i suoi pensieri (e che) il temperamento, la cultura, la religione, le pratiche economiche e la vita sociale sono tutte derivabili dalle influenze ambientali”.  Questo passaggio è riconducibile al Determinismo. LEZIONE 7: ORIGINE ED EVOLUZIONI DEL CONCETTO DI GEOGRAFIA CULTURALE 1) Per i geografi della scuola tedesca di inizio ‘900 l’oggetto di studio principale della ricerca geografica è:  l’impronta che gli uomini impongono al paesaggio. (No domande per lezione 8) LEZIONE 9: 1) Il concetto di “paesaggio simbolico” è stato introdotto da:  Cosgrove 2) Lo studioso del paesaggio italiano rappresentante della posizione determinista è:  Biasutti 3) Se si fa riferimento a ciò che del paesaggio è visibile all’occhio umano, si sta studiando:  paesaggio visibile 4) Se si descrive il paesaggio dall’esterno, in modo oggettivo, si sta studiando:  il sistema produttore 5) Se si descrive l’uso che gli uomini fanno delle caratteristiche del paesaggio, si sta studiando:  il sistema utilizzatore 6) Lo studioso del paesaggio italiano che ha classificato i paesaggi umani in base alle loro trasformazioni è:  Turri 7) Lo studioso del paesaggio italiano che ne ha definito i “tipi” è:  Sestini 8) Nella descrizione del concetto di paesaggio si è parlato di “sistema produttore”, che fa riferimento a:  gli elementi oggettivi del paesaggio LEZIONE 10: 1) Dare una definizione geografica di paesaggio:  Il paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalla loro interrelazione. LEZIONE 13 da Internet: 1) Da un punto di vista istituzionalista gli organi dello Stato e gli uffici pubblici possono essere definiti:  Istituzioni formali 2) La definizione di G. Hodgson di “sistemi stabili e duraturi di radicate regole sociali e convenzioni, che strutturano le relazioni tra gli individui”, fa riferimento al concetto di:  Istituzioni LEZIONE 14: 1) Il concetto di “regione turistica” indica:  un territorio dotato di caratteri turistici peculiari, che consentono di distinguerlo da territori adiacenti. LEZIONE 15: 1) Quale di questi paesi era meta abituale del “Gran Tour”?:  Italia 2) Cosa si intende per “cineturismo”?  È una forma di turismo legata alla visita di location cinematografiche e televisive, cioè i luoghi utilizzati per riprese di film o serie. 3) Cosa si intende per “turismo culturale”?  Il turismo culturale è una forma di turismo che è strettamente legata alla cultura di una specifica regione o paese, in particolare in relazione al modello di vita, alla storia, all'arte, all'architettura, alla dieta, alla religione ed altri elementi delle popolazioni nelle specifiche aree geografiche, che contribuiscono a creare quel loro tipo di vita, come le esperienze legate alle tradizioni locali e folcloristiche (eventi e festival, enogastronomia, cinema, ecc). (No domande per lezione 16) LEZIONE 20: 1) Il settore primario comprende  L’agricoltura, la pesca, lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo 2) Il settore secondario comprende  L’industria manifatturiera 3) Il settore terziario comprende  Il commercio, la pubblica amministrazione, i servizi alle imprese, i servizi pubblici e privati alle famiglie 4) Il settore quaternario comprende  Le attività di ricerca e sviluppo, la formazione, gli attori bancari e della finanza 5) Le economie di urbanizzazione sono  I settori caratteristici delle economie urbane 6) Spiegare i fattori push e pull del processo di urbanizzazione I fattori push  I fattori push, sono quei fattori che spingono le persone ad abbandonare le aree rurali. Possiamo individuare diversi fattori push nel processo di urbanizzazione ( le società da rurali a società urbane).  Un primo fattore push è costituito dall’aumento delle dimensioni delle famiglie agricole, per cui: con l’aumentare della popolazione nelle aree rurali, si è presto raggiunta una soglia oltre la quale la produzione agricola non era più sufficiente.  Un altro fattore push è riconducibile al progresso tecnologico e all’innovazione (migliori metodi di irrigazione, i fertilizzanti, migliori tecniche di rotazione delle colture, ecc), per cui: la tecnologia ha ridotto il numero di “braccia” necessarie per lavorare la terra, a parità di produzione o spesso a produzione crescente.  Infine, il terzo e quarto fattore push è riconducibile al miglioramento delle condizioni di vita e alla crescita economica (l’aumento della ricchezza, diminuisce la quota di denaro destinata all’acquisto di prodotti alimentari e ciò influenza i prezzi dei prodotti agricoli; per cui: una domanda inferiore di un certo bene tende a ridurne il prezzo sul mercato) che, appunto, hanno determinato: - una domanda decrescente di prodotti agricoli; e - la riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli. In sintesi, i fattori push che allontanano la popolazione dalle aree rurali e la spingono verso le città sono: 1.Un elevato tasso di natalità della popolazione rurale, che quindi eccede la produzione delle terre; 2.Un miglioramento della tecnologia agricola che riduce il bisogno di lavoro agricolo; 3.Una minore allocazione del denaro dei consumatori nell’acquisto di prodotti del settore agricolo man mano che aumenta il loro reddito; 4.I prezzi relativamente bassi dei prodotti agricoli. Il primo fattore è relativamente il più importante nei paesi in via di sviluppo, mentre il quarto fattore è relativamente più importante nei paesi ricchi (dove infatti l’agricoltura riceve comunemente sovvenzioni da parte dei governi). Le città non sono cresciute per il semplice fatto che la vita nelle aree rurali è diventata, almeno per una parte della popolazione, non desiderabile. I fattori pull  Il primo fattore pull, che attrae verso la città, è costituito dalle economie di agglomerazione, ovvero i risparmi che si possono realizzare essendo localizzati in un mercato numericamente grande distribuito su un’area geografica compatta (tante persone e tante attività economiche concentrate in pochi km quadrati). Significa avere, a poca distanza, la disponibilità di tanti potenziali clienti, fornitori di materie prime, servizi, infrastrutture… a disposizione di una molteplicità di soggetti e quindi a costi relativamente inferiori.  Un secondo fattore pull è determinato dagli effetti dello sviluppo economico che determina un cambiamento del peso relativo ai grandi settori nei quali si divide l’economia; per cui, con il progredire del livello di sviluppo economico di un paese:  dapprima, si riduce l’importanza del settore primario e si assiste a una crescita del settore secondario (Fase pre-industriale); mentre il primario continua a perdere di importanza, il settore secondario diventa il settore più rilevante e cresce di importanza il settore terziario (Fase industriale: avviene prevalentemente nelle città, in cui le industrie possono sfruttare le economie di agglomerazione. Crescendo le industrie richiedono sempre più mano d’opera, di conseguenza le città diventano i luoghi in cui è più facile trovare un impiego e, quindi, meta di popolazioni che abbandonano le campagne. Questa dinamica determina “circoli virtuosi” o “effetti moltiplicatore”: nuovi residenti (lavoratori immigrati e loro famiglie) richiederanno servizi, attività commerciali, residenze, creando nuove opportunità di lavoro per altri settori dell’economia della città, dall’edilizia, ai servizi, ai trasporti, ecc);  progressivamente il settore terziario diventa più importante del secondario, che perde di importanza relativa ed iniziano a svilupparsi le attività del settore quaternario (Fase postindustriale). Oltre a fattori pull, collegati ad aspetti economici, ci sono anche alcuni fattori culturali fondamentali, tra questi vi è la visione della città come sede di modelli di vita più attraenti (opportunità di formazione, di ascesa sociale, livelli più elevati di consumi, comodità, divertimento, vita sociale  immagine che raggiunge anche le campagne attraverso la diffusione del cinema e della televisione) visione, questa, strettamente connessa all’idea di “sviluppo” e “modernità” a sua volta connessa allo sviluppo industriale. Nei paesi più ricchi, che hanno vissuto l’industrializzazione fino intorno alla metà del secolo scorso, la “modernizzazione” è iniziata nelle città, ma ha progressivamente interessato anche le aree rurali e non solo; pertanto, progressivamente, si è assistito a una “urbanizzazione delle campagne”. Diversamente, nei paesi meno sviluppati il divario tra città e campagna resta molto forte. Spesso le città sono circondate da baraccopoli (o slum o favelas) dove continuano ad affluire persone dalle campagne, a causa del perdurare di condizioni di estrema arretratezza. I Settori in cui si divide l’economia sono:  Il settore primario, cioè l’agricoltura, la pesca, lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo;  Il settore secondario, cioè l’industria manifatturiera;  Il settore terziario, che comprende il commercio, ma anche la pubblica amministrazione, i servizi alle imprese, i servizi pubblici e privati alle famiglie;  Il settore quaternario, nel quale si ricomprendono le attività di ricerca e sviluppo, la formazione, gli attori bancari e della finanza. Nel terziario/quaternario rientrano anche tutte le attività legate ai settori culturali LEZIONE 22: 1) L’urbanizzazione nell'Unione europea si caratterizza per  Una distribuzione disomogenea, nella quale le città si concentrano nella parte centrale del continente LEZIONE 23: 1) Nel modello della “governance” l’attenzione si concentra su  La costruzione di partenariati tra attori pubblici e privati 2) Quando prevale una grande capitale che controlla i flussi di capitali, la produzione culturale e l’innovazione economica e sociale, come nel caso francese e spagnolo, si parla di:  articolazione primaziale 3) Illustrare la logica del modello della “CITY AS A GROWTH MACHINE”  Secondo il modello della Growth Machine – che fa riferimento a una prospettiva elitista – nel mondo capitalistico avanzato (Stati Uniti) molte politiche urbane sono state costruite attraverso accordi e coalizioni tra diversi interessi che si aspettano di poter trarre benefici diretti o indiretti dalla crescita urbana. Questi gruppi di interesse hanno il proprio centro nei proprietari fondiari e nelle società immobiliari – più o meno sostenuti dai governi, dai media locali e dalla classe degli “intellettuali” o “opinion leader” – in altri termini, i soggetti coinvolti si aspettano di guadagnare dal cambiamento nei valori delle proprietà immobiliari. Lo scenario non è del tutto irrealistico. Dall’esperienza quotidiana sappiamo che il valore di un immobile dipende in qualche misura anche da cosa gli accade attorno. Sappiamo, per fare un esempio, che una casa vicino a una stazione della metropolitana ha un valore maggiore, pertanto la decisione di costruire una nuova linea proprio sotto casa nostra avrà influenza sul nostro patrimonio. Tanto più grande è il patrimonio detenuto, tanto maggiori saranno gli interessi in gioco. 4) Illustrare la logica del modello della “GOVERNANCE”  Il modello della Governance – urbana e territoriale – indica una forma specifica di organizzazione dell’azione che si fonda sulla costruzione di partenariati e coalizioni di attori, pubblici e privati, orientati al raggiungimento di un obiettivo specifico definito congiuntamente. In questi modelli, il ruolo del soggetto pubblico, slitta progressivamente da un ruolo decisionale – svolto nei processi di governo – ad un ruolo di “accompagnamento” delle interazioni fra i soggetti. La Governance urbana e territoriale non riguarda soltanto il ruolo degli enti di governo territoriale (comuni, province), ma piuttosto il processo attraverso cui si definisce un sufficiente grado di consenso collettivo. In questa prospettiva, i modelli della Governance urbana e territoriale, sembrano indicare un profondo mutamento dell’esercizio del governo, verso una pratica pluralista; per cui, non si parla più di élite, ma si definisce un processo aperto alla società e ai molti diversi attori presenti sul territorio. In altre parole, nel modello della Governance, invece di “attendere” che il governo prenda le decisioni, si richiede che gli attori pubblici e gli attori privati costituiscano degli accordi = partenariato (o partnership), al fine di agire per risolvere problemi comuni; insomma, in questo modello ci si aspetta che il pubblico accompagni e coinvolga soggetti privati e pubblici perché assieme si possano definire le politiche urbane. Considerando l’insieme di questi aspetti, Le Galès ha definito la Governance come:  la capacità di integrare e dare forma agli interessi locali, alle organizzazioni, ai gruppi sociali e, contemporaneamente,  la capacità di rappresentarli all’esterno, di sviluppare delle strategie più o meno unificate in relazione al mercato, allo Stato, alle altre città e agli altri livelli di governo. 5) Illustrare la logica del modello del “REGIME URBANO”  Secondo il modello dei regimi urbani, nelle città, il potere è nella mani di chi controlla gli investimenti e, questo controllo, richiede un negoziato complesso tra vari attori. Un regime urbano rappresenta, quindi, una coalizione di maggioranza che include vari segmenti politici, imprenditori e leader politici eletti. Nell’idea di regimi urbani l’interesse non è tanto, o soltanto, nei valori fondiari, ma piuttosto si tratta di condividere – con altri attori pubblici e privati – un ben più articolato progetto per la città; in altri termini, le élite politiche locali, per catturare le risorse necessarie all'attuazione dei propri progetti di sviluppo, hanno bisogno di stringere alleanze con gli interessi territoriali, rappresentate da soggetti pubblici e privati. 6) Dare una definizione di “POLITICA URBANA” proponendo un esempio  La politica urbana è il governo di una determinata città, o meglio: è l’atto, o insieme di atti di tipo normativo-regolamentare, attraverso i quali, uno o più soggetti istituzionali, promuovono o disincentivano, mettendo o meno a disposizione risorse finanziarie pubbliche, pratiche e azioni di soggetti sociali correlati alla soluzione di un problema collettivo, cioè di un bisogno o di una opportunità generalmente considerati di interesse pubblico ( rispetto alle condizioni ambientali, di uso e sviluppo del territorio). Le politiche urbane sono, quindi, intese come atti finalizzati a promuovere azioni rivolte alla soluzione di problemi e, dunque, idonei non solo a soddisfare bisogni, ma anche a cogliere le opportunità e le potenzialità offerte dal territorio e dai piani (= insieme delle attività pubbliche che riguardano le trasformazioni del territorio, operate da una pluralità di attori pubblici e privati, in un contesto di pianificazione locale).  Differenza di classi sociali ( esiste una classe di ricchi e poveri, non più classe media: Società low cost); in particolare si rileva: - L’emergere di una “upper-class”, una classe ricca, di pochi privilegiati molto benestanti. - Un ruolo crescente di “lavoratori della conoscenza” o “classe creativa” (designers, sviluppatori, professionisti del lusso e del lifestyle), con redditi superiori alla media. - Un’ampia parte della società, che un tempo avremmo chiamato “classe media”, con redditi bassi o inferiori alla media, che comunque riesce a “cavarsela” nella società Ryanair-Ikea low cost. - Una crescente parte povera della popolazione, con bassi redditi, spesso aiutati dal welfare. I pensionati poveri, le famiglie monogenitoriali.  Cambiamenti climatici (rischio, vulnerabilità, cambiamenti di città, innalzamento del livello del mare, la desertificazione, scioglimento dei ghiacci, deforestazione, effetto serra, aumento del livello del mare, inondazioni, …) LEZIONE 26: 1) Quali sono le caratteristiche principali delle “città in contrazione”  Le città in contrazione sono quelle che hanno assistito a un declino della popolazione e delle attività economiche, spesso perché troppo specializzate in settori economici del passato, ormai obsoleto. Almeno un terzo delle città in contrazione nel mondo sono in Europa. Esempi di città in contrazione in Europa sono: Manchester (UK), Liverpool (UK), Leipzig (DE); Germania ed ex Germania orientale: una tra le conseguenze della riunificazione è certamente stata una massiccia emigrazione verso ovest dei cittadini dell’est. Molti casi di città in contrazione si trovano poi negli Stati Uniti. Esempi negli Stati Uniti sono: Detroit, MI, Youngstown, OH, Flint, MI.  Il dato più evidente di una città in contrazione è la perdita di popolazione residente che determina: - una riduzione della densità di popolazione, - l’abbandono di edifici e di spazi, - la perdita di negozi e amenità urbane: i servizi ricreativi e culturali.  Altro dato evidente è il sotto-utilizzo di infrastrutture urbane, come il trasporto pubblico, le reti dei servizi e le scuole, che diventano sempre più costose per chi resta; talvolta poi, mantenere i servizi diventa insostenibile e si procede a una loro riduzione.  Infine, l’aspetto più grave, in questi casi, è quando la città in contrazione inizia a perdere le persone in età lavorativa, in particolare quelle qualificate e che possiedono competenze “portatili”. Naturalmente, si tratta di chi più facilmente di altri ha opportunità di trovare lavoro altrove: chi ha una specializzazione, alti titoli di studio, parla lingue straniere, etc. Si tratta, in buona sostanza, della cosiddetta “fuga dei cervelli”, termine che in Italia conosciamo bene, che priva il luogo di origine di talenti essenziali che sono tra le poche speranze per cambiare le sorti di una città in declino. In genere le risposte di politica territoriale nelle città in contrazione sembrano cercare di “rimuovere i sintomi”, piuttosto che “curare il male”; per cui, si procede a rimuovere o ripulire le aree abbandonate, magari creando aree verdi o favorendo nuovi investimenti immobiliari, salvo poi dover trovare chi vorrà occuparli. Dunque, pare più efficace, puntare su alcune funzioni e settori strategici e concentrare gli sforzi per sostenerli, in un’ottica di medio periodo, poiché, è improbabile che qualcosa possa accadere senza uno sforzo politico e collettivo forte. 2) Quali sono le caratteristiche principali delle città nei paesi in via di sviluppo  Nelle città dei paesi in via di sviluppo, si è assistito alla sostanziale scomparsa della classe media, alla disoccupazione maschile, all’occupazione delle donne nelle attività più degradanti, a condizioni di vita deteriori per i bambini. Più in generale si è visto un costante inesorabile flusso di popolazione dalle aree rurali, sempre più arretrate, verso le città o, più precisamente verso le aree periferiche delle città, dove sono cresciute a dismisura le baraccopoli (o favelas o slums). Questi continui flussi fanno crescere le dimensioni delle città, e in particolare delle loro estese periferie, che finiscono a volte per “scontrarsi” l’una con l’altra per creare “mega città” e corridoi urbanizzati che possono estendersi per centinaia di kilometri. Inoltre, in molti paesi in via di sviluppo, la parte di popolazione interessata dal “progresso” è fatta da una piccolissima èlite circondata – anche spazialmente – da una enorme massa di individui che vivono in condizioni di grave degrado e non accedono a benessere, educazione, sanità, servizi. In queste condizioni si presentano poi un gran numero di “patologie sociali” come la criminalità, l’insicurezza dei luoghi pubblici, etc. rendono certamente una città meno attrattiva dall’esterno. Inoltre, molti fattori (qualità della vita, inquinamento, instabilità politica, oltre alle situazioni di insicurezza), spingono molti lavoratori qualificati ad emigrare verso i paesi del “Nord” del mondo. 3) Discutere alcuni fattori che rappresentano le sfide per le città del futuro: PER QUESTA DOMANDA VEDI IN CAP 27 LE PARTI SOLO SOTTOLINEATE PER RISPONDERE MEGLIO ALLA DOMANDA DA RIASSUNTI la realtà socio-economica e la competitività di una città non è stabile nel tempo, ma può migliorare o peggiorare; per cui, le leadership cittadine hanno opzioni e opportunità per determinare cambiamenti, fare scelte strategiche e piani per il futuro. La competitività urbana, infatti, non è solo condizionata da fattori esterni, ma anche dalle azioni e dalle decisioni prese esplicitamente dalle amministrazioni cittadine. (Diverse esperienze sono dovute a una varietà di fattori. Un governo inefficace e una scarsa capacità di creare una vera governance sono spesso causa di fallimenti. In alcuni casi le competenze della forza lavoro locale non sono state più adeguate ai cambiamenti dell’economia globale). DA INTERNET (SU COMPUTER) Le città nei paesi industrializzati hanno condizioni estremamente diverse. Tutti i paesi e le città si dovranno confrontare con i fattori a rischio. Tutti i sistemi economici LEZIONE 28: 1) Quali sono stati gli elementi principali nelle politiche urbane per la città di Buffalo?  la creazione di un distretto specializzato nella medicina e la cooperazione pubblico-privato. 2) Illustrare alcuni esempi nord-americani di politiche per la competitività urbana.  CHICAGO La Chicago di oggi e la sua economia, sono ispirate alla Chicago del 19mo secolo. L’economia di Chicago, infatti, ha continuato a svilupparsi lungo traiettorie dettate dalla sua storia e dalla sua tradizione, adattandosi però, via via, ai bisogni e alle sfide dell’economia contemporanea; per cui:  i trasporti su acqua e su ferro, fondamentali nel 19mo secolo, sono stati affiancati dal traporto aereo,  la produzione di base dell’acciaio (dopo la crisi dell’industria pesante degli anni ‘70) è stata soppiantata da lavorazioni ad alta tecnologia per applicazioni speciali, ed infine,  il mercato per i prodotti agricoli è diventato una tra le piazze principali della finanza per gli Stati Uniti. Secondo molti osservatori, è stata decisiva la scelta del governo locale (guidato dal sindaco Daley) di creare una città capace di offrire i benefici dell’agglomerazione, rimanendo al contempo accessibile e piacevole. Per raggiungere questo obiettivo, la città ha promosso la realizzazione di edifici residenziali e di uffici, azione fondamentale per l’accessibilità economica della città; per cui: sia per i residenti, che per chi si sposta in città, sono state create soluzioni abitative adeguate. Gli altri punti di forza della città sono gli oltre 50km di lungolago, un efficiente sistema di trasporto pubblico e una ricca offerta culturale. L’amministrazione cittadina ha anche esercitato un severo controllo sugli stili architettonici e promosso nuove realizzazioni, che hanno reso Chicago una tra le città più attrattive dal punto di vista “visuale” degli Stati Uniti (Millennium Park con un progetto di Frank Gehry e una nuova ala dell’Istituto d’Arte progettata da Renzo Piano  l’elemento estetico-architetturale, la particolarità del paesaggio urbano, la riconoscibilità dello skyline, sono un elemento molto importante nell’attrattività delle città). In sintesi, Chicago:  ha saputo mantenere una vivacità economica fondata sui propri punti di forza storicamente definiti,  ha lavorato efficacemente nel rendere disponibile spazi per residenze e uffici, e  ha continuato a rafforzare il proprio settore culturale.  PITTSBURGH Pittsburgh rappresenta una storia di successo, poiché, già nelle prime fasi della crisi, ha preso decisioni strategiche orientate al cambiamento, creando una netta discontinuità con il passato. In quest’ambito, un ruolo centrale è stato giocato dalla Allegheny County Commission, il governo della “contea” (= governo intermedio tra lo Stato e le singole autorità municipali). Le decisioni strategiche – intraprese a livello di contea fin dai primi anni ’80 – hanno riguardato gli attori economici della città, ma soprattutto la vitalità delle università e dei centri di ricerca:  Si è dato un forte impulso alle imprese attive nella ricerca e nella tecnologia medica: il centro medico della University of Pittsburgh è diventato il primo centro medico della regione e l’attività principale della città = il luogo di lavoro numericamente più significativo dell’area metropolitana.  Al contempo, si è dato grande impulso allo sviluppo dell’informatica e della robotica, intorno alle attività della Carnegie-Mellon University. Nel 2008, la contea ha adottato una sorta di piano strategico, con il nome di “Allegheny Places” (letteralmente: i luoghi di Allegheny), un piano comprensivo di molti settori, che registra un’ampia partecipazione nella sua costruzione e attuazione ( è fondamentale avere il coinvolgimento di tutti i settori e di tutti gli attori territoriali nella realizzazione del Piano).  MONTREAL In passato, Montreal, è stata la città più importante del Canada, con il tempo, però, è diventata meno importante di Toronto e si è vista superare anche da Calgary e Vancouver. Tuttavia, la città – fin dagli anni ’90 – ha ritrovato vivacità attraverso l’espansione dei settori tecnologici, diventando una tra le prime città del Nord America per quota degli occupati in alta tecnologia. Un ruolo decisivo, in quest’espansione, è stato quello svolto dai settori culturali: oggi, infatti, il primo impulso al rinnovamento dipende dalle attività legate al multimediale, al settore cinematografico e all’audiovisuale in generale. Montreal, assieme alla Provincia del Quebec, ha puntato su una strategia di promozione e investimenti, con fondi specifici, sgravi fiscali, sostegno all’avvio di attività e con la realizzazione di festival e di eventi, fino a portare il settore ad una rilevanza globale. In particolare, nel 1997, la città ha creato Montreal International: un’agenzia pubblico-privata per promuovere l’internazionalizzazione dell’economia urbana e sviluppare i settori ad alta tecnologia. Il cinema e l’audiovisuale hanno da sempre fatto parte dell’identità culturale della città, quindi la strategia ha fondato le sue basi sul passato, per poi insistere sugli aspetti più tecnologicamente avanzati. Al contempo l’elemento di successo, secondo molti osservatori, consiste anche nella capacità di collaborazione tra il governo della città e della provincia, il partenariato pubblico-privato, oltre alle relazioni internazionali degli attori coinvolti. Ulteriore elemento di interesse consiste nella “Cité du Multimedia”, ossia un quartiere di edifici industriali dismessi dopo la crisi del settore industriale, in cui vennero insediate le prime attività del settore multimediale per spazi e prezzi contenuti. Successivamente, con la messa in pratica del progetto di lancio del settore multimediale, l’area è stata individuata come luogo ideale per la localizzazione delle nuove imprese. In breve tempo, sotto guida pubblica, le imprese dell’audiovisuale a Montreal hanno anche trasformato un ex quartiere abbandonato in un’area vivace e moderna della città, contribuendo al restauro di spazi pubblici e privati; dunque, si tratta di un esempio di un processo di rigenerazione/riqualificazione. 3) Quali sono le caratteristiche principali del contesto urbano di Detroit?  La Città di Detroit è la più grande città, nella storia degli Stati Uniti, ad aver dichiarato bancarotta (2013). I fattori principali che hanno determinato la crisi sono riconducibili:  alla sostanziale chiusura delle sue industrie e dei settori principali; e  alle difficili relazioni tra gruppi sociali e minoranze razziali che sono state complicate dalle politiche dei sindacati dei lavoratori nel settore dell’automobile, probabilmente il più importante della città (l’attore chiave è la General Motors, proprietaria di marchi come Chevrolet, Buick, GMC, Cadillac, Opel…). In sostanza, i sindacati dell’automobile, hanno fatto in modo di riservare i posti di lavoro migliori e più pagati ai bianchi e hanno lasciato, alle minoranze etniche, i lavori peggiori e comunque non protetti dai sindacati. Questo ha contribuito in modo sostanziale a un divario molto ampio nei livelli di reddito medio dei due gruppi. Nella seconda metà degli anni ‘60, la situazione è degenerata in vera guerriglia tra razze, tanto che i cittadini della classe media, e i bianchi in generale, hanno iniziato a lasciare il centro città per trasferirsi nelle periferie (80.000 cambi di residenza nel solo 1968); inoltre, le industrie dell’automobile, hanno iniziato a trasferire la produzione altrove, in altre aree degli USA meno sindacalizzate, o direttamente all’estero. Dalla fine degli anni ‘60 a oggi le cose non sono migliorate. Di solito, raggiunto un certo livello di perdita di posti di lavoro, si assiste a un cambiamento verso il positivo, ma a Detroit, questo cambiamento, non è mai avvenuto. La situazione di Detroit, che include anche il dissesto finanziario del governo della città, è sicuramente molto seria; tuttavia, ci sono alcuni piccoli segnali recenti, che possono dare un pur parziale contributo positivo. Uno tra questi è la scelta della Quicken Loans (un’importante società finanziaria statunitense) di spostare il suo quartier generale nel centro della città, invitando i dipendenti a prendervi residenza. Dichiarazioni recenti LEZIONE 30: 1) Sulla base studio dei casi analizzati potremmo dire che l’impatto del cambiamento economico nelle città europee è meno forte rispetto a quelle statunitensi:  Perché le città europee hanno goduto di programmi di finanziamento specifici da parte dei governi e della UE. 2) Quali sono stati gli elementi principali nelle politiche urbane per la città di Gdansk?  L’apertura ai mercati internazionali e l'uso intenso dei fondi UE. 3) Quali sono le caratteristiche peculiari delle città dell’Europa centro-orientale?  Con Europa centro-orientale si intende il gruppo di 13 stati membri che hanno aderito all’Unione europea tra il 2004 e il 2007 e più recentemente nel 2013. Si tratta di: 2004: Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria; oltre a Malta e Cipro nell’area del Mediterraneo; 2007: Bulgaria e Romania 2013: Croazia L’allargamento dell’Unione europea è un processo in realtà in corso da decenni, a partire dai primissimi 6 firmatari del Trattato di Roma nel 1957 (Belgio, Francia,Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda) ai 28 membri di oggi. Si tratta di un percorso dai contenuti economici e strategici importanti e complessi, oltre che con importanti elementi culturali e simbolici. Ad esempio 8 dei 10 nuovi membri del 2004 facevano parte dell’area di influenza della ex Unione Sovietica e la loro integrazione ha definitivamente completato lo smantellamento della “Cortina di ferro” iniziato con il simbolico crollo del muro di Berlino nel 1989 (Verde Cortina è un interessante progetto fotografico, un viaggio lungo la ex cortina di ferro nell’Europa di oggi). Le città di questi paesi sono state fortemente influenzate dalla pianificazione economica e territoriale di stampo socialista, tanto che in letteratura si fa comunemente riferimento ad esse come “città post-socialiste”. Queste città hanno attraversato una transizione rapidissima: il sistema pianificato è crollato, le influenze geopolitiche sono cambiate, l’economia urbana si è trasformata velocemente. In particolare, si possono osservare alcuni cambiamenti generali nelle città “post-socialiste”:  Le città in epoca socialista erano più dense e più compatte rispetto alle città occidentali e i loro confini erano delimitati molto chiaramente; dopo la transizione questa caratteristica è stata la prima a cambiare, dando il via a processi di suburbanizzazione (presenti in molte città “occidentali”).  La dimensione degli edifici urbani – sia residenziali che per le funzioni di governo e servizio – e delle aree pubbliche è sempre stata molto ampia (= grandi edifici, grandi piazze, grandi aree verdi, grandi viali urbani); dopo la transizione, questi spazi hanno iniziato ad essere utilizzati, almeno in parte, per nuove costruzioni e investimenti privati.  Le aree industriali occupavano una porzione molto ampia dei territori urbani e le aree commerciali erano sostanzialmente inesistenti; dopo la transizione, molte tra aree industriali si sono trasformate in enormi brownfields all’interno delle città e sono comparse numerose attività commerciali, come detto, prima ridotte: sono comparse insegne colorate, centri commerciali in periferia, etc…  Le città socialiste disponevano, in generale, di un maggiore equilibrio nella disponibilità e nella qualità di soluzioni residenziali; per cui, vi era una maggiore omogeneità nella distribuzione dei redditi tra la popolazione; ma la transizione all’economia di mercato ha portato a maggiori divari nella distribuzione della ricchezza e di conseguenza alla formazione di gruppi di molto ricchi e di molto poveri: questo ha generato cambiamenti nella composizione dei residenti delle varie parti delle città. Il cambiamento nella distribuzione della ricchezza, infatti, normalmente genera dei “movimenti” che fanno sì che i ricchi si spostino nelle aree periferiche lasciando le aree centrali alla parte più povera della popolazione. In particolare, va detto che nelle città dell’Europa centro-orientale, il cambiamento delle regole nella proprietà degli immobili (cioè, di fatto, l’apertura alla proprietà privata), assieme al fatto che i centri cittadini fossero abitati essenzialmente dai più poveri, ha reso queste aree attrattive per una parte di cittadini, in particolare per i single, per i professionisti giovani, per le famiglie, che trovano nel centro città soluzioni abitative a prezzi relativamente accessibili. Questo ha portato molte aree centrali ad essere progressivamente caratterizzate da una certa “mescolanza” (= negli stessi quartieri vivono anziani e giovani, persone con diversi livelli di educazione, single e nuclei familiari, residenti più poveri e residenti più ricchi), definita mixité, è una caratteristica assai desiderabile per le città, perché permette di evitare la formazione di quartieri- ghetto e, in sostanza, impedisce i processi di segregazione. Le città occidentali attuano programmi appositi per favorire questi processi, mentre in Europa centro-orientale sta avvenendo spontaneamente. Inoltre, la presenza di giovani, famiglie, professionisti, a fianco ai residenti tradizionali, anche se meno abbienti, migliora la qualità della vita nei quartieri, perché i nuovi residenti sono interessati ad investire anche nel benessere dei luoghi pubblici, a generale beneficio di tutti i residenti e con l’effetto non secondario di aumentare il valore degli immobili.  A livello architettonico, le città dell’Europa centro-orientale, dopo aver abbandonato una certa uniformità nello stile modernista, oggi stanno riscoprendo lo stile del loro passato presocialista, visto come una “epoca d’oro” nel passato. A tal proposito, vi sono numerosi studi che sottolineano come vi sia stata una netta transizione nel paesaggio culturale delle città prima e dopo il crollo del sistema socialista.  Un ultimo aspetto relativo alle città dell’Europa centro-orientale, riguarda il tema della governance: la transizione, infatti, ha portato a una sostanziale riduzione dei poteri dei governi centrali e alla ricostruzione dei governi locali che hanno recuperato il potere di pianificare gli spazi e le iniziative strategiche per i territori urbani. Questo è accompagnato spesso anche da uno scarso potere dei governi regionali – il livello intermedio tra la città e lo stato centrale – e da uno scarso coordinamento a livello di aree metropolitane, che abbiamo invece visto essere decisivo per la buona riuscita dei progetti in città come Lione e Amburgo, tra le altre. DA INTERNET Nelle città esiste un mix di popolazione (anziani, single, giovani), questa caratteristica è definita mixitè, è desiderabile per le città, perché permette di evitare la formazione di quartieri-ghetto e impedisce la segregazione razziale. La presenza di giovani e famiglie, professionisti a fianco di residenti, migliora la qualità della vita nei quartieri. Altro importante punto è il tema della governance: la transizione ha portato a una sostanziale riduzione dei poteri dei governi centrali e alla ricostruzione dei governi locali – i quali hanno recuperato in particolare il potere di pianificare gli spazi e le iniziative strategiche per i territori urbani. Esempio sono le "tre città” in Polonia: Gdansk (Danzica), Gdynia (tutte e due le città sono specializzate nei settori della cantieristica navale e portuale) e Sopot (importante per le funzioni culturali e turistiche). Queste città si sono aperte ai mercati internazionali con impatti positivi di programmi promossi a livello nazionale con un importante ricorso ai fondi dell’unione Europea; si è dato maggiore risalto alla posizione strategica dei territori, alla disponibilità di riedificazione di infrastrutture e alla realizzazione di una zona economica speciale nella regione. DA CONTROLLARE 4) Illustrare alcuni esempi europei di politiche per la competitività urbana DA RIASSUNTI…INTRODUZIONE + VEDI RIASSUNTI DI LEZIONE 29: HAMBURG, LIONE, SIVIGLIA La crisi dei settori industriali tradizionali abbia determinato un processo di trasformazione del tessuto fisico delle città, il quale ha subito:  Un declino, a partire dagli anni ’70, legato alle dismissioni industriali;  Una crisi delle aree interne della città, sempre più svuotate della popolazione residente;  l’emergere del degrado nelle periferie residenziali, cresciute in maniera abnorme negli anni del boom economico e non solo. 9) Definire cosa si intende per “rigenerazione urbana”  Per rigenerazione urbana si intendono:  Azioni di trasformazione fisica, ma accompagnate anche da progetti di sviluppo socio-economico.  Progetti improntati all’immissione di nuove funzioni nelle aree oggetto di intervento (ad esempio abbiamo visto casi nei quali nelle aree in trasformazione sono insediate sedi universitarie, centri tecnologici, funzioni culturali etc.).  Un ruolo centrale della pubblica amministrazione e un coinvolgimento forte degli attori locali e della popolazione, oltre ad anche investitori privati. 10) Spiegare la differenza tra “rigenerazione urbana” e “riqualificazione urbana” (in set domande, questa domanda appartiene alla lezione 32 )  La differenza tra rigenerazione urbana e riqualificazione urbana è che la rigenerazione urbana, utilizza sempre un approccio multidimensionale e integrato che affronta al contempo gli aspetti di trasformazione fisica, i problemi sociali, gli aspetti socio-economici, gli aspetti culturali delle aree e dei quartieri in crisi delle città. In altri termini, a differenza della prospettiva della riqualificazione, quella della rigenerazione urbana, non ci si occupa della sola trasformazione fisica. Tale approccio è fortemente dettato anche dagli orientamenti dell’Unione europea, che propone diversi programmi concentrati sulle città. LEZIONE 33: 1) La cultura nella città contemporanea può essere vista come:  Una funzione urbana che contribuisce all'attrattività e alla competitività della città. 2) Scienziati, insegnanti, scrittori, artisti, designer, architetti...fanno parte della:  Classe creativa. 3) Le "3T" di Richard Florida significano:  Talento, Tecnologia, Tolleranza. 4) Dare una definizione di “classe creativa” e spiegare per quale motivo è importante per le città.  Le persone con alti livelli di formazione e esperienza sono punti di forza nella crescita economica di una città e di una regione. In questo senso facciamo riferimento ai lavori di Richard Florida, che ha sviluppato una teoria della “classe creativa”, nella quale:  Identifica i “creativi”, come fattori chiave dello sviluppo economico;  Identifica i fattori che determinano le decisioni dei creativi riguardo a dove vivere e lavorare. L’elemento caratteristico dei membri della classe creativa è la capacità di “creare nuove forme e significati”. Il cuore della classe creativa è composto da: scienziati, ingegneri, insegnanti, poeti e scrittori, attori, designer, artisti, architetti, musicisti e intrattenitori in generale, assieme alla “leadership intellettuale” , che include gli scrittori di saggi, gli editor, i ricercatori impegnati in think-tank, gli analisti, etc. Oltre al cuore appena definito, fanno parte della classe creativa anche i “professionisti creativi”, che lavorano in una ampia gamma di attività basate sulla conoscenza, come i settori ad alta tecnologia, i servizi finanziari e legali, la sanità, il management. Si tratta di persone che nella loro attività lavorativa utilizzano un insieme articolato di conoscenze per risolvere problemi complessi. Per essere in grado di farlo devono avere un certo livello di formazione, devono essere in grado di trovare soluzioni originali, sviluppare indipendentemente ragionamenti e sperimentare nuove idee. Bisogna chiarire che tutte le persone sono “creative”: tuttavia solo alcuni hanno la fortuna di fare un mestiere nel quale esercitare la propria creatività. LEZIONE 34: 1) Quali persone fa parte della classe creativa e perché sono importanti per le città?  VEDI RISPOSTA DOMANDA 4, LEZIONE PRECEDENTE (33) 2) Cosa si intende per “funzione urbana”? CONTROLLA  Il termine funzione utilizzato in geografia urbana indica un’attività (ad esempio l’amministrazione della cosa pubblica, l’industria, il commercio, l’istruzione, etc.) che risponde a esigenze sia interne alla città, sia esterne ad essa, e che riguarda non solo il funzionamento della città al suo interno, ma anche le relazioni che essa ha con l’esterno. Le funzioni urbane sono spesso attività distintive delle città, nel senso che solo nelle città (e in alcuni casi nelle città più importanti) si possono trovare alcune funzioni con caratteristiche di eccellenza e rarità, come ad esempio certe istituzioni culturali di grandissima importanza (pinacoteche, centri di ricerca, archivi, istituzioni di alta formazione, etc.). Inoltre, è utile ricordare che le città spesso si caratterizzano rispetto alle altre per essere “specializzate” in alcune funzioni particolari, tranne poche città al mondo che possono definirsi “multispecializzate”, le “città globali”. Alcune città sono tra l’altro specializzate nelle funzioni culturali o nella funzione del turismo culturale. 3) Come si possono sintetizzare i fattori che determinano la crescita delle città? VEDI LEZIONE SU FATTORI PULL 4) Perché in tema di urbanizzazione si parla di una “crescita senza precedenti”?  Nel XX secolo la crescita urbana, sia nei Paesi più ricchi che in quelli del Terzo Mondo, ha assunto dimensioni eccezionali. Mai in precedenza la popolazione insediata nelle città era aumentata con altrettanta velocità. Subito dopo la conclusione della prima guerra mondiale, nel 1920, su 100 abitanti del nostro pianeta, circa 20 abitavano in centri urbani mentre 80 (una maggioranza schiacciante) vivevano in campagna. Nel 1950 gli abitanti del pianeta che vivevano in aree urbane erano aumentati a 29 su 100. Secondo le stime dell’ONU il rapporto tra la popolazione rurale e quella urbana del nostro pianeta si è oggi clamorosamente rovesciato. Nel 2008 la popolazione urbana ha infatti eguagliato quella rurale e, dal 2009 in poi, risulterà sistematicamente superiore, per raggiungere, nel 2050, la quota di circa il 70% della popolazione mondiale. E’ uno dei fatti più rivoluzionari nella storia dell’uomo e rappresenta l’esito finale di un processo che è iniziato con la rivoluzione industriale. CONTROLLA RISPOSTE DOMANDE 3 E 4 LEZIONE 34 Alcuni ricercatori sostengono che l'impatto dell'invecchiamento sull'intensificarsi delle spese per la sanità non sia così significativo, anzi, che la distribuzione delle età di un paese non sia associata al livello di spese sanitarie pro capite. Negli USA, le spese della sanità nazionale del 2006 ammontavano al 16,5 per cento del PIL: questo rapporto è destinato a salire al 20 per cento nel 2015: su base pro capite, da 7110 USD a 12320 USD, vale a dire un aumento del 73 per cento in soli nove anni. In tutte le società, i costi sanitari sono influenzati sia dai mutamenti demografici, sia dalle nuove tecnologie che possono essere molto dispendiose da sviluppare e mettere in pratica. Le statistiche del 1997 mostrano che i costi per la sanità nelle società industrializzate, per i cittadini a partire dai 65 anni, variano considerevolmente, da 3600 USD l'anno nel Regno Unito, a 6800 USD in Canada, fino a 12100 USD negli USA. Per la popolazione nel complesso, il costo su base pro capite era di 5711 USD negli USA, meno di 2500 USD in Finlandia, Irlanda, Italia e nel Regno Unito, e tra 2500 e 3000 USD in Svizzera, Belgio Francia, Islanda, Lussemburgo e Norvegia. I costi delle lungodegenze In confronto alle cure sanitarie, la lungodegenza è chiaramente una voce collegata all’età avanzata. Questo bisogno si verifica quasi sempre negli ultimi 3 anni di vita; dunque, l’estendersi delle aspettative di vita ha soprattutto l’effetto di ritardare il periodo di maggiore necessità. Migliori abitudini nello stile di vita accorcerebbero di sicuro il lasso di tempo in cui si ha bisogno delle cure a lungo termine. C’è motivo di supporre che nel complesso abitudini più sane incrementeranno le aspettative di vita per molti adulti, con anni di relativa buona salute, senza infermità debilitanti o malattie. Gli anziani avranno così esistenze, possiamo dire, più indipendenti. Secondo un’analisi della Commissione Europea “se le condizioni di dipendenza dei cittadini anziani in generale miglioreranno, in linea con il previsto incremento nelle aspettative di vita, […] (allora il) previsto aumento delle spese sarà inferiore di un 40- 60 per cento”. La conclusione è: “Misure politiche che possano sia ridurre la non-autosufficienza, sia limitare il bisogno di assistenza tra i cittadini anziani con disabilità, o che prediligano la domiciliarità piuttosto che il ricorso ai centri di cura, possono avere un impatto davvero significativo sulle spese pubbliche”. Istruzione In molte economie nazionali si possono registrare risparmi per i fondi pubblici grazie a una popolazione sempre più in età avanzata. Durante le età più giovani l’istruzione costituisce ovviamente un significativo costo per le risorse pubbliche, sebbene questo è normalmente premiato da una maggiore produttività per tutti quelli che ricevono un educazione. Più tardi nella vita, molti proseguono qualche particolare forma di istruzione, e ciò è quasi esclusivamente legato allo sviluppo di abilità che possano essere sfruttate per migliorare la produttività del lavoratore o la sua capacità di lavorare efficientemente per un numero maggiore di anni, oppure ancora per portarlo a sviluppare competenze o carriere che si addicano meglio alle necessità correnti e future dell’economia. Così, sebbene si parli di istruzione come un costo per le finanze pubbliche, quasi sempre essa ha un ritorno sull’economia che ne giustifica ampiamente la spesa. Per gli anziani, che non hanno bisogno di acquisire nuove competenze lavorative, l’educazione tende ad essere piuttosto un impegno intellettuale o uno strumento per la soddisfazione personale. La grande maggioranza delle attività di formazione continua sono completamente finanziate da chi vi partecipa. Il costo che le finanze pubbliche devono sostenere per queste attività è molto contenuto, se non addirittura nullo. Da una parte, ciò induce a pensare che, limitatamente a questo settore, le finanze pubbliche non saranno poste sotto stress dall’invecchiamento della popolazione. E d’altro canto, qualsiasi risparmio generato dal restringimento della partecipazione della popolazione più giovane all’istruzione causerebbe in realtà un impatto economico negativo, attraverso la perdita di lavoratori altamente qualificati. Infatti, l’obiettivo sia dell’amministrazione del Presidente Obama negli Stati Uniti, sia dell’Agenda di Lisbona nell’Unione Europea, è di aumentare le spese nel settore dell’istruzione come mezzo per creare un’economia più competitiva e aumentare la produttività del lavoro. L’Unione Europea prevede che tra il 2002 e il 2050 vi sarà un declino nel numero dei cittadini dai 5 ai 25 anni, da 116,7 a 90,6 milioni, ed in quello degli effettivi studenti da 91,8 a 71,7 milioni. Meno studenti significa un minore costo dell’istruzione, ma il risultato in realtà è che non ci sarà probabilmente un significativo risparmio di bilancio (non più dell’1 per cento del PIL), eccetto per Spagna, Austria, Cipro, Irlanda, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia. Una riduzione della spesa in istruzione come conseguenza dell’invecchiamento non è certamente sufficiente per compensare i maggiori oneri in ambito sanitario e pensionistico. LEZIONE 37: 1) Per quanto riguarda i consumi e le spese dei cittadini senior, si nota che in media:  Essi tendono a spendere più dei cittadini giovani nei settori della cultura e dell'istruzione. 2) Si osserva che negli Stati Uniti e non solo i cittadini "senior" più istruiti e benestanti  Si trasferiscono nel centro delle città 3) Quali sono i principali possibili impatti economici positivi dell'invecchiamento della popolazione nelle città? UNISCI E SISTEMA PARTE INTERNET A RIASSUNTI RIASSUNTI Quando mettiamo insieme gli effetti nei vari settori che saranno interessati dalle scelte dei senior, si può prevedere un vero incentivo all’economia delle città che riusciranno a rendersi attraenti per questo crescente segmento della popolazione. L’impatto economico, come abbiamo visto, potrà riguardare  Il settore immobiliare, per le scelte relative ai cambiamenti di residenza;  Il settore della cultura e delle arti in generale, che vede nei senior un pubblico affidabile e disposto a sostenere economicamente le iniziative  Il settore della formazione: corsi, aggiornamento, conferenze, “università della terza età”, etc.  Il settore del volontariato I settori culturali di una città sostengono direttamente la sua attrattività e competitività generale, perché creano un ambiente urbano interessante per chi lavora nei settori creativi e perché sono una opportunità di occupazione, se visti come settore economico. Lo stesso si può dire per il settore della formazione. Con il contributo al volontariato e con gli investimenti nel settore immobiliare, i senior poi agiscono direttamente sull’immagine, sull’attrattività estetico- architettonica e sulla qualità della vita nella città. Possiamo insomma dire che i senior attivi danno un contributo positivo alla competitività delle città. INTERNET  Gli effetti positivi dell’invecchiamento della popolazione nelle città sono diversi: i senior possono dare un effetto positivi nell’economia immobiliare, nell’immagine della città. Infatti comprano appartamenti e condomini nelle aree centrali. Danno un effetto positivo alle attività culturali della città, attraverso la formazione, esperienze culturali in musei, gallerie d’arte, teatri, musical e concerti. I senior sono un’utenza importante e crescente per le istituzioni culturali urbane. Sono frequentatori, in modo dis-proporzionato residenti e saranno equipaggiate con impianti domotici, richiesti obbligatoriamente alle imprese costruttrici. VIENNA Vienna ha elementi di peculiarità rispetto a tutti gli altri casi che abbiamo visto fino ad ora, perché si tratta di una città capitale. Come abbiamo notato parlando di funzioni urbane e competitività, le città capitali hanno una sorta di “protezione” di fronte ai grandi cambiamenti globali proprio in virtù delle loro funzioni politico-amministrative. Questo comunque non le mette al riparo dalle conseguenze del cambiamento demografico. A Vienna esiste uno specifico “Ufficio per la terza età”, che considera i cittadini più anziani in quattro categorie, ciascuna pari al 20-30 per cento del totale: (1) attivi e soddisfatti, (2) attivi e insoddisfatti, (3) inattivi e soddisfatti, (4) inattivi e insoddisfatti. Gli appartenenti alla prima categoria si prendono semplicemente cura di loro stessi in piena autonomia; il quarto gruppo è composto da persone che non hanno sufficienti disponibilità economiche, informazioni e possibilità di muoversi e sono pertanto le più complicate da trattare dal punto di vista della città. Le persone del secondo gruppo possono essere aiutate ad essere più soddisfatte e quelle del terzo gruppo ad essere più attive: entrambe le cose sono possibili soprattutto attraverso la partecipazione alle attività culturali e formative. Si registrano alcuni spostamenti di residenza dalla periferia alla città, ma meno di quanto accade negli USA o nelle città nord europee. Infatti Vienna è sì cresciuta dal punto di vista dell’estensione territoriale, ma molti tra i senior hanno vissuto in città tutta la vita: spesso i loro genitori hanno acquistato case e appartamenti in ricostruzione dopo la Seconda Guerra mondiale, la città si è poi espansa inglobando i piccoli centri periferici e si può dire che è la città ad essersi trasferita dai senior piuttosto che il contrario. I trasferimenti sono poi complicati dal fatto che il mercato immobiliare è piuttosto rigido. La città ha 22 quartieri, dieci dei quali nella parte centrale dell’area metropolitana. Il primo distretto è il centro storico ed è destinato quasi completamente ad attività commerciali, attrazioni turistiche e appartamenti estremamente costosi. Ogni quartiere era in origine un villaggio e pertanto ha il suo museo di storia locale, la biblioteca, la scuola o la Volkshochschule; completano il quadro i teatri, che garantiscono performance in tutti i quartieri. I senior possono quindi partecipare ad attività culturali e formative senza lasciare il loro quartiere, sebbene molti usino anche l’efficiente sistema dei trasporti pubblici per raggiungere gli eventi nel centro città, come al Statsoper e la Vienna Philharmonic Orchestra. Vi sono dunque circa 80 teatri sull’intero territorio cittadino, con 14 mila abbonati: più di metà sono senior e questo dato raggiunge i due terzi nelle aree periferiche. Grazie ad un programma di abbonamenti, i senior possono acquistare carnet per quattro spettacoli teatrali spendibili in qualsiasi teatro cittadino, hanno servizi di autobus speciali e possono utilizzare i taxi con un contributo che equipara il costo della corsa a quello del mezzo di trasporto pubblico. La città ha inoltre lavorato per migliorare l’illuminazione, la pavimentazione e i servizi in tutte le strutture in modo da renderle più accoglienti ed accessibili alla popolazione adulta. Il risultato di queste e altre iniziative è una forte partecipazione alla vita culturale del gruppo 50-75, con non pochi utenti anche sopra agli 80 anni. LIONE: UNIVERSITÉ TOUS AGES La Université Tous Ages - UTA (Università per tutte le eta) è un modello originale francese, che ha preso avvio negli anni ’70 per colmare il divario culturale dei lavoratori andati in pensione prematuramente in seguito agli effetti della crisi petrolifera. A Lyon l’UTA è un servizio dell’Université de Lyon 2, sostenuto dal Consiglio regionale con l’obiettivo di mantenere i cittadini socialmente e intellettualmente attivi e coinvolti nelle reti sociali dei loro quartieri. Più che un progetto educativo, la UTA si pone l’obiettivo di evitare l’isolamento e la solitudine dei pensionati che hanno perso le frequentazioni sociali che ruotavano attorno alla loro attività lavorativa e professionale. Diversamente rispetto ad altri casi (per esempio in molte città italiane), i professori sono parte del corpo docente regolare dell’università ed assicurano quindi un livello dell’insegnamento pari ai corsi universitari ‘normali’; al contempo si offrono opportunità di lavoro per gli accademici. Infatti, sebbene dipenda amministrativamente dall’Université de Lyon, la Université Tous Ages si autofinanzia completamente grazie alle quote di iscrizione versate dagli studenti (quote che comunque sono di circa 110 euro all’anno, per poter accedere a tutta l’offerta formativa), al punto che UTA rimborsa all’Université de Lyon i costi del personale docente e amministrativo impiegato per i corsi ai senior. La gestione dei corsi è autonoma, grazie al lavoro volontario degli stessi studenti e l’offerta formativa comprende 130 corsi e programmi di formazione continua per gruppi ristretti della durata di 25 settimane. Se si considera che UTA contava circa 9600 studenti nel 2006 (l’80 per cento dei quali sono pensionati), è chiaro come l’amministrazione può contenere il costo d’iscrizione annuale pur stipendiando regolarmente il personale, con tutte le conseguenze economiche positive del caso. I cambiamenti in corso nei profili degli studenti permettono aspettative ottimistiche per il futuro: un numero crescente di utenti ha un titolo di studio universitario, possiede un computer e aumentano le richieste per l’organizzazione di gruppi di lavoro su temi specifici (ad esempio la storia locale, l’archeologia, gli strumenti per Internet). BRATISLAVA: UNIVERZITA TRETIEHO VEKU A Bratislava, l’Università della terza età (Univerzita Tretieho Veku) parte dell’Università Comenius offre programmi di studio organizzati in decine di corsi. Ciascun corso dura tre anni, prevede un esame finale e una certificazione. L’Università della terza età di Bratislava ha un bilancio indipendente e non riceve finanziamenti dall’università, dal comune o da altri enti; gli studenti versano un contributo di 50 euro per corso all’anno e questo è sufficiente a coprire tutte le spese, mentre altri fondi sono raccolti con una efficace partecipazione ai programmi comunitari. I professori sono parte del corpo docente regolare dell’Università, organizzano i corsi e i piani di studio: dall’archeologia al giornalismo, dal diritto all’astronomia. Gli studenti devono aver completato la scuola superiore (il 25 per cento degli iscritti ha già un titolo di studio universitario) e devono avere più di 50 anni (il 90 per cento dei frequentanti sono pensionati); l’89 per cento degli utenti sono di sesso femminile, fatto frequente nei paesi dell’Europa centro-orientale, poiché gli uomini lavorano più a lungo o perché spesso le donne non hanno avuto la possibilità di completare gli studi in anni più giovani. L’Università organizza inoltre attività collaterali come escursioni, partecipazioni a eventi di musica e opera, scuole estive. DA RIASSUMERE 2) Proporre alcuni esempi di politiche realizzate nelle città statunitensi per determinare un impatto economico positivo dell'invecchiamento della popolazione  NASHVILLE (da riassumere e vedi risposta da internet in scarti) Nashville è la capitale dello stato del Tennessee, ha circa 626 mila abitanti e un’area metropolitana di oltre un milione e mezzo. La città deve ancora iniziare a riflette sulla popolazione over 55, ma nel frattempo questi cittadini stanno avendo un impatto decisivo sul centro della città. Tradizionalmente conosciuta come un centro per la musica country, i senior stanno gradualmente cambiando l’identità culturale della città, come è dimostrato dalla crescita dei settori artistici e musicali. E’ più probabile che gli spettatori della musica country utilizzino un campeggio in periferia, piuttosto che alberghi e ristoranti del centro: sebbene si riconosca come queste attività abbiano comunque dato uno stimolo all’immagine della città, l’impatto della spesa cultura in termini di spesa in commercio, alberghi etc. è piuttosto limitato. Nel 1988 il locale auditorium Schermerhorn ha subito una bancarotta: quando un decennio più tardi, nel 2006, è stato riaperto a pochi passi dal Frist Art Museum l’intero quartiere ha visto una crescita considerevole negli acquisti e nelle costruzioni di unità residenziali di alta qualità, che sono diventate presto oggetto di attenzione da parte dei cittadini con 55 anni e oltre. Poco più di un decennio fa nel centro si contavano solo 300 unità residenziali, mentre si prevede che l’area adiacente al ‘distretto culturale’ ospiterà nei prossimi dieci anni almeno 20 mila nuovi residenti. I funzionari dell’Orchestra sinfonica non sono preoccupati per i molti capelli grigi che si vedono in platea e sostengono che la musica classica diventa più interessante con il passare degli anni, quando si diventa più introspettivi, si ha più tempo libero e più reddito a disposizione. LEZIONE 39: 1) L'università della Terza età in alcune città della Francia e dell'Europa centro- orientale:  Si sostiene grazie alle iscrizioni degli studenti senior DA RIASSUMERE 2) Proporre alcuni esempi di politiche realizzate nelle città italiane per determinare un impatto economico positivo dell'invecchiamento della popolazione. PADOVA Sede universitaria, Padova attrae una popolazione giovane di studenti, che tuttavia non compare nelle statistiche ufficiali: il rapporto tra la popolazione con 65 anni e oltre rispetto a quella fino ai 14 anni è cresciuta da 1,99 nel 2004 a 2,03 nel 2007. Questo dato cresce notevolmente nei quartieri centrali (2,62), dove si conta anche la percentuale più alta di nuclei familiari unipersonali (53,5 per cento, contro il 40,7 per cento in media sul totale del territorio comunale). Secondo un’indagine della Fondazione Zancan (2007), durante il 2005 il comune ha speso 22 milioni di euro per le politiche sociali, circa 104 euro pro capite. Ciò che ci ha spinto a includere Padova nella nostra indagine è stato scoprire l’esistenza di un ufficio dedicato agli anziani attivi, l’Ufficio attività creative per la terza età, con una dotazione finanziaria annua di circa un milione di euro (senza contare il costo dello staff). Le iniziative per i senior includono:  soggiorni estivi della durata di due settimane (montagna, mare, lago), con 3000 partecipanti ogni anno;  ginnastica dolce, attività sportive (piscina, orienteering, acqua gym, etc.) e programmi specifici per la prevenzione di malattie legate all’età;  laboratori culturali, artistici e artigianali, con lezioni una o due volte alla settimana, sfruttando diversi spazi comunali nei momenti di bassa affluenza (ad esempio le scuole elementari nel tardo pomeriggio);  orti urbani, iniziativa comune a molte città italiane, a Padova organizzati assieme a corsi specifici sulla coltivazione e sul rispetto dell’ambiente, nonché visite e attività didattiche in collaborazione con le scuole;  attività inter-generazionali: ad esempio i senior sono coinvolti nelle scuole come testimoni. Anche questa è un’iniziativa comune ad altre città, ma a Padova i volontari coinvolti hanno la possibilità di seguire un programma formativo sulle tecniche di lettura condotto da un attore professionista. L’esperienza di Padova conferma il legame tra livelli di educazione, reddito e fruizione delle attività culturali: se le persone con i titoli di studio più bassi utilizzano in genere le escursioni e le attività ricreative, i più scolarizzati hanno un approccio attivo alla cultura e nella grande varietà di attività offerte dalla città tendono a scegliere quelle organizzate dal comune perché più economiche. Esiste comunque una parte della popolazione anziana con dotazioni economiche più alte, che in genere non è interessata alle iniziative proposte dagli uffici comunali: si tratta in parte di quelli che abbiamo definito all’inizio del capitolo “benestanti infelici” e in parte di cittadini che esprimono una domanda di servizi ricreativi e culturali molto sofisticata. I senior a Padova sono anche coinvolti in attività di volontariato a servizio del comune, come ad esempio la sorveglianza nei musei e la manutenzione delle aree verdi. I lavoratori-volontari sono assegnati al quartiere di residenza: la città di Padova riconosce il loro lavoro offrendo, ad esempio, corsi di nuoto gratuiti o la partecipazione gratuita a un soggiorno estivo di vacanza. Tutti i residenti a Padova con 55 anni e oltre possono richiedere la “carta d’argento” che da accesso a tariffe ridotte per esercizi commerciali e servizi selezionati, come ad esempio un prezzo ridotto al cinema in determinati giorni della settimana o uno sconto sulle corse in taxi. La disponibilità di un trasporto pubblico efficiente è importante per i senior che non guidano volentieri, anche in una piccola città come Padova. TORINO Torino è conosciuta per la sua storia di città industriale (uno tra gli esempi di one- company town). La città ha vissuto una crescita delle attività industriali nella prima metà del ‘900, con una specializzazione nel settore automobilistico e una massiccia immigrazione: la popolazione è cresciuta di 100 mila unità nei soli anni ’60, determinando la rapida costruzione di quartieri periferici (e città satellite) per accogliere i nuovi abitanti. La crescita demografica si è interrotta dopo la crisi degli anni ’70, ma molti degli immigrati spesso provenienti dall’Italia meridionale, una volta stabiliti in città con la famiglia, hanno scelto di restarvi per gli anni della pensione. La città sta dunque affrontando una significativa ‘esplosione’ della popolazione anziana: pertanto la maggior parte delle politiche è necessariamente orientata all’aging in place, a favorire cioè le migliori condizioni possibili perché gli adulti possano invecchiare serenamente nella loro città, nel loro quartiere e in casa loro. Come altre città italiane, l’organizzazione dei servizi comunali funziona sulla base di un decentramento nei quartieri o circoscrizioni, che hanno la responsabilità di gestire una dotazione finanziaria distribuita in base a criteri statistici con una certa autonomia, pur seguendo le linee guida definite dall’amministrazione comunale. Al vertice delle attività per i senior il comune ha un Consiglio dei Seniores alla quale partecipano i rappresentanti di circa 50 associazioni (pensionati, volontari, associazioni culturali e ricreativi, associazioni aziendali) e un Ufficio iniziative per la terza età, che promuove una serie di iniziative nel contesto di un programma consolidato, che comprende sport, cultura e attività serali. Per esempio un certo numero di ristoranti offre menù a prezzo fisso (10, 15 e 26 euro nel 2010) per i cittadini over 60: per ciascun senior possono approfittare del prezzo convenzionato altre due persone, indipendentemente dalla loro età. In collaborazione con teatri, cinema, associazioni culturali e il Museo del Cinema, i senior hanno prezzi ridotti per l’accesso a café concerto, proiezioni cinematografiche, concerti e spettacoli teatrali. Nel complesso dell’offerta culturale cittadina (non specifica per le fasce di popolazione più adulta), la città ha importanti istituzioni culturali, come il citato Museo del Cinema, diverse stagioni teatrali e l’Orchestra Sinfonica della RAI, solo per citare alcuni esempi. Con Milano, la città organizza il festival MiTo - Settembre Musica. Un’indagine della Fondazione Fitzcarraldo (Bollo e Carnelli, 2008) segnala come l’età media degli spettatori del festival è 46 anni, ma il 23 per cento degli utenti ha 60 anni e oltre, 20 per cento tra 50 e 59 e 21 per cento tra 40 e 49 anni. Questo significa che il gruppo dei più anziani, assieme ai senior dei prossimi due decenni, può contare da solo oltre il 64 per cento del totale degli spettatori. Per quanto riguarda il livello di educazione, il 53,5 per cento possiede una laurea e il 38 per cento un titolo di scuola superiore. La possibilità di un aging in place dignitoso è resa più difficile per molti anziani che non possono contare su una rete parentale locale (spesso i familiari vivono nel luogo d’origine) e per i quali esiste una scarsa disponibilità di tempo dei figli. In questi casi, anche la decisione di assumere collaboratori familiari o badanti professionali può essere molto complicata, o addirittura le commissioni quotidiane. Per questo, alcune associazioni (in particolare gli ex dipendenti Fiat e Telecom Italia, due imprese con una storica presenza nella città) hanno promosso un progetto che ha coinvolto almeno una settantina di senior selezionati, che svolgono il ruolo di “tutors” per un grande numero di cittadini anziani non completamente autosufficienti. NB: ALCUNE CONSIDERAZIONI DI SINTESI Discutiamo brevemente tre temi principali.  In primo luogo, ciò che differenzia i casi italiani da gran parte delle città europee e statunitensi è la dinamica degli spostamenti di residenza dei senior e il conseguente impatto sul mercato immobiliare. In Italia si è tradizionalmente assistito a un numero molto contenuto di trasferimenti durante il corso della vita: questo è dovuto ad una relativamente alta percentuale di famiglie che possiedono la casa nella quale abitano ed è inoltre molto probabilmente anche un retaggio culturale e di costumi. Solo una piccola parte degli adulti cambia il luogo di residenza e gli spostamenti possono interessare soprattutto coloro i quali possiedono una seconda casa (spostamenti che però non sono quasi mai registrati come cambiamenti di residenza formali), oppure senior stranieri che scelgono di passare gli anni della pensione in Italia. Ciò nonostante in molte città, come abbiamo visto per Firenze e Cagliari ad esempio, gli adulti hanno una ruolo fondamentale nel conservare il patrimonio immobiliare e la sicurezza dei quartieri, talvolta aumentando l’attrattività di certe aree delle città.  Un secondo tema riguarda il ruolo dei senior nelle organizzazioni no-profit e di volontariato. In moltissimi casi le associazioni di volontariato semplicemente Il governo locale ha finanziato la riqualificazione dell’area, oltre che la costruzione fisica del museo; provvede inoltre al suo funzionamento. La Fondazione Guggenheim ha invece messo a disposizione una parte delle sue collezioni, il programmi delle esposizioni temporanee, oltre che le competenze in campo di amministrazione e gestione di patrimoni museali. Il museo riceve inoltre tuttora sostegno da singoli cittadini e da sponsor privati. LEZIONE 41: VEDI TABELLE STAMPATE 1) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, i Mondiali di scii sono un esempio di:  Evento speciale sportivo 2) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, le olimpiadi sono un esempio di:  Mega evento 3) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, le Esposizioni universali sono un esempio di:  Mega evento 4) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, il Summit internazionale G7 è un esempio di:  Evento speciale politico 5) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, la America's Cup è un esempio di:  Evento speciale sportivo 6) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, le Fiere internazionali sono un esempio di:  Evento speciale economico 7) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, il Summit internazionale G8 è un esempio di:  Evento speciale politico 8) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, il Salone della nautica è un esempio di:  Evento speciale economico 9) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, il Salone del libro è un esempio di: Evento speciale economico 10) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, il Salone dell'auto è un esempio di:  Evento speciale economico 11) Secondo la tassonomia elaborata da C. Guala, la coppa del mondo di calcio è un esempio di:  Mega evento 12) L'ordine corretto delle fasi del ciclo di vita di un evento è  ideazione, attivazione, pianificazione, attuazione, completamento, valutazione 13) Definire il concetto di mega-evento: DA RIASSUMERE  Nel contesto di competitività globale e di politiche di marketing del territorio, si è osservato un crescente interesse dei politici, degli attori economici e degli studiosi per i “mega eventi” o “grandi eventi” , intesi come eventi che – indipendentemente dalla loro durata effettiva – hanno effetti notevoli sia alla scala temporale (cioè oltre ai momenti dedicati all’evento), sia alla scala geografica (cioè oltre alle specifiche strutture che ospitano l’evento). “Mega eventi” o “grandi eventi” sono ad esempio le Esposizioni mondiali (Expo), le fiere e i festival internazionali, i grandi eventi sportivi (es. le Olimpiadi). Si tratta di eventi che:  Comportano un significativo investimento, con ampie variabilità, fino a raggiungere l’ordine di grandezza dei miliardi di euro  Coinvolgono il settore pubblico e il settore privato  Sono pianificati con largo, spesso larghissimo, anticipo  Hanno effetti sul territorio interessato, sia dal punto di vista del coinvolgimento degli attori, sia relativamente al fatto che comportano la realizzazione di infrastrutture distretto dei servizi nell’area ospitante l’Expo dopo la fine dell’evento e la riqualificazione diffusa del tessuto urbano, in particolare lungo le sponde del fiume Ebro. All’esposizione è stato attribuito inoltre un ruolo chiave, come elemento centrale per definire e promuovere un vero e proprio marchio Zaragoza, con finalità turistiche e di sviluppo economico. Nei pressi della stazione è stata avviata la costruzione, con il supporto del Massachusetts Institute of Technology, di un nuovo quartiere denominato Miglio Digitale, che vuole essere uno spazio altamente innovativo incentrato sulle nuove tecnologie. L’area edificata ex novo sarà di oltre un milione di metri quadrati. Il quartiere assumerà le forme di uno spazio polifunzionale in cui oltre alle residenze e al verde pubblico, troveranno collocazione circa 243.000 metri quadrati destinati ad ospitare funzioni terziarie, con una capacità per 4000- 5.000 impiegati e una specializzazione nelle nuove tecnologie. Il Miglio Digitale insieme al distretto del terziario, che sorgerà nei padiglioni della expo, dovrebbe costituire il motore dell’economia della nuova Zaragoza, tecnologica e globalizzata. Nella progettazione dell’expo è rientrata infatti l’introduzione all’interno del paesaggio urbano di nuove architetture iconiche, create per essere il marchio architettonico di maggior riconoscibilità della Expo e candidate a divenire nuove icone della rinata Zaragoza. In questa prospettiva sono stati costruiti il Ponte Padiglione dell’architetto Zaha Hadid e la Torre dell’Acqua dell’architetto spagnolo Enrique de Teresa: due architetture griffate in cui l’estetica del progetto e la sua riconoscibilità s’impongono sul paesaggio circostante, catalizzando gli sguardi e riassumendo nella forma, i segni e i significati del mutamento urbano. La Expo di Zaragoza appare, quindi, come l’ultima tappa di un lungo processo di trasformazione, attraverso il quale una città di medie dimensioni, ma dal ricco passato e dalla vocazione di capitale, cerca di elaborare una propria strategia di adeguamento alle sfide poste alle città contemporanee dalla competitività globale. Questo processo è avvenuto attraverso una più di azioni: rinnovamento delle infrastrutture e degli spazi atti ad ospitare le nuove funzioni prevalenti (culturali e servizi); un miglioramento degli spazi pubblici, con particolare riguardo al verde; una rinata attenzione alla valorizzazione del patrimonio culturale e degli elementi identitari per la popolazione locale (primo fra tutti l’Ebro); la creazione di nuove architetture; la ricollocazione della città nel complesso delle reti urbane nazionali e internazionali. LEZIONE 43: 1) Nel 2019 la città di Matera sarà:  la “Capitale europea della cultura” 2) Come si possono classificare i benefici della partecipazione di una città all'evento “Capitale europea della cultura”? Proporre alcuni esempi tre ordini di benefici: (1) culturali, (2) economici e (3) sociali. (1) Benefici culturali:  Stimolare la creatività  Creare nuovo pubblico per la cultura  Creare nuove infrastrutture culturali  Favorire la cooperazione internazionale e quindi la professionalità del settore culturale locale  Creare nuove opportunità di carriera e di lavoro per gli artisti  Creare una vita culturale più vivace nella città (2) Benefici economici:  Rigenerazione e sviluppo urbano  Aumento dei flussi turistici: circa il 12 per cento in più in media nelle città che ospitano l’evento rispetto all’anno precedente  Effetti indiretti su altri settori: commercio, ricettività, ristorazione, trasporto pubblico locale, etc.  Nuovi posti di lavoro  Miglioramento dell’immagine della città, miglioramento dell’attrattività della città. (3) Benefici sociali  Gli eventi organizzati dalla città nominata sono gratuiti, in luoghi pubblici o in luoghi inusuali per le attività culturali, hanno carattere partecipativo – nel senso di coinvolgere il maggior numero di persone nelle iniziative;  Gli eventi organizzati sono “per tutti”: bambini, giovani, anziani, minoranze, fasce svantaggiate; si organizzano eventi in ospedali e case di cura, nelle carceri etc.  L’iniziativa coinvolge normalmente un gran numero di volontari, sia in fase di candidatura, sia in fase di realizzazione degli eventi – promuovere il volontariato significa agire direttamente sulla qualità della vita urbana Esempio: Genova è stata nominata Capitale europea della cultura nel 2004, si sono avuti grandi modifiche nell’impatti visivo ed organizzativo della città. Si sono organizzati moltissimi eventi mondani all’interno della città importante per il suo sviluppo e per la sua competitività urbana. 3) Cosa è la “Capitale europea della cultura”?  La “Capitale europea della cultura” è una città designata dall'Unione europea, che per il periodo di un anno ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. Diverse città europee hanno sfruttato questo periodo per ravvivare il proprio panorama culturale e, facendo ciò, rilanciare la loro visibilità internazionale. DA RIASSUNTI: Le città nominate, spesso assieme alle loro regioni, si impegnano per la durata di un anno (dai 9 a i 13 mesi) a organizzare un programma culturale eccezionale, coinvolgendo la gamma più ampia di attori locali e proponendosi come vetrina per i cittadini e i visitatori. La media degli eventi organizzati dalle varie città nominate supera le diverse centinaia (500 è un valore medio). Sono utilizzate le istituzioni culturali della città e della sua regione; musei, biblioteche, centri d’arte, associazioni); inoltre, a seconda delle stagionalità, sono frequentissimi gli eventi negli spazi aperti. In genere la città si dota di una Agenzia apposita, un ufficio o un ente creato appositamente per gestire l’evento, dalla candidatura alla realizzazione. Molte “Capitali” realizzano con l’occasione iniziative di riqualificazione degli spazi pubblici, di recupero di aree o di singoli edifici: normalmente queste attività di trasformazione sono gestite e promosse dal governo cittadino. (LEZIONE 44 NON CI SONO DOMANDE) Le “Colombiadi” sono diventate così un’occasione per recuperare il passato della città, riaffermando l’identità di Genova come città marinara, in contatto con il mondo, patria dello scopritore delle Americhe, al fine di superare lo stereotipo della città industriale, di dare impulso a nuovi settori quali quello della cultura e quello turistico, e di sviluppare, attorno a questa ritrovata e rinnovata identità, una linea di sviluppo per gli anni successivi. Le realizzazioni dell’Expo 1992 riguardano dunque la riqualificazione dell’esistente, la realizzazione di nuove opere e il collegamento del porto antico con il centro storico della città. L’impulso alla riqualificazione e al rinnovamento urbano iniziato in occasione dell’Expo ’92 è continuato negli anni successivi. La strada tracciata nella direzione della promozione di Genova come città della cultura e del turismo è confluita in varie iniziative. La città ha inoltre continuato ad investire sui Grandi Eventi, candidandosi ad accogliere il G8 e le manifestazioni di Genova Capitale della Cultura. Parallelamente le riflessioni relative allo sviluppo del territorio sono proseguite e la politica dei Grandi Eventi si è inscritta all’interno di una pianificazione dello sviluppo di ampio respiro. Accanto agli strumenti tecnico-urbanistici, ha visto la luce il “Piano della Città” , definito nel gennaio 2002, nel quale vengono indicate le linee di sviluppo futuro della città, emerse tenendo conto del cambiamento già avvenuto a partire dell’Expo del ’92, riconosciuto come il punto di partenza fondamentale per il nuovo corso urbano. Il Piano è il risultato di un’azione di governance locale che ha visto come protagonisti Comune, Provincia, Regione (triarchia imprescindibile nella gestione del territorio policentrico genovese), Ente Porto, Camera di Commercio, industriali, università e associazioni private. Il risultato di questa azione congiunta è stata una strategia di sviluppo articolata in 7 linee, finalizzate al raggiungimento di obiettivi vari, che vanno dalla riqualificazione territoriale allo sviluppo sociale, dal rilancio economico alla promozione dell’immagine della città. Alla base degli interventi sta un’idea sintetizzata dallo slogan “la città si fa più bella”. La conquista della bellezza viene qui intesa nella sua duplice valenza di fattore di crescita dell’appeal urbano, attraverso la valorizzazione del patrimonio esistente, e quindi elemento di attrazione turistica e sviluppo, e di indicatore di qualità urbana, in considerazione del fatto che vivere in una città più bella vuol dire vivere in una città più pulita, più accogliente, sicura e confortevole per gli stessi cittadini. L’organizzazione del G8 nel 2001 è stata per Genova una tappa intermedia nella realizzazione delle trasformazioni urbane. Grazie al G8 infatti sono stati spesi complessivamente oltre 100 milioni di euro (200 miliardi di lire), provenienti da fondi europei, dallo Stato e da privati, impiegati in una serie di progetti individuati nel corso della Conferenza strategica del 1999, e coerenti con gli obiettivi indicati nel Piano della Città, ispirati alla ricerca di un abbellimento diffuso del tessuto urbano, tramite opere di manutenzione straordinaria. In occasione del G8 si è lavorato in particolare sulla definitiva riqualificazione e pedonalizzazione di piazza de Ferrari, completamente ridisegnata dall’inserimento delle fontane, e della centralissima via San Lorenzo, su cui si affacciano la Cattedrale (restaurata in occasione del Giubileo del 2000) e il Palazzo Ducale. I lavori maggiormente caratterizzanti l’intervento in preparazione del G8 sono proseguiti nell’area Porto Antico. Anche qui sono stati introdotti elementi di abbellimento, finimenti di arredo urbano, come il completamento della pavimentazione a blocchetti e l’inserimento di palme, volute da Renzo Piano, lungo l’asse che delimita l’ingresso al porto, a conclusione di quanto già realizzato per l’Expo. Per quanto riguarda l’inserimento di nuove opere, gli interventi più significativi sono stati la costruzione dell’ Isola delle Chiatte e della Biosfera, progettate entrambe da Renzo Piano, che dimostrano come l’area del porto storico sia suscettibile di ulteriori evoluzioni: Area Porto Antico Pavimentazione, Abbellimento, Isola delle chiatte, Arredo urbano Biosfera. L’ultimo grande evento che ha interessato la città, è stata la nomina di Genova a Capitale della Cultura per il 2004, evento composto da numerose manifestazioni e iniziative svolte durante tutto il corso dell’anno. Se la finalità principale della candidatura era quella di dare risalto e visibilità a tutti gli sforzi profusi negli anni precedenti, per cercare una nuova immagine della città da affermare nel panorama, estremamente competitivo, della scena urbana europea, ancora una volta, però, i fondi destinati all’organizzazione dell’evento sono stati principalmente destinati al completamento di opere infrastrutturali per la città. Il budget previsto per il 2004 è stato infatti così ripartito: 200 milioni di euro per interventi strutturali; 25 milioni di euro per le manifestazioni; 6 milioni di euro per la promozione. Tra gli interventi più significativi la riqualificazione dei palazzi della Ripa Maris e la realizzazione del “Galata” Museo del mare. Molti cantieri hanno continuato i lavori dopo il 2004. In particolare si possono ancora citare la riqualificazione del centro storico e il completamento della metropolitana. Il progetto più significativo ancora da realizzare riguarda l’area di Ponte Parodi, che occupa una superficie di 23.000 mq, ancora nell’area del Porto Antico. La città ha indetto un concorso internazionale, vinto dallo studio olandese studio di architettura olandese Un Studio Van Berkel. Il progetto vincitore prevede la creazione di una enorme piazza sospesa sul mare, chiamata «Piazza sul Mediterraneo», la quale dovrebbe diventare un nuovo centro della socialità e del tempo libero per i cittadini e, al contempo, una grande attrazione per i turisti, pensata per essere spazio attivo e fruibile ventiquattro ore al giorno. LEZIONE 46: 1) Nella terminologia europea, il “beneficiario” di un progetto è:  Il soggetto destinatario di ciò che un programma realizza concretamente (Il beneficiario di un programma o di un’azione è la persona/ente/organizzazione/impresa o il gruppo di persone/enti/organizzazioni/imprese che direttamente beneficiano del programma perché sono i destinatari di ciò che il programma realizza concretamente). 2) “Europa creativa” è:  Il programma dell’Unione europea destinato al sostegno della cultura e dell’audiovisivo. DA RIASSUMERE TUTTO 3) Cosa è il programma Europa creativa?  Europa creativa rappresenta la nuova fase del sostegno dell’UE alla cultura e al settore audiovisivo. Il programma è operativo dal 2014 al 2020 e fornisce un prezioso sostegno ai settori culturale e creativo, importante fonte di occupazione e di crescita in Europa. «Europa creativa» riunisce i programmi: Cultura, MEDIA e MEDIA Mundus. Offrirà un maggiore sostegno alla produzione cinematografica e ai settori audiovisivo e della cultura. E’ articolato in due sotto-programmi, che continuano a chiamarsi Cultura e MEDIA. Si prevede che il programma potrà sostenere:  300 000 artisti, altri professionisti della cultura e le loro opere riceveranno finanziamenti per farsi conoscere all’estero;  più di 1 000 film europei con un sostegno alla distribuzione;  migliaia di organizzazioni culturali e di professionisti in Europa beneficeranno di opportunità di formazione per acquisire nuove competenze e operare a livello internazionale; intraprendere una raccolta fondi “dal basso” – e al contempo si pongono come “garanzia” per il pubblico dei donatori. DA RIASSUMERE 4) Di cosa si occupa una “film commission”?  Il cinema è ormai riconosciuto come un veicolo per la promozione dell’immagine dei territori e per fare conoscere i luoghi a potenziali visitatori; al contempo, si tratta anche di un settore economico, nel quale si sviluppano professionalità, occasioni di impresa e di lavoro. Inoltre, qualsiasi produzione cinematografica, quando sceglie un territorio come location, tenderà a spendere su quel territorio – quando arriva un set servono materiali, professionisti, catering, alberghi, etc… Proprio in considerazione di questi diversi aspetti delle produzioni cinematografiche e dei loro effetti positivi diretti e indiretti sui territori, molte città e molte regioni all’estero e in Italia si sono organizzate e hanno creato agenzie apposite, ovvero le Film Commission, per:  Attrarre produzioni cinematografiche, proponendo il territorio come “location” cinematografica, per cercare i benefici di immagine e di marketing turistico;  Attrarre produzioni cinematografiche, cercando di massimizzare la loro spesa sul territorio;  Sostenere e sviluppare i professionisti locali e le loro attività, con finanziamenti, formazione, aiuto all’organizzazione. Le Film Commission italiane sono organizzate in un’associazione nazionale, con 17 soci: l’Associazione Italian Film Commissions – e le singole agenzie – si propongono come punto di riferimento per le produzioni nazionali e internazionali. Le Film Commission italiane in generale assolvono la loro funzione con strutture molto snelle, una presenza sui social network e sugli organi di informazione e organizzando:  Attività di formazione e informazione, destinate agli operatori del settore e a chi vuole intraprendere una professione nel mondo del cinema;  Finanziamento o co-finanziamento di opere realizzate da artisti e produttori locali: solitamente le Film Commission sono dotate di alcuni fondi dedicati a sostenere le produzioni locali attraverso bandi e selezioni  Promozione delle location sul territorio presso produzioni internazionali o comunque esterne alla regione; questo solitamente avviene facendo conoscere il territorio e le sue potenzialità (si realizzano vere e proprie guide alle location); inoltre si mettono spesso a disposizione finanziamenti a fondo perduto e agevolazioni a favore di chi realizza produzioni sul territorio e può dimostrare di spendere sul territorio e utilizzare professionalità locali;  Sostegno alle produzioni locali per la distribuzione, la partecipazione ai festival, l’internazionalizzazione. LEZIONE 48: Cosa è la “World design capital”? DA INTERNET  Il World Design Capital (WDC) è un progetto di promozione della città del Consiglio Internazionale delle Società del Design industriale per riconoscere e premiare le realizzazioni realizzate da città in tutto il mondo nel campo del design. DA RIASSUNTI (LEZIONE 44) Il sito dell’iniziativa World Design Capital riporta, nella pagina principale: “Più di metà della popolazione mondiale vive in aree urbane: il design è diventato uno strumento sempre più importante per rendere le città più competitive, attraenti, vivibili e efficienti. La nomina a Capitale mondiale del design è un progetto di promozione urbana che celebra i successi delle città che hanno utilizzato il design come uno strumento per re-inventarsi e per migliorare la vita sociale, culturale ed economica”. L’iniziativa è promossa dalla ICSID International Council of Societies of Industrial Design, un’organizzazione non governativa internazionale che ha lo scopo di promuovere l’attività dei professionisti del design. La World Design Capital è nominata ogni due anni e si propone di:  Mostrare i traguardi raggiunti dalla città nominata a livello internazionale e promuovere il design come strumento di sviluppo;  Creare una rete internazionale di città, con la quale i partecipanti possano apprendere reciprocamente da iniziative, progetti di sviluppo, buone pratiche di uso del design per la crescita, l’innovazione, la qualità della vita, la socializzazione, la sicurezza;  Attivare processi di formazione e di educazione sul tema del design.
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