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Attori istituzionali del XV secolo in Italia e la Riforma luterana - Prof. Mita, Prove d'esame di Storia Moderna

Informazioni sui principali attori istituzionali che caratterizzavano la situazione politica italiana agli inizi del xv secolo, come il ducato di milano, la signoria fiorentina, il regno di napoli, lo stato della chiesa e la repubblica veneziana. Inoltre, il documento discute delle ragioni che impedirono agli stati italiani di sperimentare un periodo di rafforzamento paragonabile a quello vissuto dai grandi stati europei nel xv secolo. Inoltre, il documento discute dell'arrivo in europa dei metalli e delle conseguenze economiche che ebbe l'arrivo in europa dei metalli, come l'oro e l'argento portato dall'america, e come carlo v poté ottenere la dignità imperiale. Infine, il documento discute del progetto imperiale universalistico di carlo v e delle conseguenze economiche che ebbe l'arrivo in europa dei metalli.

Tipologia: Prove d'esame

2023/2024

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Scarica Attori istituzionali del XV secolo in Italia e la Riforma luterana - Prof. Mita e più Prove d'esame in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Quali avvenimenti hanno segnato il passaggio dalla storia moderna alla storia contemporanea secondo la periodizzazione dello storico Carlo Capra o degli storici Renata Ago e Vittorio Vidotto? Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 PANIERI VERIFICATI ECAMPUS MICHELE SORRENTINO 2024 1- Quali avvenimenti hanno contributo all'avvento dell’età moderna e a definire il concetto di modernità? Gli avvenimenti che hanno contribuito all’avvento dell’età moderna sono in mancanza di una data d’inizio convenzionalmente la caduta di Costantinopoli ad opera dei Turchi Ottomani, e la scoperta del nuovo Mondo. Nell’ambito intellettuale si vide l’instaurarsi di tendenze culturali manifestatesi nel corso del XIV secolo con l’Umanesimo. 2- E’ corretto vedere solo un momento di cesura fra la cosiddetta età medievale e l’età moderna? No, non è corretto vedere solo un momento di cesura fra la cosiddetta età medievale e l’età moderna, inquanto non furono solo svolte e rotture epocali, ma le due epoche sono comunque accomunate da una sostanziale ‘’continuità’’ che anima tutta la storia umana. 3- Si riassumano le interpretazioni date alla scoperta dell’America da Giovanni Botero e da Michael de Montaigne Giovanni Botero definì la scoperta dell’America come l’evento più importante dopo l’avvento del cristianesimo e paragonò le popolazioni pre - colombiane alla Roma antica. Michael de Montaigne sostenne che la scoperta delle popolazioni pre - colombiane obbligasse al superamento della tradizionale distinzione tra popolazioni barbare e civilizzate e che il concetto di civiltà non corrispondesse più con il cristianesimo. 4- Perché gli storici hanno convenzionalmente indicato l’inizio dell’età moderna nel passaggio tra il XV e il XVI secolo? Gli storici hanno convenzionalmente identificato l’inizio dell’età moderna nel passaggio tra il XV e il XVI secolo, perché in quegli anni ci furono una serie di avvenimenti, (l’invenzione della stampa a caratteri mobili, la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani, la scoperta dell’America, la riforma Luterana, l’avvento della teoria astronomica copernicana, la diffusione della polvere da sparo) che portarono gli uomini del tempo ad ampliare la propria visuale e li indussero a percepirsi come un ideale di comunità impegnata in un cammino di progresso, per quanto fossero comunque presenti separazioni etnico – religiose. 5- In sede storiografica che valore hanno termini come “Umanesimo” e “Rinascimento”? Il termine Umanesimo, nasce fra il 400 e il 500 in Europa, e in particolare in Italia, si definiva con questo termine quel fenomeno culturale incentrato sullo studio della cultura greco - romana. Il Rinascimento è la successiva fioritura dell’arte e della scienza, i protagonisti della cultura che noi chiamiamo rinascimentale, non usarono questo termine per definirsi ma lessero e giudicarono i mutamenti della loro epoca come una rinascita di valori culturali e artistici dell’antichità a lungo dimenticati. 6- Quale fu il primo libro stampato a caratteri mobili? quando e dove fu stampato? Il primo libro a caratteri mobili fu la Bibbia, stampata nel 1457 a Magonza da Gutenberg 7- Quali sentimenti emergono dalla lettera rivolta da Poggio Bracciolini all’amico Veronese? Nella lettera indirizzata all’amico umanista Guarino Veronese, Bracciolini rivela la straordinaria scoperta di codici contenenti opere classiche. La tanto disprezzata (dagli umanisti) età di mezzo aveva infatti conservato i testi degli antichi copiandoli, trasportandoli attraverso l’Europa, studiandoli, e dunque mantenendo in vita ciò che altrimenti sarebbe andato distrutto. Traspare, nelle parole di Bracciolini, oltre a un vero e profondo amore per gli scrittori classici, anche un gusto “antiquario”, caratteristico dell’epoca e che troverà sfogo nella ricerca assidua di testi e, in seguito, nella collezione di antichità. La lettera testimonia l’esistenza di una rete di lettori che ricerca volumi nuovi, si passa informazioni, testi, notizie di ritrovamenti, consigli. E non si deve pensare che ciò accadesse solo tra persone di alta condizione sociale perché esistevano reti di lettori anche presso quelle fasce sociali tradizionalmente ritenute disinteressate al mondo dei testi scritti 8- Quali furono i più importanti esponenti dell’Umanesimo italiano? I più importanti esponenti dell’Umanesimo italiano furono Francesco Petrarca, Coluccio Salutati, Emanuele Crisolora, Poggio Bracciolini. 9- Cosa si intende con il termine Umanesimo? Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 Alla sua morte, nel 1447, alcune famiglie chiesero aiuto di Francesco Sforza (1401-1466) che aveva sposato Bianca Maria Visconti, una figlia di Filippo Maria. Sconfitta Venezia, egli si autoproclamò duca di Milano nel 1450 26. Si risponda alla seguente domanda: quali erano i principali attori istituzionali (Stati) che caratterizzavano la situazione politica italiana agli inizi del XV Secolo Il Ducato di Milano, la signoria Fiorentina, il Regno di Napoli, lo Stato della Chiesa e la Repubblica Veneziana 27. Si chiariscano le ragioni della congiura de’Pazzi. Nel 1478 la famiglia dei Pazzi (banchieri rivali dei Medici appoggiati dal papa Sisto IV, che voleva estendere il potere pontificio sulla Repubblica fiorentina) organizzò un attentato che si svolse in Duomo e di cui fu vittima Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo. I Pazzi speravano di sobillare il popolo contro i Medici, ma questo non intervenne e la repressione medicea fu immediata. 28. Si chiariscano le ragioni della centralità dell’esercito e del fisco nella definizione degli Stati moderni. Nella definizione degli Stati moderni la centralità dell’esercito era dovuta al fatto che la formazione degli eserciti permanenti faceva si chela monarchia non avesse bisogno di dipendere né dai feudatari né da gruppi di mercenari, al contempo l’aumento delle spese militari dovuto all’impiego dell’artiglieria, portò ad una maggiore pressione fiscale, che rese necessaria una rete amministrativa fino ad allora mai usata. 29. Rispondere alla seguente domanda: Qual era la situazione della Francia prima e dopo la guerra dei Cent’anni? Il contrasto fra la monarchia inglese e quella francese era dovuto a molteplici fattori quali la presenza di feudi inglesi nei territori francesi, le interferenze del re di Francia nelle vicende scozzesi e la rivalità per il controllo delle fiandre. Il corso della guerra conobbe una prima fase favorevole agli inglesi che terminò con la disfatta francese nella battaglia di Poitiers nel 1356. Ne conseguì una drammatica crisi per la monarchia francese e la cruenta lotta per il potere tra opposte fazioni nobili. La rivincita della Francia fu guidata da Giovanna d’Arco che portò i francesi alla riscossa. Sotto il comando di Carlo VII l’esercito francese riconquistò tutti i possedimenti inglesi e nel 1453 la guerra terminò lasciando gli inglesi padroni unicamente dell’avamposto di Calais sulle coste nord occidentali. La monarchia francese si definì chiaramente con Carlo VII e proseguì con il figlio Luigi IX e si consolidò con Carlo VIII che inglobò nei possedimenti regali il ducato di Borgogna, quello di Bretagna e quello d’Angiò. 30. Si tracci uno schema che ricostruisca le varie fasi della discesa di Carlo VIII in Italia. Forte dei vantaggi territoriali, e ancor più economici, che potevano derivare dalla sua discesa in Italia, Carlo VIII proseguì, la politica espansionistica che aveva caratterizzato fin dall’inizio il suo regno. Una volta salito al trono, infatti, il re aveva approfittato della morte del duca di Borgogna, per impadronirsi di una parte dei suoi territori. La sua integrazione tra i domini della Corona era essenziale per assicurare il completamento territoriale della Francia iniziato con la Guerra dei Cent’anni, ma al progetto si opponeva Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero e marito di una figlia del duca di Borgogna. Massimiliano d’Asburgo era intenzionato a rivendicare l’eredita dinastica del suocero e dichiarò guerra al Regno di Francia. Le ostilità si conclusero nel 1493 con la Pace di Senlis. Lo scontro tra la Francia e l’Impero della Borgogna pose le premesse per la lotta tra Francesco I e Carlo V per la dignità imperiale. L’annessione della Borgogna completò l’assetto territoriale francese e consentì a Carlo VIII di intraprendere la discesa in Italia avendo alle spalle un Regno politicamente unito. La discesa in Italia iniziata da Carlo VIII nel settembre 1494 inaugurò una nuova stagione delle cosiddette “Guerre d’Italia”, una stagione destinata a durare fino alla Pace di Cateau- Cambresis del 1559. 31. Si descriva l’esperienza di governo di Gerolamo Savonarola a Firenze Il frate domenicano si mise a capo del potere proponendo il mito di “Firenze quale nuova Gerusalemme”. Furono ripristinati gli organi comunali prendendo a modello il regime oligarchico veneziano considerato il più capace di garantire la stabilità. Fu istituito il Consiglio Grande o dei Cinquecento affiancato dal Gonfaloniere della Repubblica. Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 32. Si tracci uno schema che sintetizzi le varie fasi della discesa di Luigi XII in Italia, gli avvenimenti legati alla formazione della Lega anti-veneziana di Cambrai e quelli legati alla formazione della Lega santa anti- francese. Luigi XII decise di riprendere la politica espansionistica del suo predecessore (Carlo VIII) rivendicando non solo il regno di Napoli, ma anche quello di Milano, in virtù della lontana parentela con i Visconti. Accordatosi con Venezia e con il papa Alessandro VI nel 1499 Luigi XII conquistò Milano, deciso a conquistare Napoli cercò un accordo per la spartizione del Regno di Napoli con Ferdinando d’Aragona che in un primo momento lo sostenne per poi dichiarargli guerra ed avere il regno per sé. Con la Pace di Lione la Francia fu costretta a limitare i suoi domini al Ducato di Milano mentre gli spagnoli si insediarono definitivamente nel mezzogiorno d’Italia assumendo anche il controllo della Sicilia. La situazione già incerta fu complicata dalla morte del papa Alessandro VI e dalla successiva caduta di Cesare Borgia. Venezia occupò la Romagna cercando di rafforzare i propri territori, per frenare l’espansione di Venezia, il papa Giulio II promosse la formazione della Lega anti-veneziana di Cambrai formata da Stato della chiesa, Sacro Romano Impero, Francia, Spagna e Ducato di Milano, questi stati sconfissero la Repubblica veneziana ad Agnadello nel 1509. Dopo la vittoria il papa usci dalla Lega preoccupato che un eccessivo indebolimento di Venezia avrebbe potuto portare nuove invasioni in Italia. Luigi XII cercò di convocare un concilio che deponesse il pontefice ma senza successo. Si giunse cosi alla formazione della Lega anti- francese (Stato della Chiesa, Repubblica di Venezia, Spagna, Inghilterra, la confederazione svizzera) 33. Si risponda alla seguente domanda: quale assetto geo-politico stabiliva la Pace di Noyon? Con la Pace di Noyon del 1516, alla Francia andò il Ducato di Milano, alla Spagna il Regno di Napoli. 34. Si risponda alla seguente domanda: da che cosa muove la riflessione politica di Machiavelli? Quali sono le sue opere maggiori? Il Macchiavelli volle studiare quella che concretamente era l’azione politica. Nella sua opera auspicò che un principe energico e astuto avrebbe anche potuto guidare il processo di unificazione nazionale a cui l’Italia era chiamata dalla propria storia e dalla propria cultura. Le sue opere maggiori sono: Il principe e Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio 35. Si risponda alla seguente domanda: quali furono le ragioni che impedirono agli Stati italiani di sperimentare un periodo di rafforzamento paragonabile a quello vissuto, nel passaggio tra il XV e il XVI secolo, dai grandi Stati europei? Il contesto italiano non rappresentava un grande mosaico unicamente sotto il profilo politico, ma anche dal punto di vista economico. A cavallo tra il XV e il XVI secolo, i vari Stati che componevano la penisola presentavano infatti condizioni economiche altamente differenziate. Per molto tempo, gli italiani non percepirono mai di essere parte di un’unica entità politica, riconoscendo piuttosto legami più ristretti (la città, la signoria) o più ampi (la Chiesa cattolica o il Sacro Romano Impero) rispetto a quelli nazionali. 36. Si risponda alla seguente domanda: quali furono i principali elementi attorno a cui si costituì, all'inizio della prima età moderna, la coscienza nazionale italiana? Gli intellettuali e i letterati del XIV secolo (soprattutto Dante e Petrarca) erano infatti consapevoli di appartenere a un popolo, l’italiano, che nonostante le sue divisioni politiche faceva riferimento a una medesima matrice linguistica (il latino, da cui si era evoluta la maggior parte dei volgari parlati dalle popolazioni degli Stati italiani), culturale e religiosa. Il segno più evidente dei barlumi di evoluzione politica che si possono individuare nel passaggio tra il XV e il XVI è rappresentato dalla ricomparsa del termine “Italia” nel linguaggio degli eruditi. 37. Si tracci uno schema che riassuma l’assetto economico della penisola italiana nel passaggio tra il XV e il XVI secolo. L’inflazione e l’immobilità dei salari generò un forte impoverimento della società in generale. A beneficiare furono mercanti e imprenditori che spostarono l’investimento dalle città alle campagne Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 38. Si risponda alla seguente domanda: quali dinamiche demografiche si evidenziarono nella società europea nel passaggio tra il Medioevo e la prima età moderna? Nel corso del cinquecento si verificò un enorme aumento della popolazione europea, particolarmente significativo nelle città. L’incremento demografico fece crescere la domanda alimentare a cui però non corrispondeva un adeguata offerta di prodotti e nell’insieme l’afflusso dei metalli preziosi determinò un grosso aumento dei prezzi. 39. Si risponda alla seguente domanda: quali conseguenze economiche ebbe l’arrivo in Europa dei metalli L’oro e l’argento portato dall’America permisero a Carlo V d’Asburgo, che ne impegnava i futuri arrivi, di contrarre sempre più debiti con i banchieri, portando la corona di Spagna quasi alla bancarotta. Poiché, inoltre, i coloni acquistavano merci prodotte in altri paesi europei, le ricchezze del Nuovo Mondo di fatto non permisero uno sviluppo economo della Spagna e del Portogallo, che continuarono a favorire soprattutto gli interessi agrari dei latifondisti e che, dunque, negli ultimi decenni del Cinquecento iniziarono il loro declino economico. In generale comunque, l’arrivo dei metalli preziosi ebbe un effetto negativo sull’economia di molti paesi europei. 40. Si tracci uno schema che riassuma le principali innovazioni in campo agricolo verificatesi in Europa nel passaggio tra il XV e il XVI secolo. Nel corso del Cinquecento il paesaggio agrario europeo fu interessato da notevoli trasformazioni, prima di tutto l’estensione delle superfici coltivate, ci fu la messa a coltura di nuove terre e in molti casi il recupero di quelle abbandonate. Le principali innovazioni in capo agricolo furono: la coltivazione intensiva dei cereali, si perfezionò il sistema medioevale della rotazione dei campi (da triennale divenne pluriennale), si migliorò la resa dei terreni agricoli con la concimazione, diminuirono i suoli incolti realizzando bonifiche, e si aggiunse il riso ai cereali tradizionali quai orzo farro e grano. Ci fu inoltre la realizzazione dei registri contabili 41. Si risponda alla seguente domanda: quali furono le dinamiche che portarono allo sviluppo della proto- industria e della finanza nell'Europa della prima età moderna? preziosi provenienti dal Nuovo mondo? Le dinamiche che portarono allo sviluppo della proto-industria furono sicuramente l’aumento della produzione del baco da seta e il conseguente sviluppo dell’industria tessile, seppure come produzione artigianale (la produzione artigianale registrò solo limitati progressi tecnici, ma dall'altro si affermarono forme complesse di organizzazione dell'attività produttiva che andavano al di là della singola bottega artigianale. Dato che la produzione avveniva per lo più a domicilio, riservata ai contadini nel periodo invernale, e al di fuori delle manifatture degli imprenditori. Un ulteriore tratto distintivo della protoindustrializzazione fu la fabbricazione di massa di prodotti artigianali.) 42. Si risponda alle seguenti domande: quali meccanismi regolavano l’elezione imperiale e quali e quante personalità erano coinvolte? I meccanismi che regolavano l’elezione imperiale erano sanciti dalla Bolla d’oro emanata dall’imperatore Carlo IV nel 1356, che attribuiva la dignità imperiale per mezzo di un’elezione svolta da sette grandi principi dell’impero. I così detti principi elettori che erano quattro laici (il re di Boemia, il Duca di Sassonia, il conte palatino del Reno, e il marchese del Brandeburgo Persia) e i tre ecclesiastici (i vescovi di Magonza, Colonia e Treviri) 43. Si risponda alla seguente domanda: con quali modalità Carlo V poté ottenere la dignità imperiale? Dato che la dignità imperiale non era automatica, in quanto non trasmissibile per eredità, ma stabilita da un’elezione svolta da sette grandi principi dell’impero, che erano: quattro governanti laici e tre ecclesiastici. Alla vittoria contribuì il denaro dei potenti bancari tedeschi favorevoli all’elezione di un principe che fosse disposto a garantire sia i loro interessi riguardanti le miniere d’argento sia i loro traffici con Anversa. E grazie ai cospicui finanziamenti, Carlo V comprò il voto dei sette grandi elettori tedeschi, e ad essere proclamato imperatore dell’umanità. 44. Si risponda alla seguente domanda: quali erano i principali caratteri del progetto imperiale universalistico di Carlo V? Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 sostenuta da studiosi protestanti o evangelici, per i quali Lutero agì per ripristinare il vero cristianesimo che i pontefici romani avevano snaturato. “Tesi marxista” per la quale le ragioni religiose dovevano essere ridimensionate a vantaggio di quelle economiche, sociali e politiche 58. Si risponda alla seguente domanda: perché è così complesso mettere a fuoco il significato storico della Riforma luterana? La Riforma luterana costituisce uno degli avvenimenti chiave del della prima età moderna, tanto sul piano confessionale quanto su quello politico – sociale, inoltre è uno dei fatti che contribuiscono a marcare la separazione tra Medioevo e ed età moderna. Essa si configura come l’ultima di una serie di movimenti religiosi votati al rigorismo e alla riforma della Chiesa. La Riforma luterana fu considerata come un attentato all’unitarietà della Repubblica cristiana, nella mente dei contemporanei tutta via era considerata come una Riforma che si poneva l’obiettivo di far cessare gli abusi all’interno della Chiesa cattolica. 59. Si definiscano sinteticamente questi abusi interni alla Chiesa cattolica: 1) nicolaismo, 2) simonia, 3) cumulo delle prebende e dei benefici, 4) mancato rispetto dell’obbligo di residenza, 5) malcostume dei religiosi, 6) vendita delle indulgenze. 1) Nicolaismo: mancato rispetto del voto di castità delle persone consacrate. 2) Simonia: la vendita e il traffico di cose spirituali. 3)cumulo delle perbene e dei benefici: prassi comune nel Medioevo dove un feudatario poteva stabilire legami con più signori contemporaneamente e consisteva nell’assunzione di più incarchi pastorali da parte di un unico presule, in modo da cumulare le rendite economiche ad essi collegate. 4) Mancato rispetto dell’obbligo di resistenza: un presule con più incarichi, tendeva a non risiedere stabilmente nei territori pastorali a lui assegnati con conseguente cattiva assistenza spirituale dei fedeli. 5) Malcostume dei religiosi: non esistendo seminari, la formazione dei presuli avveniva nelle scuole cattedrali, o ad opera di figure con esperienza come parroci e vescovi anziani. Tali procedure di formazione producevano un clero ignorante, che talvolta utilizzava la propria posizione per mascherare comportamenti inaccettabili o affari sordidi. 6) Vendita delle indulgenze: l’indulgenza e la cancellazione o la riduzione di pene che il cristiano è tenuto a scontare per i peccati commessi e poteva essere ottenuta con le preghiere, i pellegrinaggi, il digiuno e le veglie. Nel corso dei secoli la Chiesa aveva introdotto delle tariffe, in questo modo il peccatore poteva comprare il perdono di Dio senza fare penitenza. 60. - Si risponda alla seguente domanda: perché Lutero può essere considerato il figlio del clima spirituale e psicologico evidenziatosi all'inizio della prima età moderna? Tra il XV e il XVI secolo si declinò il cosiddetto “Evangelismo”, del quale anche la Riforma luterana può essere considerata una manifestazione. Partendo dalla giusta rivendicazione di un ritorno della Chiesa ai precetti evangelici, era infatti molto semplice giungere alla svalutazione dell’istituzione della Chiesa nella salvezza dell’uomo e al cosiddetto “paolinismo”. Dunque Lutero può essere considerato figlio del medesimo clima spirituale e psicologico, un clima che ancor prima dell’inizio della Riforma portò in Europa all’avvento di numerosi movimenti religiosi e personalità eretiche. 61. Si risponda alle seguenti domande: quale fu l’atteggiamento delle genti che vissero a cavallo tra il XV e il XVI secolo nei confronti del Rinascimento? Perché si può individuare in esso una “proiezione psichica”? Il contesto spirituale in cui si viveva tra il XV e il XVI secolo fu certamente turbolento e inquieto. All’entusiasmo generato dall’avvento di un’età quella umanistico/rinascimentale che sembrava essere maggiormente positiva rispetto a quella medievale si sostituì presto una forte inquietudine psicologica, che sovente affondava le proprie radici in una forte e radicata superstizione, fomentata anche dal comportamento indegno e in molti casi contraddittorio del clero. Al di là degli splendori del Rinascimento, non bisognare dimenticare che il passaggio tra il XV e il XVI secolo segnò l’apice della paura del demonio e della lotta alle streghe. La tentazione, la penitenza, il peccato e il demonio entrarono nell’immaginario collettivo dell’epoca, divenendo fonte di ispirazione primaria di artisti e letterati, fomentando il concetto di anti-Cristo, fine del mondo, avvalorando i sentimenti generali di paura e panico, in una sorta, appunto, di “proiezione psichica” globale Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 62. Si tracci uno schema che riassuma le nuove tendenze spirituali emerse nel passaggio tra l’età medievale e la prima età moderna Simultaneamente al disprezzo per l’esteriorità emergeva la tendenza ad instaurare forme di pietà intimistiche e personali, grazie alle quali il fedele poteva abbandonarsi totalmente alla divinità ottenendone la misericordia. Quest’ultima componente rimandava ad un’altra dinamica psicologica, ovvero la necessità di avvertire concretamente la presenza della divinità e la sua misericordia, un’esigenze che venne appagata attraverso la traduzione in volgare delle sacre scritture e la fondazione di numerosi movimenti religiosi. Tra il XV e il XVI secolo si declinò il cosiddetto “Evangelismo”, del quale anche la Riforma luterana può essere considerata una manifestazione. Partendo dalla giusta rivendicazione di un ritorno della Chiesa ai precetti evangelici, era infatti molto semplice giungere alla svalutazione dell’istituzione della Chiesa nella salvezza dell’uomo e al cosiddetto “paolinismo”. 63. Si risponda alla seguente domanda: quale atteggiamento manifestarono Filippo Melantone e Andrea Carlostadio nei confronti della Riforma? Melantone rimase affascinato dall’insegnamento e dalla predicazione di Lutero e decise di impegnarsi per ottenere un accordo tra la Chiesa romana e le nuove dottrine teologiche proclamate dal suo maestro. Andrea Carlostadio, anch’egli umanista, ma fautore di una trasformazione della dissidenza teologica in lotta aperta armata del popolo tedesco contro la grande nobiltà e l’alto clero che lo opprimevano. Mentre Lutero e Melantone si sforzavano di evidenziare la portata teologica e spirituale della nascente Riforma, Carlostadio la interpretava come una rivoluzione popolare e per questo fu progressivamente allontanato da Lutero 64. Si risponda alla seguente domanda: quali furono gli esiti della dieta di Augusta? La dieta di Augusta si svolse nell’ottobre 1518 e Lutero rifiutò l’accusa di eretico rivoltagli dal legato pontificio, il cardinale De Vio e si appellò al papa per essere protetto dai suoi calunniatori, ribadendo l’intenzione di voler rinnovare la Chiesa corrotta dal alcuni suoi ministri. Dopo la dieta Augusta Il cardinale De Vio cercò di ottenere la consegna di Lutero alle autorità ecclesiastiche, ma il duca Federico III si oppose e il legato pontificio ricevette da Roma l’ordine di non insistere. Si profilavano infatti complessi problemi dinastici relativi alla successione imperiale, nell’ambito dei quali sarebbe stato inopportuno sconvolgere il delicato equilibrio politico-religioso della Germania, arrestando una personalità che godeva già di grande prestigio. 65. Si tracci uno schema che riassuma gli avvenimenti relativi alla predicazione delle indulgenze che scatenarono la ribellione di Lutero. L’occasione che scatenò lo scontro sulle indulgenze da parte di Lutero fu che, le indulgenze è la cancellazione o la riduzione delle pene che il cristiano è tenuto a scontare per i peccati commessi e poteva ottenere con preghiere, pellegrinaggi, digiuno o le veglie. Nel corso dei secoli però la Chiesa aveva introdotto una tariffa per le penitenze, ed era giunta a promuovere la concessione delle indulgenze in cambio di denaro. In questo modo, il peccatore comprava il perdono senza fare penitenza 66. Si risponda alla seguente domanda: quali erano i contenuti delle opere pubblicate da Lutero nel 1520? Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca invitava i nobili tedeschi a guidare una lotta di riscossa del popolo germanico contro l’oscurantismo romano. La cattività babilonese della chiesa: criticava la dottrina cristiana sui sacramenti, mantenendo solo il Battesimo, l’Eucarestia e il Matrimonio. La libertà del cristiano esaltava la libertà interiore dell’uomo giustificato dalla fede. 67. Si risponda alla seguente domanda: quali furono gli esiti della dieta di Augusta? La dieta di Augusta si svolse nell’ottobre 1518 e Lutero rifiutò l’accusa di eretico rivoltagli dal legato pontificio, il cardinale De Vio e si appellò al papa per essere protetto dai suoi calunniatori, ribadendo l’intenzione di voler rinnovare la Chiesa corrotta dal alcuni suoi ministri. Dopo la dieta Augusta Il cardinale De Vio cercò di ottenere la consegna di Lutero alle autorità ecclesiastiche, ma il duca Federico III si oppose e il legato pontificio ricevette da Roma l’ordine di non insistere. Si profilavano infatti complessi problemi dinastici relativi alla successione imperiale, nell’ambito dei quali sarebbe stato inopportuno sconvolgere il Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 delicato equilibrio politico-religioso della Germania, arrestando una personalità che godeva già di grande prestigio. 68. Si risponda alla seguente domanda: su quali questioni teologiche verteva lo scontro tra Lutero e Johann Tetzel relativo alle indulgenze? Zwingli sviluppò un pensiero teologico autonomo che univa sincreticamente alcune concezioni di Erasmo ai capisaldi del pensiero di Lutero. Attraverso i suoi sermoni, Zwingli attaccò la corruzione morale dei mercanti di Zurigo e l’indolenza dei monaci, criticò la venerazione dei santi e la dottrina cattolica sull’inferno e proclamò la necessità di fondare la fede cristiana sulle Sacre Scritture. Si pronunciò contro la predicazione di alcune indulgenze 69. Si tracci uno schema che riassuma gli avvenimenti relativi alla predicazione delle indulgenze che scatenarono la ribellione di Lutero L’occasione che scatenò lo scontro sulle indulgenze da parte di Lutero fu che, le indulgenze è la cancellazione o la riduzione delle pene che il cristiano è tenuto a scontare per i peccati commessi e poteva ottenere con preghiere, pellegrinaggi, digiuno o le veglie. Nel corso dei secoli però la Chiesa aveva introdotto una tariffa per le penitenze, ed era giunta a promuovere la concessione delle indulgenze in cambio di denaro. In questo modo, il peccatore comprava il perdono senza fare penitenza 70. Si risponda alla seguente domanda: quale fu l’atteggiamento di Lutero nella seconda metà degli anni venti? L’atteggiamento di complessiva chiusura che caratterizzò la vita della Riforma nel periodo compreso tra il 1525 e il 1530 fu motivato sia dalla necessità di consolidare le nuove dottrine, sia dalla necessità di impedirne eventuali derive. Come già aveva dimostrato il sorgere del movimento anabattista, il pensiero luterano era suscettibile di evoluzioni radicali, che rischiavano di compromettere non solo i risultati conseguiti dalla Riforma, ma anche l’assetto sociale tedesco. Il periodo compreso tra il 1525 e il 1530 vide anche numerosi colloqui tra Lutero, le autorità imperiali ed emissari della curia romana, nel tentativo non tanto di risolvere la situazione di scisma che si era determinata, quanto di limitarne i danni. Nel 1526 si ebbe la dieta di Spira, con la quale l’imperatore Carlo V consentì ai principi del Sacro Romano Impero e alle città libere di abbracciare il luteranesimo. 71. Si tracci uno schema che riassuma i provvedimenti religiosi e politici adottati nella dieta di Spira. Nel 1526 si ebbe la prima dieta di Spira con la quale Carlo V acconsentì ai principi del Sacro Romano Impero e alle città libere di abbracciare il luteranesimo. Il cedimento di Carlo V consentì a numerosi territori imperiali di passare alla nuova fede aggravando la frammentazione politico-religiosa del Sacro Romano Impero. Nel 1529 si ebbe la seconda dieta di Spira, i principi dei territori a maggioranza luterana, e alcune città tedesche, protestarono contro una risoluzione proposta dall’imperatore con la quale si riaffermava in sostanza la condanna del luteranesimo già espressa nell’editto di Worms (1521, dove Lutero di fronte al rifiuto di ritirare le sue tesi, fu messo al bando ed accusato di lesa maestà umana e divina). Da questa protesta nacque il termine protestanti, che presto indicò tutti coloro lontani dalla chiesa di Roma. I territori protestanti avevano il diritto di conservare la propria fede come i territori cattolici, la dieta sancì un primo muto riconoscimento tra i cattolici e i luterani 72. Si risponda alla seguente domanda: che cosa stabilì l’Editto di Worms? Di fronte al dilagare della Riforma, l’imperatore Carlo V proclamò l’Editto di Worms, che condannava le dottrine luterane alla persecuzione in tutti i territori imperiali e dichiarava Lutero nemico pubblico. Fu il nunzio pontificio alla Dieta, Girolamo Aleandro, a contribuire in modo rilevante alla stesura e alla proposta di quelle che poi furono le decisioni e le condanne contenute nel conclusivo Editto di Worms dell'8 maggio, ma promulgato il 25 maggio, una volta che la Dieta stessa fosse dichiarata conclusa. Questo editto dichiarava Lutero un fuorilegge e vietava la lettura o il possesso dei suoi scritti. Permetteva a chiunque di uccidere Lutero senza subire conseguenze legali. Lutero fu costretto a darsi per un breve periodo alla macchia, ma con il tempo il crescente sostegno pubblico in suo favore tra le popolazioni tedesche costrinse lo stesso imperatore a ritrattare quella deliberazione e a non attuare mai l'editto fino alle sue estreme conseguenze previste Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 Il Concilio convocato nel 1545 affondava le sue radici nell’esigenza di un confronto su temi teologici, dottrinali, disciplinari e sociali avvertita sia dal mondo cristiano, sia dal mondo luterano. Nonostante ciò la Riforma aveva quasi concluso la sua vicenda senza che il Concilio fosse effettivamente convocato. Le grandi personalità del luteranesimo avevano chiesto al pontefice Adriano VI la convocazione del Concilio fin dal 1522, ma egli si era dimostrato indifferente nei confronti del loro appello. Il nuovo pontefice Clemente VII ne pospose l’apertura. Le circostanze politiche relative alle guerre tra il Sacro Romano Impero e la Francia non erano favorevoli. Si ebbero tentativi di aprire il Concilio tra il 1536 e il 1542, ma il re di Francia Francesco I si dimostrò contrario, temendo che il Concilio si risolvesse in uno strumento imperiale per acquisire un vantaggio di ordine politico. Nel 1536 papa Paolo III indisse finalmente un Concilio che avrebbe dovuto aprirsi nell’anno successivo e avere quale sede Mantova. L’idea tuttavia fallì, sia per alcune difficoltà da parte del duca di Mantova. Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta del Cinquecento si optò per Trento quale sede del futuro Concilio: Carlo V e il luterani si dichiararono favorevoli. La convocazione venne decisa per il 1542, ma prima di aprire il Concilio era necessario creare una situazione di tregua tra il Sacro Romano Impero e la Francia. Nel 1544 Carlo V e Francesco I si accordarono per una sospensione momentanea delle loro ostilità e, in novembre, la bolla papale Laetare Jerusalem decretò l’apertura del Concilio per il 15 marzo 1545. 82. Si risponda alla seguente domanda: quali furono i principali ambiti della Chiesa interessati dalla Riforma cattolica e dalla Controriforma? Il Concilio convocato nel 1545 affondava le sue radici nell’esigenza di un confronto su temi teologici, dottrinali, disciplinari e sociali avvertita sia dal mondo cristiano, sia dal mondo luterano. 83. Si tracci uno schema che riassuma le diverse prospettive storiografiche attuali sulla Riforma cattolica e sulla Controriforma. Secondo una prima lettura storiografica sostenuta da Sergio Zoli la chiesa era corrotta e caratterizzata da abusi, in essa non si manifestava alcuna spinta di rinnovamento e quando Lutero iniziò a criticarla, essa fu costretta ad un brusco risveglio dal tepore medievale. Il rinnovamento andrebbe quindi visto come una risposta alla rivoluzione Luterana. Altri studiosi come Garcia Villoslada hanno invece identificato dei cambiamenti nella Chiesa già nel passaggio tra il XV e XVI secolo, che fanno intravedere un cambiamento spontaneo e non influenzato da Lutero. Lo storico Hubert Jedin ha identificato nella vita della chiesa cattolica del XVI secolo due elementi, uno positivo ‘’Riforma cattolica: una tendenza spontanea contro gli abusi della chiesa che si manifesta fin dal basso Medioevo’’ e uno negativo ‘’Controriforma: la reazione al luteranesimo che procedette dai vertici e si sviluppò sotto la guida del pontificato’’. 84. Si risponda alla seguente domanda: che cosa intendono gli storici con le espressioni Riforma cattolica e Controriforma? Per riforma cattolica, o controriforma, si intende quell'insieme di misure di rinnovamento spirituale, teologico, liturgico con le quali la Chiesa cattolica riformò le proprie istituzioni dopo il Concilio di Trento. 85. Si risponda alle seguenti domanda: in quante fasi può essere “segmentato” lo svolgimento Concilio di Trento? Lo svolgimento del concilio di Trento può essere diviso in diverse fasi. Dal 1545 al 1547 si susseguirono tre decreti, quello sulla Sacra scrittura, quello sul canone del nuovo e antico testamento, e quello sull’autenticità della Vulgata. Nel 1547 dopo che la peste aveva colpito Trento il concilio fu trasferito a Bologna (fase bolognese) La fase bolognese del Concilio fu nel complesso passiva e nel 1549 il pontefice, in seguito alle proteste di Carlo V, sospese i lavori. Nello stesso anno Paolo III morì e gli succedette Giulio III, privo di grande zelo verso la riforma della Chiesa. Nonostante i suoi limiti, Giulio III ebbe il merito di riaprire il Concilio nel maggio 1551. La sede dell’assemblea venne di nuovo trasferita a Trento, ma i padri conciliari presenti erano talmente pochi che si decise di rinviare la riapertura del Concilio al mese di settembre. Dal settembre 1551 all’aprile 1552 vennero promulgati nuovi decreti disciplinari sull’autorità episcopale, sui costumi dei chierici e sulla collazione dei benefici ecclesiastici. Nell’ottobre 1551 giunsero a Trento anche dei delegati luterani, rappresentanti di tre principi e di sei città libere. Pio IV riaprì il Concilio nel gennaio 1562. La nuova fase del Concilio vide la promulgazione dei decreti sulla Comunione. Venne affrontate anche il Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 tema delicato della lingua da utilizzare durante le celebrazioni: si decise di mantenere il latino, ma si insistette sulla necessità di illustrare ai fedeli le Sacre Scritture e i riti dei sacramenti. 86. Si tracci uno schema che riassuma i principali decreti dogmatici e disciplinari emanati Concilio di Trento nelle sue varie fasi. Gli argomenti di discussione erano preparati da “congregazioni” composte da teologi e canonisti che producevano degli schemi e li trasmettevano alle “congregazioni generali” composte dai padri conciliari che avevano diritto di voto. Fin dall’inizio si decise di affrontare parallelamente sia la riforma disciplinare, sia la riforma dogmatica (ovvero quella concernente temi teologici e dottrinari); ad ogni decreto dogmatico doveva corrisponderne uno disciplinare, in modo da esaltare l’uguale importanza di entrambi i versanti nella vita della Chiesa. Tra il 1545 e il 1547 si susseguirono tre decreti: quello sulla Sacra Scrittura e la tradizione (secondo cui la rivelazione era contenuta sia nelle fonti scritte, sia nelle tradizioni di fede), quello sul canone dell’Antico e del Nuovo Testamento e quello sull’autenticità della Vulgata (che venne dichiarata autentica in senso dogmatico). 87. Si risponda alla seguente domanda: perché i luterani reagirono con disappunto all'apertura Concilio di Trento? Luterani reagirono con disappunto all’apertura del Concilio che pure essi stessi avevano richiesto. Lutero pubblicò un opuscolo contro il pontificato e l’istituzione del Concilio e per alcune settimane si temette un’insurrezione armata dei luterani orientata allo scioglimento dell’assemblea. Poi, gradualmente, gli animi si placarono e anche i luterani si persuasero che il Concilio potesse rappresentare l’occasione per procedere ad una riforma complessiva della Chiesa. 88.Si risponda alla seguente domanda: quale fu il giudizio sulla Controriforma di Giordano Bruno e di Tommaso Campanella? Giordano Bruno e Tommaso Campanella che denunciarono senza sosta l’oscurantismo e il clima soffocante della Controriforma, invocando una libertà di pensiero che si concretizzò solo con l’Illuminismo. 89. Si risponda alla seguente domanda: quali furono le principali ragioni della mancata riconciliazione fra cattolici e luterani? Le principali ragioni della mancata riconciliazione fra cattolici e luterani fu che uno dei temi più delicati tra quelli affrontati nell’ultima parte del Concilio di Trento fu la questione della residenza degli ecclesiastici, il pontefice comprese che l’unico mezzo per affermare il principio della residenza fosse collegarlo a un comando divino. Data la complessità del tema, il papa proibì le discussioni su di esso e la discussione si spostò allora sulla natura del potere vescovile. L’assemblea ribadì la funzione essenziale del sacerdozio ministeriale e riaffermò l’esistenza nella Chiesa di una pluralità di gradi dovuta a una diversa “spiritualis potestas”. In base a questo criterio i sacerdoti e gli altri ministri di culto vennero dichiarati distinti dai laici e non confondibili fra loro, negando così uno dei concetti chiave del luteranesimo, quello del sacerdozio universale dei fedeli. I padri luterani compresero che non avrebbero potuto scendere a compromessi senza snaturare la fede. 90.Si risponda alla seguente domanda: quali provvedimenti includeva il progetto di riforma complessiva della Chiesa cattolica elaborato dai cardinali Morone e Paleotti? I provvedimenti che includeva il progetto di riforma complessiva della Chiesa cattolica elaborato dai cardinali Morone e Paleotti erano: la celebrazione annuale di sinodi diocesani e quella triennale di sinodi provinciali, l’obbligo per i vescovi di effettuare la visita pastorale almeno ogni due anni, la riforma dei capitoli, il conferimento delle parrocchie mediante concorsi e il divieto del cumulo dei benefici, ribadito per ogni livello della gerarchia ecclesiastica. Il progetto non contemplava la delicata questione della riforma della curia romana, che il papa si era riservato 91.Si risponda alla seguente domanda: quali trend si possono evidenziare nell'applicazione delle disposizioni conciliari dopo la conclusione del Concilio di Trento? Le decisioni del Concilio di Trento imponevano alla Chiesa un percorso di riforma arduo e radicale. Dalla fine del XVI secolo, però, lo slancio iniziale si esaurì e l’applicazione dei decreti divenne meno frequente: i sinodi previsti non furono quasi mai celebrati, si tollerò il cumulo dei benefici, gli abusi dei monasteri non furono Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466 rettificati e le diocesi eressero i propri seminari molto tardi. Sul versante del controllo e della repressione dell’eresia furono compiuti invece significativi passi in avanti. Nonostante il sostanziale successo del Concilio, e quindi della Controriforma, si levarono comunque voci di dissenso. 92.Si risponda alla seguente domanda: quali furono le scelte della Confederazione elvetica dopo la morte di Zwingli? Dopo la morte di Zwingli la dieta della Vecchia Confederazione elvetica decise di consentire il culto cristiano secondo le riforme di Zwingli unicamente a Zurigo e nella città libera di Ginevra. 93. Si risponda alla seguente domanda: quali rapporti si evidenziarono tra il pensiero teologico di Zwingli e quello di Lutero? Tra il 1519 e il 1521 Zwingli sviluppò un pensiero teologico autonomo che univa alcune concezioni di Erasmo ai capisaldi del pensiero di Lutero. Attraverso i suoi sermoni, Zwingli attaccò la corruzione morale dei l’indolenza dei mercanti di Zurigo e dei monaci, criticò la venerazione dei santi e la dottrina cattolica sull’inferno e proclamò la necessità di fondare la fede cristiana sulle Sacre Scritture. Sempre nel gennaio del 1519 si pronunciò contro la predicazione di alcune indulgenze nella diocesi di Costanza ricorrendo ai medesimi argomenti di Lutero 94. Si risponda alla seguente domanda: quali erano i caratteri salienti della nuova celebrazione eucaristica introdotta da Zwingli nel 1525? Nel 1525 Zwingli introdusse una cerimonia eucaristica comunitaria che avrebbe dovuto svolgersi solo quattro volte all’anno ed essere organizzata come una rievocazione dell’Ultima Cena. Il clero venne abolito e sostituito con una nuova classe di pastori laici senza l’obbligo del celibato, formati alla nuova teologia elaborata da Zwingli. 95. Si tracci uno schema che ricostruisca le vicende del calvinismo francese nella prima età moderna. Con l’avvio della cosiddetta Guerra dei Tre Enrichi, spinse la monarchia ad ampie concessioni nei confronti degli ugonotti con l’Editto di Amboise, con l’Editto di Saint Germain e infine con l’Editto di Nantes. Nel passaggio tra XVI e XVII secolo quasi un francese su dieci si professava ugonotto. Durante il regno di Luigi XIII, invece, il primo ministro cardinale Richelieu perseguitò gli ugonotti. l’Editto di Fontainebleau, emanato da Luigi XIV, abrogò la libertà di culto sancita dall’Editto di Nantes. Si ebbe così una massiccia emigrazione di ugonotti verso altri Paesi europei, comunità calviniste si formarono infatti in Belgio, Inghilterra, Germania e Olanda. 96. Si risponda alle seguenti domande: quali rapporti legavano Giovanni Calvino all'evangelismo francese e quale influenza ebbero nella sua decisione di convertirsi al luteranesimo? L’amicizia con il canonico Louis du Tillet, discepolo di Jacques Lefèvre d’Étaples, la principale figura dell’evangelismo francese influenzò la conversione di Calvino al luteranesimo. 97. Si tracci uno schema che riassuma i contenuti della dottrina teologica delineata da Calvino nella “Institutio christianae religionis”. Nell’ Institutio christianae religionis esponeva un pensiero teologico originale fondato su di una concezione intimistica delle fede, sull’idea dell’illuminazione del credente per opera divina, su di una interpretazione non ortodossa della Trinità, sulla fede assoluta nel Nuovo Testamento e sulla predestinazione, oltre che sull’idea dell’inutilità della Chiesa-istituzione, sostituita da una Chiesa invisibile. 98 Si risponda alla seguente domanda: perché la vicenda di Michele Serveto permette di definire l’atteggiamento di Calvino come intransigente? Nel 1553 Michele Serveto si era rifugiato a Ginevra per sfuggire dall’Inquisizione spagnola che lo perseguitava per le sue dottrine anti-trinitarie: Calvino lo accolse, ma lo denunciò al Concistoro che decretò la sua condanna al rogo 100. Chiarire il significato dei diversi comportamenti tenuti a tavola in età moderna Per tutte le società, il valore indennitario dei cibi che si consumano è fondamentale, come anche il modo in cui i cibi sono consumati: in piedi, seduti o sdraiati, e con quali gesti: su mobili di legno o su tappeti, con le mani o con le posate, in silenzio o producendo rumori, con o senza le donne, con o senza i bambini. Senza Downloaded by Luca Rebuzzi (lucarebuzzi5@gmail.com) lOMoARcPSD|12936466
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