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La Filosofia di Eraclito: Brevissimo Saggio sulla Critica delle Edizioni, Appunti di Filosofia

Filosofia anticaFilosofia del sacrificioFilosofia grecaFilosofia della religione

Una introduzione alla filosofia di Eraclito, noto come uno dei padri della filosofia occidentale. della connessione tra filosofia e sfera sacrale, mitica e magica, con particolare riferimento al sacrificio. Vengono analizzate le testimonianze di Diogene Laerzio e Sesto Empirico, che suggeriscono una connessione tra la scrittura filosofica di Eraclito e il sacrificio. Inoltre, viene discusso il significato del frammento 'Immortali mortali, mortali immortali' e la possibile interpretazione di Vittorio Macchioro, che rimanda all'orfismo.

Cosa imparerai

  • Come Eraclito è connesso con la filosofia occidentale?
  • Qual è la relazione tra il sacrificio e la scrittura filosofica di Eraclito?
  • Quali sono le principali idee esposte nella grande edizione di Mouraviev di Eraclito?

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 27/11/2018

chiara_roncali
chiara_roncali 🇮🇹

4.3

(14)

24 documenti

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Scarica La Filosofia di Eraclito: Brevissimo Saggio sulla Critica delle Edizioni e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! INTRODUZIONE IL POLEMOS ERACLITEO TRA FILOLOGIA E FILOSOFIA Molti luoghi comuni, su Eraclito. Che sia un autore oscuro. Che lo sia perché di lui non sappiamo quasi nulla... Quanto quest’ultimo sia appunto un luogo comune da smentire lo dimostra la recente e imponente edizione del Mouraviev. D’altra parte, a lamentare l’oscurità di E. erano già i suoi lettori antichi, che leggevano la sua opera integra; e se il parallelo con l’opera platonica e le sue supreme ambiguità è legittimo, si può credere che se potessimo leggere l’opera intera anche noi, le difficoltà aumenterebbero piuttosto che diminuire. Perché E. ama esprimersi per enigmi (sui quali, meglio di Colli, bene Huizinga – leggi Òisinga –) e ci pone difficoltà non diverse da quelle poste dagli oracoli della Sibilla delfica. E. ha sofferto anche della lunga battaglia che intorno a lui hanno combattuto, contrapponendosi fra loro, filosofi e filologi. Il presente volume vorrebbe promuovere un accordo fra i due schieramenti, che si oppongono fin dal tardo rinascimento in un duello culminato in Nietzsche, filologo rinnegato e coscientemente ribelle (Wilamowitz lo condannò rovinandogli la carriera accademica, Rohde lo difese solo tiepidamente), di un tipo assai raro (suo unico seguace, forse, Giorgio Colli). Per un superamento della contrapposizione si era espresso Heidegger nel seminario 1966-67, ma lui stesso non seppe sottrarsi all’influenza paralizzante dell’edizione Diels-Kranz, quintessenza dell’atteggiamento filologico. Oggi, la situazione è se possibile peggiore: non soltanto la conciliazione non c’è stata, ma i due schieramenti mancano addirittura di un lessico e di un orizzonte concettuale comune. C’è da augurarsi che qualcosa si muova grazie alla grande edizione di Mouraviev (debitore a sua volta del capillare lavoro svolto da Marcovich) che si è proposto tre principi guida nell’uso delle fonti dossografiche (cioè di quelle rassegne di opinioni di filosofi in cui E. viene spesso citato da autori tardi, dei quali non sempre è sicura l’attendibilità) e nella valutazione dell’autenticità del testo: 1, di precauzione (si consideri autentico tutto ciò che non può essere dimostrato falso), 2, di innocenza (si consideri attendibile quanto è filtrato da contesti diversi, aristotelici, stoici, cristiani, se non si può dimostrare in essi un’esplicita intenzione di falsificazione) 3, di non identità (si accolgano nell’edizione tutti quei testi simili che abitualmente vengono sacrificati a vantaggio di un unico esemplare per tipo). Su questa base Mouraviev ha fondato l’ambizioso progetto di ipotizzare struttura e sviluppo dell’opera di E., in un’impresa della quale il presente volume offre l’anteprima in traduzione italiana. Ad accompagnamento del lavoro di Mouraviev, alcune considerazioni dell’autore. Principio della densità semantico-storica: correggendo Heidegger, bisogna affermare che ci è lecito interpretare E. partendo dai posteri, infatti ricorrere a categorie e concetti posteriori, come ad es. ‘filosofia’ o ‘metafisica’, offre enormi vantaggi. Principio della contestualità religiosa: è impossibile comprendere il pensiero greco arcaico ignorando la componente religioso-sacrale che permeava la società ellenica e senza impegnarsi nel tentativo di comprenderne il funzionamento, l’operatività di tipo magico (buone guide, De Martino e Culianu). La filosofia greca rimane immersa in un simile contesto anche ben oltre l’arcaismo: imprese filosoficamente ambiziose, come le prove platoniche dell’immortalità dell’anima o quella aristotelica dell’esistenza del Motore immobile, non sono astratti processi argomentativi ma si propongono piuttosto come veicoli logico-sacramentali. E questo vale ovviamente anche per E. (si noti: per parlare di E., ricorriamo all’esempio di Platone e Aristotele, infatti è da correggere la distorsione nietzschiana e heideggeriana che eccessivamente contrappone Grecia arcaica e Grecia classica) BREVE SAGGIO DI STORIA CRITICA DELLE EDIZIONI ERACLITEE Il lavoro di Mouraviev, che fa da base a questo libro, provoca inevitabili resistenze in tutti coloro che sono abituati all’edizione Diels-Kranz, che per eliminare ogni rischio di arbitrio propose i frammenti di Eraclito in ordine alfabetico. Il tentativo di capire quale fosse l’organizzazione interna del libro, grande scommessa della filologia eraclitea ottocentesca, poteva basarsi su risorse interne (l’intuibile sviluppo del pensiero del filosofo) ed esterne (indicazione delle fonti: ad es. Diogene Laerzio, autore delle Vite dei filosofi, preziosa fonte di informazioni, dai presocratici fino alla filosofia ellenistica). Schematicamente, si ebbero due tendenze: una più ambiziosa, che mirava a ricostituire il testo colmando le lacune e integrando quindi i frammenti in un’esposizione organica, e una che si limitava invece a suddividere i frammenti per argomento, classificandoli quindi in base al contenuto. Una soluzione intermedia è quella di Ingram Bywater (Heracliti Ephesii Reliquiae, 1877), che attinge a Diogene Laerzio nel tentativo di ricomposizione testuale, ma sovrappone a questo schema una successione di tipo tematico. Il compito era in ogni caso immane, e la difficoltà sfociò in sempre più diffusi dubbi sulla consistenza stessa del libro di E.: l’approdo ultimo di questo atteggiamento di scetticismo è appunto l’edizione di Diels (1904), confluita poi negli autorevolissimi Frammenti dei presocratici di Diels e Kranz (1922 e successive edizioni): qui, né testo organico, né suddivisione tematica; solo un’asettica successione secondo l’ordine alfabetico della fonte (Ario, Ateneo, Clemente Alessandrino, Diogene Laerzio, Giamblico, Platone, Plutarco, Porfirio, Proclo, Seneca...). Va sottolineato che in questa soluzione l’ordine alfabetico non discende solo da ragioni di cautela (evitare arbitrii interpretativi) ma sottintende una svalutazione dell’organicità letteraria di E. e assimila la sua opera a una raccolta di aforismi (come i detti oracolari attribuiti ai sette sapienti), un giudizio che con circolo vizioso finisce inesorabilmente per disorientare il lettore, il quale soffre fra l’altro anche di un eccessivo distacco fra frammenti e parte dossografica, con effetto di reciproco impoverimento. Un vero e proprio ‘effetto Diels-Kranz’ ha bloccato ogni lavoro filologico facendo ricadere un peso eccessivo sulle spalle degli interpreti filosofici. Ragionevole, dunque, la reazione di Marcovich, che ridispone i frammenti per temi e restituisce ai testi almeno una parte del metatesto dossografico, ma non risolve le difficoltà, ricadendo in sostanza nei difetti di arbitrarietà dai quali si era partiti per approdare alla soluzione Diels-Kranz. Siamo ora al tentativo di Mouraviev. La traduzione che se ne offre in questo volume si basa fra l’altro sull’ipotesi che la metrica di E. non si basasse sulla quantità vocalica ma avesse carattere accentativo, come quella italiana: da qui, interessanti opportunità di resa. IMMORTALI/MORTALI IL SACRIFICIO IN ERACLITO Se E. è fra i padri della nostra filosofia, per accostarci a lui occorre una buona precomprensione di che cosa sia la filosofia occidentale. Qui si insiste sulla connessione fra filosofia e sfera sacrale, mitica e magica (vd. introduzione: principio della contestualità religiosa), una connessione che ha il suo centro nella rilevanza che nella religione antica svolgeva il sacrificio. i. Sacrificio e scrittura Diogene Laerzio racconta che E. dedicò il rotolo del suo libro come offerta nel grande tempio di Artemide a Efeso, la sua città. L’episodio, spesso razionalisticamente minimizzato (l’incendio del tempio, nel sec. IV, spiegherebbe la perdita del libro e la sopravvivenza di una povera
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