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ritratto di Catone - Bellum civile Lucano, Appunti di Latino

descrizione e analisi del ritratto di Catone che Lucano fa nel Bellum Civile

Tipologia: Appunti

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Caricato il 19/03/2022

ludovica.maria
ludovica.maria 🇮🇹

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Scarica ritratto di Catone - Bellum civile Lucano e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! Pagina 212 Il ritratto di Catone “Questi costumi e l’immota disciplina dell’austero Catone, serbare la misura, tenersi nei limiti, seguire la natura, sacrificare la vita alla patria, non credersi nato per sé ma per gli uomini. Un banchetto, per lui, aver vinto la fame; sontuosi Penati, un tetto che lo riparasse dalla tempesta; una veste preziosa, la ruvida toga gettata sulle spalle al modo antico Quirite; fine supremo dei rapporti di Venere, la prole; padre e marito di Roma, cultore della giustizia, custode della rigorosa onestà, virtuoso nel comune interesse; mai, in nessun atto di Catone, s’insinuò ed ebbe qualche parte un piacere egoista.” Nel secondo libro Lucano gli dedica un ritratto che lo presenta come l’incarnazione dei valori sia dello stoicismo che del mos maiorum. Coerentemente con la filosofia stoica, Catone, dopo la vittoria di Cesare a Tapso nel 46 a.C., preferisce darsi la morte piuttosto che vivere sotto un regime politico da lui giudicato incompatibile con l’esercizio della virtù. Dopo la battaglia Farsàlo in cui Pompeo viene sconfitto definitivamente da Cesare, sorgono due grandi centri di resistenza pompeiana a Cesare: uno in Nord Africa e uno in Spagna. A guidare la resistenza pompeiana in Spagna è proprio Catone. Cesare sconfigge definitivamente i pompeiani in Nord Africa a Tapso nel 46 a.C. dopo questa sconfitta, prima di cadere nelle mani del nemico, Catone preferisce darsi la morte coerentemente con la dottrina stoica. Malgrado impersoni il saggio stoico, Catone mette in dubbio che la storia risponda a un disegno provvidenziale. Egli riconosce che l’iniquità del fato e l’indifferenza degli dèi stanno portando Roma alla rovina. Con la sua virtù stoica egli cerca di contrastare i delitti voluti dal fato e dagli dèi, da quella che Emanuele Narducci chiama la <provvidenza crudele>. Il suo tentativo non sarà premiato dal successo ma questo non ne intacca affatto il valore Catone è uno stoico ma il Catone descritto da Lucano mette in discussione il valore della provvidenza divina. Questo accade perché Catone è il portavoce di Lucano, ne esprime il punto di vista. <victrix causa deis placuit, sed victa Catoni> ovvero la causa dei vincitori piacque agli dei, ma quella dei vinti piacque a Catone. Lo stile di Lucano è ispirato alla retorica della prima età imperiale con cui condivide il gusto per un linguaggio ricercato e sorprendente. Il bellum civile è ricco di sententie in cui non è difficile riconoscere l’influenza esercitata su Lucano dallo zio Seneca. La materia narrata condiziona lo stile di Lucano. Egli usa spesso l’enjambement, perché la misura del verso tradizionale non basta a denunciare l’enormità dei crimini commessi durante la guerra civile, e l’antitesi, perché questa figura retorica rende con efficacia l’assurda contraddittorietà di una guerra combattuta fra concittadini. Per tenere viva l’attenzione dei lettori e per suscitare in loro pathos, Lucano non esita a soffermarsi sui particolari più macabri e cruenti della narrazione con un gusto dell’orrido che ricorda da vicino quello delle tragedie di Seneca.
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