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Ritrovare la strada - riassunto word, Dispense di Pedagogia

E' un riassunto discorsivo completo che sintetizza il libro di Farina. Definizione di Strada, gruppo dei pari, bassa soglia, youth work, animazione socio-educativa, macro competenze dell'educatore, setting, rete sociale, patrimonio culturale e ambientale, metodologia operativa dell'educatore di strada Sono descritte le diverse esperienze di lavoro di strada fatte in italia

Tipologia: Dispense

2020/2021
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Caricato il 15/01/2022

Martina.712
Martina.712 🇮🇹

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Scarica Ritrovare la strada - riassunto word e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Ritrovare la strada: Capitolo | La strada: Luogo lungo il quale ci spostiamo o nel quale trascorriamo parte del nostro tempo, per molteplici ragioni legate ad abitudini e necessità quotidiane. Le strade non sono solo vie di comunicazione o di transito ma anche luoghi in cui si incrociano storie e destini . Ci si incontra, ci si scontra, ci si ritrova e Si sperimenta il senso di appartenenza a un territorio o a una comunità. Strada come luogo, spazio e tempo: La strada è un contesto simbolicamente e fisicamente poco protetto, destrutturato, distante dalle regole formali. La strada si configura come uno dei background che meglio accoglie lo slancio dell’età adolescenziale, come ambiente da esplorare, spazio in cui rifugiarsi, perdersi, annoiarsi. Strada come tempo in cui vivere relazioni diverse da quelle che offrono la famiglia e la scuola. Adolescenza e gruppo dei pari: La frequentazione del gruppo informale, del gruppo dei pari della compagnia dei diversi luoghi d'incontro rappresentano dei momenti fortemente desiderati, attesi dall’adolescente, durante i quali egli rivendica il suo diritto inalienabile dell'esercizio dell'autonomia, la sua attenzione verso l'indipendenza e il suo bisogno di libertà. E” un tempo quello della vita di gruppo, sentito come proprio, gestibile liberamente, seguendo criteri personali e al di fuori dei doveri e dei compiti assegnati. Amicizia e dinamiche relazionali: La relazione amicale mette l’adolescente nelle condizioni di riflettere su ciò che è altro-da-sé e non ancora conosciuto. La dinamica relazionale è conseguenza di una continua opera di costruzione nel rapporto tra dimensione individuale e collettiva “Il gruppo dei pari è la prima e più piccola formazione sociale volontaria che offra l’opportunità di confidarsi, sfogarsi e confrontarsi con qualcuno nei momenti di bisogno e di crisi”” La strada come setting di ricerca pedagogica: Permette di Superare la logica dei “contenitori educativi’” come unici luoghi competenti nell’educazione dei minori, di favorire Interventi educativi con aggregazioni informali di adolescenti. Di fare un’ Analisi degli indicatori di rischio e di disagio e di accompagnare verso percorsi evolutivi. Il target dell’educazione di strada sono gli adolescenti aggregati in gruppi informali, le caratteristiche di questi gruppi sono: -Coesione -Intensità relazionale e comunicativa -Condivisione di spazi e tempi fuori da schemi prestabiliti -Soddisfacimento di bisogni psicologici: identificazione, attaccamento, sicurezza, potere. Nelle aggregazioni il confronto è alla base di un processo educativo attraverso il quale l’adolscente riesce a riconoscere i propri limiti e soddifare i propri bisogmi psicologici. All’interno del gruppo le Dinamiche di interazione sono rappresentate da momenti di negoziazione del proprio spazio di autonomia ,dalla Rinuncia al proprio narcisismo, dall’ Assunzione di responsabilità, Sperimentazione di nuove norme e valori e Autoaffermazione. Il gruppo svolge una Funzione di sostegno: al suo interno l’adolscente può essere chi vuole Permette inoltre una Ridefinizione autonoma di un proprio sistema di valori $ Confrontarsi stando assieme in modo tale da Riconoscere i propri stati d’animo in quelli degli altri e Condividere idee e punti di vista Il gruppo è un’aggregazione di parti sociali che interagiscono: L'interazione, e non la singola azione, assume un profondo valore pedagogico: “L'incontro tra forme diverse di cultura genera un ‘fatto educante’ dal quale emergono vissuti personali”. Tra pari ci si sceglie attraverso la Tendenza all’omogeneità quindi i membri sono accomunati da una Provenienza sociale, dal Linguaggio e modalità di interazione, gli Stili di comportamento e delle rappresentazioni sociali. Gli adolscenti nella ricerca del proprio gruppo scelgono gli amici in base a somiglianze. Da parte dell’Educatore di strada: è fondamentale l'approccio che includa l’adozione di una Sospensione del giudizio, nonche la sostanziale accettazione delle caratteristiche del contesto socioculturale e delle scelte di vita degli adolescenti e inoltre la Capacità di privarsi intenzionalmente di un ruolo educativo rigido che risculta essere uno dei pilastri su cui poggia la metodologia operativa del lavoro di strada. La funzione educativa avviene quindi in itinere. “Ogni azione educativa è sensibile alla libertà personale del soggetto, orientata all’allargamento di punti di vista e orizzonti, alla ricerca di valori non stereotipati, ma costruiti e ripensati, volta per volta, durante l’incontro con l’altro” Macro-competenze relazionali del professionista: 1) Active listening; ascolto attivo, accogliente e privo di schemi interpretativi. “La narrazione di sé da parte dell’adolescente favorisce la presa di coscienza e l’emersione della propria ricerca interiore, offrendo ad essa parole e significati che la definiscano” 2. Gratuità: l’intervento educativo non prefigge, a tutti i costi, il raggiungimento di uno scopo. Il portato pedagogico risiede nell’atto di accompagnare il soggetto durante il percorso: è un atto d’amore disinteressato, riscoprire il senso profondo di camminare insieme. 3. Prospettiva personalistica: estrinsecare il valore e la dignità del soggetto, nella sua unicità e imiducibilità. L’intervento educativo è interpretato come un processo di costruzione della personalità orientato eticamente, dove la relazione che intercorre tra educatore e educando costituisce un rapporto interpersonale impegnativo, orientato all’attivazione delle energie autonome della persona umana. 2.1.La strada come spazio antropologico della relazione: Le caratteristiche fisico/morfologiche e simboliche configurano la Strada come spazio di opportunità per l'esercizio della cittadinanza. Come luogo della discussione, della negoziazione, dell’attribuzione di senso a beni personali e collettivi, attraverso due concetti chiave: 1. Bassa soglia: Facciamo riferimento a interventi rivolti a giovani e adulti con problemi di dipendenza, disagio psichico, esclusione sociale un target diverso ce ci permette id avere una visione più ampia delle dinamiche che vavvengono in un contesto destruttturato. Per strada infatti 1’ intensità dell’avvicinamento, della contiguità e della relazione non è mai stabile ma in costante oscillazione tra due poli: Polo della razionalità: dell’osservazione lucida e dell’analisi neutra, Polo dell’empatia: dell’incontro, dell’accoglienza e della cura. L’Abbassamento della soglia: è rappresentato da “Uscita dalle strutture, per condividere i non luoghi, gli spazi liminali, i portici, le pensiline della stazione, i giardini e gli anfratti di chi non usa questi spazi ma li abita quotidianamente’? Un processo che si configura come simbolico e relazionale. Spesso la soglia che ci separa dall’altra deriva dalla nostra personale rappresentazione della realtà, i gesti e gli atteggiamenti con cui andiamo verso l’altro possono favorire o ostacolare l’incontro e la relazione. Un intervento “a bassa soglia con gradino”’ si verifica quando l’educatore ha difficoltà nell’avvicinare chi non riconosce un bisogno o chi non vede nella presenza dell’altro una possibile risposta quanto, piuttosto, una minaccia. La specificità e i vantaggi del lavoro educativo di strada con gli adolescenti risiedono nella possibilità di Costruire e gestire spazi di interazione: L’intervento educativo non ha uno scopo terapeutico ma È libero da logiche di reciprocità tra prestazioni, rendendo così la relazione il pemo attorno al quale ruota è la qualità della relazione. Indicatori di generatività dell’intervento per misurare la qualità della relazione : = Mantenimento dei legami nel tempo -Condivisione degli obiettivi e dei metodi con enti locali, associazioni e enti del terzo settore -Nascita di servizi integrati nella comunità locale, collocati nel punto fisico più vicino all’insorgere dei bisogni. In questo senso gli interventi in strada devono essere caratterizati da estrema concretezz, in ugnto gli operatori si calano in situazioni reali nei quali il bisogno è quello di rigenerare legami sociali nella comunità > sfida complessa a causa dei molteplici soggetti coinvolti. Gli operatori devono essere in grado di far convergere nelle loro operatività quotidiane i deu concetti di bassa soglia e alta professionalità: Cioè un incremento di capacità di destrutturare il repertorio di cognizioni e competenze che accompagnano la progettazione degli interventi, di aggregazione informale indagata finora.Il gruppo adolescenziale, di fatto, risulta essere (almeno cronologicamente) la prima manifestazione di quella che in termini socio-geografici viene definita associazione intenzionale. I gruppi informali che si muovono all’interno di una città, per le strade, in un ambiente fisico plasmato artificialmente dall’uomo: “Fanno parte di un sistema di interdipendenze e di un modello socio-spaziale costituito da segni, suoni, forme e atmosfere alle quali tutti noi attribuiamo un senso, e che determinano la nostra percezione — o lo stato mentale che ne deriva — dello spazio urbano””. Metodologia per la costruzione di una relazione educativa nel lavoro di strada: -Nel lavoro socio-educativo coni giovani, l’elaborazione di un profilo della comunità include la raccolta di informazioni sulla più ampia comunità all'interno della quale i giovani vivono o trascorrono gran parte del loro tempo. -L’obiettivo è acquisire una visione d’insieme della comunità locale, attingendo a informazioni quali dati demografici, morfologia del territorio, collegamenti e trasporti, dati sull’occupazione, politica locale e statistiche sulla criminalità -Per gli operatori, elaborare un profilo della comunità è l’occasione in cui prendere contatti con le diverse organizzazioni e agenzie che forniscono servizi di supporto alla comunità locale, in particolare ai giovani, per poter collegare, in una fase successiva, gli stessi giovani ai servizi che possono rispondere più efficacemente alle loro esigenze. Fasi di costruzione della relazione educativa: È possibile riconoscere cinque momenti fondamentali che, nello sviluppo temporale dell’intervento educativo, possono sovrapporsi, realizzandosi, almeno in parte, contemporaneamente 1. Mappatura: E” una fotografia della realtà territoriale dai punti di vista: -Geografico (confini, insediamenti urbani, infrastrutture, vie di comunicazione) -Demografico (caratteristiche anagrafiche, distribuzione spaziale, e per fasce di età, degli abitanti, flussi di immigrazione ed emigrazione) -Economico (attività produttive esistenti, situazione occupazionale) «Istituzionale e dei servizi (organizzazione politico-amministrativa, tipologia dei servizi sanitari, socio-educativi, culturali e ricreativi, realtà del terzo settore e volontariato). Parallelamente al lavoro di ricognizione e osservazione dei gruppi, è altrettanto fondamentale procedere a una triplice mappatura cognitiva: - Rivolta all’équipe, relativamente alle rappresentazioni e gli stereotipi di ognuno nei confronti dei gruppi e dei singoli. -Rivolta ai diversi soggetti del territorio (cittadini, esercenti, enti, istituzioni laiche e religiose), relativamente alla percezione che essi hanno delle aggregazioni informali giovanili. - Rivolta agli adolescenti, qualora si riesca ad agganciarli, relativamente alla percezione e ai vissuti dei gruppi rispetto al mondo adulto e istituzionale. > Il lavoro di mappatura geografica, cognitiva e relazionale, è mirato non solo a riscontrare i legami esistenti tra i gruppi naturali e gli altri soggetti, ma anche a rilevare quali siano e come evolvano i rapporti all’interno dei gruppi e tra i gruppi e gli educatori. 2.. Primo contatto e aggancio. È una delle fasi più impegnative e delicate dell’intero percorso di lavoro, oltre a essere un momento particolarmente significativo dal punto di vista pedagogico.L’aggancio e la graduale costruzione di una relazione sono, infatti, la premessa indispensabile dalla quale dipendono le possibilità di realizzare o meno un percorso con il gruppo, che non può e non deve mai essere imposto, ma costruito attraverso la negoziazione. 3. Consolidamento della relazione: Superate le difficoltà del primo contatto, si entra in una fase caratterizzata da un periodo di osservazione reciproca, che può anche determinare un mancato aggancio o una chiusura anticipata del rapporto rispetto alle previsioni degli educatori. 4. Micro-progettualità: Nella relazione educatore-adolescente, il primo si trova spesso di fronte a richieste, più o meno dirette, di supporto e di consulenza che abbracciano le questioni più svariate: Da quelle affettive alla ricerca di un lavoro, dall’esperienza con sostanze psicotrope alle difficoltà scolastiche, dai rapporti coni familiari a quelli con l’altro sesso. Questa fase, oltre a innescare un processo di socializzazione fra il gruppo e la comunità allargata, è importante perché i membri prendano gradualmente coscienza delle proprie potenzialità e delle possibilità di portare a termine i propri sogni o progetti. Il ruolo degli educatori, in questa fase, è solo quello di facilitare il gruppo nel proprio fare piuttosto che assumere un ruolo attivo di leadership. 5. Distacco: La relazione con i gruppi informali non si sviluppa al di fuori della dimensione temporale: Il “fattore tempo” è considerato come uno dei vincoli-risorsa di cui si dispone. Per l’operatore di strada, gestire la fase del distacco e della separazione significa accettare la conclusione di un’esperienza caratterizzata, da un lato, da una forte identificazione con il target educativo, e, dall’altro, da una dimensione di “potere”” nella relazione. Capitolo II: Nascita e sviluppo del lavoro di strada in Italia Alle origini del lavoro di strada Don Giovanni Bosco: esperienza coni giovani disagiati della città di Torino, a cavallo tra la prima e la seconda metà del 1800. Don Lorenzo Milani: esperienza della scuola di Barbiana durante gli anni ’50 del 900. Paulo Freire: pedagogia degli oppressi, a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70 del 900. Durante gli anni °60 del 900: Per far fronte alle problematiche sociali correlate a disagio ed emarginazione giovanile vi era il Ricovero in istituto, l’inserimento in istituto penale minorile, l’inserimento in casa di rieducazione. Successivamente come alternativa all’isituto vi è la nascita delle case alloggio:L’attenzione si sposta progressivamente sul minore e sul nucleo familiare, poi sul contesto e sulle reti sociali locali, primarie e secondarie. Primi interventi di strada tra gli anni 70 e 80: Volontari e associazioni del terzo settore. Target: mondo del disagio e dell’emarginazione giovanile Ispirazione: interventi omologhi svolti in Paesi nordeuropei (Regno Unito, Francia, Olanda, Germania). Negli altri Paesi interventi legati prevalentemente alla prevenzione della tossicodipendenza. A metà degli anni 80: I principali interventi rieducativi e di prevenzione del disagio giovanile sono avvenuti nelle periferie di Torino e Milano. Ma vi era l’assenza di metodologia operativa e l’Attenzione veniva posta sul singolo caso e non multifattoriale (soggetto più contesto). Primi anni 90: Prime scuole per educatori nel nord Italia trasferiscono il tirocinio professionale direttamente sulla strada: Target: minori con esperienze fallimentari o critiche nei servizi. - Primi interventi di educativa territoriale. - Nascita di figure professionali con il compito di supportare minori/adolescenti, segnalati dai servizi sociali, direttamente nei loro contesti di vita e di relazione. Seconda mnetà degli anni 90: Tentativo di definizione e inquadramento culturale del modello di intervento sociale in strada attraverso le prime carte del lavoro di strada. -Carta di Certaldo (1994); presupposti fondamentali, dimensione metodologica, contenuti essenziali lavoro di strada, professionalità dell’operatore. -Carta di Candia (1996): differenze tra approcci al lavoro di strada oltre i confini nazionali, finalità, saperi espressi, lavoro di rete, protagonismo dei bambini e ragazzi, etc. -Carta di Bologna (1999): rapporto tra lavoro di strada ed emergenza di nuovi bisogni educativi, partnership pubblico-privato, valutazione dell’efficacia. Capovolgimento della logica tradizionale: L’onere di attivarsi per ricevere un aiuto nel fronteggiare una situazione difficile è a carico di chi vive il momento di difficoltà e non viceversa > Si ritiene opportuno puntare su ciò che individui, gruppi e contesti rappresentano in termini di risorse piuttosto che in termini di criticità. Conseguenze: Individuazione di un target di intervento più ampio e di una gamma di esperienze più articolata. Il Riconoscimento del profilo professionale dell’Educatore di strada avviene con La Legge 285/1997 in materia di disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, DPR 8/2000, DPR 309/90 in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione e cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenze. Contesti normativi a cavallo tra il 1990 e il 2000: Sanciscono la nascita delle Unità di strada che sostengono soprattutto progetti di prevenzione e riduzione del danno, Creano le fondamenta per le successive evoluzioni nella metodologia del lavoro di strada. Illavoro di strada oggi è rivolto prevalentemente alla prevenzione del disagio giovanile, a progetti finanziati da enti locali, fondazioni, assoiazioni no-profit Tra gli obiettivi: intessere, nuovi rapporti fra istituzioni e gruppi informali di adolescenti sul territorio. Adolescenza in trasformazione: Negli ultimi 20 anni è cambiata la struttura familiare, sono cambiate le relazioni dei giovani con il mondo adulto, sono cambiati i rapporti con le istituzioni scolastiche, È cambiata l’esperienza del gruppo dei pari che porta al Rischio di smarrimento dell’identità giovanile. Funzioni dell’ educatore di strada: -Funzione ponte, mediatoree faiclitatore di un processo di recupero delle trame relazionali, promotore di un cambiamento. “La funzione dell’educatore di strada si muove tra l’essere ponte- mediatore e risorsa-interlocutore. In molte situazioni, queste due declinazioni si intersecano, arricchendosi reciprocamente”. Piemonte: a Torino a metà degli anni 60 nascono le prime esperienze italiane del lavoro di strada. Gruppo Adele con Don Ciotti, attiva alla seconda metà degli anni 90. Gruppo adele si occupa di gioani a rischio di marginalità ed esclusione sociale. Nel 2008-10 sono stati fatti dei progetti educativi di strada con adolescenti di origine straniera. Tematiche sensibili che emergono dal racconto dei progetti: 1. Accoglienza e integrazione dei minori stranieri in Italia: Dimensione della reciprocità e necessità di interventi sempre più inclusivi, democratici e partecipativi. Curvatura pedagogica dei progetti sui differenti modelli educativi e culturali di riferimento. 2. Figli, nati e residenti in Italia, di genitori immigrati: Nuovi italiani NON cittadini, Dialogo interculturale. 3. Lavoro di rete tra educatori e servizi territoriali attraverso la differenziazione della proposta ludico-didattica e animativa extrascolastica, la Valorizzazione del potenziale ludico come momento di sviluppo personale e rafforzamento di abilità sociali e relazionali. “Nel gioco auto- rappresentazione e auto-affermazione dell’ordine collettivo trovano la propria conferma’’ Lombardia: Milano assieme a Torino è tra le prime città italiane a sperimentare con successo il lavoro di strada. Citiamo la Cooperativa A77 e Comunità del Giambellino attive sul territorio dalla metà degli anni ’70. Nel 2001-2008: progetto Scarperotte il cui Obiettivo è promuovere l’auto- sviluppo delle comunità territoriali dei quartieri Barona e Giambellino-Lorenteggio. L’auto-sviluppo della comunità territoriale: per facilitare la lettura- problematizzatine della realtà, per facilitare comportamenti funzionali al raggiungimento di obiettivi condivisi. Tematiche sensibili che emergono dal racconto dei progetti: Tempo libero inteso come luogo simbolico in cui sperimentarsi. “Zona di confine tra spazio abitativo, sociale e scolastico”. “Terzo tempo pedagogico”’. Ambito fortemente educativo solo se gestito accuratamente e in modo competente. Durante i primi tre anni di sviluppo ed evoluzione del progetto: - Mappatura, contatto e aggancio - Buona partecipazione alle attività e coesione interna dei gruppi - 2004-2006: indebolimento e frammentazione dei gruppi, in seguito a proposta di percorsi individuali e ridefinizione di alcune direttrici di progetto. Si è resa necessaria una ulteriore e specifico utilizzo del dispositivo pedagogico dell’analisi di contesto attraverso la somministrazione del questionario nelle scuole superiori. Prendendo in processi educativi. + Per educare al patrimonio è fondamentale progettare azioni dedicate, in contesti formali e non formali, non solo rivolte agli studenti ma, sempre più a tutti i membri delle comunità territoriali. Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile :L’ambiente naturale e i beni paesaggistici devono essere osservati in una prospettiva pedagogica e formativa specialmente in un momento storico come quello che stiamo attraversando ora. La pandemia, volenti o nolenti, sta determinando ovunque, nel mondo, un arretramento nel cammino verso l’attuazione degli obiettivi dell’ Agenda 2030. In questo senso solo un’impronta educativa forte sulle tematiche ambientali - e tra queste sicuramente il tema dell’interazione con il paesaggio - può costituire una base solida per la formazione delle nuove generazioni. Mai come ora, queste devono essere attente, consapevoli e rispettose delle risorse ambientali che hanno a disposizione e, dunque, educate e formate a considerare il paesaggio un patrimonio collettivo da conoscere, salvaguardare e valorizzare. Strumenti pedagogici ed educativi: “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica’’ in tutte le scuole di ogni ordine e grado. I programmi di insegnamento dovranno vertere su tre macro-aree: 1. Studio della Costituzione, per una partecipazione più consapevole alla vita civica, culturale e sociale 2, Sviluppo sostenibile, per la conoscenza e la tutela del patrimonio culturale e ambientale, ma anche della salute e dei beni comuni. 3. Cittadinanza digitale, per un utilizzo consapevole e responsabile dei nuovi mezzi di comunicazione. “L'educazione al patrimonio consente di adottare un approccio cognitivo e di rielaborazione che privilegia la riflessività e la comparazione. La riflessività fa del patrimonio una risorsa per la conoscenza dell’uomo nelle sue espressioni culturali e nella relazione con l’ambiente. La comparazione favorisce lo sviluppo di capacità critiche e promuove sia l’inclusione sociale sia il confronto e il dialogo tra diverse culture” Chiocciola la casa del nomade: Sede a Pennabili, Anno di fondazione 2010, Associazione Culturale del 2014. Educazione al paesaggio e valorizzazione del territorio. Opera sul territorio attraverso due principali categorie di progetto: Da un lato progetti di educazione al paesaggio, rivolti principalmente a soggetti in età scolare e, in particolare, a pre-adolescenti e adolescenti .Dall’altro progetti di valorizzazione e sviluppo del territorio dal punto di vista turistico e culturale, con attività rivolte anche agli adulti ma che, comunque, prevedono quasi sempre il coinvolgimento di scuole, agenzie educative e enti di promozione culturale presenti sul territorio (come musei, biblioteche, ludoteche, centri di aggregazione, etc). Siamo nell’area alto-collinare e montana dell’Unione dei comuni della Valle del Marecchia, che si sviluppa sulla dorsale dell’appennino tosco-romagnolo, al confine tra tre Regioni (Emilia Romagna, Toscana e Marche) e le rispettive province di Rimini, Arezzo e Pesaro-Urbino. Dal 2009 ad oggi il numero dei comuni dell’Unione è cambiato più volte, in seguito al passaggio di ben sette comuni dalla Provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche a quella di Rimini, in Emilia- Romagna. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di numerosi comuni piccoli e molto piccoli (lo stesso comune di Pennabilli, dove ha sede 1’ Associazione, ha meno di 3000 abitanti). Negli ultimi 20/25 anni hanno subito un progressivo spopolamento e una lenta migrazione degli abitanti verso le aree urbane più grandi e con una maggiore offerta dal punto di vista dei servizi (in questo caso la città di Rimini). La proposta culturale e educativa dell’ Associazione, fortemente orientata anche da un punto di vista pedagogico, è caratterizzata da progetti basati sull’interazione con il paesaggio, inteso come fonte e luogo di apprendimento: Bambini, giovani e adulti sono invitati ad osservare, scoprire, sperimentare, vivere e re-inventare il paesaggio che è sempre memoria individuale e collettiva e una grande risorsa educativa a disposizione delle comunità. L’approccio al paesaggio educante di Chiocciola la casa del nomade invita i destinatari delle attività a riflettere su cosa significa imparare ad essere cittadini consapevoli, responsabili e attivi, con l’obiettivo di riconoscere che la diversità (biologica e culturale) è un valore. Instaurare una relazione con il territorio significa saperne individuare le criticità e le potenzialità ma soprattutto essere gli attori di un cambiamento positivo Questa visione del paesaggio come “prodotto sociale”, di interpretazione delle risorse e delle potenzialità del territorio richiama a sé il tema del bisogno che oggi i giovani hanno di sentirsi parte di una comunità educante. Mi presento, sono paesaggio (2015/2016) Principali obiettivi del progetto: Realizzazione di ricerche su temi legati al territorio di appartenenza da parte di studenti della scuola secondaria di primo grado.Accrescimento da parte degli studenti, in quanto cittadinanza attiva, della propria consapevolezza sulle risorse che il territorio mette a disposizione, in una prospettiva di utilizzo innovativo e sostenibile delle stesse. Il progetto ha coinvolto i ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Olivieri” di Pennabilli in una serie di ricerche sul territorio comunale condotte a partire da tre parole chiave: abitare, mangiare e lavorare . L’obiettivo è stato quello di sperimentare nuove forme di abitabilità sostenibile, reinterpretare le tradizioni culinarie e i saperi artigiani e creare innovazione a partire da un patrimonio storico- culturale disponibile incredibilmente ampio. Dai numerosi vivai che nel territorio comunale di Pennabilli mantengono le sementi antiche, ai forni biologici agli orti; dai saperi delle botteghe artigiane a quelli delle aziende agricole. Dai siti archeologici romani e medievali ai musei contadini; dagli archivi storici ai luoghi di grande rilevanza naturalistica come il parco del Sasso Simone e Simoncello, alle cerrete più grandi d’Europa che si estendono sulla superficie del monte Carpegna. Tutto ciò in un dialogo costante tra la scuola, il territorio e i suoi abitanti. I risultati delle attività hanno preso forma in una mostra multimediale-interattiva presso il MUSSS (Museo Naturalistico del Parco Sasso Simone e Simoncello) di Pennabilli, anch’esso gestito dall’ Associazione, in cui gli studenti hanno condiviso coni visitatori informazioni, storie, immagini, interviste, mappe, illustrazioni, fotografie e tanti altri contenuti legati al paesaggio locale. Altri casi di studio: Artisti in piazza: il festival dei buskers, tra promozione del territorio e spettacolo di strada. È un progetto ideato, sviluppato, organizzato dall'associazione culturale ‘ultimo punto, grazie anche al contributo e al sostegno degli enti pubblici e regionali. L'evento dura quattro giorni e Propone ogni anno forme d'arte nuove ed intrattenimento, evolvendosi in un Festival multi disciplinare e ospitando ogni genere di arti performative esibite in strada. L’idea del Festival è quella di mettere in contatto il pubblico, territorio e comunità locale grazie al coinvolgimento creato da spettacoli dal vivo calati in sfondi scenografici naturali come i panorami, i boschi, le campagne, il centro storico. Ancora una volta, quindi, l'ambiente, il paesaggio svolgono un ruolo primario, strade, vicoli e piazze diventano il teatro di molteplici e multiformi performance artistiche. Artisti in piazza è una rassegna fortemente orientata alla valorizzazione della creatività giovanile e ogni anno progetta, assieme a realtà associative locali, attive in ambito educativo e formativo, specifiche attività .CRESCO - Cantiere di Rigenerazione Educativa: Scuola, Cultura, Occupazione. è volto alla attivazione valorizzazione e rafforzamento delle comunità educante del quartiere di Tor bella monaca attraverso l'impegno congiunto su tre assi scuola , cultura e occipazioe. Adotta un approccio multidisciplinare. Ed è un progetto che punta sull'integrazione delle competenze teoriche e la condivisione di metodologie su pratiche partecipate, su una pluralità di visioni proveniente da diversi ambiti di ricerca, con l'obiettivo primario di aprire nuovi orizzonti epistemologici, ma anche progettuali e ricucire la città di pietra e la città degli uomini. Il suo obiettivo in generale è la riattivazione alla valorizzazione e rafforzamento della comunità educante, intesa come insieme di soggetti di formali informali che, con ruoli diversi, perseguono finalità comuni legate alla presa in carico educativa-formativa dei giovani e condividono dunque, con le famiglie tali responsabilità. A questi i seguono altri tre obiettivi specifici, ovvero la riqualificazione fisica degli spazi destinati all'uso comune. L'arricchimento e la valorizzazione della scuola e l'innesco di processi di apprendimento volte all'acquisizione di capacità e competenze. Arrevuoto: teatro e pedagogia, tra arte e strada. Il progetto nasce nel 2004 con l’obbiettivo di coinvolgere adolescenti non solo di Scampia ma di tutta la città., in sperimentazione del teatro sociale e pedagogico. Nel 2011 è diventata un associazione culturale trasformandosi in una realtà cittadina diffusa mewttendo in scena ogni anno le sue opere teatrali assieme ai giovani di tutta la città. I laboratori settimanali avvengono nelle scuole, in associazioni e all’ Auditorium di Scampia.nLe coordinate educative sulle quali si basa lo sviluppo dei laboratori sono basate su un modello pedagogico liberatorio e montessoriano. Ogni anno viene scelta un testo delle opere teatrali tra i classici, successivamente il gruppo fa proprio il testo e li declina al presente usando il linguaggio della quotidianità adattando ,a storia ai contesti reali. In questa direzione il teatro diventa azione. Capitolo IV: Orientarsi su strade sconosciute verso orizzonti possibili Le sfide della società complessa: Dimensione globale e turbolenta dell’economia. Pervasività dei nuovi media e corsa verso il progresso tecnologico. Anomia provocata dall’utilizzo di internet. Sfruttamento delle risorse del pianeta e cambiamenti climatici.Non tutte i popoli né tutte le comunità hanno le risorse e le capacità di essere “educanti’’ 3 In questo quadro: quale possibile paideia per l’educatore di strada? Street Children: Vi è una mancanza di stime precise e dati aggregati attendibili sui “bambini di strada’’. La Commissione ONU per i Diritti Umani (1994) dice che street children termine utilizzato per definire: Qualsiasi minore per il quale la strada sia divenuta dimora abituale e/o fonte di sostentamento, o che non sia adeguatamente protetto, sorvegliato o sotto la responsabilità diretta di un adulto. ONU, General comment n.21/2017: Guida autorevole per gli Stati Membri sullo sviluppo di strategie nazionali, globali e a lungo termine sui bambini e le bambine considerati “in street situation’’. Approccio olistico ai diritti dell’infanzia, sia in tema di prevenzione sia in tema di interventi operativi. Riconoscimento globale della strada come principale punto di riferimento per molti bambini e, in molti casi come Spazio che garantisce la sopravvivenza quotidiana e come Luogo in cui vengono messi in atto meccanismi psicologici adattivi e sviluppata l’identità. OMS, WHO street children Project: Training package dettagliato, rivolto agli educatori di strada che include: Identikit dello street child $ Suggerimenti educativo-didattici $ Strumenti di valutazione e monitoraggio. UNICEFF, Città amiche dei bambini e degli adolscenti: Progetto lanciato nel 1996 da UNICEF e ONU nell’ambito del Programma Habitat per gli Insediamenti Umani.Oggi raggiunge circa 30 milioni di bambini in trentotto Stati del mondo. UNICEF Italia - 2019 Seconda edizione della guida peri comuni che vogliano “costruire” città a misura di bambini e adolescenti. Erranza pedagogica come metafora formativa: Pensiero orientato alla complessità che: “Sperimenta, dialoga e trasgredisce, andando al di là delle sicurezze metodologiche che oppongono al suo stesso dinamismo la staticità di quanto è certo, acquisito, sicuro’ (Gramigna, Rosa, 2016) $ Errare è: mettersi in cammino, attraversare territori sconosciuti, ognuno con il proprio passo e la propria andatura, le sue modalità di interpretare il viaggio entrando in relazione con gli altri viaggiatori e con i territori attraversati. Dialogo transdisciplinare: La vastità dei quesiti che abbracciano il quotidiano educativo necessita di una gamma altrettanto ampia di risposte, fomite da molteplici approcci deputati alla progettazione, produzione e trasmissione della conoscenza. Nella formazione dell’educatore di strada è necessario: “Promuovere la tendenza a ragionare per contesti, in modo che diventi un’attitudine costante del pensiero quella di definire ‘una cosa attraverso le relazioni che la collegano ad altre”. Per un approccio locale all’educazione di strada: L'intervento educativo di strada può (e deve) contribuire al superamento dei processi di emarginazione operando sul territorio e sul sistema di rapporti che generano la logica dell’esclusione, Per facilitare l’attivazione di meccanismi di empowerment, il lavoro sociale di strada individua nella dimensione locale della comunità educante il vero motore del cambiamento.
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