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rivoluzione americana e rivoluzione francese, Sintesi del corso di Storia

riassunti sulla rivoluzione americana e su quella francese

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 13/03/2019

Martinadanna___
Martinadanna___ 🇮🇹

4.6

(7)

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Scarica rivoluzione americana e rivoluzione francese e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! La Rivoluzione Americana 1. I COLONI: Nel corso di un secolo, lungo le coste atlantiche del Nord America si costituirono, sotto il dominio Inglese, 13 colonie, la cui popolazione era composta da: inglesi, scozzesi, irlandesi, francesi e tedeschi; di questi abitanti circa 750.000 erano schiavi neri . Questo miscuglio di popolazioni riuscì a trovare un’identità comune: a unirle contribuirono la dura lotta per la sopravvivenza e il confronto con la natura selvaggia dell’America, l’entusiasmo di fondare un nuovo mondo, libero da tradizioni, privilegi e distinzioni di classe. Le colonie continuavano a dipendere dalla madrepatria dal punto di vista politico, amministrativo e culturale. I primi coloni di origine europea si erano stabiliti sulla costa atlantica, dove erano riusciti trarre guadagni nelle attività commerciali transoceaniche. Alcuni di essi si erano spinti nell’interno per dedicarsi alle attività agricole. Molti coloni decisero di spostarsi alla ricerca di nuove terre da esplorare e da sfruttare. Gli inglesi consideravano le colonie un mercato di sfruttamento e volevano controllarlo in un regime di monopolio: i coloni dovevano far giungere i propri prodotti e le proprie materie prime soltanto su navi inglesi e al prezzo voluto dagli inglesi ed erano costretti a importare solo dalla madrepatria. Per favorire le fabbriche inglesi, alle colonie veniva vietato persino di intraprendere attività produttive in concorrenza con quelle della madrepatria (es: industria cotoniera). 2. MOTIVI DI CONTRASTO TRA COLONIE E MADREPATRIA: • Esiti poco soddisfacenti della guerra dei sette anni (le colonie credevano che aiutando la madrepatria nel conflitto avrebbero ottenuto un trattamento equo dal governo inglese); Agricoltura basata su grandi proprietà; predominava una élite terriera che sfruttava il lavoro degli schiavi neri nelle piantagioni di tabacco, canna da zucchero e indaco. Soc età di piccoli coltiv tor , mercan i e artigiani, carat izzata da una vita politica intellettuale assai v vace, che ruotava attorno ai grandi centr urbani come Filadelfia. • Il governo inglese si oppose al trasferimento dei coloni nei territori occupati rimanendo in buoni rapporti con gli Indiani; • Il Parlamento inglese impose nuove tasse su alcuni generi di consumo che le colonie erano costrette ad importare; • Nel 1756 la Stamp Act, l’obbligo di pagare uno speciale bollo sulle fatture e sui documenti legali (contribuendo così al pagamento della flotta impegnata a combattere il contrabbando); • Tassazione imposta dagli inglesi per il mantenimento delle strutture amministrative e militari britanniche all’interno dei territori coloniali; • Atteggiamento di intolleranza da parte dell’episcopato anglicano (chiesa inglese, contrario a concedere spazio ad ogni altra concessione religiosa; • Feroce atteggiamento antibritannico di alcune organizzazioni popolari denominatesi Figli della libertà (volevano la piena indipendenza); • 1773 il Tea Act, la legge sul tè con la quale veniva concesso alle compagnie delle Indie Orientali il monopolio del commercio del tè. Le proteste che seguirono a tale legge culminarono nel “Boston Tea Party”: la notte del 16 Dicembre 1773 i Figli della libertà travestiti da indiani assalirono tre navi della Compagnia gettando in mare l’intero carico; • 1774 Quebec Act, il parlamento riconosceva l’appartenenza di alcune terre a nord dell’Ohio al Canada. 3. IL CONGRESSO DI FILADELFIA: Nel 1774 si riunì il primo congresso continentale a Filadelfia, qui le colonie rinnovarono la fedeltà al re Giorgio III, ma chiesero il ripristino dell’autonomia amministrativa e l’allontanamento delle truppe. Così 12 dei rappresentanti delle 13 colonie fecero la dichiarazione dei diritti delle colonie. Questa dichiarazione affermava fra le altre cose: • Gli uomini hanno diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà; • Il popolo ha diritto a partecipare all’elaborazione delle leggi. Giorgio III respinse le proposte dei coloni. 4. LA GUERRA D’INDIPENDENZA AMERICANA: Nell’Aprile del 1775 ci furono due scontri a fuoco tra truppe britanniche e reparti di volontari americani che indussero il Parlamento inglese a dichiarare ribelli le colonie. Accettare lo scontro con la madrepatria non fu facile per le colonie in quanto l’opinione pubblica era divisa in due schieramenti: • Quello lealista, composto dai ceti più agiati, che si dichiarava a fianco degli inglesi; • Quello dei patrioti, che mirava all’indipendenza. Inoltre alle colonie mancava un esercito regolare, addestrato e disciplinato, la cui formazione fu decisa nel secondo Congresso continentale riunitosi nel Maggio del 1775 a Filadelfia (Continental Army). 2. LA CRISI DELL’ANTICO REGIME La Francia era divisa in 3 classi sociali o stati: • Il clero o Primo stato; • Nobiltà o Secondo stato; • Borghesia e popolo o Terzo stato. Ciascuno dei 3 ordini era diviso dagli altri secondo diverse condizioni giuridiche e il godimento di particolari privilegi. La nobiltà e il clero avevano molti aiuti di natura fiscale e giudiziaria e potevano esercitare dei poteri di derivazione feudale a svantaggio del Terzo stato; all’interno di queste classi privilegiate c’erano disparità economiche e sociali (es: nobiltà di spada – nobiltà di toga, l’alto clero – basso clero). La forza trainante del Terzo stato era la borghesia cittadina (es: banchieri, commercianti, professionisti ecc.) essi non accettavano più di essere tenuti lontani dalla vita politica e dal governo, anche perché producevano gran parte della ricchezza della nazione e sostenevano il maggior carico di tasse. Nelle campagne, su di loro gravava il peso di decime (corvées) e altre imposizioni di natura feudale. A mandare in conflitto la società francese contribuì anche la crisi economica del 1770 – 1790. Diminuirono così prodotti agricoli sui mercati che causarono molte carestie , ciò era dovuto alle condizioni climatiche avverse; inoltre i problemi per il rifornimento dei cereali fecero aumentare i prezzi. La crescita dei prezzi si tradusse in un vantaggio economico per i grandi proprietari terrieri ma si rivelò disastrosa per contadini, artigiani e salariati, il cui reddito non aveva avuto modo di crescere in proporzione. La crisi delle campagne giungeva quindi in un periodo di la Francia dichiara guerra all'Austria e alla Prussia battaglia di valmysi p ocl ma l repubblica esecuz one di Luigi XVI Ter reil oter l comitato di salute pubblica Di e tor o Robesp erre aumento demografico così i contadini abbandonavano i campi con la speranza di trovare con la speranza di trovare occupazione in città. Un altro motivo di crisi fu la concorrenza inglese nel settore manifatturiero. Così i borghesi, i contadini e gli operai si unirono contro la nobiltà e l’alto clero. A partire dal 1788 la situazione divenne più aspra, la causa fu la mancanza di prodotti agricoli che face aumentare il prezzo dei cereali e quindi anche del pane. La responsabilità di tale crisi è da attribuire a Luigi XVI che a Versailles aveva sperperato tutto il denaro per mantenere la corte, l’esercito e la burocrazia. Luigi XVI era debole, indeciso e mal consigliato della moglie Maria Antonietta, quindi non era in grado di fare una riforma del sistema finanziario che tassasse tutte le classi in proporzione alla ricchezza posseduta. 3. LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI: In un primo momento Luigi XVI si mostrò disposto a risanare il deficit, ma di fronte alla minaccia delle riforme fiscali che rischiava di colpirli nobiltà e clero chiesero la convocazione degli stati generali . Luigi XVI cercò di contrastare questa ribellione nobiliare ma alla fine fu costretto a convocare gli stati generali il 5 maggio del 1789. I delegati del Terzo stato presentarono alla prima riunione “i quaderni di rimostranze”, che contenevano le lamentele e le richieste rivolte al Re dagli elettori. Da essi risultò la volontà del popolo di ottenere l’uguaglianza fiscale a la fine dei privilegi feudali. 4. L’ASSEMBLEA NAZIONALE E QUELLA COSTITUENTE: I nobili e il clero volevano che la votazione avvenisse “per stato”; il Terzo stato, invece chiedeva che si votasse “per testa”. Su questo tema nacque una controversia che durò parecchi giorni. Il 17 giugno, il Terzo stato si proclamò Assemblea nazionale: dichiararono, cioè, di essere i eri rappresentanti della nazione francese. Il 20 giugno 1789 i rappresentanti del Terzo stato decisero di riunirsi per proprio conto in un'altra sala adibita a gioco della pallacorda (quella delle riunioni era stata chiusa per ordine del Re). Qui giurarono di non separarsi prima di aver dato alla Francia una costituzione come quella inglese (giuramento della Pallacorda). La nobiltà di corte e l’alto clero, aiutati dalla Regina Maria Antonietta, convinsero il Re a sciogliere l’Assemblea nazionale. Luigi XVI, preoccupato dell’increscente fermento che agitava il Paese, decise di ordinare a rappresentanti della nobiltà e il clero di unirsi al Terzo stato e a riconoscere l’Assemblea nazionale come unico organo deliberante facendo sì che venisse trasformata, il 9 luglio 1789, in Assemblea costituente. 5. LA PRESA DEL BASTIGLIA: Malgrado le apparenze, permaneva uno stato di conflittualità: il popolo di Parigi ridotto ai limiti della sopportazione dava vita a violenti tumulti (es: rivolta della fame). Nel frattempo il Re intendeva sciogliere l’Assemblea costituente. Il 14 luglio 1789 circa 800 parigini si procurarono delle armi e si diressero verso la fortezza della Bastiglia (prigione), e riuscirono a espugnarla (invaderla). Da allora il governo della capitale fu assunto da un consiglio di cittadini, che prese il nome di Municipalità; per la difesa di Parigi venne istituita la Guardia nazionale con a capo La Fayette, che difendeva l’Assemblea e l’ordine pubblico. Il movimento di rivolta popolare dilagò ben presto nelle città di provincia e nelle campagne dando inizio così, per i ceti privilegiati, alla cosiddetta “grande paura”. Nella notte del 4 agosto 1789, l’Assemblea costituente, decretò l’abolizione dei privilegi del clero e della nobiltà e la soppressione dei diritti feudali. Il 26 agosto, l’Assemblea approvò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, affermando l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge. I sudditi diventavano cittadini. il 5 ottobre una grande folla raggiunse la reggia di Versailles e costrinse il sovrano e i familiari a trasferirsi a Parigi per poterli meglio controllare. Molti esponenti del fronte rivoluzionario si costituirono in club. Questi svolsero una funzione fondamentale come luogo di discussione e di propaganda. Esistevano diversi club come ad esempio: “club del 1789” guidato da La Fayette, “Amici della Costituzione” noti come giacobini, e gli “Amici dell’uomo e del cittadino” noti come cordiglieri. Luigi XVI tentò di fuggire all’estero con la famiglia. Giunto nei pressi della frontiera orientale venne riconosciuto e ricondotto a Parigi (25 giugno 1791). Il popolo interpretò la sua iniziativa come un tradimento e manifestò contro di lui. Così i rapporti tra monarchia e popolo si deteriorano ulteriormente anche in seguito a ciò che successe il 17 luglio 1791: all’interno del Campo di Marte venne fatta una manifestazione che chiedeva l’abolizione della monarchia. Il 3 settembre 1791 nacque la Monarchia Costituzionale. La caratteristica essenziale di questa costituzione era la divisione dei poteri: • Il potere Legislativo era affidato a un’Assemblea; • Il potere Esecutivo restava al Re che lo gestiva attraverso dei ministri da lui nominati; • Il potere Giudiziario era esercitato dai giudici eletti dal popolo, nei processi di elevata importanza le giurie erano composte da cittadini estratti a sorte. La nuova legge, inoltre, introduceva il suffragio stretto, cioè concedeva il diritto di voto soltanto ad una piccola minoranza di elettori (quelli che godevano di un certo reddito). Ciò creava una spaccatura all’interno del Terzo stato, facendo sì che si ponesse fine all’alleanza tra nobiltà liberale, borghesia e classi popolari. Quest’ultime persero la fiducia nell’Assemblea costituente e assunsero l’iniziativa affermandosi con il nome di Sanculotti. 6. LA PRIMA REPUBBLICA: il 1° ottobre 1791, sciolta l’Assemblea costituente, fu eletta l’Assemblea legislativa ed era così formata: • A destra del presidente c’erano i foglianti: guidati da La Fayette, sostenevano la monarchia costituzionale; • Al centro sedeva la maggioranza dei deputati detti indipendenti perché non avevano idee politiche definite;
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