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Rivoluzione americana e rivoluzione francese, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto riguardante due grandi rivoluzioni del Settecento, quella americana e quella francese, basato sul manuale Capra di Storia moderna e su appunti personali.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 08/06/2018

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Scarica Rivoluzione americana e rivoluzione francese e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! L'Italia del Settecento • Dopo le guerre di successione, il Regno di Napoli e la Sicilia tornano ai Borbone di Madrid, mentre Milano passa a Vienna. I Savoia acquisiscono la Sardegna, e il Granducato di Toscana passa ai Lorena. • L'autorità della Chiesa è sempre più contrastata: a Modena si afferma l'opera di Muratori, mentre nel Mezzogiorno subentra un atteggiamento di anticurialismo espressi da Giannone e Filangieri. • Il Piemonte di Vittorio Amedeo II fu caratterizzato da espansione territoriale e riforme, come la creazione di un catasto e la riduzione dei privilegi della Chiesa attraverso la riduzione del diritto d'asilo e delle immunità di cui godevano i beni ecclesiastici. Anche l'istruzione subì cambiamenti con la creazione di scuole secondarie. Le autonomie locali vennero ridotte e ad ogni provincia furono estesi gli intendenti. Le Costituzioni del 1723-29 contribuirono all'unificazione legislativa, mentre le manifatture furono sviluppate tramite la concessione di agevolazioni agli imprenditori. Con Carlo Emanuele III si giunge alla soppressione della feudalità. • A Napoli, Carlo di Borbone attuò una politica riformatrice basata sulla limitazione delle giurisdizioni baronali, sulla riforma dell'Università di Napoli e sull'avvio di un catasto. Quando egli divenne re di Spagna come Carlo III, il ministro degli Esteri Tanucci si occupò della reggenza del futuro Ferdinando IV. Egli, nonostante l'impegno nei confronti del Regno, si dimostrò incapace di riforme radicali. • Ferdinando IV fu profondamente influenzato da sua moglie Maria Carolina, che promulgò un governo filoaustriaco. Il re si avvalse della collaborazione di intellettuali come Palmieri e Filangieri. In Sicilia, con il viceregno di Domenico Caracciolo, si ebbero riforme limitate, come l'abolizione dell'Inquisizione. • A Milano, le riforme iniziarono a metà Settecento, con l'istituzione di un catasto che permise la ridistribuzione dell'imposta fondiaria. Le magistrature vennero riformate e gli affari giudiziari vennero affidati al Senato, quelli amministrativi e finanziari ad un Magistrato camerale. Sotto Giuseppe II si giunse alla soppressione del Senato e il sistema giudiziario venne modernizzato, inoltre vennero insediati in ogni provincia gli intendenti politici. • Francesco Stefano, granduca di Toscana, risiedeva a Vienna e si faceva rappresentare a Firenze da un Consiglio di reggenza. I primi provvedimenti riguardarono le finanze e il riordinamento del debito pubblico. Gli ultimi anni della reggenza furono caratterizzati da una carestia. Il giurista Pompeo Neri sostenne la necessità di risolverla tramite la libera circolazione delle derrate. Questo orientamento liberista è alla base del regno di Pietro Leopoldo, che adottò il programma fisiocratico eliminando anche le dogane interne e sopprimendo le corporazioni. Il Codice penale aboliva tortura e pena di morte. Un tentativo di riformare la Chiesa toscana fallì. La Rivoluzione americana • Le colonie inglesi del Nord America differivano dal punto di vista sociale, religioso, geografico ed economico. Le colonie del nord, fondate nel 1620 dall'immigrazione di minoranze puritane, avevano un'economia basata sui commerci marittimi, agricoltura, attività mercantili e artigianali. Ciò consentì lo sviluppo di diverse élites sociali. Le colonie centrali (New York, New Jersey, Pennsylvania) erano più urbanizzate e diversificate dal punto di vista culturale, avevano inoltre un maggiore sviluppo delle attività finanziarie. Le colonie del sud erano religiosamente variegate, mentre la loro economia era basata sul latifondo e sulla schiavitù. • La popolazione, nel 1775, contava due milioni e mezzo di abitanti. Molti emigravano in America sperando in migliori condizioni di vita, o per sfuggire alla giustizia e alle persecuzioni religiose. Gli schiavi neri, provenienti dall'Africa o dai Caraibi, avevano un ruolo molto importante, ma erano trattati come schiavi. • Le colonie erano affidate ad un governatore, che era assistito da un consiglio scelto da lui. Egli nominava i giudici ed aveva diritto di veto in ambito legislativo. Il potere legislativo era detenuto da un'assemblea eletta a suffragio. Ampie autonomie erano riservate alle città. • La Nuova Francia era caratterizzata da un minor numero di abitanti. Le istituzioni erano simili a quelle francesi, basate su un governatore e un intendente. Il solo culto ammesso era quello cattolico. • I coloni avevano avuto un ruolo di primo piano nella guerra dei Sette anni, dove avevano combattuto al fianco della madrepatria. Inoltre, l'Inghilterra vietava alle colonie di commerciare con altri paesi, imponendo anche dazi elevati e restrizioni commerciali che spesso causavano il contrabbando. Diverse leggi tentarono di impedire questo fenomeno, mentre vennero introdotte nuove imposte e tasse da bollo sui periodici. I rappresentanti di nove colonie, riunitisi a New York, dichiararono incostituzionale questa tassa da bollo, perché approvata da un Parlamento nel quale i coloni non erano rappresentati. Di fronte all'introduzione di nuovi dazi da parte della madrepatria, i coloni iniziarono a boicottare le merci inglesi. Le tensioni crebbero a Boston nel 1770, quando dei soldati inglesi spararono sulla folla, e culminarono nel 1773 con il Boston tea party, quando un gruppo di coloni gettò nel mare le casse di tè trasportate dalle navi inglesi. Fu questo l'inizio della guerra di Indipendenza. • Nel 1774 si riunì a Filadelfia il primo Congresso continentale, che ribadì il boicottaggio delle merci inglesi Il secondo Congresso, tenuto nel 1775, coincise con episodi di violenza tra i coloni e l'esercito inglese. Il 4 luglio 1776 venne approvata la dichiarazione d'Indipendenza, che rivendicava il diritto degli americani a darsi un nuovo governo sulla base dell'uguaglianza di tutti gli uomini e del diritto alla vita, alla libertà e alla felicità. L'esercito americano, guidato da George Washington, utilizzò la tecnica della guerriglia e nel 1777 riportò una vittoria a Saratoga. La Francia appoggiò gli insorti, seguita dalla Spagna. Nel 1781 gli inglesi furono sconfitti nella battaglia navale di Yorktown. Il trattato di Versailles del 1783 formalizzava l'indipendenza delle colonie. • Gli Articoli di Confederazione, entrati in vigore nel 1781, attribuivano la politica estera e la difesa al governo centrale, mentre tutti gli altri poteri erano prerogativa dei singoli stati. Vi era la necessità di un governo forte: emerse il partito federalista di Madison e Hamilton. Il Congresso convocò una Convenzione al fine di redigere la Costituzione. Essa si riunì a Filadelfia nel 1787 e approvò una Costituzione federale che entrò in vigore nel 1788. Il potere legislativo era detenuto da un Congresso composto da Senato e Camera dei rappresentanti. I senatori erano eletti per sei anni ed erano due per ogni Stato, i membri della Camera erano eletti per due anni in numero proporzionale al numero della popolazione dello Stato che li eleggeva. Al vertice del potere esecutivo vi era un Presidente eletto dal popolo con un sistema a doppio grado. Egli, in carica per quattro anni, aveva potere di veto sulle leggi, nominava i ministri, dirigeva la politica estera e le forze armate e designava i giudici della Corte suprema, la quale controllava la legittimità della legislazione del governo federale e dei singoli stati. Il primo presidente fu Washinghton. Nel 1791 nacque il partito repubblicano, guidato da Jefferson, che interpretava gli interessi dei proprietari del sud e dei piccoli mercanti e artigiani. La Rivoluzione francese – parte due • Dopo il 10 agosto, furono allontanati tutti gli elementi sospetti, e nel mese di settembre, migliaia di sanculotti invasero le carceri parigine trucidando i detenuti. Contemporaneamente, si svolsero le elezioni per la Convenzione nazionale, un'assemblea che avrebbe dovuto redigere una nuova Costituzione. L'obiettivo era quello di trasformare la monarchia in Repubblica. Durante la prima riunione della Convenzione, venne abolita la monarchia. Il 20 settembre, presso Valmy (Francia), venne fermata l'avanzata prussiana. Il 21 settembre venne proclamata la Repubblica. I movimenti all'interno della Convenzione erano tre: la Gironda, di tendenze moderate, composta prevalentemente da brissottini, la Montagna, più vicina ai sanculotti, e la Pianura, che aveva posizioni intermedie. Nel gennaio 1793, questa Convenzione condannò a morte Luigi XVI. Nei mesi successivi, vennero annessi alla Francia Belgio, Nizza e Savoia. Ciò determinò la formazione di una vasta coalizione antifrancese. La Convenzione dichiarò guerra a Inghilterra, Olanda e Spagna. Scoppiarono nuove agitazioni per il carovita, in particolare, il movimento degli arrabbiati chiedeva un calmiere dei pressi. In Vandea (costa atlantica) la popolazione insorse protestando contro l'imposizione della leva, auspicando un ritorno al passato, mentre nel Sud della Francia sorse l'insurrezione federalista, che si scagliò contro la pretesa della capitale di guidare la politica nazionale. • Venne istituito un Tribunale rivoluzionario, con il compito di giudicare i sospetti, a cui seguì poco dopo un Comitato di salute pubblica, incaricato di vigilare sul Consiglio esecutivo. Venne votato un calmiere dei grani e delle farine per controllare l'inflazione (maximum, stabilisce i prezzi massimi dei salari e dei generi di prima necessità). • L'estate del 1793 fu un periodo di guerra: Austria e Piemonte invasero la Francia da nord e da sud, mentre gli insorti vandeani assediarono Nantes (costa atlantica) e il porto di Tolone cadde in mano agli inglesi. La Convenzione varò un nuovo calendario, che partiva dall'anno di proclamazione della repubblica. I nomi dei mesi, tutti di trenta giorni e in numero di dodici, traevano i nomi dalle manifestazioni naturali, mentre il decadì, che sostituiva la domenica, era dedicato alle feste civiche. Un'altra innovazione fu l'introduzione del sistema metrico decimale. • Venne redatta una nuova Costituzione, che affidava tutti i poteri legislativi ad un'unica assemblea e aggiungeva nuovi diritti (lavoro, sussistenza, insurrezione, istruzione). La Costituzione del '93 (o dell'anno I), fu sottoposta a plebiscito, ma nonostante la maggioranza per il sì, non entrò mai in vigore. Il ruolo del Comitato di salute pubblica venne rafforzato e arrivò ad eclissare la Convenzione. Il suo ruolo era dirigere l'economia estera, lottare contro i nemici interni ed esterni e rafforzare l'esercito. La Montagna prese il sopravvento sulla Gironda, che dava sfogo all'insoddisfazione della realtà provinciale rispetto all'egemonia di Parigi, e i principali leader girondini furono ghigliottinati a causa dell'insurrezione sanculotta. • Il Comitato ordinò la leva in massa e iniziò a riportare alcune vittorie, riprendendo Tolone, Marsiglia e Lione e riportando vittorie contro austriaci, spagnoli e piemontesi lungo le frontiere. • Quando Robespierre, un montagnardo molto sensibile al tema dell'uguaglianza sociale, salì alla guida del Comitato di salute pubblica, inizia il periodo del Terrore. Nel 1794, egli si scagliò contro Hébert (portavoce degli arrabbiati, chiedeva misure più decise a favore della popolazione) e Danton (capo degli “indulgenti”, moderati ed ex cordiglieri, volevano porre fine al Terrore), facendoli entrambi giustiziare. Con la legge del 22 pratile, Robespierre autorizzò il Tribunale rivoluzionario a condannare i sospettati solo sulla base delle loro convinzioni morali. Tuttavia, queste misure gli fecero perdere gran parte del consenso sia presso la popolazione che presso la Convenzione. Il Terrore dell'anno II fece, in tutta la Francia, circa 50.000 vittime. Contemporaneamente, alla fine di giugno, l'esercito rivoluzionario riportò una vittoria a Fleurus (Belgio). L'opposizione a Robespierre era sempre più forte, così il 9 termidoro egli fu vittima di un complotto e venne ghigliottinato. • A questi episodi seguì il “Terrore bianco”, poiché molti giacobini vennero perseguitati ed uccisi. Il Tribunale rivoluzionario venne soppresso e i poteri del Comitato furono limitati. I girondini vennero riammessi nella Convenzione e il club dei giacobini venne eliminato. Il maximum venne eliminato definitivamente e iniziarono i lavori per la Costituzione del '95. Essa avrebbe dovuto garantire il predominio delle classi abbienti e impedire un eccessivo accentramento di poteri. La Dichiarazione dei doveri, inoltre, stabiliva la sottomissione alle leggi. Tutti i contribuenti avevano diritto di voto, ma le elezioni della rappresentanza nazionale erano a doppio grado. Furono create due camere, il Consiglio dei cinquecento, che doveva presentare e discutere le leggi, e il Consiglio degli anziani, che doveva approvarle o respingerle. Il potere esecutivo spettava ad un Direttorio di cinque membri, eletti dagli Anziani. Vi fu una ripresa di correnti filomonarchiche e e giacobine, tanto che il Direttorio dovette annullare le elezioni del 1797 che risultarono favorevoli a tali correnti. In tale clima si ascrive la Congiura degli Eguali ordita da Babeuf, che auspicava l'abolizione della proprietà privata e la messa in comune dei beni, ma i complottatori furono scoperti e uccisi. • Dal punto di vista bellico, la Francia stipulò la pace con Prussia, Spagna e Olanda. Contemporaneamente, il Direttorio voleva attaccare l'Austria (1796). L'Armata d'Italia, affidata al generale Bonaparte, aveva lo scopo di tenere occupate parte delle truppe nemiche, ma le sue grandi vittorie in quest'area fecero dell'Italia il punto nevralgico della guerra. Durante la campagna d'Italia del 1796-1797, egli sconfisse piemontesi e austriaci, stipulando l'armistizio di Cherasco. Egli riuscì ad entrare in Milano, per poi spingersi verso sud, dove Parma, Roma e Napoli dovettero firmare tregue onerose. Anche papa Pio VI dovette firmare la pace di Tolentino, rinunciando a terre nella Romagna. Nel '97, Bonaparte puntò a Vienna, e a Leoben vennero firmati i preliminari di una pace che garantiva le conquiste francesi in Italia. • Appena dopo le sue conquiste, Napoleone tollerò i patrioti italiani. Essi erano divisi su posizioni democratiche (uguaglianza giuridica ed economica) e moderate (Costituzione repubblicana che lasciasse inalterata la distribuzione delle ricchezze). Egli fondò dunque, in Italia, delle repubbliche rivoluzionarie su modello francese. La Repubblica cispadana comprendeva territori in Emilia Romagna, ma ben presto essa fu unita a territori in Lombardia, formando la Repubblica cisalpina. Anche la Repubblica oligarchica di Genova venne trasformata nella Repubblica ligure. A Venezia, il patriziato pose fine al proprio dominio plurisecolare, deponendo l'ultimo doge nel 1797. Bonaparte cedette la Repubblica di Venezia all'Austria con il Trattato di Campoformio: l'Austria ottenne Veneto, Istria e Dalmazia in cambio del riconoscimento della Repubblica cisalpina. Nel 1798, in seguito all'occupazione delle truppe francesi dello Stato pontificio, papa Pio VI venne cacciato e venne istituita la Repubblica romana. Anche la Svizzera venne invasa e confluì in una Repubblica elvetica sotto protettorato francese. Nel 1798, i sovrani di Napoli Ferdinando IV e Maria Carolina lanciarono un attacco contro le truppe francesi stanziate nel Lazio, le quali però nel 1799 entrarono a Napoli e misero in fuga i Borbone, istituendo la Repubblica napoletana. Nel 1799 la Francia annesse anche il Piemonte e occupò la Toscana, dunque tutta l'Italia si ritrovò nell'orbita francese, ad eccezione del Veneto e del Ducato di Parma e Piacenza che restava ai Borbone. In Sicilia e Sardegna trovarono riparo, rispettivamente, i Borbone e i Savoia, protetti dalla flotta inglese. Vennero promulgate Costituzioni su modello francese (il potere esecutivo affidato a un organo simile al Direttorio e il potere legislativo attribuito ad un sistema bicamerale), inoltre furono soppressi i titoli nobiliari e i beni della Chiesa furono confiscati. Queste repubbliche furono sottoposte ad un sistematico sfruttamento da parte della Francia. Nel '99, l'esercito austro-russo occupò Milano e Torino, quindi scoppiarono moti legittimisti e sanfedisti in Piemonte, nelle Marche, in Lazio, in Umbria e in Toscana. Le repubbliche giacobine crollarono, ma un tragico destino spettò soprattutto alla Repubblica napoletana. • Napoleone propose al Direttorio di fronteggiarsi con l'Inghilterra in Egitto, da dove avrebbe potuto ostacolare i traffici inglesi in India. I francesi occuparono Malta e riportarono una vittoria nella battaglia delle Piramidi, ma presso Abukir, l'ammiraglio inglese Nelson distrusse la flotta francese (1798). Nel frattempo, si formava una seconda coalizione antifrancese, a cui aderirono Austria, Russia, Germania e Turchia. I francesi, in Italia, conservarono solo Genova, mentre mantennero territori in Belgio e Svizzera. • Nel frattempo, il potere del Direttorio era sempre più in calo. Sièyes organizzò un colpo di Stato in accordo con Napoleone, che il 18 brumaio divenne console insieme a Sièyes e Ducos.
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