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Rivoluzione Francese, Appunti di Storia

Appunti sulla Rivoluzione Francese.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 26/04/2023

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leandro-scucces 🇮🇹

13 documenti

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Scarica Rivoluzione Francese e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! RIVOLUZIONE FRANCESE LA SITUAZIONE ECONOMICA SOCIALE Alla fine del 700, mentre in Inghilterra iniziava a svilupparsi la rivoluzione industriale, l’economia francese era ancora agricola: circa l’80% della popolazione lavorava la terra. Era un’agricoltura arretrata rispetto a quella inglese: in Francia il 30% delle terre era di proprietà dell’aristocrazia, quasi il 10% era nelle mani del clero, il resto era diviso in piccole proprietà. i nobili imponevano ai contadini pesanti oneri feudali (percentuali sul raccolto). in alcune regioni esistevano ancora forme di servitù che limitavano la libertà del contadino. La situazione dei ceti popolari si aggrava negli anni di carestia e di sottoproduzione. il terzo stato rappresentava il 98% della popolazione, la nobiltà circa 1, 5%, il clero lo 0,5%. ma era marcata soprattutto la divisione tra i primi due ordini e il terzo stato, una divisione basata sui privilegi punto la nobiltà e il clero non pagavano le tasse, che gravavano quasi per intero sul terzo stato. inoltre, solo gli appartenenti ai primi due ordini potevano accedere alle alte cariche dello Stato e ai grandi superiori dell'esercito. LA CRISI FINANZIARIA il problema più grave è che la Francia dovette affrontare nella seconda metà del 700 fu la crisi finanziaria dello Stato. il bilancio era in deficit soprattutto a causa delle spese militari, di quelle per il mantenimento Della Corte e per le rendite dei nobili. per far fronte al deficit i ministri del re inasprirono il carico fiscale e ricorrevano a prestiti da parte dei cittadini. nel 1776 la direzione delle finanze fu affidata a Jacques Necker (un banchiere ginevrino). la sua banca finanziò la politica di Luigi 15 e Necker ne ricavò notevoli profitti. fra i 1787 e i 1788 la nobiltà fece pressioni sul re Luigi 16 (1774-1793) affinché venissero convocati gli Stati generali, assemblea composta da rappresentanti del clero, della nobiltà e del terzo stato, provenienti da tutta la Francia. infatti, solo questa assemblea, che non veniva convocata dal 1614, poteva approvare l'imposizione di nuove tasse. il re acconsentì a convocare gli Stati generali nel 1789. LA RIVOLUZIONE: IL RISULTATO DI CAUSE DIVERSE La crisi dell'antico regime sfociò in Francia in una rivoluzione, cioè in un cambiamento, violento e rapido, del sistema politico e sociale. la rivoluzione coinvolse tutti gli Stati della società francese: dalla nobiltà alla borghesia, dal clero ai contadini, dall'esercito ai sanculotti delle città. Questo violento cambiamento tentò di cancellare i privilegi e gli abusi presenti nella società del 700. Infatti, il terzo stato si trovò unito nel desiderio di rivendicare i propri diritti politici contro i privilegi dell’Ancien règime. Cause: • La crisi dell'agricoltura e del settore manifatturiero che generò carovita e disoccupazione; • L'impopolarità del sovrano e della regina Maria Antonietta, che non erano benvoluti dalla popolazione. La rivoluzione scoppiata in Francia si è estesa in tutta Europa. anche quando ci concluse, non si poté più tornare alla situazione precedente: al re non fu più riconosciuto un potere assoluto; i privilegi del clero e dei nobili non vennero più accettati. ecco perché il 1789 è indicato dagli storici come il momento in cui termina l'età moderna (iniziata nel 1492) e si apre l'epoca in cui stiamo ancora vivendo: l'età contemporanea. DAGLI STATI GENERALI ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE (1789-90) I CAHIERS DOLEANCES Nella primavera del 1789, Il re chiese ai suoi sudditi di esprimere le loro esigenze nei << quaderni di lamentele>>, per fornire agli Stati generali un materiale informativo sui problemi della nazione. Le richieste più frequenti che emersero riguardavano l'abolizione dei diritti signorili, l'elaborazione di una costituzione, l'uguaglianza fiscale. Intanto la crisi economica si faceva sempre più grave. il raccolto era stato pessimo e perciò il prezzo del pane era aumentato; la disoccupazione cresceva a causa dei licenziamenti nelle industrie tessili. il popolo delle campagne e delle città diede vita a rivolte, saccheggiando i granai del clero e degli aristocratici. da qui si scaturirono ben tre rivoluzioni parallele: • la rivoluzione parlamentare dei rappresentanti del terzo stato, quasi tutti i borghesi di ceto medio-alto, che si erano formati sulle idee dell'illuminismo. esci intendevano abolire lo stato assoluto, limitando il potere del sovrano con l'emanazione di una Costituzione e l'introduzione di un Parlamento; • la rivoluzione dei sanculotti della città, iniziate a Parigi con le rivolte per la fame e soprattutto con l'assalto alla Bastiglia del 14 luglio1789. con questa iniziativa il Popolo della città si unì alle rivendicazioni della borghesia; • la rivoluzione dei contadini, e ci ribellarono nelle campagne in modo disordinato senza guida politica, dando l'assalto ai Castelli dei nobili. LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI Gli Stati generali furono convocati da Luigi 16 il 5 maggio 1789. la prima questione che si dovette affrontare fu di carattere procedurale: il sistema di votazione. gli aristocratici volevano che si votasse per ordine, cioè che ciascun ordine esprimesse un solo voto; lo avrebbe significato che la nobiltà e il clero, votando Uniti per la difesa degli antichi privilegi, avrebbero avuto la maggioranza. Il terzo stato invece chiedeva che si votasse per testa perché così avrebbe ottenuto la maggioranza. I lavori degli stati generali iniziarono subito in un clima molto teso punto il re alimento l'agitazione con due scelte che ebbero effetti provocatori: La prima fu quella di organizzare le riunioni a Versailles, cioè dove si svolgeva la vita Della Corte; la seconda fu la coreografia dell'assemblea virgola che sottolineò le differenze tra gli ordini: il terzo stato fu obbligato a indossare un modesto abito nero, mentre i nobili al clero fu consentito di vestirsi con abiti sontuosi. L’ ASSEMBLEA NAZIONALE Di fronte al rifiuto di votare per testa, il terzo stato si proclamò unico, vero rappresentante della nazione e si definì assemblea nazionale. il 17 giugno 1789 l’abate Sieyès, Eletto come rappresentante del terzo stato agli Stati generali, Ricordo che il terzo stato costituiva la maggioranza della popolazione che pertanto i suoi delegati riuniti in assemblea rappresentavano realmente la volontà della nazione. Luigi 16 reagì facendo chiudere la sala in cui si riunivano gli Stati generali, ma i rappresentanti del terzo stato penetrarono nella sala destinata al gioco della pallacorda e giurarono di non sciogliersi finché non fosse stata promulgata una costituzione (giuramento della pallacorda, 20 giugno). di fronte al fatto compiuto, il re riconobbe l'assemblea e invitò i rappresentanti del clero e della nobiltà a partecipare. il 9 luglio 1789 il nuovo organismo prese il nome di assemblea nazionale costituente. La Francia si avviò così verso il superamento dell'assolutismo. l'assemblea era formata dai diversi gruppi di opinione presenti nel paese: • Gli aristocratici e i monarchici sostenevano in gran parte l'antico regime; • i democratici (giacobini)erano perlopiù borghesi e repubblicani, contrari alla monarchia; inizialmente erano propensi per una monarchia costituzionale, poi, a partire dalla tentata fuga del re, si attestarono su posizioni repubblicane, che però non erano condivise da tutti i componenti. Infatti, dai giacobini si staccarono nel 1791 i foglianti. Il gruppo politico più radicale era il club dei cordiglieri (molto più estremi): Egli chiedevano non solo la Repubblica, ma anche aumenti salariali e garanzie occupazionali per gli operai. LA COSTITUZIONE DEL 1791 Tra i diversi club e tra i rappresentanti della nazione nell'assemblea costituente si svolse il dibattito sulla fisionomia dare al nuovo stato. i moderati pensavano a uno stato monarchico con due camere una alta e una bassa; Invece, i radicali rifiutavano queste proposte perché le ritenevano troppo lontane dagli obiettivi democratici. la costituzione, approvata il 3 settembre 1791, rappresentò una soluzione di compromesso: non fu accettata la camera alta, ma si accolse il diritto di veto da parte del re. fu ripreso il principio della separazione dei poteri, per cui la costituzione attribuì il potere legislativo all'assemblea elettiva e quello esecutivo al re. inoltre, venne fissato un criterio censitario: per poter accedere al diritto di voto occorreva avere un reddito minimo. La società fu divisa in tre parti: • i cittadini passivi, esclusi dal voto perché privi di ricchezze; • i cittadini attivi, e potevano votare ma non essere eletti; • i cittadini eleggibili, ai quali era richiesta anche una proprietà terriera. Quindi tutti hanno gli stessi diritti civili ma non tutti hanno gli stessi diritti politici. Questa costituzione la possiamo definire moderata in quanto mantiene la monarchia e concede un ampio potere al sovrano. La prima decisione che si trova a dover prendere l'assemblea costituente era quella legata al dichiarare guerra: i moderati volevano che questo ruolo spettasse al re, nei radicali invece chiesero e ottennero che fosse l'assemblea a deliberare sulla guerra e sulla pace. Le altre novità più consistenti contenute nella costituzione riguardarono il decentramento amministrativo: negli 83 dipartimenti e nei comuni, consigli ai sindaci eletti dal popolo sostituirono i vecchi e corrotti intendenti. Questa costituzione è l'espressione dell'alta borghesia e della nobiltà illuminata. Una volta approvata la costituzione, l'assemblea costituente si sciolse per lasciare il posto a un organismo, ovvero l'assemblea legislativa che si insediò il 1° ottobre 1791 dovete affrontare due gravi problemi: • la radicalizzazione della rivoluzione, che si manifestava con le rivolte sociali spontanee nelle città e nelle campagne; • l'alleanza delle monarchie estere contro la rivoluzione. 4. LA FRANCIA IN GUERRA (PASSAGGIO TRA LA FASE MODERATA E FASE DEMOCRATICA) L'assemblea legislativa vota una mozione e quindi si decide di dichiarare guerra all’Austria e alla Prussia nell’aprile 1792. Luigi XVI voleva la guerra nella speranza che la Francia rivoluzionaria fosse sconfitta e che gli stati assolutistici ripristinassero l’antico regime. Solo i giacobini si resero conto che la Francia non era in grado di sostenere un conflitto con le grandi potenze. Da questo momento in poi, le sorti interne della rivoluzione si legheranno ad un conflitto a livello internazionale per cui se non si risolveva il conflitto a livello internazionale, non si riusciva a concludere la rivoluzione interna. Secondo alcuni storici la decisione della Francia di entrare in guerra fu considerato uno degli errori più grandi che è stato commesso dai rivoluzionari francesi e che ha fatto precipitare la Francia in tutti i sensi. Come dicono i giacobini, la Francia all’inizio del conflitto subì delle sconfitte clamorose perché i generali dell’esercito erano tutti nobili che probabilmente conducevano male le operazioni tentando di fare perdere così la Francia, il re cospirava svelando alcuni segreti militari al fine di favorire le altre armate. Quindi quest’esercito mal guidato inizia a subire una serie di sconfitte ma i francesi se ne accorgono, soprattutto i SANCULOTTI che già il 20 Giugno 1792 invasero le Tuileries, la residenza del re, e costrinsero Luigi XVI a bere in nome della rivoluzione. A questo punto l’esercito Austro-prussiano, in agosto si trova alle porte di Parigi ma i sanculotti decisero di fare una cosa: il 10 Agosto catturano il re e lo portano di fronte all’assemblea legislativa perché secondo loro era il responsabile delle sconfitte francesi (il sovrano e la sua famiglia vennero presi in ostaggio). A questo punto l’assemblea legislativa dichiara sospesa la monarchia costituzionale e viene proclamata la cosiddetta COMUNE INSURREZIONALE (più nota come la comune di Parigi); in poche parole l’assemblea legislativa decide che dovrà sciogliersi per fare posto a una nuova assemblea che si chiamerà CONVENZIONE NAZIONALE eletta a suffragio universale a cui spetterà il compito di decidere delle sorti della Francia. Ancora una volta è il popolo che irrompe nella storia e difende le conquiste della borghesia e impone la propria idea/ un determinato carattere. La Francia in pericolo che rischia la restaurazione monarchica assolutistica in colpo di stato viene salvata dall’azione dei sanculotti (come lo era stato nella presa della Bastiglia). Nel settembre 1792 i sanculotti diedero l'assalto alle prigioni massacrando nobili, preti, delinquenti comuni. le stragi di settembre furono una delle più violente manifestazioni del movimento sanculotto, con cui la borghesia rivoluzionaria da quel momento dovette confrontarsi. 5. LA CONVENZIONE (1792-93) Il 20 settembre 1792 si insediò la convenzione, eletta a suffragio universale maschile. Essa avviò l'elaborazione di una nuova costituzione, ritenendo inadeguata quella del 3 settembre 1791. essa era composta da 749 deputati, che si dividevano in tre gruppi ovvero destra, sinistra e centro che tuttora usiamo: • i girondini, che rappresentavano un quarto dell'assemblea ed erano favorevoli a soluzioni moderate, se devono a destra rispetto al presidente dell'assemblea; • i montagnardi, cioè il gruppo dei giacobini e dei cordiglieri virgola che erano favorevoli alla repubblica e alla democrazia, sedevano in alto a sinistra; • la pianura, detta la palude virgola che non aveva un preciso orientamento politico, sedeva al centro. LA CONDANNA A MORTE DI LUIGI XVI Il 20 settembre, lo stesso giorno in cui si insediava la convenzione, gli eserciti francesi sconfissero a Valmy l'esercito prussiano. La battaglia di Valmy fu un episodio di grande significato virgola non solo perché fu la prima vittoria dell'esercito francese dall'inizio della guerra, ma soprattutto perché servì ad arrestare l'avanzata prussiana e a dare respiro alla difesa della patria. più che una vittoria militare fu una grande vittoria morale: La Francia rivoluzionaria dimostra di sapersi difendere nonostante la disorganizzazione delle sue truppe. la vittoria contribuì a dare una nuova forza alla rivoluzione a creare un clima nuovo in cui si inserisce il primo atto della convenzione: l’abolizione della monarchia e la proclamazione della Repubblica (21 settembre 1792). Si trattava ora di decidere la sorte del re: la convenzione voto alla condanna a morte di Luigi XVI, venne ghigliottinato il 21 gennaio 1793 e la regina Maria Antonietta subì la stessa sorte 9 mesi dopo, il 16 ottobre del 1793. LA PRIMA COALIZIONE (1793-95) L'esercito francese, con la vittoria di Valmy, riportò numerosi successi in Savoia virgola in Belgio e lungo il Reno. rispose allora la convenzione un nuovo problema politico. Infatti, mentre Robespierre voleva far cessare la guerra, tra i girondini si diffuse la teoria dell'esportazione della rivoluzione. questa tesi prevalse e fu avviata una politica di annessioni che prevedeva la conquista di territori fino alle frontiere naturali del reno e delle Alpi, con lo scopo di liberare questi paesi dai regimi assoluti. Inoltre, molti sovrani stranieri incominciarono a temere per la sorte del loro trono e perciò si unirono all'Austria e alla Prussia nella guerra contro la Francia. Sorse così per l'iniziativa dell'Inghilterra la PRIMA COALIZIONE (1793-95), un'alleanza antifrancese alla quale aderirono, oltre all'Inghilterra, la Prussia, l'Austria, la Russia, la Spagna, il Regno di Sardegna, il granducato di Toscana, lo stato della Chiesa e il regno di Napoli. La coalizione, nel corso del 1793, risultò vittoriosa e riuscì a togliere la Francia le terre di recente annessione. LA RIBELLIONE NELLA VANDEA Il fenomeno più grave che la convenzione dovette fronteggiare fu la ribellione della vandea, un dipartimento della Francia occidentale (rivolta contadina nel momento in cui la convenzione introdusse la leva obbligatoria). In vandea, 1793, i contadini diedero vita ha un enorme violento movimento armato contro rivoluzionario Inneggiante a Dio e al re. Erano delusi dagli scarsi progressi economici e sociali della rivoluzione erano accettavano la politica anticlericale che andava contro le loro tradizioni di religiose. Ai contadini si unirono bella la protesta i nobili e il clero refrattario. La ribellione dei vandeani si protrasse per alcuni anni e contribuì a indebolire i governi rivoluzionari. Il caso della vandea fu il segno più evidente della frattura fra i contadini e la rivoluzione. La guerra, la crisi economica, la vandea misero in difficoltà i girondini, ormai troppo deboli e isolati per continuare a governare, n causarono la sconfitta politica. Fra marzo e maggio 1793, parallelamente alla crisi dei girondini, maturo l'affermazione dei giacobini. In questa fase si inizia a delineare quella che è la dittatura giacobina e quindi il periodo del GRANDE ERRORE. Nel 1793-94 inizia la dittatura giacobina favorita dal comportamento dei sanculotti che si vogliono liberare dei girondini che sono espressione dell’alta borghesia e vogliono dare una configurazione democratica/repubblicana alla rivoluzione. 6. IL TERRORE LA SCONFITTA DEI GIRONDINI Nel 1793 il conflitto fra girondini e giacobini si fece inconciliabile. Fra Marzo Aprile la convenzione adottò alcuni provvedimenti eccezionali: tra l'altro, venne istituito un tribunale rivoluzionario per giudicare i sospetti e fu fissato il prezzo massimo per i cereali e la farina. il 2 giugno 1793 i sanculotti insorsero. la convenzione venne circondata dalla folla che chiese l'arresto di 30 deputati girondini. da quel momento la convenzione fu dominata dai giacobini. COSTITUZIONE DEL 1793 Il 24 giugno 1793 la convenzione approvò la nuova costituzione che, rispetto a quella del 1791, conteneva novità: suo esercito nel territorio austriaco, giungendo fino a LEOBEN. Contemporaneamente dichiarò guerra a Venezia e se ne impadronì. Per concludere la pace con l'Austria firmò il trattato di Campoformio (17 ottobre 1797). secondo questo trattato l'Austria rinunciava al Belgio e alla Renania e cedeva la Lombardia riconoscendo la Repubblica cisalpina. In cambio otteneva da Napoleone il territorio di Venezia. Nel giugno 1797 venne proclamata la Repubblica ligure e la Repubblica elvetica. Nel Febbraio del 1798 l'esercito francese invase lo stato pontificio dando vita alla Repubblica romana. IL COLPO DI STATO DI 18 FRUTTIDORO Data l’instabilità politica, il 4 settembre 1797 il direttorio, con un colpo di Stato affidò il potere a un triumvirato che impose leggi eccezionali contro gli oppositori politici e limitò la libertà di stampa. LA SPEDIZIONE IN EGITTO La Gran Bretagna era rimasta l'unica avversaria della Francia. La conquista dell'Egitto avrebbe permesso alla Francia di controllare i traffici nel Mediterraneo. Inoltre, la Francia si sarebbe rassicurata una base per un'eventuale espansione nel Medio Oriente. La Francia nel 1798 tentò di conquistare l'Egitto per danneggiare i commerci della Gran Bretagna, rimasta l'ultima avversaria, ma la flotta di Napoleone venne distrutta dall'inglese Nelson il 1° agosto del 1798. Approfittando delle difficoltà della Francia, l'Inghilterra organizzò la SECONDA COALIZIONE (1798), cui aderirono l'Austria, la Russia, il regno di Napoli e la Turchia, che controllava il territorio egiziano. la guerra così riesplose in Europa. Nel gennaio del 1799, il direttorio inviò un corpo di spedizione contro il Regno di Napoli, dando vita alla Repubblica PARTENOPEA. Subito dopo l'esercito austro-russo scatenano un'offensiva che costrinse i francesi ad abbandonare non solo i territori italiani, ma anche la Svizzera e la Renania. Nell'agosto del 1799, Napoleone ormai consapevole del fallimento di questa spedizione, intraprese un rientro in patria. IL COLPO DI STATO BRUMAIO Intanto in Francia, l'andamento sfavorevole della guerra indebolì ulteriormente il governo all'interno del direttorio maturò l'idea di un nuovo colpo di Stato che consentisse di modificare la costituzione in senso autoritario. Napoleone appariva a tutti l'uomo giusto per questa impresa grazie alla sua intraprendenza ed il prestigio di cui godeva grazie ai successi militari. il colpo di Stato fu organizzato con cura. Venne diffusa la notizia, falsa e infondata virgola di un complotto giacobino. Così il 18 brumaio (9 novembre 1799) il direttorio venne sciolto e il governo venne affidato a tre Consoli, dei quali il più potente erano lo stesso Napoleone. Vennero costituite due commissioni con l'incarico di elaborare una nuova costituzione. con questo colpo di Stato crollarono i principi della rivoluzione ma non si tornò all’ l'antico regime: Napoleone contrastò i tentativi di radicalizzazione democratica ma anche la controrivoluzione aristocratica.
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