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La seconda rivoluzione industriale: dalla manifattura artigianale alle grandi industrie, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

La seconda rivoluzione industriale, che coinvolse tutta l'Europa e gli Stati Uniti, e portò alla diffusione della catena di montaggio, dell'elettricità e del petrolio. Venne introdotta la produzione in serie e si formarono la classe operaia e il capitalista industriale. Inoltre, si registrarono importanti scoperte in campo medico e scientifico, che migliorarono le condizioni igienico-sanitarie e alimentari e contribuirono all'aumento della popolazione.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 11/11/2022

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enza-cirillo-1 🇮🇹

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Scarica La seconda rivoluzione industriale: dalla manifattura artigianale alle grandi industrie e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE PRIMA Lo sviluppo industriale è limitato all’Inghilterra ed è caratterizzato dall’uso del carbone e della macchina a vapore. Fino ai primi decenni dell’Ottocento, l’industrializzazione era diffusa soprattutto in Inghilterra dove ebbe inizio intorno al 1770. Gli altri Paesi europei scoprirono solo più tardi il vantaggio della produzione meccanizzata. In Inghilterra il passaggio dalla manifattura artigianale alla fabbrica era stato favorito dal dinamismo delle classi sociali che potevano accedere alla disponibilità di capitali, dalla possibilità di godere di un vasto mercato di colonie e da un sistema politico liberale che non interferiva negli scambi. In Inghilterra, inoltre, si erano realizzate profonde innovazioni tecnologiche, soprattutto nel settore tessile-manifatturiero: • vi fu l’invenzione fondamentale della macchina a vapore alimentata a carbone, che permise di ridurre i tempi e i costi di produzione. • Infine la presenza sul territorio inglese della principale fonte energetica, il carbone, contribuì alla diffusione dell’industria. L’ Inghilterra dunque si presentò come il Paese trainante, il primo nel processo dell’industrializzazione dell’ Europa e, almeno per un secolo, potè godere dell’ampio vantaggio economico di questo primato. DOPO L’industrializzazione coinvolge tutta l’Europa e gli Stati Uniti, utilizza il petrolio e introduce la catena di montaggio. Il processo di industrializzazione ebbe una seconda fase che gli storici definiscono «seconda rivoluzione industriale»: si realizzò intorno alla fine del XIX secolo, coinvolse tutti i Paesi europei e anche nuove potenze come gli Stati Uniti e Giappone. La seconda rivoluzione industriale pose fine alla supremazia inglese nel settore produttivo e di conseguenza aprì una competizione fra le diverse potenze industriali, mettendo in concorrenza Inghilterra, Francia, Germania e Stati Uniti. Gli aspetti che caratterizzano questa nuova fase dell’industrializzazione riguardano le fonti di energia e l’organizzazione del lavoro: • Il petrolio e l’applicazione dell’elettricità sostituirono il carbone. • La catena di montaggio che cambiò completamente il modo di produrre e la vita del lavoratore. Furono gli Stati Uniti i primi a utilizzare la catena di montaggio, un’ organizzazione del lavoro che riduce sensibilmente i tempi e i costi, e consente una produzione in serie dei beni di consumo. La seconda rivoluzione industriale rappresenta una svolta decisiva nella storia dell’umanità perché modificò non solo il sistema economico, oramai aperto a una concorrenza mondiale tra le potenze industriali, ma creò nuove ideologie sociali, introdusse nuovi stili di vita e di consumo tra le popolazioni. Parallelamente ai trasporti, anche le comunicazioni si fecero più veloci e intense. La scoperta dell'elettromagnetismo con l'invenzione del telegrafo prima e del telefono poi, permisero le prime comunicazioni intercontinentali. Questo tipo di comunicazione ebbe un ruolo decisivo per il graduale sviluppo dell'interdipendenza tra i vari stati del pianeta. Sarà soprattutto la successiva invenzione del telefono (1860) e la sua diffusione su larga scala che porteranno ad una vera rivoluzione nel campo delle comunicazioni, imprimendo in poco tempo uno sviluppo totalmente nuovo nelle interrelazioni sociali e commerciali tra gruppi e individui. TRASPORTI E COMUNICAZIONI I trasporti nella seconda metà dell'Ottocento divennero molto più sviluppati e complessi. Il sistema ferroviario ebbe un accrescimento senza precedenti; in alcuni paesi le ferrovie ebbero un incremento del 90%: negli Stati Uniti si passò da 15.000 km di linee ferroviarie a più di 150.000 km. L'enorme sviluppo del trasporto ferroviario rivoluzionò in breve tempo i commerci e la possibilità di movimento delle popolazioni interessate, divenendo a sua volta un potente elemento di accelerazione e moltiplicazione dello sviluppo economico delle aree raggiunte dal servizio. La costruzione di ferrovie a raggio transcontinentale ebbe un'enorme influenza nello scambio delle merci poiché si ridussero notevolmente i costi sino ad allora molto alti per il trasporto via terra. Inoltre in alcune delle più importanti città europee ed americane, si ebbe la costruzione delle prime metropolitane, fra le quali quelle di Londra e Parigi, che permetteva di spostarsi facilmente all'interno delle aree urbane, enormemente accresciutesi già dopo la prima rivoluzione industriale. CORRENTE DI PENSIERO: IL POSITIVISMO Le grandi scoperte scientifiche e le novità in tutti i settori provocarono un’ondata di ottimismo senza precedenza nei confronti dell’ avvenire del genere umano. La fiducia nei confronti della scienza e della tecnica divenne una vera e propria fede. Nel contempo Charles Darwin (1809-1882) sulla base degli studi e delle osservazioni da lui compiuti, soprattutto nel lungo viaggio scientifico intorno al mondo dal 1831 al 1836, perveniva a formulare una rivoluzionaria teoria biologica: l’evoluzionismo. Secondo Darwin, la natura è dominata da due leggi fondamentali tra loro strettamente collegate: la «lotta per la vita» e la «selezione naturale». Dalla lotta per la vita deriva la selezione naturale che consente la sopravvivenza solo di quegli individui in grado di adattarsi meglio all’ambiente; tutti gli altri sono condannati all’estinzione. Inoltre tutte le forme di vita sono il risultato di graduali mutazioni delle specie, da forme primitive a forme più complesse. Ciò vale anche per l’uomo che dunque discende da animali inferiori. Nel 1871 Darwin pubblicò «L’origine dell’uomo» in cui mise in evidenza le prove riguardanti la discendenza dell’uomo da antenati scimmieschi: in altri termini, l’uomo e le scimmie antropomorfe (gorilla, scimpanzè, orango) avrebbero antenati comuni. Questa teoria presentava l’uomo come un animale in grado di evolversi sempre di più, dunque la fiducia nel progresso dell’umanità veniva esaltata. Il clima culturale che ne scaturì prese il nome di «positivismo», termine coniato dal filosofo francese Saint-Simon (1760-1825) per indicare la validità delle scienze sperimentali, definite «positive» in contrapposizione alle astratte filosofie allora dominanti. CRESCITA URBANA La fine del XIX secolo l'industria aveva quasi sostituito l'agricoltura, che fino ad allora era stata la principale risorsa economica di molte nazioni. Milioni di persone si trovarono a vivere e lavorare in enormi centri industriali dove le condizioni di vita erano discutibili, la maggior parte degli stabilimenti era male aerata e male illuminata, il lavoro era spesso pericoloso, gli orari gravosi ed i salari molto scarsi. Peggio di tutti stavano le donne ed i bambini, costretti a lavorare in condizioni pressoché di schiavitù. Per andare incontro alle necessità dell'industria furono introdotte delle innovazioni tecniche che permisero la nascita di grosse fabbriche che trasformarono in pochi decenni i borghi di campagna in fumanti centri industriali. I contadini e gli artigiani cercarono lavoro nel nuovo mondo industriale, divenuto ormai il carro trainante dell'economia. Nei centri sorti intorno alle fabbriche la popolazione aumentò rapidamente favorendo l'immigrazione interna dei contadini dalle campagne. A tutto ciò, non corrispose un adeguato e razionale sviluppo urbanistico, le città sorsero in modo caotico, si costituirono nuove abitazioni ovunque vi fosse spazio, causando così l'aumento smisurato ed incontrollato dei fitti. Le città industriali vennero in pochi anni circondate da enormi periferie sub- urbane, tetre e malsane, specialmente nel periodo anteriore alle scoperte medico-scientifiche. La rapida diffusione di questi centri ne rese impossibile la pianificazione, l'igiene era pressoché sconosciuta e la sovrappopolazione favoriva sempre più la criminalità e le malattie.
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