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Rivoluzione industriale, dalla prima alla quarta, Dispense di Storia

IDeale riassunto per istituti tecnici ad indirizzo nautico e meccatronica

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 13/01/2020

magdaru92
magdaru92 🇮🇹

4.7

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Scarica Rivoluzione industriale, dalla prima alla quarta e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! Le Quattro rivoluzioni industriali. PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Tra la fine del IX e l’inizio del XX secolo l’industrializzazione si diffuse in tutta Europa, si affermarono nuovi settori industriali: metallurgico e dell’acciaio, della raffinazione e dell’elettronica. I governi di Germania, Italia, Russia e Giappone per favorire l’affermarsi dei nuovi settori industriali affidarono alle industrie nazionali importanti commesse (grandi ordinazioni pagate con denaro pubblico) e adottarono politiche protezionistiche, cioè applicarono pesanti dazi doganali sulle merci provenienti dall’estero per favorire le industrie nazionali. Tali innovazioni cambiarono profondamente l’economia, la società e la politica degli stati. Al punto che gli storici identificano nel cinquantennio 1865-1915 una seconda rivoluzione industriale. La seconda rivoluzione industriale fu caratterizzata dal progressivo ingrandirsi delle industrie. Poiché la domanda di merci diventava sempre più elevata, gli imprenditori si accorsero che per soddisfare le richieste senza alzare i prezzi dovevano aumentare le quantità prodotte. In alcuni settori si formarono veri e propri monopoli industriali, la costruzione di grandi fabbriche richiese capitali e liquidità sempre più ingenti, capitali che furono forniti dalle banche. Un’altra fonte fondamentale di capitali fu la Borsa. Un aspetto importantissimo della seconda rivoluzione industriale fu la diversificazione delle fonti energetiche. Alla fine del IX secolo e all’inizio del XX si affermarono due nuove fonti energetiche: l’elettricità e il petrolio. La prima poteva essere trasportata a grandi distanze e non richiedeva minatori salariati perché non doveva essere estratta, anche il petrolio era più facile da estrarre. Pare, infatti, che questa nuova rivoluzione industriale favorisse la diminuzione dello sfruttamento minorile. I primi decenni del XX secolo portarono cambiamenti nel modo di produrre. Ci fu una crescita dei volumi di produzione. Il cambiamento sempre più rapido richiese un incremento nella rapidità della produzione: bisognava invadere il mercato con i nuovi prodotti proprio nel momento in cui essi erano più richiesti. La prima soluzione a queste esigenze fu tentata all’inizio del 900 nelle fabbriche di automobili americane di Harry Ford, dove fu applicata una nuova organizzazione del lavoro basata sulle teorie di Taylor, nota come Taylorismo. Tale teoria prevedeva che la lavorazione di un prodotto fosse suddivisa in diverse fasi, ognuna da svolgersi in un tempo prefissato, poi ogni operaio eseguiva soltanto i compiti che riguardavano la fase di lavorazione che gli competeva. Questo sistema prese il nome di catena di montaggio. Alla fine dell’Ottocento gli stati europei promossero grandi opere di ingegneria e meccanica, che videro l’impiego di un gran numero di persone. Le grandi opere avevano due obiettivi principali: esaltare la potenza della nazione che le ospitava, facilitare le comunicazioni, l’industria e il commercio. Ad esempio, la Statua della Libertà a New York esaltava i valori di libertà e democrazia, che gli Stati Uniti offrivano agli immigrati europei. La Torre Eiffel di Parigi era al tempo stesso un simbolo della potenza industriale e meccanica della Francia e un’immensa scultura moderna. Tra le grandi opere di questi anni troviamo il Canale di Suez e il Canale di Panama, destinati a facilitare il commercio internazionale. A fine 800 nacquero il telefono, la radio, il ciclostile e la macchina per scrivere. Tra gli inventori di questo incredibile periodo, troviamo Tomas Edison, il più ingegnoso inventore del secolo e forse di sempre. A lui dobbiamo due invenzioni che hanno cambiato la vita quotidiana: la lampadina e il grammofono. Questo grande progresso generò diverse reazioni. Molti si dissero positivisti, poiché vedevano nel futuro una grande occasione evolutiva. Altri invece, descrissero situazioni ben diverse, come nel caso di Verga. Egli, anziché essere entusiasmato da questo progresso, pensava potesse rovinare e inghiottire la povera gente. Appunto,
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