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Rivoluzione inglese: La Transizione dal Regno di Giacomo I a Carlo I - Prof. Andretta, Sintesi del corso di Storia Moderna

Fine dinastia Tudor, ascesa Giacomo I Stuart al trono di Inghilterra e Scozia. Giacomo I cerca di mantenere controllo chiese anglicane e irlandesi, ma il Parlamento chiede richieste. Figlio Carlo I desidera matrimonio con principessa di Spagna, ma Parlamento non condivide. Guerra dei Trent'anni e polarizzazione religiosa aggravano situazione. Carlo I impone uniformità anglicanesimo e convoca Parlamento per fondi guerra. Parlamento legifera in sua assenza e giustizia ministro Strafford. Carlo I recluta volontari e iniziano guerre civili tra re, chiesa anglicana, cattolici e nobiltà, e parlamentari puritani, gentry, borghesia, Londra e sud-est.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 14/12/2019

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Scarica Rivoluzione inglese: La Transizione dal Regno di Giacomo I a Carlo I - Prof. Andretta e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Rivoluzione inglese: Alla morte di Elisabetta I, nel 1603, ed essendo senza eredi la dinastia Tudor finisce e come nuovo Re c’è Giacomo I Stuart, VI Re di Scozia e I Re d’Inghilterra. Il nuovo Re è stato educato alla fede protestante ed egli si trova, per diritto dinastico, a succedere una regina che ha appoggiato la rivolta scozzese contro la madre avendo poi fatta giustiziare accusandola di complotto nel 1587. L’Inghilterra e la Scozia che Giacomo governa,sono realtà differenti: - la Scozia è di fede calvinista ed è una vasto territorio non molto popolato e dedito all’allevamento; guidato da una forte nobiltà e un Parlamento e da una Chiesa calvinista. - L’Inghilterra,invece. è un paese in continua crescita, un’agricoltura ricca, una pastorizia fiorente e un artigianato attivo e soprattutto un commercio marittimo in espansione. Il Parlamento inglese è diviso in due Camera (Lords e dei Comuni) e ha una solida tradizione di intervento nella direzione politica del regno. La Chiesa anglicana, di cui il capo supremo è il sovrano, costituisce un fondamentale caposaldo del potere della corona, che ne nomina i vescovi. Salita al trono dopo Maria Stuart (1542-1567) Elisabetta aveva messo in atto un compromesso che delineava una Chiesa anglicana protestante nella dottrina teologica ma vicina al cattolicesimo nell’organizzazione e nella liturgia. In seguito aveva ricostruito l’identità della Chiesa nazionale inglese a partire da quella irlandese, modellata su quella anglicana. 14.1 L’INGHILTERRA DI GIACOMO I STUART Tentare di introdurre uniformità religioso in una realtà diverse è un compito difficile e per un sovrano la ricerca di un uniformità religiosa, al di là del proprio credo, tra i sudditi appare in quel tempo un dovere imprescindibile. Inoltre è diffusa la convinzione che la compresenza di diverse fedi conduca alla distruzione del regno. La cultura del re scozzese che era portata, per tradizione, a considerare il potere monarchico donato da Dio. Perciò, il re non era disposto a scendere a compromessi con un Parlamento con grossi poteri come era quello inglese e quindi attuò una monarchia assoluta. Inoltre introducendo i vescovi nella Chiesa calvinista scozzese e operano varie correzioni volte ad aumentare il controllo del sovrano nelle Chiese anglicane e irlandese, egli evita di aprire un dibattito , tollerano in pratica forme di culto eterodosse. In quanto ai cattolici la repressione non va oltre a una severa riscossione delle multe a chi deserta la messa di rito anglicano. Ciò non ferma le manovre delle potenze cattoliche volte a istigare i sudditi irlandesi. Da ciò viene scoperta la congiura, detta ‘’ complotto delle polveri’’ volta a uccidere il re e a provocare una strage in Parlamento nel 1605. Da qui i rapporti tra la monarchia e le minoranze protestanti e cattoliche si erano deteriorati. Sin dal suo arrivo a Londra, il nuovo sovrano ha rapidamento sperimentato la distanza che separa il mondo scozzese a quello di una grande metropoli pienamente inserita nel travaglio della politica europea. Questa distanza è rilevabile negli aspetti culturali e comportamentali. I sudditi inglese sono rimasti sfavorevolmente colpiti dai modi scarsamente regali dal re e dalla sua folla di giovani amici scozzesi, dediti alla caccia e ai bagordi. La scelta di Giacomo I di affidarsi a Robert Cecil, ministro favorito di Elisabetta I, costituisce una garanzia per le classi dirigenti inglese che guardava con sospetto alle stravaganze della nuova corte. Infatti il mutamento di stile è data dalla liberalità del monarca, che tende a spendere senza controllo e a retribuire con generosità gli uomini che lo circondano. Le principali entrate finanziarie della corona sono costituite dalla rendita delle terre regie,dagli incassi di una serie di tariffe doganali e dai proventi di diritti di origine feudale. Questi redditi si ritiene che devono essere sufficienti in tempi di pace e viceversa in caso di guerra o di necessità straordinarie, dove il Parlamento può votare nuovi sussidi per coprire le maggiori spese. Il nuovo sovrano vede come al problema religioso si somma il carattere complesso dei propri domini: Inghilterra e Scozia che non formano un regno unito ma solo un unione dinastica insicura. Tuttavia il Parlamento indirizza al sovrano richieste e lamentele trattandosi di una funzione di garanzia e di controllo, vista come diritto dei sudditi per l’orientamento della politica regia. Diritto che discende dall’antica costituzione inglese: common law. Ed è per questo motivo che il Parlamento viene convocato solo quando è strettamente necessario. L’inflazione ha reso insufficiente gli introiti statali, anche dal fatto che Giacomo non aveva rispettato il rigore finanziario. La vendita di uffici,onori e di titoli costituisce un rimedio parziale al deficit. Il sovrano si trova obbligato a chiedere nuove tasse al Parlamento, restio a concedere. Ciò dipende dalla diversa visione che il nuovo re ga del ruolo della nazione nella politica europea: - Con Elisabetta I l’inghilterra aveva rappresentato l’alfiere della lotta anti asburgica e il principale sostegno nelle rivolte protestanti - Giacomo ambisce a fare dell’Inghilterra un elemento di mediazione e pacificazione nella scena politica europea. Le ragioni di tale atteggiamento sono molteplici e complesse: Partiamo dal presupposto che la via attraverso cui la Francia era uscita dalla lunga fase delle guerre di religione aveva sancito il mantenimento del cattolicesimo come religione di stato, con l’editto di Nantes, e si era arrivati alla convinzione di un modello possibile di convivenza tra i sudditi di diversa fede. In un secondo luogo la stabilizzazione della situazione interna francese di Enrico IV configura la polarizzazione politica (L'orientarsi verso un centro esclusivo di interesse) tra Francia e Spagna rispetto alla quale l’Inghilterra non poteva restare in silente mantenendo un atteggiamento generale di opposizione al mondo cattolico. Giacomo I però aspira per il figlio Carlo un matrimonio di rango, sia per ragione di prestigio dinastico e sia protestantesimo, utile per rafforzare il potere della gerarchia episcopale e dell’autorità regia. Giacomo I la favorisce senza un eccessivo coinvolgimento ma Carlo I mira a farne il punto di mediazione del complicato puzzle religioso nei suoi regni. Un prelato (membro del clero secolare) di orientamento arminiano William Laud viene nominato arcivescovo di Canterbury. Sotto la sua guida la Chiesa d’Inghilterra interrompe quel processo che l’ha vista evolversi, sul piano liturgico in senso protestante. I comportamente eterodossi sono repressi e si tende a dare uniformità al culto. Ciò provoca la fuoriuscita dall’anglicanesimo di gruppi che non tollerano il mantenimento e il rafforzamente di elementi del rituale che ricordano la liturgia cattolica. Alle pratiche di non conformità, che con Giacomo I erano sporadiche, con Carlo I aumentano con la radicalizzazione della predicazione puritana, il proliferare delle sette e la tendenza a emigrare in America del Nord,in quella Nuova Inghilterra vista come una sorta di terra promessa. La polarizzazione della scena politica con il sovrano svedese a fianco dei principi tedeschi nella guerra dei Trent’anni nel 1630 non aiuta la serenità in quegli anni dove il un momento di duro contrasto politico-ideologico l’arminianesimo in versione inglese finisce per apparire una specie di crypto cattolicesimo, idee avvalorata dalla scelta della politica estera di Carlo I filospagnola, rovesciando il tradizionale appoggio alle Province Unite. Carlo I non si limita a imporre maggiore uniformità all’anglicanesimo ma è intervenuto sulle Chiese d’Irlanda e Scozia: - In Irlanda, il conte di Strafford ha respinto le tendenze presbiteriane e ha riformato la Chiesa d’Irlanda su base del modello anglicano - In Scozia: Nel 1638, di fronte al tentativo di Carlo di estendere il rito anglicano con il libro di preghiere agli scozzesi presbiteriani, la Scozia di ribellò tanto che i vescovi crearono una lega armata. In tutta risposta Carlo I invia una spedizione militare per sottomettere i militare. Se in un primo momento per i finanziamento non convocò il Parlamento, quando la situazione precipitò quando il sovrano propose delle riforme, fu costretto a convocare il parlamento per chiedere denaro per la guerra. 14.4 UNA GUERRA CIVILE Il 13 aprile 1640 alcuni deputati sono sospettati da Carlo I per essere d’accordo con gli scozzesi, chiedendo prima di discutere delle proprie lamentele sulla direzione degli affari pubblici e poi le richieste finanziarie per la guerra agli scozzesi. Tale direzione fa sì che il sovrano, dopo appena tre settimane, di licenziare il parlamento e alcuni leader delle due camere furono arrestati. Nel frattempo vengono fissati nuovi canoni per la Chiesa inglese, che riprendo le idee di Laud verso la cattolicizzazione della Chiesa anglicana e per autorizzare poi, con la violazione della legge, un sussidio finanziario. Le trattative avviate per una pacificazione con gli scozzesi sono a un punto morto e quest’ultimi chiedono una forte risarcimento per coprire i costi della guerra. Per poter pagare l’indennità di guerra, il re è costretto a convocare il Parlamento nel novembre 1640 che riesce a ottenere: - Atto triennale(obbligo di convocazione ogni 3 anni) - abolizione del diritto del re di sciogliere le camere - abolizione della censura sulla stampa fioritura di pubblicazioni di argomento politico e/o religioso. L’azione parlamentare è appoggiata da una campagna popolare per la ‘’purificazione’’ della Chiesa inglese. Intanto in Parlamento il processo contro Strafford, considerato dai capi dell'opposizione parlamentare come uno dei principali responsabili della politica assolutistica di Carlo I, rischia di andare a monte in quanto non c’erano prove sufficienti, fu così che allora il parlamento emise un decreto di colpevolezza per tradimento, procedimento che consente la condanna senza processo se con la firma del sovrano. All’indecisione del sovrano, il Parlamento organizza una manifestazione appoggiata dall’opinione pubblica londinese. Carlo I fu costretto a firmare e a far giustiziare il suo ministro. A questo punto l'assemblea prese altri provvedimenti che abolivano i tribunali speciali, vietano l'imposizione di nuovi tributi senza l'assenso parlamentare, l'arresto dei sudditi senza processo. Inoltre in Parlamento ci sono due linee di idee politiche sul potere del sovrano: - ritorno alla normalità dei ruoli: il Parlamento dovrebbe lasciare il governo nelle mani del re e dei suoi consiglieri e limitarsi a svolgere le tradizionali funzioni di controllo e avviso. - mantenimento di una condizione di tutela da parte del Parlamento nei confronti di un sovrano che ha ripetutamente mostrata una tendenza autoritaria e filo cattolica Improvvisamente, nell’autunno del 1641, lo scoppio di una rivolta cattolica in Irlanda sconvolge questi equilibri. Una rivolta di contadini e proprietari cattolici, che massacrarono coloni protestanti inglesi e scozzesi. Il re fu sospettato di aver fomentato la rivolta per modificare il quadro politico e ottenere il reclutamento di un esercito di cui si sarebbe poi servito per sconfiggere il Parlamento. Fu, in conseguenza, presentata la ​Grande rimostranza​ che chiedeva il controllo del reclutamento degli eserciti e delle nomine ministeriali. Il 4 Gennaio 1642 il re tentò il colpo di Stato irrompendo nel Parlamento con una schiera di armati. L'insuccesso fu completo e i capi dell'opposizione riuscirono a fuggire e la cittadinanza londinese si scatenò in furiose manifestazioni. Carlo I dovette abbandonare la capitale. Mentre il Parlamento legifera in sua assenza, Carlo I decide di dare avvio alla prova di forza reclutando, nell’estate ​1642,​ un eserciti di volontari: l’inizio della guerra civile, che vide contrapporsi: - Il re con la Chiesa anglicana, i cattolici e la grande nobiltà (le regioni del Nord e Sud-Est del paese) - I parlamentari puritani con la gentry( Piccola nobiltà di campagna o formata da ufficiali), , la borghesia, la città di Londra, Est e il Sud- Est 14.5 LA SCONFITTA DI CARLO I E LA PROCLAMAZIONE DEL COMMONWEALTH Inizialmente il re ottenne delle vittorie, ma la situazione cambiò quando Oliver Cromwell, membro dell'ala puritana del parlamento, prese le redini dell'esercito rivoluzionario composto dalle teste rotonde (i puritani che portavano i capelli tagliati corti attorno alla testa in contrasto con la moda di corte che privilegia i capelli lunghi) Cromwell creò un nuovo modello di esercito, caratterizzato da un'organizzazione interna democratica (paga elevata, divieto di saccheggio, intensa religiosità e fede nella causa per cui si combatte) e da una forte disciplina. Esercito così innovativo che nel 1644 e nel 1645 sconfisse le truppe regie nell'Inghilterra del Nord. E nel 1647 il re si arrende alle truppe scozzesi che lo consegnano al Parlamento. Il panorama politico inglese cambia notevolmente dall’inizio della guerra civile. La scena politica non è racchiusa nel palcoscenico cortigiano e neppure in quello parlamentare. Ci sono elementi nuovi,segno di un allargamento della partecipazione politica di soggetti che tradizionalmente sono stati esclusi, l’Esercito. Tra le fila dell’esercito si apre un dibattito politico sul nuovo assetto istituzionale, il rapporto tra Chiesa e Stato, delle radici e legittimità dell’autorità. Si confrontano tre principali posizioni: 1. si limita alla ‘’purificazione’’ dei residui liturgici cattolici e punta a difendere le linee elisabettiane con la struttura ecclesiastica e il tradizionale ordinamento ecclesiastico 2. I presbiteriani sono per una soluzione di compromesso: rinuncia all’assolutismo da parte del sovrano, rispetto delle prerogative del Parlamento, riforma in senso calvinista della Chiesa di stato 3. congregazionalista: volevano una chiesa indipendente dallo stato, chiesa intesa come congregazione di credenti. A fianco a questa si posizionano coloro che non si sentono rappresentare nella Chiesa nazionale e che rivendicano la libertà di culto ( i separatisti) Se durante la guerra civile nel 1644-45, l’assemblea non è arrivata a un compresso. Dopo il 1646 la divergenza è ulteriormente allargata non trovando in nessun modo un punto d’incontro in quanto c’è la moltiplicazioni dei gruppi religiosi che davanti all'esplosione propagandistica di questi movimenti il dibattito religioso si sposta dall’organizzazione della Chiesa a quello dei limiti della tolleranza religiosa. Uno dei movimenti separatisti più importanti sono i Livellatori che posizioni diametralmente opposte che prevedono: principio della sovranità popolare, abolizione della monarchia, abolizione della Camera dei Lords (in quanto non eletta dal popolo), assoluta libertà di coscienza in campo religioso. Guidati da Overton e Lilburne. La difesa delle loro idee, e soprattutto del principio della sovranità popolare, porta i livellatori ad entrare in conflitto con il Parlamento.
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