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La Rivoluzione Russa: Collasso Regime Zarista e Nascita Primo Stato Socialista, Appunti di Storia

La rivoluzione russa segna la fine del regime zarista e la nascita del primo stato socialista in europa. Nel 1900, la russia era il paese più arretrato d'europa, con poche industrie, agricoltura praticata con metodi arcaici e un governo autocratico. La situazione si aggravò con l'ingresso in guerra dell'impero russo, che portò a carestie e disoccupazione. La prima fase della rivoluzione, nel 1917, vide lo sciopero generale a pietrogrado, la caduta del zar e la formazione di un governo provvisorio. Nel periodo successivo, vi furono due poteri in russia: il governo moderato e liberale, e i soviet, un consiglio di operai e contadini. La seconda fase, la rivoluzione d'ottobre, vide il potere passare nelle mani dei bolscevichi e la proclamazione della repubblica sovietica. Lenin instaurò un potere personale quasi dittatoriale e la russia dovette affrontare una vera e propria guerra civile.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 27/05/2019

AliaBBc
AliaBBc 🇮🇹

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Scarica La Rivoluzione Russa: Collasso Regime Zarista e Nascita Primo Stato Socialista e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! La Rivoluzione Russa Con la rivoluzione russa crolla il regime zarista e nasce il primo paese socialista. Nel 1900 la Russia era il paese più arretrato d'Europa, le industrie erano rare, l'agricoltura era praticata con sistemi arcaici e il governo era autocratico esercitato dagli zar (Romanov). Ad aggravare questa situazione fu l'ingresso in guerra dell'impero russo. Lo zar credeva di vincere la guerra puntando sul numero: arruolò milioni di contadini, ma così facendo, i contadini furono sottratti al lavoro nei campi (carestia, non c'erano prodotti agricoli). Le poche industrie presenti producevano materiale bellico, mancavano quindi anche i prodotti industriali. Il tenore di vita, già arretrato, diventò preoccupante: si diffuse la disoccupazione, i licenziamenti e i salari divennero sempre più bassi. Si creò una grande tensione sociale, che portò allo scoppio della I fase della rivoluzione. FASE I: Si svolse nel mese di Febbraio del 1917, per noi però era Marzo: l’Europa aveva il calendario “gregoriano”, i russi quello “giuliano”, che era 13 giorni indietro. Quindi mentre per noi era il 5 Marzo, per loro era il 20 febbraio. Il calendario russo si allineò a quello europeo nel 1918. La capitale della Russia, a quel tempo, era San Pietroburgo (Mosca lo diventa nel 1924). Nel 1914 la Russia era in guerra, ma “burgo” è una parola tedesca e la Russia non voleva una capitale che contenesse una parola tedesca, cos’ la chiamarono Pietrogrado. Dopo la rivoluzione russa salì al potere Lenin e diventò Leningrado; nel 1923 salì al potere Stali e diventò Stalingrado; dopo la morte di Stalin tornò ad essere San Pietroburgo. A Pietrogrado fu indetto uno sciopero generale: la città fu paralizzata e le fabbriche occupate dagli operai. Lo zar inviò un contingente dell’esercito per reprimere queste manifestazioni, ma inaspettatamente i soldati si unirono allo sciopero. Lo zar (Nicola II Romanov) cercò allora di abdicare, cioè di cedere il trono al fratello Michele, il quale rifiutò. La famiglia reale venne arrestata e si formò un governo provvisorio, presieduto dal principe L’Vov e formato da ministri liberali e moderati del partito dei cadetti. Faceva parte di questo governo un solo socialista: Kerenskij. In questo periodo (dopo la prima fase, tra febbraio e ottobre) in Russia vi erano due poteri (“dualismo di potere”): • Moderato e liberale del governo provvisorio; • I Soviet I Soviet erano un consiglio di operai e contadini che intendevano dare voce ai ceti più bassi della popolazione. I socialisti erano divisi in due correnti: • Corrente Riformista = moderata, si limitava a chiedere riforme che migliorassero le condizioni di vita dei lavoratori, ma non sostenevano la rivoluzione, cioè una lotta di classe tra proletariato e borghesia capitalista; • Corrente Rivoluzionaria = radicale, si ispirava alle idee di Marx, non intendeva aspettare passivamente delle riforme dalla borghesia, ma sosteneva che il proletariato dovesse portare avanti una lotta di classe contro la borghesia per instaurare una società senza classi, socialista o comunista. In Russia c’erano ugualmente socialisti riformisti e rivoluzionari: i riformisti erano i menscevichi (la minoranza), i rivoluzionari erano i bolscevichi (la maggioranza). Il leader dei bolscevichi era Vladimir il’ic, detto Lenin, che era dovuto fuggire dalla Russia per le sue idee rivoluzionarie e si era rifugiato in Svizzera. Il governo provvisorio non intendeva ritirare la Russia dalla guerra perché temeva che firmando una pace avrebbe dovuto cedere molti territori. In questo periodo in Europa si diffuse il terrore che la rivoluzione russa si espandesse in altri stati. Ad Aprile Lenin rientrò in Russia e diffuse quelle che sono chiamate “le tesi di Aprile”: in queste tesi sosteneva la rivoluzione del proletariato contro la borghesia capitalista, in base alle idee di Marx. Queste tesi prevedevano inoltre la cessione di tutto il potere ai Soviet (di conseguenza l’eliminazione del governo provvisorio), la cessione delle proprietà terriere e delle industrie ai contadini e l’uscita della Russia dal conflitto mondiale. FASE II: “Rivoluzione di Ottobre” 25 Ottobre in Russia, 7 Novembre in Europa. Migliaia di bolscevichi armati e organizzati attaccarono il Palazzo d’Inverno di Pietrogrado (sede del governo provvisorio): senza spargimento di sangue, si impadronirono del potere, arrestando tutti i membri del governo tranne Kerenskij, che riuscì a fuggire. Fu proclamata la Repubblica Sovietica (ottobre 1917), il potere era nelle mani dei bolscevichi. Salì al potere Lenin e vi rimase fino al 1924 (anno in cui morì a causa di un ictus). Appena giunse al potere, Lenin chiese l’armistizio perché la Russia era in condizioni disperate. Nel 1918 fu firmata la Pace di Brest-Litovsk: la Russia dovette cedere la Finlandia, i paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) e l’Ucraina (“il granaio d’Europa”). Lenin decise di pagare questo prezzo per smobilitare l’esercito e rimandare gli uomini al loro lavoro, per riorganizzare lo stato e la ripresa economica. Il partito bolscevico, nel 1918, diventò Partito Comunista: nazionalizzò le banche (le tolse ai privati e le trasformò in proprietà dello stato), le principali industrie, confiscò le terre dello Zar e dei nobili e riconobbe l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Lenin instaurò un potere personale quasi dittatoriale: in Russia non tutti avevano accolto la rivoluzione in modo positivo, soltanto gli operai e i contadini, ma i nobili, gli industriali, i proprietari terrieri e il clero non sostenevano la rivoluzione (perché andava contro i loro interessi). Si arrivò ad una vera e propria Guerra Civile tra rivoluzionari e contro-rivoluzionari: • L’esercito dei rivoluzionari era l’armata rossa guidata da Trockij, insieme a Stalin i principali collaboratori di Lenin; • L’esercito dei contro-rivoluzionari era l’armata bianca, finanziata dai paesi monarchici europei, i quali temevano che la rivoluzione comunista si sviluppasse anche nei loro paesi. Dopo la Grande Guerra, la Russia dovette vivere anche questa terribile guerra civile che durò tre anni. Nel corso di questa guerra, la famiglia Romanov fu trucidata, per evitare un eventuale ritorno dello Zar al potere. Il Comunismo di Guerra La Russia era al collasso economico a causa della guerra mondiale e della guerra civile; i russi morivano di fame quando Lenin salì al potere e per la crisi dovette trovare dei provvedimenti economici che garantissero la sopravvivenza.
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