Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Rivoluzione scientifica in filosofia, Appunti di Filosofia

introduzione rivoluzione scientifica. Pensiero di Copernico, Tycho Brahe, Keplero, Bacone, Cartesio

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 01/03/2021

abdul101
abdul101 🇮🇹

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica Rivoluzione scientifica in filosofia e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! RIVOLUZIONE SCIENTIFICA Da Copernico a Newton La Rivoluzione Scientifica ha inizio con l’opera di Niccolò Copernico “De revolutionibus orbium coelestium” nel 1543 e ha fine con l’opera di Isaac Newton “Philosophiae naturalis principia mathematica” nel 1687. Nell’arco di 150 anni grazie al contributo di filosofi, astronomi e fisici si delinea una nuova definizione di scienza moderna ovvero un sapere metodologicamente fondato e pubblicamente controllato; la scienza non è l’esito di un’intuizione stravagante di un genio, richiede un metodo (si discuterà su quale sia il metodo), e bisogna formulare teorie che siano condivise con altre, c’è bisogno di un linguaggio comune e inequivocabile. Sia il metodo induttivo che il metodo deduttivo devono essere applicati alla scienza moderna: - Il metodo induttivo è ritenuto fondamentale perché non si può non partire dall’esperienza, è da essa che si parte sempre (il criterio di verità per la scienza non è più rappresentato dai libri ma dall’esperienza e dalla ragione); - Il metodo deduttivo è ritenuto fondamentale poiché grazie all’utilizzo della matematica, la realtà è misurabile; La rivoluzione scientifica afferma il principio dell’autonomia della scienza. Avviene un percorso di laicizzazione del sapere, non ci si accontenta più delle verità che imponevano le auctoritas. La scienza moderna afferma l’idea di un universo fisico come sistema governato da leggi casuali e strutturato in modo algebrico. La scienza moderna è il sapere oggettivo diretto all’individuazione delle leggi che governano i fenomeni naturali. Precisa il suo ambito e definisce le sue domande, il suo oggetto è la natura che è un insieme di fatti regolati da leggi. Le essenze, le sostanze e i fini vengono sostituiti da dati quantitativi e relazioni causali. La scienza moderna vuole essere conoscenza oggettiva del mondo naturale e capire come i fenomeni naturali avvengono senza interrogarsi sui perché, vuole scoprire la legge che regola questi fenomeni . Si basa sull’esperienza, è un sapere sperimentale; l’esperienza costituisce il momento osservativo della ricerca e pietra di paragone su cui misurare la veridicità delle ipotesi teoriche; i dati sono quelli misurabili e quantificabili e vengono raccolti dall’esperimento, momento nel quale vengono messe alla prova le ipotesi teoriche formulate per provarne la validità; nuovi esperimenti possono mettere in discussione i risultati che sono verità provvisorie. Queste verità costituiscono un sapere strutturalmente aperto (a cambiamenti) e progressivo. La scienza moderna è un sapere matematico, una scienza quantitativa che si fonda sulla misurazione. I fenomeni vengono quantificati e misurati con l’aiuto di strumenti adeguati e gli esperimenti vengono effettuati in condizioni definite (esigenza-->laboratorio). Il ragionamento scientifico assume quindi una forma rigorosa e deduttiva del ragionamento matematico. La magia contribuisce alla nascita della scienza moderna con la sua idea di dominio dell’uomo sulla natura e per concezione operativa; la magia è un sapere esoterico che permette di controllare le forze naturali assoggettandole ai propri scopi. La scienza moderna è il risultato della cooperazione tra gli studiosi che si scambiano i risultati delle loro ricerche (nascono le accademie scientifiche). Assume inoltre un orientamento pratico e operativo, non più teorico e contemplativo.  rapporto tra scienza e tecnica (uso di strumenti per ricerche) La conoscenza teorica si traduce in tecnologia al servizio dell’uomo, la conoscenza è lo strumento di cui l’uomo si serve per affermare il suo dominio sulla natura. Emerse il problema del metodo. Le riflessioni portano alla conclusione che deve essere fecondo e capace di garantire validità dei risultati conseguiti. Si dovevano trovare nuove regole e nuovi criteri del conoscere. Si tratta di definire dei criteri per un esercizio corretto e produttivo che conduca a una conoscenza certa/probabile; definire fasi in cui si divide il lavoro di ricerca: - Momento osservativo: raccolta dei dati e quantificazione - Elaborazione delle ipotesi - Verifica sperimentale delle ipotesi - Traduzione dell’ipotesi in una legge formulata in termini matematici C’è bisogno di un nuovo linguaggio che deve essere costituito da una terminologia scientifica chiara, precisa e rigorosa per evitare equivoci e fraintendimenti. Per favorire la comunicazione scrivono in latino. Con la rivoluzione scientifica viene definita una nuova immagine di natura che viene intesa non più come un grande organismo vivente ma come una macchina, è un sistema di fenomeni collegati da relazioni causali, regolari e uniformi che rispondono a leggi fisiche individuate dalla scienza. Il mondo fisico è ridotto ai principi elementari della materia e del movimento, si impone il meccanicismo. La rivoluzione scientifica inizia in ambito astronomico con il testo di Copernico “De rivoluzionibus orbium celestium”. Copernico contrappone il sistema eliocentrico a quello aristotelico-tolemaico geocentrico. GEOCENTRICO: l’universo è sferico, unico, finito e chiuso dal cielo delle stelle fisse che costituisce il limite estremo. Lo spazio è diviso in due zone distinte, una sfera celeste e una sfera terrestre. I corpi celesti sono costituiti di etere. Gli astri si muovono di un eterno moto circolare uniforme, un moto perfetto ma --> moto di Marte è bizzarro, è un moto retrogrado. C’è un ordine che rimanda ad un piano provvidenziale. Per spiegare l’irregolarità del moto di Tolomeo, Copernico introduce il sistema degli epicicli deferenti: i pianeti non descrivono semplici cerchi intorno alla terra ma si muovono di moto circolare intorno a un punto collocato sull’orbita che descrive intorno alla terra, la sua rotazione è un epiciclo. Questa dottrina contrasta i principi cosmologici di Aristotele, l’astronomia, la fisica e la matematica vengono separate.  Nella pars costruens Bacone evince come bisogna individuare le cause attraverso un procedimento induttivo. È fondamentale riuscire a individuare la causa formale ovvero la forma propria (ultima natura, forza naturante, ipsissima res) cioè ciò che la individua e la rende diversa dalle altre cose. La scoperta di queste puù trasformare una sostanza in un'altra. Bacone vuole conoscere la mappa genetica. Per trovare ciò bisogna usare il metodo induttivo nel quale bisogna avere delle tabule in cui raccogliere dati. Queste tabule sono tre: - Presenza: in cui verranno annotati tutti i fenomeni in cui è presente la natura o l’oggetto di ricerca; - Assenza in prossimità: dove verranno riportati fenomeni analoghi a quelli precedenti in cui dovrebbe esserci la natura ricercata e invece non c’è; - Dei gradi: vengono indicati i casi con le varie intensità; Dopo aver fatto la raccolta dei dati attraverso le tabule si può eseguire la prima “vendemmia” (prima vindemiatio), quindi si effettua la prima ipotesi esplicativa o di forma. Poi si effettuano molteplici esperimenti (pre-rogatio). Mi trovo infine con due ipotesi e devo escogitare una istantia crucis. Questo è un esperimento cruciale e definitivo superato il quale si giunge a una conclusione (non usa mai la matematica). Bacone scrive la “Nuova Atlantide” che è uno scritto utopistico nel quale viene pensata una mitica città in cui si realizzi un locus amoenus che in questo caso è la collaborazione tra scienziati grazie alla quale si può costruire un miglior sapere. Bacone sottolinea il carattere induttivo ed empirico della rivoluzione scientifica, facendo un grande appello all’esperienza che risulta fondamentale. Lui era consapevole che il sapere andava riformato. Il suo limite però lo rappresenta l’assenza della matematica (è uno scienziato filosofo). CARTESIO 1596-1650 Muore in Svezia (a causa delle temperature) dopo essere stato convocato dalla regina; a causa di questa morte improvvisa lascerà molte opere incomplete. Cartesio è tutt’uno con la matematica e utilizza il metodo deduttivo. Sviluppa per la scienza il dualismo cartesiano ovvero la dottrina che ammette che esiste due realtà: la rex estensa (per il corpo) e la rex cogitans (per il pensiero). Queste due realtà sono parte di noi e non c’è la possibilità di pensare che siano in un rapporto di causa-effetto. Queste sono presenti soltanto in realtà della stessa natura. Cartesio era tormentato per la condotta della sua esistenza e tutto il suo bagaglio culturale doveva essere necessario per rassicurarlo nelle sue azioni. Dunque inizia a riflettere sulle qualità delle certezze e sulla loro origine. Questo lo renderà poco convinto e scoprirà che varie certezze cadono sotto l’uso della ragione. Il suo obbiettivo è quello di ricevere un fondamento sicuro per tutto il sapere umano. La conoscenza oggettiva deve essere chiara e distinta che ci permetta di esser fondati su basi certe (metafisiche) su cui far crescere un saldo tronco (fisica) da cui possano dirimersi ramificazioni di sapere (scienze) che dovranno necessariamente innestarsi su un modello/impianto adottato dalla fisica. Il sapere è uno solo ed è chiaro e specifico. Discorso sul metodo per arrivare alla conoscenza certa. Dubbio metodico: decide di sottoporre ogni parte del sapere a una immagine per verificarne la solidità. Secondo Cartesio bisogna adottare un metodo di lavoro che consiste nel seguire quattro regole: - Regola dell’evidenza: accettare per vero solo ciò che risulta chiaro e distinto ovvero evidente. Evidente è tutto ciò che non si può mettere in dubbio in quanto chiaro e distinto. Chiare sono le idee che vengono conosciute in modo dettagliato e completo, senza tralasciare elementi che le compongono. Distinte sono le idee ben limitate che non possono essere confuse con altre idee. Con questa regola Cartesio critica la filosofia precedente, in particolare la scolastica, poiché non era fondata, - Regola dell’analisi: affrontare i problemi complessi dividendoli in più parti possibili così da risolverli al meglio. I problemi complessi infatti si articolano in tanti più semplici, per questo occorre affrontarli procedendo dal complesso al semplice; - Regola della deduzione o evidenza mediata: condurre ordinatamente i pensieri partendo dalle cose più semplici fino a giungere gradatamente alle conoscenze più complesse. In questa regola si tratta di risalire dal più semplice al più complesso - Regola del controllo: enumerare tutti gli elementi dell’analisi così da essere sicuri di non aver tralasciato nulla, e rivedere di non aver fatto errori nella sintesi. Questa regola prescrive il controllo delle precedenti. La sintesi non mostra in quale modo si sia giunti alla scoperta di una verità complessa. L’analisi spiega diverse verità di cui è composta la verità complessa. L’enumerazione mira ad evitare una precipitazione quando si affrontano delle verità complesse. La revisione controlla la sintesi, l’enumerazione controlla l’analisi. Il metodo è dunque la “scienza mirabile” madre di tutte le altre scienze, in quanto il sapere umano è uno solo, espressione dell’uomo nelle sue diverse attività e si basa sulla intuizione e sulla deduzione. L’intuizione è un atto della mente che non necessità di nessun ragionamento e ci porta ad una certezza immediata; la deduzione è un vedere che richiede memoria poiché si fonda su vari passaggi mentali basati sull’intuizione e ci porta ad una certezza mediata. Cartesio si domandava che cosa potevamo conoscere senza alcun dubbio. Per rispondere a ciò applica il dubbio metodico ovvero pone ogni cosa dubbia. Come prima cosa si accorge che le conoscenze più comuni, quelle che derivano dai sensi, alcune volte possono ingannarci. La matematica è sempre vera (anche nei sogni) ma se fosse fondata su di un equivoco inventato da un genio maligno allora anche qui avremmo il dubbio. A questo punto si crea un dubbio iperbolico o universale e non può salvarsi nessuna certezza. Però per essere ingannato io devo esistere. Il dubbio quindi produce la prima verità chiara e distinta: cogito ergo sum (penso dunque sono). È il primo passo verso una conoscenza assolutamente vera fondata sull’evidenza dell’io esisto.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved