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ROMA dalle origini alla fine dell'impero, Appunti di Storia

Trattazione sintetica della storia di Roma - monarchia, repubblica e impero

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 27/02/2023

beatrice-giuliodori
beatrice-giuliodori 🇮🇹

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Scarica ROMA dalle origini alla fine dell'impero e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! ROMA DALLE ORIGINI ALLA REPUBBLICA LE ORIGINI DI ROMA Gli antichi storici fissano al 753 a.C. la fondazione di Roma sul Monte Palatino. Tra i vari villaggi latini sorti sui colli laziali, Roma divenne ben presto il più importante, grazie anche al fatto di essere sorta nei pressi del fiume Tevere, che rappresentava un’ottima via di comunicazione. Roma, infatti, poteva ricevere facilmente le merci di cui aveva bisogno ed altrettanto facilmente poteva esportare i suoi prodotti. ROMA MONARCHICA Per quasi due secoli, dal 753 a.C. al 509 a.C., Roma fu retta da un regime monarchico. Secondo la tradizione ci furono sette re: Romolo ( il fondatore ),Numa Pompilio, Tullio Ostilio,Anco Marzio (erano Latini e Sabini), Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo (erano Etruschi). Nel periodo monarchico Roma diventò una città molto importante. La forma di governo era quella delle città-stato etrusche: il re rappresentava il potere civile, militare e religioso. Con lui collaborava un consiglio, detto Senato ( da “senes”= anziani ), di cui facevano parte i capofamiglia nobili. La popolazione era divisa in due classi: i Patrizi ( gli aristocratici, i nobili, che basavano la loro ricchezza sulla proprietà della terra ) e i Plebei ( la maggioranza della popolazione, che non godeva dei diritti politici ). A partire dal IV sec. a.C., però, l’aumento delle attività commerciali ed artigianali accrebbe la ricchezza di molti plebei e il loro peso politico. Si racconta che allora il re Servio Tullio divise la popolazione in due classi: quelli che potevano comprarsi l’armatura e quelli che non potevano. In questo modo anche i plebei ricchi poterono entrare nell’esercito. L’esercito fu diviso in 60 centurie, ognuna delle quali era composta di 100 fanti e 10 cavalieri. ROMA REPUBBLICANA Nel 509 a.C. fu cacciato l’ultimo re etrusco Tarquinio il Superbo e Roma divenne una Repubblica ( da Res publica = cosa pubblica = di tutti ). La nuova forma di governo fu voluta dai Patrizi che volevano gestire direttamente il potere. Le funzioni che prima erano del re furono assunte da due consoli, di nomina annuale, aiutati dal Senato ( costituito da 300 patrizi ). Vi erano, poi, le assemblee popolari chiamate comizi. I più importanti erano i comizi centuriati, che approvavano le leggi e nominavano le cariche maggiori; vi erano, poi, i comizi tributi, che erano costituiti dall’assemblea di tutto il popolo e nominavano le cariche minori. Infine, il potere religioso era affidato al pontefice massimo. Le lotte tra patrizi e Plebei: La Repubblica romana era dominata dai Patrizi, mentre i Plebei non erano considerati. Per questo motivo scoppiarono delle lotte e addirittura i Plebei attuarono una secessione: cioè abbandonarono la città e si ritirarono sul colle Aventino, rifiutandosi di lavorare e di servire l’esercito. Dopo questa ribellione furono istituiti i tribuni della plebe, ai quali fu data la possibilità di bloccare le leggi contrarie agli interessi del popolo. Il Diritto romano: Nel 450 a.C. fu istituita una commissione per redigere le prime leggi scritte, dette delle Dodici Tavole, che furono alla base del Diritto romano. Tra le leggi importanti dobbiamo ricordare quella che consentiva ai Plebei di accedere a tutte le cariche pubbliche. In seguito vi furono molte altre leggi che nell’insieme formano il Diritto Romano. Questo fu diviso in Diritto pubblico, che riguardava lo Stato e il bene comune, e Diritto privato, che garantiva il bene dei singoli. Particolare cura venne data alle leggi relative alla famiglia ed alla proprietà. SOCIETÀ, VITA POLITICA E RELIGIONE La famiglia, base della società: Alla base della società romana stava la famiglia, a capo della quale vi era il padre. Egli decideva su ogni questione. Si dice, quindi, che la famiglia romana era patriarcale. La donna era sottomessa all’autorità del padre e poi del marito e non poteva ricoprire cariche politiche. Bisogna dire, però, che le donne non erano chiuse in casa e in molti casi avevano una grande attività di relazione. 1 La carriera politica: A Roma le cariche pubbliche non erano pagate e quindi solo i ricchi potevano permettersi la carriera politica. Le cariche erano annuali ed elettive. Il massimo organo politico di Roma era il Senato. La carriera senatoria era lunga e difficile. Si iniziava come questori, poi si diventava edile, tribuno, pretore e infine si poteva giungere al gradino più alto: il Consolato. Ogni anno erano eletti due consoli, che erano a capo dell’esercito, proponevano le leggi e convocavano le riunioni del Senato e le assemblee del popolo. Accanto alla carriera politica senatoria vi era quella dei ricchi plebei, la cui massima carica era la Prefettura. L’esercito: il cuore dell’organizzazione e della potenza di Roma: Per Roma l’esercito era l’apparato più importante dello Stato. Non c’era un esercito permanente, ma in caso di guerra erano arruolati tutti gli uomini patrizi e plebei tra i 17 e i 60 anni. L’armata principale era detta legione, la cui unità di base era la centuria, poi affiancata dal manipolo. In seguito la legione venne modificata: l’unità più importante divenne la coorte ( composta da 3 manipoli ) ed ogni legione era divisa in 10 coorti. Il comando supremo spettava ai consoli, aiutati dai tribuni militari. L’economia a Roma: L’economia romana si basava soprattutto sull’agricoltura. Una fonte importante di sostentamento era anche l’allevamento di pecore e buoi, che divenne sempre più importante. A partire dal III sec. a.C. furono coniate le prime monete d’argento ( sestertius ). In seguito, con l’espansione territoriale, l’economia di Roma muterà notevolmente. Il posto centrale della religione: La religione romana era politeistica. Molto importante fu l’influenza greca; infatti, pur con altri nomi, si adoravano le stesse divinità dei Greci. Il padre degli dei era Giove ( Zeus in Greco ). Un posto particolare aveva il culto degli dei domestici e degli antenati: i Lari, protettori della casa; i Penati, protettori della famiglia; i Mani, gli spiriti dei defunti. La suprema autorità religiosa era il pontefice massimo. Vi erano poi le sacerdotesse, che svolgevano funzioni meno importanti; tra queste le più importanti erano le Vestali, che si occupavano della custodia del fuoco sacro nel tempio di Vesta, dea del focolare della città. Prima di iniziare qualsiasi cosa d’importante, i Romani chiedevano consigli agli dei attraverso gli Àuguri, sacerdoti esperti ne decifrare i segnali divini. L’ESPANSIONE DI ROMA Roma conquista il Lazio: Durante il periodo repubblicano Roma costruisce la propria potenza. Nel V sec. a.C. combatté e sconfisse i popoli del Lazio, ponendo fine all’egemonia degli Etruschi. All’inizio del IV sec., però, Roma dovette affrontare i Galli ( i Celti ), che vinsero e saccheggiarono la città. I Celti, però, non intendevano occupare nuove terre e si accontentarono di un ricco bottino in cambio del loro ritiro. Roma conquista l’Italia peninsulare: Nel III sec. a.C. i Romani combatterono contro i Sanniti, una popolazione campana, che sconfissero grazie ai manipoli, piccole unità militari in grado di combattere più facilmente sui monti appenninici. Poco alla volta tutta l’Italia centrale cadde sotto il dominio di Roma. Il suo territorio era confinante con quello delle città costiere della Magna Grecia, spesso in lotta tra loro e con le popolazioni dell’interno, cosa che favorì l’occupazione da parte dei Romani. Solo la città di Taranto si oppose e chiese aiuto al re dell’Epiro ( attuale Albania) Pirro. Questi sbarcò con un grandissimo esercito e con gli elefanti e Roma subì due pesanti sconfitte. Nel 275 a.C., però, i Romani inflissero una dura sconfitta a Pirro, che si ritirò definitivamente. Il luogo della battaglia era Maleventum, che dopo questa battaglia si chiamò Benevento. I confini del territorio romano giunsero così fino allo stretto di Messina. Roma conquista il Mediterraneo: Dopo la conquista della Magna Grecia, Roma decise di primeggiare anche nel Mediterraneo; ma ciò la portò a scontrarsi con la colonia fenicia di Cartagine. A partire dal 264 a.C. scoppiarono tre conflitti, noti come Guerre Puniche ( i Cartaginesi erano chiamati Poeni, parola latina che indicava i Fenici; punico era l’aggettivo ). La prima guerra punica durò più di 20 anni, dal 264 al 241 a.C., ma nessuno riusciva a vincere. I Romani allora capirono che per sconfiggere Cartagine dovevano affrontarla sul mare. Crearono una flotta speciale, 2 ROMA IMPERIALE OTTAVIANO AUGUSTO Ottaviano aveva nella sue mani tutto il potere e venne proclamato imperatore, aggiungendo al suo nome il titolo di Augusto, con il quale veniva riconosciuto superiore a tutti e degno di venerazione come un dio. Non poteva, però, lasciare in eredità il suo titolo. Con il potere che aveva, Ottaviano poteva modificare a suo piacimento l’organizzazione dello Stato; infatti creò un nuovo Stato in cui ogni decisione veniva presa dal principe ( primo dei cittadini ) e che venne chiamato appunto principato o impero. Con il principato di Ottaviano Augusto inizia l’Età imperiale. La pace augustea e l’organizzazione dell’impero: Il primo obiettivo che Ottaviano Augusto si propose fu quello di risolvere i contrasti sociali e di guadagnarsi il consenso di tutti concedendo privilegi ai gruppi che potevano opporsi al suo potere. Poi si dedicò alla riorganizzazione dell’impero: la base rimase lo Stato romano costituito dall’Italia, che fu divisa in 11 regioni, coincidenti con le divisioni etniche delle popolazioni italiche. I territori al di fuori della penisola italica furono divisi in province, a loro volta divise in due categorie: le province imperiali, che dipendevano direttamente dall’imperatore e avevano un esercito sul posto; le province senatorie, che erano affidate al controllo del Senato. Tutte le province erano obbligate a versare tributi a Roma. Come detto, l’impero di Ottaviano non era ereditario, ma alla sua morte egli indicò come successore un membro della sua famiglia, dando inizio, così, alla successione per eredità. LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA Ad Ottaviano Augusto gli successe il figliastro Tiberio e poi il pronipote Caligola, che si dimostrò tirannico e fu ucciso da una congiura. Seguì prima il vecchio Claudio e poi Nerone, che si dimostrò molto crudele. Condannò a morte tutti coloro che si opponevano al suo potere, compresi i familiari e incolpò i Cristiani del disastroso incendio che colpì Roma, dando inizio alla prima persecuzione contro di essi. Molti furono i tentativi di uccidere Nerone e alla fine il Senato lo dichiarò decaduto. Nerone decise così di uccidersi. LA DINASTIA FLAVIA Alla morte di Nerone i militari tentarono di prendere il potere: ci furono molti scontri tra i vari eserciti e alla fine i militari d’Oriente portarono al potere il loro comandante, Flavio Vespasiano. Con lui ebbe inizio la dinastia Flavia. Gli succedettero i due figli: Tito e poi Domiziano che fu ucciso da una congiura. IMPERATORI PER NOMINA E ADOZIONE Alla morte di Domiziano, il Senato diede il titolo di imperatore ad un anziano e saggio senatore: Cocceio Nerva. Egli capì che il principio di successione per eredità non garantiva la pace all’interno dello Stato e stabilì di adottare il criterio della nomina del più degno. L’imperatore, cioè, sceglieva tra i suoi collaboratori e generali colui che era considerato il migliore e lo “adottava”. Nerva scelse come suo successore Traiano, che portò l’impero alla sua massima espansione territoriale. Traiano fu il primo imperatore non italico; egli, infatti, proveniva dalla Spagna. Traiano “adottò” come imperatore Adriano, anch’egli proveniente dalla Spagna. Adriano governò con molta saggezza ed anche i suoi successori Antonino Pio e Marco Aurelio furono validi imperatori. Marco Aurelio lasciò l’impero al figlio Commodo, che però governò in modo tirannico e fu ucciso da una congiura. LA DINASTIA DEI SEVERI E LA CRISI DELL’IMPERO Con l’uccisione di Commodo, l’imperò fu colpito da dure lotte per il potere, che videro protagoniste le legioni stanziate in diversi parti dell’impero. Prevalse un generale di origine africana: Settimio Severo. Egli instaurò una vera e propria dinastia militare, diminuendo l’autorità del Senato. Attuò numerose riforme, ma l’economia e la società erano in crisi e i popoli germanici si facevano sempre 5 più minacciosi. A Settimio Severo successe il figlio Caracalla, che concesse la cittadinanza romana a tutti i cittadini liberi maschi dell’impero, ma non riuscì a risolvere la crisi. Ma quali furono le cause principali di questa crisi? Innanzitutto i molti eserciti dislocati nelle varie province costavano troppo e avevano assunto troppo potere; in secondo luogo, ai confini settentrionali dell’impero erano stanziati i Germani ( Goti, Burgundi, franchi, ecc... ), che premevano sempre di più verso l’impero, anche perchè dovevano scappare dagli Unni ( popolazione proveniente dall’Asia), che avanzavano verso Occidente; in terzo luogo, le enormi spese spingevano gli imperatori ad imporre sempre nuove tasse, creando malcontento tra la popolazione; infine, ad aggravare la situazione di crisi, scoppiarono gravissime epidemie che ridussero di molto la popolazione. La crisi economica, sociale e politica generò un senso di insicurezza generale, che portò la popolazione ad accogliere nuovi culti, che prospettavano una salvezza dopo la morte. In questo clima si diffuse il Cristianesimo. IL CRISTIANESIMO Il Cristianesimo prende avvio dalla predicazione di Gesù, nato in Palestina, un territorio sotto il dominio diretto di Roma. Gesù proponeva un messaggio di fede rivoluzionario, basato sulla concezione di un Dio padre misericordioso, sul principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini dinanzi a Dio e su una morale basata sull’amore verso il prossimo. Queste idee rivoluzionarie portarono i sacerdoti del tempo a considerare Gesù come un uomo pericoloso, che avrebbe potuto rovinare i rapporti tra Ebrei e Romani. Gesù venne accusato di bestemmia per essersi definito figlio di Dio e fu condannato a morte. Le sue parole, però, furono diffuse dagli Apostoli ( i suoi seguaci ), soprattutto da Pietro e Paolo, che si trasferirono a Roma e dove fondarono la Chiesa cristiana ( chiesa = dal greco ecclesia= assemblea ). Inizialmente i Romani, tolleranti verso ogni tipo di religione, permisero anche ai Cristiani di creare le loro comunità. Ben presto, però, la concezione cristiana che tutti gli uomini erano uguali, cioè che gli schiavi e i barbari erano uguali ai Romani, portò gli imperatori a vedere i cristiani come nemici dello Stato. Quando i cristiani si rifiutarono di venerare l’imperatore come un Dio, iniziarono le persecuzioni, la prima delle quali iniziò sotto il governo di Nerone nell’anno 64 d.C.. Dopo qualche secolo, però, gli imperatori si resero conto della forza della nuova religione e a partire dal IV sec. d.C. non solo ne consentirono il culto, ma la dichiararono addirittura religione di Stato. A partire da questo momento il Cristianesimo si diffuse rapidamente in tutte le parti del Mondo conosciuto. DIOCLEZIANO RIFORMA LO STATO E L’IMPERO Nel 284 d.C. fu eletto imperatore un generale: Diocleziano. Egli riorganizzò lo Stato romano dividendo l’impero in due parti: l’impero d’Occidente e l’impero d’Oriente. Diocleziano assunse il potere in Oriente col titolo di Augusto e si stabilì a Nicomedia ( nell’attuale Turchia) ed era aiutato da un collaboratore che aveva il titolo di Cesare; in Occidente il potere fu affidato a Massimiliano, che risiedeva a Milano e prese il titolo di Augusto, anche lui aiutato da un collaboratore col titolo di Cesare. Questa forma di governo fu chiamata, con un vocabolo greco, tetrarchia, cioè governo a quattro. Per la prima volta nella sua storia Roma non era più la capitale dell’impero. LA FINE DELL’IMPERO ROMANO Alla morte di Diocleziano il sistema della tetrarchia non funzionò più e si scatenarono gravi lotte. Alla fine si impose Costantino, che riuscì ancora una volta ad unire tutto l’impero romano. Pose la capitale a Bisanzio, che da lui prese il nome di Costantinopoli. Egli attuò numerose riforme e prese una decisione di importanza storica: concesse la libertà di culto al Cristianesimo attraverso l’editto di Milano del 313 d.C. Alla morte di Costantino gli successe Teodosio e sotto di lui, per l’ultima volta, l’impero rimase unificato. Egli, attraverso l’Editto di Tessalonica, dichiarò il Cristianesimo religione ufficiale dell’imperò e dichiarò fuorilegge la religione politeista tradizionale. Alla morte di Teodosio, l’impero fu definitivamente diviso in Impero Romano d’Oriente con capitale Costantinopoli e Impero Romano d’Occidente con capitale prima Milano e poi Ravenna. L’impero d’Oriente riuscì a difendersi dall’avanzata dei popoli invasori e durò ancora per un millennio, fino alla conquista dei Turchi nel 1453; l’impero d’Occidente, invece, fu invaso continuamente: prima i Visigoti guidati da Alarico, poi gli Unni guidati da Attila, infine i 6 Germani guidati da Odoacre. Questi depose l’ultimo imperatore Romolo Augustolo (piccolo Augusto) e nel 476 d.C. pose fine all’Impero Romano d’Occidente. A questa data, per gli storici, corrisponde la fine della storia antica. 7
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