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Romanticismo e Leopardi, ., Appunti di Italiano

Romanticismo e Leopardi, .

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 10/01/2020

luca-dema-1
luca-dema-1 🇮🇹

4.3

(20)

31 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Romanticismo e Leopardi, . e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! La cultura romantica Definizione e caratteri del Romanticismo, le date e i luoghi Lo sfondo storico in cui il Romanticismo si sviluppa è quello dell’età della Restaurazione (da Congresso di Vienna 1815), dei movimenti di indipendenza e delle rivoluzioni liberali e democratiche culminate nei grandi moti del 1848-49. Il 1848 costituisce dunque, a livello europeo, un momento netto di rottura. In Italia e in Germania, la data che segna un cambiamento profondo va spostata di qualche decennio e coincide con quella del raggiungimento dell’unità nazionale: il 1861 per l’Italia, il 1871 per la Germania. 1815-1848 per i principali paesi europei, 1815-1861 per Italia e Germania è l’età del Romanticismo. Il termine era già stato usato da Rousseau per indicare l’indistinto rapporto fra paesaggio e stati d’animo malinconici. Venne poi riproposto alla fine del Settecento per indicare il nuovo movimento culturale e artistico che stava nascendo in Germania. fatta propria del “gruppo di Jena” Il termine è documentato per la prima volta in inglese: è l’aggettivo romantic usato già nel Seicento per indicare in senso spregiativo la materia avventurosa e amorosa degli antichi romances, ossia i romanzi cavallereschi. Nel Settecento l’aggettivo perse tale accezione negativa e designò il gusto per l’elevazione fantastica dal reale, per il “lontano”, per la natura selvaggia, per il fantastico, per il soprannaturale, per il mistero. Il termine inglese fu poi tradotto in Francia con pittoresque (pittoresco) e romanesque (romanzesco) e in seguito con romantique, per sottolineare soprattutto il rapporto sentimentale con la natura e il paesaggio; in quest’ultimo senso esso risulta già impegnato da Rousseau. In Italia l’aggettivo “romantico” - dal francese romantique - entra in uso solo a partire dal 1814. Il sostantivo italiano “romanticismo”, impiegato per designare il movimento letterario, deriva invece dal tedesco. Infatti, in Germania Friedrich Schlegel, già nel 1798, fisso l’uso del termine Romantik per distinguere la poesia inquieta, drammatico, propria dei moderni, da quella armoniosa e composta, propria degli antichi. La parola tedesca verrà tradotta poi, per esprimere la nuova sensibilità romantica, con il termine Romanticism in Inghilterra, con Romantisme in Francia, con Romanticismo in Italia. Al di fuori del linguaggio letterario e artistico, il sostantivo e l’aggettivo vengono usati oggi comunemente per indicare “sentimentalismo”, predisposizione all’amore delicato e magari sdolcinato, sensibilità d’animo. Il nuovo movimento si presentava con una forte identità antilluminista e anticlassicista. Infatti:  sul piano filosofico opponeva al sensismo l’idealismo;  sul piano religioso proponeva contro il deismo o l’ateismo il ritorno al Cristianesimo;  sul piano politico respingeva il cosmopolitismo per porre in primo piano i valori nazionali e la storia del popolo tedesco;  sul piano artistico contrapponeva all’equilibrio del Classicismo e del Neoclassicismo e al razionalismo della letteratura illuministica una nuova sensibilità volta a valorizzare i sentimenti, la passione gli aspetti irrazionali, il momento turbinoso e creativo della “genialità”. Per Friedrich Schlegel tra queste contraddizioni acquistava rilievo soprattutto quella fra Classicismo e Romanticismo: il primo caratterizzato dall’armonia e dalla pienezza, il secondo dalla disarmonia, dalla malinconia, dal senso di mancanza di voto che viene espresso in tedesco della parola Sehnsucht. La Sehnsucht e l’emergere di tematiche nagative Caratteristica della sensibilità romantica è la Sehnsucht, l’eterna irrequietezza, contrapposta alla Stille, l’imperturbabile serenità tipica del mondo antico della poetica classica. Essa è un desiderio che non può mai raggiungere la propria meta, perché non la conosce e non vuole o non può conoscerla: è il “male” (Sucht) “del desiderio” (Sehnen). Ma Sehnen stesso significa un desiderio irrealizzabile perché indefinibile, un desiderare tutto e nulla ad un tempo; non per nulla Sucht fu reinterpretato come un Suchen, un cercare; e la Sehnsuch è veramente una ricerca del desiderio, un desiderare il desiderare, un desiderio che è sentito come inestinguibile e che proprio perciò trova in sé il proprio pieno appagamento. La consapevolezza di avere perduto il senso di appartenenza a un Tutto originario e armonioso sviluppa una vasta gamma di tematiche che potremmo definire negative. È il trionfo della malinconia, del dolore, dell’infelicità individuale e cosmica, del tedio, del disgusto ma anche, paradossalmente, dell’attrazione per tutto ciò che è morboso, che evoca sangue e violenza: la malattia, la follia, l’ossessione per il diabolico. Questi caratteri del romanticismo si diffusero tutti nello stesso modo nei diversi paesi.  Il romanticismo assunse coloriture diverse da nazione a nazione: - in campo politico alcuni gruppi romantici appoggiano la restaurazione, mentre altri sposano tendenze liberali e democratiche; -in campo artistico, la rottura con l’Illuminismo può essere meno acuta e si possono sottolineare alcuni elementi di continuità con il razionalismo settecentesco  Anche le date di sviluppo non corrispondono. Il Romanticismo nasce in Germania e in Inghilterra alla fine del Settecento – l’anno è il 1798 – con la battaglia della rivista «Athenäum» nel primo paese, con le Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge, nel secondo. In Francia e in Italia la discussione sul Romanticismo comincia quindici-venti anni dopo: (prima in Italia) -in Italia i romantici furono, sul piano politico, liberali e democratici  cultura romantico-risorgimentale Il movimento Romantico già negli anni Cinquanta mostra segni di esaurimento e può dirsi concluso alla svolta dell’Unità nazionale.si era ridotto al gusto del patetico e del lacrimoso“secondo Romanticismo”secondo Romanticismo” Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura Dopo la Rivoluzione francese si diffonde in Europa la figura del letterato borghese (durante l’ancient régime il letterato dipendeva dalla aristocrazia e dalla Chiesa: era un cortigiano o un ecclesiastico), che comincia a considerarsi un produttore che vende sul mercato i prodotti del proprio ingegno e che si rivolge non più a ceti ristretti ma a una vasta opinione pubblica. Sul piano ideologico, l’intellettuale svolge una funzione di grande rilievo. Elaborando e diffondendo valori e concezioni del mondo, conserva e amplia quel ruolo sociale protagonistico che proveniva dalla tradizione illuministica. L’età dell’Illuminismo aveva segnato la nascita dell’opinione pubblica, di una società civile attenta alle questioni pubbliche e ai problemi culturali. In età romantica si identifica un “secondo Romanticismo”terzo stato”, diverso dalla plebe ignorante e analfabeta e dai letterati tradizionali. Esso di fatto coincide con la borghesia, il popolo. L’attenzione degli intellettuali si rivolge ormai a questo nuovo destinatario che costituisce un pubblico potenziale di lettori da conquistare se si vuole svolgere un compito educativo e patriottico e contribuire così al processo risorgimentale. Il canale privilegiato, attraverso cui raggiungere questo nuovo destinatario, era la stampa (seguita da teatro, salotti, congressi degli scienziati).  si assiste a una crescita della produzione libraria soprattutto a Milano, Venezia, Torino e Firenze L’immaginario romantico: il tempo e lo spazio; l’opposizione io-mondo Dopo la rivoluzione industriale, il restringimento del mondo (giornali), il controllo produttivo sul tempo, la razionalizzazione degli spazi geografici e temporali (velocità trasporti), la progressiva subordinazione della natura alle esigenze produttive economiche producono come reazione una ricerca dell’infinito e dell’assoluto (titanismo), nonché una rivalutazione dell’irrazionale, del mondo della natura, del senso del mistero, delle pulsioni, dei sentimenti, della fede religiosa. In campo scientifico si diffonde una visione organicistica: la natura viene considerata come un organismo vivente dotato di una sua misteriosa forza magica o spirituale difficilmente misurabile e quantificabile. Da un lato la natura viene antropomorfizzata, dall’altra l’uomo viene esaltato nei suoi “secondo Romanticismo”aspetti” naturali di spontaneità e di creatività. Il tempo lo spazio vengono soggettivizzati e umanizzati. Immaginario romantico nasce da una scissione(io-mondo/io-natura): da una parte eroe titano, dall’altro mondo borghese utilitaristico; da una parte natura e poesia, dall’altra società e prosa del mondo. Il sentimento di Sehnsucht è il “secondo Romanticismo”male del secolo”, e produce inquietudine, insoddisfazione, malinconia. L’artista avverte intorno a sé un senso di vuoto: a volte cerco conforto e consolazione del paesaggio (paesaggio stato d’animo), a volte avverte intorno a sé l’estraneità dell’ostilità della stessa natura. Il tema della natura e del paesaggio lirico, in stretta correlazione con l’animo, diventa centrale. Inoltre, la rottura con il mondo produce un forte individualismo. Esso si esprime e in diversi modi, che vanno dal ribellismo eroico e dal titanismo all’ “egotismo” (culto dell’io) e al soggettivismo. Comincia la storia dell’artista moderno: storia di un’estraneità, di un distacco dagli uomini, di una inconciliabilità con il mondo. temi del disincanto, della fine della bellezza, della morte dell’arte. La battaglia fra “classici” e romantici L’avvio della discussione fra “secondo Romanticismo”classici” e romantici e dato dalla pubblicazione di un articolo di Madame de Staël sulla «Biblioteca italiana» nel gennaio 1816, intitolato Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni. Nel suo articolo prendeva di mira il gusto dell’erudizione e l’amore per la mitologia del mondo classicista italiano, la scarsa conoscenza degli autori stranieri (Shakespeare) nel nostro paese, l’estraneità della nostra letteratura al dibattito letterario europeo; e auspicava uno svecchiamento e un rinnovamento da compiersi con la traduzione delle opere moderne dei paesi stranieri (inglesi e tedesche). L’articolo determinò la formazione di due schieramenti contrapposti, quello dei “classici” (Giordani, Leopardi) e quello dei romantici (di Breme, Borsieri, Berchet, Visconti).  in questa situazione (1816) nacquero i primi “secondo Romanticismo”manifesti romantici”. - I classici sostengono l’eternità del bello, i romantici il suo carattere storico; - I primi propongono l’imitazione degli autori dell’antichità, i secondi l’originalità, secondo gli esempi degli autori moderni;  la poesia si ispira direttamente alla natura e all’animo umano - Gli uni fanno ricorso a temi mitologici, gli altri a motivi cristiani e ad argomenti moderni e per questo più “interessanti”; poesia classica=poesia dei morti, poesia romantica=poesia dei vivi Berchet - Il pubblico dei classici è ristretto a una élite di studiosi e di eruditi, il pubblico dei romantici è il popolo o la borghesia; - La lingua degli uni è aulica e basata sulla tradizione del passato (no dialetto), quella degli altri è moderna e fondata sull’uso comune (si dialetto). - Rifiuto da parte dei romantici delle unità aristoteliche (luogo, tempo, azione) programma realistico - Manzoni: la letteratura deve avere il vero per soggetto, l’interessante per mezzo, l’utile per scopo I generi letterari il pubblico: il trionfo del romanzo Con il romanticismo il genere cessa di essere una categoria normativa. Il carattere epico lirico di un’opera non dipende più dalla forma che essa assume, ma dallo spirito che l’anima. I generi diventano entità relative, non più assolute: vengono concepiti come una forma sperimentale. Questo ridimensionamento dell’importanza del genere e questo carattere sperimentale sono dovuti anche all’affermazione di un nuovo genere, il romanzo, che mescola fra loro stili diversi e si sottrae a qualsiasi modello precostituito. Il romanzo della lirica sono i due generi principali del periodo. Ciò dipende dal fatto che in questi due generi si esprimono le due modalità letterarie dell’immaginario romantico: quella storico-realistica E quella esistenziale-ontologica. La prima si realizza nel romanzo storico e nel romanzo sociale, la seconda nella poesia lirica. Tuttavia, è attiva anche la poesia realistica e si sviluppano forme di romanzo fantastico e gotico. È un dato di fatto però che le poetiche simboliste tendono a privilegiare la poesia lirica, mentre quelle realistiche puntano sul romanzo storico suo romanzo sociale. • Rinnovamento del genere lirico: il componimento poetico tende a divenire breve e a sottrarsi alle forme chiuse tradizionali: tende a trasformarsi in “secondo Romanticismo”canto” che esprime liberamente i moti dell’anima.  poeta lirico Leopardi, Canti • Trionfo del romanzo: trionfo della borghesia e trionfo del romanzo sono fenomeni complementari. Il romanzo presuppone la società di massa, un pubblico ampio di lettori, a cui rivolgersi con un linguaggio medio, al di fuori dei modelli precostituiti dalla tradizione letteraria. - Il romanzo si rivolge a lettori comuni che non assumono un punto di vista letterario ma che possono identificarsi emotivamente nella vicenda narrata: mira dunque a coinvolgere il lettore in un “secondo Romanticismo”patto narrativo” fondato da un lato sulla “rinuncia all’incredulità” e dall’altro sulla realtà dell’esperienza vissuta che accomuna autore e destinatario. - Il trionfo del romanzo contribuisce a indebolire gli altri generi e a “secondo Romanticismo”romanzizzarli”, introducendo in essi temi e soluzioni stilistiche e linguistiche tipicamente romanzeschi. - L’ibridazione o contaminazione di generi diversi è una delle caratteristiche del periodo. - Si diffonde un nuovo canone letterario (Shakespeare, Omero e Dante) - Il trionfo del romanzo e la “romanzizzazione” degli altri generi presuppongono un nuovo rapporto con il lettore e un ampliamento del pubblico: si crea così per la prima volta un pubblico di massa. Caratteri e diffusione del genere romanzesco in Europa L’Ottocento è il secolo del romanzo. Questo genere, nato nel Seicento, affermatosi nel settecento in Inghilterra in Francia, giunge al trionfo nell’Ottocento. Esso si diffonde in tutta Europa, compresa la Russia e negli stati uniti d’America. Nell’Ottocento il romanzo è il genere-guida. Esso presenta le seguenti caratteristiche: 1. È un genere “antiletterario”, senza un modello precostituito; 2. Nasce dalla mescolanza degli stili e dunque dallo sperimentalismo; 3. Presuppone un “patto narrativo” con il lettore fondato sulla sua rinuncia all’incredulità; 4. Può svilupparsi solo in presenza di un pubblico vasto di lettori dotati di una certa sensibilità e cultura e di un autore capace di vendere loro la propria opera e di conquistare il mercato. Il romanzo è un genere “secondo Romanticismo”moderno” e borghese, chi si colloca all’interno di una letteratura di massa. Il romanzo storico Le caratteristiche letterarie le condizioni sociali che determinano il successo del romanzo in Europa in Italia erano assenti o deboli: nel nostro paese il peso dei modelli tradizionali era forte e perciò tenace la distinzione degli stili; l’alfabetizzazione era meno sviluppata; la borghesia ancora ristretta e fragile; l’editoria e il mercato librario erano molto limitati. In Europa e negli USA sono fiorenti vari sottogeneri di romanzo: • Romanzo storico • Romanzo sociale e realistico • Il romanzo-confessione • Il racconto e il romanzo fantastico • Il romanzo di formazione Caratteristiche principali del romanzo storico: • la storia non è semplice cornice ma diventa protagonista, determinando il comportamento dei personaggi. (Scott, Manzoni) • La rappresentazione deve essere verosimile non solo perché è realista ma anche perché aderente a una determinata realtà storica • Interesse per il medioevo, in quanto primo momento di manifestazione delle identità nazionale • La sua fortuna inizio in Italia nel 1827, anno della prima edizione dei Promessi Sposi, e dura sino al 1840, quando si affermarono vari sottogeneri. Giacomo Leopardi La vita Giacomo Leopardi nasce a Recanati, piccola città appartenente allo Stato della Chiesa, questo ne condizionerà la vita poiché era uno stato molto chiuso e reazionario (chiuso alle innovazioni)(borgo natio selvaggio) il 29 giugno 1798. Tra il 1809 e il 1816 si svolgono quei «sette anni di studio matto e disperatissimo» che arrecheranno danni irreparabili alla sua salute. Giacomo si impossessa delle lingue classiche e di un’erudizione solidissima, non escluso l’ambito scientifico. Intorno al 1816 si colloca quella che lo stesso Leopardi definì «conversione letteraria»:(passaggio “dall’erudito al bello”, stanco della cultura che si era creato egli apre i suoi orizzonti alla poesia ed alla sua bellezza estetica) all’amore per l’erudizione si sostituisce una più accesa consapevolezza dei valori artistici (bello). Dopo aver iniziato nel 1817 la corrispondenza con Giordani, Leopardi si sente sempre più a disagio nell’asfittico ambiente recanatese. (questo lo getta nello sconforto, facendogli provare la nullità di tutte le cose, che gli fa perdere anche il gusto della poesia, avviene così un altro cambiamento del suo pensiero “dal bello al vero”, egli abbandona la tematica del bello e abbraccia il vero, dando vita ad una poesia intrisa di pensiero) (depressione, solitudinearidità artisticavisione pessimistica bello->vero). Tra il 1819 e il 1822 vive a Recanati in tensione continua con la famiglia, che vorrebbe avviarlo alla carriera ecclesiastica. Allo Zibaldone affida un gran numero di riflessioni che segnano la sua cosiddetta «conversione filosofica», l’adesione cioè una concezione materialistica e atea (vero). Lascia per la prima volta Recanati solo nel novembre del 1822 per un deludente soggiorno di pochi mesi a Roma. Tornato a Recanati, si congeda provvisoriamente della poesia (silenzio poetico) e si dedica alla scrittura delle Operette morali. A partire dal 1825 vive a lungo lontano da Recanati: dal luglio 1825 al novembre 1826 tra Bologna e Milano, lavorando per l’editore milanese Stella; dall’aprile 1827 al novembre 1828 prima Bologna e a Firenze, poi a Pisa (clima dolce-> restituzione della facoltà di immaginare e sentire- > risorgimento poetico-> scrive A Silvia). L’ultimo soggiorno recanatese va dal novembre 1828 all’aprile 1830. Una sottoscrizione degli amici toscani gli permette di tornare a Firenze (maggio 1830), dove, dall’autunno, vive insieme all’amico Antonio Ranieri. Nell’ottobre 1833 si trasferisce a Napoli. Qui muore il 14 giugno 1837. Il «sistema» filosofico leopardiano. Dal pessimismo al progressismo Leopardi rifiuta un uso specialistico della speculazione filosofica; piuttosto afferma la tendenza alla speculazione quale bisogno esistenziale sociale. Non pensa, cioè, in quanto filosofo ma in quanto essere umano e sociale.  Il vero che interessa Leopardi è il vero esistenziale dell’io e il vero sociale dei molti. I termini nei quali Leopardi organizza la sua prima riflessione filosofica, intorno al 1817-1818, sono quelli tipici di certo Illuminismo settecentesco. Leopardi affronta subito il problema dell’infelicità umana. In questa prima fase del suo pensiero l’infelicità non dipende dalla natura, ancora considerata un’entità positiva e benefica capace di produrre nell’uomo solide e generose illusioni e dunque una forma di felicità (benchè illusoria), ma dal fatto che la stessa civiltà umana ha distrutto quelle illusioni che abbellivano la vita e accresciuto l’infelicità. L’infelicità dell’uomo non è dunque un dato costitutivo ma storico: gli antichi erano ancora capaci di grandi illusioni, mentre i moderni le hanno perdute quasi completamente. Si parla perciò di “secondo Romanticismo”pessimismo storico” perché l’infelicità umana è ritenuta il frutto di una condizione storica. Se gli uomini sono infelici e perché si sono allontanati dal mondo naturaleRousseau, mito buon selvaggio Tuttavia vi è una fiducia nella recuperabilità dei grandi valori del mondo antico attraverso l’azione e l’eroismo. Tra il 1819 e 1823 questo “secondo Romanticismo”sistema della natura e delle illusioni” entra progressivamente in crisi: viene meno l’adesione di Leopardi al cattolicesimo e il poeta abbraccia il sensismo illuministico (le idee dipendono dalle sensazioni e il comportamento umano è diretto alla conquista dell’utile), che lo porta ad accogliere un punto di vista rigorosamente materialistico che nega l’esistenza di elementi spirituali, a partire dall’anima umana. Nasce a questo proposito quella che Leopardi chiama «teoria del piacere»: l’uomo aspira naturalmente al piacere=felicità ma il piacere infinito desiderato (senza limiti di durata e di estensione) è sempre superiore a quello effettivamente conseguito e conseguibile e quindi destinato a rimanere inappagato (nessun piacere è eterno ed immenso- in natura tutto esiste in forma limitata e
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