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Il Romanticismo: definizione, origini e caratteristiche, Appunti di Italiano

Una definizione del Romanticismo e le sue origini in diversi paesi europei. Il Romanticismo è un grande movimento culturale che si esprime in diversi campi come la letteratura, l'arte, la musica, la filosofia e la politica. le caratteristiche comuni del Romanticismo europeo, come la valorizzazione del sentimento e della spiritualità, la nuova concezione del rapporto uomo-natura, l'arte come espressione del genio individuale, l'attenzione alla realtà e alla storia, l'aspirazione verso l'infinito e l'impegno politico.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 12/12/2023

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Scarica Il Romanticismo: definizione, origini e caratteristiche e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ROMANTICISMO Definizione del termine (aggettivo utilizzato in modo ampio e generico o precisa corrente culturale che investe i primi decenni del secolo): - Francese medievale romance = narrazione in prosa o versi che ricade sui modelli cavallereschi-cortesi -> molte tematiche intrecciate (anche religione), che si distingueva da altri generi - Inglese romantic: accentuare una dimensione fantastica -> elemento legato alla fantasia e invenzione dell’autore preponderante - Rousseau conferisce a romantique una sua personale interpretazione, una narrazione fantastica con un sentimento malinconico rilevante che deriva dalla contemplazione di paesaggi naturali - Nell’area tedesca la parola romantisch indica una certa sensibilità inquieta - F. Schlegel ricorda forme preromanticismo tedesco -> tutto ciò che rappresenta una materia sentimentale (dimensione interiore) in forma fantastica (narrativa) Termine ha evoluzione nel corso della storia in relazione anche nella collocazione geografica Piu opportuno parlare di romanticismi (al plurale) perché è un grande movimento culturale che ha coinvolto tante nazioni in diversi periodi e campi culturali differenziati/promiscui (idealismo filosofico, arte figurative, musica): non mantiene sempre gli stessi caratteri e parametri, cronologia differente, anche se di certo esistono dei tratti comuni da vedere nelle concrete realizzazioni 1) la varietà dei campi in cui esso si esprime (letteratura, arte, musica, filosofia, politica ecc.) 2) la specificità del suo sviluppo in relazione a determinate aree: il romanticismo inglese non è quello italiano né quello francese o tedesco, pur condividendo elementi e concezioni comuni 3) nascita, affermazione e successivi sviluppi variano da nazione a nazione Ad esempio il Romanticismo italiano, come tutti gli altri, si inserisce in un determinato contesto culturale che lo distingue LE ORIGINI Con il preromanticismo del ‘700 si anticipavano caratteristiche e tendenze che sarebbero state arricchite e ampliate con l’introduzione/l’avviamento del vero movimento del romanticismo, sviluppando quelle tendenze e arricchendo forme e modelli precedenti nel 700 - Inghilterra: riscoperta tradizione celtica con I canti di Ossian; però le sue origini possono ricondursi all’attività prima con la poesia sepolcrale, ma realizzato nella sua interezza con i “poeti di lago” quali Coleridge, Tennyson, Wordsworth ecc. - Germania: l’inizio si collega alla rivista “Atheanatum”, voce ufficiale delle nuove poetiche e concezioni di autori come i fratelli Schlegel o Novalis - Francia: tarderà ad arrivare a causa della turbolenta età napoleonica, con la figura Madame de Stael. Poi ufficialmente nel 1827 con Victor Hugo, che compone la Tragedia a Cromwell nella cui prefazione propone una nuova linea poetica letteraria che fonde idee diverse - Italia: è determinante la polemica classico-romantica, nel 1816 dopo congresso di Vienna e la restaurazione -> su prestigiosa rivista italiana compare un articolo di madame de Stael che suscita polemiche e rivalità, contrapposizione tra romantici e neoclassicisti (non comprendono cosa intendesse la donna) = evento cruciale che ufficialmente fa emergere fenomeno 1818: pubblicato Il Conciliatore (Pellico, Di Breme, Borsieri ecc.) Momenti e situazioni diverse e anche modalità diverse. Tuttavia il Romanticismo europeo seppur così diversificato possiede elementi di fondo che accomunano tutte le diverse realtà esistenti:  Rispetto razionalità si privilegia dimensione sentimentale e spirituale per esigenza di completezza e polemica (rivalutare aspetto irrazionale e passionalità)  Nuova concezione rapporto uomo-natura con e più realtà che può essere domandata per il progresso diventa non priva di mistero ma indifferente proietta i suoi sentimenti con valori simbolici  L’arte come espressione spontanea del genio individuale (illuminismo cosmopolitico) ognuno è un universo di sensazioni ed emozioni diversi, per indole ma carattere e modo di vivere diversi -> è modo di esprimerli il più sinceramene non può aver dei modelli precostituiti universali = libera creatività individuale  Attenzione alla realtà (vita umana da rappresentare comprende anche il negativo che porta con sé riflessione profonda) maggiore adesione realismo realtà storica quotidiana (es. quasimodo ha ricchezza sentimentale ma esteriormente brutto) doloroso e contradditorio - > farsi carico di narrare queste coste inoltre all’idealizzato  Concetto di nazione perché se siano di versi da individuo a una altro lo siamo anche tra popoli prendere atto del patrimonio di repertorio di storia valori sentimenti tradizioni rispettare e distinguere gli altri (collegamento con storia mentalista si cela) = liberta di identità -> base ideologica del risorgimento  Aspirazione-tensione nostalgica verso l’infinito  Desiderio di fuga, evasione dalla realtà.  Vittimismo e titanismo  Attrazione per la morte  Impegno politico: ideali di libertà e nazione -> ogni nazione è un patrimonio di storia, valori, sentimenti propri di quel popolo  Rivalutazione della storia come divenire: riscoperta del Medioevo ILLUMINISMO ROMANTICISMO Dominio della ragione (come componente nobile ed essenziale dell’anno umano) Dominio del sentimento (differenza di prospettiva che non nega razionalità ma la rovescia, riprendendo cosa va oltre privilegiare la dimensione irrazionale delle passioni, istinti privilegiarla) Uguaglianza (uguali in quanti dotati di ragione ->) Individualista (differenza disuguaglianza in cui si riconosce l’identità del singolo, universo di sentimenti, modo diverso di viverli -> accentuare su questi aspetti che ci caratterizzano, vanno espressi) Cosmopolitismo (unificati dalla cultura e dai valori = elementi unificatore -> universalità) Riscoprono concetto di nazione (diverso da nazionalismo esasperato di fine 800 o odierno che giustifica la pretesa di superiorità/supremazia di uno stato su un altro con la violenza,) e patriottismo -> diversità individuale mantenuto dal popolo in quanto a tradizioni, lingua, religione in cui si identifica e contraddistingue Perciò ha diritto alla libertà di potersi manifestarsi liberalmente e viceversa riconoscere quello dell’altro Impegno sociale e civile contro soprusi e ingiustizie (utile al progresso sociale-politico Lotta dell’individualismo contro la realtà (titanismo): (prima lotta è contro sé stesso, moderne, alla lettura di opere straniere, che le traducano e quindi le diffondono in modo da aprirsi definitivamente alla letteratura internazionale “Rovistare fra le ceneri” perché è giusto essere orgoglii del passato glorioso di Roma, ma oramai questa ostentazione non è che una mera imitazione dei classici, tra cui certo ci furono grandissimi autori, ma ormai lontani all’effettiva realtà dei tempi; riteneva necessario rinnovare, adattandosi all’effettiva mentalità dei tempi con linguaggio più vivo e moderno in concordanza ai nuovi contenuti in voga  Esplodono polemiche molto accese con posizioni altrettanto diversificate In generale: A. I romantici si schierano con Madame de Stael = romanticismo è modernità e novità -> consente quel rinnovamento ritenuto necessario in ambito sociale, civile e politico B. Secondo i Classicisti offenderebbe invece la dignità umana come pretendendo di imporre culture straniere, ma secondo loro non conosce il ruolo che la cultura classica aveva svolto sulla loro identità (es. V. Monti, «Sermone sulla mitologia»)  La situazione verosimilmente è molto più complessa, spesso dipende dalla sensibilità dei singoli autori -> polemica scende su livelli più profondi Anche i più accaniti difensori non sono completamente ostinati, perché giustamente riflettono sul fatto in questo modo venga incrinata la tradizione culturale classica, considerata l’unica e vera componente che garantisce l’unità di un’Italia, già politicamente e geograficamente divisa e dominata dagli stranieri Pietro Giordani ha una posizione rilevante (classicista) in questa polemica. Risponde all’articolo, usando semplice buon senso -> innegabile che si necessario un rinnovamento verso il progresso costante Però a questo punto riflette su cosa si intenda per modernità:  Propria dell’essenza delle scienze è il cambiamento e il progredire attraverso nuove scoperte Tuttavia…  Valori dell’arte e della letteratura devono essere mantenuti in eterno poiché devono andare oltre le vicende umane e non possono sottomettersi alle tendenze temporanee e ai mutamenti della storia Romantici esaltano giustamente “il Genio dei popoli”, in quanto è proprio sul valore della nazione per cui dovremmo difendere la cultura classica, che da sempre costituisce la tradizione italiana: perché adottare un modello se di fatto nasce da popoli e caratteri decisamente diversi? -> Non comprende solo polemica estetica Cerca mediazione/compromesso Posizioni romantiche proposte in Italia Pubblicata un’ampia serie di opuscoli e articoli che affermano le idee romantiche, sostenendo fra l’altro:  Quello spirito patriottico e il senso di nazione che dovrebbe animare un popolo affinché lotti per la sua libertà e abbia un riscontro a livello di impegno civile -> portavoce quindi di valori e politici (patriottismo) nei confronti della nazione a cui si appartiene (senso di nazione, ma in Italia manca unità linguistica e politica)  esigenza di un’arte ispirata al vero e alla storia - rinnovamento della lingua che cambia e si evolve -> l’Italia su questo fronte non presenta ancora unità (peso di Manzoni evidente)  Idee già illuministiche che le accomuna, quali la cultura come innovamento e utilità ALTRI ESEMPI Leopardi: apertamente contrario al Romanticismo sostiene che i classici fossero più vicini alla natura, unica e sola vera fonte di illusioni che davano senso alla vita umana, più vicina alla sua essenza) -> poi si sbilancia verso questa tendenza (ha anche lui una certa sensibilità es. infinito) Conoscenze solo libresche della realtà perché da sempre recluso a Recanati Nel 1818 stende il Discorso di un italiano sopra la poesia romantica che viene completamente ignorato Alessandro Manzoni: dopo una lunga fasce giovanile neoclassica cambia direzione e pubblica la Lettera sul Romanticismo del 1823 (scrive le linee e i progetti di quello italiano) Rifiuta il classicismo (abiura le idea precedenti) ma diffida ugualmente di aspetti tipici del romanticismo (esaltazioni delle passioni, culto dello stravagante, amore per il macabro e il tenebroso) -> non significa che però sostenga tutto indipendentemente, sopprimendo il suo spirito critico, ma risulta sempre ben calcolato e adattato alle esigenze degli italiani Ludovico di Breme: sostiene esigenza di apertura alle nuove tendenze, parole vane ed eleganti che si allontanano dal loro scopo di riflettere su tutta la realtà, non solo sugli ideali universali -> coinvolgente/interessante ma aprirsi alla realtà rendendosi utile Giovanni Berchet: Uno dei maggiori romantici con un’ampia produzione, coinvolto in moto carbonari (commistione con politica) Pubblica La lettera semiseria a Giovanni Grisostomo (non c’entra con l’erudito grecobizantino definito “dalla bocca d’oro” in riferimento alla sua abilità oratoria) Ormai un anziano intellettuale di alto livello a cui piacioni innovazione e novità confida nel figlio che deve entrare in un collegio prestigioso per ricevere una formazione elevata -> Al fine di mantenerlo aggiornato con i tempi, gli scrive una serie di lettere per approfondire dinamiche vicende italiana: in particolare spiega questa nuova forma di letteratura diffusa in Europa Per farlo inserisce la traduzione e il commento di due ballate di Burger: Il Cacciatore Feroce e Eleonora, che attingono da tradizione popolare (folklore nordico in versi) -> presentati come modello letteratura romantico In una seconda parte si assiste ad un ribaltamento ironico per esaltare i difetti di un’istituzione come il collegio e con esso anche gli ideali che promuovevano: finge di sostiene i classici, disprezzando i romantici per la pericolosità delle loro idee, poiché risultano essere più a una vocazione più tradizionale, fatta di regole, rigide, conservatori, disprezzanti della modernità e da cui il figlio deve astenersi! Nelle sue riflessioni sostiene che secondo lui in ogni epoca e classe sociale ci sia una tendenza alla poesia poiché è espressione di sentimenti che accomunano tutti; però appunto è una tendenza, in quanto tale, è attiva solo in pochissimi, nei poeti, e rimane passiva in tutti gli altri che sanno leggerla e apprezzarla, hanno cioè la potenzialità di rapportarsi almeno (es. corda di uno strumento = abilità nel produrre armonia o solo recepirla) La natura si genera solo attraverso il Genio, non mediante la ragione, perché è la stessa ad ispirarlo Duplice problema: quella latente deve comunque essere educata, maturata, coltiva, in modo da rendere le persone nelle condizioni di apprezzarlo e comprenderla -> obiettivo risvegliare le coscienze Divide l’umanità (tutte le nazioni europee) in 3 categorie metaforiche:  Gli ottentotti sono stati fino a metà 900 erano un insieme di tribù dell’Africa orientale considerati dei “fossili viventi” perché vivevano in una dimensione/realtà ancora a livello primitivo (livello più semplice della mente, senza alcun intento denigratorio/razzista) -> talmente istintiva, legata alla sopravvivenza materiale che non lascia spazio per il poetare, il suo animo si è adagiato a questa condizione di bassezza della vita, sensibilità poetica pressoché inesistente e non sviluppabile  Parigini (costituiscono l’altro estremo poiché capitale della cultura, progresso, raffinatezza eleganza della società concepibilmente più elevata e circoscritta) -> eccesso di razionalità/volontà critica di comprendere e analizzare, allontana comunque da quella sensibilità tipica del romanticismo, la tendenza poetica si perde  Sostiene che bisogna rivolgersi alla gente comune (al di fuori dei circoli ristretti) che in condizione di modesta normalità, ha ugualmente dei sentimenti, il poeta deve rivolgersi e aprirsi a nuovi orizzonti e pensieri: anche loro difatti leggono, scrivono e ascoltano (popolo con capacità medie) -> sono in grado di recepire i messaggi convogliati dalla poesia (tramettere grandi valori) Dietro la sua poesia c’è sempre la volontà di ragionare in modo oggettivo sulla realtà -> ne deriva la sua visione del mondo (formazione illuministica come il padre) Ha un proprio sistema organizzato di visione della realtà naturale e condizione umana Già nel 1832, anno in cui aveva pubblicato una serie di scritti, si dedica alla stesura della lettera a de Sinner che come molti altri, riconduceva sua poesia e pessimismo alle sue difficolta esistenziale e di salute: controbatte che seppur queste sofferenze avessero giocato una parte non indifferente nella sua poetica (costituiscono un valore aggiuntivo), la sua visione del mondo nasce da un ragionamento, dalla volontà di comprendere, da un atteggiamento, da delle riflessioni che esisterebbero indipendentemente da esse Si può riscontrare una componente razionalistica-materialistica -> dichiarato ateista, Delusione storica si manifesta come mancato impegno politico, avverte la disillusione rispetto agli ideali e alle promesse, che lo circonda  LA TEORIA DEL PIACERE La sua visione della vista razionalista-materialista (ricollegandosi alla tradizione impostazione mentale epicureista): nella sua vita terrena, l’uomo tende al maggior piacere realizzabile (realizzare aspirazioni, illusioni e ambizioni) e non disdegniamo quello fisico -> il problema (in cui emerge componente romantica) è il confronto con l’infinito: ciò che ci aspettiamo dalla vita progetti, sogni e speranze non hanno limiti, sono sconfinati, sempre assoluti Da una parte vi è la tensione infinita verso ideali che viviamo per intensità in modo assoluto, d’altra parte in quanto uomini limitati ci dobbiamo confrontare con i limiti della vita (esigenza innata di felicità/piacere che in realtà è una componente irrealizzabile o non raggiungibile nei termini che ci siamo prefissati, perché nell’eterno conflitto tra sogno-realtà perché c’è l’eventualità di rimanere delusi dalla finitudine o dal fatto che non collimi esattamente con le nostre aspettative) Considerazioni nel dialogo Torquato Tasso e del suo genio familiare: che cos’è il piacere/felicità? Cosa si intende veramente? Perché ognuno ha una diversa concezione esistenziale di felicità (aspettative differenti) -> sarà sempre relativa, soggettiva, nessun può dire di averne fatto esperienza del vero piacere)  nel senso stretto un uomo non potrà mai essere felice (visione pessimista), ma propone alcune situazioni dove possiamo provare delle sensazioni illusorie (speculazione della mente allevia il dolore) che sono per lo meno assimilabili ad un senso di felicità:  nell’attesa infinita (Il sabato del villaggio) -> nella mente, l’attesa, è eventualmente meglio della realizzazione in sé, mi creo delle prospettive che magari una volta realizzate/concluse, rimango pure deluso dalla loro durata finita/stabilità  nel sogno (Dialogo di T. Tasso e del suo genio familiare) -> evasione da una realtà che nessuno ci può impedire  nel momento del pericolo (Dialogo di Colombo e P. Gutierrez: tratto dai diari di bordo di Cristoforo Colombo, immagina che sul ponte stia avvenendo questo momento di riflessione di fronte alla contemplazione di un paesaggio, riguardo le aspettative irrealizzate del viaggio, ad un apparente fallimento: fino ad allora però hanno affrontato pericoli, dolori, esperienze) -> arricchiti dalla consapevolezza che la vita è degna di essere vissuta e preziosa, solo nel momento in cui si è in procinto di perderla per sempre  nella momentanea interruzione del dolore (La quiete dopo la tempesta: descrive il ritorno della pace/sereno, nel frattempo godono del momento prima che si riproponga ancora la tempesta -> non è essere felice, ma in parte abbiamo la sensazione di esserlo, quando soffriamo di meno, quando siamo alleviati dal dolore)  IL PESSIMISMO La ricerca del “vero” (realismo romantico di Manzoni, Petronio del romanzo latino, verismo, pittori realisti) attraverso diversi strumenti/metodi = riflessione anche spietata sulla condizione umana e non solo, anche sulla natura -> la sua poesia nasce proprio da questa esigenza interiore di riflettere sulla verità oltre le tendenze o mode illusorie che danno una risposta quanto meno consolatoria, anche se la realtà è amara Suddivisione schematica in 3 momenti successivi della sua esistenza che coincidono pressappoco con le fasi di sviluppo della sua poetica Dopo un’infanzia trascorsa ad accumulare una cultura impressionante in cui appunto scrive traduzioni, saggi, commenti critici, saggi scientifici (a 14 anni pubblica un saggio che passa in rassegna gli errori della storia classica) -> ritiene che non sia più sufficiente: riscopre la poesia Con la quale è in grado di esprimere i suoi sentimenti e le sue sensazioni attraverso la bellezza della parola poetica: si dedica ai primi canti, canzoni di argomento civile-filosofico e fase dei Piccoli idilli 1. storico: risente ancora dell’illuminismo di Rousseau, cioè l’idea che la natura realtà (madre benigna) non sia ostile all’uomo ma è lo stesso che civilizzandosi, si è allontanato dallo stato naturale originario come se avesse deteriorato l’armonia con essa, ponendosi in una condizione di infelicità = inevitabile con il progredire della storia umana che ha posto uomo in condizioni diverse, in una posizione che gli permetta di concepire differentemente il mondo L’evoluzione dell’uomo (quando ancora era nella condizione primitiva trovava spiegazioni favolistiche o il bambino non ancora coinvolto dai drammi della vita umana) e la conoscenza hanno portato alla sofferenza -> la natura è madre benigna, ci genera donandoci sentimenti, valori che impediscono di cogliere i limiti di fondo dell’esistenza L’uomo antico pareva essere più felice/spensierato perché viveva in una condizione esistenziale diversa, ovvero poteva darsi delle risposte consolatorie ed illusorie diverse di fronte al dolore perché non conoscevano la realtà come noi oggi È la storia umana ha provocare sofferenza sia a livello di umanità e soprattutto di storia singola Nel momento in cui si dà delle risposte è evidente che lui rifletta costantemente Già nell’ultimo canto di Saffo anticipa questa parte: respinta dei sui sogni d’amore ma portatrice di grandi valori (si interroga riguardo cosa abbia commesso di nefando, prima ancora che nascesse, per meritare tanta sofferenza a questa condanna)  inizia a maturare il dubbio che non è possa essere solo la storia/condiziona umana a essere la causa: per questo motivo non si sente in condizione di progredire, si sente in dovere di proseguire queste riflessioni e di conseguenza sospendere la produzione poetica per 5 anni fino a chiarire razionalmente le sue incertezze -> Nel Dialogo con l’Irlandese giunge a definire pessimismo cosmico + Emerge anche concetto di noia esistenziale = puro desiderio di qualcosa che non potremo mai avere, che diventa un tedio, impossibilità di realizzarsi, il nulla (in termini di sensazioni/emozioni) che si inserisce tra sensazione di piacere e dolore e che renderà tutto vacuo e insignificante (come se fossimo indifferenti e privi di senso) -> illusioni si configurano come semplici sogni giovanili che non portano a nulla 2. cosmico: la natura non è coinvolta, la vita umana è di per sé afflizione; essa infatti non è stata creata per soddisfare felicità dell’uomo (natura prosegue inesorabilmente secondo le sue regole/leggi per automantenersi) -> abbiamo delle aspettative nei suoi confronti che non vediamo essere soddisfatti: per il solo fatto di vivere siamo portati a soffrire (soprattutto ad ora che siamo uomini razionali che non possono ignorare certe verità ormai indissolubili), qualsiasi creatura/componente dell’universo è accomunata da questa sofferenza perché lo stabilisce la legge universale Questo ragionamento (condanna per qualcosa compiuto ancora prima di nascere) non lo convince: perché esiste il dolore e la sofferenza? (il dolore è mistero va oltre le sue spiegazioni relative alla storia umana, ne sono a conoscenza solo gli dei)  Si inaridisce ispirazione poetica = grande pausa di riflessione durante la quale scrive solo in prosa le Operette Morali che si configurano come un laboratorio di pensiero e idee su tematiche diverse atte a trovare il vero (passaggio dal bello della poesia, in cui non trova più consolazione, al vero) Nello Zibaldone immensa raccolta in cui trascrive intuizioni, riflessioni, idee per non dimenticarle: la sofferenza è universale non solo uomo per la sua cultura e le vicende in cui è coinvolto, ma tutte le creature, appunto cosmico, perché è una condizione inscindibile con l’esistere = confrontarsi con leggi della natura materialista-meccanicista, nulla può sottrarsi (processo ininterrotto di dissoluzione e rigenerazione) il cui scopo è solo di perpetuarsi/autogenerarsi, indipendentemente dall’uomo e sue esigenze, con lo sviluppo delle sue idee Motivo per cui ora è vista come madre snaturata, matrigna: ci genera e ci abbandona, indifferente alla nostra sorte, non prova né affetto né ostilità -> Lo scopo della natura non è determinare la felicita dell’uomo (in un perpetuo circuito di produzione e distruzione in un rapporto contemporaneamente utile l’una alla conservazione dell’altra) Quando nel 1827 crede di aver raggiunto il culmine del suo ragionamento, di essere arrivato a delle verità di cui è definitivamente convinto, sempre sulla base per quanto dolorosamente pessimistica, può riprendere nuovamente a vivere la sua esistenza; da quel momento torna a dedicarsi alla poesia con rinnovato entusiasmo Il passaggio tra una fase e l’altra non è netta = si basano sul principio della “voglia di vivere nonostante… (la certezza che vivere è dolore” -> Verità affermata senza paura per riscoprire motivazioni forti in nome delle quali vivere 3. Eroico/titanismo: prospettiva dura, polemica, battagliera, non vuole mentire sulla realtà umana (allo stesso modo dei titani** che sfidavano gli dei seppur destinati alla sconfitta); quindi si pone di fronte alla natura non tanto perché voglia cambiarla ma perché pone dinanzi ad essa la sfida della vita, per la quale il coraggio di ammetterne le verità più scomode e deludenti e invece rinunciare ad una realtà che è d’altra parte è totalmente illusoria. Non rinuncerà mai alla vita!  Pessimismo in realtà cela un messaggio propositivo sulla dignità di vivere, insieme alla riscoperta di altri valori (solidarietà = combattere insieme la battaglia della vita contro la natura e il dolore -> questo dovrebbe essere il vero senso della vita) ** Titani rappresentano l’incarnazione delle forze primordiali della natura (caos) che l’ordine degli dei schiaccia (cosmo) e una volta sconfitti li costringe incatenati nella parte di più profonda del Tartaro -> accade spesso che si ribellassero per sfidarli (titanomachia) = lotta senza speranza di vittoria ma ugualmente trovano nella lotta è contenuta la dignità della loro esistenza (testimonianza che si è ancora vivi con i propri ideali e sentimenti) STRUTTURA variegata: dialoghi, racconti favolistici e mitologici, trattati, parodie, falsi documenti storici CONTENUTI vari perché questa riflessione sulla condizione umana accoglie varie prospettive sullo stesso argomento Leopardi non sviluppa una vera ricerca filosofica, rimane pur sempre opera letteraria come nello Zibaldone, ma si muove su un piano più vasto in cui la riflessione razionale si unisce a spunti lirici-> analisi critica in cui non mancano sentimenti e stati d’animo Nel Dialogo di Tristano e suo amico finge di ritrattare su un libro scritto in gioventù nel quale si è abbandonato alla malinconia, mentre sostiene convintamente che la vita è pura gioia -> ironizza elencando dei motivi che sono una conferma del suo pessimismo cosmico (non sono che sogni poeti che si abbandonano ad una riflessione malinconica) = emerge nostalgia di felicità (oltre ricerca del vero e dolorosa scoperta) che non riesce a cancellare del tutto per quanto razionalmente assurda -> quando scrive lui ama la vita, vorrebbero vivere in una dimensione positiva ma non riesce a riscontrarla nella realtà circostante (Leopardi vorrebbe avere qualcosa che non ha mai conosciuto/fatto esperienza) Anche se riflette razionalmente e giunge a queste conclusioni, non nega che voglia una risoluzione differente, o i sentimenti e la bellezza sogni umani, ma si obbliga a ragionare sulla verità amara, ma ne prendo coraggiosamente atto per agire (contenuto di fondo della sua poetica, non è il nichilista arido perché per lui tutto ha valore) PERSONAGGI ugualmente vari: storici letterati, animali, favolistici e mitologici, astratti, allegorici, della cultura, autobiografici -> uomini sono soltanto la voce che egli attribuisce ai concetti e i sentimenti quali dolore, malinconia, noia, ragione, felicità, piacere e natura DOPO IL CICLO DI ASPASIA Visione natura rimane invariata rispetto operette morali Un’opera quasi di autocritica -> fa uso della satira In leopardi non c’è quasi mai interesse politico PARALIPOMENI ciò che non era stato pubblicato (trovato antico manoscritto greco) DELLA BATRACOMIOMACHIA Parodia sia nel titolo (altosonanti, classicheggianti) che nel contenuto: inutilità delle ideologie politiche (in vista della realtà umana dipendente dalla visione del pessimismo cosmico) Batraci e mius = rane e rospi (ceti conservatori) che entrano in battaglia con i topi (allegoria comportamenti umani) Ripresa e continuazione del poemetto pseudo- omerico “La battaglia delle rane e dei topi”.  Granchi (Austriaci), Rane (Conservatori), Topi (Liberali) Condanna contro ipocrisia e servilismo, in generale rifiuto di ogni forma di illusione, anche politica. I NUOVI CREDENTI Se accanisce contro ambiente che lo avevano criticato (nuovi ideali) “capitolo in terza rima”, contemporaneo alla “Ginestra” Dura satira, con passi anche volgari, contro esponenti dello spiritualismo (cattolico) napoletano e contro credenze metafisiche e religiose in genere.  Risposta allo sdegno rivoltogli da vari intellettuali napoletani di area cattolica. “l’arma napoletana a difesa de’ maccheroni” “Sorge la voce di color che sanno // e che insegnano altrui dentro i confini” PALINODIA (ritrattazione) AL MARCHESE GINO CAPPONI (amico che gestiva quei circoli progressisti) Come se rinnegasse la visione a cui è approdato in definitiva Capponi: fiorentino, storico e intellettuale, fondatore delle riviste “Antologia” e “Archivio Storico Italiano”; amico di L., ma ambiguo nelle critiche rivoltegli da Tommaseo e altri. Liberale, ha posizioni ideologiche e culturali diverse, cosa che porta a reciproche incomprensioni col poeta. E’ un’epistola satirica in versi sciolti, sul modello di Parini, di cui riprende tratti della feroce ironia e la mescolanza di espressioni auliche con altre moderne e straniere. Pariniana è anche la trattazione di futilità quotidiane in termini eroici ed epici. Terra = Eden per l’uomo;   il fumo dei sigari; i crepitanti pasticcini; la “giornaliera luce delle gazzette” “pubblica letizia e dolcezze del destino umano” Aureo secolo promesso dai giornali;    ferrata via; i molteplici commerci; le polizze di scambio; si danzerà al suono dei valzer;  le macchine   ecc. | La lingua tedesca ha due parole per distinguere due concezioni di civiltà: dal punto di vista umano o del progresso (che materialmente rende più agevole la vita -> quindi non è totalmente contrario, ma non la accetta se arriva a cambiare l’essenza della nostra esistenza e distoglie dalla realtà dei fatti (pessimismo)|  LA GINESTRA O FIORE DEL DESERTO Nel 1836 viene ospitato in una villa alle pendici del Vesuvio = osservazione paesaggio idillico che lo circonda Non di facile comprensione per la realtà del tempo La più lunga opera e dura nei toni e contenuti, profondamente diversa da Leopardi polemica violenta contro tutti e tutto in nome delle volontà cosmiche a cui è arrivato non accetta ipocrisia dei modelli dominanti -> prende posizione netta (non pretende la ricerca del vero) ora si focalizza sul dare un forte stimolo per invogliare anche gli altri a sostenere la realtà così com’è Non è un misantropo (odio verso gli altri uomini), al contrario vuole fare comprendere all’uomo la sua potenzialità (a fargli apprezzare la vita): accettare che la vera responsabile della nostra sofferenza sia la natura stessa, nemica comune  accenna il concetto della solidarietà TESTO Premette al testo una citazione del Vangelo di san Giovanni: E gli uomini vollero piuttosto le tenebre (male dell’ignoranza, la religione/dottrine che conferiscono false illusioni) che la luce (materialismo, verità della ragione che illumina condizione umana) -> inaspettata citazione biblica, solo che il massaggio/significato polemico è sovvertito = contro tutte le dottrine, di ogni ambito, che alimentano speranze nel progresso, quindi ottimiste Natura completamente stravolta nelle opere precedenti perché è quella ostile, scabra, quasi sterile di un vulcano -> trasmette senso di distruzione di per sé Linguaggio classicheggiante ma piuttosto moderno per le espressioni che utilizza Qui su l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo, la qual null’altro allegra arbor né fiore, tuoi cespi solitari intorno spargi, odorata ginestra, contenta dei deserti. Anco ti vidi de’ tuoi steli abbellir l’erme contrade che cingon la cittade la qual fu donna de’ mortali un tempo, e del perduto impero par che col grave e taciturno aspetto faccian fede e ricordo al passeggero. Or ti riveggo in questo suol, di tristi lochi e dal mondo abbandonati amante e d’afflitte fortune ognor compagna. Questi campi cosparsi di ceneri infeconde, e ricoperti dell’impietrata lava, che sotto i passi al peregrin risona; dove s’annida e si contorce al sole la serpe, e dove al noto cavernoso covil torna il coniglio; fûr liete ville e cólti, e biondeggiâr di spiche, e risonâro di muggito d’armenti; fûr giardini e palagi, agli ozi de’ potenti gradito ospizio; e fûr cittá famose, che coi torrenti suoi l’altèro monte dall’ignea bocca fulminando oppresse con gli abitanti insieme. Or tutto intorno una ruina involve, ove tu siedi, o fior gentile, e quasi i danni altrui commiserando, al cielo di dolcissimo odor mandi un profumo, che il deserto consola. A queste piagge venga colui che d’esaltar con lode il nostro stato ha in uso, e vegga quanto è il gener nostro in cura all’amante natura. E la possanza qui con giusta misura Sulla terrazza di una villa mentre scruta: Qui sulle aride pendici del temibile (da formido = paura -> dovrebbe suscitare terrore, spavento) Vesuvio, portatore di sterminio, che nessun altro albero o fiore allieta col suo aspetto, spargi intorno i tuoi cespugli solitari, profumata ginestra, che ti accontenti di vivere in luoghi desertici. Ti ho visto anche abbellire con i tuoi steli le campagne solitarie che circondano la città un tempo signora degli uomini (una volta simbolo del popolo fiorente) e che, con il loro aspetto grave e taciturno sembrano offrire ai viaggiatori testimonianza e ricordo della perduta potenza. Ora ti rivedo su questo suolo, amante di luoghi tristi e abbandonati da tutti e sempre compagna di destini sventurati.  Ben evidenziata potenza sterminatrice della natura  Paesaggio desolato l’unica cosa che emerge sono delle chiazze di colori date dai fiori (creano assoluto contrasto = simbolo contrasto tra vita/morte): ginestre -> unico simbolo di vita in quelle lande desolate  Emerge teoria delle rovine (quel che rimane dalla distruzione) memoria di una vita cancellata dalla distruzione Questi campi cosparsi di ceneri sterili e ricoperti di lava pietrificata, che risuona sotto i passi del viandante, (campi) nei quali fa il nido e si contorce al sole il serpente e il coniglio torna alla consueta tana scavata nella lava, furono villaggi pieni di vita e terreni coltivati, e biondeggiarono di spighe di grano, e risuonarono del muggito dei buoi; (questi campi) furono giardini e palazzi, sede gradita del riposo dei potenti; e furono città famose (come Pompei ed Ercolano) che, insieme ai loro abitanti, il superbo monte (il Vesuvio) schiacciò coi suoi torrenti di lava, scagliando fulmini dal suo cratere infuocato. Ora un'unica rovina avvolge tutti i luoghi circostanti dove tu hai sede, fiore gentile, e, quasi provando compassione per i mali degli altri, fai salire al cielo un dolcissimo profumo che consola il deserto. Venga in questi luoghi chi ha l'abitudine di celebrare la nostra condizione di uomini e veda quanto il genere umano sta a cuore alla natura che tanto ci ama. E potrà inoltre stimare in modo adeguato la potenza della specie umana, che la crudele madre (la natura), quando meno è temuta, con un leggero movimento in un istante distrugge in parte, e con movimenti poco meno leggeri può, altrettanto improvvisamente, annientare del tutto. In questi luoghi è illustrata la sorte magnifica, e in continuo progresso, del genere umano.  Continuo cambio tonale (ironizza, riflette -> chi ha
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