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Romanticismo europeo e italiano e Alessandro Manzoni-schemi, Appunti di Italiano

Introduzione alla corrente Romantica con riferimenti al contesto storico, sociale, linguistico e culturale dell’epoca. Descrizione della vita e delle opere dell’autore italiano Alessandro Manzoni. Vengono affrontati alcuni testi e le sue opere più importanti con riferimento alle pagine del libro di testo “Cuori intelligenti” di C. Giunta

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 01/06/2020

A.n.sia
A.n.sia 🇮🇹

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Scarica Romanticismo europeo e italiano e Alessandro Manzoni-schemi e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Romanticismo È un movimento artistico e letterario che si sviluppa dalla fine del 1700 (Congresso di Vienna) fino al 1861 (Unità d’Italia). La parola “romanticismo” in passato aveva un’accezione negativa usata per delineare il mondo falso e illusorio dell’epica cavalleresca; con Rousseau assume un significato positivo venendo riferita al topos letterario di animo-paesaggio ovvero l’interiorità malinconica del poeta che trova rifugio in una natura inquietante che corrisponde con il suo stato d’animo. Nel 1798 il termine “romanticismo” viene usato per la prima volta per indicare un movimento artistico grazie a Friedrich Schlegel che, insieme al fratello, ha fondato la rivista “Athenaeum” e gruppo di intellettuali di Jena basato su principi romantici come:  Contro le idee del classicismo e dell’illuminismo;  Recupero dell’idealismo e del cristianesimo (contro il sensismo, il deismo e l’ateismo del periodo precedente);  Celebrazione delle glorie nazionali (contro il cosmopolitismo dell’illuminismo);  Esaltazione dei sentimenti, passioni, irrazionalità e genialità [=creatività] (contro compostezza e armonia). Il movimento nasce in Inghilterra grazie anche a personalità come Coleridge e Wordsworth ma si sviluppa maggiormente in Germania; a fare da mediazione è stata Madame De Staël, nobildonna francese, che nel 1813 pubblicò “De l’Allemagne” (antico nome della Germania) contenente i principi del pensiero romantico e la celebrazione della storia germanica: questo ebbe molto successo anche in Italia e nel 1816 Borsieri, Breme e Berchet, ispirati dal componimento della donna, pubblicarono tre manifesti del romanticismo. Dal 1775 al 1785 si sviluppa in Germania il movimento preromantico dello Sturm und Drag (Tempesta e Assalto) e rappresenta pienamente l’importanza che i romantici danno alle forze irrazionali della natura. IMPORTANZA DEL RAPPORTO CON LA SOCIETA’ A partire dal 1800 inizia a formarsi la società capitalistica; cambia il modo di pensare: da questo momento l’intellettuale smette di essere un cortigiano diventando un individuo con la professione dello scrittore, perciò diventa sempre più importante l’opinione pubblica anche grazie al diffondersi di sempre più riviste e giornalimercificazione dell’arte. In Italia nascono riviste che si occupano di propagandare gli ideali di questo periodo, ma anche giornali con l’obbiettivo di distogliere gli intellettuali da pensieri indipendentisti come la rivista asburgica della “Biblioteca Italiana”. In contrasto con questa Borsieri, Berchet e Breme, dopo aver lasciato quella austriaca, pubblicano “Il Conciliatore” nel 1818 con Silvio Pellico come direttore, cercando di conciliare l’ambito scientifico con quello letterario, l’illuminismo con il romanticismo e il laicismo e il cattolicesimo, ma l’anno successivo la rivista viene chiusa dall’ impero asburgico. Altre riviste importanti che nascono durante il romanticismo sono: “L’Antologia” che prevede idee moderate e cattoliche venendo così utilizzata per formare la classe dirigente e “Il Politecnico” a Milano con direttore Carlo Cattaneo attiva dal 1834 al 1844 che si avvicina un po’ alle idee del razionalismo illuminista ma anche al cattolicesimo romantico. Durante il romanticismo cambia il modo di concepire la Natura che da meccanicista diventa organica (organicismo: natura come un organismo vivente) con una grande forza spirituale non quantificabile e assoluta che il poeta mira ad esprimere attraverso le sue opere; anche il tempo viene concepito diversamente dai romantici che provano una visione soggettiva del tempo interiorizzato e quasi incalcolabile (prima visione circolare , ora visione lineare). ANTICAPITALISMO ROMANTICO Il 1800 è un secolo di progresso e sviluppo economico portando alla formazione di una massificazione della società. L’intellettuale si rapporta con un mondo nuovo e ciò costituisce un pilastro della letteratura dell’800 e 900. Il romanticismo permette all’ individuo di sviluppare la creatività e i sentimenti dell’individuo, invece il capitalismo ostacola tutto ciò e l’intellettuale vive un profondo disagio portando alla scissione dell’ io-mondo (frattura tra individuo e realtà in cui vive): questo si sviluppa in Inghilterra e prende il nome di Sehnsucht (malessere) e genera una profonda frattura nel mondo degli intellettuali aprendo la strada al topos letterario della corrispondenza animo-paesaggio dove il poeta si rifugia in una natura inquietante e tetra rispecchiando il suo stato d’animo –già con Alfieri. Importanza del genio artistico: il poeta è colui che svela le verità nascoste attraverso il genio; ciò che non permetteva il classicismo perché gli artisti erano portati a imitare la perfezione raggiunta dagli antichi. Nasce una profonda passione per il medioevo periodo durante il quale si sviluppano i vari paesi e nasce la storia dei popoli europei come identità nazionale e l’intellettuale romantico è portato a conoscere bene il medioevo per riportare, nelle sue opere, i fatti storici realmente accaduti o almeno situazioni verosimili. IL ROMANZO Il genere che si sviluppa maggiormente durante il romanticismo è il romanzo che nasce nel 1600 e che nel 1800 raggiunge il suo massimo splendore. Questo genere si adatta ad ogni situazione e ad un pubblico molto vasto perché non è composto da una struttura fissa da seguire ma variabile all’insegna dello sperimentalismo, e prevede un “patto” narrativo tra autore e lettore che è pronto ad accettare come vero tutto ciò che viene descritto e che desta perplessità. Il romanzo nasce in un contesto particolare (genere popolare) perché necessita di un vasto pubblico, una borghesia forte (impulso all’editoria), livello basso o contenuto di analfabetismo e un mercato editoriale funzionante: non ci deve essere arretratezza economica né modelli tradizionali troppo radicati per questo arriva in Italia molto tardi e in maniera minore rispetto agli altri paesi europei. I vari tipi di romanzi che si trovano in Europa tra il 1800 e il 1841 sono:  Romanzo storico  i maggiori esponenti sono Walter Scott con l’Ivanhoe (Inghilterra), Victor Hugo (Francia) e Aleksandr Puškin (Russia).Vedi Hugo a pagina 291  Romanzo sociale e realistico  Charles Dickens (Inghilterra)e Balzac e Stendhal (Francia).Vedi Balzac a pagina 295  Romanzo confessione  sfogo confessionale dell’autore; de Musset e Constant  Romanzo fantastico  talvolta anche dell’orrore; Edgar Allan Poe (America) e Hoffman MANZONI LA VITA Vedi pagine 352-359 Alessandro Manzoni nasce a Milano il 7 marzo 1785 da Giulia Beccaria (figlia del famoso Cesare Beccaria) e Pietro Manzoni, anche se in realtà essa lo aveva sposato per l’impossibilità del padre dii darle una dote, perciò con tutta probabilità Alessandro era figlio del suo amante Giovanni Verri. Compie i suoi primi studi in collegio prima dai padri somaschi e poi da quelli barnabiti. Non frequentava molto la casa paterna ma qui ha l’occasione di conoscere personaggi quali Monti, Foscolo, Lomonaco e Cuoco, dato che sin dai primi anni aveva manifestato un interesse per la letteratura. Dopo la morte del secondo marito della madre, Carlo Imbonati, Manzoni la raggiunse a Parigi dove scrisse “Carme in morte di Carlo Imbonati”. A Parigi visse in un ambiente intellettuale molto vivace, erede della stagione illuminista e dove viene a contatto con il circolo degli ideologués dove stringe una forte amicizia con Claude Fauriel. Matura in questi anni anche il suo interesse per la filosofia per riflettere sulla letteratura da un punto d vista teorico. Nel 1808 torna n Italia e sposa qui Enrichetta Blondel con un rito calvinista per la religione della donna, ma negli anni successivi, fissata la data il 2 aprile 1810, avrà un’improvvisa conversione che lo porterà con Enrichetta a un secondo matrimonio cattolico e ai sacramenti precedenti loro e della figlia Giulia (=> episodio simbolico del matrimonio di Napoleone nella chiesa di Saint-Roch). Dopo la conversione al cattolicesimo, in particolare alla corrente giansenista, Manzoni rifiuta tutte le sue opere precedenti e inizia il progetto della composizione di dodici inni sacri che celebrano le festività cristiane di cui riuscirà a portarne a termine solo cinque. Fino al 1827 Manzoni vive un periodo di intensa creatività:  1816: inizia la stesura del Conte di Carmagnola, tragedia stampata nel 1820  1820-22: stesura e pubblicazione dell’Adelchi  Approfondisce gli studi storici allegando alle tragedie dei piccoli saggi riguardanti il contesto storico  Lettera a Monsieur Chauvet sull’unità di tempo e d luogo nella tragedia  1819: scritto teorico: Osservazione sulla morale cattolica  1823: lettera ad Alzeglio: Sul Romanticismo dove tratta dell’uso della mitologia nella letteratura e inizia a riflettere sul rapporto tra letteratura di invenzione e fede cristiana  1817-1822: lavora all’Inno sacro della Pentecoste, più complesso degli altri quattro. Vengono pubblicati in ordine cronologico secondo la vita di Cristo (Il Natale- La Passione- La Resurrezione- La Pentecoste- Il nome di Maria che era staccato da un punto di vista tematico e messo in coda)  1821: In seguito a una rivolta per i moti della carboneria che richiedevano una costituzione al re, Manzoni si dichiara favorevole con l’ode civile Marzo 1821 che non verrà pubblicata subito dato il fallimento della rivoluzione  1821: negli stessi mesi sull’isola di Sant’Elena muore Napoleone per cui Manzoni scrive un’ode che celebra le imprese nell’imperator e parla di una sua certa conversione in punto di morte  Dal 1821-1827: due edizioni di quelli che saranno in definitiva nel 1840 dei “Promessi Sposi” che inizialmente erano “Fermo e Lucia” -> revisione linguistica, parti tolte e aggiunte.  Natale 1833 e Ognissanti vengono lasciati a metà A metà del 1827 Manzoni fa un viaggio a Firenze con la sua famiglia e qui viene a contatto con la lingua fiorentina per cui scriverà in seguito diversi trattati che la sostenevano come la lingua che doveva diventare nazionale (=> revisione de “I Promessi Sposi”). Alla fine degli anni venti Manzoni si dedica alla saggistica:  Letteraria: Del romanzo storico-> tratta del vero storico nella narrazione  Filosofico  Linguistico e di storia della lingua italiana Il giorno di Natale del 1833 Enrichetta muore e l’autore sapendo di non poter badare ai dieci figli da solo si risposa con Teresa Borri che anche morirà prima di lui come otto dei suoi figli. Nel 1840 porta a termine l’ultima edizione de “I Promessi Sposi” con una revisione linguistica, illustrazioni di Gonin e in coda al romanzo “Storia della Colonna infame” ovvero la storia del processo intentato a coloro che furono accusati di aver diffuso la peste del 1630. In occasione della Cinque giornate di Milano pubblica un opuscolo con pochi versi di Marzo 1821 e Il Proclama di Rimini. Passa due anni nella villa della moglie a Lesa dove stringe rapporti con Antonio Rosmini da cui scaturiranno gli scritti filosofici Dell’invenzione e Del piacere. Dopo il 1861 viene proclamato senatore d’Italia e professore onorario a Napoli. Tra il 1862 e l 1862 inizia uno studio comparativo tra la Rivoluzione francese del 1789 e quella Italiana del 1859, di cui la prima sarebbe distruttiva, la seconda legittima. Nel 1873 dopo un incidente cominceranno per lui mesi di agonia che lo porteranno alla morte il 22 maggio. Le opere vengono suddivise in due periodi:  Dal 1800 al 1810  Dal 1811 al 1873 (morte di Manzoni) IN MORTE DI CARLO IMBONATI Durante il primo periodo Manzoni aderisce al neoclassicismo ispirandosi a modelli letterari come Vincenzo Monti e Parini. Pubblica nel 1805 “In morte di Carlo Imbonati”: questo componimento presenta un dialogo morale tra lo stesso Manzoni e Carlo, precettore di Parini, che gli era apparso in sogno; l’autore fa esporre a Imbonati il suo pensiero e i suoi valori morali tra cui il suo principio etico e poetico, ovvero l’adesione psicologica immorale alla realtà e la riflessione critica. È composto in endecasillabi sciolti e contiene una notevole componente satirica, poiché esprime lo sdegno verso la corruzione morale. INNI SACRI Vedi pagina 366 Nel 1810 Manzoni si converte al cristianesimo e nel 1815 compone degli Inni Sacri che inizialmente dovevano essere 12 come le festività cattoliche, ma finì per pubblicarne solo 4: La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione e solo dopo il 1822 pubblicherà il 5 inno: La Pentecoste. Ci resta anche un frammento di un sesto inno mai pubblicato: Ognissanti. Il poeta sceglie la tematica religiosa delle festività cattoliche per un destinatario ampio che avrebbe apprezzato maggiormente la sua operatutti conoscono l’argomento, inserendosi comunque nel clima romantico. Qui Manzoni non esprime il suo punto di vista ma si dissolve facendosi interprete della comunità cattolica per esprimere il sentimento dei valori cristiani trattando così del rapporto uomo-Dio. L’opera esprime un forte sperimentalismo ispirato dal melodramma di Metastasio e Parini e riprende poi l’espediente delle preghiere. Nei primi inni sacri prevale la componente retorico- celebrativa con tono liturgico mentre la quinta opera, dove Manzoni raggiunge la maturità artistica, presenta sia un linguaggio solenne, liturgico e popolare. Manzoni, pur essendo romantico, trova dei punti in comune con l’illuminismo per l’ideale di uguaglianza di tutti gli uomini difronte a Dio e nella concezione di questo in modo ambivalente: come essere gentile e misericordioso (Cristo), ma anche potente e spietato nel giudicare le anime (antico testamento). Vedi scheda De Sanctis e Nigro. LA PENTECOSTE pagina 367 Manzoni fa riferimento all’evento biblico della discesa di lingue di fuoco ovvero lo spirito Santo sugli apostoli donandogli la glossolalia (γλοσσα + λαλεω) ovvero la capacità di parlare tutte le ) ovvero la capacità di parlare tutte le lingue per diffondere il verbo di Dio. La “Pentecoste” è l’inno sacro più importante perché presenta la sintesi perfetta tra la componente retorica, il tono biblico e il linguaggio popolare. Presenta una struttura precisa:  vv. 1-48 glossolalia e discesa dello spirito Santo;  vv. 49-80 conseguenze dell’evento biblico;  vv. 81-140 invocazione dello spirito Santo a tornare di nuovo così da permettere un rinnovo dell’Umanità. È forte la componente storica del rapporto tra uomo e Dio, presenta una visione provvidenziale (= pessimismo presente e costante che si risolve sempre, ma solo con l’intervento della provvidenza – vi sono infatti in Manzoni molti personaggi simbolo della Provvidenza) con frequenti parallelismi e si ritrova il pensiero di Manzoni sulla duplicità della figura divina. I TRATTATI MORALI E DI STORIOGRAFIA Il trattato o saggio è un genere letterario che si sviluppa durante l’illuminismo e permette una riflessione ragionata condotta su questioni morali o letterarie. della storia entrambi i fratelli moriranno l’una per amore, l’alto per le ferite riportate in guerra. Manzoni con questa vicenda fa un chiaro riferimento al risorgimento italiano, e la fiducia che i cittadini ripongono in Napoleone è paragonabile a quella degli Italici in Carlo Magno. I personaggi vanno incontro ad una provvida sventura, ovvero ad una sventura provvidenziale che conduce l’uomo alla salvezza divina passando dalla sofferenza e dalla morte. Entrambi i fratelli aspirano a qualcosa, ma vengono fermati dalla dura realtà fatta di doveri che devono assolvere, infatti quando Adelchi parla con il padre in punto di morte, dice di non dolersi per la sua morte poiché è solo ritirandosi dalla vita politica, in quanto sconfitto, che è possibile evitare di compiere errori che sarebbero stati commessi in una situazione storica dove o si sbaglia (quindi ti va bene) o si subisce (se fai bene). Ermengarda è divisa invece tra la passione amorosa (ancorata al marito) e la componente cristiana (Manzoni fa trasparire chiaramente la volontà che questa si abbandoni alla dimensione divina, lasciando quella terrena). Manzoni tratta il tema della malvagità del mondo che spinge l’uomo all’errore e al fallimento e l’unica cosa in cui può sperare è la salvezza cristiana. Vedi pagine 394 e 399 e 403 I PROMESSI SPOSI vedi pagine 420-422, 435-438, 455-458 Durante un soggiorno in Francia Manzoni rimane affascinato dal romanzo storico di Walter Scott, Ivanhoe, e decide di produrne uno lui stesso. Dato che lui era innanzitutto uno studioso e un erudito si preoccupa di fare un accuratissimo lavoro sulle fonti-> mentre nel romanzo di Scott spesso assistiamo a delle avventure quasi fantastiche, in Manzoni i fatti rimangono sempre realistici e riguardano principalmente la popolazione umile ma non povera che accoglie i due protagonisti Renzo e Lucia (differente da Scott che aveva scelto come personaggi dame, cavalieri, ecc..). Il romanzo avvolge però tutte le classi sociali dell’epoca in quanto molti dei personaggi principali appartengono a ceti più elevati. Nel 1823 pubblica la prima edizione di Fermo e Lucia, ma segue una lunga fase di rielaborazioni durata due anni dove applica forti cambiamenti sia dal punto di vista strutturale che linguistico (va a risciacquare i panni in Arno). Nel 1827 pubblica quindi la prima rivisitazione con il titolo di Renzo e Lucia che viene chiamata ventisettana e successivamente nel 1840 la seconda, quella definitiva che viene chiamata I Promessi sposi, la quarantana. Da Fermo e Lucia alla Ventisettana tra il 1821 e il 1823 Manzoni compone Fermo e Lucia ma dopo averlo completato si dichiara non soddisfatto e tra il 1824 e il 1826 inizia una grande opera di riscrittura che lo porterà a pubblicare poi nel 1827 I Promessi Sposi:  Toglie francesismi e lombardismi che erano funzionali all’introspezione psicologica introducendo il linguaggio fiorentino che aveva imparato dai romanzi;  Modifica la struttura secondo cui c’erano dei blocchi narrativi che si incentravano su un singolo personaggio-> struttura lineare messa in crisi dalle digressioni;  Elimina parti di digressioni come quelle sulla questione della lingua, sulla monaca di Monza e sulla colonna infame;  Elimina tutte quelle parti più cupe e drammatiche che lo facevano sembrare un romanzo gotico (influenza del primo romanticismo e del risorgimento);  Rende il romanzo del 1827 più svincolato dal contesto storico;  Cambia nome ad alcuni personaggi e approfondisce i loro caratteri;  Aggiunge delle scene. Dopo aver seguito passo passo tutto il procedimento editoriale Manzoni pubblica nel 1827 la prima edizione dei Promessi Sposi in tre tomi e verrà totalmente sconvolto dall’enorme successo che riscontrerà. Dalla Ventisettana alla Quarantana sentendo la necessità di cambiare ancora il romanzo ma stavolta sotto un punto di vista strettamente linguistico, si reca a Firenze con tutta la famiglia per “risciacquare i panni in Arno” poiché pensava che il fiorentino parlato dalla borghesia colta dovesse essere riconosciuta come lingua nazionale. Si mette in contatto con i circoli degli intellettuali e passa anni a imparare la lingua e correggere il romanzo che verrà ripubblicato poi nel 1840-42. Oltre alla novità della lingua sono due le altre innovazioni del romanzo: delle illustrazioni e un Appendix. Le illustrazioni di Francesco Gonin (in fondo metterà anche un disegno dove si vedono Renzo e Lucia finalmente come una famiglia con dei figli e Agnese). Storia della colonna infame: se nel Fermo e Lucia era stata inserita come digressione, adesso viene messa in fondo al libro questa piccola storia riguardante il processo che venne fatto agli untori, accusati della peste del 1630-> il popolo credeva che questo avrebbe portato a un nuovo romanzo ma le aspettative vengono deluse perché si tratta in tutto e per tutto di una storia, riportata esattamente come si era svolta ai tempi-> il legame con il romanzo è chiaramente molto stretto. Il processo venne eseguito per dare al popolo un caprio espiatorio per la peste che si era diffusa in quanto i più alti ceti non riuscivano a gestire la situazione. I giudici furono talmente fieri di quel processo per cui gli untori avrebbero intenzionalmente diffuso l’epidemia, da ergerne in memoria una colonna-> si tratta del secolo dei 600 dominato ancora dalla superstizione. Si intravede una componente religiosa (colpa individuale e responsabilità collettiva, male nel mondo e provvidenza che però non esclude il libero arbitrio). Manzoni inoltre pubblicò con cautela questo saggio poiché sapeva di entrare in competizione con “Osservazioni sulla tortura” di Verri (1768), uno dei saggi più importanti dell’Illuminismo italiano. Venne identificato come Pamphlets in quanto mezzo di denuncia sociale ma in più Manzoni aggiunge l’analisi storica e morale.Vedi pagina 489 LA STRUTTURA DEL ROMANZO Le vicende all’interno dei promessi sposi si sviluppano: a mano a mano che il libro procede, il tempo della storia si allunga ma diminuisce quello del racconto infatti:  1-25: 25 capitoli per 40 giorni dove vengono abbondantemente descritti e presentati i personaggi  I capitoli 25-26 sono il culmine del romanzo, la volta che riguarda la conversione dell’Innominato che grazie alle parole di Lucia aveva iniziato la conversione già nel capitolo 21  26-38: vengono narrati in 12 capitoli 2 anni con poco spazio alla narrazione e molto alla riflessione Con il passare dei capitoli si inseriscono molti nuovi personaggi, la geografia si complica, vengono narrati episodi di importanza storica. Finito il contagio della peste, negli ultimi due capitoli l’orizzonte torna a essere limitato come all’inizio. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Nonostante i due protagonisti siano i giovani Renzo e Lucia, la loro presenza nel romanzo non è affatto esclusiva ma anzi, scorrendo la narrazione da una prima classe sociale di persone umili non povere che vivono del loro lavoro, se ne inseriscono altri di un ceto più alto come Fra Cristoforo e Don Rodrigo, per poi arrivare alla classe sociale più alta che concerne i personaggi storici, quelli realmente esistiti come l’Innominato, la monaca di Monza e il cardinale Borromeo. Ciò che caratterizza i Promessi Sposi è il fatto che all’interno ci sia un brulicare di voci e caratteri differenti che rendono Renzo e Luca si i protagonisti ma non sicuramente i personaggi più interessanti o che muovono l’azione, sono semmai vittime innocenti di uomini potenti e del destino. I personaggi all’interno si distinguono fra soccorritori e aiutanti (Fra Cristoforo e Borromeo-> chiesa giusta) e gli oppressori (Don Rodrigo e l’Innominato che si servono della chiesa ingiusta). Tra i personaggi poi possiamo distinguere i laici (Renzo, Lucia, Don Rodrigo e l’Innominato) e i religiosi (Cristoforo, Borromeo, Don Abbondio e Gertrude); quelli religiosi si distinguono a loro volta in condanna al potere politico era già cominciata nelle tragedie-> il potere laico è sempre strumento di iniquità e oppressione dei poveri o più deboli. La religione invece è sempre consolazione e dà indirizzo= i promessi sposi sono un romanzo profondamente cristiano, Fra Cristoforo e il Cardinale Borromeo incarnano l’accezione di virtù cristiana più alta. C’è nel romanzo un’eccezione per quanto riguarda la parte ingiusta della Chiesa di cui fanno parte Don Abbondio e Gertrude che verranno utilizzati dagli oppressori.  La provvidenza: per un cattolico, la Provvidenza divina è il disegno di Dio sulla sorte di ciascun essere umano (di gloria, dolore, successo o fallimento). Già nell’Adelchi compare l’espressione di “provida sventura”-> nei promessi sposi questa entità viene vista solo dal punto di osservazione di diversi personaggi, ma mai viene nominata dall’autore-> ogni personaggio vuole una propria interpretazione della realtà, ma i disegni di Dio sono imperscrutabili agli uomini-> le conseguenze delle azioni umane sono spesso imprevedibili e non hanno spesso gli scopi per le quali sono state iniziate. Questa inconsistenza delle azioni e dei progetti umani è definito pessimismo manzoniano che però si risolve sempre in una totale fiducia verso Dio e verso la verità eterna => agire poco e con cautela, pregare molto, avere sempre fede. STILE C’è una mescolanza di stile basso (-> reale) e di stile più elevato (->ideale) che tiene conto della condizione sociale dei personaggi. Ha una componente sarcastica, ironica e parodica quando descrive personaggi autorevoli-> l’ironia ha l’antico procedimento di critica che smaschera la realtà dell’apparenza con una critica razionale= si capisce quanto l’uomo sia contrassegnato dal vizio-> alcuni lo vedono il modo con cui il narratore si mantiene distaccato dalle passioni e le giudica come immoralità (denuncia sociale con la critica al potere del 1800. Da un punto di vista dello stile possiamo riprendere la tesi di Baldi a proposito della prospettiva dominante del narratore che si manifesta attraverso lo stile: I Promessi Sposi non sono solo un progetto di società ma anche un libro a una dimensione in quanto lo stile del narratore non permette la facoltà critica del lettore in quanto presenta a questo l’oggetto sostanzialmente già giudicato e analizzato da lui anche se questo potrebbe inizialmente sfuggire alla percezione del lettore perché l’inserimento dell’autore nel romanzo è molto sottile e si manifesta attraverso metafore o similitudini che lo portano automaticamente a uno schieramento di cui il lettore appunto potrebbe non accorgersi (-> scena dei tumulti di Milano: folla paragonata a fenomeni naturali come tempesta, acqua e fuoco automaticamente ne sottolineano l’essenza irrazionale da un punto di vista soggettivo che potrebbe quasi sfuggire). L’autore subordina al suo giudizio la stessa narrazione e gli stessi personaggi-> narratore eterodiegetico o a focalizzazione zero (=onnisciente). La verità assoluta presentata in modo velato dall’autore riduce di molto la capacità critica del lettore. LA VISIONE LIBERALE Lo stato non interviene nel commercio (capitalismo e non statalismo), metodo arrivato dall’Inghilterra e sostenuto dalla borghesia-> nei tumulti di Milano: con l’inflazione (svalutazione della moneta) si era ben presto raggiunto il calmiere (prezzo massimo) che ignora la legge della domanda e dell’offerta-> il liberismo deve essere ispirato ai valori cristiani. LA CONCLUSIONE DELL’OPERA CON IL PROBLEMA DELLA PROVVIDENZA Manzoni crede nell’esistenza di un progetto divino che però non si può conoscere (Pascal, giansenismo), bisogna solo cogliere la grazia che ci garantisce la salvezza. Il problema della presenza del male nel mondo è che il percorso della provvidenza non è chiaro perciò noi non possiamo veramente capire la presenza di questo male, in Grecia ad esempio il male era ereditario, ma in questo caso se analizziamo la condotta dei due protagonisti possiamo si trovare in Renzo dei cattivi comportamenti che avrebbero portato alle sue sventure, ma questi non li troviamo in Lucia che aveva sempre mantenuto un comportamento puro e onesto. Perciò alla fine del romanzo i due protagonisti concludono che i guai capitano e spesso, e comportarsi bene non significa evitarli, ma bisogna avere fiducia in Dio che ci garantisce una vita migliore senza però comprendere la natura del male. Questo finale è visto da critici come Raimondi come una sorta di parodia del lieto fine in quanto secondo la loro visione il male potrebbe comunque ancora abbattersi su di loro, anche se sono senza colpa (“ci vuol così poco a disturbare uno stato felice” Manzoni). Secondo Calvino dunque Manzoni crede poco in una funzione consolatrice della religione (quasi una visione nichilista) e anzi, i Promessi sposi mettono davanti un continuo susseguirsi di catastrofi (colonna infame, carestia, peste…) che propone una religiosità che in fondo non è tanto più ottimista dell’ateismo di Leopardi-> Leopardi credeva che la religione creasse una facile illusione del progresso umano e della bontà della natura, ma Manzoni in modo più contraddittorio rifiuta la religione consolatoria, solo partendo da un’esatta cognizione di forze contro cui deve scontrarsi l’azione umana. La visione pessimista di Manzoni è dunque con l’uomo in una valle di dolore con lo sguardo proteso verso l’eternità dopo la morte (=>giansenismo). La conclusione del romanzo non è dunque idilliaca ma questo aspetto è colto solo dal lettore ideale e non da quello reale.
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