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Romanzo (Moravia, Neorealismo con Vittorini e Pavese, Calvino e Pasolini), Appunti di Italiano

ROMANZO Periodo di crisi della narrativa, nell’Ottocento il romanzo era stato il genere egemone: l’Ottocento apre le porte alla cultura, alla borghesia e nobile. Il romanzo era diffuso dal pubblico che non ha un livello alto di cultura. All’inizio del Novecento il romanzo affronta una crisi: perdita dell’interesse del pubblico nel romanzo, l’industria editoriale aveva prodotto tante merce che il mercato aveva assorbito: la produzione si è basata su due linee principali: 1. Medio-alto: opere lega

Tipologia: Appunti

2020/2021

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Scarica Romanzo (Moravia, Neorealismo con Vittorini e Pavese, Calvino e Pasolini) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Periodo di crisi della narrativa, nell'Ottocento il romanzo era stato il genere egemone: l’Ottocento apre le porte alla cultura, alla borghesia e nobile. Il romanzo era diffuso dal pubblico che non ha un livello alto di cultura. All’inizio del Novecento il romanzo affronta una crisi: perdita dell'interesse del pubblico nel romanzo, l'industria editoriale aveva prodotto tante merce che il mercato aveva assorbito: la produzione si è basata su due linee principali: 1 Medio-alto opere legate alle tematiche del secolo precedente. 2. Romanzi d’appendice: produttori producevano una grande quantità, che gli altri scrittori avevano ricoperto precedentemente... un abbassamento del genere. La realizzazione del genere si collega all'interesse: gli intellettuali erano maggiormente attratti da problematiche filosofiche-scientifiche. Pochi si occupavano della narrativa > letteratura d'esame fiorisce negli anni precedenti allo scoppio della guerra e poi durante la guerra continua: questa letteratura scaturisce un punto originario, il protagonista fa una confessione personale basandosi su verità psicologiche. Questo riduceva l’attenzione alla narrativa. | romanzi in generale (narrativa e prosa) sono arrivati alla loro conclusione: ora scontava il declino della terza classe. Romanzo francese: sosteneva la necessità di ritornare ai romanzi, alla narrativa dell'Ottocento. Piero Betti e Antonio Gramsci sostenevano il ritorno del romanzo, alla luce della situazione in Italia. Anni dopoguerra > realismo: alla prima linea appartengono cattolici, realismo sociale (contadini, masse operaie). Moravia: autore noto, condivide con il realismo sociale la critica della società: i protagonisti dei suoi romanzi sono esponenti della borghesia. Moravia mette in luce i tabù della borghesia, e inoltre la riflessione sociale di Moravia si accompagna all’interesse per l'individuo, ai problemi esistenziali. Continua il “programma” di Svevo e Pirandello. Neorealismo: opere catalogate nell'immediato. Non c'è accordo tra critici e scrittori? Ha la funzione dell’intellettuale nella società e fissa idee politiche. Il movimento/scuola artistica organizzata, il realismo è stato considerato come atmosfera culturale, stato d'animo culturale, in animo della guerra: vicende della Resistenza. Lettori partigiani non costituiscono un conservatorio di storie da raccontare, ma sono importanti i significati critici che si riscontravano nelle storie: tematiche del realismo, gli scrittori volevano marcare in letteratura una netta separazione con il periodo fascista e cinematografico. Molti tratti del cinema in comune con il realismo letterario: sono medesime le tecniche narrative e la finalità della riproduzione: fatti che avessero un risvolto significato sul piano politico-sociale, un’ampia collettività rappresentativa, divisi in gruppi o classi, che accompagnassero le mostre. Dal neorealismo si sottintende un rapporto di differenza. Rispetto al naturalismo, l'atteggiamento fu ambivalente: si condividevano certe tematiche del realismo, es. società contemporanea, denuncia, contraddizioni di ambienti/regioni. Accettavano il deismo, simbolismo (continuità). Rispetto al realismo ottocentesco, cambia la matrice logica: impersonalità, ripresa dell’oggettività della presentazione, scientificità della rivoluzione della realtà. Non viene intercettato l’uso colloquio del dialetto (es. Verga), la realtà straniata del proletariato. Il modello è da trovare non nell’ambito letterario ma in Gramsci, in particolare nelle sue riflessioni sulla letteratura (antifascista, portatore...). Gramsci sostiene che la letteratura italiana avrebbe dovuto superare lo stacco storico degli scrittori dalle classi suberine: in questo modo avrebbero contribuito all’un della società italiana. Secondo Gramsci, le emancipazioni del popolo fornendo a loro la guida ideologica. Giovani intellettuali che durante la Resistenza avrebbero combattuto a fianco ai operai e contadini: molti scrittori dopo la guerra aderirono alle forme di vita, ai campi di sinistro. Esperienza italiana del dopo guerra: necessità del bene sociale prova esempio l'impegno da parte degli intellettuali, in particolare americani (es. Hemingway). Fornivano il modello per una narrativa realista, capace di cogliere i fatti ed eventi. Grandissimi romanzieri del periodo sono il punto di riferimento dei giovani neorealisti: l’attenzione a questi due scrittori è ambigua. Come artisti superavano il realismo, i romanzi che scrissero Pavesi e Editorini?? riprendono aspetti formali del realismo, ma poi questi romanzi contenevano elementi personali degli autori. | romanzi che corrispondono ai caratteri del realismo sono le opere in grado di illustrare l'atmosfera culturale ma strettamente legate. Non riuscirono a sviluppare le opere narrative, esponente più fedele + Calvino Testo importante è la prefazione di Calvino al romanzo “Sentiero dei nidi di ragno” (1964). Calvino considerato esponente fedele, aggiunse una prefazione: spiega la situazione del tempo: “un libro nato anonimamente...”; “rapporto tra scrittore e pubblico...” Calvino rilegge l’uomo letterario in un analisi generale: secondo lui, le ragioni sono radicate nello studio comune ai giovani: l’esperienza storica della guerra era stata vissuta collettivamente. Questo vissuto comune accomunava gli scrittori e la società italiana: rapporto tra scrittore e pubblico miracolosamente sanato. Il valore che doveva trasmettere sta proprio nei fatti stessi. I MAESTRI DEL NEOREALISMO: VITTORINI E PAVESE Vittorini (Siciliano come Pirandello), nasce a Siracusa, la famiglia lo segue nei vari trasferimenti: Vittorino frequentò senza interesse le classi, tanto che interruppe gli studi. Scappa dalla Basilicata, e nel 1924 lasciò definitivamente la Sicilia per recarsi nel Nord Italia. 1930: si trasferì a Firenze come lavora come rettore. Nel 1934 decide di mantenersi come editoriale e traduttore dell'inglese: 1926 Vittorini ha iniziato a scrivere articoli e testi di narrativo. Il suo primo libro è una raccolta di racconti pubblicato nel 1931. Altro testo pubblicato dalla censura fascista e poi ripubblicato nel 1948. Allo scoppio in Spagna, interrompe i romanzi “Erika” e “...capelli” per ... nei repubblicani. L'impegno con i repubblicani costò la repressione dei fascisti e difficoltà. La guerra provocò in Vittorini, tanto che la sua adesione fascista si trasformò in antifascismo, l'andamento viene raccontato nel suo secondo romanzo “conversazione in Sicilia”. “romanzi in volume” 1941. Vittorini lasciò Firenze e si trasferì a Milano: crea un'antologia “Americana” del 1941, fondamentale perché testimonia l'interesse di Vittorini per l'America + nello stesso anno Vittorini venne rinchiuso in carcere di San Vittore a Milano, partecipò attivamente alla Resistenza, avvicinandosi alle opposizioni. Queste vicende resistenziale le trascrive nel suo romanzo del 1945. Fondò la rivista, che però ebbe chiusura presto: nel 1947 precoce, pubblica il romanzo “il consentirone ...” e finì la stesura del romanzo “le donne in Messia”. Ebbe crisi, tanto che per privilegiare il bene culturale abbandonò nel 1951. Da qui la sua narrativa influì la cultura contemporanea, come Italo Calvino, tornerà la sua rivista. Abbozzò molti romanzi, come Fratelli. Turbato, tentò di parlare di un dramma che però rimane inedito. Nel 1960 si presenta del manifesto, e si presentò come candidato nelle liste. Nel 1966 la morte dello scrittore, che alla fine sembrava interessato al cinema. “lo non ho mai aspirato ai libri, aspiro al libro [...]” > la bellezza di Vittorini consiste nella tensione verso un più elevato grado di conoscenza: questo grado di conoscenza comporta il costante rapporto con la realtà e
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