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Romanzo Storico: Ippolito Nievo, Federico De Roberto e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Appunti di Letteratura Italiana

Il riassunto delle loro tre opere più celebri: Confessioni di un italiano, I Viceré e Gattopardo. Analisi, commento e confronto dei tre romani storici

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 19/06/2021

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Scarica Romanzo Storico: Ippolito Nievo, Federico De Roberto e Giuseppe Tomasi di Lampedusa e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Chiara Barone Licence Italien 1 Écritures Narratives, devoir final 1) Spiega brevemente quando nasce e in che modo il romanzo a tema storico in Italia, e quali sono le tematiche privilegiate inizialmente dagli autori. Perché, a proposito del romanzo storico, possiamo parlare di un genere trasversale? Il romanzo storico è un componimento misto tra storia e finzione ed è un genere trasversale poichè unisce la scrittura narrativa alla storiografia. Il romanzo storico arrivò in Italia negli anni venti dell’Ottocento, attraverso le traduzioni dei romanzi di Walter Scott, autore di Ivanohe e Kenilworth. Queste ispirarono alcuni autori italiani tra cui Carlo Varese e Giovan Battista Bazzoni che utilizzarono i giornali per diffondere i loro romanzi, pubblicandoli a puntate. Il tema principale erano la politica e il patriottismo e i romanzieri erano spesso influenzati dai movimenti pro unificazione. Con il romanzo storico, l’autore indaga il passsato per cercare di comprendere i problemi del presente, provando a portare il lettore a riflettere sui meccanismi della storia. Spesso gli autori parlavano del passato per criticare il presente, per poter superare la censura, come nel caso di Alessandro Manzoni. L’autore trovò ispirazione nei testi di Scott per la stesura de I Promessi Sposi, dove troviamo la storia del popolo, di una coppia che subisce le angherie dei potenti. Manzoni cerca di ricostruire la storia di queste persone, entrando nella loro testa e ambientandolo nel Seicento, utilizzando un’allegoria, come Scott, parla infatti di un’altra epoca per parlare di quella attuale. 2) Che periodo storico viene rappresentato nelle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo e in che modo? Perché si parla di quest'opera come di un'autobiografia? Spiega quali sono le maggiori innovazioni tematiche e formali apportate dal romanzo di Nievo In Confessioni d’un italiano, scritto tra il 1857 e il 1858, Ippolito di Nievo, ventiseienne, si immagina di essere un personaggio ottantenne e di raccontare le sue memorie, dal 1775 al 1858. Il romanzo, quindi, attraversa vari periodi storici, all’interno del terriotorio italiano. E’ ambientato nella Repubblica di Venezia ; nel periodo rivoluzionario ; racconta di Napoleone che si impone in Italia ; parla anche dei moti del ’48, (Nievo stesso partecipa a questi concretamente) fino ad arrivare al 1858, che è una sorta di antivigilia di Unità d’Italia. Nievo muore nel 1861, circa un mese dopo l’Unità d’Italia, durante un naufragio, quando dalla Sicilia sta tornando verso il Nord, dopo aver partecipato alla liberazione della Sicilia con Garibaldi. Nonostante la giovane età, la sua produzione letteraria é già vasta. Nievo era infatti una persona molto attiva e questo lo si legge nel suo romanzo che ha una narrazione travolgente, la tensione narrativa é infatti sempre altissima. Questo libro rappresenta il primo romanzo risorgimentale o controstorico rispetto al Risorgimento. L’intenzione iniziale dell’autore era quella di educare il lettore ad un ideale di patria, di nazione italiana, e Nievo lo fa senza utilizzare i miti che vengono trasmessi da tutti i romanzieri storici precedenti, in particolare quelli di ispriazione manzioniana. Negli altri romanzi dell’epoca, infatti, c’era quest’ideale di patria che si faceva risalire a Dante o ancor prima all’Impero Romano. In Nievo questo non si trova. Esiste quest’ideale romantico ma non c’è tutta questa mitologia. Nievo, in Confessioni di un italiano, fa quindi un discorso molto più demitizzato e concreto. creata una coscienza nazionale italiana e quindi dell’importanza del ruolo della letteratura per arrivare ad un’identità nazionale più definita. Per questo secondo Nievo, il suo libro voleva essere una testimonianza di questo fatto : la letteratura doveva essere un’avanguardia intelletuale e doveva sensibilizzare le persone all’importanza della cultura italiana e dell’identità nazionale italiana. 3) Parla dell'idea di pessimismo storico che pervade il romanzo i Viceré di Federico De Roberto ("la Storia genera mostri") e s piega perché, a proposito di quest'opera, si parla di romanzo antistorico (o di controcanto storico) . Qual è, come evidenziato dalla critica, il limite maggiore del testo di De Roberto? (Argomenta la risposta). I Viceré di Federico de Roberto fu pubblicato nel 1894 e con questo romanzo si apre il periodo del romanzo storico siciliano. I Viceré è un romanzo che rappresenta un sogno infranto, un sogno mancato di una patria che non è quella che le persone che l’hanno voluta si erano immaginate. E’ un romanzo di circa seicento pagine che parla di un lasso di tempo che va dal 1855 al 1892, quindi sono circa ventotto anni, in cui l’autore parla della storia siciliana e italiana. Il libro, ambientato nel catanese, è la storia di una famiglia aristocratica di origine spagnola, gli Uzeda di Francalanza. La famiglia era parte integrante del regno borbonico che aveva preceduto l’Unità d’Italia e quindi una famiglia che si era battuta contro l’Unità. Il testo racconta in che modo gli Uzeda, attraverso una serie di giochi di potere, riesce a inserirsi nel Nuovo Stato e a conservare la propria posizione. I viceré erano quelli che esercitavano la funzione di re nelle dominazioni spagnole in Italia. Nel 1855, questo titolo non esiste più ma questa famiglia si fa chiamare i Viceré perchè un membro degli Uzeda, nel XVII secolo, era stato viceré. La famiglia Uzeda cerca di mantenere l’importanza di questo titolo, nonostante non abbia più alcuna importanza nell’Italia post unitaria perchè comunque il loro potere si protrae nel Nuovo Stato. Questa è la ragione della scelta del titolo e già da questo notiamo un pessimismo di fondo. Il messaggio è quindi che tutto cambia ma tutto rimane sempre uguale. E’ quindi una denuncia del modo in cui si è concretizzata l’Unità d’Italia : chi era al potere ci è rimasto e quindi al potere c’è sempre una classe vecchia e non le nuove generazioni che dovrebbero portare un vero cambiamento. Il punto focale su cui si concentra De Roberto è sempre la psicologia dei personaggi che è sempre ben delineata e dettagliata, in ogni personaggio. L’obiettivo di De Roberto è di mostrare la differenza tra ciò che appare e ciò che è realmente. All’esterno, i membri della famiglia Uzeda si mostrano come dei personaggi positivi, ricchi che aiutano i più poveri ma scavando all’interno di questa famiglia, si scopre che sono tutti squilibrati e violenti e il loro obiettivo è essenzialmente quello di accumolare potere. Non esistono personaggi positivi all’interno del romanzo. De Roberto aveva, infatti, una visione estremamente negativa della natura umana. Nonostante l’Unità d’Italia avesse come propositi di creare una società italiana più eguale, questa frattura tra la parte più ricca e la parte più povera della società era ancora estramamente forte, tanto più in Sicilia, una regione in cui la povertà era estremamente presente e molto più forte che in altre regioni, in particolare rispetto alle regioni del Nord. In questo modo, De Roberto ci dimostra, con una visione realistica delle cose, che con l’Unificazione d’Italia non c’è stato un miglioramento delle classi più povere che continuano invece a vivere nelle stesse condizioni di prima. Questo fa del romanzo un controcanto del Risorgimento e dell’Unificazione d’Italia. All’epoca, era diffuso cantare, tessere le lodi dell’Unità d’Italia, De Roberto, invece, fa tutto il contrario : ci da una visione molto critica, negativa e pessimistica di ciò che stava succedendo in Italia, dopo l’Unificazione. Questo ovviamente non aiutò il libro ad affermarsi, anzi, fu una delle cause della sua esclusione dal panorama letterario dell’epoca. Benedetto Croce ed altri critici si schiararono contro De Roberto criticandolo per il suo pessimismo da cui non se ne era venuti fuori e per un testo che, secondo loro, aveva una sola visione delle cose. Il limite spesso denunciato di questo romanzo è la lingua : nel libro tutti i personaggi parlano più o meno allo stesso modo e soprattutto parlano un italiano di derivazione toscana, più o meno perfetto. Questo da al romanzo un aspetto meno verosimile rispetto a quello che racconta perchè all’epoca, in Sicilia, quel tipo di italiano non si parlava ma si parlava siciliano. Nel libro la lingua siciliana è praticamente inesistente. La lingua utilizzata è un italiano manzioniano, ripreso da I Promessi Sposi. Questa lingua, che non è riuscita a riprodurre il parlato dell’epoca, è una scelta che De Roberto ha fatto perchè il Verismo, la corrente letteraria di cui faceva parte, utilizzava la lingua italiana con lo scopo di trasmetterla e quindi insegnarla ai lettori. Secondo il Verismo, infatti, si doveva utilizzare un italiano perfetto e non un italiano dialettale. 4) In che modo viene rappresentato il passaggio storico che porta all'unificazione italiana nel Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e attraverso quale punto di vista? In una scena del romanzo il Principe Fabrizio Salina dice quanto segue (rivolgendosi al politico piemontese Chevalley) : « Adesione non significa partecipazione». Qual è il senso profondo di questa frase ? Gattopardo fu pubblicato postumo nel 1958, l’autore, Giuseppe Tomasi di Lampedusa infatti morì nel 1957. Il testo è un romanzo storico ambientato a Palermo che parte dal 1860 e arriva fino al 1910 ; racconta un cinquantennio di storia siciliana, quindi italiana. La particolarità di questo romanzo è che parla del Risorgimento in modo un po’ diverso rispetto agli autori precedenti. Tomasi di Lampedusa era un aristocratico, di famiglia nobile di origine palermitana che possedeva anche l’Isola di Lampedusa. siciliana e in che modo a poco servirà rappresentare i siciliani in Parlamento perchè tanto la condizione della Sicilia rimarrà quella che era da 2500 anni. « In Sicilia non importa far male o far bene, il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di fare » quindi, secondo Fabrizio, in Sicilia nessuno ha voglia di fare, i suoi abitanti vogliono solo essere lasciati in pace e vivere come hanno sempre vissuto. « Siamo vecchi Chevalley, siamo vecchissimi, sono venticinque secoli che portiamo sulle spalle il peso civiltà eterogenee tutte venute da fuori, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui noi abbiamo dato il la » Quindi Salina dice la Sicilia è sempre stata una colonia e lo resterà ancora sotto il Regno d’Italia. E pensa che il cambiamento sarà solo apparente. La Sicilia si basa sul sogno, sul desiderio di dimenticare la storia e sulla violenza che invade la società. La vanità è più forte della miseria in cui vivono. E’ un j’accuse che Fabrizio muove contro se stesso e contro i siciliani. E’ un’idea pessimista, dell’impossibilità al cambiamento secondo Salina ed è anche in parte il modo in cui veniva vissuta dall’isola l’arrivo dei piemontesi. Quindi come tutte le altre colonizzazioni, veniva vissuta come un’invasione. L’Unità d’Italia, per i siciliani è un processo dell’esterno, calato dal Nord in cui la Sicilia non è stata protagonista. Il romanzo ha dei messaggi politici ma non esprime un punto di vista nè di condanna dello Stato Italiano, nè di reazione a quello che succede quindi non vuole ritornare indietro, non c’è una visione nostalgica, ma c’è un’analisi di come l’aristocrazia e la società italiana sono cambiate a partire dal 1960 in poi e di come certe problematiche, nonostante il cambiamento storico, siano rimaste sempre uguali. Il romanzo ci da più visioni, ognuna delle quali può essere acettabile, plausibile, attraverso i vari punti di vista dei personaggi. Ogni personaggio è coscente del processo, da cui nessun individuo sfugge e quindi la storia entra nella vita di ognuno e a suo tempo viene condizionata da tutti gli individui della società. 5) Rifletti sulle differenze e le analogie tra i personaggi principali del Gattopardo « (il Principe Fabrizio Salina), delle Confessioni di un italiano (Carlino Altoviti) e dei Viceré (Consalvo Uzeda): in che modo essi si pongono di fronte alla Storia e che immagine veicolano del momento storico nel quale si situano? Questi testi sono romanzi risorgimentali o controstorici rispetto al Risorgimento. Ippolito Nievo è contemporaneo agli eventi che racconta, c’è dunque un rapporto di continuità tra quello che succede e quello che dice. Federico De Roberto e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, invece, reinterpretano il Risorgimento e hanno tutti e due dei punti in comune, nonostante le differenze, ogni autore ha il suo stile, la sua sensibilità e i suoi obiettivi. Un punto in comune in particolare è una visione un po’ pessimistica di quel periodo storico, quindi una riscrittura critica, controstorica, del Risorgimento italiano. Questi romanzi vengono poi definiti da Vittorio Spinazzola « romanzi antistorici » perchè secondo lui vanno contro quella che è stata la storiografia, contro quindi quella che gli storici di professione hanno scritto del Risorgimento, cioè che fosse un periodo mitico. In questi romanzi vengono messe in luce le parti negative di questo periodo, le disillusioni e il disincanto dopo l’Unità che arriva dopo. De Roberto e Tomasi di Lampedusa hanno letto Nievo, infatti in questi romanzi c’è la presenza di Confessioni d’un italiano, ed è presente per quel modo di rapportarsi alla storia al Risorgimento. Carlo Altoviti è un militante che si è speso nella lotta per un’Italia unita. Non è una persona colta come lo è Fabrizio Salina, ma è una persona media, un semi letterato che però medita su quanto accade. Carlino rappresenta soprattutto la componente popolare dell’Italia, a differenza di Consalvo e Fabrizio che rappresentano le storie di due famiglie aristocratiche. Carlo è disilluso e critico, allo stesso tempo è intriso dagli ieali patriottici, non è un eroe ma un personaggio nella quale un lettore dell’epoca poteva rispecchiarsi. Carlo durante il romanzo vive, come Fabrizio, una relazione adultera con Pisana Fratta. De Roberto, a differenza di Nievo, abbandona la rappresentazione del popolo e si sofferma sul potere e sull’aristocrazia che secondo l’autore dovrebbe essere un punto di partenza per sapere in che modo l’unificazione d’Italia si è realizzata. Consalvo Uzeda è il figlio del principe Giacomo e della principessa Margherita. E’ avaro, arrogante e vizioso e dopo un viaggio all’estero decide di intraprendere la carriera politica, diventando sindaco di Catania. Il principe Fabrizio Salina di Gattopardo è un personaggio colto, appossionato di astronomia e matematiche che, come Carlino Altoviti, riflette sui cambiamenti. Fabrizio cerca di capire i punti positivi e negativi del passaggio dal regno borbonico al Regno d’Italia e si domanda se è veramente necessario sacrificare delle vite per arrivare ad un cambiamento. Come Consalvo, Fabrizio è un aristocratico e vive in Sicilia. Mentre Carlo è veneto. Fabrizio finisce anche lui per appoggiare l’Unità d’Italia, non perchè ha uno spirito patriottico come Carlo ma perchè si ritrova in parte costretto a fare questa scelta per non essere travolto dal cambiamento, siccome l’aristocrazia in questo momento perde molta della sua importanza strategica e del suo potere. A differenza di Consalvo e Carlo, Fabrizio non è veramente interessato a partecipare attivamente alla vita politica e non è ossessionato dal potere, come lo è Consalvo, infatti rifiuta l’incarico di senatore per il nuovo Regno d’Italia.
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