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RUOLO DELLA DONNA NELLA LETTERATURA LATINA, Schemi e mappe concettuali di Latino

Principali autori della letteratura latina che hanno trattato il tema della donna

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 04/11/2022

mairym00
mairym00 🇮🇹

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Scarica RUOLO DELLA DONNA NELLA LETTERATURA LATINA e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Latino solo su Docsity! RUOLO DELLA DONNA NELLA LETTERATURA LATINA PETRONIO Matrona di Efeso Appartiene alle Fabulae Milasiae, è una novella. Una donna onesta e fedele al marito, dopo la sua morte si mostra una vedova inconsolabile. Essa si lascia sedurre da un soldato e pur di salvare il soldato il cadavere del marito. E’ un esempio della levitas femminile. La matrona: esempio di fedeltà e pudicizia anche dopo la sua morte. Ancella: ruolo di aiutante, nobiltà d’animo e devota, infrange il codice di comportamento cedendo alle lusinghe del vino e cibo e diventando alleata del soldato nell’intervento di seduzione. Soldato è un uomo di azione e compie un espugnazione della matrona ma alla fine da conquistatore diventa uomo in balia della matrona. SENECA Consolatium ad Marcia consola marcia, donna dell’alta società romana, sofferente per la perdita del figlio. Consolatio ad Helviam Matremconsola la madre e la rassicura riguardo all’esilio che non si presenta come un male ma un mutamento di luogo. MARZIALE Erotionepigramma dedicato alla schivetta Erotion, morta a sei giorni prima del suo sesto compleanno. Poeta è commosso dalla prematura scomparsa. Negli ultimi versi Marziale si rivolge direttamente alla zolla di terra con cui la bambina verrà seppellita e le chiede di essere lieve per la piccola Erotion, perché ella era stata leggera durante la sua breve vita. Ciò dimostra ulteriormente il grande affetto da parte di Marziale per la piccola schiava di casa. Fabulladonne sono oggetto di osservazione da parte di Marziale. In un epigramma ne registra il comportamento con divertita attenzione. Fabulla è una donna che ha come amiche donne vecchie per apparire bella e giovane. Fabulla a furia di vantarsi diventa antipatica e volgare agli occhi del poeta. GIOVENALE Invettiva contro le donne analizzata in relazione al matrimonio. Spunto è offerto dall’amico Postumo che vuole sposarsi, Giovenale glielo sconsiglia. Matrimonio viene considerato un’insidia. Vengono proposte una carrellata di figure femminili per dimostrare che le donne siano diventate inaffidabili da quando hanno assunto una libertà che dovrebbe appartenere solo agli uomini. Il matrimonio porta ad un rapporto alla pari e le matrone così possono dedicarsi ad attività maschili (ES sono esperte in giurisprudenza, oratoria, letterate, studiano …). Giovenale riporta due ritratti: - EPPIA moglie di un senatore, abbandona marito perché infatuata di un gladiatore, diventa lei la “gladiatrice”. Eppia si sottopone a rischi, viaggi per l’amore verso un gladiatore. Eppia rappresenta il degrado di una società in cui si sono ribaltati i ruoli e valori Attraverso ironia esprime la realtà assurda. Tanto più il rango a cui appartiene la donna è alto, tanto più è grave l’atto. - MESSALINA conduce una doppia vita: di giorno è la moglie dell’imperatore Claudio, di notte prostituta. Autore manifesta disprezzo per l’atteggiamento nei confronti della famiglia imperiale, vittima dei suoi comportamenti. Viene nominata attraverso il termine “lupa” con cui si indicavano le prostitute. TACITO La Germaniaanalizza la società germanica e in particolare si sofferma sul ruolo delle donne. Le donne germaniche non assistono a spettacoli, non partecipano a banchetti, non demandano ad ancelle o nutrici l’allevamento dei figli. Dote viene portata dal marito alla moglie. Nel momento del matrimonio la donna diventa compagna nelle fatiche e nei pericoli del marito e subisce la stessa sorte del marito in pace e in guerra. Dona armi al marito durante il matrimonio. Non è presente tradimento ma fedeltà coniugale, non si scambiano “lettere segrete”. Adulterio è raro e viene punito. Non esiste perdono per la donna disonorata. “i vizi non fanno sorridere e il corrompere non è una moda” (riferimento a Roma). Nelle tribù solo la vergine si sposa. Donne hanno un solo marito. Limitare numero di figli o ucciderne è una colpa infamante. POTERE INTELLETTUALI Nel mondo latino il rapporto tra intellettuali e potere vive un momento di grande interesse in età augustea, con i poeti del circolo di Mecenate. Ma già in età repubblicana tale rapporto aveva fatto sentire la sua importanza con le grandi famiglie che, all’impegno politico attivo, univano un vivo interesse per la cultura letteraria e filosofica. In età imperiale, ovviamente, il tema acquista un’urgenza maggiore ed emergono grandi interpreti di questo dialogo, quali Seneca, Petronio, Lucano, Quintiliano, Tacito e Plinio il Giovane, solo per citare i principali. Alcuni di essi, come Petronio e Lucano, sono vittime del potere tirannico, al di là del loro impegno politico sostanzialmente irrilevante. Altri, quali Seneca, Tacito, Quintiliano e Plinio il Giovane, collaborano, in diversa misura e con differenti ruoli, con il potere politico e di tale collaborazione hanno lasciato impronta nelle loro opere. SENECA De clementiaSeneca esalta la monarchia illuminata. Elogia Nerone perché pur disponendo di un potere illimitato egli da prova di possedere la virtù per eccellenza cioè la clementia: moderazione e indulgenza. Questa caratteristica contraddistingue il re rispetto al tiranno e procura a chi governa amore e riconoscenza. Il re buono segue fonti stoiche, punisce malvolentieri e per il bene dei cittadini. Per Seneca il principato è una monarchia assoluta. Intellettualecondanna ira che offusca la ragione, esortazione all’otium, nella sapientia risiedono i valori e la gioia, lotta contro le passioni e impulsi, rivendica autonomia del pensiero . Sapienteunico che sfrutta bene il tempo QUINTILIANO Propone modello di oratore impegnato nella vita politica a difesa degli interessi della comunità, vir bonus dicendi peritus sulle orme di Catone. Compiti: docere, movere e delectare. Deve saper anteporre il bene pubblico a quello privato. Oratore deve avere disciplina, senso di misura e moderazione. Oratore è fedele collaboratore del principe; lo stato è impersonato dal principe. Un altro scopo è il piacere (voluptas) di chi ascolta. Uomo onesto, capacità intellettuale. GIOVENALE Concezione negativa della realtà, prende come punto di riferimento mos maiorum. Sceglie genere satirico, rifiuta la realtà a causa di aberrazioni, delitti, scandali, descrive comportamento umano nel suo aspetto deteriore, corruzione di Roma. Giovenale non denuncia o corregge ma denuncia. Satire dell’Indignatiosdegno per provocare determinate risposte emotive nel lettore. Antenati vengono evocati
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