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ruolo della donna nell'arte , Guide, Progetti e Ricerche di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

ricerca di storia dell'arte riguardante le donne e come venivano rappresentate etc...

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2021/2022

Caricato il 08/05/2024

giorgia-pezzulla
giorgia-pezzulla 🇮🇹

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica ruolo della donna nell'arte e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! IL RUOLO DELLA DONNA COME MADRE E MOGLIE NELLE OPERE DEGLI ARTISTI MEDIEVALI E RINASCIMENTALI Il fascino femminile ha ispirato poeti, romanzieri, pittori e scultori in ogni tempo, portandoli a celebrare la donna come madre, sposa, amica, amante o modella. Da secoli la donna è ritratta nelle opere d’arte, non c’è stato artista che non abbia raffigurato la donna nelle sue opere, ma il modo di rappresentarlo è cambiato, in base al gusto estetico al variare delle correnti artistiche, ma anche nel modo di concepire il ruolo della donna nella società. L’arte Medievale che rappresenta la donna solo come santa o peccatrice, e solo le donne dei ceti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia sfuggono da questo anonimato generalizzato. Queste vengono rappresentate in scene di giochi, divertimento, amore ed eleganza, mentre le donne del popolo appaiono a lavoro o in scene di vita di tutti i giorni. Le immagini nell’arte Medievale hanno come comun denominatore l’influenza della Chiesa, ad esempio: donne-angelo, madri, Sante, oppure come diavolo, demonio e tentatrice, tutta colpa dei due peccati capitali principali: avarizia, vizio maschile, e lussuria vizio femminile per eccellenza, rappresentata quasi sempre dalla donna avvolta dai serpenti. Cimabue, 1290-1300, tempera su tavola, 385×223 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze Un altro dipinto del periodo da considerare è Madonna con il Bambino di Simone Martini; Simone Martini, 1305-1310 circa, tempera e oro su tavola, 74,3×56,3 cm, Pinacoteca Nazionale, Siena Tra la fine del Medioevo e inizio Rinascimento, i canoni di bellezza femminile cambiarono radicalmente: da figure pallide, traslucide, con seni appena accennati, a dame con fianchi larghi, curve generose e visi e labbra color vermiglio. La nudità in ambito cristiano, divenne sia emblema di santità, purezza e auto-mortificazione, di lussuria, desiderio ed eccitazione demoniaca, solo dal XVI secolo esordì il nudo con valenza puramente erotica, anche se accettato solo se riconducibile a episodi mitologici.
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