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SABA, UNGARETTI, MONTALE e QUASIMODO, Appunti di Italiano

Introduzione su questi poeti e appunti scritti in modo dettagliato su SABA, UNGARETTI, MONTALE e QUASIMODO

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 04/07/2022

giulia_cozza
giulia_cozza 🇮🇹

4.7

(3)

19 documenti

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Scarica SABA, UNGARETTI, MONTALE e QUASIMODO e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! SABA, UNGARETTI, QUASIMODO e MONTALE Sono poeti del novecento, del periodo fra le due guerre; muoiono un pò dopo della Seconda Guerra Mondiale. La loro espressione poetica è massima nel periodo fra le due guerre. Questi poeti si conoscevano fra di loro ma non crearono una scuola/un gruppo strutturato ma hanno una loro individualità precisa anche se furono in contatto, quindi hanno una poesia personale, molto individualistica, ma possiamo individuare anche tratti comuni alle loro esperienze poetiche: 1. La poesia che rifiuta la retorica del modello Dannunziano (anche di una produzione di Carducci), delle Laudi ma a eccezione di Alcione (poesia estetizzante di valore formale). 2. Proposta di una poesia piena di autenticità, sincerità, verità, ispirazione che dia massimo risalto ai contenuti e alle parole: le parole non hanno valore estetico ma nel valore pregnante, semantico, nel loro significato, viene dato rilievo alla singola parola, al suo peso e al suo messaggio in modo diverso; ad esempio: ● Saba risalta e da valore alle parole della quotidianità; ● anche Ungaretti ma in modo diverso da valore alla parola isolandola nel verso, isolandola nello spazio vuoto, in modo tale che risalti di più; ● Montale mette in risalto le parole cariche di significato che alludono al paesaggio ligure, che è carico di significati allegorici; Quindi si ha una volontà di esaltare la parola nel suo significato pregnante, dare verginità, sottrarla ai suoi caratteri retorici, estetizzanti, caratteristici della poesia di D’Annunzio. 3. Non propongono valori sicuri ma mettono in risalto la difficoltà di dare un senso alla vita ( Montale di più): assenza di significato, incapacità di comprendere il significato della vita come per esempio: - D’Annunzio - Leopardi = per lui la responsabile delle infelicità umane è la Natura - sicurezza di Dante è che la vita umana è una preparazione alla vita ultraterrena. Questi poeti sono più incerti, incapaci di proporre una chiave di lettura della vita. - Saba è più positivo perché parla della vita come un’esperienza di doloroso amore, quindi è difficile, fatta di sofferenze, di amore per l’esistenza; - Montale è più negativo: sospende ogni giudizio sul senso della vita; E’ una poesia che non propone valori certi assoluti ma spalanca le porte dell'ignoto, sull'impossibilità di comprendere la vita profondamente. 4. Il punto di arrivo è la demolizione degli schemi della tradizione Il rifiuto: - rime - schemi metrici tradizionali - verso libero - strofe di lunghezza diversa L’unico che utilizza schemi metrici tradizionali in alcune poesie che sono sonetti è Saba Il più libero è invece Ungaretti SABA (Umberto Poli) VITA: - Autore triestino - Nato il 9 marzo 1883 a Trieste (la città era sotto gli asburgo (austriaca); nasce in un contesto periferico ma multiculturale perché risentiva della cultura italiana, mitteleuropea, legata all’impero asburgico ma anche al mondo slavo), vivrà sempre a Trieste se non lasciandola per le persecuzioni razziali. - Origine familiare lo dimostra: Il padre apparteneva a una famiglia cattolica triestina, di origine nobiliare (i Poli); La madre invece era di famiglia ebraica; - La sua infanzia travagliata e ritorna nelle sue poesie. - Vive in un contesto benestante ma il padre lascia presto la famiglia (amante dei viaggi, ebbe molte relazioni, temperamento inquieto) e lo ricorda in una poesia “Mio padre è stato per me l’assassino”; mentre la madre aveva un temperamento rigido, severo. La madre diede il bambino a balia: attraverso l’allattamento costruisce un rapporto di grande affetto con la balia, che era di origine slovena e di nome Peppa Sabaz , per questo lui sceglie il cognome Saba). La madre amareggiata per l’abbandono del padre riprende il suo bambino e lui visse questo distacco dalla balia, considerata la “sua vera mamma” con estremo dolore e queste esperienze ritorneranno nelle sue poesie e lui le affronterà attraverso una terapia psicoanalitica (con un allievo di Freud); non lo abbandoneranno mai: ● l’abbandono padre; ● il distaccamento brusco dalla balia; ● il ritorno a vivere con una figura rigida anaffettiva; - Alcune sue poesie risentono della psicoanalisi; - Incominciò gli studi ginnasiali, ma li interruppe in quarta ginnasio e proseguì a livello di autodidatta leggendo i classici (Dante) ma anche i contemporanei (Pascoli), il suo prediletto però è Leopardi. - Scrisse poesie e nel contempo lavorava in una ditta triestina come impiegato vivendo in una dimensione isolata, periferica; a Trieste aveva contatti con altri poeti, ma non interagì in dibattiti culturali e poetici. - Il matrimonio con Carolina Wölfler (chiamata Lina) era felice e da loro nacque una bambina, Linuccia; Saba dedicò diverse poesie alla moglie in modo personale e alla bambina. - Partecipò alla prima guerra mondiale e scrisse dei versi ispirati a questa esperienza e anche al percorso psicoanalitico. Durante l’occupazione tedesca dovette nascondersi (madre origine ebraica); fu aiutato da Ungaretti a Roma e da Montale a Firenze. - Prima della guerra riuscì ad aprire una biblioteca antiquaria e visse di lavoro di libraio antiquario dopo la guerra. - La sua poesia era stata fraintesa e non capita dai critici, ma viene poi compresa, prese dei premi e la laurea in lettere “honoris in causa” (per meriti) e morì nel 1956, poco dopo la moglie perché non riesce a trovare ragioni per vivere, la moglie lascia un vuoto dentro. Le sue poesie sono riunite in raccoltine: ➔ “Trieste è una donna” ➔ “Mediterranee” ➔ “Casa e campagna” ➔ “Poesie giovanili” Saba le riunì in un’unica macro raccolta “il Canzoniere”, stesso titolo di Petrarca perché: - Il “Canzoniere” di Petrarca è una raccolta autobiografica, soggettiva e il protagonista è l’animo del poeta e non Laura; lo stesso aspetto rivive nel “Canzoniere” (titolo: Storia e Cronistoria del Canzoniere) di Saba, cioè una raccolta autobiografica che rivive la - In seguito possiede vari incarichi universitari, anche fuori dall’Italia: insegna a San Paolo, in Brasile, poi insegna letteratura contemporanea a Roma e durante la seconda guerra mondiale vive a Roma prevalentemente e nasconde e protegge Umberto Saba. - Dopo la seconda guerra mondiale scrive altre raccolte di poesie importanti, ne ricordiamo una: “Il dolore ispirato alle ultime esperienze di Ungaretti, ossia l’ esperienza della seconda guerra mondiale, non vissuta sul fronte, ma come cittadino italiano in condizioni di pericolo nelle città” - Sono avvenuti in questi anni due drammi: ● Morte del fratello, Costantino ● Morte del figlio, Antonietto (per una peritonite) Tutte queste ultime esperienze della seconda guerra mondiale e dei lutti personali rivivono in questa raccolta piena di disperazione che significante, si intona il dolore. ISPIRAZIONE POETICA “Allegria” - Riunisce le poesie più giovanili, molte ma non tutte ispirate alla prima guerra mondiale. - Sappiamo che ha avuto un’esperienza di umile fante, per capirla dobbiamo far riferimento alla concezione della poesia di Ungaretti “Il porto sepolto” - Secondo Ungaretti il poeta è una sorta di sacerdote, di veggente dotato di una sensibilità profondissima, che in momenti di particolare profondità subisce come delle illuminazioni di verità e riesce a cogliere il senso profondo delle cose: l’immensità, l’infinità dell’essere nel tempo e nello spazio, la presenza di Dio nell’Universo che riesce a cogliere, ma in una condizione di illuminazione, di ispirazione religiosa, riuscendo solo a centrare, in fondo, una parte di verità in un attimo soltanto in cui è illuminato dalla verità stessa perché dice il poeta che il profondo significato della vita, nella sua totalità, sfugge anche al poeta stesso. Il poeta si affaccia sulla verità ma solo in momenti di particolare illuminazione, ispirazione, come un sacerdote che si è ispirato, come un veggente, come un profeta, ma la totalità e la complessità del senso della vita il poeta non può neanche intenderlo completamente. - Questo spiega il titolo della raccolta e di una poesia “Il porto sepolto”: che fa riferimento a un porto leggendario; si racconta come fosse stato costruito prima della dominazione macedone, prima della conquista di Alessandria; questo porto è pre macedone, sarebbe stato attivo e fiorente, poi sarebbe stato sepolto dal mare e non ne sarebbe rimasta nessuna traccia. Il poeta dedica questa poesia a questo porto sepolto. Approdare la verità anche solo per un attimo, in una condizione di illuminazione momentanea eccezionale di ispirazione, di sensibilità acuita da una particolare condizione fortunata, è come approdare a questo porto sepolto, che in realtà non si riesce a raggiungere per via razionale. La verità è rappresentata da un porto sepolto a cui soltanto il poeta può approdare momentaneamente e mai totalmente in un stato di illuminazione, di intuizione eccezionale. POESIA - La poesia, se illuminazione momentanea, non può essere altro che frammentaria. - E’ brevissima ed è simile a frammenti di poeti classici dove la parola ha il massimo risalto. - I versi sono nominali (privi del verbo) o uninominali (ridotti a un nome, il più importante soltanto) o anche solo versi ridotti a un participio, avverbio, aggettivo o congiunzione. - Anche le parti secondarie della frase hanno un risalto enorme e sono uniche nel verso. - Contribuisce a dare estrema pregnanza, significato, purezza, autonomia alla parola il fatto che sia isolata nel verso o che c’è ne siano due, tre o pochissime parole, ma anche lo spazio bianco (utilizza brevissimi spazi bianchi tra versi o spazi bianchi tra una strofa e l’altra perchè il poeta usa in modo espressivo lo spazio bianco tra una parola scritta e un’altra per dare maggiore risalto alla parole) ➔ Altri aspetti del suo stile sempre per dare risalto alla parola e ai concetti che esprimono il significato: - elimina la punteggiatura - punta l'ellissi del verbo - elimina subordinate o ridotte a un participio presente e passato costruiscono un’unica parola - sfoltisce la parte aggettivale a meno che l’aggettivo non sia il protagonista del verso. Sono poesie essenziali cariche di significato ma stavolta il significato non è semplicissimo per questo sono considerate poesie ermetiche; l’Ermetismo è una corrente che Ungaretti guarda come modello ma lui va in una direzione ancora più radicale, tant’è che propone poesie difficili da comprendere, ermetiche. A questa corrente appartiene Quasimodo unicamente in una fase della sua esperienza poetica. TEMI ● L’esperienza di trincea, in fanteria, durante la prima guerra mondiale sul Carso. Non a casa molte poesie presentano la data in cui sono scritte e la località del Carso, quindi si può intuire che lui le abbia scritte mentre viveva questa esperienza terribile in trincea e insiste sulle atrocità della guerra e sul tema della precarietà dell’esistenza che accompagnava sempre i soldati. ● Sono poesie che ricordano la sua esperienza in Egitto vissuta con rimpianto e ribadendo quel senso di precarietà, di non appartenenza a una cultura precisa che lo accompagnò per tutta la sua vita. “M’illumino d’Immenso” percepisce l’immensità nello spazio e nel tempo in un attimo di illuminazione. QUASIMODO L’approccio di Ungaretti alla poesia viene ripreso da un gruppo di poeti che si espresse più che altro a Firenze; erano amici, si conoscevano e frequentavano i Caffè e crearono questo gruppo che si richiama a Ungaretti. Un critico del tempo definì ERMETISMO, quindi la loro poesia venne definita ermetica e la loro tendenza ermetismo perché propongono una poesia che ha i caratteri della poesia di Ungaretti e va in direzione di una complessità concettuale e forte incomunicabilità con il lettore. La poesia ermetica è considerata poesia misteriosa, di difficile decodificazione,complessa, molto sintetica, molto pregnante, dove i poeti animati da questo desiderio di fare della poesia uno strumento per capire il senso della vita, se pur parzialmente, utilizzano un linguaggio scelto, delle analogie molto difficili da comprendere, da collegare e propongono una poesia che è aristocratica ed è elitaria, quindi siamo lontanissimi dal modello di Saba che aveva proposto una poesia facile, comprensibile da persone semplici, universale e anche molto comunicativa. Quindi questi poeti, tra cui Quasimodo, riprendono il modello di Ungaretti ma lo portano a estreme conseguenze, proponendo una poesia di non facile comprensione e decodificazione, non popolare ma aristocratica ed elitaria in cui però il peso della parola è sempre molto significativo; infatti la parola può essere vocativa, allusiva, piena di significati occulti, reconditi, di non facile comprensione. La terminologia ermetismo deriva anche da un richiamo alla tradizione classica, ermetica infatti nella classicità si parla di un autore ERMETE TRISMEGISTO che sarebbe l’autore, nell’epoca ellenistica, e avrebbe avuto anche dei seguaci di libri magici, di difficile comprensione. - Ermetico è sinonimo di difficile comprensione, misterioso, criptico, nascosto, di difficile accesso a tutti. Questa poesia in genere non viene ampiamente trattata nella letteratura proprio perché non è immediata, non è amata. Siamo negli anni del fascismo e proponeva una poesia quanto mai retorica, volta all’esaltazione dei temi cari al fascismo quindi l’imperialismo, il nazionalismo, il colonialismo, il culto del leader, del dittatore; propone attraverso l’arte e la letteratura dei contenuti di propaganda. Questa corrente invece si discosta totalmente dalla poesia sostenuta dal Fascismo e pur essendo così elitaria, così aristocratica costituisce una produzione non retorica e non propagandista, una sorta di poesia di resistenza al Fascismo tacita (non impegnata politicamente, ma una forma di resistenza discute, non così evidente al condizionamento del Fascismo). ➔ I libri neorealisti: Il neorealismo rivaluterà la comunicazione, l’impegno sociale, la denuncia, anche un po' reagendo alla poesia ermetica, proponendo una letteratura che deve raggiungere un vasto pubblico. Nel gruppo degli ermetici si distingue Salvatore Quasimodo che però non ha la statura di Ungaretti. - Autore siciliano - Nato presso Ragusa nel 1901 - Aveva svolto studi tecnici e poi si era trasferito per svolgere vari lavori ma sempre di carattere tecnico a Roma; pur avendo una formazione essenzialmente tecnica aveva studiato le lingue classiche, tradurrà dal greco gli Idillici greci (li aveva studiato autonomamente) - Vivendo seppur in prevalenza a Roma, frequenta Firenze ed era anche amico e cognato di Vittorini (autore neorealista molto impegnato, autore del libro “Uomini e no”: la denuncia degli orrori della seconda guerra mondiale) - La sua prima produzione risente molto della tendenza ermetica e fa riferimento a queste raccolte: - “Oboe sommerso” - “Erato e Apollion” - “Acque e terre”, in cui rivive l’immagine della Sicilia - L’ultima raccolta”Ed è subito sera” - Lui intanto si era trasferito a Milano e aveva ottenuto la cattedra di letteratura al Conservatorio e quindi aveva abbandonato impieghi che non erano così consoni alla sua personalità. - Questa prima fase ermetica non è facile della produzione di Quasimodo perché è una poesia dove ci sono analogie complesse, dove tutti i nessi logici sono bruciati; una poesia che è molto lontana dal linguaggio comune, dal linguaggio parlato e dove le parole hanno un peso e un significato, hanno molti significati di non facile decodificazione. La poesia “Ed è subito sera” può ricordare lo spirito e l’esempio di Ungaretti. - Dopo questa fase di forte vicinanza all’ermetismo, il poeta traduce i lirici greci (poeti della classicità, anche dell’età ellenistica, greci, per esempio Saffo) - Questi testi si qualificano per lo più per una grande limpidezza, una grande essenzialità e lui li traduce e pubblica questa famosa traduzione dei lirici greci molto bella e efficace nel 1940, ma questa esperienza di traduzione dei lirici greci lo porta a riscoprire un modo di esprimersi più limpido, più chiaro, più immediato, che condiziona poi la produzione sua personale successiva e quindi dopo la seconda guerra mondiale pubblica altre raccolte: - “Con il piede straniero sopra il cuore” - “Giorno dopo giorno” - “La vita non è sogno”
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