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SAGGIO "LUSSO E CAPITALISMO", Sintesi del corso di Sociologia

Ottimo e coinciso riassunto utile per preparare il parziale del corso di Sociologia, tenuto dalla professoressa Roberta Sassatelli.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 15/09/2020

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4.5

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Scarica SAGGIO "LUSSO E CAPITALISMO" e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! All’interno del saggio denominato “Lusso e capitalismo” del 1913, scritto da Werner Sombart, egli cerca di argomentare e dunque di dimostrare come l’attuale società di stampo e di mentalità fortemente capitalista, incentrata sul profitto, sia il conseguente risultato di una crescita dei consumi dei beni di lusso nel corso dei secoli. Opponendosi all’idea secondo cui le industrie di lusso(produttrici di abiti fini, specchi, porcellane le cui lavorazioni, anche a causa della complessità che esse richiedevano, necessitavano di una grande razionalizzazione ed organizzazione, con lavoratori specializzati e spianando la strada all’impianto capitalista) si fossero sviluppate esclusivamente attraverso il mercato delle esportazioni, Sombart afferma come in realtà esse abbiano sicuramente beneficiato della ricchezza dei ceti più abbienti, ma in generale hanno contribuito ad accrescere la prosperità della collettività, riuscendo, come affermato da alcuni intellettuali illuministi, “ad animare i mercati” con l’esaltazione dello stile di vita dispendioso. La Riforma Protestante, inoltre com’è noto, in questo periodo darà un impulso decisivo al capitalismo, rimuovendo la diffidenza verso la ricchezza che aveva caratterizzato tutta la riflessione economica medievale. Infatti il denaro, che per la Chiesa medievale era lo “sterco del demonio”, per i protestanti diventa una benedizione di Dio. Così il nascente capitalismo trovava i suoi naturali alleati in tutte quelle figure che il Medioevo aveva guardato con sospetto: gli ebrei, gli eretici, gli infedeli, gli stranieri. Il lusso, secondo Sombart, è “ogni dispendio che vada oltre il necessario”: infatti nel corso del XVIII secolo si assistette a una produzione abnorme di beni di consumo che non ebbero giustificazione nel loro effettivo utilizzo: specchi, porcellane, fiori artificiali. Ad esempio, egli rivolge le sue attenzioni alla crescente importanza di Londra la quale, in epoca medievale principale importatrice di tessuti preziosi da altri paesi come l’Italia, dal XVII secolo in poi inizia a disporre di una grande quantità di beni di lusso(caffè, cacao, tabacco), grazie anche alle lavorazioni compiute all’interno delle piantagioni da moltissimi schiavi neri. Altro segno tangibile della necessità di beni di lusso per le classi più abbienti è l’incredibile sviluppo che si ebbe in quel periodo a Londra di negozi di abiti, di veri e propri tagliatori che, per venire incontro alle esigenze dei loro clienti più raffinati, imposero una struttura molto capitalista: essi si ingrandirono, si disseminarono in varie parti della città e, per assecondare i gusti più raffinati, realizzarono una più ampia gamma di prodotti, grazie anche alla presenza di dipendenti(sarti) che lavoravano alle dipendenze del “tagliatore”. Si può definire capitalista poiché si inizia ad intravedere una netta distinzione tra direzione, organizzazione della produzione e la cosiddetta forza-lavoro, che ne eseguiva le direttive. Non si può non notare come l'economista sociologo non scada mai nei motivi di dibattito teologico, ma abbia sempre come scopo la comprensione delle oggettive motivazioni dell’agire umano nella società. Nella sua trattazione dello sviluppo del lusso Sombart prende in considerazione la seconda specie di lusso, quella che obbedisce a motivi egoistici e serve per adornare la vita con “vane superfluità”. Questa forma di lusso è appunto quella che, secondo lui, si sviluppa in modo considerevole nell’epoca del Rinascimento. Per rispondere alla domanda di quale sia stato il ruolo che ha avuto il lusso nello sviluppo del Capitalismo si potrebbe dire che per Sombart fu il lusso a dare il principale contributo allo sviluppo del capitalismo: infatti fino alla fine del primo periodo capitalistico esso ha cooperato, nei modi più diversi, alla genesi del capitalismo moderno, svolgendo un ruolo essenziale nel passaggio dalla ricchezza feudale alla ricchezza borghese, importando di conseguenza, per adattarsi alle nuove esigenze della classe dominante, una razionalizzazione produttiva e una maggiore flessibilità resa possibile solamente grazie alla presenza di capitali(cosa che segnò, che non vale più oggi, inizialmente il confinamento dell’artigianato alla produzione di merci ordinarie) introdotti dal sistema capitalista.
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