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saggio Panofsky riassunto, Schemi e mappe concettuali di Metodologia della ricerca

riassunto saggio di Panofsky "Sul problema della descrizione e dell'interpretazione del contenuto di opere d'arte figurative"

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 02/03/2023

studente.universitario3
studente.universitario3 🇮🇹

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Scarica saggio Panofsky riassunto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Metodologia della ricerca solo su Docsity! SUL PROBLEMA DELLA DESCRIZIONE E DELL’INTERPRETAZIONE DEL CONTENUTO DI OPERE D’ARTE FIGURATIVE- PANOFSKY Storico e teorico dell’arte tedesco. Nasce a Hannover, in germania, nel 1852. Diresse il seminario di storia dell’arte all’università di amburgo. In seguito alla presa di potere dei nazisti, si trasferì negli USA. Nel saggio egli contesta la possibilità di fare una descrizione puramente formale dell’opera d’arte e propone una tripartizione per l’interpretazione dell’opera d’arte (egli è il pioniere del modello icongtafico-iconologico)  individua tre regioni di senso dell’opera: 1. Senso del fenomeno (in cui interpreto macchie di colori come un uomo) descrizione terra terra del dipinto. 2. Senso del significato (in cui interpreto l’uomo come Cristo crocifisso) livello iconografico, individuazione del soggetto rappresentato. 3. Senso dell’essenza (in cui interpreto le modalità di raffigurazione di Cristo crocifisso come documento di una complessiva concezione del mondo) livello iconologico, individuazione del senso profondo dell’opera. L’interprete per interpretare l’opera d’arte deve seguire una tripartizione di correttivi obiettivi corrispondenti ai tre livelli visti sopra: la storia degli stili, la storia dei tipi, la storia dello spirito. La prima storia ci dice cosa era possibile raffigurare in un determinato periodo, la seconda ci dice cosa era possibile rappresentare, la terza ci dice cosa era possibile concepire. NON Può QUINDI DARE UNA INTERPETAZIONE SOGGETTIVA ALL’OPERA. Panofsky fa un esempio: se noi dovessimo descrivere la resurrezione di Grunewald, ci renderemmo conto fin dall’inizio che la distinzione tra una descrizione puramente formale e una descrizione oggettiva non possa essere accettata (perlomeno non per le opere d’arte figurative). La descrizione puramente formale non potrebbe nemmeno usare espressioni come “sasso”, “uomo” o “rocce”, ma si dovrebbe limitare a connettere tra di loro i colori o dovrebbe limitarsi a descrivere gli oggetti come elementi compositivi completamente privi di senso e spazio  una descrizione formale di questo tipo è praticamente impossibile, perché qualsiasi descrizione dovrà trasformare i fattori puramente formali dell’opera in simboli di qualche cosa di raffigurato. Così facendo ci si sposta dalla sfera puramente formale in una regione di senso più alta. Riassumendo, l’oggetto raffigurato non è soltanto la forma ma anche il senso della forma. Quando io designo quel complesso di colori sulla tela come “un uomo che si innalza nell’aria, con mani e piedi forati” travalico la mera descrizione formale e entro nella regione di senso, la quale è accessibile allo spettatore grazie alla sua immediata esperienza esistenziale di vita  siamo nello strato primario di senso in cui possiamo entrare grazie alla nostra esperienza esistenziale di vita e lo chiamiamo regione del senso del fenomeno. Se io invece considero quel complesso di colori chiari c sulla tela come “un Cristo che si innalza nell’aria” allora presuppongo anche qualcosa di culturalmente consaputo (un uomo che non ha mai letto i Vangeli non saprebbe dire che quello è Cristo che risorge)  siamo nello strato secondario di senso a cui accediamo grazie a un sapere che ci è stato tramandato per via letteraria e lo chiamiamo regione del senso del significato. Tornando al quadro di Grunewald, se non avessimo conoscenze di tipo letterario, non sapremmo ciò che egli intendeva raffigurare (cristo risorto). Se guardiamo il mero senso del fenomeno, possiamo descrivere il quadro in modo grezzo e limitandoci a ciò che salta immediatamente all’occhio: un uomo che si innalza da una cassa in mezzo a un’aureola di luce e con le braccia spalancate  questa descrizione è meramente fenomenica. Tutti sappiamo, sulla base dell’esperienza, che cosa sia un uomo e che cosa significhi essere sospesi a mezz’aria. Ma il problema è costituito dalla messa in relazione: basta guardare il quadro di Franz Marc “Il Mandrillo”. Tutti noi sappiamo cosa è un Mandrillo (scimmia) perché ne abbiamo esperienza, ma è difficile riconoscerlo in questo quadro se non si è “atteggiati”, cioè se non si ha l’occhio abituato all’espressionismo. Infatti, il pubblico contemporaneo di Marc non fu in grado di identificare il soggetto perché non si era mai imbattuto prima nell’espressionismo. Quindi è importante la conoscenza dello stile. Nel caso del quadro di Grunewald, come facciamo ad accorgerci che il Cristo è sospeso a mezz’aria? Una risposta precipitosa potrebbe essere: “perché si trova nello spazio vuoto e non poggia su una superficie”  questa risposta è giusta in questo caso, ma potrebbe essere nel tutto fuorviante in altri casi. Quindi è meglio dire che il Cristo è sospeso a mezz’aria perché è dominato da un naturalismo prospettico e plastico, in virtù del quale un corpo nel vuoto non può che essere interpretato come un corpo sospeso a mezz’aria.  Riassumendo, per poter descrivere adeguatamente un’opera d’arte, dobbiamo articolarla nella storia dello stile perché altrimenti non sapremmo come considerare questa sospensione a mezz’aria. Il secondo livello riguarda il senso del significato, che è il livello iconografico, quello in cui si individua il soggetto dell’opera. Non è sempre facile capire quale sia il soggetto dell’opera, per questo si deve ricorrere alla teoria dei tipi. Tipo= raffigurazione in cui il senso del fenomeno si è così saldamente fuso con il senso di significato, da diventare tradizionalmente il veicolo di quest’ultimo (ex. Cristo crocifisso con maria e giovanni). Perciò il sapere letterario è fondamentale nella individuazione del soggetto: il sapere ci permette di reperire testi indubbiamente riferibili al quadro, oppure in altri casi, può condurci a testi relativamente remoti e difficilmente riferibili al quadro. Oppure ancora ci sono casi in cui non esiste fonte letteraria riferibile al quadro (ex pesche di renoir, natura morta). Per quanto riguarda il dipinto di grunewald, per individuare il soggetto rappresentato andremmo a cercare nei passi del vangelo, dopo la crocifissione di cristo. Ma non troveremo mai un passo che si adatti perfettamente alla scena rappresentata da grunewald perché nei vangeli non è raccontata\ descritta la resurrezione di cristo. Si racconta solo di donne che sul sepolcro aperto di cristo hanno
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