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Saggio sulla filosofia della natura, Guide, Progetti e Ricerche di Storia della filosofia antica

Riassunto del capitolo Filosofia della natura del libro Filosofia tardoantica, storia e problemi a cura di Riccardo Chiaradonna.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2023/2024

Caricato il 06/06/2024

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antonio-lorenzetti 🇮🇹

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Scarica Saggio sulla filosofia della natura e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia della filosofia antica solo su Docsity! La filosofia della natura in epoca tardoantica Introduzione In questo saggio viene presentata la filosofia della natura in epoca tardoantica, con riferimento al manuale Filosofia tardoantica1, a cura di Riccardo Chiaradonna. È opportuno, inizialmente, identificare gli estremi del periodo in analisi: quello tardoantico. Con tarda antichità in filosofia ci riferiamo al periodo che ha come estremi l’imposizione del platonismo sulla filosofia ellenistica - circa II secolo a.C. - e il 529 d.C., anno di chiusura della Scuola di Atene per volere dell’imperatore Giustiniano. D’ora in avanti, con il termine “filosofia” ci si riferirà alla filosofia in epoca tardoantica. Seguendo l’ordine del manuale, sono trattati in primis i modelli della filosofia della natura. Anche in questa branca della filosofia, i modelli di riferimento sono Platone e Aristotele con le loro maggiori opere in ambito naturalistico. Parliamo dunque del Timeo per Platone e di Fisica, De Cielo, Generazione e Corruzione e Metereologici per Aristotele. Nella trattazione dei prossimi capitoli individueremo la causa dell’assenza della Biologia tra le opere aristoteliche considerate. Tra i modelli, Platone riveste il ruolo principale, anche se è frequente il tentativo di riconciliare i due maestri. Proprio relativamente la legittimità di questo tentativo di riconciliazione si sviluppa la prima parte del saggio. La seconda parte affronterà invece il tema della generazione del mondo fisico in epoca tardoantica. Stili di filosofia della natura Si analizza ora l’evoluzione dello studio della filosofia della natura, come descritta da Proclo nel V sec. d.C. nel Commento al Timeo. Proclo individua tre stadi evolutivi di questo studio, nei quali è condivisa l’idea che l’analisi del mondo fisico consista nella ricerca delle cause dei fenomeni fisici. Al primo stadio vi sono i presocratici, che - con rare e poco 1 CHIARADONNA 2018: pp. 155-171 rilevanti eccezioni - studiano il mondo mediante l’analisi della causa materiale. Al secondo stadio si trova Aristotele, con l’introduzione del concetto di forma - dunque della causa formale - la quale si affianca alla causa materiale e la supera per importanza. Platone si trova al terzo stadio, apice dello studio filosofico della natura. Egli introduce la causa efficiente (il demiurgo), quella finale (il bene) e quella paradigmatica (le Idee) e considera la causa materiale (il ricettacolo) e quella formale (la forma immanente) come concause delle nuove tre cause. Proclo, come Seneca prima di lui, sostiene che Platone, grazie alla causa paradigmatica, possa vantare un sistema di cause più completo di quello del suo allievo e che la fisica di Aristotele sia solo un vano tentativo di imitazione del maestro. Vi sono tuttavia almeno due possibili confutazioni a questa tesi: in primo luogo, mentre il Timeo è una cosmogonia - un mito sull’origine e la formazione dell’universo - lo stesso non può essere detto per le opere fisiche di Aristotele, che quindi difficilmente possono esserne considerate imitazione. Secondariamente, è difficile immaginare la fisica di Aristotele – sistematica ed articolata - come una semplificazione del Timeo. Per quanto riguarda la Biologia, Proclo riconosce la maggiore profondità che Aristotele in quest’opera raggiunge rispetto al suo maestro nello studio del mondo animale. Nell’ottica tardo antica, tuttavia, l’indagine fisica ha innanzitutto lo scopo di favorire la conversione dell’anima verso la realtà intellegibile. Fedele a quest’ottica, Proclo definisce la Biologia, seppur nella sua profondità, inutile e fuorviante. Essa spiega infatti il mondo fisico considerando solo le concause platoniche e quindi trascurando le cause più rilevanti: le tre cause intellegibili. Dunque - mentre i presocratici e Aristotele concordano sull’oggetto di studio della fisica: la totalità del reale - Platone restringe il campo d’azione della fisica, lo studio della quale deve introdurre l’uomo allo studio del mondo divino. Proclo, in questa prospettiva divide i dialoghi di Platone in dialoghi relativi il mondo intellegibile e dialoghi relativi il mondo sensibile, introduttivi per lo studio dei primi. La fisica come introduzione alla metafisica intesa come teologia Segue una breve introduzione sulla vita e sull’educazione di Proclo: Proclo (Costantinopoli 412 – Atene 485) è uno dei maggiori esponenti della filosofia tardoantica. Riceve gli insegnamenti di Siriano, al quale divisione statica di questi. È nel tempo intellegibile che è stabilito l’ordine con il quale gli eventi si svolgono nel mondo fisico. Questo secondo tipo di tempo si differenzia dall’eternità perché questa non ammette distinzione o successione interna. Simplicio e Filopono Vari filosofi propongono una lettura alternativa del Timeo. Plutarco e Attico, sono due esempi di filosofi platonici che propongono una lettura letterale del Timeo e dunque considerano l’atto demiurgico – dunque il mondo - temporalmente. Un’altra lettura letterale, e dunque temporale, del Timeo è implicita nella critica al Timeo che Aristotele espone nel De Cielo. Nel VI secolo Filopono, filosofo platonico e cristiano, riprende questa tradizione interpretativa. Egli scrive infatti due opere polemiche intitolate “Sull’eternità del mondo”, contro Proclo e contro Aristotele. In entrambe le opere Filopono argomenta contro la tesi dell’eternità del mondo. Contro Aristotele, in particolare, Filopono si oppone alla tesi dell’esistenza della quinta essenza. Aristotele, infatti - mediante l’introduzione di questo corpo semplice, non soggetto a generazione e corruzione, e che si muove naturalmente con moto circolare - riesce sia a concludere l’eternità dell’universo - dato che, se i cieli non fossero corpi semplici essi sarebbero generati, come il mondo sublunare - sia a distinguere mondo sublunare e mondo eterno. È grazie a Simplicio che il secondo dei due “sull’eternità del mondo” di Filopono è giunto fino a noi. Infatti, esso fa parte, assieme al commento del De Cielo, di un progetto di difesa e sintesi della tradizione filosofica pagana, minacciata - secondo l’autore - dal cristianesimo nel V secolo. Nel commento alla fisica di Simplicio, l’attacco a Filopono - e in particolare al Contro Aristotele e alla critica alla tesi di Aristotele sull’eternità del movimento - è concorde al progetto sopra citato. Il filosofo utilizza infatti la difesa dell’eternità del mondo fisico come difesa della religione pagana. Simplicio inoltre afferma che la tesi aristotelica dell’eternità del mondo è in accordo con la lettura temporale del Timeo. Egli può interpretare, in tal modo, il Timeo come una teogonia - un mito sull’origine e la discendenza degli dèi - oltre che come una cosmogonia. Infine, è importante osservare l’accusa di empietà che Simplicio rivolge a Filopono, e la preghiera conclusiva del commento al cielo e alla fisica. Concludendo, si analizzano i seguenti due aspetti: In primo luogo, è evidente nella critica di Filopono a Proclo e ad Aristotele, nella critica di Simplicio a Filopono e nella difesa dell’eternità del mondo di Proclo come la filosofia e la religione in epoca tardoantica siano difficilmente considerabili autonome l’una dall’altra. Inoltre, si può affermare che i filosofi pagani, come Simplicio e le Proclo, vedono la fisica non solo come introduzione allo studio delle realtà divine del mondo intellegibile, ma anche come lo studio del divino nel mondo fisico; quest’ultimo è, inoltre, considerato da questi come - seppur inautentico - più bella immagine del mondo intellegibile. Bibliografia: CHIARADONNA, Riccardo (2018) Filosofia tardoantica Storia e problemi, Carrocci editore: Aulamagna
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