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La Donna nella Letteratura: Storia e Critica, Appunti di Lingua Italiana

Una profonda analisi sul ruolo e la rappresentazione della donna nella letteratura occidentale, dalla commedia divina alle opere di roland bart, sylvain marechal e matilde serao. Esploriamo le tipologie di interviste e l'esperienza specifica di critici letterari, la comprensione della relazione tra l'attualità e la storia, e il concetto di critica intratetestuale e extratetestuale. Il testo illumina la pericolosità della lettura per le donne e la loro immagine rivoluzionaria, oltre a esplorare il rapporto tra l'uomo e la donna. Studiare questo documento offre una base solida per qualsiasi studio sociologico o letterario riguardante la donna nel mondo occidentale.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 12/12/2019

Jejeee
Jejeee 🇮🇹

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Scarica La Donna nella Letteratura: Storia e Critica e più Appunti in PDF di Lingua Italiana solo su Docsity! SAGGISTICA ITALIANA ORARIO DELLE LEZIONI: Lunedì, martedì e mercoledì dalle 10.30 alle 12. TESTI PER L’ESAME - Una donna di S. Aleramo. - Viaggio in Palestina di M Serao, nelle due versioni. - L’Agnese va a morire di R. Viganò - Femme fatale di A. Cavalli. - Viaggiare con la scrittura di A. Cavalli. - Fuga dalla critica di A. Cavalli. - Il ventre di Napoli di M. Serao. (testo facoltativo). SITO DELLA PROF. : annamariacavalli.altervista.org APPUNTI DELLE LEZIONI L’utilità dell’inutile  testo di Nuccio Ordine, italianista che insegna all’Università della Calabria. Questo testo dice alcune cose fondamentali: si vive in un universo dove predomina l’utilitarismo. Possiamo misurare la quantità delle cose ma non la qualità, perciò tante cose non sono al momento monetizzabili. Il sapere, per esempio, è difficile da inserire in questo delirio di impotenza che dà molta importanza al denaro. Solo la conoscenza non si può comprare. Infatti in questo caso il prezzo da pagare è di altra natura: tempo, studio e volontà. Il sapere sfida assolutamente le leggi del mercato. Uno scambi di conoscenza non fa perdere niente, solo arricchire entrambe le parti. Il sapere vero e puro rende gli uomini diversi da altri esseri viventi e deve essere “acquistato”. È la qualità che conta e che da qualcosa in cambio a entrambe le parti. 1 La letteratura aiuta e serve non solo a vivere ma anche a sopravvivere in alcuni casi, come dice Todorov, che afferma anche che essa è in pericolo. Questo autore cita ad esempio, Levi che durante la sua prigionia nei campi di concentramento riuscì a sopravvivere ad esempio cantando, aggrappandosi alla cultura. Fa l’esempio anche di una donna, anch’essa sopravvissuta ad Auschwitz che sopravvisse immaginando di parlare con i protagonisti del romanzo di Stendhal, “Il rosso e il nero”, e altri personaggi letterari. Il bisogno di immaginare e creare è fondamentale per l’uomo, così come quello di respirare, anche se non ce ne rendiamo conto. La disobbedienza è avere chiaro ch disobbedisco a qualcosa che viene da fuori, senza che io l’abbia rivisto, giudicato e criticato prima. Llosa  la capacità di uscire da sé stessi e trasformarsi in un altro, modellato dall’argilla dei propri sogni è ciò che ci rende umani. Bataille anti utilitarismo  Il capitalismo ha poco a che vedere con il miglioramento della condizione umana, pone rimedio solo casualmente ai disagi sociali. Si tratta di un miglioramento apparente, una prospettiva ingannevole, perché la produzione industriale moderna eleva il livello medio ma non attenua la differenza tra le classi sociali. È un’illusione pensare che basti qualcosa che renda la vita più comoda per eliminare le disuguaglianze. Solo il sovrappiù quando non è utilizzato per sé stessi può essere utile al miglioramento, investendo sulla cultura (arte, poesie, letteratura, ecc.). Il sovrappiù non è, però, l’inutile, anzi dà qualcosa in più nella vita. Non si può lasciar morire questo “superfluo gratuito” e non dobbiamo rinunciare alla forza generatrice dell’inutile. ORIANA FALLACI: Secondo lei, il giornalista e il giornalismo nascono come rivolta al potere e come lotta politica. Grossomodo la sua “data di nascita” la possiamo collocare intorno al ‘500, proprio in Italia, da un gruppo di scrivani, 2 sensibile e intelligente nota queste differenze nella scrittura e, collaborando alla lettura, è stimolato a riempire il vuoto e capire fino in fondo quello che viene detto dall’autore. Questo non significa usare parole astruse ma intense, che possano colpire e catturare l’attenzione. Un famoso strutturalista, Jakobson, studiò le funzioni del linguaggio individuandone un buon numero. Le tre più conosciute sono: - La funzione EMOTIVA  concentrata sull’emittente che cerca di emozionare. - La funzione CONATIVA  rivolta al ricevente, che deve essere emozionato. - La funzione REFERENZIALE incentrata sul contesto. La funzione, però, più importante, e che riguarda direttamente il corso, è quella POETICA (dal verbo greco “poièo” che significa fare, creare) che si incentra sul messaggio in quanto tale. È tipica del testo letterario, nel cui messaggio vale non solo ciò che si dice ma anche come lo si dice (forma). La letterarietà va cercata in queste complesse varietà di elaborazioni che il messaggio poetico subisce e che sono strettamente legate sia all’epoca sia al contesto. Caratteristiche del testo letterario Metrica e parola  segni iconici Ciò non determina la letterarietà di un testo, riscontrandone la presenza anche in testi non prettamente letterari (comunicazione pubblicitaria). D’altra parte però non esiste un testo letterario che non ricorra alla strumentazione retorica. Nel testo poetico la forma è indistinguibile dal contenuto. Nell’arte abbiamo quindi una prospettiva sistemica (il valore sta nel sistema dei procedimenti messi in atto, non nel singolo procedimento). Responsabilità del lettore 5 Ciò non impone soltanto una buona capacità di scrittura, ma anche la presenza di un lettore forte, agguerrito, munito di capacità di apprezzare la retorica letteraria. Si può ricorrere ai riferimenti intertestuali, bisogna quindi avere una cultura letteraria: conoscere la letteratura. Capire i rimandi e le citazioni, i testi nei testi, a cosa e a chi attinge lo scrittore. Parola scritta, la funzione Zeno, Svevo. Ci aiuta a comprendere che la scrittura (parola scritta) ha un potere che serve a curare. Quando dice che la sera scrive un diario romanzo poco prima di prendere un purgante appare evidente il potere curativo della scrittura (scrittura come cura mentale, farmaco come cura fisica). La scrittura ha quindi una funzione di cura, ma anche – e analogamente – di memoria. Scrittura auto-generativa: aiuta a chiarire le idee alla stessa scrittrice. Consigli Capire il target e quindi le capacità del destinatario. Tenere conto del livello di esposizione e della retorica che anche se di immediata comprensione non deve essere banale. Avere chiaro fin dal principio la propria tesi, il proprio messaggio. Ѐ consigliabile quindi iniziare da un sommario, uno schema che crei un ordine e faccia brain storming dei contenuti. Capacità di sintesi tenendo conto dello spazio concesso. A seconda del tipo di testo e dei relativi obiettivi può essere necessario enunciare la tesi (e antitesi) sin dall’inizio. Bisogna partire da un tema forte, il titolo naturalmente deve suscitare la curiosità, essere aggressivo o provocatorio. Attenzione nei saggi e negli elaborati a non inserire gli stessi contenuti nell’introduzione e nella conclusione. Tesaurus, sinonimi. Attenzione alle dittologie di aggettivi, non mettere due aggettivi che sono sinonimi l’uno accanto all’altro. Fanno eccezione naturalmente i climax Chiare, fresche e dolci acque 6 Il periodare deve essere breve, ma non telegrafico. Certo le frasi lapidarie a seconda dei contesti sono efficaci, ma non devono mai essere troppo ricorrenti. Il discorso deve essere auto-contestuale. Il soggetto non deve essere dato per scontato, deve essere chiaro. Presenza dell’ipotassi. Evitare ampollosità. Evitare parentetiche eccessive, ricercare il discorso asciutto ed evitare una sospensione eccessiva. Gli a capo vanno usati con senso, stiamo cambiando argomento. Interpunzione, punteggiature: Cortasar (?vedi): “la virgola è la porta girevole del pensiero”  “Se l’uomo sapesse il valore che ha,(no) la donna, correrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”. Accenti nel parlato. Meglio dire salùbre, leccornìa, mollìca, tralìce. Senza accento, per via dalle derivazioni dal latino la maggioranza delle parole si leggono da piane. Teoricamente sarebbe “io valùto”. Scritto: il lì nella burocrazia non va accentato, deriva da li giorni. Il latino usiamolo al plurale, anche se le parole straniere si usano solo al singolare. Medium, i media. Curriculum, curricula. Mai il media è la televisione. Il medium! La scrittura giornalistica Ѐ essenzialmente funzionale, perché ha l’obiettivo di trasmettere informazione. Ha come oggetto la notizia. Questo ovviamente richiede di informarsi preliminarmente. Non vi è un’unica scrittura giornalistica, manifestazioni eterogenee legate al campo giornalistico (politico, cronaca nera…). Il cambiamento avviene sulla base di: contenuto, medium (giornale cartaceo, web…) e periodicità (mensile, settimanale, quotidiano o up to date su internet. Bisogna poi avere linguaggio e competenze settoriali. 7 Registrare Formulazione delle domande Nella scrittura, eliminare ripetizioni… rivedere la sintassi, trasformare il linguaggio parlato in scritto. Senza ovviamente privare l’interlocutore del suo modo particolare di esprimersi. Se si usano espressioni colorite o magari particolari usare le virgolette. Due generi di intervista 1. All’esperto. Su un argomento specialistico. 2. All’opinione pubblica L’inchiesta Il reportage è inquadrabile come forme dell’inchiesta. Si tratta della forma che più valorizza la scrittura. Il reportage ha aperto la strada alla creazione della categoria “inviata speciale”. Le fasi: Scelta argomento Metodo Obiettivi Scrittura Tra i metodi: inviata sotto copertura 10 Il saggio La saggistica spazia nei generi (sociologico, scientifico), qui ci si concentra sul saggio critico-letterario. Virginia Woolf sul saggio - Articolo Il saggio moderno “Per varie che siano le definizioni il saggio deve avere questa qualità assoluta: calare un sipario intorno a noi. Un sipario che ci chiuda dentro, non che ci lasci fuori”. Il saggio deve quindi inglobarci nelle sue pagine. Woolf ci dice che il saggio deve essere catturante. Deve quindi avere una proprietà inclusiva. E deve averla anche in mancanza di una storia, non essendo un romanzo. Non essendoci una storia ciò che conta per catturare è la qualità della scrittura. Origini della parola saggio: Dal latino exagium, un deverbale (il sostantivo arriva da un verbo originario). Il verbo in questione è exigere (da cui arriva il nostro “esame”, examen), significa “pesare”. Examen infatti inizialmente significava ago della bilancia. Ciò che qui interessa è exagium:bilancia. Exagium = bilancia Exigere = pesare Examen = ago della bilancia Col saggio si vuole quindi dire “io mi faccio garante avendo pesato questo argomento”, l’essenza della critica saggistica. L’iniziatore del genere è stato Montaigne con Essais, 1580. Esistevano saggi anche prima, ma il riconoscimento del genere avviene ufficialmente con Montaigne. 1580 è quindi la data a cui si attribuisce la nascita del saggio. 11 Dilettantesco: non vi è un fine scientifico specifico, lo si fa per amore, per diletto (attenzione, non “dilettante con l’accezione comune spregiativa di impreparato o non professionale). Importanza del rapporto dialogico, il comunicare stabilendo rapporti… La modernità novecentesca ha riservato alla saggistica un posto di rilievo, quasi strategico. Il secolo breve, che ha visto la crisi dei generi letterari, ha chiesto aiuto al genere più critico. Ha avuto una funzione di autocoscienza per altri generi. Elementi politico, satirico o ironico della saggistica La scrittura saggistica si è spesso ostinata a trattare temi marginali Due spazi per la crescita di questo genere e degli argomenti trattati: università e giornalismo Elementi per un buon saggio: Esperienze specifiche Competenze Chiarezza di opinioni Scrittura adeguata e chiara La funzione vera della saggistica letteraria è capire che rapporto c’è tra l’attualità e la storia, perché l’opera che critico è nata in quel periodo e in quel posto Due tipi di critica: 1. Critica accademica, nasce all’università. Prevale l’attenzione per il passato Critica militante, ha un carattere più immaginifico e risponde ad esigenze di polemica. Prevale l’attenzione per il contemporaneo, all’attualità e agli aspetti socio- culturali del contesto di riferimento. 12 Il romanziere con una parola più distesa e uno spazio più ampio a disposizione è più facilitato a fare critica sul suo testo. Romanzo ipertestuale  quando siamo noi a interpretare le cose a modo nostro. LA FORMA DEL SAGGIO Il saggio letterario è importante perché è un genere che regola i rapporti con gli altri generi. Duplice via  analisi dei testi e dei fenomeni letterari e quella della pura teoria, quest’ultima di caratteristica più generale. Bisogna cioè entrare nel testo e analizzarlo. Il linguaggio è più incostante rispetto ad altri generi letterari però la tendenza deve essere quella di eleganza e originalità, combattendo luoghi comuni e frasi fatte. Il saggista moderno (laico) tende alla soggettività che è problematica in genere  tendenze anti-dogmatiche, scettiche rispetto a quello che è ormai scontato e assodato. Possiamo definirlo quasi come un visionario del pensiero dialettico della metafora (si tratta quasi di due ossimori)  pensieri che sembrano opposti ma vogliono dire la stessa cosa, mettono insieme razionalità e fantasia, logica non logica, pensiero notturno e diurno, ad esempio attraverso uno spirito di mediazione e polemico al tempo stesso. Si tratta di polemica anche radicale come la denuncia. Inizia nel ‘700, con l’Illuminismo in cui si getta luce per spiegare le cose. Si studia qualcosa per capire il mondo nella sua attualità. Il saggista è quindi un grande intellettuale. Il saggio critico moderno secondo Contini è un’invenzione di De Santis (primo ministro della cultura dopo l’Unità d’Italia) per la letteratura italiana, nel quale si coniugano la tradizione saggistica di Montaigne e di Bacone, e pratica dell’insegnamento con il giornalismo. Il suo procedimento era un parallelismo positivista delle vite dei grandi. Era un modo per mitizzare la letteratura come essenza di una nazione  unire l’Italia attraverso i grandi della sua storia. I saggi letterari si dividono in due grandi tipologie: 15 - Secondo uno sforzo di obiettività  orientato secondo un preminente interesse intellettuale. Parliamo ad esempio di monografie (cioè scrivere di un solo personaggio).Tipologia molto documentata oggettivamente, di tipo scientifico, biografico e storico  legata al sistema letterario ma con una particolare attenzione puntata in una certa direzione, è quindi incapsulato per certi limiti. - Soggettività dell’autore  uno scrittore valorizza la sua esperienza personale, formazione immaginazione  questo è tipico di un articolo o di un ritratto. Si tratta di una descrizione di tipo impressionistico di quello che si percepisce in quel momento. È quindi una tipologia caratterizzata da una creatività più libera. Ci sono poi anche vari sottogeneri. Ecco i più significativi: - Di invenzione (dal latino “inventio” che significa trovo)  come etimologia significa andare a ricercare qualcosa che già c’è per poi spiegarlo in un modo nuovo. È una sorta di illuminazione epistemologica (epistemologia: scienza che studia i saperi): cioè un ricercare determinati saperi e metterli poi in un nuovo rapporto illuminante , visto quindi sotto una luce diversa. Esempi di ciò sono: Benjamin con “Angelus Novus”; Barthes che nasce come semiologo strutturalista; De Benedetti con “l romanzo del ‘900”. - Di storie, cioè critica della cultura. Qui possiamo citare: De Santis; Auerbach con “Mimesis”, cioè il realismo nella cultura occidentale. Qui si procede in un modo sineddochico e metonimico, cioè una parte per il tutto, si usa quindi un autore per un periodo e un’opera per quell’autore. Parte da Omero per arrivare fino a Virginia Woolf per analizzare il realismo nella cultura occidentale (nasce attraverso la contaminazione degli stili). Ultima tipologia di saggio 16 - pedagogia letteraria  una critica fatta dagli stessi scrittori come accade con Virginia Woolf, Thomas Mann, T.S. Elliott o Montale che riversano nella loro produzione saggistica il loro modo di fare letteratura, una modalità per far entrare nella loro scrittura dei discepoli ideali e vogliono insegnare il loro modo di scrittura a tutti. Questo atteggiamento è propositivo nei confronti dei loro allievi per capire come si è arrivati alla scrittura di questi grandi autori. Si tratta di una saggistica manierata, dai toni freddi, di un certo livello ma utile per un lettore avanzato, forte, per capire meglio certi interstizi del genere letterario. Si può pensare a Gramsci o Borgese. Nel nostro presente la figura dell’intellettuale fa fatica ad affermarsi, lo sentiamo, lo capiamo, è qualcuno che si mette contro e cerca di avere un influsso sociale e politico sono pochi, forse così è un po’ tramontata l’epoca del saggio, non letterario che continua nelle aule universitarie, ma quelli di natura politica, morale e sociale, una tematica però percorsa dai giornalisti anche se è una via difficile da battere in una società ottusa come quella italiana che è poco attenta e fa di questo un lavoro di nicchia. Influenza pubblica e politica della letteratura è revocata in dubbio, ora si fa più che altro intrattenimento, ad oggi è nei talk show che si cerca di esprimere qualcosa però quasi mai in modo rigoroso e significativo. Il fatto che il giornalismo sia stato portato tra le aule universitarie è un segnale che forse, in futuro, ci si possa aspettare una saggistica che sappia coniugare la comunicazione con la cultura vera, e sarebbe una saggistica d’importanza etica in un tempo di regressione dell’alfabetizzazione. Compito della stampa, vessillo delle vere libertà, basti pensare che in Turchia e Iran imprigionano i giornalisti che rischiano l’ergastolo per aver detto determinate cose (basti pensare alla cronaca odierna in cui rischiano l’ergastolo per la possibilità di un golpe contro la dittatura). In questi Paesi se la prendono con la stampa e con i libri. 17 la vita dalla noia e dall’ozio, però raramente avevano questa possibilità perché bisogna che avessero soldi e permesso. Nel ‘700 la vita dell’intelligenza e dell’uomo migliore ma non quella della donna come accade in questo testo composto da un Illuminista. In un frammento letto a lezione emerge che il loro ruolo è prettamente famigliare, il leggere è nocivo per la loro conoscenza e chi vi ebbe accesso portò la degradazione dei costumi. La donna è collegata sempre alla natura, c’è una contrapposizione tra Natura e Storia, la donna è natura, questo ha degli aspetti molto negativi sul piano sociale, ma anche positivi e invidiati dagli uomini. Nel testo emerge come le donne si sentano felici di tessere nel telaio ed è messo in evidenza come l’ignoranza la renda timida e pudica, mentre l’acculturata la rende sprezzabile. Sottolinea come sia la Natura stessa ad aver dotato la donna del parlare e quindi questo compensa l’assenza di lettura, altra considerazione che emerge è la passività delle donne che, ovviamente, si contrappone all’attività dell’uomo. La condizione della donna è in costante pericolo, basti pensare alla nascita del termine femminicidio che è la risposta ad una domanda d’indipendenza dalla donna rispetto all’uomo che si fa suo padrone e questo dipende dalle origini delle cose. Le idee emerse nel Positivismo trasmigrano in altri testi come il romanzo e vengono acquisite, dove la donna è vista come un possesso che può essere venerata ma diventa una nemica se prova ad aspirare ad altro come accade nella Chimera di D’Annunzia dove Ippolita è la nemica perché è carnalità. Anche nella mitologia e nell’iconografia ha questa funzione di togliere la potenzialità dall’uomo, quando si parla di rogo dei libri non avviene per mano di personaggi che non hanno mai letto ma spesso sono colti e sanno cosa significa studiare e leggere, ci sono dei grumi così contradittori che bisogna cercare di entrarci dentro. Una donna dell’Aleramo è il primo passo di una denuncia chiara della donna e ci fa capire che per ribellarsi deve abbandonare la sua famiglia. 20 FIGURA FEMMINILE IN QUANTO LETTRICE TESTI PER APPROFONDIRE  “La scienza del romanzo”  rapporto con natura e scienza nel positivismo. La donna è vista come viene trattata dalla letteratura e dalla scienza. “Oltre la soglia”  frase dannunziana, qui legata al discorso femminile inserito in tre grossi ambiti aldilà della realtà: fantastico; sogno (andare oltre il significato immediato); femminile. Matrilinearità  società matriarcale  costumi promiscui ma la madre era certa. POSITIVISMO Si sviluppa in pieno ‘800 ma affonda le sue radici nell’Illuminismo. Durante l’800 mancano trattazioni veramente originali e puntate a tentativi di rinnovare la condizione femminile. L’opera più significativa, divisa in più volumi è “The subjection of women” di J. S. Mill, tradotta in Italia nel 1870 da una donna, Anna Maria Mozzoni. In quest’opera troviamo una riflessione significativa: in una società l’emancipazione femminile segna il grado di emancipazione della società. Si tratta di una scrittura d’appendice cioè pubblicata a puntate sui giornali per raggiungere un pubblico più ampio. A. Bebel, “La donna e il socialismo”, tradotto in Italia nel 1891. È un’altra opera significativa a questo riguardo. Da noi c’era la cultura positivista di Lombroso (antropologo, criminologo e scienziato) che ha preso molto dalla letteratura per fornirvi poi nuovi schemi. Nel periodo positivista la scienza regala alla letteratura nuove idee e temi, mentre la letteratura regala alla scienza nuove modalità di trasmettere le idee (capacità narrativa). 21 La donna criminale, la prostituta e la donna normale  un profondo femminismo che ribadisce questo luogo classico della natura deviata secondaria della donna e naturale soggettività al maschio. L’iconologia letteraria da alla donna un’altra possibilità: non è madre, quindi sterile ma non necessariamente prostituta. D’Annunzio  la donna attira e ipnotizza l’uomo fino a distruggerlo. Fin dalle origini la donna aveva una funzione salvifica: spontanea sacerdotessa dell’umanità, oltre che angelo. Inserita quindi in un sistema cristologico. Come Cristo si sacrifica per la salvezza dell’uomo. Donna  cardine dell’immegliamento umano. In tutta la letteratura in generale si è provveduto alla definizione di una figura muliebre della donna tra sogno e realtà, soprattutto con l’alfabetizzazione di massa da metà ‘800 in poi (primo tentativo nel ‘700). Queste donne vessate dai condizionamenti sociali e chiuse tra le mura domestiche hanno tentato qualche fuga, e la lettura è tra queste. Per vivere altre vite cercano nella lettura una via di fuga, un modo per sopravvivere, anche se ci sono letture che anziché favorire autonomia assopiscono ancora di più. In questo periodo nascono nuove riviste. Le donne quando hanno cominciato ad essere lettrici hanno dimostrato di preferire i romanzi (letteratura narrativa). In alcuni casi nei romanzi infatti ci si può identificare o in maniera apatica e passiva o con una lezione di vita e di consapevolezza del proprio stato e quindi ribellarsi, se era una lettura più impegnativa. Nasce in questo periodo il BOVARISMO , riferito ovviamente a Madame Bovary di Flaubert: Emma è l’eroina di un romanzo in cui una donna cerca una via di fuga nelle sue letture da una vita coniugale che non la soddisfa. 22 a riempire, e con illusioni e sogni che spesso finiscono con un fallimento. Tuttavia sono sempre protagoniste molto importanti nei romanzi. Arrivano ad essere un tramite significativo per l’uomo, in grado di fargli raggiungere la trascendenza. Virginia Woolf  Nei primi decenni del ‘900 con “Una stanza” sottolinea l’esclusione delle donne da parte dell’uomo, che in esse vede raddoppiare la propria immagine. A loro faceva comodo considerare le donne inferiori a loro per avere più sicurezza in sé stessi. Il diverso è inferiore. Un’antropologa, Ida Magli, nel ’70 sottolinea la superfluità di tante interpretazioni allegoriche accumulate ad esempio su Beatrice di Dante. In lei si identifica il principio femminile che sarebbe in grado di insegnare a Dante la trascendenza e la cultura. Qui si tenta di giustificare il fatto che l’uomo ha bisogno della donna (non inferiore) per raggiungere la sua superiorità. Donna limite (tiene l’uomo legato al basso) e tramite (lo porta verso l’alto), con potenziali capacità di contatto con l’oltre. Hanno inoltre la possibilità di essere attaccate alla natura. Abnegazione femminile  la donna si sacrifica per l’uomo all’interno della vita familiare. La natura rappresenta uno stadio della pre civiltà. Donna misoneista (secondo il positivismo)  si oppone al nuovo, al progresso. Uomo  dalla parte della cultura. Donna  dalla parte della natura. La figura femminile viene censurata come ostacolo al sogno del superuomo. C’è un limite ad oltrepassare un limite imposto dalla natura. La donna è legata al tellurismo cioè alla terra, al contrario l’uomo protende verso il cosmo, l’assoluto, il sole (dicotomia). Donna istinto, incoscienza, qualcosa di immutabile. Uomo  razionalità, consapevolezza, progresso. C’è insofferenza per l’uomo a spiegare tutto con la ragione. (ipertrofia della ragione). 25 C’è questo anelito  raggiungere il tutto ma la ragione lo impedisce, così la donna riesce ad andare oltre. Uomo pigmalione  capace di rendere la donna una gran dama per portarla alla sua altezza. È un modo per l’uomo di completarsi. Riferimenti a D’Annunzio. Rapporto con la donna  amore/odio, attrazione/repulsione. La donna veniva considerata come vittima sacrificata. Moebius, “L’inferiorità mentale della donna”, scritto importante riguardo a quanto detto sopra. Marina di Malombra  nome da strega, donna fatale. Prima apparizione: occhi penetranti e voluttuosi, nome evocativo (morte, notte, ombra, oscurità). Crede di essere un’ava perseguitata dal marito. Funzione tanatica, che va verso la morte. Fin dall’inizio è una vittima predestinata. È una parte negativa del femminile. Ha un certo rapporto con l’acqua  stagnante e fonda: presagio di morte. Rapporto tra la donna (che salva e danna al tempo stesso) e la morte. Abbiamo la conferma di questo nel primo incontro tra Marina e Corrado Silla (scrittore). Lei legge ”Un sogno” pubblicato da lui sotto pseudonimo. È lei che lo libera dalla sua passione pagando con la vita e lui ritorna dalla famiglia. Fosca  sinonimo di Malombra. Tarchetti  scapigliato, romanticismo avanzato. Non si inserisce in altri movimenti come decadentismo e verismo. Le tre scrittrici di questo corso si inseriscono tra fine ‘800 e inizio ‘900. Sono donne che oltre alla scrittura hanno compiuto qualcosa nella loro vita. Sibilla Aleramo  presa di coscienza della condizione femminile nella società italiana. È scrittrice e giornalista. 26 Matilde Serao  oltre che romanziera è giornalista e fondatrice di giornali. Anche se non è così avanti come idee come la Aleramo, ha comunque fatto grandi cose nella sua vita. Renata Viganò  scrittrice e partigiana. Si tratta di tre figure eccezionali,non solo dal punto di vista artistico e letterario. Scrivono in un momento in cui la scrittura maschile ancora predomina, testimoniando le loro esperienze. Serao  Scrive due opere molto importanti nel giornalismo  “Viaggio in Palestina”  primo reportage di una donna. “Il ventre di Napoli”  primo grande reportage italiano, quadro interessante e vero della città di quel tempo. Il ministro di allora voleva sventrare la città e quindi lei spiega cosa realmente fosse Napoli. Matilde dimostra una straordinaria abilità pittorica nel rappresentare la città (di dove lei è originaria). È un affresco sociale, etico, geografico e politico. Ci presenta situazioni ancora oggi attuali a Napoli. La Serao ha un occhio vivace, cattura le immagini ma è anche molto severa. Tratta di vicende turpi ma anche emotive e toccanti con semplicità, senza enfasi e con una vena sottile di ironia. Nel periodo compreso tra fine ‘800 e primi ‘900 la condizione femminile ha avuto un radicale cambiamento. Vediamolo dalla parte delle donne. Stanca di subire e vivere sotto l’uomo e di essere considerata un essere inferiore senza diritti sociali e civili, la donna ha cercato di liberarsi da questa subordinazione. Ha cercato un’emancipazione sia sociale che sessuale. Non è stata una lotta né facile né breve ma utile ed efficace, che ha mutato nel tempo le condizioni della donna e anche quelle dell’uomo che ha dovuto confrontarsi con la sua auto condizione di superiorità, dovendo cambiare una mentalità secolare di fronte a rivendicazioni che al tempo erano inaudite per una società patriarcale e maschilista. 27 senza costrutto, la donna si sofferma maggiormente per la propensione alla riflessione e non per la poco attitudine alla lettura visto che è attestata la loro frequenza in questo. Ai primi del ‘900 si ha più attenzione alle donne come dimostrano i giornali per le donne come La rassegna femminile o Signorine. Al giorno d’oggi le riviste diffuse per le donne sono maggiormente quelle di gossip a dimostrare l’idea dominante. Nel ‘900 il giornale inizia ad essere considerato letteratura, Benedetto Croce nel 1908 avverte la difficoltà di concepire la scrittura letteraria e quella giornalistica, sottolineando come il giornalismo stesse entrando nell’arte e questo continua ancora al giorno d’oggi. Già nel ‘900 il giornalismo veniva svalutato per la necessità di raccogliere velocemente le notizie, però può diventare un’arte attraverso la scrittura icastica. Matilde Serao Si dedica ad ogni tipo di articoli nei suoi giornali: cronaca, politica, costumi, moda, ecc. Risponde a chi le chiede come va, risponde che la produzione morale è febbrile, conquista il suo posto a gomitate, senza ascoltare nessuno, il suo sesso e tirare avanti come se fosse un giovanotto. Implicitamente dichiara che il suo è un sesso debole, quindi le donne hanno un pregiudizio verso il proprio sesso. La Serao è contenta di fare la giornalista, esprime convinzioni sul ruolo che le attribuisce il quotidiano scrivendo che l’articolo del giornale dà alla sua impazienza e ansietà una soddisfazione immediata, è la storia della società e della sua vita fugace e multanime, diffusa e raccolta lanciata fino agli estremi confini dell’orizzonte e raccolta in pugno. Non ha la possibilità di distendere la sua argomentazione, bisogna essere icastici e serrati, una sintesi possente e geniale, l’articolo deve essere lo specchio della vita, deve avere il potere del bene e del male, il giornalista deve essere l’apostolo del bene, il giornale dell’avvenire sintetizzerà tutte le energie. Il giornale di cui parla è il giornale cartaceo che ad oggi ha una buona concorrenza con il giornale digitale, però 30 sono entrambi scritti, non cambia in modo sostanziale anche se la scrittura non può essere distesa perché sarebbe una notizia vecchia, la notizia deve essere presentata rapidamente. Tutta la vita della Serao è scrivere per i giornali, qualcuno dice che tutto il giornalismo italiano è figlio della Serao, le hanno riconosciuto questa primazia, all’inizio fonda i giornali insieme al marito Scarfoglio (intelligente e famoso, amico dei grandi poeti) tuttavia se non ci fosse stata lei non si sarebbe raggiunta l’importanza. I due pensano ad un nuovo modo di fare il giornale, già alla seconda metà dell’800 il giornale diventa il centro importante per lo svolgimento della vita letteraria perché gli autori più importanti scrivono sul giornale, abbandona le connotazioni etiche del giornale rinascimentale di tipo politico e risveglio delle coscienze. Il nuovo giornale metto in campo figure nuove quali il commentatore polemico o il reporter, a Napoli, dopo l’Unità d’Italia, nascono giornali che si occupa di cose nazionali, queste pubblicazioni possono cominciare ad avere queste aspirazioni, non più giornali interessati ai singoli Stati. Le testate sono: il “Pungolo”, il “Roma” (De Sanctis), il “Piccolo”, il “Corriere del Mattino”, “Capitan Fracassa”, Il “Mattino e Il Giorno”. I quotidiani contavano quattro pagina, divise in cinque colonne, a volte gli articoli erano scritti solo dal direttore che prendevano vari pseudonimi che davano l’idea di un giornale ricco specie gli articoli politico erano scritti dal direttore che non firmava mai personalmente. L’uso diffuso di usare degli pseudonimi dava l’impressione che i giornalisti fossero più numerosi dell’effettività e in questo contesto si forma la personalità della Serao che si dedicherà a questa attività per cinquant’anni, lei inizia a scrivere alla fine dell’800. Il giornalismo italiano differisce da quello anglosassone, dice Ghirelli che si è tutti figli di un giornalismo italiano e questo nasce a Napoli. Il Corriere di Napoli è un 31 giornale che fanno nascere la Serao e Scarfoglio che vende 30mila copia tenendo conto che la città contava mezzo milione di abitanti il cui 75% era analfabeta. La Serao riesce ad essere forte verso il pubblico perché vi s’immedesimava. Matilde comincia scrivendo bozzette e novelle, al giorno d’oggi si parte dal basso per comporre dei libri, esordisce sul “Piccolo” poi comincia una collaborazione saltuaria con giornali diverso usando uno pseudonimo, sul “Capitan Fracassa” si chiama Chiquita, oppure Tuffolina. Uno dei pezzi apparsi sul “Piccolo” nel 1878 è indirizzato al Vesuvio per convincerlo ad un eruzione, i cittadini di Napoli e dintorni devono vedere un eruzione ogni cinque minuti, non si mormora se le vie sono sporche e vi sono gli elemosinanti e i miseri ben vestiti, l’importante è che non vengono meno gli spettacoli. Si tratta di mettere in crisi delle convinzioni che dimostrano il suo carattere. Sul femminismo emergono degli articoli che mostrano una posizione antifemminista, scrive che una moglie va in giro raccomandando di votare il marito dicendo che è necessario per liberarsene dall’ingombrante presenza (stesso giornale, stesso periodo). Combatté perché le donne potessero inserirsi in importanti spazio di lavoro ma non aveva fiducia nell’intelligenza delle sue contemporanee. Nel 1892 si trasferisce a Roma per collaborare al “Capitan Fracassa”, Roma dava la possibilità di maggiore affermazione, si muovono giornalismo, politica e cultura e tanti meridionali vi si trasferiscono. Il giornale era il mezzo con cui gli scrittori si facevano conoscere dal pubblico e anche la Serao fu spronata ad entrare in questo mondo competitivo. Il “Capitan Fracassa” aveva un posto di rilievo, era un giornalismo polemico e brillante, vi scrivevano D’Annunzio o Edmondo De Amicis, un giornale svelto ed elegante, il titolo fa riferimento ad un romanzo famoso di Gautier che fa riferimento ad un personaggio brillante, simile al Don Chisciotte. I redattori avevano mansioni varie per scrivere articoli vari e Matilde fu forse una delle prime donne a raggiungere questo giornale importante diventando redattrice fissa, 32 società romana. Fanno fatica a reperire i soldi per sostenere il giornale, l’ultimo numero sarà del 1887, nato nel 1884. Nel 1887 si spostano a Napoli e fondano il “Corriere di Napoli”. Comincia a essere “A signora” per via della sua popolarità, dà il meglio di sé ancora di più, e nel 1892, alla chiusura del precedente, nasce “Il Mattino di Napoli” che ebbe un buon successo anche perché a Napoli non vi erano dei quotidiani di rilievo come sottolinea Scarfoglio, questo quotidiano pubblica in Appendice L’Innocente di D’Annunzio e sulla quarta pagina il Paese della CuccagnaSerao; anche questo verrà chiuso e verrà fondato “Il Mattino”. Dopo il divorzio della coppia nel 1904 nasce “Il Giorno” fondato da sola dalla Serao che adotta anche il figlio del marito avuto da una relazione extra coniugale. MATILDE SERAO “Ventre di Napoli”  primo tentativo di giornalismo impegnato. La Serao era anche una romanziera ma non di alto livello, in quanto non contribuisce a rinnovare molto. Era fondatrice di giornali, prima con il marito poi da sola. “Capitan Fracassa”  giornale di un certo livello, molto diffuso. Denuncia gli orrori di una città finora sconosciuta al governo, indagando come giornalista in ambito sociale. Matilde collabora anche alla “Domenica letteraria”, che nasce come ammodernamento della borghesia, anche se lei è moderata in politica. Si trasferisce a Roma da Milano. Sommaruga, che fondò “Cronaca bizantina” (1881) causò una rivoluzione molto importante, al punto che molti letterati cominciarono a pubblicare su questo giornale. In realtà gli editori sono invadenti egli autori di conseguenza, se vogliono fare giornalismo con più libertà, si trovano costretti a scegliere altre strade. 35 1884  Matilde e Scarfoglio si staccano da questo editore, trasferendosi da Napoli a Roma, fondando il “Corriere di Roma”, unendo così vita privata a lavoro. Sottraggono autori prestigiosi alla “Cronaca bizantina”, come la Contessa Lara, Fogazzaro, Verga. Comincia anche ad occuparsi di politica secondo la visione dannunziana (moderazione, eleganza, politica, anche in ambito religioso e diritto civile). Scrive e pubblica con vari pseudonimi: nomi di protagonisti dei suoi romanzi, oppure, ricordiamo, Ciquita, con cui ebbe successo. Raggiunge la sua popolarità nel 1886 con la rubrica “Api, mosconi, vespe”. Un anno dopo, nel 1887, il giornale chiude per mancanza di fondi e i due tornano a Napoli. Il prestigio raggiunto era tanto e per la sua importanza venne acclamata a Napoli come “A’ signora”. La Serao inizia ora a dare il meglio di sé. Nascono altri due giornali: prima il “Corriere di Napoli” e poi il “Mattino”, dando l’avvio così al giornale di tipo moderno. Rivoluziona la vecchia forma di narrazione, la veste grafica, i contenuti sono più ricchi e vari, si parla di letteratura e ci sono persino servizi dall’estero, il tutto con l’aggiunta anche di un uso oculato della pubblicità. Escogitò tutto questo a scopo di attirare il pubblico. Matilde diventa quindi un esempio da seguire su come si fa un giornale. Questo giornale comincia a pubblicare anche romanzi in appendice, iniziando con l’Innocente di D’Annunzio, poi con Terra vergine, e Il paese di cuccagna della Serao stessa. Escono a puntate e il pubblico femminile è attratto da queste letture, in seguito pubblicate in volumi visto il successo ottenuto. Tutto questo era un modo per attirare anche lettrici donne. 36 Questa esperienza li porta a voler creare un giornale solo loro, senza avere editori  nasce così il Mattino nel 1892, che tutt’ora gode ancora di una certa fama. Si vuole essere del tutto indipendenti, cercando denaro non più dagli editori ma con le pubblicazioni stesse. Matilde cerca di rispecchiare un pubblico piccolo borghese secondo i suoi gusti, anche se il giornale ammicca anche all’aristocrazia attraverso la sua parte più letteraria. I due coniugi hanno obiettivi già tentati con il Corriere che verranno qui riconfermati: - Creare a Napoli un giornale di livello nazionale. - Creare uno strumento sia di cultura sia di civiltà, con anche una visione politica ma dimenticata del Meridione nei confronti del resto dell’Italia. Nelle scritture dei due coniugi c’era differenza: lui era più raffinato, legato a un ideale classico, carducciano e conservatore, quindi al colonialismo di Crispi. Tanto che dopo che scrisse un articolo, il giornale venne sequestrato dal Prefetto e lui arrestato per sovversione. Venne messo in carceree fu liberato e assolto quando cambiò il governo. Lei, invece, era più fedele al metodo verista e naturalista, sulla scia di Verga, Capuana e De Roberto. Sul loro giornale scrissero anche autori minori regionali legati al bozzettismo. Matilde creò anche un supplemento letterario, che usciva insieme al numero domenicale, che lei diresse autonomamente (il giornale vero e proprio era diretto dal marito), da dove si poteva trarre spunti letterari. Dedica tutta la quarta pagina alla pubblicità con varie inserzioni. Fondò una specie di opera pubblica orientata verso la modernità del sapere e della condizione della donna, anche se lei è sempre stata convinta di essere un’eccezione e non la regola. Nel 1903 lei e Scarfoglio si separano. Matilde esce quindi dalla redazione del Mattino e continua con la pubblicazione della rivista letteraria “La Settimana”. 37 Aveva una cultura vastissima e venne definita come “ultima romantica”, dal momento che l’arte è la sua vita e la sua vita è arte. Ha iniziato prestissimo a scrivere i suoi primi scritti, a cui tenta di dare un valore letterario. Scrive anche con un impegno sociale, non solo d’amore. Il periodo più difficile per lei è dal 1892 al 1898, quando accaddero cose che cambiarono la sua vita.  scopre la relazione extraconiugale del padre, che lei adorava, snobbando un po’ la madre (sottomessa, molto diversa da Sibilla), che sapeva di questa relazione ma taceva. Rivaluta la figura materna dopo aver scoperto ciò. Subisce giovanissima uno stupro da parte di Faccio, che divenne poi suo marito (a quei tempi si usava così: anche se non si era trattato di rapporto consenziente, lei ora non era più vergine e doveva sposare l’uomo che gliel’aveva tolta). In seguito la madre viene ricoverata in manicomio. Tutto questo la porta ad avere un rapporto importante con la pagina bianca da riempire. Scrive novelle all’inizio molto sentimentali e romantiche, in seguito l’impegno sociale diventa un impegno al pari di quello verista e naturalista. Gradualmente si avvia verso tematiche più sociali anche se inizialmente siamo ancora in un ambito verista e naturalista. Il linguaggio è ancora ampolloso e retorico e le trame banali. Il suo riconoscimento è che in seguito si dedicherà ad un impegno autobiografico. Autobiografia  coincidenza tra narratore, autore e personaggio. Romanzo autobiografico  differenza tra autore e narratore, anche se coincidono nel personaggio. UNA DONNA 1906. Primo romanzo femminista della letteratura italiana. 40 Nel romanzo non esiste un nome proprio, per questo non è propriamente un’autobiografia. Quando scrive questo libro, Sibilla sta ancora cercando la sua strada. Si tratta di un lungo resoconto di ciò che l’ha portata ad essere quella che è. È una scrittrice fortemente autocritica. Amore, dolore, passione  specchio dell’anima femminile che lei voleva rappresentare. La prima stesura è uno sfogo molto immaturo e ha una revisione di 3 anni. Viene corretto da Cena, suo amante dell’epoca, che le trova anche lo pseudonimo con cui è conosciuta. Anche se a lei non piacque questo nome accettò il consiglio di lui, che ne sapeva di più essendo più affermato di lei. In seguito la Aleramo riconoscerà che molte cose non sono andate come ha scritto e avrebbe invece voluto dirle, ma sono dovute al fatto che ha un amante. “Una donna” si divide in tre parti: - Capitoli 1/9  fanciullezza. Lei bambina nella casa di Milano. Si trasferisce nelle Marche dove il padre lavora in fabbrica. È qui che incontra Faccio che la seduce contro la sua volontà e la sposa, anche se perde il bambino che aspettava. Tenta anche il suicidio ma si salva. Prova un senso di delusione per il padre e amarezza, e tenta così di reagire. - Capitoli 10/19  Dal tentato suicidio si trasferisce a Roma e cerca di trovare qualcosa di buono nella sua vita. Comincia a lavorare con giornali e riviste, inizia con le prima annotazioni sul femminismo, e ha la soddisfazione per il figlio. Questo è un momento rilevante della sua vita, è un periodo di maturazione vera. Le sue riflessioni iniziano a diventare anche di tipo sociale. La letteratura e la meditazione prendono il sopravvento sul suo amore di madre. Si passa a considerare quello che succede intorno a lei: qualcosa di profondo con cui si comincia a mettere in rapporto  risveglio della coscienza 41 che cerca valori in cui credere. Sente che per realizzarsi deve compiere una scelta, confrontandosi con la realtà e con l’arte. Decide quindi di andare per la sua strada, sente l’esigenza di affermarsi come donna e, compiendo questa scelta, non può farlo come madre, questo perché se vuole continuare ad essere madre deve farlo esclusivamente tra le mura domestiche. - Capitoli 20/23  sezione più breve delle altre. Funge da conclusione del percorso. Caratterizzata da un vero dramma personale  abbandonando il marito, di conseguenza lascia anche il figlio. È una vita più squallida, senza amore e in solitudine. Vive il sacrificio di questa immolazione materna che si tramanda da secoli. Si sente miserabile per non poter affrontare questo sacrificio. Questo libro è una giustificazione della sua scelta e lo scrive per il figlio, affinché non la dimentichi e sappia che lei lo amava. È una sorta di messaggio che Sibilla lascia per lui. Non riuscì ad avere un rapporto con lui, sempre relegato con il padre. Questo romanzo ebbe da subito un grande successo che continuò per molti anni. Venne tradotto in 7 lingue tra il 1907 e il 1909. Ancora oggi è attuale per certe tematiche che coinvolgono le donne. È un racconto spontaneo, vivo e ricco di riflessioni. Tuttavia ci sono cose differenti tra vita e scrittura. Il testo subì qualche censura sulle persone, come il marito, i suoceri, il fratello e dei falsi silenzi creati per il padre, da lei troppo idealizzato. La cosa più forte è che non troviamo scritto il motivo per cui lei lascia il marito. Lo fa anche perché si è innamorata di Felice Damiani (vicenda raccontata nella prima stesura ma poi tagliata da Cena, che ha più esperienza di lei in ambito letterario). Lascia l’idea di un amore sospetto ma non dice che quell’amore esisteva davvero. Sibilla rivela queste cose nel secondo romanzo “Il passaggio”, scritto in sei anni dal 1912 al 1918, pubblicato poi nel 1919. Questa opera non ha la forza dirompente di un 42 Neorealismo (soprattutto in campo cinematografico): realtà nuova e cruda. Pirandello  Il fu Mattia Pascal 1908. Si vuole riproporre la realtà com’è  ottica dell’autrice e del personaggio. I paesaggi hanno una visione importante  panismo. La natura accompagna i partigiani. Colori che rappresentano i tedeschi  pallore. Nazisti che hanno il colore della morte  robot, non esseri umani. Idea di una nuova società che rappresenti un esempio per gli altri. Alone di foschia  natura protettrice verso i partigiani. Rumore, caos, sadismo delle torture. Contrapposto al silenzio. Occhi azzurri, quasi limpidi, colmi d’acqua. Muore il marito di Agnese, Palita. Dopo il marito, uccidono anche il gatto di lui. Momento di svolta qui. Agnese piccola piccola alla fine del testo, morente. I veri testi di Agnese non sono stati trovati, causa vicine di casa filo tedesche. Usa il mitra come una mazza e uccide il tedesco che gli aveva ucciso il gatto. Rumore (tedeschi) VS silenzio (partigiani). Disumanizzazione, orrori della guerra. Colori  chiaro (diurno) e scuro (notturno). Mai colori caldi. Candore, chiarore  caratteristiche negative. Rosso del sangue del gatto. Figura grottesca del comandante. 45 46
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