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Sallustio: Vita, opere e ideologia, Schemi e mappe concettuali di Latino

Tratta degli eventi principali della vita e il contesto storico e culturale da cui nasceranno le sue opere più importanti

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 17/11/2022

serena-esposito-15
serena-esposito-15 🇮🇹

4.3

(3)

41 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sallustio: Vita, opere e ideologia e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Latino solo su Docsity! La Vita Gaio Sallustio Crispo nasce nell’86 a.c. in Sabina, da una famiglia di ricchi proprietari terrieri. È avviato alla vita politica grazie all’appoggio di Gaio Giulio Cesare, di cui Sallustio è un fedele alleato. A differenza di Cicerone, oltre al partito di appartenenza (Cicerone fa parte del ceto equestre e quindi è un optimates, mentre Sallustio è un populares), non compie il cursus honorum, infatti non ottiene il consolato, ma otterrà la questura e il tribunato della plebe. Inoltre nello scontro Clodio- Milone, Sallustio si schiera dalla parte di Clodio mentre Cicerone prende le difese di Milone con la sua Pro Milone. Un’altra differenza sostanziale è il fatto che nonostante Cicerone e Sallustio siano degli uomini nuovi, Cicerone si è fatto strada da solo, mentre Sallustio ha risentito dell’influenza di Cesare. Nel 50 a.c. viene espulso dal Senato con l’accusa di probrum (vita scostumata) poiché accusato di adulterio con la moglie di Milone. Nel 49 a.c. è proprio Cesare a salvarlo così si schierò dalla sua parte durante la guerra civile. Dopo la battaglia di Tapso nel 46 a.c., Cesare gli affida il proconsolato della Numidia, rinominata Africa Nova. Nel 45 a.c. viene accusato di concussione, infatti lo stesso Cassio Dione racconta di come Sallustio abbia derubato la sua provincia, arrivando a comprare la villa di Cesare a Tivoli e a far costruire, tra il Quirinale e il Pincio, una villa circondata da giardini, gli horti sallustiani, nella quale si ritira a seguito della morte di Cesare, abbandonando la carriera politica e iniziando la sua attività storiografica. Morirà nel 35 a.c. Storiografia Nella sua attività di storiografo, egli svolge il ruolo dello storico nei proemi delle sue opere storie che ci sono giunti interamente: De Catilinae Coniuratione e il Bellum Iugurthinum. Nel proemio esordisce trattando un argomento generale, poi tratta dell’utilità della storia: per lo storico latino è importante affermare l’utilità di ciò che racconta, perché la mentalità romana dell’epoca condannava ogni attività che comportava un allontanamento della vita politica. Sallustio parte dal dualismo platonico dell’essere umano, diviso in anima (animus) e corpo. All'anima spettano le attività più nobili e svolge una funzione di guida, mentre il corpo è mortale e segue gli ordini dell’anima. Quest'ultima si occupa anche di politica. Per Sallustio la politica del tempo è troppo corrotta e premia i vizi anziché le virtù. Quindi l’attività dello storio è dignitosa e spinge le persone ad emulare gli antenati. Sallustio vuole creare un personaggio a cui affidare l’esposizione, la narrazione e la valutazione dei fatti. Per fare ciò prende le distanze dalle azioni sbagliate compiute durante la sua vita, ma soprattutto prende le distanze da ogni partito politico, come un uomo che dopo aver provato sulla sua pelle tutte le bassezze della politica, se ne distacca e decide di approcciarsi alla storiografia. Sallustio quindi è imparziale e della sua parola i lettori possono fidarsi. De Catilinae Coniuratione È una monografia, un racconto ben definito, incentrato in un periodo di tempo limitato, deriva dalla storiografia greca di Tucidide ed è breve, ossia costituita da un solo libro, il suo compito è quello di idealizzare la storia. L’opera verte sulla congiura di Catilina del 63 a.c. e del pericolo che essa costituì per il Senato. Sallustio fa spesso ricorso a degli excursus, delle digressioni che hanno il compito di attirare l’attenzione del lettore, di chiarire e approfondire dei temi impliciti. Significativo è l’excursus centrale che divide l’opera in due: la prima parte si estende fino al momento in cui Catilina viene dichiarato nemico pubblico, la seconda parte racconta gli avvenimenti successivi. Questo excursus elabora le condizioni politiche e sociali dei cittadini romani al tempo della congiura. Un altro excursus è incentrato sull’”Archeologia”, ossia sintetizza la storia di Roma dalle origini fino alla congiura, fornendo anche una riflessione moralistica, rendendo evidente la contrapposizione tra l’antico splendore e la decadenza dell’età contemporanea. Sallustio fa coincidere la decadenza dell’Imperium con la caduta di Cartagine, tale vittoria ha comportato un cambiamento nella mentalità e nei costumi dei romani, causato dal desiderio della ricchezza (avaritia) e dalla brama di potere (ambitio). La monografia non presenta un andamento narrativo e il vero racconto inizia nel capitolo 17 in corrispondenza della riunione a casa di Catilina, seguendo un andamento selettivo: alcuni avvenimenti sono raccontati in brevi scorci, altri eventi occupano una sezione molto ampia del testo. Vi sono poi dei segmenti “drammatici” che concedono la parola ai personaggi attraverso discorsi e lettere. Vi sono anche delle parti descrittive, come i ritratti di Catilina e di Sempronia, rappresentante delle donne implicate nella congiura. La narrazione è asimmetrica e ciò si denota dall’ampio spazio occupato dal discorso di Cesare e di Catone, che non partecipano all’azione, ma appaiono come figure emblematiche che rappresentano le due parti che si fronteggiavano a Roma: gli optimates (Catone) e i populares (Cesare). Importante è l’analisi psicologica dei personaggi che diviene parte integrante dell’indagine storica. Un esempio è il personaggio di Catilina, descritto come un uomo potente che ha avuto una fine tragica. Catilina è una figura negativa e statica che non ha una vera e propria evoluzione nel corso della storia. Assume una grande centralità all’interno della storia, infatti gli viene concessa la parola in due discorsi, uno all’inizio e una alla fine, e in una lettera, espressione del suo punto di vista. Cicerone, nonostante Sallustio non provasse alcuna simpatia, viene descritto come un optumus consul, ma nei suoi confronti vi è una sorta di attacco e per questo motivo viene emarginato. Nella prima monografia prevale la difesa nei confronti di Cesare per escludere ogni complicità con la congiura di Catilina. Catone invece viene esaltato come difensore della res publica. Il Bellum Iugurthinum La seconda monografia racconta della guerra contro Giugurta, sostenuta dai Romani in Africa per sei anni, dal 111 al 105 a.c. Essa narra di un evento che segnò l’inizio del conflitto tra la nobilitas e coloro esclusi dal potere che sfociò nelle guerre civili di Mario e Silla. In questa monografia viene ripresa la teoria secondo cui l’inizio della crisi coincida con la caduta di Cartagine, ma viene approfondita e la causa della decadenza romana non è più attribuita alla corruzione (avaritia e ambitio), ma è attribuito alla discordia interna, in particolare, alla mancanza del metus hostilis (paura del nemico). Vi sono tre excursus, una di argomento etico-politico, la seconda tratta della geografia e dell’etnografia dell’Africa e la terza della posizione geografica e della storia mitica della città africana Leptis. Anche qui ritroviamo una narrazione selettiva, si alternano lettere e discorsi che forniscono un ritratto psicologico dei personaggi, come il discorso di Mario: egli condanna i nobiles ed esalta gli homines novi, affermando che la nobiltà è data dal valore. Sallustio pone come figura negativa quella di Giugurta, che a differenza di Catilina ha un'evoluzione nel corso della storia, è un personaggio dinamico: dapprima è giovane brillante ed energico che affianca i romani sotto Numanzia; ma sarà proprio il contatto con i romani ad avviare la sua corruzione morale. Essendo un nemico esterno, contro di lui si schiera l’intera res publica, mentre la simpatia di Sallustio è diretta a Mario.
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