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Sandro Penna e Caproni, Appunti di Italiano

riassunto dettagliato degli autori

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 30/11/2019

sara-cavani
sara-cavani 🇮🇹

4.3

(9)

16 documenti

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Scarica Sandro Penna e Caproni e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Sandro Penna Vita. Penna nacque nel 1906 a Perugia dove compì gli studi di Ragioneria. Condusse una vita indipendente, dedicandosi a collaborazioni letterarie e svolgendo diversi mestieri. Si trasferì poi a Milano, dove si impiegò come commesso di libreria e successivamente, a Roma, dove morì nel 1976. Egli inviò le sue poesia a U. Saba (tra le quali la raccolta “Una strana gioia di vivere”), con il quale instaurò un rapporto di amicizia. La poetica. L’incontro con Saba si ritrova nel rifiuto delle complesse e ambigue sovrastrutture analogiche, proprie dell’Ermetismo. Il timbro “realistico” si dissolve nell’armoniosa cantabilità del verso e nella semplicità della parola e della costruzione. In Penna si parla di una lirica “pura” in virtù delle sue forme elementari e lineari. I temi e lo stile. Alla base dell’esperienza poetica di Penna c’è un ingenuo stupore per una “strana gioia di vivere”, che darà il titolo ad una sua raccolta. La sua è una poesia d’amore rivolta alla vita e alle immagini omosessuali del suo desiderio. Si fonda sulla possibilità di rinnovarsi all’infinito. L’uniformità del linguaggio è al tempo stesso letterario e popolare, raffinato e quotidiano. La compattezza delle liriche è data da: schemi ritmici, sintattici e ripetuti, riduzione fonica e frequente uso delle rime e delle assonanze. La vita… è ricordarsi di un risveglio. In questa poesia si hanno due brevi notazioni psicologiche, che sfumano nel paesaggio e indicano il senso mutevole della vita. La differenza non si ritrova nell’oggetto delle sensazioni, ma nella distinzione operata dalla memoria. Inizialmente c’è il ricordo di un momento di tristezza, dato dal risveglio su un treno all’alba, con il corpo indolenzito e con la luce incerta. Ad esso si contrappone un equilibrio di simmetrie formali e una pura atmosfera di colore e luce. Essa conduce lo sguardo sull’emergere del paesaggio. Si ha un movimento dall’interno all’esterno. Giorgio Caproni Vita. Caproni nacque a Livorno nel 1912. In seguito si trasferì a Genova e nel dopoguerra a Roma, dove morì nel 1900. Collaborò a dei giornali e riviste e nelle sue opere emerge l'insegnamento di Montale. L'esordio avvenne nel 1936 con la breve raccolta "Come un'allegoria". Nelle sue opere si ritrova con frequenza il motivo del mare. Le opere della maturità. In “Finzioni” si ha un ripensamento dell'esperienza più semplice e lineare, tanto da abbracciare i suggerimenti ermetici con i rapporti simbolici tra le parole più ambigue e indeterminate. Si hanno strutture metriche compatte, versi con un numero uguale di sillabe, L'accentuazione delle assonanze e la cadenza delle rime. Ricompaiono la forma del sonetto e la misura dell'endecasillabo. In “Cronistoria”si ha l’assimilazione della storia privata e quella collettiva con segni di sofferenza e angoscia (guerra). E nel “Il passaggio d’Enea” è presente l’idea della poesia, come artificio ingannevole, limitato e insufficiente. Nel “Seme del piangere” fa coincidere la poesia con la vita. Anch’io. La poesia esprime il limite invalicabile del reale, l’ostacolo che impedisce la conoscenza, svela il valore fittizio dei nessi di casualità. La posizione in cui il poeta si trova è quella della solitudine del deserto. Il verso conclusivo, che dà anche il titolo alla raccolta, è un riferimento dantesco: quando Dante teme di essere abbandonato da Virgilio. Pertanto Caproni non solo esprime il timore di perdere la propria guida, ma denuncia l’impossibilità di avere una forma di aiuto e di soccorso. Io solo.
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