Scarica Sandro penna e le sue opere e più Dispense in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 14 La poesia del secondo Novecento I 1 Gli spazi dell'io_817
SANDRO PENNA
Sandro Penna nasce nel 1906 a Perugia, figlio di piccoli commercianti. La se-
parazione dei genitori nel 1920 provoca nell’adolescente un trauma sublimato
in alcune delle sue prime poesie, composte già all’età di sedici anni. Penna fre-
quenta le scuole nella sua città, diplomandosi ragioniere nel 1925, e nel 1929
si trasferisce a Roma, dove inizia a mantenersi con lavori saltuari e cerca timi-
damente di farsi conoscere negli ambienti letterari. All’inizio degli anni Trenta
stringe amicizia, prima in forma epistolare e poi di persona, con Saba e Montale,
che rimarranno sempre tra i suoi estimatori. Nel 1937, alla ricerca di una posi-
zione professionale più solida, si trasferisce prima a Milano, poi a Trieste, poi
ancora a Milano, dove Sergio Solmi gli procura un impiego temporaneo nella
redazione di Bompiani: grazie a Solmi nel 1939 Penna pubblica anche la sua
prima raccolta di Poesie, presso l’editore fiorentino della rivista ermetica «Let-
teratura ». Nello stesso anno fa definitivamente ritorno a Roma, dove inizia a
lavorare come libraio antiquario e come collaboratore di giornali e case edi-
trici, senza mai riuscire tuttavia a raggiungere una stabilità economica. Nel 1950
è e ” è . . * Sandro Penna in una fotografia
viene pubblicata a Milano la sua seconda opera poetica, Appunti, a cui seguono del 1974, Vittoriano Rastelli/
a breve distanza altre tre raccolte — Una strana gioia di vivere (1956), Poesie Getty Images.
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Dal secondo Novecento al nuovo Millennio
(1957, che vince il Premio Viareggio), Croce e delizia (1958) - e nel 1970 il definitivo volu-
me di 7izte le poesie. Penna, nel frattempo, nel corso degli anni Sessanta si è mantenuto a stento
anche grazie all’aiuto di diversi artisti romani, di cui rivendeva le opere, ma negli anni Settanta
alle difficoltà economiche si aggiungono gravi problemi di salute. Presso l’editore Garzanti
il poeta pubblica nel 1973 Ur po? di febbre, raccolta degli scritti in prosa, e nel 1976 un ultimo
volumetto di versi, Strazezze; il 21 gennaio 1977 viene trovato morto nella sua casa a Roma,
in solitudine e in miseria.
La poetica La poesia di Penna consiste principalmente in una reiterata variazione su un unico
tema, declinato lirica dopo lirica con l’insistenza di una felice ossessione: l’amore
omoerotico, ossia l’attrazione per i corpi giovani, brillanti e vitali dei ragazzi, esaltati
con delicatezza e gioia, trasformati in luminosi emblemi della felicità dei sensi e del vivere: «For-
se la giovinezza è solo questo / perenne amare i sensi e non pentirsi», recita una delle sue poesie
più celebri. La tematica omosessuale è di per sé pericolosamente trasgressiva, nell’ Italia cattolica
e bigotta degli anni Cinquanta e Sessanta, ma la poesia di Penna lascia da parte qualsiasi aspetto
scabroso: nei suoi versi — brevissime e nitide fotografie di situazioni, illuminazioni, eventi, corpi,
luoghi — il desiderio è vissuto in modo libero e arioso, né del tutto implicito né del tutto espli-
cito, ma utilizzato come veicolo di gioia e leggerezza, forza motrice di una visione positiva
dell’esistenza (una rarità nel Novecento, secolo di poesia prevalentemente “negativa”). Anche
quando l’eros non è al centro del discorso, è come se fosse comunque presente nello sguardo con
cui il poeta contempla ogni cosa, che diviene dunque uno sguardo vivificante, dionisiaco: così
le sue poesie, che spesso si concentrano su un frammento minimo di realtà, conferiscono a ogni
attimo un supplemento di senso, illuminandolo di una luce inedita e vitale.
Lostile di Pennasi caratterizza per una grazia e una freschezza non comuni, che scaturiscono
da una grande semplicità di linguaggio e di forma - è frequente, per esempio, l’utilizzo della
rima baciata “facile”, la «rima fiore / amore» secondo la lezione di Saba — e soprattutto dalla
brevità e dall’estrema concisione dei componimenti, che è il suo tratto più riconoscibile. Le sue
liriche sono composte di pochissimi versi — talvolta solo un distico, talvolta una o due quarti-
ne, molto raramente superano i dieci —, calibrati con un’eleganza formale che ricorda la poesia
dell’antichità classica, e riescono a condensare sensazioni e atmosfere in figurazioni icastiche o
discorsi fulminei, talvolta con tono quasi aforistico. Il lessico è sobrio ed elementare, lontano
da qualsiasi virtuosismo; il ritmo è il più delle volte lento, per donare un senso di calma e paca-
tezza, un'armonia che consuona con la dolcezza della vita: «Il mare è tutto azzurro. / Il mare è
tutto calmo. / Nel cuore è quasi un urlo / di gioia. E tutto è calmo».
6 © Felicechiè diverso
Appunti
Tratta da Appunti, la lirica è costituita da una sola quartina, un piccolo epigramma dal tono senten-
zioso ma lieve, in cui Penna esalta la bellezza della diversità, mettendo al tempo stesso in guardia
dai suoi rischi.
METRICA Strofa unica di settenari.
Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
(S. Penna, Appunti, Milano, Mondadori, 2019)