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Sbobina l'Italia dopo la prima guerra mondiale, Sbobinature di Storia Contemporanea

Sbobina l?italia dopo la prima guerra mondiale

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

Caricato il 07/03/2023

aleee_ggg
aleee_ggg 🇮🇹

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Scarica Sbobina l'Italia dopo la prima guerra mondiale e più Sbobinature in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! L’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale Il Fascismo in Italia La prima fotografia mostra Il viso di Hitler e l'altra quello del politico Italiano Salvini, due moti caratterizzano questi due personaggi, chi nasconde un ebreo, diceva Hitler, è contro il popolo tedesco. Salvini afferma che chi aiuta un immigrato è contro il popolo italiano, si tenta spesso di solleticare la pancia della popolazione portando consensi al Fascismo, non solo in Italia, ma anche in Europa. La Germania osservava con fascino l’Italia, in particolare il contesto politico che si stava sviluppando negli anni ‘20. Particolare fu l’evento della Marcia su Roma, una manifestazione armata organizzata dal Partito Nazionale Fascista, guidato da Benito Mussolini, il cui successo ebbe come conseguenza l'ascesa al potere del partito stesso. Il Risorgimento provò a studiare l’ascesa del fascismo: Gobbetti, per esempio, attaccava i valori etici di quest’ultimo; così come uomini di grande spessore come Salvemini, Enaudi o De Ruggieri o Gozzi, un liberale, questi uomini criticavano gli aspetti che giustificavano l’avvento del Fascismo. L’interpretazione del Fascismo per Gobetti e Dorso, nonostante il liberalismo, si staccava dagli schemi tradizionali, ma anche alla luce di un vigorismo Marxista e della lezione di Lenin e la rivoluzione Bolscevica. Antonio Gramsci ripercorse l’unità d’Italia, il risorgimento aveva sofferto un’insufficienza decisiva, ovvero la mancanza di un partito che non avesse mantenuto distanti gli interessi dalla borghesia urbana dagli interessi dei contadini e cittadini delle campagne, durante il Risorgimento le masse contadine non vennero coinvolte in nessun moto. Il Risorgimento è dominato da una minoranza borghese che non riuscì a trasformarsi in un movimento popolare dal carattere nazionale popolare. Anche dopo l’Unità, il partito fascista non tenne un gran considerazione delle masse contadine che erano rimaste estranee davanti allo stato ed il governo, queste ultime vennero considerate trasformiste nel momento in cui remavano contro corrente. Il fascismo era un partito “armato”, una sorta di oligarchia costretta a difendere i propri privilegi col terrore di fronte all’incalzare della massa, inoltre l’Italia era un paese che alla fine della Prima guerra mondiale, non era riuscito ad ottenere i risultati sperati, il fascismo ha approfittato di quest’eredità storica per promettere all’Italia un futuro prosperoso, e questi erano gli ideali che veniva portati avanti con la fatidica Marcia su Roma. Il fascismo veniva considerato come una sorta di religione, così teorizzò Giovanni Gentile, il fascismo era una sorta di ideale superiore che esaltava il concetto di nazione e non dei singoli individui, la nazione era intesa come valore assoluto e le nazioni, come diceva Mussolini erano considerate plutocratiche. Il fascismo, nonostante avesse una bassa percentuale di votanti, paragonabile all’odierno partito “Italia Viva” ebbe presa facile in Italia, il Fascismo inizialmente non era un partito, ma un anti- partito, un movimento, Mussolini criticava il governo affermando che ci permettessimo il lusso di essere aristocratici, conservatori, progressisti etc. Il fascismo cavalcò la delusione generale del popolo italiano, dopo il primo dopoguerra, in particolare la piccola borghesia. Mussolini ne approfittò per raccogliere attorno alla sua figura ex- combattenti e persone che avevano vissuto con frustrazione le conseguenze del dopoguerra. Mussolini cercava una media tra borghesia e classe operaia, anche tramite il suo giornale “all’Adunata” il programma d’Azione del partito Fascista, con precisazioni e dati. Uno dei postulati di Mussolini, fu “demolire per poi ricostruire”, lui proveniva dal partito socialista, da cui era stato espulso, egli era sicuro di poter riscuotere l’approvazione di gran parte della nazione, egli era convinto che solamente il suo programma avrebbe potuto trasformare la società italiana in quel periodo. Mussolini istituì i fasci di combattimento, che costituivano il nucleo del fascismo, attraverso gli atti di violenza, pur di attuare il suo programma nazionalista inizio a minacciare le figure pensanti ed in primo piano in quel momento, tra cui Amedeo Brutus o Turati, quest’ultimo non riconosceva il carattere rivoluzionario del fascismo, c’era uno scetticismo verso questo socialismo. Lenin sosteneva che il socialismo italiano era massimalistico, piuttosto che riformista, infatti denunciava la sua arretratezza ideologica. Anche la chiesa ebbe un ruolo chiave, durante la Prima guerra mondiale, conservò un ruolo neutrale nonostante la velata simpatia per la Triplice Alleanza. Mussolini cercò di convogliare le masse nel partito socialista, il fascio popolare rappresentava l’educazione sociale. Il capitalismo Italiano dopo la prima Guerra Mondiale Nel 1907 l’Italia uscì da una grave crisi economica, da cui si era ripresa solamente in parte, anche a causa della tentata conquista della Libia. L’industria Italiana era stremata dalla concorrenza con il settore industriale Tedesco , in particolare nell’industria metallurgica, tuttavia, ci fu una lenta ripresa e poi in seguito, a cominciare dal 1916, sempre più travolgente. L’Italia subì le stesse difficoltà che la Germania aveva vissuto alla fine della Prima guerra mondiale. Il 1918 fu un anno di
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