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sbobina lezione 13 arte moderna, Sbobinature di Storia dell'Arte Moderna

sbobina lezione 13 arte moderna

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

Caricato il 02/06/2023

martinaongaro262001
martinaongaro262001 🇮🇹

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Scarica sbobina lezione 13 arte moderna e più Sbobinature in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! STORIA DELL’ARTE MODERNA 11 OTTOBRE Giardino di Clarice Orsini, si allestisce una vera e propria accademia di stampo all’antica, con le sculture antiche appese ai portici e con una serie di stanze che consentivano ai giovani allievi di poter studiare e trattenersi. Michelangelo approfitta di questo momento di studio. Michelangelo produce all’interno di questa accademia una prima opera che era il rilievo della Madonna della scala, donata ai Medici, tornata a Michelangelo. In questo brano di Vasari abbiamo la descrizione di quest’opera che ci fa da perfetta congiuntura tra la madonna della scala e la battaglia dei centauri. Vasari ci conferma che la madonna della scala fu realizzata da Michelangelo negli anni del suo apprendistato dentro il giardino di Lorenzo, ci dice che il punto di partenza era Donatello, anche tramitato dalla lezione di Bertoldo di Giovanni, che era il maestro dell’accademia e che era stato uno degli ultimi allievi di Donatello. Michelangelo vuole imitare quello schiacciato di Donatello, Vasari non può non far notare che rispetto a Donatello, che comunque è un maestro sommo, Michelangelo ha qualcosa in più. Già in questo momento si mette in luce l’idea michelangiolesca della superiorità della scultura. La battaglia dei centauri è un mito arbitrario, potrebbero essere diversi miti uniti insieme. Il marmo viene dato da Lorenzo il Magnifico, Vasari parla di una battaglia di Ercole con i centauri, la figura centrale potrebbe essere interpretata come tale ma anche no. Vasari cerca di dare un’iconografia a qualcosa che forse non ha un’iconografia precisa o è la summa di varie scelte iconografiche. A Michelangelo interessa lo studio del corpo maschile nudo, una battaglia di centauri è l’apoteosi del corpo nudo. Michelangelo arriva a questa soluzione partendo da riferimenti letterari suggeriti da Poliziano, studia i testi antichi, i rilievi dei sarcofagi dove spesso sono rappresentate battaglie. Sarcofago Ludovisi con scena di battaglia tra Romani e barbari III secolo d.C. Roma, Museo Nazionale di Palazzo Altemps Battaglia di romani e barbari, rappresentazione tarda. Sono uomini vestiti con le armature romane, con le cotte di maglia e i barbari con i loro vestiti. E’ una lotta violenta, feroce, i copri creano un flusso di energia umana interrotto solo dagli scudi o lance. Il testo figurativi sopravanzi anche l’elemento della cornice. Ci sono brani di una modernità assoluta, e anche di tecnica con trapano finissimo. Giovanni Pisano (1248-1315 ca.) La strage degli innocenti 1301, marmo Pistoia, Chiesa di Sant’Andrea La formella con la strage degli innocenti, la scena è cruenta. Quando parliamo di rinascimento fiorentino è una delle tante rinascenze, quando Nicola arriva a Pisa negli anni 60 del Duecento provenendo dalla corte modernissima di Federico II di Svevia, dove già si studiava la letteratura e scultura antica, Nicola arriva con un bagaglio di conoscenza e crea una scuola di scultura che sconvolge completamente il linguaggio della scultura medievale. Giovanni parte dai presupposti del padre, però è più espressivo, visionario, quindi estremizza quello studio dell’antico portando all’eccesso l’aspetto drammatico nei volti, le scene, anche nelle rappresentazioni dei corpi. La scultura di Giovanni è moderna. La tradizione di Giovanni non prosegue con Andrea Pisano, che non è parente dei Pisano perché è di Pontedera, perché porta avanti più un discorso di eleganza formale cosa che Giovanni non fa. Michelangelo nella sua battaglia crea un tessuto figurativo di corpi, tutto è creato dal corpo maschile, vediamo gli intrecci delle braccia e schiene che crea un ductus senza interruzione, lo sfondo spesso lasciato senza decorazione, senza la creazione di un fondale naturale perché in questa lotta non c’è spazio per la natura, c’è solo la forza che deve essere espressa. Michelangelo lascia anche delle figure non perfettamente finite. Questo profilo potrebbe essere antico, è una summa di tante cose che Michelangelo sta imparando e sta digerendo per creare la sua cifra stilistica, tanto è che nel 1536 quando dipingerà l’altare maggiore della sistina tornerà a citare se stesso fanciullo. Tutte queste cose Michelangelo le impara perché nell’accademia di Lorenzo c'era un maestro, ovvero Bertoldo di Giovanni, scultore valentissimo che aveva studiato ed era stato uno dei grandi collaboratori di Donatello nell’ultima parte della vita del maestro. Bertold una volta cominciata una strada autonoma si specializza nella fusione del bronzo. Bertoldo di Giovanni (1440ca-1491) Scena di battaglia 1478, bronzo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello Da questo rilievo capiamo che Bertolo aveva di che insegnare e Michelangelo aveva da guardare agli esempi di Bertoldo che quell’iter di studio che passava dall’antico e poi arrivava al 400, lui l’aveva già fatto. Questo rilievo di bronzo presenta un’alta complessità, due figure ai lati che sono delle sorte di cariatidi e quindi chiudono la composizione, ma all’interno noi abbiamo quella massa quasi informe di corpi di soldati di cavalli che si intrecciano si contorcono, creando un ductus figurativo dove è difficile discernere le varie figure. Bertoldo di Giovanni (1440ca-1491) Ercole 1470, bronzo Londra, Victoria and Albert Museum Ercole con la classica posizione con il contrapposto, con la gamba destra impostata per terra e la sinistra reclinata, una eleganza di portamento. Notiamo anche l’attenzione con cui Bertoldo delinea il volto e la capigliatura che quasi presagisce il David di Michelangelo. L’esperienza nel giardino di Lorenzo è breve, Michelangelo ci sta quattro anni al massimo, attinge a piene mani da tutte le possibilità che questa accademia offre ma nel 1492, con la morte di Lorenzo il Magnifico, l’equilibrio che si era creato sia nell’accademia che nella politica fiorentina e in quella internazionale, si inclina, soprattutto a Firenze, dove scoppia una forte rivendicazione antimedicea che trova capo nella figura di Girolamo Savonarola. Lorenzo era stato arbitro del gusto e della pace italiana. Ed era riuscito, tra le sue tante medaglie politiche, a far nominare cardinale il figlio Giovanni. Questo è importante perchè poi Giovanni diventerà papa come Leone X, sarebbe iniziato un momento importante per i Medici, i quali avranno due papi uno dopo l’altro Leone X e Clemente VII. In questo scompiglio inizia questo momento antimediceo e succede che le certezze cominciano a venire meno, si comincia a sentir tremare. Lo stesso Michelangelo perde il suo protettore. A Firenze prende piede Girolamo Savonarola, domenicano, inizia con le sue prediche apocalittiche, in città prende più campo. Questo clima è difficile, tutto diventa difficile anche nella vita di Michelangelo, il quale nell’ottobre del 1494 decide di lasciare Firenze e va a Venezia dove sta poco e poi arriva a Bologna, dove trova un clima estremamente vivo, favorevole anche alle arti, Arca di san Domenico E’ un’opera trasversale, perché in realtà è un’opera medievale che trova la sua fine all’epoca di Michelangelo, con un addentellato del Seicento. L’arca di san Domenico quindi è la sua tomba, infatti Domenico Guzman morirà a Bologna nel 1221, naturalmente essendo così importante, si decide, nel 1234, di realizzare il monumento funebre del santo nella chiesa di san Domenico. I lavori non cominciano subito: nel 1221 muore, nel 1234 viene canonizzato, nel 1264 si commissiona a Nicola Pisano la tomba. La parte che lui realizza è
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