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Sbobina Lezione 1Sbobina Lezione 1, Sbobinature di Geografia

Sbobina Lezione 1Sbobina Lezione 1

Tipologia: Sbobinature

2023/2024

Caricato il 19/05/2024

Salvatore1423134
Salvatore1423134 🇮🇹

21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sbobina Lezione 1Sbobina Lezione 1 e più Sbobinature in PDF di Geografia solo su Docsity! LEZIONE 4 - PARTE 1: ROSI 05/03/2024 RIEPILOGO LEZIONI PRECEDENTI La scorsa settimana ci siamo imbarcati in una rapida storia del pensiero geografico, partendo dalle origini, quindi dalla Geografia dell’antichità del mondo greco e romano, sino ai giorni nostri, essenzialmente fino alla svolta post-strutturalista in Geografia. Quella che abbiamo provato a tracciare la scorsa settimana è un’imbastitura fondamentale, che se verrà compresa, anche a grandi linee, tornerà utile per tutti i discorsi che affronteremo qui dentro. Questa settimana la dedicheremo a costruire la cassetta degli attrezzi del geografo, perché per capire ciò che succede qua dentro e ciò che succede là fuori abbiamo bisogno di categorie e concetti, che siano da una parte definiti, ma dall’altra anche mobili, cioè adattabili ai diversi contesti. Dunque per ognuno di questi grandi temi (spazio, luogo e paesaggio) troverete una carrellata di definizioni. Noi, in questa prima parte, proveremo a tenerci in equilibrio tra definizione e sconfinamento. SPAZIO Cominciamo dalla protagonista di questa triade d’oro della Geografia (composta da spazio, luogo e paesaggio), ovvero dallo spazio. BRAINSTORMING Vi chiedo per queste due parole, spazio e luogo, di scrivere qualcosa che associate alla categoria di luogo da una parte e alla categoria di spazio dall’altra, operando una distinzione (qualora per voi ci sia una differenza). - Prof: Per chi crede che non siano sinonimi, perché lo pensa? - Collega: Secondo me la definizione di spazio e luogo si distingue perché il luogo è delimitato: c’è un confine che delimita questo spazio, che al contrario è qualcosa di molto più grande, non contenibile. - Prof: Questa è una tensione che effettivamente si percepisce nelle cose che avete scritto: molti di voi associano lo spazio all’idea di vastità, illimitatezza ecc. Mentre al luogo qualcosa di più definito e circoscritto. - Collega: Potremmo dire che ogni luogo è uno spazio e ogni spazio è un luogo? Omeglio, il luogo è anche uno spazio, però è caratterizzato da elementi meno neutri, più soggettivi. - Prof: Un altro di voi dice che ogni luogo è uno spazio e ogni spazio è un luogo, ma ciò che li differenzia è che il luogo è caricato di legami, più dello spazio. - Collega: Io associo al luogo il sostantivo radici, perché spesso nei manuali troviamo scritto “luogo di nascita”, dunque vedo un forte legame tra la persona e il luogo dove nasci. - Prof: Dunque qualcosa di legato all’appartenenza. In effetti molti di voi hanno scritto casa. - Collega: Io ho scritto che lo spazio e il luogo non esistono, in quanto limitazioni limitate e limitanti per la finita mente umana. - Prof: E qui tutti i geografi licenziati! - Collega: Lo spazio è lo spazio vuoto all’interno di un contenitore, mentre il luogo è un oggetto fisico che occupa uno spazio. - Prof: C’è dunque un’idea di localizzazione. - Collega: Per me lo spazio è la coordinata x fisica, lo associo lo al tempo - Prof: Dunque si tratta comunque di una localizzazione, un’esigenza di posizionarsi, con la variabile del tempo in più. - Collega: Secondo me il luogo è nello spazio, cioè nello spazio ci sta il luogo. Però anche viceversa: cioè in un luogo ci può essere uno spazio. - Prof: Così però complichiamo il gioco! - Collega: Forse lo spazio è qualcosa di più fisico, matematico. Il luogo è qualcosa di culturale, che associamo noi a questo spazio. - Prof: Questo in qualche modo si riallaccia a ciò che diceva il collega, ovvero l’idea di uno spazio geometrico, mentre il luogo ha significazioni affettive, culturali ecc. RAPPORTO TRA SPAZIO E POTERE Nel momento in cui parliamo di spazio, che non a caso è la categoria da cui partiamo in quanto è da qui che poi costruiremo anche gli altri discorsi, dobbiamo richiamare ancora una volta il potere. Tutta la storia del pensiero geografico si gioca su questa relazione ambigua tra geografia e potere. Questa ambiguità dipende dal modo in cui pensiamo la geografia. Durante la prima lezione abbiamo incontrato una frase molto bella di Dematteis che ci dice che ci sono due forme di geografia; ● geografiamnemonica: descrive il mondo così com’è. ● geografia fantastica: che ci invita ad esplorare il mondo così come potrebbe essere. È chiaro perché queste due geografie hanno relazioni molto diverse con il potere, in quanto la geografia mnemonica, è fonte di certezze, è quella scienza della localizzazione che in qualche modo è emersa dai vostri discorsi. Ho un sistema di coordinate (che si chiama reticolato geografico) che mi aiuta a dare una risposta univoca e incontestabile alla domanda “dove mi trovo?”. Utilizziamo un sistema metrico standard che non tiene conto delle differenze qualitative e già di questo se n’era accorto un geografo con un forte senso della storia, che diceva che le distanze non sono quello che sembrano: Carl Ritter. SPAZIO-CONTENITORE Abbiamo detto che ci sono tanti modi di pensare lo spazio, ma l’immaginazione dominante è quella dello spazio-contenitore. La concezione dello spazio-contenitore ha una sua storia, molto legata alla cartografia, che se ci pensate è lo strumento perfetto per rafforzare la convinzione che lo spazio sia una superficie omogenea, ma soprattutto ha delle conseguenze; CONSEGUENZE 1. La prima ce la dice Dematteis: è una concezione estremamente utile per chi governa, per chi gestisce il potere, perché lo normalizza. ESEMPI DI NORMALIZZAZIONE Volete farmi voi qualche esempio in cui il potere viene normalizzato? - Collega: Un esempio potrebbe essere la carta della Cina che ci ha mostrato nella prima lezione. - Prof: Esatto, se io quello spazio lo penso come qualcosa di innocente, diventa potentissimo, perché nessuno metterebbe in questione una carta geografica. Qualcuno ha mai pensato che una carta geografica potesse essere disegnata in modo diverso? Non penso. - Collega: C’entra qualcosa con la gentrification? Quindi come è organizzata la città anche in questo senso? - Prof: Sì, il fatto che ci sia una relazione tra l’organizzazione delle classi sociali e l’organizzazione degli spazi urbani, ben visibile a tutti (pensiamo a chi occupa le periferie e chi occupa il centro). Questo è un altro effetto dell’aspetto normalizzante della Geografia. 2. Il punto è che in questo modo tendiamo a proiettare le caratteristiche di uno spazio geometrico (pensiamo allo spazio cartografico) nel mondo reale. Mi ritrovo così a pensare il mondo come un mosaico di spazi-contenitore, ma anche una matrioska, perché c’è anche una questione di scala. ● Dunque da una parte un mosaico, in quanto il mondo è ridotto a una giustapposizione di stati-nazione. ● Dall’altra parte una matrioska, perché dentro i contenitori ci sono altri contenitori. Dentro gli Stati ci sono le regioni e poi le province. Quindi io proietto sul mondo delle peculiarità che in realtà sono proprie di uno spazio geometrico euclideo o della carta geografica. Ciò che sto dicendo è che ciò che si trova all’interno di questi contenitori ha delle caratteristiche omogenee: ad esempio l’Italia è abitata da Italiani, che a loro volta hanno una qualche caratteristica in comune. 3. Questo ha delle ripercussioni per quanto riguarda l’appartenenza ad un territorio e anche per le politiche identitarie. 4. Infine in questa proiezione delle caratteristiche dello spazio geometrico euclideo nel mondo reale, un ruolo chiave ha anche la denominazione. Ogni punto di questo spazio, pensate sempre alla carta, è facilmente individuabile perché ha un nome. Tutto questo naturalmente è sempre in stretta relazione con il potere, in quanto nominare significa dominare. Se io posso assegnare un nome e posso assegnare uno spazio, significa che quelle cose diventano un oggetto facilmente controllabile e governabile. 5. E chi è fuori posto? Coloro i quali rimangono fuori da questa immaginazione geografica, cosa accade a loro? Pensiamo ad esempio a chi nasce in Italia ma non ha quelle caratteristiche che consentono di autodefinirsi e di essere definito “italiano”. Proviamo a scendere nella scala del corpo (dell’individualità), vi è mai capitato di sentirvi fuori posto? Nel sentirsi fuori posto sta ancora una volta funzionando questo poderoso dispositivo dello spazio-contenitore. L’obiettivo del corso è quello di smontare, nelle nostre teste, questa immaginazione spaziale. LETTURAMANUALE Claudio Minca ci dice: “Se il compito della geografia critica è quello di liberare l’immaginazione geografica e produrre unmondo che non si lasci ridurre alle geometrie dello spazio cartografico [...], allora il compito che si prefigge questo libro di “Appunti di Geografia” è quello di dimostrare come il rapporto tra spazio e potere pervada tutte le nostre manifestazioni del sociale ma anche della nostra vita privata [...] e dimostrare come la geografia possa servire sia a incatenarci alle sue geometrie, sia a mostrarci - quando libera la sua formidabile tensione critica - modelli diversi e un’infinità di mondi possibili.” (C.Minca, Appunti di Geografia, Capitolo 2.1.3. ) La geografia si gioca sempre su questo doppio binario: da una parte la geografia ci incatena ad una visione del mondo cartografica e geometrica (geografia mnemonica), dall’altra se sapremo maneggiarla e guardarla con gli strumenti giusti, la geografia ci servirà a liberare altre immaginazioni e altri mondi possibili. HENRI LEFEBVRE Henri Lefebvre, che potremmo considerare un po’ come l’apripista di questa geografia critica, nell’opera in due volumi La produzione dello spazio, esprime molto bene l’idea di questo spazio-contenitore, definendola un complesso di illusioni. “L’idea che lo spazio sia uno sfondo o una scatola nella quale mettere qualsiasi cosa purché il contenuto sia più piccolo del contenente, il quale a sua volta non ha altra funzione se non quella di conservare il contenuto, questo è l’errore iniziale. Errore o ideologia piuttosto. Lo spazio neutro, oggettivo, fisso, trasparente, innocente o apparentemente indifferente, non è solo la comune sistemazione di un sapere inoperante ma è un insieme di errori e un complesso di illusioni.” Lo potete chiamare spazio oggettivo, spazio-contenitore, spazio neutro ecc. Sono tutti sinonimi che ci riportano però all’idea che lo spazio possa essere ridotto a una superficie dentro cui collocare degli oggetti. Lefebvre in questi libri ci insegna fondamentalmente tre cose: 1. Lo spazio è il prodotto dei rapporti sociali. Lefebvre è in qualche modo, unmarxista eterodosso: a lui stanno particolarmente a cuore i rapporti di classe, però a partire da questa sollecitazione (spazio come prodotto dei rapporti sociali), chi è venuto dopo di lui ha aggiunto relazioni economiche, politiche, culturali, di genere ecc. 2. Lo spazio è corporeo. Se lo spazio è un prodotto di relazioni, queste relazioni non possono essere pensate astraendo dei corpi, che quelle relazioni abitano, vivono, praticano. 3. Lo spazio è dinamico. Il tempo non può essere separato dallo spazio. DIALETTICA SOCIO-SPAZIALE Vorrei che cominciassimo a costruire un lessico, in cui ci fosse anche questa parola: dialettica socio-spaziale. ESEMPIO DELL’AULA “mi sono convinta di due cose, la prima è che quello che implicitamente assumiamo riguardo a che cos'è lo spazio, contano. La seconda è che potrebbe essere molto utile e produttivo pensare allo spazio in maniera differente.” Da qui inizia un viaggio al termine del quale lo spazio contenitore si dissolverà nella nostra mente. Questo viaggio Doreen Massey lo fa iniziare da Tenochtitlan, città dell’impero Azteco che conquista Hernán Cortés; lei la riracconta provando a cambiare il punto di vista, sovrapponendola a quello del conquistatore. Doreen Massey, la prova a raccontare dal punto di vista degli aztechi, dicendo: “e se questo riraccontarla storia della conquista di Tenochtitlàn ci portasse a sentire l’esigenza di pensare lo spazio”. Il modo in cui oggi raccontiamo questa storia, è quello del viaggio e la scoperta, descritta come conquista dello spazio. Quindi abbiamo: ● Viaggio di Cortés attraverso lo spazio ● Incontra nel suo cammino Tenochtitlan ● Conquista della città Lo spazio viene quindi raccontato come una distesa in cui noi viaggiamo, ed è ancora una volta uno spazio contenitore. Il modo in cui raccontiamo noi raccontiamo, ha degli effetti e ha avuto degli effetti per Cortès. Concepire lo spazio nei viaggi di scoperta, come qualcosa che deve essere attraversato e forse conquistato ha delle implicazioni particolari; implicitamente significa paragonare lo spazio alla terra e il mare, cioè tutto quello che ci circonda. Questo fa sembrare lo spazio una superficie continua e data. ● Cortès: lui è un fautore della storia, viaggia attraverso questa superficie, trova Tenochtitlan sopra di essa, e porta con sé effetti sociali e politici. Questo modo di concepire lo spazio, può portarci a considerare gli altri popoli, luoghi o culture, semplicemente come oggetti che si trovano su questa superficie; così facendo, questi altri sono privati nelle loro storie. Praticamente e come se fino ad ora fossero stati immobilizzati aspettando l’arrivo di Cortès, giacciono sullo spazio senza le loro traiettorie. Questo rende più difficile nelle nostre menti le storie che gli Aztechi stanno producendo a loro volta. Se noi concepissimo lo spazio come meeting a of histories (quindi un incrocio di storie), cosa succederebbe alle nostre immaginazioni implicite di tempo e spazio? Dice Doreen Massey : Lo spazio è tre cose: ● Lo spazio è un prodotto di relazioni. ● Lo spazio e la sfera della molteplicità. Abbiamo bisogno di praticare l’immaginazione geografica di questo tipo, se vogliamo dare atto delle differenze delle traiettorie dei singoli soggetti. Lo spazio è il regno in cui mi posso permettere di raccontare il mondo da punti di vista diversi, dove le differenze accadono e si intersecano. ● Lo spazio è un continuo divenire Doreen Massey in questo modo alternativo di concepire lo spazio, non perde mai la temporaneità, cerca sempre di tenere spazialità e temporalità collegati; infatti, nel momento in cui non vediamo il tempo, quindi il divenire e il cambiamento dello spazio, ricadiamo automaticamente nella visione dello spazio contenitore. Visione del video: https://youtu.be/t_JiyUsCTFE?si=veUMYa1k9mYHgfjX
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