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Polibio e la prospettiva della Repubblica Romana: un equilibrio di forme di governo - Prof, Sbobinature di Storia del Diritto Romano

Una panoramica della visione di polibio sulla repubblica romana nella prima metà del ii secolo a.c., in cui roma è già una potenza del mediterraneo. Polibio descrive l'equilibrio tra le tre forme di governo: monarchia, aristocrazia e democrazia, e la previsione di un futuro sereno e prospero per roma. Tuttavia, il documento indica anche la contrapposizione tra queste forme di governo e la crisi della repubblica di roma, che si avvicina. Un'analisi della costituzione romana e delle sue forme di degenerazione, e fornisce una visione unica della repubblica romana in un momento cruciale della sua storia.

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

Caricato il 16/03/2024

lorenzo.gozz99
lorenzo.gozz99 🇮🇹

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Scarica Polibio e la prospettiva della Repubblica Romana: un equilibrio di forme di governo - Prof e più Sbobinature in PDF di Storia del Diritto Romano solo su Docsity! LEZIONE 3 MARZO 2022 3 TEMI File tratto dal PRIMO LIBRO DEI MACCABEI, libro biblico riconosciuto da ogni religione, vorrei unire la lettura di questo documento alla figura di un uomo veco (???) nato a Megalopoli del quale tutti abbiamo sentito parlare , si tratta di POLIBIO. Per ragioni cronologiche di Polibio non propongo alcun testo, ne faccio una sintesi, per il fatto che gli avvenimenti dei quali si parla in questo libro della bibbia riguardano Roma e gli avvenimenti che nella sua opera, nei libri che ci sono giunti della sua opera, sintesi della sua opera fatti da altri, i riferimenti sono costanti nella letteratura latina, Cicerone cita Polibio, ciò di cui sta parlando Polibio e ciò di cui sta parlando questo libro biblico non sono distanti sotto il profilo cronologico. Entrambi fanno riferimento alla prima parte del secondo secolo A.C. e quindi offrono entrambi uno spaccato della costituzione romana, naturalmente fatta da punti di vista molto differenti, questo dei Maccabei lo possiamo definire come il primo incontro ufficiale, altri incontri non ufficiali erano evidentemente intercorsi, tra il mondo della Giudea, il mondo di Gerusalemme, il mondo della Palestina in generale e il mondo romano. Partiamo dalla prima metà del secondo secolo A.C. quando la regione della Palestina si sentiva oppressa da parte della potenza persiana ANTIOCO IV era il soggetto che opprimeva e d'altra parte Polibio é un greco che a seguito del figlio di uno stratega nato a Megalopoli, Arcadia, a seguito della battaglia di Pidna , 168 A.C. , con la quale LUCIO EMILIO PAOLO sconfigge la lega greca e pone fine anche alla potenza macedonica, erede quindi di quella di ALESSANDRO MAGNO, viene consegnato ai romani insieme ad altri 1000 nobili greci di giovane età come ostaggio e viene condotto al console di Roma e qui viene a contatto, anzi viene poi affidato con quello che noi chiamiamo IL CIRCOLO DEGLI SCIPIONI, SCIPIONE il vincitore della guerra punica vera e poi sarà un altro SCIPIONE a compiere la distruzione di Cartagine nel 146 e di questi avvenimenti Polibio é testimone e tesse una sorte di elogio della costituzione romana facendo anche delle previsioni. Importantissimo Polibio sotto il profilo delle riflessioni costituzionali che poi verranno riprese, si pensi alla fortune che il pensiero di Polibio ha avuto presso il Montesquieu, quello che viene abitualmente citato nei corsi di costituzionale a proposito della partizione dei poteri, esecutivo, parlamentare e giudiziario , e Polibio é autore richiamato (??), grandi fortune anche negli Stati Uniti D'America, la scorta di Montesquieu... Partiamo da questo dato semplice di lettura, Giuda Maccabeo, intorno al 170 - 178, anni nei quali avvenne ,gli stessi anni in durante i quali avvenne la battaglia di Pidna, 168 , che pone fine alla potenza della Macedonia e al mondo ellenistico. Partiamo da questo passo biblico nel quale si dice che Giuda così oppresso con la sua nazione che veniva oppressa da parte di Antioco, venne a conoscenza dei romani e venne a conoscenza che loro accordavano amicizia a quanti si rivolgevano a loro forti e potenti. Naturalmente non entriamo in critica vecchio testamentaria che pure sarebbe possibile fare su singole parole e prendiamo il contesto accettando una traduzione abbastanza consolidata, quindi in questa prima parte si dice che furono narrate le loro guerre, le imprese gloriose compiute dai Galli, come avessero vinti e resi Trettari (??), si parla delle prime azioni dei Galli, quindi non si parla delle battaglie, poi della conquista vera che seguirà, non c 'é ancora Cesare, quanto avevano compiuto nella Spagna, e qui vi ritorneremo e vedremo l'emersione del primo grande degli Scipioni, l'Africano, che inizia la sua carriera al seguito dopo la morte del padre inviato appunto in Ispania per impadronirsi delle miniere di oro e di argento che vi sono, e come avevano sottomesso tutta la regione con la loro saggezza e costanza, benché il paese fosse molto lontano da loro. Avevano vinto i re provenuti contro di loro dall'estremità della terra, li avevano sconfitti ed avevano inflitto loro grandi colpi, mentre gli altri pagavano il tributo ogni anno. Siamo nella prima metà del secondo secolo A.C. e Roma é già esplosa come potenza del Mediterraneo, assoluta potenza e poi seguono altre vittorie, avevano poi sconfitto in guerra Filippo e Perseo re dei Chittimi (??) e quanti si erano sollevati da loro, Antioco il grande re dell'Asia, non si tratta del primo precedente Antioco, scese in guerra con loro con 120 elefanti, cavalleria, carri ed un esercito immenso, ma era stato sconfitto, lo avevano preso vivo e gli avevano imposto di pagare lui ed i suoi successori un tributo ingente, di dare ostaggi, anche Polibio dalla sua parte venga dato come ostaggio, e la regione (??) dell'India, della Media, della Lidia alle migliori provincie e cedere (??) ad essi dopo averle tolte (??) le avevano consegnate al Re Eumene. I Greci avevano deciso di affrontarli e distruggerli, ma la cosa era stata da loro risaputa e avevano mandato contro di loro un solo generale ecc ecc. [ saltiamo questo lungo elogio, il file viene poi caricato, comunque é testo biblico, é facile poi ritrovare , Primo libro dei Maccabei, si può vederne anche il contorno] La cosa che qui interessa oltre la potenza che poi ci consentirà di andare poi al titolo della lezione, titolo che viene sempre dato in termini un poco provvisori, L'organizzazione delle Provincie, le provincie già sono state organizzate, ma é importante partire da questo con tutti questi soggetti, nessuno di loro si era imposto il diadema. A scrivere qui é un ebreo che é abituato a confrontarsi con i Seleucidi ,con il mondo persiano, con un mondo di assolutismo, là determinati, questo elogio viene fatto qui , prima metà del secondo secolo A.C., sappiamo come abbastanza presto questo rapporto amicale verrà poi a rompersi e ne saranno esponenti principi , Pompeo a suo tempo, difatti gli ebrei di Roma molto ameranno Cesare anche a motivo dell'odio che hanno nei confronti di Pompeo, e poi sarà il tempo di Vespasiano e della distruzione di Giuda. Ma qui la cosa che a noi interessa é come in un mondo mediterraneo ma pur sempre lontano, venga offerta la descrizione di una costituzione romana fatta in termini abbastanza precisa, a parte l'errore che già sappiano di un comandante, magistrato, al posto dei due , già c é una divisione anche in questo caso di un potere esecutivo, console, e di un potere di consultazione da parte del senato, organo permanente. Questa lettura veloce consente di transitare, non sono esattamente contemporanei, ma c é un lasso temporale molto breve tra questo trattato e la figura, la vita, i diciassette anni che Polibio trascorre a Roma, acquisendo quindi tutta la cultura latina e anche giuridica, assistendo poi in ultimo alla distruzione di Cartagine, indi tornando in terra greca negli ultimi anni della sua vita e della descrizione che egli dà, l'intento di Polibio come é noto é quello di parlare dalla prima guerra punica, quindi partire intorno al 240 e chiudere poi con l'ultima, la terza guerra punica. Polibio viene portato a Roma da Lucio Emilio Paolo il quale lo affida poi alla famiglia degli Scipioni, lo stesso Lucio Emilio Paolo si imparenta con la famiglia degli Scipioni, ed Polibio, pur essendo un ostaggio, gode di una libertà di movimento quasi assoluta, quindi viaggia non solo per l'Italia ad esempio é noto che in Sicilia ammirerà una statua che era stata eretta in onore di Annibale e che i romani non avevano distrutto , l'avevano civilmente lasciata, e nel mondo romano, riportandosi poi a dei concetti che erano poi del mondi greco, già presenti in Aristotele, Platone, nei politici greci, fa una esposizione e profezia sulla sua forma costituzionale. E' noto che Polibio distingue tre forme di governo, prima ho detto che sarà ripreso da Montesquieu, ma Montesquieu fa altro, egli fa una distinzione dei poteri, qui invece parla di una forma di governo monarchica con un re , parla di una forma di governo che sia oligarca e aristocratica, quindi una forma di governa fatta da pochi , e una forma di governo che sia democratica, fatta dal popolo, Quindi, 1, 2, 3, questa é la classificazione. A tutte queste forme di governo fa corrispondere una degenerazione: la monarchia può evolvere e trasformarsi in una tirannide, anzi entra nel merito della cosa dicendo che in origine il monarca viene scelto per la qualità della persona, per le competenze, ma che accade che normalmente i figli del monarca tradiscano le caratteristiche del re scelto in origine e trasformino quel potere dato in forma positiva in una forma di abuso, quindi diventi una tirannide. Quindi ad abbattere la tirannide non é una rivolta popolare, ma abitualmente é una aristocrazia che si sostituisce alla precedente forma e anche questa in un primo tempo governa bene, salvo poi nel tempo a trasformarsi in una oligarchia che invece danneggia il popolo. E a questo punto c é un'ulteriore evoluzione, un' ulteriore evoluzione, un'ulteriore rivoluzione con la quale il popolo si impadronisce del potere e depone gli oligarchi ed instaura una forma di governo di tipo democratico, dove le scelte vengono operate dalla collettività, ma anche in questo caso c é una forma di degenerazione che é quella di demagogia, nella quale il popolo stesso diventa tirannide causando la morte di quella nazione. Questa é in forma esageratamente sintetizzata da me la prospettiva nella quale si muove Polibio, ma per la città stato di Roma, Polibio fa una profezia, che si rivelerà poi fallace, che é che nei geni della costituzione romana, egli non parla espressamente della costituzione, ma della struttura, non potrà dire statuale di Roma, concorrono già tutti gli elementi della monarchia, della aristocrazia e della democrazia , quindi Roma non é governata da una di queste forme, ma contemporaneamente da queste tre forme, ravvisando, qui c é probabilmente la connessione con la lettura di un documento così lontano come quello tratto dai Maccabei, e qui c é un governo rappresentato dai magistrati come Imperio, che quindi rappresenta la forma per così dire monarchica, accanto a questo c é un sistema di aristocrazia rappresentato da parte del Senato, ovviamente , e anche qui corrispondenza con il passo dei Maccabei e infine vi é il popolo rappresentato dalle varie assemblee, quelle centuriata, la più importante, comizio massimo, le assemblee dei comizi tributi, le assemblee della plebe, i concilia plebis tributa, quindi sulla base di questo equilibrio di forme per cui non intravede nel futuro di Roma una degenerazione, o se mai vi fosse degenerazione , essa sarebbe molto più lenta, perché queste tre forme di governo convivono tutte in Roma. In qualche modo lo stesso Polibio fa un elogio della forma di governo di Roma, sarebbe stato concorde se l'avesse conosciuta, non credo che abbia conosciuto il testo della Bibbia e questa profezia risulterà fallace, la profezia di un futuro sereno e prosperoso per Roma, proprio mentre Polibio sta scrivendo, già il mondo romano e la costruzione romana sta per essere superata, si indica la cosiddetta "rivoluzione dei Gracchi" i Gracchi arrivano intorno al 133 però qui siamo molto vicini per parlare della crisi della repubblica di Roma, questo sistema che va in contrapposizione. Vorrei anche sottolineare che, riprendendo una cosa, sia pur in termini generali a cui avevo accennato, che ci sono stranezze nella vita, Polibio viene consegnato in Roma da parte delle città greche, le megalopoli, essendo figlio del comandante, dello stratega delle megalopoli, insieme ad altri, circa 1000 ostaggi, a Lucio Emilio Paolo, avversario della potenza degli Scipioni e Pupe (???) affida l'istruzione del proprio figlio al circolo degli Scipioni e presso il circolo degli Scipioni si trova a trascorrere gli anni in Roma Polibio, ma Lucio Emilio Paolo risponde piuttosto a quell'ideale che é proprio della gens Fabia soprattutto, ma che anche lui condivide, per il quale si vorrebbe una trasformazione di Roma, dalla semplice struttura di città stato in una Nazione, per cui questa contrapposizione che sarà secolare é presente in questo momento. In questo momento parte della Intelligentia, della cultura romana, vedono nella struttura governativa della città di Roma un limite stante l'espansione che si é attuata, un limite che si é costituito dal fatto che non é più una semplice città stato che può governare tali entità, tali territori conquistati e quindi vi é la spinta da parte della gens Fabia, da parte della gens Emilia di costruire una struttura diversa basata su un territorio più ampio, addirittura già si profetizza che possa essere l'Italia dal mare, dallo stretto di Messina, non dico fino alle Alpi, ma quanto meno fino alla Pianura Padana, quella che diventerà la Gallia Romana con Giulio Cesare ed é un progetto che in qualche misura é difficile cogliere perché é disperso in questi decenni, é il progetto che avrà Giulio Cesare, che riprenderà Giulio Cesare, cha avrebbe voluto fare non più di Roma la città stato, si tenga conto che in questo periodo , prima metà del secondo secolo A.C., votano i cittadini romani in Roma, votano anche i cittadini romani residenti in una colonia romana, votano i cittadini italici , cioè di quei municipi a cui Roma abbia conferito il ius suffragii, ma costoro votano soltanto se sono presenti quel giorno, giorno delle elezioni, in Roma, si vota soltanto a Roma e ci si presenta candidati soltanto nella città di Roma. Vi sarà uno dei contrasti più forti, all'epoca di Cesare, quando uno dei punti di deflagrazione della successiva guerra civile sarà la volontà di Cesare di candidarsi in absentia, senza essere presenti in Roma, cosa che noi oggi giudicheremmo del tutto normale, ma che invece viene prima falsamente accettata e poi assolutamente respinta, é l'dea del superamento della stretta città stato che la profezia di Polibio non riesce a cogliere, perché proprio in quegli anni abbiamo la crisi che interviene, la crisi della repubblica immediatamente dopo la distruzione di Cartagine alla quale Polibio ha assistito, dopo questo evento la repubblica si trova in fortissima crisi. Tutto questo avviene in un lasso temporale abbastanza concentrato, risaliamo indietro e proviamo ad onorare il titolo che avevo dato a questa lezione, era organizzazione delle provincie. [a questo punto uno studente pone una domanda che non si sente ed il professore risponde]: Non so rispondere, so che viene fatta una stima, sono soprattutto di studi inglesi, di circa un milione di abitanti ai tempi di Augusto, qui molto meno, le cifre che noi troviamo nell'annalistica sono ingigantite, é certamente una città grande non saprei dirle un numero di abitanti preciso, si trova qualche indicazione presso certi autori, soprattutto gli inglesi che hanno avuto molta attenzione al criterio demografico, parliamoci poi di alcune centinaia di migliaia di persone certamente, il milione o oltre sicuramente venne raggiunto all'epoca di Augusto, quindi é diventata una ......................, si tenga conto ovviamente che non ci sono le costruzioni molto elevate, quindi una grandissima estensione spaziale, in senso largo, ma altre città molto grandi e come dire che l'antichità aveva offerto da Atene a Corinto, poi distrutta, o nell'oriente città ancora più grandi, quindi non é tanto il numero degli abitanti quanto piuttosto la forma organizzativa. non la stessa dignitas dei primi due. Quindi sono molto differenziali rispetto ai primi due. Non sempre attraverso la pretura si provvede a governare le provincie. In alcuni casi vengono stabiliti anche dei questori , in alcuni casi si provvede attraverso la funzione della prorogatio imperii, dell'estensione del mandato che il generale, il console , il conquistatore , ha di amministrare quella zona. Le prime in ordine cronologico Sicilia Sardegna Sardegna e Corsica Gallia Citeriore Spagna Citeriore Spagna Ulteriore Macedonia Alla distruzione di Cartagine (146) avremo la provincia di Africa Asia (133) Gallia Transalpina Gallia Cisalpina Le provincie divengono poi ancora di più e saranno riorganizzate ai tempi di Augusti e riorganizzate ai tempi di Diocleziano con una riforma strutturale di tutto l'impero, la divisione dell'impero in due parti, ma queste provincie che sono governate da magistrati a tal fine costituiti vengono poi, sia per il loro numero che per la difficoltà di amministrazione, governate anche in funzione di prorogatio imperii. Significa che viene prorogato il potere di un magistrato che ormai é decaduto, ha chiuso il suo anno di carica, sia egli un console o un pretore urbano o peregrino, viene quindi a lui prorogato l'imperium su quel territorio, quella provincia, per cui il nome che spesso ritroveremo é promagistrato, propretore , Verre, famoso propretore della Sicilia, proconsole, Cesare proconsole delle Gallie, in funzione dell'importanza della provincia, in funzione del fatto che la provincia sia più o meno una provincia belligerante , che necessita di combattimenti e di spedizioni militari. Sottolineo che la provincia non é costituita semplicemente sul fatto (???) della conquista, occorre che venga stigmatizzata, formalizzata, quindi il senato delibera, ci vuole abitualmente una legge che istituisca la provincia , che dia dei confini, sia pur approssimativi perché si pensi alle conoscenze geografiche dell'epoca, che istituisca questo territorio come un dominio di Roma. Nella provincia non vige il diritto civile, i territori della provincia non sono territori che possono essere assegnati in proprietà quiritaria neppure ad un cittadino romano, mentre in Italia sì, in territorio italico sì, i territori e le ricchezze immobiliari della provincia appartengono al populus romanus, sono pubbliche, sono in capo al popolo romano, le concessioni che vengono fatte su questi territori, si parla appunto di ager palis, sono fatte da parte dell'autorità centrale di Roma, con approvazione del senato ed abitualmente con intervento anche censorio e vengono conferite, diceva Gaio, in una forma di locazione, ma non costituiscono un diritto civile, quindi fuori di Italia non ci possono essere domini privati, c é un dominio del popolo, come fuori di Italia non ci possono essere cose sacre, sante, ma soltanto cose che siano assimilate alle cose sante e alle cose sacre. Nella realtà dei fatti sappiamo poi che é data giurisdizione su questi esercizi di potere che si svolgono in provincia, abbiamo degli editti provinciale, alcuni cenni a delle azioni che vengono date sulla falsariga delle azioni reali che sono date invece su suolo italico, quindi su ager vectigalis o su ager delle provincie. L'amministrazione nelle provincie e naturalmente il governatore quando é un promagistrato emana anche nella sede, nella capitale, nella provincia, nel luogo in cui egli si stanzia, un editto provinciale che vale similmente a quello dei due pretori che sono stanziati nella città di Roma e questo editto provinciale é un editto che era stato poi anche commentato da Gaio stesso seppur in una versione molto più aggiornata. Se fotografiamo il territorio complessivamente in dominio tra quest'epoca dei Maccabei e di Polibio stesso abbiamo un quadro dei territori romani che si presenta a pelle di leopardo, per cui all'interno della stessa Italia vi sono delle colonie romane dove si ha la cittadinanza romana, siamo prima della guerra sociale con la quale gli alleati chiederanno la cittadinanza romana e verrà concessa dopo l'inizio del primo secolo A.C. all'Italia sino Gallia e Rubicone. Qui chi gode della cittadinanza romana sono le colonie di diritto romano , quelle fondate secondo la prescrizione rituale con l'incrocio del cardo e del decumano e quei cittadini che vivono in quelle colonie, se si trovassero a Roma nel giorno dell'elezione, delle votazioni, potrebbero votare; delle colonie di diritto latino che concedono la cittadinanza di serie B, per cui c é un diritto di commercio, ma non sempre c é un diritto di connubio e non c é un diritto di voto; dei municipia, quindi delle comunità che erano preesistenti, colonie sono ovviamente create, costituite, dei municipia precedenti a cui, magari in ragione di alleanze intercorse durante le tante guerre, viene conferito il ius suffragii e la cittadinanza romana, quindi dei municipia che hanno in suffragio la possibilità di votare, altri municipia che sono riconosciuti come entità autonome, come delle enclave all'interno del territorio circondato dal dominio romano, all'interno di questi municipia c é la libertà di una propria organizzazione, ma non c é un ius suffragii, quindi non hanno possibilità di votazione, quindi concorrono sullo stesso suolo italico delle forme diversificatissime di organizzazioni e grandi riformatori, il primo tentativo di grande riforma é di Cesare , ma poi grande riformatore che non riuscirà neppure a concludere completamente lex julia de municipiis sarà Augusto che tenterà di uniformare la organizzazione dei municipi in un'epoca in cui ormai a tutta l'Italia, anche qui a questa zona, é stata già conferita al padre adottivo la cittadinanza e fuori di Roma certamente le colonie costituite con una legge che le istituisce e che furono governate inizialmente da pretori e poi da , cavalca il caso questori, poi da promagistrati, ma delle zone che sono semplicemente di protettorato, delle zone nelle quali si esercita una determinata influenza e che non vengono elevate al rango di provincie e sono semplicemente dei distretti e lì naturalmente la forma di partecipazione alla vita pubblica é ancora più limitata, già in questi tempi si comincia a fare qualche rara concessione di cittadinanza a singoli abitanti in luoghi provinciali, ai nobili, a determinati soggetti, ma in linea di massima lì si é privi di cittadinanza, quindi la formula organizzativa??? impero......(???).... Io chiedo cosa si intenda per impero, se si debba intendere un'estensione territoriale alla maniera "non cala mai il sole sui miei possedimenti" dell'imperatore re spagnolo, o se si debba intendere altro, zone di influenza e come qui Roma sta attuando in questo momento che é considerato l'apogeo della repubblica, il periodo dell'inizio del secondo secolo, ma che già sta segnando i primi punti di crisi. [uno studente pone una domanda che non si sente ed il professore risponde]: abitualmente nelle zone di influenza non erano presenti magistrati, erano presenti magari dei legati del senato che facevano funzione di consulenza, ma abbiamo zone, la stessa Palestina non é una provincia vera e propria , ma nelle quali molto vicino ci sono gli accampamenti militari e ci sono le provincie romane invece fortemente organizzate anche a livello di struttura gerarchica e a livello di struttura militare, quindi zone di influenza certamente già in questo periodo stanno influenzando qui nella bibbia si parlava di zone molto orientali, probabilmente é una esagerazione, la regione dell'India, non possiamo immaginare la regione dell'India geografica su continente....non é quella, di quella parlerà Augusto quando nelle lex gestas (????) dirà che ha ricevuto ambasciatori , qui si intende zone orientali, e non é ben chiaro quali siano la Media e la Lidia, quindi si parla di zone, alcune di queste sono costituite in provincie, ma altre sono semplicemente zone di influenza, là dove non c é una provincia non sono presenti dei magistrati o dei promagistrati, sono presenti certamente traffici, sono presenti dei .....influenti, ma non viene organizzata
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