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Montesquieu, Condorcet, Robespierre: liberalismo e diritti, Sbobinature di Storia Del Pensiero Politico

La storia del pensiero politico, introducendo figure come montesquieu, condorcet e robespierre. Discutono sulla definizione di stato e sovranità, e il ruolo della religione, leggi e potere politico nella libertà religiosa e la separazione tra chiesa e stato. Vengono presentati concetti come democrazia, libertà, liberalismo e diritti sociali.

Tipologia: Sbobinature

2018/2019

Caricato il 09/01/2024

Erikatr
Erikatr 🇮🇹

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Scarica Montesquieu, Condorcet, Robespierre: liberalismo e diritti e più Sbobinature in PDF di Storia Del Pensiero Politico solo su Docsity! STORIA DEL PENSIERO POLITICO STATO E SOVRANITA’ 1. Come è nato lo stato e perché? 2. Perché è nato in Europa? Il primo stato moderno è la Francia. 1. lo stato nasce in Europa nel periodo storico tra il 1500-1700, la prima forma di stato moderno è la MONARCHIA. Nasce per 2 motivi: per dare una risposta efficace ad un momento storico di guerre, per dare sicurezza al popolo. 2. Nasce in Europa perché in quel periodo ci sono molte guerre, nasce in risposta alle guerre 1500-1700= guerre RELIGIOSE e DINASTICHE (successione al potere combattute tra i sovrani), tra il 1494-1559 ci sono state guerre fatte per il dominio sull’Italia, combattute tra le monarchie Francia e Spagna, la Spagna prende il controllo del ducato di Milano e regno di Napoli. GUERRE DI RELIGIONE tra protestanti e cattolici, la più importante è la GUERRA DEI TRENT’ANNI tra il 1618-1648, anno in cui viene riconosciuto lo stato come la forma di organizzazione del potere politico tipico dell’Europa. STATO= forma di organizzazione del potere che rivendica per sé il monopolio della forza (quando c’è uno stato d’ordine, c’è una polizia), c’è uno stato che dà delle regole e vanno rispettate. È quel soggetto che fa le leggi. Caratterizzato dalla burocrazia, apparato che mette in atto le leggi. Cosa c’entra la nascita dello stato con le guerre? Le guerre generano 3 problemi: PAURA, INSICUREZZA, INSTABILITA’ e minacciano la vita personale degli individui, cioè l’autoconservazione. Nasce per garantire sicurezza, stabilità e ordine e i primi stati nascono in un momento di crisi. FORME DI STATO IN EPOCA MODERNA? Variano nel tempo, la prima in Europa è stata la monarchia francese, inglese e spagnola. In Germania tra il 1500-1700 c’è il SACRO ROMANO IMPERO DI NAZIONE TEDESCA. SOVRANITA’= potere specifico dello stato, potere che non riconosce niente e nessuno superiore a sé, le leggi infatti le fa lo stato. Nella storia del pensiero politico ci sono stati grandi pensatori che hanno elaborato la definizione di stato e di sovranità, questi intellettuali hanno dato le definizioni di stato e sovranità perché sono vissuti in un periodo storico in cui parlare di queste cose era estremamente importante. MACHIAVELLI= tra il 1400-1500, è il primo pensatore politico che usa la parola stato nel significato moderno del termine. “ Lo stato non è altro che il potere di comando sugli uomini.” Parla di stato nel PRINCIPE e nei DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO. Li scrive tra il 1512-1513, periodo di depressione perché nel 1512 viene estromesso da qualsiasi carica pubblica e diplomatica perché crolla la repubblica fiorentina e tornano al potere i Medici che eliminano gli oppositori ed esiliano figure importanti come Machiavelli che aveva svolto importanti incarichi diplomatici per la repubblica di Firenze. Per capire la sua opera si deve tenere a mente 3 elementi: era un DIPLOMATICO questo lo porta a viaggiare per l’Europa e sta a lungo in Francia che è stato il primo stato moderno, ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE perché c’è il Rinascimento e lui è imbevuto di cultura classica, il suo essere FIORENTINO vuol dire vivere in una città ricca, mercantile, forte modo di vedere la realtà in modo chiaro, realistico e cinico. A quali domande rispondono le sue opere: che cos’è il potere? Come lo si conquista? IL PRINCIPE= saggio di 26 capitoli in cui analizza vari temi: tipi di principato, qualità del principe, problema delle milizie, fortuna, invocazione ai Medici. I principati possono essere ereditati o nuovi, questi si distinguono in principati conquistati e in quelli creati dal nulla. Dà 2 esempi, quello conquistato è il ducato di Milano conquistato da Francesco Sforza, quello creato dal nulla i possedimenti controllati in Romagna da parte del Valentino figlio di un papa molto corrotto, Alessandro VI Borgia. Per mantenere il principato il principe deve avere delle qualità, delle virtù laiche, cioè non deve essere buono, onesto o in generale un buon cristiano. Deve essere furbo e astuto come una volpe e forte come un leone, deve saper mantenere la calma, se ce n’è bisogno deve mentire, violare la morale e se serve uccidere, per mantenere il potere e per tenere in vita lo stato si può fare tutto. Introduce una distinzione tra politica e religione. Quando è di fronte al popolo deve saper dissimulare, cioè mentire. DISCORSI=parla della repubblica. Per lui esistono solo 2 forme di stato PRINCIPATO e REPUBBLICA. Ci mostra la sapienza classica. Parla della repubblica di Roma, che è una forma di stato adatta agli uomini liberi. Le qualità degli uomini che vivono nella repubblica sono l’AMOR DI PATRIA e la RELIGIONE CIVILE, cioè amare la propria patria e sentirsi legato alla propria comunità e l’insieme di quelle tradizioni, di quei costumi e di un certo modo di vivere che appartiene a una certa comunità. La repubblica di Roma è stata così importante perché aveva queste caratteristiche. Il RUOLO POSITIVO DEL CONFLITTO SOCIALE, il successo della repubblica di Roma è dipeso dalla capacità di ammorbidire e contenere il conflitto sociale per eccellenza, cioè tra ricchi e poveri, e lo fa attraverso le sue istituzioni: senato che rappresenta l’aristocrazia, tribuni della plebe con i plebei (fu un colpo di genio dare al popolo un’istituzione di riferimento) e i consoli che rappresentano la monarchia. Lo stato in cui le componenti hanno istituzioni di riferimento si definisce MISTO. Fu il primo a usare la parola stato, si interroga su come si conquista e mantiene il potere, teorizzare separazione tra politica e religione, usa il termine stato misto. BODIN= 1500, inventa il termine sovranità, ha distinto fra stato e governo che è la gestione concreta di un paese, fornisce questa distinzione in un periodo di massima crisi, guerre INTERCOFESSIONALI in Francia. Vive durante la guerra civile in Francia fra cattolici e protestanti francesi (ugonotti), l’apice è il massacro della notte di san Bartolomeo 1575, gruppi di cattolici armati vanno per le strade di Parigi ad uccidere ugonotti. Nella Francia del tempo i protestanti erano quelli più ricchi. Bodin è un alto funzionario della monarchia francese, ricco, influente, intellettuale che appartiene ad un gruppo di pensatori “i politici”. Come si fa ad uscire dalla crisi? Come è possibile evitarla in futuro? Bodin dà la sua soluzione: “I SEI LIBRI DELLO STATO”, scritto per rispondere alla domanda “come è possibile ristabilire la pace, l’ordine e salvaguardare l’unità di un popolo che condivide lingua e una tradizione comune in un periodo di conflitto?”. Propone soluzioni astratte di pensiero 1576: 1. Invenzione (europea occidentale) della sovranità 2. Summum imperium 3. Legibus solutus…ma non completamente! 1. inventa il termine sovranità. Come si impedisce a un popolo di non uccidersi tra loro? Con la sovranità che è collegato al sommum imperium (sommo comando), comando assoluto svincolato da ogni legge, cioè privo di limiti. Si esce dalla crisi con un potere forte e assoluto, che appartiene allo stato. Secondo Bodin la sovranità ha 3 aspetti che devono essere rispettati anche dal sovrano più forte e importante:  la legge di Dio (Chiesa)  tradizioni del regno, del proprio popolo  proprietà privata, il re deve sempre rispettare la proprietà dei suoi sudditi. Per lui la proprietà privata è la base su cui si fonda la famiglia e la famiglia è la base su cui si fonda lo stato. DISTINZIONE TRA STATO E GOVERNO: lo STATO è il soggetto che detiene un potere speciale chiamato sovranità che ha delle caratteristiche è ASSOLUTO, UNICO, PERPETUO, INDIVISIBILE, NON RICONOSCE NIENTE E NESSUNO SUPERIORE A SE’; il GOVERNO gestisce e amministra la sovranità. Ci sono 3 tipi di stato: MONARCHIA, ARISTOCRAZIA e DEMOCRAZIA; simpatizza per la monarchia, in particolare la MONARCHIA LEGITTIMA e EREDITARIA, cioè riconosciuta e che passa di generazione in generazione, l’esempio migliore è la Francia. HOBBES= 1600, riflette sul tema dello stato e della sovranità in un contesto storico caratterizzato dalla guerra civile inglese “GREAT REBELLION”, inizia nel 1642 e si conclude nel 1660, decapitano il loro re Carlo I. Hobbes era un insegnante privato, grande cultura umanistica ed è curioso. Osserva da lontano la GREAT REBELLION, va in Francia e la sua opera più importante è il LEVIATANO 1691, che è la sua risposta alla guerra civile inglese. È un mostro della Bibbia. Come uscire dalla crisi e evitare un’altra guerra civile? Bisogna considerare la formazione di Hobbes; va in Francia, la Francia del 1600 è la patria di Cartesio, teorico del razionalismo, tutto si spiega in modo CHIARO, LOGICO e OGGETTIVO con la RAGIONE, questo dopo la rivoluzione scientifica. Il Leviatano è il prodotto di una cultura razionalista; GIUSNATURALISMO è la dottrina del diritto naturale. Questa parola viene da lontano, è stata usata dai greci, romani, rinasce durante il Medioevo si intende la legge di Dio dalla quale discendono i diritti naturali. In questo periodo ha una connotazione religiosa, cristiana. Nel 1600 si parla di legge naturale, diritti naturali, legge di natura universale uguale per tutti e che tutti gli uomini possono capire perché tutti hanno la ragione. I diritti naturali appartengono a tutti gli uomini. Nel Leviatano HOBBES spiega come nasce lo stato immaginando il passaggio dallo stato di natura alla società civile. Gli uomini nascono in uno stato di natura in cui hanno dei diritti naturali, hanno il DIRITTO DI TUTTI SU TUTTO e si genera guerra, questo minaccia l’AUTOCONSERVAZIONE, si esce dalla guerra creando lo stato, cioè darsi delle regole. CHI FA LE REGOLE? COME SI ESCE DA QUESTO STATO? Si rinuncia al diritto di tutti su tutto cedendolo a un terzo, cioè il sovrano. Avrà così il potere assoluto e andrà a garantire la sicurezza. Chi si ribella perde la protezione, torna in uno stato di natura. Serve un potere forte per garantire tanta sicurezza. Il potere assoluto lo chiama sovranità, questa sovranità non ha alcun limite, è un pensatore coerente di una sovranità senza limiti. La proprietà privata è un diritto che il sovrano concede, DIRITTO POSITIVO cioè diritto creato dallo stato e si contrappone al DIRITTO NATURALE perché nello stato di natura abbiamo un diritto che ci appartiene, quello POSITIVO ci è stato fornito. Il suo rapporto con la RELIGIONE= per lui la religione è un affare privato. LOCKE= tra il 1600-1700, è l’anti Hobbes. Come i predecessori si pone 2 questioni fondamentali COSA E’ LO STATO? COME NASCE? COSA VUOL DIRE SOVRANITA’? Locke è il teorico di una sovranità LIMITATA. L’Inghilterra di fine 1600 è un paese contraddittorio perché è economicamente moderno, sviluppato ma instabile per problemi politici e religiosi. Nel 1600 ospita 3 confessioni cristiane CATTOLICI, PROTESTANTI chiamati PURITANI e ANGLICANI. In questo periodo Locke scrive le sue opere più importanti. 1685=sale al potere GIACOMO II che è cattolico (PAPISTA) e ha come obiettivo trasformare la monarchia inglese in monarchia assoluta (come la Francia) perché suo cognato era il re di Francia dell’epoca. Difficile fare il sovrano assoluto in Inghilterra perché c’era il PARLAMENTO (il più importante e antico d’Europa) e ha tanti diritti e privilegi; il più importante è dire sì o no di fronte alle richieste del re di imporre tasse. GIACOMO II comincia a imporre tasse senza chiedere approvazione e dichiara di volere ritrasformare l’Inghilterra in un paese cattolico. LOCKE in questo periodo va in Olanda dove segue l’esponente più importante dell’opposizione a Giacomo II. Entra in contatto con l’EMPIRISMO (imparare con l’esperienza). Legge e si interessa di questa corrente e lo porta in Inghilterra, questa corrente di pensiero lo influenza nella scrittura della La volontà generale è la volontà del corpo politico, è la nostra volontà. Un sinonimo di volontà civile è la sovranità della comunità politica; il compito della volontà generale è quello di fare le leggi e il fine è il bene comune. Il fine è il bene comune della comunità perché la volontà generale scaturisce dalla comunità politica che naturalmente cerca di perseguire il proprio bene. Per R con il contratto non diamo via niente. Per Locke con il contratto scegliamo chi protegge i nostri diritti naturali senza formare una democrazia, ma una monarchia costituzionale. POTERE LEGISLATIVO E ESECUTIVO= per R sono i 2 poteri fondamentali, il potere legislativo è di fare le leggi il secondo è di applicarle. Il più importante è quello legislativo perché le leggi le fa il corpo politico, potere che viene usato dalla comunità che si fonda sul contratto sociale. Il potere esecutivo è di applicare le leggi ed è subordinato a quello legislativo. Come si fanno concretamente le leggi? In una repubblica democratica i cittadini che hanno gli stessi diritti si riuniscono in un’assemblea in cui esercitano il potere legislativo. Meglio assemblee piccole. È una forma di stato che funziona bene in paesi piccoli e dove la comunità politica è piccola. Si potrebbe pensare ci sia poca rappresentanza, ma in realtà non è così. R riprende la religione civile da Machiavelli, una repubblica democratica può funzionare bene se gli uomini sono virtuosi, onesti, se hanno a cuore il bene della patria e se praticano la religione civile, si intende il rispetto dei principi contenuti nel contratto sociale che quindi acquisisce un carattere di sacralità. L’EMILIO (1762)= R pedogogo, la sua pedagogia diventa chiaro se capiamo quello che dice della politica. Si pone lo stesso problema dell’opera precedente. Qual è l’educazione che ci fa essere liberi? L’opera si fonda sull’idea che l’uomo nasca nello stato di natura buono e libero e che però la società civile riesca a corrompere questa condizione iniziale. Il compito della pedagogia è sviluppare nelle persone le qualità con cui tutte le persone nascono. È un romanzo che spiega come educare i bambini dalla tenera età fino a quando diventano adulti. Prende in considerazione 3 forme di educazione: NATURALE, NEGATIVA e INDIRETTA : 1. Indirizzata al bambino, educazione nella quale viene lasciato libero di sviluppare la propria personalità, le proprie inclinazioni naturali sotto lo sguardo dell’educatore, che è una sorta di mano invisibile che guida senza opprimere) 2. Fase nella quale l’educatore ha il compito di tenere il bambino lontano dalla società, perché la società corrompe. 3. Pre e adolescenti, educazione che dovrebbe avvenire attraverso le cose, attraverso l’esperienza far capire che imparare vuol dire apprendere anche cose concrete Poi si entra nella società e si comincia ad apprendere idee astratte e filosofiche. Cosa centra con la politica?  L’educazione deve costruire e far crescere persone libere così come il contratto sociale serve a creare una comunità di individui liberi e uguali  Tema della corruzione, la società civile per R corrompe e l’educazione deve servire come freno e antidoto contro di essa  Per R è importante apprendere attraverso le cose e l’esperienza, ossia è importante comprendere l’utilità sociale del lavoro, dei mestieri, del lavoro manuale e questa comprensione permette agli uomini di avvicinarsi e di apprendere il valore della collaborazione, valore fondamentale in ogni buona democrazia. L’educazione è politica perché deve formare uomini liberi, capaci di vivere in comunità e capaci di collaborare con gli altri. La rivoluzione francese inizia nel 1789 e finisce nel 1799, primo esempio di costituzione scritte che includono le libertà civili e le libertà politiche. MONTESQUIEU= scrive “LO SPIRITO DELLE LEGGI”, è uno dei 2 punti di riferimento di chi fa la rivoluzione francese, l’altro punto di riferimento è il CONTRATTO SOCIALE da cui i rivoluzionari apprendono il principio democratico. Dall’opera di M apprendono il principio della libertà. È un intellettuale illuminista e che ha una formazione giuridica, studia legge. Rapporto necessario che deriva dalla natura delle cose è la definizione che lui dà delle leggi. Cosa intende per legge?  Le leggi sono espressione della ragione umana che governa tutto ciò che esiste  Sono anche l’espressione dei costumi, delle tradizioni, della religione e del clima inteso nel senso meteorologico di un popolo. Sono espressione di come noi siamo. Le leggi a cui obbediamo sono conseguenti a una serie di fattori. Propone il principio del relativismo culturale. Questi due principi sembrano apparentemente in contraddizione tra di loro. Il primo dice che sono espressione di una ragione che appartiene a tutti mentre il secondo le fa dipendere dagli usi. M afferma che al di là delle differenze di tradizioni e costumi esiste un principio universalmente valido che è tale perché tutti noi hanno la ragione, questo principio universale è l’esistenza di tre forme di governo che per M noi possiamo trovare in qualsiasi parte del mondo: 1. Monarchia, governo di un re legittimo (Bodin) - onore 2. Repubblica il potere può essere nelle mani del popolo e allora si ha una repubblica democratica, o in mano di un piccolo gruppo e si ha una repubblica aristocratica – virtù (ricorda Machiavelli e Roussou) 3. Dispotismo uno solo comanda e in maniera illegittima concentrando tutto il potere nella sua persona – paura. Quando lui parla di dispotismo ha in mente i governi dell’oriente. Non parla però di dittatura, termine che dal punto di vista giuridico proviene dall’impero romano. Associa il dispotismo alla paura perché il despota ha un potere su tutto e tutti, perché è un potere illegittimo e che non ha limiti, instilla la paura nei sudditi per controllarli. Associa a ogni forma di governo un sentimento. Tra le forme di governo quella che lui preferisce è la monarchia costituzionale, come l’Inghilterra che diventa una monarchia costituzionale nel 1688-1689 con la gloriosa rivoluzione. La monarchia inglese è il suo governo tipo, il potere è limitato. Che cos’è la costituzione? Per Montesquieu è prima di tutto una forma di governo, di comunità politica che si basa su due principi: la garanzia delle libertà e la separazione dei poteri. Che cos’è la libertà? La libertà che tutti abbiamo finisce laddove inizia la libertà di chi ti sta accanto. Per stabilire dove finisce la mia libertà ci sono le leggi. Collega il concetto di libertà a quello di legge. Separazione dei poteri, distinzione tra i 3 poteri principali: esecutivo, legislativo e giudiziario. Se vogliamo vivere da uomini liberi e non da schiavi i 3 poteri devono essere separati, concentrandoli in una sola persona si cade nel dispotismo. M è il primo pensatore moderno a parlarci dell’importanza della separazione dei poteri. La separazione dei poteri la troviamo nella monarchia e nella repubblica, ma mai nel dispotismo. La rivoluzione francese è intesa come il periodo storico in cui si affermano alcune libertà moderne. L’anno 0 per la Francia, che nel 1700 era una monarchia assoluta con il suo re Luigi XVI, è il 1789. Il re decide di convocare gli stati generali, l’ultima volta che erano stati convocati risale al 1641. Gli stati generali francesi erano una grande assemblea nella quale si trovavano i più importanti ceti sociali del tempo clero, aristocrazia e terzo stato che era la borghesia. Decide di riconvocare gli stati generali perché la Francia stava affrontando una grave crisi economica e sociale e quindi voleva imporre nuove tasse, ma per poterlo fare deve avere l’assenso degli stati generali. Appena l’assemblea si riunisce emerge un problema: i rappresentanti del terzo stato vogliono riforme sostanziali di tipo politico, cioè i rappresentanti del terzo stato chiedono di poter far sentire la loro voce per quanto riguarda le decisioni importanti politiche. Il terzo stato chiede di cambiare il modo di votazione, cioè passare da una votazione per ordine a una per testa. Votando per ordine clero e aristocrazia si alleano e anche se rappresentavano la minoranza del paese prevalevano sul terzo stato. La richiesta era rivoluzionaria perché la rappresentanza politica così come la conosciamo deriva da questo momento. Vogliono la rappresentanza per testa perché sono più numerosi e questa è l’unica rappresentanza che permetterebbe loro di prevalere su clero e aristocrazia che si oppongono. Il terzo stato allora abbandona l’assemblea e si radunano nella sala della pallacorda e danno vita a un’assemblea nazionale. Usano il termine nazione, inizialmente clero e aristocrazia vengono tenuti a distanza e inoltre queste persone rappresentano l’intera nazione, il tutto. L’assemblea nazionale evolve in assemblea nazionale costituente che ha l’obiettivo di dare al paese una costituzione scritta imitando gli americani. Nel 1789 in Francia non si parla ancora di democrazia. L’obiettivo del terzo stato è trasformare la monarchia assoluta francese in una monarchia costituzionale con una costituzione scritta. Prima di fare la costituzione i membri dell’assemblea nazionale fanno la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO. Prima parte. Le parole chiave sono diritti naturali, corpo sociale perché ci si ricollega a Roussou, diritti e doveri, diritti dell’uomo perché è la prima volta che se ne parla. Si propone una lista di diritti inalienabili, sacri perché appartengono a tutti. Seconda parte. Parole chiave: incontestabili perché nessuno li può negare, riferimento esplicito alla costituzione come fondamento dello stato. Art. 1= siamo tutti uguali davanti alla legge (ISONOMIA), gli uomini nascono liberi e uguali (ci si ricollega a Locke) Art 3 = la sovranità non appartiene al re, la prima volta in cui si dice che appartenga alla nazione Art 4 = ricorda Montesquieu, i soli limiti della libertà consistono nel non ledere agli altri Art 6 = la legge è espressione della volontà generale, tutti i cittadini hanno diritto di concorrere direttamente o mediante rappresentanti alla sua formazione. Se tutta la comunità partecipa direttamente abbiamo una democrazia diretta, se lo facciamo con i nostri rappresentanti si tratta di democrazia indiretta. La dichiarazione del 1789 cancella almeno sulla carta ogni tipo di privilegio, l’obiettivo del terzo stato è colpire e neutralizzare il potere e l’autorità dei due gruppi privilegiati per eccellenza ossia il clero e l’aristocrazia. Questa guerra contro il privilegio è diventata una delle caratteristiche dell’idea democratica che proviene appunto dalla rivoluzione francese. Art 11 = uno dei principi più rivoluzionari perché introduce la piena libertà di pensiero e di espressione e si ricollega a Montesquieu perché questa libertà deve essere esercitata all’interno della legge. Non deve ad esempio minacciare i valori della costituzione. Libertà che deve essere esercitata nel rispetto dei valori e dei principi ritenuti buoni e condivisibili all’interno di una comunità. Art 16 = riprende Montesquieu, ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata e non c’è separazione dei poteri non ha una costituzione Art 17 = la proprietà è un diritto inviolabile e sacro e non può essere violata se non per motivi stabiliti dalla legge, riprende Locke. La dichiarazione afferma dei diritti molto nobili, ma nel 1791 viene approvata e promulgata la prima costituzione rivoluzionaria il cui preambolo/ introduzione è la dichiarazione dei diritti, leggendo però il testo della costituzione si legge qualcosa di molto diverso. Il testo del 1791 introduce un sistema di voto censitario, si trovano 3 tipologie di cittadino, ogni tipologia ha un particolare tipo di voto. I cittadini che non possono votare, né possono essere votati e sono coloro che non hanno proprietà, coloro che non hanno reddito. Poi ci sono i cittadini che possono votare ma non possono essere eletti perché non sono abbastanza ricchi. Poi c’è l’elite costituito da coloro che possono eleggere e che possono essere eletti, cioè l’alta borghesia. La costituzione contraddice la dichiarazione. Quale tipo di monarchia crea questa costituzione, sicuramente non crea una democrazia, mantiene in vita la monarchia ma è di tipo costituzionale perché si dota di una costituzione scritta e di alcuni principi. È una monarchia che ha la separazione dei 3 poteri. Il potere esecutivo spetta al re che è colui che sceglie i ministri. Il potere legislativo appartiene all’assemblea nazionale, attuale parlamento, eletta da coloro che hanno un determinato censo. Infine il potere giudiziario ai magistrati. I poteri sono distinti per evitare la creazione di un potere assoluto e quindi dispotico. Viene introdotto il principio della separazione dei poteri e proprio questo rende la Francia una monarchia costituzionale. Nel parlamento c’erano partiti di destra e di sinistra rispetto al re, a sinistra i rivoluzionari a destra i conservatori. A sinistra si trovano 2 partiti: i GIRONDINI e i GIACOBINI, coloro contro il monarca. A destra ci sono i suoi sostenitori: i FOGLIANTI. Nel centro c’era la PALUDE, formata da tutti coloro che non volevano stare né a sinistra né a destra e si spostavano a convenienza a seconda dell’interesse. A sinistra ci sono girondini e giacobini che non erano formazioni politiche cooperative, ma entrambi erano a favore della repubblica. Da un punto di vista sociale i girondini rappresentavano la borghesia benestante e illuminata che viveva nelle città, i giacobini la borghesia e avevano largo supporto fra gli agricoltori, la piccola borghesia e i ceti sociali popolari e più umili. A destra i foglianti erano sostenitori della monarchia e politicamente molto moderati. Vignette satiriche come strumento di critica contro il potere. La prima descrive 3 uomini: un prete, un nobile e schiacciato a terra un uomo che rappresenta il terzo stato; vignetta uscita all’indomani della riunione dell’assemblea dei tre stati nel 1789. La satira è importante perché rappresenta i cambiamenti che stanno avvenendo. 1791= anno in cui viene promulgata la prima delle 3 costituzioni rivoluzionarie. La Francia ha una costituzione e una dichiarazione dei diritti molto nobili, ma un sistema di votazione che discrimina in base alla ricchezza. Questa contraddizione diventa nel corso del 1791 uno dei 2 maggiori fattori di instabilità nel paese. Il secondo maggiore fattore di instabilità è la crisi economica, cioè i prezzi degli alimenti crescono enormemente e i ceti sociali più poveri hanno difficoltà a sfamarsi. In questo anno emerge una questione che è di natura sociale. La rivoluzione inizia in nome della libertà, dal 1791 si comincia a parlare di povertà, questione sociale e non si parla solo di libertà ma anche di eguaglianza, parola chiave tra il 1791 e il 1795. C’è anche un terzo problema: la GUERRA. Nel 1792 viene dichiarata guerra alla Francia da parte della Russia, Austria e Prussia. Dichiarano guerra perché la Francia e la rivoluzione francese vengono considerate come una grande minaccia ideologica (altre guerre ideologiche sono la rivoluzione russa nel 1917, la guerra fredda e le due guerre mondiali). 1792= deve affrontare minacce interne costituite dalla grande instabilità sociale ed economica e quella esterna della guerra. Nell’estate del 1792 il gruppo politico più radicale del tempo, i SANCULOTTI, entrano e occupano il palazzo reale. Questo gesto di rottura segna lo scioglimento dell’assemblea legislativa. In Francia si crea un vuoto di potere che viene occupato dai GIACOBINI, che con l’appoggio dei sanculotti e dei girondini proclamano nuove elezioni per eleggere un nuovo parlamento, la CONVENZIONE che viene eletta da cittadini solo maschi e maggiorenni. Dentro la convenzione il gruppo preminente sono i giacobini. Tra il 1792 e il 1793 i giacobini diventano la prima forza politica della Convenzione e del Paese, però per rafforzare il proprio potere bisogna eliminare gli avversari, cioè i girondini. Sia giacobini sia girondini rappresentano la stessa classe, ma in maniera diversa. I girondini sono moderati, i giacobini sono rivoluzionari. Ogni movimento politico ha il suo leader, la figura di riferimento dei girondini è IL MARCHESE DI CONDORCET che si ispira a MONTESQUIEU che parla della separazione dei poteri, la libertà e il dispotismo. Invece per i giacobini il riferimento è ROBESPIERRE che si ispira a ROUSSEAU. Condorcet come tutti i girondini è un politico moderato che crede nell’importanza delle riforme laddove Robespierre si ispira all’idea di contratto sociale e volontà generale. Per molti mesi tra il 1792 e il 1793 Condorcet e Robespierre si confrontano e propongono un progetto di costituzione per il paese. Condorcet propone un piano di costituzione girondina, Robespierre propone un piano di costituzione giacobina. CONDORCET= costituzione che si basa sul principio di libertà, è una costituzione REPUBBLICANA, riconosciuto il DIRITTO ALLA PROPRIETA’ PRIVATA, diritto di voto deve essere riconosciuto a TUTTI COMPRESE LE DONNE, creazione di piccole Gli antidoti sono: mantenere un associazionismo vitale che serva a combattere la creazione di una società fatta d’individui isolati e quindi molto facilmente controllabili da parte del potere. Il secondo antidoto è un buon decentramento amministrativo. Il terzo antidoto è la classica separazione dei poteri. Il quarto antidoto ha a che fare con la religione e ci dice che una democrazia può funzionare se c’è separazione tra stato e chiesa e soprattutto ci dovrebbe essere uno spirito religioso tollerante, qualità in particolare che attribuisce alla democrazia americana. Questo libro lo scrive per polemizzare contro il suo paese che è un paese fondato sul privilegio, ha altri due bersagli polemici: i democratici egualitari e gli antidemocratici conservatori. I primi sono coloro che sostengono la democrazia ma credono che il principio della eguaglianza (dei diritti e sociale) sia più importante del principio di libertà e quindi delle libertà individuali. I secondi sono coloro che rifiutano qualsiasi forma di democrazia e sostengono governi monarchici, conservatori e reazionari. Contro gli anti democratici conservatori afferma che la democrazia è inevitabile e che già nell’800 in Europa è in atto un processo sociale, politico ed economico che porterà all’affermazione della democrazia. Quindi per lui prima di essere una forma di governo, è una forma di società basata su comuni diritti. Questione sociale/operaia nasce a metà ‘800 con lo sviluppo della rivoluzione industriale che genera 2 fattori: 1. L’affermazione di un sistema industriale e capitalistico fondato su lavoro e capitale che rappresentano rispettivamente operai e borghesia 2. Questione sociale fino al XX sec. si intende la situazione sociale e economica della classe operaia (proletariato), in particolare si fa riferimento alla mano d’opera infantile. MILL= rappresentante più importante del liberalismo europeo e per la prima volta affronta seriamente la questione sociale. Cerca di avvicinare la libertà alla questione sociale. È inglese, figlio di un’importante famiglia, figlio d’arte di uno dei filosofi utilitaristi inglesi. Si occuperà di politica, esponente del liberalismo e parla di emancipazione femminile, rivendica la libertà della donna come individuo e il diritto di voto. Proviene da un ambiente elevato, ma è incuriosito dalla questione sociale perché si rende conto della potenzialità distruttiva e pericolosa di questa questione. Potrebbe creare una rivoluzione, ma si previene con l’educazione e garantire condizioni di lavoro e di vita degne di questo nome (idee che si ritrovano nei socialisti europei). “PRINCIPI DI ECONOMIA POLITICA” (1848)= anno pieno di rivoluzioni e l’unico paese che non viene toccato dalle rivolte è l’Inghilterra. Mette insieme politica ed economia, per garantire le condizioni di vita il governo deve fare riforme a vantaggio della classe più povere, con un salario migliore spenderanno di più, compreranno di più. È il primo a criticare la ideologia di mercato, è il primo ad affermare che il mercato non è sempre virtuoso e che in alcuni casi deve essere corretto e guidato, perché i deboli verrebbero inevitabilmente danneggiati e il governo deve far riforme a loro favore. Il mercato non ha sempre ragione, chi crede il contrario è liberista. Classe dei capitalisti (borghesia che detiene il capitale), dei lavoratori (proletariato), intermedie (piccola e media borghesia, in un sistema sano c’è secondo lui una forte classe intermedia). Quali sono le azioni che il governo deve fare per affrontare in modo efficace la questione sociale? Propone che venga introdotto un nuovo sistema di tassazione progressiva (proporzionata in base al reddito). Il denaro che il governo incamera con questo tipo di tassazione dovrà essere riutilizzato per le politiche sociali, introduce i servizi sociali. Quali possono essere i rischi di un governo che si assume il compito di intervenire in prima persona nelle classi sociali più deboli? Aumento della spesa pubblica, potrebbero essere limitate le libertà individuali che si restringono man mano che il governo diventa forte (con troppi compiti). La sfida è quella di trovare un compromesso: governo presente che fa le riforme, ma con il pieno rispetto delle libertà individuali. “SULLA LIBERTA’”= 1859, ripropone questo problema, viene considerato come il libro fondamentale per comprendere il liberalismo europeo del tempo. Parla della libertà individuale, cioè dignità della persona, capacità di pensare criticamente in modo anticonformista. Per pensare in questo modo serve istruzione ed educazione. Per potere pensare così si deve vivere all’interno di un paese in cui vivono istituzioni libere e individuali, deve essere garantita una rappresentanza politica creata durante la rivoluzione francese. Ci sono 2 aspetti negativi legati alla rappresentanza politica: 1. Chi sta in parlamento non è direttamente vincolato alla volontà a agli specifici interessi degli elettori. Rappresentanza non vincolante, la volontà di chi rappresenta non è vincolata alla volontà di chi è rappresentato. Promesse non mantenute o usano la loro posizione per introdurre leggi antidemocratiche/antiliberali. La rappresentanza politica può diventare un mezzo per conferire potere a persone che lo useranno in funzione antiliberale/antidemocratica. La rappresentanza politica presuppone il diritto di voto per tutti che talvolta può essere esercitato per eleggere rappresentanti che professano ideologie e progetti totalmente antidemocratici. 2. Tirannia della maggioranza, utilizza la definizione di Tocqueville. Mill introduce un altro elemento. Questa tirannia può essere esercitata direttamente in parlamento da parte della maggioranza politica a danno della minoranza politica. Per evitarla si deve sviluppare e incentivare le libertà individuali, rispetto delle minoranze, incentivare un pensiero anticonformista. Per fare ciò si deve sviluppare un’adeguata educazione. TOCQUEVILLE E MILL hanno in comune la tirannia della maggioranza, entrambi danno la stessa definizione anche se propongono antidoti diversi. Per loro non necessariamente quello che pensa la maggioranza è giusto (è uno dei capisaldi di tutta la cultura liberale). “CONSIDERAZIONI SUL GOVERNO RAPPRESENTATIVO”= 1861, Mill sviluppa le riflessioni del libro precedente, parla del governo rappresentativo. Ci parla di parlamento e parlamentarismo. Mill fa 2 affermazioni: favorevole al diritto di voto concesso a tutti anche le donne e propone di eleggere i rappresentanti in parlamento con un sistema elettorale di tipo proporzionale (innovazione per il tempo). Garantisce ampia rappresentanza perché da voce anche alle minoranze. Questo sistema si afferma nel primo dopo guerra. Il sistema maggioritario è l’opposto: si vota una persona e sale al governo chi ha più voti. Con il sistema proporzionale le decisioni vengono prese con un compromesso tra maggioranza e minoranza. Ha un difetto, cioè governo instabile perché ci sono tanti partiti, tante idee ed è difficile cercare un compromesso. Ci sono dei vantaggi: c’è ampia rappresentanza delle idee e degli interessi, garantisce una voce forte alla minoranza e proprio per questa ragione è un antidoto contro la tirannia della maggioranza. I problemi : se tutti vanno a votare in parlamento potrebbe formarsi una maggioranza che rispecchia interessi e idee delle classi popolari che sono scarsamente educate, rischio di avere un governo di incompetenti. Introduce il sistema di VOTAZIONE PLURIMO, le persone più abbienti possono votare più candidati, cioè tutti hanno diritto di voto ma alcuni hanno più diritto di altri. Come si può fare delle buone leggi? È necessario avere persone preparate e con senso di responsabilità. Come dare loro l’autorità sufficiente per influire sull’elaborazione delle leggi? Accanto al parlamento è necessario creare una commissione speciale formata da uomini capaci che abbiano cultura e denaro. Commissione che ha il compito di scrivere le leggi che poi si inviano al parlamento che le rivede. Per lui il parlamento dovrebbe essere bicamerale (comuni e lord).  Diritto di voto per tutti, dice di si alla democrazia parlamentare  Propone per la prima volta un sistema di tipo proporzionale  Propone anche dei correttivi, dare peso e voce a coloro che nella società rappresentano l’elitè per istruzione e censo Fra il 1867-1868 avviene la prima legge di riforma elettorale con cui il diritto di voto in Inghilterra viene esteso. Soprattutto nella seconda metà dell’800 l’Inghilterra era una monarchia parlamentare. La monarchia costituzionale è quando il re deve rispettare una costituzione e al contempo è a capo del potere esecutivo. La monarchia parlamentare ha sempre un re, ma il potere esecutivo è nelle mani del primo ministro che è anche capo di governo ed è capo del governo perché è il leader del partito di maggioranza che risiede in parlamento, il re serve a rappresentare l’unità dello stato e nomina il primo ministro. EGUAGLIANZA E SOCIALISMO NELLA STORIA DEL PENSIERO POLITICO Si comincia a parlare di questi temi dal 1700 con Rosseau che dice che proprietà privata è una cosa negativa perché è l’origine di tutte le diseguaglianze. C’è anche da tenere in considerazione la rivoluzione francese in particolare tra il 1791- 1795 perché prende forma una questione sociale e c’è il partito giacobino che critica la proprietà privata e introduce per la prima volta il principio dei diritti sociali. Poi la ricolleghiamo alla rivoluzione industriale in cui emerge una nuova classe sociale. Nella prima metà dell’800 come conseguenza della rivoluzione industriale con la nascosta della classe operaia cominciano a circolare i termini eguaglianza, questione sociale, classe operaia e lavoro. Il termine eguaglianza in questo periodo storico vuol dire non solo eguaglianza dei diritti ma di eguaglianza materiale in termini di bene e denaro delle persone. Nella storia del pensiero politico distinguiamo tra due tipi fondamentali di eguaglianza: FORMALE (essere tutti eguali di fronte alla legge e avere tutti gli stessi diritti) e SOCIALE (è materiale e significa essere eguali da un punto di vista economico e quindi sociale). L’obietto del socialismo è raggiungere l’eguaglianza sociale. Bisogna parlare anche di associazionismo perché agli inizi della rivoluzione industriale la prima forma di tentativo di migliorare le condizioni della classe operaia provengono da quello che chiamiamo associazionismo ovvero dalla nascita e dallo sviluppo di gruppi e associazioni di mutuo soccorso la cui finalità è garantire assistenza ai soggetti più deboli, la finalità era di migliorare le condizioni della classe lavoratrice. L’obiettivo del socialismo è la realizzazione di una vera e propria eguaglianza sociale. Storicamente si intende un movimento politico e ideologico che ambisce alla creazione di una società di eguali, la proprietà privata scompare o viene molto limitata. Quando parliamo del primo periodo di socialismo parliamo di SOCIALISMO UTOPISTA. ASSOCIAZIONISMO. Anni 30 dell’800, in questo momento nascono le prime associazioni operaie e in Inghilterra nascono i primi sindacati moderni (TRADE UNIONS). 1834= GRAND CONSOLIDATED TRADE UNIONS è stata la prima forma di sindacato moderno che rappresenta uno dei momenti più importanti dell’associazionismo operaio in Inghilterra. La sua caratteristica era che non aveva solo obiettivi economici, ma anche politici, parlano di suffragio universale. Il tema del suffragio universale è stato uno dei temi centrali dell’associazionismo inglese del periodo 1836= LONDON WORKING MEN’S ASSOCIATION, associazione che riunisce i lavoratori della capitale, il loro principale esponente era WILLIAM LOVETT. Scrive un programma di massa che unisce rivendicazioni economiche e rivendicazioni politiche. In questo programma chiedono salario migliore, migliori condizioni di lavoro, diritto di voto democratico, chiedono il voto segreto in parlamento e che i rappresentanti in parlamento possano ricevere uno stipendio, perché questo è l’unico modo che la classe operaia una volta ottenuto il diritto di voto ha per poter tranquillamente mandare i propri rappresentanti in parlamento assicurando loro uno stipendio e quindi la sicurezza economica. Prima in politica c’erano solo coloro che erano molto ricchi e potevano permettersi di non lavorare. Chiedono il voto segreto invece per evitare ripercussioni, per evitare di esporsi perché provengono da una classe non privilegiata. Il programma raccoglie un certo successo, ma si scontra con la crisi economica. 1837= crisi economica che colpisce le classi sociali più deboli. Accade però qualcosa di inaspettato perché si sviluppa in Inghilterra in modo molto forte il movimento associazionista. Nell’anno della crisi si forma a Birmingham un’associazione operaia che in piena crisi economica ha un’idea a dir poco curiosa, decide di stilare una petizione da presentare al parlamento inglese e all’interno della petizione vengono indicate una serie di richieste economiche e politiche che erano già state avanzate dalla LONDON WORKING MEN’S ASSOCIATION . Si formano però due fazioni: moderati (se il parlamento avesse rifiutato la petizione l’avrebbero riscritta e l’avrebbero proposta nuovamente) e radicali (volevano scatenare scioperi, boicottaggi e azioni violente di vario tipo se non fosse stata accettata la petizione). La petizione viene scritta e il giorno in cui decidono di presentarla in parlamento, il parlamento viene sciolto. Viene poi ripresentata e viene rifiutata, ma l’ala radicale non prevale, non viene fatto nulla perché non era abbastanza forte e organizzata. 1838= grazie a LOVET fonda la PEOPLE’S CHARTER, con questa espressione indichiamo un movimento associazionista formato da lavoratori e che in qualche modo è abbastanza simile alla LONDON WORKING MEN’S ASSOCIATION con questa espressione si indica anche letteralmente una carta che è una vera e propria lista di richieste (le stessa fatte da LONDON WORKING MEN’S ASSOCIATION, condizioni di lavoro migliori e diritti politici). Rispetto alla precedente LOVETT e il movimento cartista fa in modo originale, cioè di creare una collaborazione tra questo movimento e la classe borghese. Propone questa collaborazione per cercare un compromesso e il loro obiettivo era il raggiungimento del suffragio universale. Il movimento cartista influenzerà la storia dell’associazionismo inglese e non solo. Il movimento cartista raggiunge il suo apice tra il 1847-1848, un altro elemento di successo sta nel fatto che questo movimento avanza richieste di carattere economico e anche di tipo politico legate al suffragio universale. Fallisce perché non hanno organizzazione. Marx inventa il termine socialismo utopista, voleva indicare una serie di pensatori e riformisti che non avevano compreso le “vere e necessarie leggi della economia”, li considera dei pensatori totalmente astratti; Marx li considera un gruppo di non capaci di vedere la realtà come davvero era. Questi rappresentano una prima fase del socialismo europeo. In questo gruppo rientrano: SAINT-SIMON, FOURIER e OWEN. Tutti e 3 criticano il sistema capitalista industriale e la proprietà privata e in particolare vedono nel sistema capitalista l’origine dello sfruttamento e dei problemi sociali. Tutti e 3 definiscono il sistema capitalista disumano. Si definiscono socialisti perché tutti e 3 vedono e difendono il principio dell’eguaglianza sociale. Vivono tutti e 3 nella primissima parte dell’800. SAINT-SIMON= viene inserito nei socialisti utopisti ma proveniva da una famiglia aristocratica, scrive numerose opere che riguardano la questione sociale ed elabora una teoria definita socialista utopista. 1. È il primo a usare il termine LOTTA DI CLASSE, intende il conflitto tra classi sociali antagoniste. Nella storia la prima lotta di classe riguarda i feudatari (le classi precedenti alla rivoluzione industriale) e gli industriali (gli imprenditori e gli operai). 2. Immagina una società perfetta in cui non esiste più l’ingiustizia sociale nella quale la ricchezza prodotta viene redistribuita. 3. Questa società perfetta per essere tale dovrà basarsi sulla collaborazione fra operai e imprenditori e dovrà essere governata dai più capaci (i tecnocrati, persone che governano perché hanno determinate competenze). C’è il tema della lotta di classe. FOURIER= “NUOVO MONDO INDUSTRIALE”, per vivere per lungo tempo si occupa di commercio, si impegna poi a scrivere sulla questione sociale e sulle ingiustizie che vede. Ebbe un successo politico nel 1968. In questo libro immagina una società socialista basata sulla vera eguaglianza sociale. Dice che questa società sarà formata da strutture che chiama falangi, cioè micro comunità. Queste micro comunità si baseranno sulla cooperazione economica e infatti parla di cooperative di consumo. Dice che all’interno di queste comunità verranno costruite delle unità abitative che chiama FALANSTERI. Nei falansteri è tutto in comune, c’è totale libertà anche intesa come libertà sessuale, vivono come le grandi comuni. Immagina un’economia agricola nella quale non ci sarà più spazio per la proprietà privata, alle persone verrà dato in base ai loro bisogni (denaro, beni e cose). OWEN= ha un modo di pensare il socialismo molto più pratico rispetto agli altri due. Owen prova a fare politica in maniera seria impegnandosi con delle riforme sociali e prova a realizzare una società perfetta nella fabbrica in cui era direttore. Owen è un imprenditore, un filantropo, un riformista, un politico. Proviene da una famiglia povere ed eredita la fabbrica di cui diventa direttore dal suocero. È la prima fabbrica modello della storia industriale. È socialista perché cerca di garantire ai propri operai buone condizioni di vita. In un Inghilterra in cui i bambini lavoravano, le donne incinta venivano licenziate ecc….lui permette alle donne incinte di stare a casa in modo retribuito, crea all’interno della fabbrica gli asili, garantisce salari equi e buoni, è un socialista perché tratta i suoi operai come persone. Presenta in parlamento una serie di richieste di riforme sociali tra cui richiede il suffragio universale. Lascia poi l’Inghilterra e va negli USA, nell’ Indiana e investe una parte considerevole del proprio denaro per fondare una comunità socialista che chiama NEW ARMONY che è una comunità in cui non esiste la comunità privata, i beni sono in comune, le attività economiche prevalenti sono legate all’agricoltura e in cui esiste una parità perfetta tra entrambi i sessi. Però fallisce perché sottovaluta l’egoismo individuale, la cattiveria umana, iniziano i contrasti nella comunità e quindi torna in Inghilterra. Gli ultimi anni della sua vita li passa nella politica e lascia il RIFORMISMO SOCIALISTA, cioè l’idea che si possa davvero raggiungere l’eguaglianza sociale attraverso riforme sistematiche. PUNTI IN COMUNE= comunione dei beni, i primi due sono molto astratti, si focalizzano sulla dimensione collettiva, eguaglianza sociale, pensano di poter creare una società giusta DIFFERENZE= classe sociale d’appartenenza Quando parliamo di socialismo ci colleghiamo alla giustizia. MARX= socialismo scientifico. Si deve partire dalla rivoluzione industriale. CAPITALE E LAVORO, CLASSE BORGHESE E CLASSE OPERAIA. Nel linguaggio socialista per lavoro si intende il salario dato al lavoratore, per capitale si intende quella quantità di denaro che l’imprenditore usa e investe in attività economiche. Queste 4 parole sono le alcune delle parole partecipare alle decisioni pubbliche, questo sostengono i coniugi Webb. Secondo i coniugi Webb è possibile una via pacifica, graduale e riformista ad una società democratica e socialista. Affermando ciò prendono le distanze da Marx perché lui predica la rivoluzione violenta. La seconda opera che pubblicano i coniugi Webb è del 1897 e si chiama INDUSTRIAL DEMOCRACY, quest’opera approfondisce i temi trattati in quella precedente. Parlano della VERA DEMOCRAZIA che include la partecipazione degli operai alla vita politica in senso generale e in senso più particolare un esempio di vera democrazia è la vita interna ai sindacati. Per loro il sindacato è il primo esempio di vera democrazia: 1. In ogni sindacato troviamo un’assemblea rappresentativa eletta da tutti gli operai la quale nomina il comitato esecutivo che dovrà prendere le decisioni 2. Il capo del comitato esecutivo resta in carica fino a quando soddisfa gli interessi e le richieste dei membri del sindacato. Nel sindacato secondo i coniugi Webb c’è una democrazia diretta. Le due opere degli Webb sono espressione di una mentalità politica che cerca di unire due principi: il socialismo e la democrazia, in modo graduale, pacifico e riformista. GERMANIA A fine 800 assistiamo a due fenomeni speculari a quelli che stanno avvenendo nell’Inghilterra del tempo: industrializzazione molto rapida e di grande successo e la nascita e lo sviluppo di una grande classe operaia. In Germania la classe operaia viene conquistata dal pensiero di Marx. Il momento storico in cui diventa chiaro l’avvicinamento della classe operaia a Marx è il 1875 con il congresso di GOTHA dove nasce il partito socialista operaio. Nel momento di sua fondazione interviene Marx criticando il programma che questo partito si era inizialmente dato. Si era dato un programma che si ispirava a LASSALLE. Secondo Marx per fare la rivoluzione avevano bisogno in un partito forte e combattivo e che dovesse usare una filosofia particolare, cioè il materialismo storico. Da questo momento la classe sociale del proletariato tedesca avrà un forte legame con Marx. Alcuni anni dopo, 1879 si creano le leggi antisocialiste, il governo di Berlino emana una serie di leggi che rendono il partito appena nato clandestino e illegale, alcuni degli esponenti del partito vengono incarcerati. Gli effetti di queste scelte sono importanti, le leggi del 1879 radicalizzano il pensiero e la strategia del movimento socialista tedesco e a causa delle leggi antisocialiste la parte più riformista, moderata, pacifica del partito viene isolata. Il governo poi ritira le leggi, il partito torna ad essere legale e nel 1887 avviene un’ulteriore svolta decisiva che coincide con l’ascesa e la conquista della leadership del partito da parte di KAUTSKY, che è l’esponente più importante dell’ala radicale del partito e un convinto sostenitore del materialismo storico e dell’idea di rivoluzione. Kautsky convoca un’assemblea del partito fondato nel 1875 e afferma solennemente che da quel momento in poi il movimento socialista tedesco avrebbe adottato ufficialmente la concezione filosofica e politica di Marx e che quindi l’obiettivo finale dei socialisti tedeschi sarebbe stata unicamente la rivoluzione. Non mantiene la promessa, nel 1891 nella città di Erfurt nasce il partito socialdemocratico tedesco. Hanno adottato il programma di Marx, ma questo stona con il nome che danno al partito. Per capire il nome che danno al partito è necessario prendere in considerazione il programma che viene approvato ad Erfurt, include al suo interno delle contraddizioni, ha 2 idee difficili da tenere insieme: 1. Necessità di riforme sociali e politiche, si chiede ad esempio un maggior interesse da parte dello stato nel miglioramento delle condizioni di vita della classe operaia, si parla di suffragio universale 2. La seconda parte del programma parla della rivoluzione come qualcosa che necessariamente avrà luogo, concetto che ritroviamo in Marx. Questo programma contiene una parte più riformista perché il partito operaio tedesco inizia con Lassalle e questo fa parte della tradizione e quindi non può essere completamente cancellata, inoltre serve anche per ottenere la fiducia degli operai più moderati. Diventa in pochi anni il primo partito socialista d’Europa. Se si guarda l’Europa la profezia di Marx viene completamente sconfessata, a partire dall’Inghilterra emergono due fatti incontestabili: le condizioni della classe operaia migliorano in termini di salario e diritti, la classe borghese non accenna a rimpicciolire; la profezia di Marx entra in crisi. Il primo che affronta questo problema è BERNSTEIN che nel 1899 scrive un’opera “I PRESUPPOSTI DEL SOCIALISMO”. Bernstein è stato un socialdemocratico tedesco ebreo e fa il giornalista. Viene inviato a Londra dove vivrà per alcuni anni, comincia così a studiare la vita degli operai, delle associazioni operaie, la vita dei sindacati inglesi, segue il dibattito politico inglese e alla fine scrive il libro. Questo libro è una critica diretta contro il materialismo storico e contro le previsioni politiche ed economiche fatte da Marx. I punti su cui critica Marx sono: 1. La prima riguarda il concetto di materialismo storico, contesta l’idea che la storia sia un processo caratterizzato da continue lotte di classe che porteranno necessariamente alla fine della società borghese e capitalista attraverso una rivoluzione. Ritiene che non ci sia nulla di necessario nella storia e nella politica. Secondo lui è assurdo pensare che inevitabilmente ci sarà una rivoluzione. 2. Marx aveva detto che la borghesia sarà sempre più ricca e sempre meno numerosa, il proletariato sarà sempre più numeroso e sempre più povero; Bernstein vive in Inghilterra e vede che gli operai stanno bene, vivono in buone condizioni, hanno buoni salari, una parte della classe operaia quella formata da operai specializzati ha un tenore di vita sempre migliore e vede che la borghesia è sempre più numerosa, in particolare osserva l’aumento dello sviluppo della piccola e media borghesia. 3. Nota in Inghilterra un successo crescente degli ideali riformisti tra gli operai Unendo queste tre considerazioni vede come la profezia di Marx sia completamente errata. Nella parte finale del libro fa una proposta politica, dice che il futuro della classe operaia non è la distruzione della società borghese e capitalista, il suo compito è realizzare l’eguaglianza sociale attraverso la democrazia. Vuol dire che Bernstein dice che la democrazia politica deve essere mantenuta in vita, il diritto di voto deve essere per tutti e gli operai attraverso il loro partito potranno influenzare la vita politica del proprio paese facendo pressione per introdurre riforme sempre più progressiste e avanzate. Marx non è tollerante alle idee diverse, Bernstein è un socialista che dice che il socialismo è realizzabile nel rispetto di chi la pensa diversamente, rappresenta la risposta critica al pensiero di Marx e al materialismo strorico. Questa risposta critica consiste proprio nella negazione delle previsioni che Marx aveva fatto. Bernstein è un critico di Marx e la sua opera si diffonde anche in Germania e viene censurata e criticata da Kautsky e dal partito socialdemocratico, viene censurata perché attacca Marx. RIASSUNTO= A FINE 800 IN INGHILTERRA si afferma un socialismo riformista (democrazia sociale riformistica), in GERMANIA abbiamo il prevalere di un socialismo rivoluzionario (KAUTSKY) come oppositore abbiamo il socialismo riformista (BERNSTEIN). Fine ‘800 e inizio del ‘900 è un periodo importante perché si affermano i partiti di massa, sono partiti con apparati organizzativi imponenti che rappresentano le masse (es. partito socialdemocratico tedesco). I partiti di massa lavorano nella società civile e dentro il parlamento. Quali sono le principali forme di governo in Europa? Monarchie parlamentari e costituzionali. Che cosa avviene di importante in Europa in questo periodo? Comincia ad estendersi il diritto di voto e un ruolo fondamentale è svolto dai partiti. A partire dalla fine dell’800 fino al primo dopoguerra in tutta Europa si afferma il parlamentarismo, in tutti i paesi europei la vita politica e le decisioni politiche si concentrano nei parlamenti. In questo periodo in tutta Europa assistiamo a una crescente critica nei confronti dei partiti di massa e nei confronti del parlamentarismo. Queste critiche provengono da intellettuali d’ispirazione socialista e soprattutto provengono da intellettuali molto conservatori. Gli intellettuali conservatori di destra criticano i partiti di massa perché li associano agli operai e al mondo socialista. Gli intellettuali socialisti rivoluzionari criticano il parlamentarismo e la vita parlamentare perché li ritengono inutili, per loro la vera libertà e uguaglianza si otterranno solo con la rivoluzione. Michels e Pareto sono i due principali intellettuali conservatori di destra che criticano fortemente il partito di massa, in particolare il partito socialista. MICHELS= è un sociologo, “SOCIOLOGIA DEL PARTITO POLITICO”, dedica tutto il suo lavoro allo studio del partito socialdemocratico tedesco con l’obiettivo di far capire tutta la contraddizione fra quello che il partito fa finta di essere e quello che realmente è. Il partito socialdemocratico tedesco sostiene di essere realmente democratico, lui ritiene il contrario perché con il suo studio sociologico fa capire che ha una struttura piramidale in cui ci sono i leader che prendono le decisioni e poi la base formata dagli operai. Secondo Michels tutti i partiti di massa sono organizzati in modo piramidale e quindi non democratici. Scrive il libro sul partito socialista per dare un messaggio: LA DEMOCRAZIA NON ESISTE. Ci dice che “ ogni organizzazione di qualsiasi tipo essa sia, inclusi i partiti politici e di massa tende a strutturarsi come una piramide in cui chi sta al vertice prende le decisioni che verranno attuate dalla base e non c’è alcuna speranza di creare una organizzazione in cui non ci sia differenza fra chi comanda e chi obbedisce”. Queste idee vengono sviluppate da PARETO che è un’economista. Anche PARETO afferma i principi di Michels ma aggiunge che non solo ci sarà sempre una distinzione tra chi comanda e chi esegue, dice anche che la storia politica dell’uomo è caratterizzata dall’avvicendarsi di ELITE’, un piccolo gruppo di perone che prende le decisioni per tutte. TOTALITARISMI Quello sovietico ha le sue origini nella prima guerra mondiale, la rivoluzione russa scoppia nel 1917 nel pieno della prima guerra mondiale. Nella prima metà del 900 cominciano ad esserci dei problemi. Il totalitarismo indica una serie di nuove dittature che si affermano nel primo dopoguerra e che si basano su una serie di elementi distintivi: 1. una forte ideologia  2. un partito unico 3. unico partito ammesso e legale controlla lo stato e controlla anche la società 4. nel totalitarismo chi prende il potere vuole radicalmente controllare la vita e le menti delle persone. Nelle dittature precedenti ci si accontentava di controllare la politica, qua si vuole controllare mentalmente le persone I regimi del 900 sono la conseguenza della crisi del primo dopoguerra: 1. crisi economica che riguarda principalmente la Germania e l'Italia 2. la perdita di fiducia nelle istituzioni, massiccia di fiducia verso il parlamentarismo: si comincia a considerare il parlamento come istituzione debole, inutile e gestito da personaggi non capaci, si parla anche di corruzione.  3. Si comincia a desiderare un capo carismatico che non ha bisogno delle elezioni, è colui che si impone per la propria personalità, sa guidare il popolo e sa essere trascinante e convincente.  L'Italia tra il 1918-1919 a causa della guerra e della crisi inizia il biennio rosso, una sorta di rivolta sociale ed economica che riguarda soprattutto le grandi città industriali italiane ed è consistita in scioperi di massa e occupazioni delle fabbriche da parte degli operai che ideologicamente professano il socialismo. Uno dei protagonisti politici di questo biennio fu il partito socialista italiano fondato nel 1892. Nel biennio rosso si manifesta la contrapposizione tra le due classi operai e borghesia, lotta di classe. Il fascismo nasce come risposta al biennio rosso e pericolo socialista. L’altro paese è la Germania che alla fine della prima guerra mondiale si trova in una situazione simile a quella italiana, è un paese debole politicamente e economicamente. In Germania nel 1919 viene formata un’assemblea nazionale costituente che da vita e promulga una nuova costituzione democratica e repubblicana, costituzione di WEIMAR e nasce la REPUBBLICA DI WEIMAR, fu un esperimento politico e fallimentare; la costituzione del 1919 introduce diritti sociali che vengono protetti e garantiti dalla costituzione, introduce il referendum popolare, riconosce la piena eguaglianza tra uomo e donna, introduce un sistema elettorale proporzionale. Fallisce perché:  La pace di VERSAILLES (1919), è una pace punitiva, la Germania viene accusata di essere la responsabile della prima guerra mondiale, viene obbligata a pagare enormi costi di riparazione, perde 2 territori importanti ALSAZIA E LORENA che erano pieni di carbone, viene obbligata a sciogliere l’esercito. Ha l’effetto nel tempo di nutrire un profondo nazionalismo e odio nazionalistico.  La nuova classe dirigente mantiene nella burocrazia dello stato gli esponenti del vecchio regime che erano conservatori e reazionari, mantenerli è stato un enorme problema perché una burocrazia del genere indebolisce il sistema democratico  Il sistema proporzionale crea una vasta instabilità politica, i partiti non trovano dei compromessi. LENIN= (la rivoluzione russa è fatta in nome di principi morali che però genera un mostro come Stalin). La Russia era un paese contraddittorio, dal punto di vista economico e sociale era estremamente arretrato. La maggioranza della popolazione sono contadini e la classe operaia è ristretta e concentrata in pochissime città (Mosca e Sanpietroburgo). Nel 1898 viene fondato il partito socialista democratico russo e il bolscevismo, il partito di Lenin, è una costola del partito socialdemocratico russo. Lenin diventa la figura politica rivoluzionaria più importante in Russia agli inizi del 900. I due bersagli preferiti di Lenin sono Kautsky e Bernstein. Contro il primo perché lo considera un rivoluzionario fallito, aveva provato a tenere insieme due cose nel partito socialista tedesco cioè gli operai moderati e quelli reazionario. Bernstein lo critica perché è riformista. Lenin nel 1902 pubblica un’opera importante CHE FARE?, nel 1917 STATO E RIVOLUZIONE, in entrambe elabora una strategia rivoluzionaria su come conquistare il potere di un paese enorme, arretrato come la Russia in cui la classe operaia è molto piccola e poco coesa.  Secondo lui il metodo principale è dare vita a un grande partito socialista rivoluzionario e comincia a chiamarlo comunista che sia formato da rivoluzionari di professione, cioè persone che dedicano la loro vita mettendola anche a rischio in nome della causa rivoluzionaria. Quest’idea si ritrova oggi nei gruppi fondamentalisti (movimento jihadista).  Il secondo strumento per la conquista del potere deve essere di dare al partito un’organizzazione molto efficiente, cioè piramidale un gruppo prende le decisioni un altro le mette in atto. Nel 1917 Lenin è in Svizzera in esilio perché considerato politicamente pericoloso, nel 1917 torna in Russia e poi comincerà la rivoluzione. Fra ottobre- febbraio fa la rivoluzione, abbatte l’impero russo e il regime zarista e conquista il potere nell’intero paese. Lo conquista a danno dei suoi diretti concorrenti, i menscevichi che erano la parte moderata del vecchio partito socialista democratico russo. I bolscevichi hanno la meglio perché riescono a realizzare la strategia rivoluzionaria che voleva Lenin. Come conquistano il potere?  Congresso dei soviet 1918, piccole organizzazioni con funzioni politiche ed economiche formate da operai e da contadini sulla scia del ritiro della Russia dalla prima guerra mondiale che avviene proprio nel 1917. I bolscevichi conquistano la fiducia dei soviet degli operai e dei contadini e al congresso del 1918 il partito bolscevico diventa il punto di riferimento di tutti i soviet russi.  1918, vogliono realizzare una serie di riforme progressiste come la distribuzione della terra ai contadini, nazionalizzazione delle banche, affermazione della eguaglianza giuridica fra uomini e donne e separazione tra stato e chiesa. Conquistano così la fiducia di molti  1918-1922, creazione di una vera e propria DITTATURA DI PARTITO, quello bolscevico. Nasce una dittatura di partito perché vengono dichiarati illegali tutti i partiti eccetto quello bolscevico, eliminano le libertà sindacali, privano i loro nemici di classe di qualsiasi forma di diritto ai borghesi vengono tolti diritti civili e politici. Vengono poi eliminati fisicamente. La violenza e la forza diventano strumenti per tenere saldo il potere. Nel 1918 pubblica però “LA RIVOLUZIONE PROLETARIA”, saggio in cui ripete che è necessario usare la violenza in tutte le sue forme per proteggere la rivoluzione. Dopo il 1917 Lenin e i bolscevichi sono impegnati su 2 fronti: interno e esterno. Quello interno è rappresentato dai gruppi di resistenza antibolscevica sparsi in varie zone del paese, soprattutto in Ucraina perché capiscono che questa rivoluzione è russa e i russi hanno un forte senso nazionalista. Il fronte esterno è costituito da tutte quelle potenze straniere che vogliono eliminare e far fallire la rivoluzione, sono tante perché avevano paura che fosse esportata. La NEP, nuova economia politica, c’era la crisi e la soluzione che Lenin propone alla crisi economica è proprio la NEP, che consiste nella realizzazione di una serie di riforme che introducono principi di libertà economica e ad esempio i contadini consigli non hanno successo. Sempre tra autunno e inverno del 1918 questi consigli vengono repressi ed eliminati dai FREIKORPS (corpi liberi); sono formazioni paramilitari di estrema destra, anticomunisti-socialisti-democratici che hanno una certa facilità nello smantellare questi consigli per due motivi; nonostante la sconfitta militare l’esercito tedesco nel 1918 esiste ancora e la maggioranza del mondo contadino tedesco è politicamente conservatrice. Questo mondo contadino molto conservatore è concentrato nel sud della Germania caratterizzata da un cattolicesimo molto conservatore. I consigli vengono eliminati e quindi viene eliminata la possibilità di una rivoluzione. Tra il 1918-1919, dopo l’eliminazione dei consigli, vengono convocate le elezioni democratiche per la creazione di un’assemblea nazionale costituente che aveva il compito di scrivere la costituzione. Contro i pronostici il partito che ottiene il 35% dei voti è il partito socialdemocratico tedesco il cui leader era Ebert che diventa il capo del primo governo provvisorio successivo alla fine della guerra. I grandi compiti sono ristabilire l’ordine e scrivere la costituzione. Per ristabilire l’ordine si firma la pace con chi la guerra l’ha vinta, la pace che viene imposta con la forza ha un costo politico ed economico molto alto per i tedeschi, questo genera un sentimento di odio e di rivincita che in parte spiega il successo dei nazisti. Si parla di pace cartaginese: 1. La Germania perde tutte le sue colonie in Africa 2. Perde l’Alsazia e la Lorena, perde la Posnania e l’Alta Slesia 3. Viene ordinato alla Germania di smantellare il proprio esercito 4. Viene ordinato alla Germania di ritirare in maniera permanente tutti i suoi soldati dalla Renania, che era ricca di carbone e materie prime 5. La Germania deve pagare costi di riparazione pari a 287 miliardi di marchi Il governo di Ebert firma la pace e scrive poi la costituzione che è molto innovativa ma un po’ confusa. Scrivendo la costituzione: la costituzione viene materialmente scritta da 28 giuristi che cercano di renderla troppo progressista e innovativa. Nasce una Germania nuova, tutto il contrario di tutto. Viene promulgata il 1 gennaio del 1919 e diventa una repubblica federale, democratica, presidenziale con un governo parlamentare (il capo del governo è anche il capo della maggioranza parlamentare) CANCELLIERE= leader del governo I POTERI DEL PRESIDENTE (HINDENBURG):LA CONTROVERSIA CON LA SPD=il presidente viene eletto direttamente dal popolo e durava in carica 5 anni. La scelta di creare una repubblica presidenziale era stata inizialmente osteggiata dai socialdemocratici che non volevano un presidente troppo forte scelto dal popolo. Alla fine i socialisti accettano la repubblica presidenziale e in cambio hanno dei vantaggi:  Inserimento nella costituzione del referendum popolare  Ottengono che il cancelliere abbia il potere di controfirmare tutte le decisioni prese dal presidente  Ottengono che la maggioranza parlamentare possa chiedere le dimissioni del presidente Sulla carta questo gioco di compromessi era perfetto, ma c’era un trucco perché non è mai esistita una maggioranza parlamentare poiché scelsero la maggioranza proporzionale e in uno stato non maturo crea il caos. Si crea quindi un’instabilità politica molto forte che in parte nasce da questo sistema elettorale e in questo clima di instabilità si cerca l’uomo forte. REICHSTAG=parlamento, detiene il potere legislativo REICHHSRAT= camera federale, rappresenta i laender cioè i singoli stati tedeschi. Il rapporto fra parlamento e camera federale è un rapporto di subordinazione della camera federale al parlamento, questo vuol dire che il parlamento che stava a Berlino aveva più poteri della camera federale. Solo il parlamento poteva fare le leggi, se la camera federale non approvava una legge bastava che il parlamento trovasse una maggioranza dei 2/3 per farla passare, anche contro la volontà della camera federale. DIRITTI SOCIALI= è la prima costituzione al mondo che inserisce i diritti sociali come diritti costituzionale, cioè lo stato si deve impegnare per il benessere cittadino. 1. Per la prima volta si parla di socializzare le imprese private in caso di necessità 2. Si parla di diritto al lavoro 3. Diritto alla sanità 4. Diritto all’istruzione 5. Diritto all’assistenza sociale 6. Diritto alle pensioni di vecchiaia e alle assicurazioni contro malattia ed infortuni Vengono inseriti per rispondere alle esigenze e alle pressioni fatti dai socialisti. Nel 1919 a Monaco nasce il partito nazista. Una delle chiavi del successo è che negli anni 20 tra 1929-1930 si conclude la breve primavera della repubblica di Weimar 1923-1929, in questi anni si ha una crescita economica che sembra stare una nuova stabilità al paese, gli americani stanziano degli aiuti economici che risollevano l’economia tedesca. Con il crollo della borsa di Wallstreat si ha una nuova crisi che fa crollare la Germania e favorisce l’avanzata dei nazisti. Inoltre il problema della repubblica di Weimar è l’essere una repubblica democratica senza un popolo democratico che crede nei valori di democrazia e libertà e infatti basta poco per far volgere il popolo verso Hitler. Tappe fondamentali nella conquista del potere: 1. Elezioni politiche e Hitler conquista pochi voti. Tra il 1930-1932 il partito cresce nel consenso popolare fino a quando nelle elezioni del 1932 il partito raggiunge la maggioranza relativa ovvero conquista la maggioranza dei voti a tavolino ma non bastano ancora per avere il controllo del governo. Crisi genera fiducia, seconda condizione è che i nazisti colpiscono la pancia del paese che è fatta da disoccupati, da odio sociale, da scontenti e da un forte sentimento di rivincita, da sentimenti nazionalisti poi si allea anche con il partito nazionale tedesco, cioè il partito conservatore molto vicino al partito di Hitler. Nel 1933 ottiene la maggioranza assoluta e Hitler e il suo partito danno il via alla distruzione sistematica delle istituzioni democratiche in tre passaggi: viene eliminata l’opposizione politica, vengono eliminate le libertà sindacali e di associazione. 2. Pochi mesi dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta muore il presidente e Hitler assume la doppia carica di presidente e capo del governo. Il parlamento viene incendiato e la colpa viene fatta ricadere sui comunisti ed eliminano l’opposizione creando una situazione d’emergenza nel paese che danno al presidente la facoltà di eliminare le libertà fondamentali. 3. Lo statuto del partito formalizza la nascita della dittatura per due motivi: prima di tutto perché il partito nazista viene definito non solo partito unico ma anche “ente pubblico”, cioè il partito diventa lo stato. Lo statuto formalizza il potere totale del partito e si afferma che il partito è l’unico e legittimo interprete dello spirito nazionale tedesco. ANALOGIE CON IL FASCISMO= basati su un partito unico, eliminazione di ogni tipo di pluralismo politico, la repressione dell’opposizione e del dissenso diventano strumenti per mantenere il potere, sia Mussolini che Hitler salgono al potere in situazioni di instabilità interna. DIFFERENZE CON IL FASCISMO= ai nazisti riesce creare una perfetta identificazione tra lo stato e il partito, questa identificazione riesce più facile ai tedeschi perché non esistono due contro poteri che invece esistono in Italia (monarchia e chiesa). La manipolazione della memoria si accompagna al razzismo (antisemitismo) ideologico e politico che invece manca nella Russia di Stalin. In Germania trasformano l’antisemitismo in una questione politica perché privano gli ebrei dei diritti civili e politici. Schmitt scrive “Stato, movimento e popolo” (1933), è il filosofo del fascismo, spiega il fatto dell’ente pubblico. Dice che la Germania ha due novità: partito come ente pubblico e non esiste più la differenza tra stato e popolo perché tutto è controllato dall’unico partito al potere. L’antisemitismo razziale che porterà alla persecuzione degli ebrei ecc. ha come presupposto una visione razziale e razzista che va al di là della questione ebraica. Visione razziale e razzista che consisteva nel creare una razza perfetta senza difetti ed eliminare fisicamente i non adatti. Le camere a gas e i campi di sterminio sono precedute dallo sterminio di pazzi, omosessuali, disabili, ecc. Dal 1933 vengono promulgate le prime leggi che vanno a colpire la minoranza ebraica. Nel 1933- 1934 gli ebrei non possono più insegnare nelle scuole, esercitare la professione medica; tutto ciò viene poi estremizzato nel 1935 con le leggi di Norimberga che si articolano secondo 3 principi: 1. Vietano i matrimoni misti 2. Vietano alle cittadine ariane di prestare servizio nelle case di ebrei se avevano un’età inferiore dei 45 anni perché ancora fertili 3. Priva definitivamente i cittadini ebrei dei diritti civili e dei diritti politici, cioè li priva del diritto di cittadinanza ed quindi è la condizione che rende legale il successivo sterminio Nel 1938, la notte dei cristalli, è stata una caccia all’ebreo che avviene nelle principali città tedesche. Avviene in seguito alla uccisione in Francia di un diplomatico tedesco da parte di un giovane ebreo. Questa notte è dunque una rappresaglia. Nella comunità ebraica tra il 1933-1938 i più ricchi scappano in America, Inghilterra e Palestina. Nel 1941 Hitler impedisce l’espatrio degli ebrei rimasti in Germania e proprio nel 1941 si ha una grandissima accelerazione delle esportazioni. L’antisemitismo non è solo politica di discriminazione ma è una politica di persecuzione finalizzata all’eliminazione fisica. DOPO LA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE SONO STATI AFFRONTATI TEMI TRA CUI: futuro politico dell’Europa, femminismo, questione della decolonizzazione, questione ambientale e teoria Dopo la fine della seconda guerra mondiale si crea un assetto bipolare. Si torna a parlare di: libertà, eguaglianza che caratterizzano buona parte del pensiero politico dopo la seconda guerra mondiale. Guerra fredda porta alla luce la rilevanza della Germania che diventa un paese chiave per spiegare tutto il processo d’integrazione europea e delle teorie politiche. 1. FUTURO POLITICO DELL’EUROPA, Altiero Spinelli scrive il manifesto di Ventotene che è un documento chiave sull’integrazione europea e nel manifesto di Ventotene viene criticato il principio della sovranità nazionale. Spinelli era un giornalista e uomo politico, di sinistra, antifascista che viene mandato al confine da Mussolini, più precisamente all’isola di Ventotene. La seconda guerra mondiale e tutto quello che è accaduto sono frutto di un nazionalismo esasperato i cui due esempi più importanti sono stati il nazismo e il fascismo. Spinelli si chiede come evitare nuove guerre in Europa. L’unico modo è trasformare l’Europa in una federazione di stati europei (parla di stati uniti d’Europa). Se vogliamo vivere in pace dobbiamo eliminare i singoli stati regionali e creare una federazione. L’UE ha delle caratteristiche particolari perché non è una federazione, non ha un governo federale europeo ma ha delle caratteristiche che troviamo negli stati ovvero cittadinanza, moneta unica e un mercato unico, quindi è un ibrido. Teoria federalista vs. teoria funzionalistica, il processo storico e politico ha portato alla nascita dell’unione europea si è caratterizzato per il prevalere della teoria funzionalista su quella federalista. Con funzionalista si parla di una teoria politica che viene elaborata da Jean Monnet, ci dice che la creazione di una federazione europea è un obiettivo ambizioso ma molto difficile e quindi ci riusciremo solo in maniera graduale. Pensava prima di dare vita a un’integrazione economica, poi si passerà a quella politica. Oggi l’UE è egemonizzata dalla Germania. Ufficialmente il processo di integrazione euoropea inizia nel 1950 con la dichiarazione Schuman, che è un documento politico ideato da due ministri francesi= Schuman e Monnet. La dichiarazione Shuman crea la comunità autonoma del carbone e dell’acciaio. Prima organizzazione sovrannazionale europea, può essere considerata l’embrione dell’UE. Questa comunità viene ideata per 2 motivi: il primo è di tipo politico per ricostituire su basi di collaborazione i rapporti tra i due storici Germania e Francia; secondo motivo di tipo economico per impiegare e sfruttare al meglio le risorse presenti in Europa occidentale. Dietro questa comunità c’è la teoria funzionalista 2. FEMMINISMO, dopo la fine della seconda guerra mondiale, anni 50 e 60 perché in questo periodo le donne cominciano ad eccedere in maniera forte al mondo del lavoro e all’istruzione. Comincia a coinvolgere altri paese anche più conservatori come l’Italia. Prende forma l’emancipazione femminile e le teorie sull’emancipazione femminile. Le teoria di EMPOWERMENT, cioè teorie femministe che rivendicano un ruolo sociale delle donne molto più visibile e forte. Parte integrante delle teorie di empowerment è la rivendicazione della libertà sessuale. Un posto molto importante all’interno di questa teoria lo ha SIMONE DE BEAUVOIR, è stata una delle femministe più famose. Ha cercato di elaborare una teoria femminista originale che si basa su 3 prospettive di riferimento: esistenzialistica, psicanalisi e suo tentativo di avvicinare le teorie femministe al marxismo. Queste teorie le troviamo in un libro “IL SECONDO SESSO”. Valore e significato del libro e della sua teoria sottolinea il problema della umanizzazione della donna, perché invece di essere un oggetto dev’essere un soggetto di diritti e dovere. L’emancipazione vera avverrà quando la donna non sarà più considerata essenzialmente in virtù delle sue funzioni biologiche e sociali cioè madri e mogli. Tutte queste teorie femministe anticipano in Europa e in particolare in Italia in dibattito politico su 2 diritti introdotti negli anni ’70, cioè divorzio e aborto. 3. PROCESSO DI DECOLONIZZAZIONE, significa fine del regime coloniale che riguarda soprattutto Africa e Asia. Avviene in pochi luoghi in modo del tutto pacifico, in altri attraverso guerre e rivoluzioni. Il processo comincia nel 1950 e si conclude agli inizi degli anni ’70. Questo processo storico è stato accompagnato da teorie politiche che hanno cercato di riflettere criticamente sul rapporto tra occidente e oriente e fra i colonizzatori e i colonizzati. Fanon è l’autore di “I dannati della terra”, cioè tutti i paesi colonizzati. Il libro di Fanon è uno dei libri fondamentali del pensiero politico attorno alla decolonizzazione. È l’opera che da inizio a una corrente di pensiero che esiste ancora oggi, il terzomondismo, ha l’idea per cui i mali, l’arretratezza, i problemi che affliggono moltissimi paesi ex- colonie dipendono essenzialmente dall’aver subito il dominio dei paesi europei. Fanon era uno psichiatra e poi si mette a studiare sociologia e teoria politica. Promuove la liberazione anticoloniale nel suo continente, cioè l’Africa, e cerca di spiegare i motivi del sottosviluppo di tanti paesi africani sia da un punto di vista sociologico sia da un punto di vista psicologico. Il motivo psicologico: il colonialismo ha creato in Africa e in Asia popolazioni “malate e alienate”, i partiti europei hanno portato nei paesi colonizzati depressione, tristezza, malinconia, alienazione mentale, descrive la malattia mentale come un prodotto dei paesi occidentali. La parte sociologica-economica: le potenze coloniali in Africa e in Asia hanno esportato un sistema economico basato sullo sfruttamento, cioè di tipo capitalistico. Finita la colonizzazione si apre una nuova forma di sfruttamento che chiama neocolonialismo che avviene in Africa e in Asia attraverso le grandi multinazionali occidentali. Il suo obiettivo politico è di provare che dopo la fine del colonialismo ha preso forma una nuova contrapposizione sociale ed economica fra masse di contadini/lavoratori che vivono nel terzo mondo in condizioni di miseria, sfruttamento e la grande borghesia capitalista e internazionale. Ha anticipato la globalizzazione. Dietro la teoria di Fanon c’è un tentativo di riattualizzare il messaggio politico di Marx. La guerra del Vietnam e quella di Algeria sono esempi famosi di decolonizzazione. La guerra di Algeria è stata una guerra di liberazione combattutta da FNL (fronte di liberazione nazionale algerino) contro il governo francese; è interessante perché negli anni ’50 l’Algeria non è una qualsiasi colonia, è la prosecuzione del territorio nazionale in Africa, questo è perché resite tanto la libertà e la dipendenza del paese. Guerra interessane perché compare in maniera evidente l’uso di azioni terroristiche come mezzi per attuare e portare avanti la guerra di liberazione, queste azioni terroristiche vengono fatte sia in Algeria che in territorio francese. Chiusa nel 1962 da De Gaulle che nel riconoscere l’indipendenza dell’Algeria si aliena l’appoggio del fronte più conservatore francese. 4. PENSIERO ECOLOGICO, dagli anni 60 la questione ambientale diventa una questione politica e diventa quello che viene chiamato ecologismo. Questo vuol dire cominciare a pensare che le azioni che noi facciamo e l’impatto delle attività umane sull’ambiente producono conseguenze di tipo sociale e politico. Berry Commoner è considerato il fondatore dell’ecologismo. Parla di capitale umano (la formazione e l’investimento nella formazione intellettuale degli individui e delle persone che poi dovranno saperla mettere a frutto, es gli studenti) e capitale biologico (tutto ciò che sta dentro l’ambiente), questi due capitali sono interconnessi e quindi la sua idea è che l’uno influenza l’altro, secondo Commoner le azioni si manifestano più o meno negativamente sull’ambiente e questo produce contro effetti. “Il cerchio da chiudere”, opera principale dove elenca i principi del pensiero ecologico: idea che tutto ciò che noi produciamo finisce da qualche parte nell’ambiente, la natura e l’ambiente sono capaci di auto regolarsi se il ciclo naturale non viene alterato o compromesso, è necessario limitare e razionalizzare i consumi principalmente nella parte ricca e sviluppata del mondo. I 3 principi sono diventati a partire dagli anno 70 i principi fondamentali di quello che oggi chiamiamo sviluppo sostenibile. TEORIA DELLA GIUSTIZIA. Anni 70. Rawls= per teoria della giustizia intendiamo lo sviluppo del pensiero politico contemporaneo che rimette in discussione un principio che per molto tempo nella storia del pensiero politico è stato accantonato, il principio di giustizia. Oggi il principio  Il cristianesimo riconosce la dignità dell’individuo che rappresenta anche un aspetto essenziale delle istituzioni democratiche.  Idea della eguaglianza tra gli uomini intesa come eguaglianza dei diritti  Diritti umani  Principio della solidarietà e della fratellanza  Principio di separazione tra sfera politica e religiosa che si ritrova in buona parte nel cristianesimo Parla contro i sistemi e le ideologie totalitarie che hanno distrutto e eliminato qualsiasi forma di libertà e dignità umana, polemico nei confronti di Machiavelli e del principio secondo cui il fine giustifica i mezzi. Polemico poi contro il positivismo giuridico, che indica una corrente di autori e pensatori che affermano un unico tipo di diritto che in alcuni autori afferma anche l’importanza e la necessità di separare la politica da valori di tipo religioso. Cerca di spiegare quella che secondo lui è la vera democrazia: 1. Per lui non è soltanto una forma di governo 2. Non è solo un insieme di regole, la democrazia funziona non solo se ci sono chiare regole per elaborare le decisioni politiche ma anche se quelle decisioni politiche riflettono valori condivisi e soprattutto se quelle decisioni politiche servono a perseguire il bene comune che è l’idea fondamentale. Maritain prepara il terreno a quella che sarebbe stata la sua concezione pedagogica. Per lui la vera democrazia deve basarsi su buone istituzione e su di una buona educazione. Le buone istituzioni sono: 1. Suffragio universale 2. Costituzione 3. Istituzioni repubblicane 4. Rappresentanza politica, parlamentare 5. Referendum popolare, serve a rafforzare la volontà popolare Accanto alle buone istituzioni ci deve essere una buona educazione (pedagogia). Secondo Maritain per costruire una democrazia funzionante abbiamo bisogno di buoni cittadini ossia cittadini democratici per questo ci vuole una scuola e un’educazione adatta. La pedagogia si fonda su 2 principi: 1. Umanesimo integrale, la pedagogia deve avvalersi della filosofia d’ispirazione cristiana, significa pensare che il singolo individuo è fatto di materia e di spirito e che entrambi questi aspetti devono essere riconosciuti e adeguatamente educati. 2. Personalismo pedagogico, qualsiasi sistema educativo si deve fondare sulla relazione tra maestro e discepolo e in particolare può essere sintetizzato dalla frase “persona significa apertura al nuovo, all’altro, al mondo, all’assoluto”. Il primo obiettivo è quello di assicurare un’educazione liberale, cioè che deve sviluppare la personalità dell’individuo, la sua capacità critica, importanza delle discipline classiche/umanistiche (latino, greco, filosofia, storia). Deve inoltre insegnare dei valori (solidarietà, rispetto, fratellanza) che sono essenzialmente cristiani; deve insegnare i valori democratici cioè deve educare e sviluppare cittadini democratici. Polemizza con DEWEY che invece riteneva che l’educazione doveva essere per lo più utile. Maritain crea un legame tra l’educazione e le virtù che sono di due tipi: intellettuali e in senso civico. Intellettuali perché l’educazione deve essere finalizzata allo sviluppo della personalità e civiche per la costruzione di cittadini democratici. C’è un collegamento tra Maritain e la Montessori, lui attribuisce all’educazione il compito di istruire alla conoscenza delle discipline classiche ma anche allo sviluppo delle capacità meditative che permettono lo sviluppo armonico della persona e quindi del cittadino democratico. Lui ritiene esista un legame tra politica ed educazione perché ha una visione complessa e sfaccettata della democrazia, sostiene che nessun sistema democratico possa sopravvivere e funzionare senza essere sostenuto da valori democratici. Capisce che quella che chiamiamo democrazia non significa soltanto eguaglianza di diritti, garanzia delle libertà o diritti di voto per tutti, ma che tutti questi diritti funzionino solo se dietro questi diritti c’è una mentalità democratica in famiglia e nella scuola. Insiste su questo aspetto perché ha di fronte a sé un esempio storico importantissimo della Germania nazista. CHOMSKY= nato nel 1928, nella sua attività intellettuale si è posto 2 problemi: come creare una vera democrazia, per lui quella americana non lo è; come creare un sistema educativo realmente democratico. Nato a Philadelphia, è uno dei maggiori linguisti al mondo, si occupa di capire come funziona l’apprendimento della lingua scritta e orale da parte delle persone. Chomsky ha elaborato una teoria, la teoria della “GRAMMATICA GENERATIVA”. Buona parte della sua visione politica e buona parte della sua idea di educazione hanno a che fare con questa teoria della grammatica generativa. Secondo lui tutti gli esseri umani hanno nella loro mente una struttura comune per imparare a parlare. Esiste un unico genere umano e che al di là delle differenze culturali c’è qualcosa di profondo, di strutturale che tutti gli uomini condividono. Si chiede come creare una vera democrazia e lo fa criticando la democrazia americana. Vede nell’educazione un mezzo per realizzare una vera democrazia e riformare quella americana. È anarchico, libertario, no-global. Convinto che la fonte di gran parte dei nostri problemi è l’esistenza di un sistema del potere oppressivo. Il termine libertario si associa a quello di anarchico. Gli anarchici vogliono che tutti gli individui siano liberi ma non necessariamente parlano di diritti e libertà fondamentali costituzionalmente garantiti. Il liberale rivendica il primato dei diritti e delle libertà individuali, questi devono essere garantiti da una costituzione. È stato anche uno dei punti di riferimento del movimento no global. Scrive “Il potere american e i Nuovi Mandarini” (1967), comincia ad occuparsi seriamente di politica, siamo in una fase di grande ribellione e contestazione sociale. Comincia ad occuparsi di politica e del rapporto tra comunicazione e intellettuali. Afferma due idee centrali: 1. Il compito di ogni intellettuale dovrebbe essere quello “di dire la verità alla gente”. 2. Nella realtà però ciò non sempre avviene perché come spiega lui gli intellettuali non sono altro che parti integranti del sistema di potere. Con sistema di potere intende il fatto che nel mondo una minoranza prosperosa (ricca, influente) controlla e opprime i molti. Questa netta maggioranza di persone non è ricca, importante o influente. 1993, “I pochi ricchi e i molti poveri”, la minoranza prosperosa contro la maggioranza. In quest’opera Chomsky critica direttamente il proprio paese, critica l’economia americana osservando l’esistenza di una contraddizione tra come l’America si presenta al mondo e come l’America realmente è. Questa contraddizione è molto forte per quanto riguarda l’economia. Milton Friedman sostiene che la cosa più importante del libero mercato è che ci siano almeno due soggetti che traggono un mutuo beneficio. Chomsky dice che la novella del libero mercato non funziona in questo modo. Il libero mercato funziona se lo stato sta nel suo. Se guardiamo gli USA le cose sono diverse perché: 1. L’economia americana è nominata dalle multinazionali, è determinata e controllata da grandi multinazionali che determinano spesso le regole del gioco economico. 2. Una buona parte delle grandi industrie americane non solo ha rapporti stretti di interesse con il Pentagono ma una parte di queste aziende produce profitto grazie a importanti commesse militari. Anche in America in realtà c’è una presenza forte dello stato nell’economia sotto forma di commesse militari. 3. Secondo Chomsky ci dovrebbe essere un circolo vizioso che dovrebbe unire famiglie-stato- imprese. Questo tipo di movimento virtuoso non esiste negli USA. Negli USA e nel mondo occidentale stiamo assistendo a due fenomeni: 1. Distruzione di un vero sistema di welfare 2. Assistiamo ad un graduale impoverimento della classe media e alla concentrazione della ricchezza in un numero sempre più piccolo, sempre più ristretto di persone. Tutti questi aspetti qualificano la democrazia americana come una fake democracy. La domanda che si pone: “come può funzionare pacificamente una falsa democrazia ?”. Risposta contenuta nel “ La costruzione del consenso”. L’idea di Chomsky è che in America la minoranza ricca, influente e potente riesce a conservare e rafforzare il proprio potere attraverso una sistematica costruzione del consenso. Costruisce questo consenso con vari strumenti, i principali sono i media. “La costruzione del consenso” teorizza i 5 filtri del sistema di propaganda, cioè operazione di convincimento. La minoranza dei potenti conserva il proprio potere. 1. PROPRIETA’= perché tutti quelli che noi chiamiamo media sono proprietà di poche persone che li utilizzano per creare profitto. 2. PUBBLICITA’= perché da molti anni i proprietari dei principali media hanno bisogno della pubblicità per autofinanziarsi. Il vero oggetto che vende siamo noi. 3. CHI SI OPPONE ALLA PROPRIETA’ DEI GRANDI MEDIA VIENE FATTO OGGETTO DI DIFFAMAZIONI 4. NEMICO COMUNE= necessità da parte dei media di creare un nemico comune da vendere all’opinione pubblica 5. COMPLICITA’= fra i proprietari dei media e le istituzioni governative, perché secondo Chomsky il potere usa i media per influenzare l’opinione delle persone. Fanno parte del sistema di propaganda il cui obiettivo è creare consenso verso il sistema di potere. Anche se la propaganda racconta un fatto realmente accaduto lo manipola per realizzare obiettivi politici ben precisi. Serve anche a mettere a tacere chi la pensa diversamente. Per Chomsky la propaganda è qualcosa di funzionale e utile ai sistemi totalitari così come ai sistemi democratici. “Consenso senza consenso”, nella democrazia americana il consenso popolare è falsato e manipolato soprattutto grazie a quel sistema di propaganda. Il consenso si crea anche creando sempre più consumatori, descritti come persone del tutto inconsapevoli e che non riescono neppure a comprendere a pieno le questioni sociali, politiche e economiche più importanti; la loro inconsapevolezza è utile a chi detiene il potere per continuare a farlo. Lo scenario dipinto da Chomsky è aristocrazia vs. popolo, definisce la contrapposizione tra minoranza di potenti e maggioranza priva di potere è la differenza e il contrasto tra aristocrazia e popolo. Tutta la storia della democrazia americana è caratterizzata da questo profondo contrasto, che secondo Chomsky lo possiamo già vedere in 2 dei protagonisti della storia americana: JEFFERSON E MADISON. Secondo lui incarnano due prospettive completamente diverse sul contrasto, due prospettive antitetiche sul significato di democrazia. Secondo Chomsky l’idea che Jefferson ha di democrazia si basa sul principio del diritto alla proprietà. Madison pensa che la democrazia debba basarsi sul diritto di proprietà. Alla proprietà è un diritto che chiunque dovrebbe avere. Di proprietà vuol dire che questo diritto viene sostanzialmente riconosciuto ad un numero esiguo di persone. Secondo Chomsky nella storia della democrazia americana ha prevalso il diritto di proprietà e per questa ragione che si è potuta affermare la distinzione fra i pochi che hanno il potere e i molti che lo subiscono. Chomsky ricorda che Jefferson mette in guardia dal pericolo per una democrazia sana derivante da una concentrazione eccessiva di proprietà e ricchezza nelle mani di pochi, mette in guardia da quella che chiama aristocrazia americana (Toqueville). EDUCAZIONE. La sua idea di educazione è connessa alla sua idea di politica. Chomsky fa il linguista, quando parla del miglior modo di educare le persone si riferisce sempre a John Dewey, che è stato uno dei padri della pedagogia e intellettuale di sinistra libertario. Per Chomsky come per Dewey senza una vera educazione non può esserci una vera democrazia. “Il fine ultimo della produzione non sia la produzione di beni ma la produzione di esseri umani liberi reciprocamente associati”, frase di Dewey che Chomsky cita spesso. Per entrambi la democrazia si basa su due principi fondamentali: libertà e associazione. Per entrambi l’educazione deve formare persone capaci di collaborare, stare insieme pacificamente condividendo valori comuni. Un altro elemento di vicinanza tra i due è la concezione umanistica della educazione: rapporto tra insegnante e allievo che non è di tipo nozionistico, è un’ educazione che ha come obiettivo la formazione dell’individuo. Le radici culturali di questa concezione: 1. ILLUMINISMO= perché nel 700 durante l’Illuminismo si afferma l’idea che educare significhi permettere lo sviluppo della persona e delle sue capacità; inoltre durante l’Illuminismo si afferma l’idea che se vuoi un sistema politico che funzioni bene fatto di cittadini consapevoli, devi garantire un’adeguata educazione. 2. VON HUMBOLDT= il suo pensiero è alla base della concezione umanistica perché teorizza due idee; la prima è che lo stato non deve in alcun modo interferire nella sfera privata delle persone, cioè deve essere limitato, principio che appartiene al liberalismo; secondo Von Humboldt l’educazione deve essere prima di tutto formazione della personalità. 3. TRADIZIONE SOCIALISTA E LIBERTARIA= da questa tradizione derivano due idee che sono quello dell’associazione e il valore della eguaglianza. Un’educazione che si rispetti deve includere questi due principi. 4. STAMPA OPERAIA= nasce in Europa nell’800 a partire dall’Inghilterra e diffonde i valori della cooperazione, forte critica nei confronti dello sfruttamento economico, forte critica nei confronti di chi detiene il potere. Alla stampa operaia Chomsky riconosce il merito di aver combattuto contro il conformismo sociale e contro l’omologazione. Una concezione umanistica dell’educazione deve servire da antidoto contro il conformismo e l’omologazione. Queste correnti di pensiero hanno un principio forte in comune: LO SVILUPPO DELL’INDIVIDUO, sviluppo che deve essere armonico. Cioè sviluppo la mia personalità all’interno di una comunità. Con la sua idea di educazione Chomsky sembra riproporci un’idea che appartiene a un passato lontano, BILDUNG. Il termine nasce in Germania nell’800 e significa che l’obiettivo dell’educazione non è trasmettere nozioni utili ma è permettere alla persona di diventare ciò che è in potenza, scopri chi sei e realizzalo al meglio, si ritrova nel pensiero di Chomsky. In “democrazia e istruzione” cerca di analizzare alcune delle ragioni storiche, sociali e politiche che per lui hanno determinato il peggioramento e il fallimento del sistema educativo americano. Ragioni per cui il sistema educativo è entrato in crisi:  Flessibilità del lavoro, socialmente produce un sistema economico in cui la gente investe nel lavoro una quantità di tempo sempre più elevata. Una delle conseguenze peggiori che questo precariato genera è l’indebolimento e la crisi della cellula di ogni società, cioè crisi della famiglia e del rapporto genitore e figlio  Privatizzazione dell’istruzione, fenomeno delle CHARTER SCHOOLS, sono espressione di una delle più recenti degenerazioni del sistema americano, sono espressione della trasformazione della scuola in una grande azienda; aziendalizzazione dell’istruzione. Pensare all’educazione “in termini di profitto e in termini soddisfazione del cliente”. Il cliente è lo studente. Il rapporto tra insegnante e studente diventa un rapporto aziendalistico, l’insegnante vende qualcosa e lo studente è il cliente. Per Chomsky questo sistema è diseducativo e in contrapposizione si pone la scuola pubblica che recuperi il principio della formazione dell’individuo. Si dichiara favorevole alla scuola pubblica e in più occasioni ha sottolineato la necessità di far ripartire l’istruzione pubblica contro le charter scholls. La proposta che avanza Chomsky va a rivalutare l’istruzione pubblica. È necessario recuperare 2 aspetti del porcesso educativo: 1. LA CREATIVITA’ 2. LO SVILUPPO DELLE CAPACITA’ E DELLE POTENZIALITA’ INDIVIDUALI Sentono lui l’educazione deve permettere alle persone di formarsi una opinione e visione critica. Questi modelli sono inapplicabili nella realtà. Il rapporto tra la sua proposta educativa e la sua visione politica? Insiste sull’educazione perché così come la intende lui sviluppa la capacità critica che è un antidoto fortissimo contro la propaganda, la manipolazione della massa ed è un’educazione funzionale a una vera democrazia. L’educazione così come lui la concepisce serve a rovesciare quel rapporto tra minoranza influente e maggioranza senza potere che a suo giudizio è tipico della falsa democrazia. Per rovesciare questo rapporto bisogna far capire come usare quei diritti e quelle libertà in modo democratico solo con una vera educazione. Il tipo di educazione che ha in testa si svilupperebbe bene investendo su strutture pubbliche. Quando parla di educazione si sofferma su 3 aspetti: 1. IMPATTO DELLE TENOLOGIE= non si apprende meglio solo grazie alla tecnologia poiché essa è neutrale. La tecnologia è uno strumento potente ma chi la usa deve possedere quello che lui chiama il “contesto di comprensione”, cioè saper valutare criticamente le informazioni che ci vengono fornite attraverso le tecnologie. 2. COSTO O INVESTIMENTO= per Chomsky l’educazione non deve essere considerata un costo da coprire bensì un investimento. Parlare dell’educazione come costo vuol dire sottolinearne l’aspetto negativo, significa guardare all’educazione come problema da risolvere, educazione come investimento vuol dire guardarla come un’opportunità Nasce in una famiglia di origine ebraica. Mentre lui era un prete cristiano. Fa parte dell’alta borghesia fiorentina che con il mondo dei contadini non c’entra nulla. Si avvicina al cristianesimo studiando arte, mentre restaura un dipinto si imbatte nel vangelo, lo legge e poi prenderà i voti. Viene ordinato prete a Firenze e cominciano dei problemi. La sua anima e il suo spirito sono quelli di un ribelle, di un contestatore. Sacerdote che sottolinea il carattere sociale del messaggio cristiano, il vangelo è un opera scritta che si rivolge ai deboli, ai poveri e agli umili e secondo Don Milani è a questo tipo di realtà che devono rivolgersi i preti e gli educatori. Viene punito, lo mandano in esilio nella parrocchia di un piccolo paesino Barbiana, lì si trova un gran numero di bambini senza istruzione. In questo contesto di vita contadina che prende forma il suo progetto educativo. Due concetti importanti : il suo progetto educativo è un progetto pratico, poi viene la teoria; per Don Milani la scuola deve essenzialmente a parlare, a usare correttamente la lingua. Lui inventa la lettura dei giornali all’interno delle scuole. Dal punto di vista pedagogico il suo progetto ruota attorno al tema del parlare per difendersi, per difendere le proprie ragioni e per la costruzione di una società realmente democratica. Altri 3 aspetti importanti: 1. carattere contestatario e eretico che consiste nella sua critica nei confronti della gerarchia della chiesa e di una società che secondo lui si è dimenticata dei più deboli; 2. prova alla fine degli anni 50 a elaborare una sintesi in uno dei suoi scritti più importanti “Esperienze pastorali”, che viene immediatamente condannato dalla chiesa; 3. in piena guerra fredda Don Milani è un cattolico che sembra avvicinarsi alle posizioni di movimenti politici che con il cattolicesimo non hanno nulla a che fare, si avvicina ai comunisti e ai socialisti. “LETTERA DI UNA PROFESSORESSA” è il manifesto del pensiero educativo e politico di Don Milani, è un saggio sotto forma di lettera che scrive alla fine degli anni 60, quando sta insegnando a Barbiana. È una lettera in cui attacca e critica la bocciatura di alcuni suoi allievi che si sono presentati all’esame statale per accedere alla scuola magistrale. Usa questo pretesto per esprimere le sue idee su quella che dovrebbe essere la buona scuola:  contestazione al programma scolastico dell’epoca perché è ripetitivo e parziale,  viene posto il problema dell’utilità dell’educazione, ricorda Dewey  focalizza l’attenzione sul tema della diseguaglianza sociale, viene contestata la natura classista del sistema d’istruzione educativo in Italia, questo sistema non fa altro che avvantaggiare chi parte da una situazione di privilegio. Questo tipo d’istruzione non facilita per niente la creazione di una società democratica. (Chomsky, Maritain, Dewey). In questo passo il tema dell’educazione viene collegato a un articolo della costituzione italiana dove dice che tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua. Salta fuori il tema della lingua.  Emerge la polemica di Don Milani nei confronti del processo costituente che da vita alla costituzione perché secondo lui chi ha fatto la costituzione non ha pensato alla categoria più debole e che lui conosce meglio, il mondo contadino. La parte politica è il suo riferimento alla lingua perché l’apprendimento corretto della lingua è il primo principale mezzo per rendere le persone realmente eguali e quindi per insegnare ad esercitare i propri diritti. La critica alla specializzazione la troviamo in Don Milani e in molti autori e pensatori che negli anni 60 e 70 si sono occupati di educazione e politica. Punti principali del suo progetto educativo e politico: 1. LINGUA, lo scopo principale di ogni scuola è la lingua che per lui è il principale strumento di emancipazione e che consente ai deboli di sapersi difendere. 2. LAICISMO, è laico in due sensi: è un prete che è convinto della separazione tra politica e religione; non imponeva le preghiere senza però provare ad indottrinare, il suo è un modello anti-indottrinario (Chomsky e Dewey). 3. DISCIPLINA, era un uomo di grande severità e profonda etica del lavoro. Insiste sulla disciplina perché ha due intuizioni: senza disciplina e regole non si va da nessuna parte, e la disciplina interiore è utile a chi vuole essere attivo dentro una democrazia. 4. METODO COOPERATIVO, tutto il processo educativo si basa sul principio della cooperazione che segue due linee. La cooperazione deve essere tra gli studenti, si impara insieme, e deve esserci tra il maestro e gli studenti. Insiste su questo metodo perché lo ritiene un buon mezzo per insegnare concretamente cosa vuol dire vivere in una comunità democratica. Questo metodo ricorda Dewey e Chomsky. Il problema di questo progetto: funziona bene se è applicato a comunità molto piccole di studenti e non seleziona bene. Il vantaggio, quello che si conserva di questo sistema è il contenuto democratico. È sopravvissuto l’aspetto politico, l’idea che la democrazia come sistema politico ha bisogno di quelli che già Tocqueville chiama cittadini democratici, questa cittadinanza democratica si sviluppa a partire dalla scuola e dalla lingua, cioè strumento di inclusione sociale e come strumento per rafforzare una comunità democratica. ILLICH=nella sua opera c’è la connessione tra educazione e politica e troviamo una serie di idee che in parte troviamo in Don Milani, c’è in lui una connotazione di maggiore radicalismo sociale e politico. Anche Illich è figlio di donna ebrea sposata con un cattolico, come Don Milani, si fa prete e avrà un rapporto molto conflittuale con la gerarchia della chiesa cattolica, sia per le sue idee pedagogiche che per le sue idee politiche. È più estremo di Don Milani. 3 termini definiscono Illich politicamente: anarchismo, terzo mondismo e pauperismo. Gli anarchici sono coloro che credono che la radice di tutti i mali sia lo stato e lui è critico nei confronti delle istituzioni politiche e ogni forma di controllo sociale e politico. Il terzo mondismo è un movimento politico-culturale a favore delle popolazioni del terzo mondo e che vuole difendere le loro ragioni e la loro dignità. È anche un pauperista, il pauperismo è un movimento che rivendica la povertà come valore e afferma di difendere e rappresentare le ragioni dei gruppi sociali più deboli (punto di contatto con Don Milani). Il pauperismo viene da san Francesco e dai francescani. Illich viene da una famiglia mista perché il padre è croato. Descolarizzazione, la sua idea è una estremizzazione che già aveva Don Milani. Come Don Milani nasce in una famiglia dell’alta borghesia, accede a un alto livello d’istruzione. È un uomo che ha vissuto in giro per il mondo per tutta la sua vita. Prende gli ordini a Roma, vivrà in Germania; vive e insegna negli USA, ma l’esperienza più grande la farà in Sud America e poi andrà in Messico. Il sud America è infatti la culla del terzo mondismo. Scrive di antropologia, psicologia. Nel suo pensiero è molto presente l’impronta anarchica e riferimenti a Marx, che viene usato come riferimento per le critiche contro il capitalismo. Il progetto educativo che ci propone Illich ha una componente politica che consiste in una critica radicale e forze a qualsiasi forma di istituzioni: in particolare critica la scuola. Per questo viene definito il teorico della descolarizzazione, nel 1971 pubblica “Descolarizzando la società”. Cosa vuol dire descolarizzare la società? Eliminare le classi, gli indirizzi di studio, programmi predefiniti, voti, la figura classica dell’insegnante e le strutture fisiche delle scuole e la struttura delle classi, perché non c’è interazione tra alunni e insegnanti. Bisogna eliminare la scuola come istituzione e cambiare la relazione tra chi insegna e chi apprende (ricorda Chomsky, Dewey e Don Milani). Perché la descolarizzazione? Per lui è fondamentale per ridisegnare la società in modo anarchico e libertario. Quello che rende particolare il contributo pedagogico e politico di Illich è che la sua teoria della descolarizzazione è legata ad un progetto fondamentalmente anarchico e libertario. Per Illich il problema della scuola e dell’istruzione tradizionale è che non forma persone libere bensì ubbidienti e esecutori di ordini (Don Milani). Negli anni 70 si trova in Messico dove fonda il centro interculturale di documentazione, punto di riferimento per quelli che condividono la sua idea di descolarizzazione, anni in cui c’è la seconda ondata delle scuole popolari. Il principio della convivialità è l’esatto opposto di qualsiasi forma di rapporto gerarchizzato. In questo centro Illich elabora il suo programma “contro l’istruzione e a favore dell’educazione”. L’istruzione è un insieme di nozioni che vengono trasmesse dal docente a colui che apprende, per educazione s’intende formazione che non consiste solo nell’imparare nozioni e memorizzare informazioni piuttosto che consiste nel capire come vivere con gli altri e sviluppare la propria personalità. Secondo Illich affinché l’educazione sostituisca l’istruzione è necessario affrontar in modo critico alcuni problemi: 1. Ricorda Don Milani, contesta alla scuola di avere una gerarchia come lo stato, contesta un’istruzione obbligatoria e di tipo specialistico che per Illich è un’istruzione che non è minimamente funzionale allo sviluppo di un pensiero critico e indipendente. 2. Parla di programma occulto. La scuola tradizionale per Illich è uno strumento attraverso il quale lo stato impone la sua autorità, stabilisce ciò che è legittimo e ciò che non lo è ed è lo strumento attraverso cui lo stato indottrina i cittadini (somiglianza con Don Milani). Critica l’istruzione di tipo specialistico che per Illich riduce tutto il processo di apprendimento a prendersi un “pezzo di carta”, è un’istruzione in cui si studia per un esame per poi rimuovere il tutto per quello dopo. 3. Ricorda Marx, usa il linguaggio di Marx per parlare di istruzione. L’istruzione è una merce. Questa idea del mercato monopolizzato della scuola ricorda Chosmsky con le charter school, ricorda il mercato monopolizzato dai capitalisti. Due idee fondamentali: l’istruzione tradizionale ha trasformato secondo Illich l’istruzione, l’apprendimento e la conoscenza in merce, in qualcosa di quantificabili; secondo Illich questo tipo di degenerazione, di stortura, problema è il frutto e la conseguenza del fatto che la scuola è per Illich uno strumento di potere e di controllo usato ad hoc dallo stato. Allora Illich consiglia di superare questo tipo d’istruzione e di togliere allo stato il monopolio dell’istruzione. (parallelo con Don Milani perché è quello che prova a fare a Barbiana). Il principio della convivialità è l’esatto opposto di forma di istruzione tradizionale e di qualsiasi forma di rapporto gerarchizzato. Uno dei principi più misteriosi, parola chiave per capire meglio la sua idea di pedagogia. Aspetti che Illich critica maggiormente nelle scuole tradizionali è rapporto gerarchizzato che viene a costruirsi. Illich vorrebbe vedere sottratto allo stato e alla scuola il processo di educazione, ci propone un’istruzione che ha una finalità politica chiara, cioè una realtà anarchica e libertaria. Ha in mente un’istruzione che si deve fondare su questo principio. Esempio, facebook ha una struttura orizzontale, c’è un fondatore ma queste grandi aziende lavorano in grandi stanze, rilassanti e si ha l’idea di essere in un ambiente fortemente conviviale. Si ha avuto questa idea perché in questo modo si raggiungono due risultati: la gente è più felice e rilassata; in un ambiente del genere il flusso e lo scambio di idee è più facile e veloce. Le sue idee pedagogiche hanno avuto un riscontro molto positivo nelle multinazionali. Questo principio quindi si pone l’obiettivo di creare ambienti in cui le persone apprendono, condividono e comunicano in libertà, con spirito cooperativo, in un’atmosfera rilassata e che in questo modo possono arricchire se stessi e gli altri. Lui voleva trasporre questo concetto nell’istruzione. Questo principio di convivialità, che elabora in riferimento alla scuola, si richiama a un’idea di società, comunità e vita politica che si possa strutturare e organizzare in maniera orizzontale e non verticale e quindi sulla base di rapporti fra pari. La sua fede ha influito in questo suo pensiero, le prime comunità cristiane infatti erano comunità conviviali, formate da uomini e donne con rapporto di parità. Trasformazioni che hanno riguardato il sistema d’istruzione. FINE ANNI 40-FINE ANNI 50= l’istruzione italiana cerca di sottrarsi dall’influenza della riforma Gentile di epoca fascista in nome di ideali democratici. Con la fine del fascismo quando si comincia a elaborare la costituzione italiana si cerca anche di pensare ad una scuola che rafforzi le istituzioni democratiche. Nell’istruzione italiana emergono due problemi fondamentali: il primo è la mancata alfabetizzazione; nonostante tutti gli sforzi il sistema d’istruzione italiano è finalizzato a scegliere i più adatti a continuare gli studi. Es. fino alla fine degli anni 50 si poteva smettere di studiare alla terza elementare, se si voleva andare alle medie si doveva fare un esame. ANNI 60= la società cambia, quello che i sociologi chiamano “nuova richiesta di democrazia”. Vuol dire che ci sono alcune forze politiche che chiedono di ripensare il sistema d’istruzione italiano e renderlo più vicino e aderente ai principi della costituzione. Uno dei principi dice che l’istruzione è garantita a tutti. Un primo risultato è la legge del 31 dicembre 1962:  istituisce la scuola media unica  l’esame di terza media viene equiparato ad un esame di stato Fra il 1963 e il 1975 comincia a nascere la scuola di massa. Avvengono tanti cambiamenti, in particolare nel 1969 viene liberalizzato l’accesso alle università. Prima del 1969 si faceva il liceo classico o scientifico. Viene aperta l’università a tutti gli indirizzi. Cominciano a nascere nelle scuole quelle che oggi vengono chiamate gli organi collegiali ai quali possono partecipare anche i rappresentanti dei genitori. Viene introdotto nelle scuole per gli studenti il diritto di assemblea. Viene introdotto il coordinamento interdisciplinare. Valorizzazione della autonomia didattica degli insegnanti. Queste serie di elementi innovativi vengono introdotti per democraticizzare la scuola. Un ulteriore strumento attraverso quale in Italia si è cercato di introdurre e rafforzare i principi democratici del nostro sistema d’istruzione è l’introduzione di una disciplina che è l’educazione civica. È stata introdotta per la prima volta nel 1958 con la finalità di trasmettere conoscenze relative al sistema politico e istituzionale italiano. Nel 1979 con la riforma dei programmi di scuola media viene cambiato il nome a questa disciplina e viene chiamata educazione alla convivenza democratica. La finalità che le viene attribuita è quella di fornire una alfabetizzazione culturale. Si capisce che per costruire una comunità di cittadini consapevoli e responsabili è necessario insegnare loro le caratteristiche e il funzionamento delle istituzioni del proprio paese. Dalla fine degli anni 70 ai giorni nostri, la finalità dell’educazione civica è rimasta l’alfabetizzazione culturale, ma anche diffondere l’educazione a una visione pluralistica e aperta della società. Questo aspetto è stato ribadito nell’ultima grande riforma scolastica italiana, la riforma Gelmini del 2008, la quale ha rimodificato il nome di questa materia “cittadinanza e costituzione”, come disciplina da insegnare nella scuola primaria e secondaria. La finalità di questa disciplina dovrebbe essere trasmettere e stimolare una cultura istituzionale. Dietro questo elenco ritroviamo il principio che c’è dietro tutti gli ultimi autori cioè il rapporto fra educazione e democrazia.
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