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Sbobinature,riassunti e domande Pedagogia Sperimentale - 24 CFU Lucisano (tutto il materiale che serve per affrontate esame), Sbobinature di Pedagogia Sperimentale

Sbobinature teledidattica e riassunti libri Manuale Frankenstein educatore J. Dewey L'unità della scienza come problema sociale Esperienza e educazione Domande

Tipologia: Sbobinature

2019/2020

In vendita dal 14/05/2020

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Scarica Sbobinature,riassunti e domande Pedagogia Sperimentale - 24 CFU Lucisano (tutto il materiale che serve per affrontate esame) e più Sbobinature in PDF di Pedagogia Sperimentale solo su Docsity! LEZIONE 1_IL SENSO DELL’EDUCAZIONE E DELL’ISTRUZIONE Gli illuministi ritenevano che l’uomo possa essere uomo soltanto per mezzo dell’educazione (kant) e che l’uomo può venire educato solo da uomini che a loro volta venivano educati e che forse l’educazione migliorerà LE GENERAZIONI. L’educazione può essere veicolo di cambiamenti positivi verso l’umanità ma ha dei limiti, infatti, Kant si chiede se noi dobbiamo pensare di educare per una SOCIETÀ PRESENTE o per una SOCIETÀ FUTURA e si chiede se i genitori pensano al bene dei loro figli solo in termini utilitaristici perché pensano che il loro bene siano solo i successi e i governati considerano i loro sudditi come STRUMENTI E non come FINI. 1.I genitori si curano solo che i figli facciano carriera nella vita; 2.I governanti considerano i loro sudditi come strumenti per i loro intenti Ci sono delle contraddizioni che sono insite nell’idea stessa di educazione: 1) Chi insegna è convinto di farlo per il bene dell’altro (→ Frankestein) → si rischia di soffocare i bambini con la preoccupazione 2) Si insegna sulla base dell’esperienza pregressa, sulla base di quello che ci è stato detto. Se osserviamo lo sviluppo della vicenda umana ci accorgiamo che la trasmissione dell’esperienza da una generazione all’altra funziona solo per quanto attiene alle tecnologie mentre si dimostra assai meno efficace per quanto riguarda i comportamenti sociali IL SAPERE TECNICO (L’IMPARARE A FARE) ha portato a un grande progresso MENTRE LA CAPACITÀ DI APPRENDERE DALL’ESPERIENZA e dagli errori nell’ambito dei rapporti umani pare che non esista.(racconto di Platone :Prometeo ed Epimeteo ruba tecnica e zeus gli da politica) E’ curioso osservare come anche nella vicenda personale talvolta non riusciamo a fare tesoro dell’esperienza di cui disponiamo, non riusciamo a trasferire competenze da un settore di applicazione all’altro. LEZIONE 2_LE COMPETENZE NECESSARIE PER EDUCARE I 4 pilastri di Delors 1996 :l’educazione è un tesoro nel campo (EDUCAZIONE DISCORSO DI FIDUCIA) Imparare a conoscere (tecnico)- imparare a fare (tecnico) Imparare a vivere con gli altri-(politico)- imparare a essere (politico) Competenze necessarie per educare (intorno a questi 4 pilastri) e VISALBERGHI su questo propone un MODELLO nel quale distingue queste competenze in 4 grandi settori : • Contenuti → conoscere ciò che si vuole insegnare (Gentile ) • Società → (Marx,Dewey) • Conoscenza dell’allievo → (indica in Rousseau primo autore che immagina che si debba tenere conto delle caratteristiche mentre si procede ad educarlo) o Vygostskij ci ha insegnato che non ci interessa conoscere il bambino per quello che è, ma per quello che potrebbe diventare se messo nelle condizioni migliori per crescere. (zona di sviluppo prossimale.) o Piaget ci ha insegnato che lo sviluppo del pensiero del bambino attraversa stadi diversi e in ciascuno stadio vengono maturate capacità diverse e che questo processo avviene attraverso la costante dinamica di assimilazione e accomodamento o Test d’ingresso spesso limitano la conoscenza • Metodo → (competenza che non è sempre scontata, è il fine e lo strumento stesso del processo educativo) o Se il tempo si usa in modo ottimale ci sarà un migliore apprendimento VISALBERGHI gioca con questi 4 competenze per definire quella che lui chiama l’ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE E DELL’EDUCAZIONE cioè intorno a ognuno dei settori di competenza lui mette delle discipline con l’idea di creare una sorta di CIRCOLARITÀ. Tende a dire che la PEDOGIA SPERIMENTALE non è presente nell’elenco delle discipline perché è una materia che affronta problemi e per natura i problemi sono interdisciplinari. LEZIONE 4.5. L’UNITà DELLA SCIENZA COME PROBLEMA SOCIALE Il testo è pubblicato nell’introduzione del I volume dell’International Enciclopedia of Unified Science. Lavoro ambizioso portato avanti dagli scienziati del CIRCOLO DI VIENNA che si innesta sull’idea di promuovere LA SCIENZA ATTRAVERSO L’UNIFICAZIONE DEL LINGUAGGIO SCIENTIFICO, basato principalmente su logica, fisica e matematica una scienza unificata che comprendesse anche le discipline umanistiche. Utilizzando il linguaggio delle scienze dure sia possibile costruire delle scienze sociali più solide La storia del testo si interseca con la vita di Dewey, infatti il progetto degli autori del circolo di Vienna era molto ambizioso si trattava di una vera e propria Enciclopedia Metodologica formata da 19 monografie e di fatto ne furono pubblicati soltanto 2 e Dewey si ritrova a collaborare con i primi DUE SAGGI del primo volume. • Unità della scienza come problema sociale • Teoria della valutazione Illuminismo: Il problema dell’unità della scienza si pone in maniera accentuato a partire dall’illuminismo (dall’enciclopedia di Diderot e Dalambert) dell’idea che a seguito di un’innovazione tecnica importante come quella della stampa, che era ormai evoluta, fosse possibile collocare insieme tutta la scienza che l’umanità aveva raccolto. Positivismo :cento anni dopo ,c’è l’idea che si possa dare un impianto scientifico alle scienze sociali, in cui nasce la sociologia, prime scienze sociali, la psicologia e può essere rappresentato dalla nascita dell’evoluzione tecnologica del 900, che sfocia poi nella prima guerra mondiale. Neopositivismo: si colloca tra le due guerre mondiali ma a causa delle persecuzioni razziali questi pensatori del Circolo di Vienna sono costretti a scappare in America dove vengono accolti da Morris e Dewey, che accetta di collaborare con loro ma non del tutto. 1)L’ATTEGGIAMENTO SCIENTIFICO Il saggio comincia con l’idea che Dewey ci chieda : • che cos’è questa cosa di cui si vuole promuovere l’unità, cioè la scienza • se è fattibile o desiderabile. Per distinguere quale è il significato della scienza è necessario proporre una DISTINZIONE tra scienza come ATTEGGIAMENTO E METODO e scienza COME CORPO DI CONOSCENZE. Cioè significa Separare termine di CONOSCERE dal CONOSCIUTO, cioè separare il percorso del conoscere da quello che si è conosciuto. Non c’è conoscere se non produce conoscenza e non c’è conoscenza se non c’è stato precedentemente un conoscere. Due atteggiamenti distinti ma non separati “poiché un metodo è un modo i trattare delle conoscenze , e la scienza come insieme di conoscenze è il prodotto di un metodo” Qui tenta di stabilire una priorità ovvero: • (prima considerazione) →Atteggiamento e metodo vengono prima del materiale contenuto nei libri, cioè il CONOSCERE PRECEDE LA CONOSCENZA; ciò che sta nei libri prima è stato conosciuto, sperimentato e poi scritto. • (seconda considerazione ) che l'atteggiamento è rivolto PRIORITARIAMENTE agli oggetti e agli eventi della vita quotidiana, e solo SUCCESSIVAMENTE a ciò che è argomento di scienza, tant’è che in qualche modo avanza L’IDEA CHE SCIENZA E LAVORO SIANO LA STESSA COSA, QUINDI associa l’atteggiamento scientifico ad atteggiamento di vita quotidiana E CHE NON È SOLO DEGLI SCIENZIATI ma è DI TUTTE LE PERSONE che hanno scoperto cose che poi si sono rivelate di grande utilità interagendo in modo intelligente con l’ambiente(es: come usare il fuoco). Possiamo immaginare che ci siano delle azioni che richiedono intelligenza per essere svolte non soltanto nelle grandi professioni e che ci siano abilità e capacità che nelle persone che operano in modo intelligente. La scienza è l’andare OLTRE all’abitudine e ai tentativi casuali, usare mani occhi e orecchie per confrontarsi con la realtà e usando il cervello per estrarre significato per ciò che osserviamo. Per approfondire questo tema Dewey usa un altro passaggio ovvero quella della continuità tra SCIENZA PURA E SCIENZA APPLICATA. ESPERIENZA E EDUCAZIONE Il testo viene scritto nel 39 nel mentre la scuola progressista da lui propagandata era sotto attacco. Egli vive tra 800 e il 900 e già all’inizio del 900 la sua scuola attiva il LEARNIG BY DOING era molto conosciuta. Poiché la scuola è in qualche modo una sovrastruttura del sistema economico appena inizia una crisi con il crollo di wall street nel 29 a mano a mano aumentano le proteste contro la scuola attiva e la tentazione di ritornare a modelli più tradizionali di scuola che danno più rispetto per l’autorità e che danno conoscenze più solide. -Scrive questo libro rivolgendosi prevalentemente ai suoi, rimproverando in parte gli insegnanti che lavorano nelle scuole attive, di non realizzare in modo compiuto il progetto delle scuole attive, ma nel libro SINTETIZZA l’esperienza delle caratteristiche delle scuole PROGRESSIVE ed è per noi un punto di riferimento per capire quale è il senso di fare educazione attiva nella scuola. PREFAZIONE: chi vuole costruirsi UNA TEORIA DELL’EDUCAZIONE deve cercare di capire quali sono le cause dei conflitti che si costruiscono intorno alla scuola e anziché prendere parte per gli uni e per gli altri indicare un piano d’azione che a partire da una comprensione profonda dei problemi cerchi di risolverli in modo compiuto. In questo non bisogna cercare un compromesso tra le diverse scuole di pensiero, scuole TRADIZIONALI E SCUOLE PROGRESSIVE E neanche fare una sintesi di alcuni aspetti dell’una piuttosto che di alcuni aspetti dell’altra. Il problema è essenzialmente che dobbiamo COSTRUIRCI UNA TEORIA, NUOVO ORDINE DI IDEE che sia in grado di guidarci nella nostra attività. In realtà questo è molto più difficile che seguire la tradizione, e quindi questo fa si che ogni volta che si va verso QUALCOSA DI NUOVO (es: sostituire i voti con i giudizi alle elementari) provoca poi una reazione e si rischia di provocare un ritorno a quelle che sembrano le idee e le pratiche più semplici e fondamentali del passato. Si parla di scuole PROGRESSIVE e non progressiste. Conclude questa prefazione con: Il valore di questo saggio consiste nel richiamare l’attenzione su problemi dell’educazione di più largo respiro tali da suggerire il loro stesso inquadramento Capitolo1: Educazione tradizionale - educazione progressiva All’umanità piace pensare per CONTRASTO e piace formulare le sue idee in termini DI OPPOSIZIONE, e tra queste opposizioni fa fatica a scorgere possibilità intermedie. A volte si ricercano dei COMPROMESSI ma tendenzialmente gli estremi sarebbero giusti e che i compromessi vengono dal fatto che nella pratica non si riesce a realizzare ciò che invece sarebbe ideale. Cosi nella TEORIA DELL’EDUCAZIONE l’opposizione generale viene dal fatto che l’opposizione è caratterizzata da: • L’idea che l’educazione si svolga dal di dentro che consiste nel trarre fuori dall’individuo tutto il buono che c’è dentro, • l’dea che l’educazione sia formazione dal di fuori invece la teoria dice che dobbiamo addomesticare i piccoli cuccioli d’uomo e il problema dell’educazione sia stemperare l’irruenza e condizionare le inclinazioni, e inserire nei giovani delle norme che vengono dalle tradizioni tramite una pressione esterna. Attualmente (cosi come al tempo in cui è trattata) l'opposizione, per quanto riguarda la scuola, è nel contrasto fra EDUCAZIONE TRADIZIONALE e EDUCAZIONE PROGRESSIVA. • L’EDUCAZIONE TRADIZIONALE si basa sul fatto che dovendo educare il cucciolo d’uomo ad inserirsi in una società complessa è necessario impartirgli informazioni, nozioni e modelli di comportamento che sono stati elaborati nel corso del tempo che fanno parte della nostra cultura e della dotazione tecnologica in modo che sia in grado di inserirsi in modo positivo. Tutto ciò che viene insegnato viene dal passato (norme e regole di condotta) e l’educazione consiste nell’imprimere nelle teste dei ragazzi queste informazioni. Tutto ciò sta nel piano generale dell’organizzazione scolastica. Cit. Papini: che cosa hanno fatto di male i bambini per essere reclusi per 5 ore nella scuola Dewey ne accetta le finalità buone, dunque, • LO SCOPO è quello di preparare il ragazzo alle responsabilità future e al successo nella vita mediante l'acquisizione d'un insieme di conoscenze e di forme di abilità che costituiscono IL MATERIALE dell'istruzione. Materie E Norme Vengono Dal Passato E Gli Studenti Devono Essere Diligenti. • SAPERI E SAGGEZZA del passato sono conservati nei libri mentre • gli INSEGNANTI sono il tramite che travasa il sapere dai libri agli alunni. Le tre caratteristiche che abbiamo elencato determinano i fini e i metodi dell'istruzione e della disciplina. Questo genere di scuola suscita DISAGIO e tutte le ricerche danno percezione che la motivazione degli studenti cala dal primo giorno di scuola man mano che passano gli anni e diventa sempre minore e questa modalità di trasferimento del sapere allontana i ragazzi dal piacere di apprendere. Nasce da una critica che possiamo così riassumere: IL SISTEMA TRADIZIONALE CONSISTE IN UN'IMPOSIZIONE DALL'ALTO e noi invece vogliamo una scuola che renda gli alunni partecipi, perché spesso di pensa di poter trasferire il sapere ai ragazzi cosi come lo percepiscono gli adulti mentre invece il ragazzo è assolutamente estraneo all’esperienza che gli viene proposta. Quindi Dewey critica chi fa questo EDULCORANDOLA come atteggiamento positivo. L’abisso tra l’esperienza degli adulti e quella dei ragazzi è grande e questo fa ciò che i ragazzi non riescono a partecipare attivamente a ciò che a loro viene insegnato. Tocca loro di apprendere come ai Seicento della "Brigata leggera" toccava di morire. La storia di Balaclava in qualche modo rappresenta il culmine di un atteggiamento tradizionale dal quale nasce un modello di contestazione alle rigidità delle regole militari. Quindi CONTRO l’idea della SCUOLA TRADIZIONALE (Imparare ciò che è scritto nei libri) SI OPPONE l’idea di una scuola DIVERSA, PROGRESSIVA • all'imposizione dall'alto si oppongono l'espressione e la cultura dell'individualità; • alla disciplina esterna la libera attività; all'imparare dai libri e dai maestri, l'apprendere attraverso l'esperienza; • all'acquisto di abilità e di tecniche isolate attraverso l'esercizio oppone la capacità di utilizzare singole sequenze di abilità in contesti reali per ottenere fini che rispondono a esigenze vitali; concrete • alla preparazione per un futuro più o meno remoto si oppone il massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente; • ai fini ed ai materiali statici(libri) è opposta la familiarizzazione con un mondo in movimento. Tutti principi astratti che dipendono dal modo in cui vengono applicati nella scuola ma anche a casa. Il rischio è che la filosofia sia eccellente ma che non venga applicata nel modo giusto nelle scuole progressive, che sta alla base della critica che Dewey fa ai suoi. PER RIMETTERE IN SESTO LE COSE CERCA DI FAR RIFLETTERE SU QUELLO CHE È IL PRINCIPIO FONDAMENTALE DELL’EDUCAZIONE PROGRESSIVA Se effettivamente l’apprendimento dell’individuo è un processo di cui è protagonista chi apprende, quindi, ci si chiede quale è il post del significato della materia di studio dentro l’esperienza. -Come funziona la materia di studio. -Nell’esperienza c’è qualcosa che tende ad un’organizzazione PROGRESSIVA? -Quali risultati possiamo ottenere quando i risultati non sono organizzati progressivamente? Nella filosofia delle scuole progressive si propone una stretta relazione fra il processo dell'esperienza effettiva, e l'educazione. Dobbiamo dunque avere un’idea esatta dell'esperienza. Il rischio è pensare che siccome la vecchia educazione si basava su un’organizzazione rigida basti togliere qualche di tipo di organizzazione e rifiutare qualsiasi tipo di autorità e capire quale è il ruolo dell’organizzazione all’interno dell’esperienza Il problema è immaginare quali siano i fondamenti dell’esperienza ed avere una nuova filosofia dell’esperienza. Il problema è cercare di capire quali siano le CARATTERISTICHE che definiscono un’ESPERIENZA e quali siano le CARATTERISTICHE che definiscono un’ESPERIENZA come ESPERIENZA EDUCATIVA. Perché ogni esperienza è un’esperienza ma non possiamo immaginare di non dover avere delle categorie che ci consentono di realizzare un esame critico dei fondamenti dei processi educativi. Un PROBLEMA CHE AFFRONTEREMO NELL’ESPERIENZA: libertà→ quali sono le condizioni che determinano la libertà dell’allievo. Deve essere libero di fare ciò che vuole o la libertà all’interno dell’esperienza ha dei condizionamenti che sono legati alla natura stessa dell’esperienza. Se l’educazione tradizionale impartiva nozioni che rimanevano estranee ai ragazzi qual è il modo in cui i ragazzi possono acquisire un pacchetto di nozioni che sono comunque fondamentali per inserirsi nel mondo del lavoro. Bisogna che i ragazzi vengano messi con la conoscenza del passato perché questa possa essere uno strumento per vivere bene il presente per modificare il futuro in relazione al fine. Quindi se dobbiamo rifiutare la conoscenza del passato come UN FINE dell’educazione dobbiamo insistere sull’importanza del passato come MEZZO. Capitolo 2. La necessità di una teoria dell'esperienza Se l’educazione e l’insegnamento hanno alla base l’esperienza di chi apprende abbiamo allora bisogno di una TEORIA DELL’ESPERIENZA EMPIRICA E SPERIMENTALE cioè che ci consenta di capire quale sia il rapporto fra educazione ed esperienza personale. Ma esperienza ed esperimento non sono idee chiare e quindi si deve definire prima il termine ESPERIENZA, ovvero l’acquisizione di elementi utili alla persona che fa l’esperienza qualsiasi essa sia. Confonderle è un errore notevole perché riflettendo sulla nostra stessa esperienza possiamo vedere come ci siano esperienze EDUCATIVE ed esperienze DISEDUCATIVE. Importante definirne i caratteri. In base alla nostra esperienza personale possiamo notare che alcuni ambiti di attività o ci sono stati preclusi oppure naturalmente preclusi. Molto spesso ci si rifiuta di cantare o di ballare o di fare cose per cui delle vicende personali passate ci portano a non tentare neanche più di utilizzare determinate attività non perché non ne siamo capaci e siamo talmente impediti da non poterlo fare, ma la verità è che le esperienze diseducative hanno un effetto drammatico sugli studenti. Dice Dewey: • L’ESPERIENZA può diminuire la capacità e la sensibilità di reagire, e questo è un effetto molto importante e frequente in una società che si basa sulle relazioni mediatiche. (es. bambini e bombarda) • un’esperienza può aumentare l'abilità automatica di una persona in una particolare direzione e tuttavia diminuire la sua flessibilità (es: culturisti → più deboli di pugili ecc. muscoli addestrati per una sola funzione estetica, non sono più in grado di fare molti movimenti.) • può dare una sorta di beneficio immediato ed essere negativa nel momento successivo (esperienza alimentare) -Quindi il problema dell’esperienza non è la sua GRADEVOLEZZA o il suo EFFETTO IMMEDIATO quanto gli effetti che può produrre in un tempo successivo. È, un grande errore pensare, che l'aula tradizionale sia un luogo dove gli alunni non facciano esperienze. In realtà la maggior parte delle esperienze hanno un effetto negativo e non orientativo e di stimolo e quindi sono in parte etimologicamente cattivo, dal latino vuol dire prigioniero, e quindi essere prigioniero all’interno di un’aula può produrre esperienze che limitano le capacità dei ragazzi. -Quindi ci dobbiamo chiedere come possiamo organizzare le esperienze affinché i ragazzi NON associno l’apprendimento che avviene a scuola all’idea di noia e stanchezza e all’idea di ripetizione meccanica, o all’idea che ciò che si apprende a scuola è del tutto estraneo al complesso delle esperienze che loro vivono nella loro vita quotidiana perché l’esperienza è un elemento del presente di cui dobbiamo in qualche modo prevedere gli effetti nel futuro. -Dewey parla di QUALITA’ DELL’ESPERIENZA e si sofferma nel dire che NON è NECESSARIO che le esperienze siano tutte attive ne possiamo osservare due aspetti: • la SUA GRADEVOLEZZA O SGRADEVOLEZZA • l’INFLUENZA CHE ESERCITA SULL’ESPERIENZE ULTERIORI. In una lezione in classe se i ragazzi sono piacevolmente interessati possiamo dire che l’esperienza è gradevole ma non sempre l’esperienza gradevole può portare risultati positivi nel futuro. -Dewey si lancia contro quegli insegnanti che cercano di rendere piacevole la lezione senza dare ad essa nessuna sostanza che consente di accumulare apprendimenti positivi -Dewey poi ci chiede di ricordare quali fossero i pensieri che facevamo quando eravamo seduti tra i banchi di scuola tradizionale. In che misura i nostri pensieri erano coinvolti da ciò che ci veniva propinato o quanto stessimo pensando ad altro (forse preparandoci all’interrogazione dell’ora successiva→futuro). La TRASGRESSIONE è una delle condizioni con cui gli studenti tendono a sopravvivere alla disciplina dell’ambiente scolastico. Se la libertà di azione/movimento è una liberta di giudizio non si può pensare che la libertà possa essere un fine in se, cioè un concetto del quale si deve dare una realizzazione assoluta, nessuno può fare quello che gli pare. I punti di partenza sono gli IMPULSI E I DESIDERI Ma non c'è crescita intellettuale senza qualche forma di autocontrollo degli impulsi e dei desideri.( bisogni primari dei bambini→ controllare gli impulsi) Se vuoi pensare fermati! PENSARE dunque è posporre l’azione e fare nel mentre CONTROLLO dell’impulso, mediante il controllo dei MEZZI che sono necessari per raggiungere il FINE. La meta ideale dell’educazione è l’AUTOCONTROLLO, ovvero la sostanza della libertà che i ragazzi avranno. Ma rimuovere il controllo esterno però non è l’unica condizione per far nascere l’autocontrollo perché se eliminassimo le leggi e la gente non fosse in grado di autocontrollarsi ci sarebbe il caos. 6.Il significato del proposito Dewey esamina in quale direzione l'educatore debba muoversi per educare il giovane alla padronanza di sé stesso - padronanza che genera libertà, visto che la dipendenza dai propri impulsi rende l'uomo tanto poco libero quanto la dipendenza dalla volontà altrui. Dewey introduce il concetto di PROPOSITO, cioè ha bisogno di farci capire che l’impulso da solo ha bisogno dell’intellettualizzazione, e solo chi è in grado di formulare propositi è libero. Platone→ è schiavo chi la vora e segue i propositi degli altri cosi come si è schiavi dei propri desideri. Centrale è la nozione di proposito che ci spinge ad approfondire cosa sia un IMPULSO, che non può essere immediatamente appagato perché di fronte trova condizioni esterne che dobbiamo affrontare, e quindi diventa un DESIDERIO. Un PROPOSITO DIFFERISCE da un impulso e da un desiderio originale per il fatto di venire tradotto in un piano per il fatto che vengono considerati i mezzi insieme al fine che si vuole raggiungere Il proposito è la visione di un fine, ed è quindi un'operazione intellettuale "piuttosto complessa" che si distingue nettamente dal semplice istinto o dall'impulso all'azione: implica infatti un piano. Quando spostiamo i nostri desideri su un piano di irrealizzabilità abbiamo l’inizio di una patologia, ecco perché nei ragazzi va sviluppata un’attività intelligente che identifichi la libertà con la capacità di formulare propositi e di realizzare i loro desideri. I DESIDERI sono importanti perché sono la vera spinta all’azione e l’intensità del desiderio è misurata dallo sforzo che sarà fatto, ma finché non vengono acquisiti i mezzi per realizzarli allora sono vuoti. RAPPORTO TRA FINE E MEZZI: per Dewey fini e mezzi costituiscono un continuum per cui un fine una volta raggiunto diventa mezzo per un’attività ulteriore, e questo tema ci è utili per capire il principio di continuità. Quindi senza impulso e desiderio non partecipano a quello che gli viene proposto quindi l’educazione non li deve sottovalutare. Critica più volte la Montessori poiché vengono lasciati i ragazzi separatamente liberi di interagire spesso con dei materiali preparati. L’idea di Dewey è che dai desideri dei ragazzi bisogna partire, bisogna cercare di organizzarli sia come desideri individuali che come desideri collettivi, che il materiale non deve essere necessariamente preparato, ma deve essere quello che ogni esperienza mette di fronte ai ragazzi, ed è evidente che è inutile far agire i ragazzi sulla base dei propositi degli insegnanti e quindi la costruzione dei PROPOSITI deve essere UNA MEDIAZIONE tra i desideri dei ragazzi e il piano dell’insegnante e le CONDIZIONI nelle quali ci si trova a lavorare. 7.Organizzazione progressiva della materia di studio Qualunque sia la natura della materia di studio (grammatica, scienze ecc.) i CONTENUTI della materia di studio dovrebbero essere TRATTI DALLE ESPERIENZE QUOTIDIANE che i ragazzi sono chiamati a fare e OSSERVAZIONE, MEMORIA, INFORMAZIONE PROCURATA DAGLI ALTRI costituiscono MATERIA DI STUDIO E SAPERE DISCIPLINARI ma che in realtà IL PROCESSO NON PUÒ ESSERE CONTRARIO cioè partire da saperi disciplinari e arrivare a osservazioni, ma invece dall’osservazione dei ragazzi raggiungere i saperi disciplinari perché poi al centro dell’esperienza ci sono problemi reali per loro natura non riconducibili a conoscenze disciplinari. Il compito dell’insegnate è ancora PIÙ DIFFICILE di quello che normalmente immaginiamo poiché il luogo in cui vengono realizzati il consolidamento degli apprendimenti scolastici è fuori dalla scuola, quindi L’EDUCAZIONE ESIGE che L’INSEGNANTE GUARDI OLTRE IL SUO COMPITO. Es Dewey: Medico può definire esaurito il suo compito quando ha dato il risultato al paziente, ma dovrebbe dirgli come non avere ricadute in futuro (→in questo caso si trasforma in educatore pure lui). L’educatore deve pensare alle esperienze che fa fare in base alle esperienze che potrebbero essere utili ai ragazzi anche al di fuori delle aule scolastiche. APPROFONDIMENTO: Queste esperienze perché siano efficaci devono avere tre caratteristiche (studio di Visalberghi), che lega il concetto di esperienza e apprendimento al gioco. • IMPEGNATIVITÀ: il gioco è divertente solo se impegna tutte le nostre strutture mentali/fisiche temporaneamente • CONTINUATIVO: si deve innestare sulle esperienze precedenti, se è estraneo non è divertente • PROGRESSIVO: il combinato fa si che si realizzi una sorta di progressione, aggiungendo difficoltà Le condizioni nell’esperienza presente devono essere adoperate come fonti di problemi: questa è una caratteristica che differenzia l’educazione basata nell’esperienza dall’educazione tradizionale. In quest’ultima difatti i problemi erano posti dal di fuori. Tuttavia la crescita dipende dalla presenza di difficoltà da superare mediante l’esercizio dell’intelligenza. 8.L’esperienza mezzo e fine dell’educazione Se abbiamo compreso quale sia la continuità tra mezzi e fini, è evidente che l’esperienza da una parte è un modo attraverso il quale si realizza l’apprendimento dei ragazzi, che ha come protagonisti i ragazzi e non gli insegnanti che creano le condizioni e anche punto di arrivo del PROCESSO EDUCATIVO, che non è il sapere delle cose ma essere in grado di fare esperienza. L’apprendere la possibilità di fare esperienze è il fine. Questo è un percorso difficile perché alcuni insegnanti pensano che sia una via agevole. È una breve sintesi, in una pagina, dei concetti del volume, che si conclude con la seguente tesi: "Il punto essenziale (…) è il problema di cosa si deve fare perché il nostro fare meriti il nome di educazione. (…) Il problema fondamentale concerne la natura dell'educazione senza aggettivi". L’unico modo, secondo Dewey, per cui questa teoria possa fallire è che le esperienze e il metodo sperimentale vengano concepiti in modo inadeguato. Il maggior pericolo è che la via della nuova educazione venga interpretata come una via agevole tanto da poterla improvvisare METODOLOGIA DELLA RICERCA E DELL’EDUCAZIONE 1.FARE RICERCA IN CAMPO EDUCATIVO perché fare ricerca? La ricerca nelle scienze sociali e in educazione? La ricerca educativa può essere considerata come scienza? L’importanza del metodo? Il punto di partenza di un manuale dovrebbe essere un’idea del suo punto di arrivo e quindi di mettere in condizioni le persone di fare ricerca o almeno di aver un atteggiamento scientifico. Quindi L’INIZIO di ogni attività è legato al FINE che vogliamo raggiungere e per costruire dobbiamo partire dalla fine cioè dall’idea compiuta di quello che dobbiamo fare. Quindi come dice Dewey MEZZI E FINI costituiscono una continuità e quindi i MEZZI prima di essere raggiunti sono FINI e una volta raggiunti diventano mezzi e i fini hanno la funzione di riorganizzare le attività che precedono il loro raggiungimento. In campo educativo, IL FINE DELLA RICERCA è il desiderio di assumere decisioni educative che possono essere efficaci e con le quali si possono raggiungere i risultati per questo è necessario che impariamo a decidere QUALI risultati vogliamo raggiungere ma anche quali effetti e quali costi possono avere i mezzi e quali sforzi possono avere i mezzi necessari che ci servono per raggiungere i fini -Il punto è PRENDERE DECISIONI cioè difronte a molte situazioni si possono operare diversi tipi di scelte e selezionare quella che ci sembra più efficace per raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo. -La situazione osservata è una SITUAZIONE PROBLEMATICA, perché già Dewey ci dice che noi nasciamo con l’esigenza di raggiungere un fine che diventa un proposito. La situazione problematica è una situazione del presente e quindi il disagio si vive nella situazione scolastica. -Quando la nostra esperienza adotta METODI SISTEMATICI che ci consentono una migliore comprensione e un controllo (ovvero una verifica di ciò che stiamo osservando) lavoriamo in MODO SCIENTIFICO. Ecco l’importanza della ricerca:ci permette di prendere decisioni in maniera scientifica IN altre parole, le nostre decisioni, ovvero le nostre scelte, hanno un valore scientifico quando sono affrontate utilizzando i risultati della ricerca. LA RICERCA, quindi, consente una MIGLIORE conoscenza dei fenomeni che stiamo vivendo e ci invita ad assumere delle soluzioni che saranno sempre delle soluzioni provvisorie e che potremmo verificare nel nostro lavoro. C’è una sorta di ritardo nella PEDAGOGIA nel raggiungere una sorta di MATURITà SCIENTIFICA perché se ne parla da Platone(educazione a fondamento dello stato) ma proprio perché spaventa , il fatto che l’educazione impatti le forme di governo ha fatto sia che sia stata considerata dai potenti TERRENO PERICOLOSO. Infatti: 1)sull’educazione hanno continuato a prevalere altri tipi di autorità→ religiose e politiche 2) la decisione educativa chiama in causa altri saperi: biologia, scienze, sociologia ecc. LA RICERCA NELLE SCIENZE SOCIALI La ricerca pedagogica è a pieno diritto ricerca scientifica o deve essere considerata tra le discipline di tipo umanistico? L’approdo scientifico della pedagogia avviene lentamente attraverso un dibattito che interessa tutto 800- 900. • Inizialmente DILTHEY sosteneva che ci fossero due tipi di scienze: le scienze nomotetiche (cioè quelle che consentivano di stabilire regole, fisiche, naturali matematica) e le scienze idiografiche ( cioè quelle che affrontavano i problemi umani e su questo non c’è possibilità di una regolarità perché ogni persona è diversa dall’altra )e quindi per questo tipo si scienze si parlava di un tipo di approccio più intuitivo, più comprensivo ma non formale • DURKHEIM (1911) parla invece della possibilità di evidenziare delle regolarità e che possa esistere un supporto scientifico ai discorsi educativi. Fa una distinzione tra PEDAGOGIA E SCIENZE DELL’EDUCAZIONE in cui la prima ha il compito di riflettere sui fatti educativi mentre la seconda di affrontarla concretamente, su base scientifica le tematiche dell’educazione. (dietro questa distinzione ci sta la differenza tra la ricerca pura e ricerca applicata) • WEBER supporto maggiore in quanto siamo agli inizi delle scienze sociali della psicologia della sociologia, ma la pedagogia ha un ritardo anche rispetto alla sociologia perché l’impatto è direttamente sulla formazione dei giovani. Weber diceva che pur sentendoci ognuno di noi unico esistono poi delle regolarità • DEWEY arriva a formulare i principi di una scienza dell’educazione non sia tanto una scienza, infatti scrive un libro in cui parla di fonti della scienza dell’educazione (LE FONTI DI UNA SCIENZA DELL’EDUCAZIONE) dove le fonti sono appunto la sociologia, la psicologia e lo studio di altre materie Tutte queste attività vanno studiate in un esperimento per prevedere quel sia il risultato portino queste variabili dipendenti che sono previste in uscita. IL METODO DELLA RICERCA , Una volta definiti l’oggetto e delimitato il campo di indagine, possiamo stabilire le fasi di un processo di ricerca che sono riassumibili in MODELLO CIRCOLARE in cui da un parte c’è SCELTA DEL PROBLEMA E DEFINIZIONE DELLE IPOTESI poi si FORMULA UN DISEGNO DI RICERCA poi si SCELGONO GLI STRUMENTI , poi si RACCOLGONO I DATI , poi CODIFICA E ANLISI DEI DATI e poi INTERPRETAZIONE E COMUNICAZIONE DEI RISULTATI. La conoscenza scientifica deve poter essere sottoposta a continue verifiche. Un ricercatore deve quindi impostare il suo lavoro in modo che esso sia RIPETIBILE (REPLICABILE). Occorre rendere disponibili alla comunità scientifica i dati e il dettaglio delle procedure seguite. Solo così sarà possibile parlare di repliche. LA CONOSCENZA SCIENTIFICA nonostante il rigore procede molto spesso anche per caso dall’errore. SERENDIPITÀ : termine coniato dallo scrittore inglese Walpole , gli ha attribuito il significato di : capacità di trovare ciò che non si sta cercando. (chi cerca una cosa e ne trova un’altra) ma per valicarla è necessario riproporla come esperimento. GATTULLO, nel suo tentativo di definire il terreno della pedagogia sperimentale in relazione alla scuola,esclude dall’area delle attività educative che possono essere affrontate in modo sperimentale le questioni riguardanti i confronti tra obiettivi dell’attività scolastica. Tale riflessione anche se comprensibile, risulta troppo restrittiva e contiene il rischio di accettare che esistano ambiti in cui le scelte vengono effettuate sulla base di logiche (abitudini,tradizioni e dogmi) non riconducibili ad un impianto scientifico di fondo CARATTERISTICHE DELLA RICERCA EDUCATIVA SONO: IL campo di indagine educativo ha un’impostazione multidisciplinare la ricerca in campo educativo ha in generale le caratteristiche di una ricerca che studia un intervento sulla realtà, intervento che chiama in causa persone QUINDI: • non può essere ripetuto allo stesso modo con gli stessi soggetti • *gli effetti possono essere osservati solo a distanza di tempo • Bisogna analizzare criticamente la situazione e non in modo irrazionale Secondo Dewey sarebbe utile acquisire abitudini che ci permettono di trasformare l’azione da impulsiva a intelligente e bisogna avere APERTURA MENTALE, ADESIONE TOTALE E RESPONSABILITÀ. Nella ricerca educativa l'indagine nasce da un giudizio e si conclude con un giudizio, il quale sarà origine per indagini successive (modello circolare dewey) Riepilogando … Nella conoscenza scientifica la certezza non esiste, ma possiamo ragionare su probabilità. La nozione di probabilità appartiene al nostro senso comune, che comprende sia atteggiamenti scientifici sia atteggiamenti non scientifici. La scienza in senso tecnico è una elaborazione formalizzata di operazioni quotidiane. La ricerca educativa è prevalentemente ricerca applicata. L’oggetto di studio della ricerca educativa deve essere definito e delimitato. Una volta definiti l’oggetto e delimitato il campo di indagine, possiamo stabilire le fasi di un processo di ricerca. PAROLE E CONCETTI, PROPOSIZIONI, LEGGI E TEORIE, VARIABILI, MISURE E LE SCALE DI MISURA ENTRANO NELL’ATTREZZATURA DI CHI FA RICERCA E ANCE NEL COSTUME DELL’INSEGNANTE. FARE RICERCA vuol dire mettersi d’accordo (cit. di BRECHT ed è il modo in cui produciamo conoscenza e cultura) e non è semplice. PAROLE E CONCETTI: la prima cosa su metterci d’accordo. Noi usiamo le parole con l’idea che a queste parole sia collegato un unico significato e questo significato è giusto quello che diciamo noi. Parole e concetti sono costruzioni sociali e sono gli strumenti di lavoro di un insegnante. La scienza si sforza di trovare consenso intorno ai concetti. I CONCETTI possono riferirsi a casi osservabili o a fenomeno complessi . Nel linguaggio naturale il senso delle parole è definito dal contesto e dall’interpretazione che ne facciamo (la stessa parola può essere usata per indicare più cose es: gomma) nel linguaggio scientifico lo sforzo è dare alle parole un significato UNIVOCO. Le parole entrano nel linguaggio comune e cambiano nel tempo. LE PROPOSIZIONI : una volta che uniamo le parole si trasformano in frasi cercando di COLLEGARE I CONCETTI con i quali definiamo la realtà. • DESCRITTIVE : descrivono la realtà che abbiamo difronte • ESPLICATIVE : che tentano di spiegare il fenomeno • PREDITTIVE : che sono in grado di anticipare i risultati nel futuro Una serie di proposizioni , ne possiamo costruire alcune che hanno una maggiore forza, associando ad un tipo di concetto alcuni eventi che portano ad una LEGGE. Non è necessario che abbia un valore assoluto, in questo senso le leggi sono di norma vincolanti cioè nella maggior parte di casi, o con un alta probabilità. Piu leggi che si legano tra loro costruiscono una TEORIA. Le teorie organizzano la conoscenza ,danno stabilità alle leggi che le compongono e consentono anche di prevede delle nuove leggi a partire dalla teoria che si sta utilizzando. Quindi non è altro che una legge di un livello superiore che associa più leggi e che consente di fare previsioni sugli sviluppi futuri. LEGGI E TEORIE SONO COSTRUTTI DA VERIFICARE. VARIABILE: una variabile è QUALCOSA CHE VARIA, un concetto non sempre misurabile quantitativamente che può variare anche in QUALITÀ, che si distingue da una COSTANTE, cioè da un oggetto che in natura non varia. La variabile può essere il sesso, l’età, il peso) cioè si tratta di concetti che possiamo classificare, perché nel tempo presentano dei mutamenti es :(fare l’appello è diverso dal far conoscere il posto agli studenti) • Dipendente : è quella che vogliamo spiegare (motivazione)effetto • Indipendente : è la spiegazione ipotizzata (l’accoglienza variabile che introduciamo per vedere se migliora la motivazione) causa Nella fase esplorativa di una ricerca si cerca di identificare queste variabili trasformandole da concetti vaghi che devono poi essere tradotti in concetti osservabili per essere poi analizzati. Un’altra distinzione è quella fra variabili quantitative e qualitative • Quantitative : varia in grandezza • Qualitative : varia in genere Un altro aspetto legato delle variabili è legato alla loro MISURABILITÀ infatti le variabili possono anche essere distinte in continue e discrete • Continua: dove cioè il numero degli intervalli possibili è infinito. Qualsiasi misurazione che contenga decimali (o frazioni) è continua.) (età studente ) • Discreta Una variabile è invece discreta quando non contiene decimali (o frazioni) N° dei componenti famiglia (numeri interi ) MISURARE è un’operazione complicata. La misurazione ha l’obiettivo di consentire una stima sulla base di un sistema di riferimento condiviso delle informazioni sulle quali si intende operare o che debbono essere considerate ai fini di formulare un giudizio. Definiamo MISURA DIRETTA quella operazione che si effettua confrontando la grandezza da misurare con un’altra grandezza ad essa omogenea, presa come campione. Distinguiamo 4 scale di misura: • NOMINALI: molto elementari (domanda sì o no) →non si può fare media • ORDINALI: (raggruppare elementi di stessa categoria-criteri di rango)→solo alcune operazioni • A INTERVALLI (punteggi ricavati da prove di vario tipo, più rigorosa ma non ha un punto 0 definito) • DI RAPPORTI ( ha le massime proprietà che ci consente una quantità di operazioni ,non hanno n°negativi) Spesso tendiamo ad attribuire valori numerici ad oggetti e poi chiamare questi valori numerici come dati ma i dati sono Presi dagli oggetti. A volte nel fare questo trasferiamo agli oggetti le proprietà dei numeri ma questo non è sempre possibile. Prima cosa che deve fare una scienza è: la classificazione delle cose che abbiamo difronte MISURARE è operazione difficile anche quando si hanno a disposizione strumenti precisi e la ripetizione di una misura ci consente di ridurre al minimo il rischio di errore. Il valore vero corrisponde alla media della misure eseguite. LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DI UNO STRUMENTO RIGUARDANO: • LA PRECISIONE o affidabilità: cioè capacità di produrre la stessa risposta • LA SENSIBILITÀ : cioè la capacità di rilevare variazioni di sempre minore ordine di grandezza • LA GIUSTEZZA: cioè l’assenza di errori sistematici Gli errori di misura possono essere di quattro differenti tipi: ▪ Dello strumento (difetto strumento) ▪ Del metodo (teoria non adatta es: interrogazione condotta male) ▪ Del processo (rilevatore ) ▪ Casuali (derivano da fatti non controllabili ma possono essere stimati ) Riepilogo la scienza si sforza di creare consenso intorno ai concetti che utilizza, per permettere la collaborazione fra i membri delle comunità scientifiche. I concetti sono collegati fra loro in proposizioni. Le leggi sono asserzioni secondo le quali certi eventi sono regolarmente associati. Una o più proposizioni interrelate, che mirano a spiegare un determinato fenomeno sociale, costituiscono una teoria. Per passare dalle teorie ad ipotesi operative si utilizzano le variabili. Le variabili possono essere distinte secondo diverse categorie: dipendenti/indipendenti, quantitative/qualitative, continue/discrete. Le variabili e le loro relazioni, possono essere misurate con appositi strumenti: le scale di misura. Le scale di misura possono essere di quattro tipo: nominali, ordinali, a intervalli, a scala di rapporti. 2.FATTORI CHE INCIDONO NELLA SCELTA DELLA RICERCA Nell’ambito dell’educazione la ricerca nasce dalla consapevolezza di un problema (SITUAZIONE PROBLEMATICA) e dall’idea (IPOTESI) che esista una risposta utile (SOLUZIONE DEL PROBLEMA) a ristabilire l’equilibrio. Nell’osservare del problema intervengono degli elementi condizionanti che provengono sia dall’interno che dall’esterno. CONDIZIONAMENTI INTERNI (DEL RICERCATORE) • PARADIGMA SCIENTIFICO: Possiamo definire il paradigma scientifico cioè il modo in cui si vedono le conoscenze che si considerano consolidate, cioè la scuola di pensiero della comunità scientifica a cui il ricercatore appartiene; I paradigmi sono costituiti da due aspetti: o ASSUNTI, cioè giudizi che noi assumiamo su come vanno le cose nel mondo o VALORI, Ciò che le persone ritengono giusto o desiderabile. Hanno connotazione puramente soggettiva. Qualcuno tenta di negare l'esistenza di una propria particolare prospettiva di analisi e la assume come prospettiva assoluta. L’INSIEME DEGLI ASSUNTI E VALORI DI UNA SCUOLA DI PENSIERO FORMANO IL SUO PARADIGMA. • VALORI DEL RICERCATORE: Quando si parla di valori la cosa è più spinosa. Abbiamo valore che non attengono più alla collettività ma al singolo ricercatore. Basta anche leggere le seguenti due definizioni del fine dell’educazione, sono antitetiche perché hanno alla loro base valori opposti. Il fine dell’educazione è o plasmare il comportamento dei giovani in modo che possano integrarsi nella società attuale (concetto di flessibilità) o preparare i giovani in modo che possano cambiare in meglio la società attuale Un forte condizionamento interno è costituito dagli SCHEMI MENTALI attraverso i quali percepiamo la realtà. Ognuno di noi, infatti, e quindi anche il ricercatore, vede le cose ATTRAVERSO I PROPRI SCHEMI. Quindi deve avere una propria visione del mondo e sforzarsi di comprendere come questa visione intervenga sulla attività di ricerca. 2.1DISEGNI SPERIMENTALI (TEMATICA TECNICA) L’esperimento è una situazione in cui siamo noi ad immettere una variabile indipendente (uno stimolo) per vedere il suo effetto sulla variabile dipendente. L’esperimento è una CONDIZIONE PARTICOLARE che non è sempre realizzabile la prima DISTINZIONE che facciamo è: • Esperimenti OCCASIONALI – quando la manipolazione della variabile avviene senza l’intervento del ricercatore. • Esperimenti PROVOCATI – quello in cui il ricercatore può intervenire volontariamente su una situazione immettendo un elemento di cambiamento. La ricerca in educazione e formazione si svolge sostanzialmente con esperimenti sul campo, ed è diverso dagli esperimenti in laboratori dove è più facile isolare le variabili. Esperimento elementare provocato uno studente x che non ha voglia di andare a scuola (variabile dipendente), introducendo uno stimolo audiovisivo (xy) nostro stimolo (variabile indipendente), otterrò una modifica di x Che andrà a scuola (modifica della variabile). Quindi il cambiamento della variabile dipendente è dovuto alla variabile indipendente Il problema dell’esperimento è il controllo di tutti I FATTORI di errore e di altre variabili che possono intervenire sulla variabile indipendente.(ambiente, durata, introduzione dello stimolo, ricercatore, costituzione dei gruppi) Il problema nel nostro settore, è la difficoltà di isolare le variabili dipendenti , ma la cosa più complessa da tenere sotto controllo è L’INTERVALLO DI TEMPO “MATURAZIONE”. Es: l’efficacia di un corso. PRE- TEST → INSEGNAMENTO → POST – TEST Se siamo in grado di controllare le variabili concorrenti dovremo costruire il piano sperimentale in modo da considerare queste variabili come costanti. Ordinando le FASI DELLA PROGETTAZIONE DI UN DISEGNO SPERIMENTALE sono: • Definire un modello teorico • Definire un’ipotesi causale dove si afferma che Y e causa di X • Definire operativamente X e Y • Definire le condizioni sperimentali • Isolare le variabili X e Y • Misurare X (pre-test) → variabile dipendente • Introdurre Y → stimolo o trattamento • Misurare XI (post test) → misurazione di cosa è successo • Controllare il set dell’esperimento Poiché tutte queste OPERAZIONI SONO ABBASTANZA DIFFICILI noi abbiamo una sorta di modelli di disegno sperimentale che possono essere un riferimento per progettare un esperimento, legati tutti agli obiettivi di: • Isolare fattori che agiscono sulla variabile dipendente • Neutralizzare le variabili potenzialmente invalidanti • Confrontare gli esiti di un trattamento in condizione diverse • Generalizzare le conclusioni DISEGNI SPERIMENTALI :DISEGNI SPERIMENTALI A PIÙ GRUPPI (4 categorie) MODELLO SPERIMENENTALE A DUE GRUPPI Tali modelli richiedono che l’esperimento venga effettuato su ALMENO DUE GRUPPI: quello sperimentale, su cui si sperimenta il trattamento ipotizzato, e quello di controllo, che serve da confronto. Somministrando il trattamento AL GRUPPO SPERIMENTALE e assumendo che le variabili esterne incidano allo stesso modo sul GRUPPO DI CONTROLLO, possiamo dire che la differenza nelle misure in uscita del gruppo sperimentale rispetto a quello di controllo siano dovute al trattamento.Le difficoltà è legata al fatto che i gruppi dovrebbero essere EQUIVALENTI e questo risulta complesso 1.MODELLO A DUE GRUPPI EQUIVALENTI E DUE PROVE (classico) Su entrambi vengono fatte le stesse misure in ingresso ma A un gruppo somministriamo un trattamento e un gruppo no. Se c’è una differenza significativa nel gruppo sperimentale e nell’altro no allora è frutto del trattamento. Generalmente si usa il metodo del DOPPIO CIECO per prendere le misure in uscita ovvero le prende una persona non coinvolta non sappia quale dei due gruppi è stato sottoposto a trattamento. (stesse caratteristiche pre-test e post-test) PUNTO DI FORZA → Controllare la variabile confondente del testing. 2.DISEGNO CON DUE GRUPPI EQUIVALENTI E UNA SOLA PROVA Come nel disegno precedente, i due gruppi, omogenei e selezionati in modo casuale, vengono sottoposti a due trattamenti diversi e alla stessa verifica finale. La differenza è che nessuno dei due gruppi viene sottoposto al controllo iniziale, nessuna misura in ingresso. L’effetto è la differenza tra post test A e posT- test B GRUPPO SPERIMENTALE A: ------ →TRATTAMENTO → MISURE IN USCITA GRUPPO CONTROLLO B: ------ → ------ → MISURE IN USCITA 3.DISEGNO DI SALOMON A QUATTRO GRUPPI Sui gruppi A e B si applica la logica del disegno a due gruppi. Su un terzo gruppo si fa agire il trattamento (fattore sperimentale) senza aver applicato il controllo in ingresso. Al quarto gruppo non si somministra il controllo in ingresso né si applica il trattamento. La prova finale di verifica si somministra a tutti e quattro i gruppi, tra loro equivalenti. GRUPPO SPERIMENTALE A: MISURE IN ENTRATA → TRATTAMENTO → MISURE IN USCITA GRUPPO DI CONTROLLO B: MISURE IN ENTRATA → ----------------→ MISURE IN USCITA GRUPPO DI CONTROLLO C: ------------------- → TRATTAMENTO → MISURE IN USCITA GRUPPO DI CONTROLLO D: ------------------- → ------------------- → MISURE IN USCITA Controllando esiti di questi 4 gruppi ancora stima dell’efficacia del trattamento 4.DISEGNI FATTORIALI Sono necessari quando dobbiamo verificare l’effetto di trattamenti diversi sulla stessa variabile; • quadrato latino(prevede la rotazione di diverse prove fra i gruppi ) • Blocchi randomizzati • Schemi separati • Ripetizione bilanciata e controbilanciata DISEGNI SEMI O QUASI SPERIMENTALI (3 tipi) Quando si opera sul campo non è possibile esercitare il controllo necessario su tutte le fonti di variazione. In questo caso, siamo costretti a ricorrere ai disegni semi-sperimentali o quasi sperimentali, teorizzati da Cook e Campbell nel 1979. Questi disegni nascono dalla difficoltà di comporre gruppi equivalenti, o dall’impossibilità di disporre del gruppo di controllo. • disegni con posttest e un solo gruppo, si usa se abbiamo conoscenze tali da consentirci di ipotizzare quali sarebbero i risultati in assenza di trattamento • disegni con posttest e gruppi non equivalenti • *disegni con pretest e posttest e un solo gruppo si basa su un solo gruppo che viene sottoposto a un pretest, a un trattamento e a un post-teST. 2.2 LA SCELTA DELL’UNITÀ DI ANALISI Legame tra popolazione e campione • UNIVERSO O POPOLAZIONE - insieme che comprende tutti i casi accomunati da caratteristiche definite in modo inequivocabile. • CAMPIONE - parte della popolazione che vogliamo selezionare. • PARAMETRI - caratteristiche di alcune variabili (aspetti che ci interessano) Solo l’indagine su tutta la popolazione ci fornisce il valore esatto del parametro, l’indagine sul campione ci consente di conoscere un valore approssimato: STIMA. Il margine di errore è chiamato ERRORE DI CAMPIONAMENTO • UNITÀ DI ANALISI - ciascun componente della popolazione di riferimento (individui o gruppi); La definizione della popolazione spetta al ricercatore. L’indagine è COMPLETA quando prende in esame tutti gli elementi della popolazione e è PARZIALE quando prende in esame solo una parte. La numerosità del campione dipende: DALL’AMPIEZZA DELLA POPOLAZIONE e DAL TIPO DI OSSERVAZIONE CHE DOBBIAMO COMPIERE • GAMMA= carattere che vogliamo studiare • VARIANZA= modalità in cui questo carattere varia La teoria del campionamento - Consente di calcolare in numero di casi necessari per avere una stima sufficiente di una variabile di cui è nota la VARIANZA o di prevedere il MARGINE di ERRORE. • CAMPIONE PROBABILISTICO ciascuno dei soggetti che compongono la popolazione ha una probabilità nota (non necessariamente la stessa) di essere incluso nel campione • CAMPIONE CASUALE SEMPLICE tutte le unità di analisi hanno la stessa probabilità di essere incluse nel campione. Tipologie di campioni probabilistici • CAMPIONE CASUALE SEMPLICE Metodo del bussolotto, è il campionamento senza remissione; Ogni unità di analisi deve avere la stessa probabilità di entrare a far parte del campione. • CAMPIONE SISTEMATICO Procede con l’estrazione a intervalli regolari: o stabilito l’intervallo N scegliamo un elemento della lista ogni N o a prima unità deve essere estratta tra le N. • CAMPIONE CASUALE STRATIFICATO È utilizzato per aumentare l’efficacia dello schema di campionamento. Considerando alcuni parametri della popolazione, suddividendola in strati e poi si procede all’estrazione casuale all’interno di ciascun strato. Il campionamento a strati può essere PROPORZIONALE o NON PROPORZIONALE. • CAMPIONE A GRAPPOLI È un campione casuale semplice in cui l’unità di campionamento non è un individuo o un caso singolo ma un aggregato di elementi; È utilizzato quando il ricercatore non è in grado di ottenere una lista di campionamento completa. Tipologia campioni non probabilistici • CAMPIONAMENTO DI CONVENIENZA Si tratta di un disegno che il ricercatore costruisce quando sceglie le unità di analisi sulla base di ciò che ha sottomano. • CAMPIONAMENTO PER QUOTE Simile al campionamento stratificato ma non è fatto in modo proporzionale. • CAMPIONAMENTO PER DIMENSIONI Si basa sulla ricerca della presenza nel campione di una unità di analisi in grado di rappresentare le diverse caratteristiche della popolazione (1 unità per strato) Simile al campionamento per quote. • CAMPIONAMENTO PER OBIETTIVI O DI GIUDIZIO Il ricercatore stesso sceglie le unità di analisi sulla base della sua aspettativa di ottenere risposte che si confanno alle finalità dell’indagine. • GAMPIONAMENTO A VALANGA Si svolge in più fasi: o Si individuano più soggetti che corrispondono alle caratteristiche che interessano al ricercatore e si intervistano; o Si chiede a queste persone di identificare altre persone che possano fornire indicazioni simili alle loro; o Si chiede ai nuovi soggetti una volta intervistati di indicare altri soggetti SCALE DI VALUTAZIONE: Consentono di registrare una stima del livello con cui una caratteristica è posseduta. MICROTEACHING: È una strategia che si basa sull’analisi dei comportamenti in scala ridotta. Il sistema simulato è l’aula. Durante la seduta il tirocinante presenta a un gruppo di allievi una micro-lezione che successivamente discute con il formatore. Il vantaggio p di poter “sbagliare senza rischio” in quanto l’errore viene controllato e corretto. I QUESTIONARI: È uno strumento che contiene un certo numero di domande organizzate in modo tale da ottenere informazioni in forma scritta, precise e confrontabili; Le differenze con l’intervista sono relative sia ai costi che ai tempi di somministrazione Vantaggio: possibilità di evitare differenze di approccio tra intervistatori diversi Un questionario può essere composto da domande: • RISPOSTA CHIUSA -vantaggio di poter utilizzare con maggiore facilità e rapidità le risposte date. • RISPOSTA APERTA - vantaggio di ricevere maggior numero di informazioni. Per costruire un questionario valido ed attendibile è necessario: • prestare attenzione alla formulazione delle domande (eliminare le ambiguità, chiedere una sola cosa per volta); • fare in modo che sia più breve possibile; • fornire istruzioni precise. L’ordine delle domande: • deve seguire un ordine logico; • bisogna controllare le domande imbarazzanti alla fine; • separare le coppie di domande che fungano da controllo dell’attendibilità; • vedere se è possibile applicare la tecnica dell’imbuto (dal generale al particolare). LE INTERVISTE: È uno scambio verbale asimmetrico tra due o più persone al fine di raccogliere informazioni o opinioni su una data questione. Vantaggio: l’intervistato ha maggiore liberà di espressione Svantaggio: dovuto al tempo necessario per raccolta dei dati Diversi tipi di intervista: • Strutturate: le domande sono definite a priori e l’interlocutore risponde a ogni domanda senza avere modo di divagare; • Semi-strutturate: prevedono una traccia degli argomenti da trattare senza però dover seguire un ordine di presentazione rigido; • Libere: non vi sono domande preparate in precedenza e al rispondente viene chiesto di esprimere la propria opinione su una data questione Le domande possono essere: • chiuse dirette- l’intervistato è posto nella condizione di fornire una risposta secca. • aperte dirette- la domanda lascia l’intervistato libero di organizzare la risposta. Bisogna evitare di trovarsi nella condizione di dover interpretare le informazioni. Per evitare fonti di distorsione l’intervistatore deve: • Far conoscere gli obiettivi dell’intervista; • Evitare di fare maieutica • Ascoltare in modo attivo • Aspettare con pazienza la risposta • Rendere l’atmosfera calma e rilassata Le risposte possono essere registrate: • Prendendo appunti nel corso dell’intervista • Prendendo appunti subito dopo • Utilizzando un registratore. Per codificare e analizzare i dati in caso di: • Interviste strutturate: è sufficiente registrare la frequenza di una data risposta ad una data domanda; • Interviste libere: è necessario definire i criteri di codifica dei dati e in seguito analizzarli e interpretarli. FOCUS GROUP: Sono interviste che chiamano in causa più persone contemporaneamente al fine di raccogliere valutazioni e opinioni arricchite dall’interazione tra i membri. Il gruppo deve essere composto da presone che hanno familiarità e competenza sul tema della discussione. Svantaggi: Le informazioni non sono generalizzabili; Possono essere influenzate da fattori interni ed esterni al gruppo. PROVE DI PROFITTO Mirano a fornire elementi per la valutazione della padronanza di determinati obiettivi formativi. Possono essere classificati in relazione allo STIMOLO: chiuso o aperto e alla RISPOSTA: chiusa o aperta. Incrociando le alternative è possibile ottenere 3 categorie di prove.: • prove a stimolo aperto e risposta aperta, come temi interrogazioni e relazioni (PROVE APERTE) • Prove a stimolo chiuso e risposta aperta, come brevi saggi, attività di ricerca(PROVE SEMISTRUTTURATE) • Test di profitto, vero falso, scelta multipla, oggettive (PROVE STRUTTURATE) Sono da evitare le prove a stimolo aperto e risposta chiusa ➔ PROVE APERTE E SEMI-STRUTTURATE (colloquio orale e produzione scritta,temi tesine ecc) ➔ PROVE STRUTTURATE ( OGGETTIVE) cloze test. Sono strumenti di misura di natura strutturata, costituiti da quesiti a risposta chiusa che implicano l’esecuzione di un compito uguale per tutti. Possono essere classificate in: • PROVE DI RIFERIMENTO A NORMA (PROVE STANDARDIZZATE): in cui la prestazione di un singolo viene confrontata con quella di un gruppo di riferimento. Andamento medio della classe • PROVE CON RIFERIMENTO A CRITERIO (PROVE DI PADRONANZA): in cui si valuta il raggiungimento di obbiettivi determinanti senza riferirsi al valore medio di una popolazione. Esistono diversi tipi: • SCELTA MULTIPLA: costituiti dal corpo della domanda e da N alternative di risposta chiamate distrattori; 1 sola corretta. • VERO O FALSO: composto da un enunciato a 2 alternative di risposta, il limite è l’alta probabilità di individuare casualmente la risposta esatta; • QUESITI DI COMPLETAMENTO: costituiti da una frase o un testo a cui vengono eliminati uno o più elementi. Possono essere a SCELTA MULTIPLA (con alternative di risposta) o APERTI (senza alternative di risposta). In questa categoria fanno parte le PROVE CLOZE, che si basano sulla cancellazione sistematica di alcune parole di un teste o sulla richiesta di utilizzare gli indizi nel testo per individuare le parole eliminate. A differenza delle prove a completamento le parole eliminate vengono scelte senza tener conto del loro significato. • QUESITI A CORRISPONDENZA consentono di stabilire un collegamento tra 2 o più elenchi. PROCEDURE DI ANALISI Per costruire una prova oggettiva è necessario sperimentare lo strumento su un campione della popolazione e cui è diretto e quindi esaminare i dati ricavati. ANALISI DEI QUESITI (ITEM ANALYSIS) È un insieme di tecniche che consentono di: • Dare informazioni sull’affidabilità della prova nel suo complesso e sul funzionamento dei singoli item; • Dare un quadro della preparazione dei bambini: Indici di orientamento del gruppo classe; • Funzione diagnostica sul singolo. • Le tecniche più tradizionali si richiamano alla teoria della distribuzione normale; • L’item analysis si sviluppa a partire dai punteggi grezzi che devono essere ordinati dal più basso al più alto. INDICE DI FACILITÀ Indica la facilità/difficoltà media di una domanda; Consiste nel sommare per ogni domanda le scelte esatte effettuate e dividerle per il numero dei casi. 𝒑 = 𝑹𝒆𝒔𝒂𝒕𝒕𝒆 𝒏𝒄𝒂𝒔𝒊 , • Può presentare valori compresi tra 0 e 1 • Sono accettabili valori compresi tra 0,25 e 0,75 INDICE DI DISCRIMINATIVITÀ Indica la capacità di una domanda di distinguere i soggetti più abili da quelli meno abili; Dopo aver diviso il gruppo in 3 fasce per individuare 2 estremi di pari numerosità, l’indice si ricava dal rapporto tra la differenza della somma delle risposte esatte dell’estremo superiore e quelle dell’estrema inferiore con il rapporto dei soggetti che compongono un estremo. 𝒅 = 𝒆𝒔𝒂𝒕𝒕𝒆𝒔𝒖𝒑 − 𝒆𝒔𝒂𝒕𝒕𝒆𝒊𝒏𝒇 𝒏 𝒔𝒐𝒈𝒈𝒆𝒕𝒊𝒊𝒏𝒖𝒏𝒆𝒔𝒕𝒓𝒆𝒎𝒐 • Varia tra +1 e –1 ; • Sono accettabili i valori superiori a 0,30 L’obiettivo dell’item analysis è quello di capire: • Quali item funzionano e quali devono essere modificati • Quali item risultano facili o difficili. Il controllo e l’efficacia degli Item serve anche a rivedere la prova nel suo complesso ANALISI COMPLESSIVA DEI RISULTATI DI UNA PROVA L’operazione preliminare a questa fase è quella dell’attribuzione dei punteggi alle risposte date e quindi al calcolo del numero di risposte esatte (punteggio grezzo). Le prove si possono correggere: • Contando le sole risposte esatte; • Attribuendo un peso differente alle diverse risposte in relazione alle difficoltà della domanda; • Penalizzando l’errore con 𝑃𝑒= 𝑒𝑠𝑎𝑡𝑡𝑒−𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑒/𝑎𝑙𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒−1 Punteggio = n alternative Per analizzare i risultati di una prova: • Si calcolano la media e la deviazione standard; • Si distribuiscono i punteggi su ciascuna scala pentenaria • Si trasformano i punteggi grezzi in punteggi standardizzati. MEDIA Ci da informazioni sulla prova nel suo complesso; Si calcola sommando i punteggi ottenuti dai singoli soggetti e si divide per il numero dei soggetti a cui la prova è stata somministrata. 𝑥 ̅= media = 𝑥1+𝑥2+...𝑥𝑛/ 𝑛 𝑠𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖 (punteggi dei soggetti in tutta la prova) DEVIAZIONE STANDARD o SCARTO QUADRATICO MEDIO Indica il grado di omogeneità o di eterogeneità dei risultati, cioè quanto mediamente i punteggi si discostano dalla media. Quanto più i punteggi dei soggetti sono distanti dalla media tanto più il valore della deviazione è alto CV=𝑑𝑒𝑣𝑖𝑎𝑧.𝑠𝑡𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑑/ 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 x 100 • Quando più i punteggi dei soggetti sono distanti dalla media tanto più il valore della deviazione è alto • Se il CV è <10% si può parlare di gruppo estremamente omogeneo; • Stesura del verbale. 3) CONTROLLO DELLA QUALITA’ • Può essere effettuato da figure esterne, gli “osservatori di qualità”, che hanno il compito di verificare se il rilevatore rispetta i criteri stabiliti per la somministrazione. METODOLOGIA 5 – LA CODIFICA E ANALISI DEI DATI Definiti gli strumenti di rilevazione, è necessario costruire un CODEBOOK dei dati ossia un libro codice per definire le modalità di codifica delle informazioni. Di seguito si passa alla costruzione di una MATRICE DEI DATI in cui inserire le risposte ottenute. I dati immessi devono essere puliti attraverso controlli di: • PLAUSIBILITÀ: verificare se tutti i valori di una variabile sono plausibili; • CONGRUENZA: verificare la corrispondenza dei diversi valori raccolti; • VALORI MANCANTI: ovvero risposte omesse. I principali errori che possono esserci nei dati sono: • Di registrazione (dovuti allo strumento); • Di scrittura (immissione di un dato con la tastiera sbagliando tasto o scrivendo male una cifra); • Errori di trascrizione (per aver copiato in maniera scorretta); • Errori di inversione nelle cifre • Errori di ripetizione (quando di ripete l’osservazione scrivendola al posto di un’altra) • Errori volontari (falsificazione di un dato). L’operazione di pulizia dei dati deve essere effettuata prima di iniziare l’elaborazione statistica. Una volta rilevate e misurate le variabili possiamo procedere al loro esame in tre fasi: • Descrizione • Analisi • Previsione LA DESCRIZIONE DELLE VARIABILI Per descrivere e mettere in relazione le variabili facciamo riferimento ai metodi della statistica e in particolare alle: • MISURE DI TENDENZA CENTRALE (moda, mediana e media) • MISURE DI VARIAZIONE (campo di variazione, differenza interquartile e deviazione standard) COME ORGANIZZARE I DATI Costruiamo una tabella ordinando i casi dal punteggio più basso a quello più basso. Per rendere la tabella più maneggevole è possibile: • accorpare le frequenze per ciascun tipo di punteggio; • raggruppare i punteggi in classi. Ma si perdono informazioni. MISURE DI TENDENZA CENTRALE • MEDIANA: valore del caso al centro della lista dopo che questa è stata ordinata in ordine crescente o decrescente (se i casi sono pari il valore della mediana è uguale alla media dei due valori centrali); • MEDIA ARITMETICA: sommatoria dei punteggi appartenenti ai casi osservati diviso il numero dei casi: ?̅?= ∑ 𝑥𝑖 𝑛 𝑖=1 𝑛 • MODA: valore che si presenta più spesso. Se queste tre misure coincidono, siamo in presenza di una DISTRIBUZIONE SIMMETRICA MISURE DI VARIAZIONE o DISPERSIONE • CAMPO DI VARIAZIONE o GAMMA: intervallo tra il valore minimo e quello massimo; • DEVIAZIONE STANDARD: si basa sugli scarti dalla media dei singoli valori dei casi osservati e sul calcolo del loro valore medio; Poiché la somma delle differenze dei singoli casi dalla media è 0, si ricorre all’elevazione al quadrato; • VARIANZA: sommatoria degli scarti dalla media al quadrato e divisi per il numero dei casi RELAZIONI TRA VARIABILI Una volta rilevata l’esistenza di una relazione potremmo osservarne: • VERSO: positiva: ha una crescita dei valori di x corrisponde una crescita di quelli di y; negativa: a una crescita di x corrisponde una diminuzione di y. • TIPO: simmetrica: al variabile di una variabile muta anche l’altra e viceversa; asimmetrica: a un mutamento di x corrisponde un mutamento di y e non viceversa. • INTENSITA’: espressa con indici che misurano la variazione combinata dei fenomeni in esame. METODOLOGIA 6 – LA COMUNICAZIONE DEI RISULTATI Una ricerca si può dire completa solo quando i risultati vengono condivisi con la comunità scientifica. Tra gli obiettivi di una ricerca vi è la pubblicazione dei risultati in tempo utile. Quando si scrive un rapporto di ricerca bisogna: • descrivere con precisione lo studio affrontato e denunciarne anche i limiti • riuscire a interessare e dare spunti di riflessione • essere chiari e essenziali • coinvolgere il lettore Le fasi che costituiscono un rapporto di ricerca: prima del testo • frontespizio - titolo o dati anagrafici dell’autore; • abstract - breve sintesi in cui viene riassunto il rapporto di ricerca illustrando oggetto, metodo risultati e conclusione; • ringraziamenti e dedica a supporto del testo: • note - per indicare le fonti ed aggiungere indicazioni bibliografiche • citazioni - che riproducono letteralmente il testo originale • glossario - elenco di termini tecnici utilizzati nel rapporto con la relativa definizione; • bibliografia - collocata alla fine di ogni capitolo o alla fine dell’intero rapporto, offre al lettore la possibilità di conoscere con rapidità i testi consultati; • indice - serve a trovare rapidamente un dato argomento; • grafici, tabelle e figure - fondamentali per presentare in forma rapida dati statistici • appendice - per riportare ogni genere di informazione per chiarire il rapporto. il testo: • premessa: presentazione sintetica della ricerca; • oggetto della ricerca: informa sull’area di indagine; • metodo: presenta in dettaglio come è stata impostata la ricerca; • risultati: riguarda la presentazione dei dati raccolti e il tipo di trattamento; statistico dei dati acquisiti; - • discussione: valutazione e interpretazione dei risultati. NB va scelto lo stile, vanno usati i verbi all’indicativo e bisogna fare attenzione alla lunghezza in base al tipo di pubblicazione. Nella stesura di un testo bisogna scegliere la forma espositiva: • Evitare l’uso di pronomi personali; • Preferire la forma attiva dei verbi; • Curare l’organizzazione delle idee. FRANKESTEIN EDUCATORE Presentazione Questo testo FRANKESTAIN EDUCATORE di Mierieu ci propone di utilizzare alcuni racconti e alcuni miti per mettere in discussione il MODELLO EDUCATIVO prevalente basato sull’idea che L’educatore ha il compito di plasmare in qualche modo l’educando, di fabbricarlo. Tutto nasce dal che cosa vuoi fare e perché vuoi farlo→ cercate prima ciò che serve ai vostri bisogni e tutte le altre cose vi saranno date di conseguenza (kaplan-dal VANGELO) .Non si comprende se non ciò che già si conosce? E come andare avanti senza ricostruire ponti? Ho scelto alla fine di arrendermi al fatto che costruire ponti è la sola soluzione possibile. Se è vero che comprendiamo solo ciò che già conosciamo, allora questo libro può legarsi all’esperienza di ciascuno di noi, perché tutti siamo figli e abbiamo l’esperienza del rapporto col padre sia che ci sia stato sia che sia stato per qualche motivo assente. Ma la comprensione è un processo complesso e un libro ricco di stimoli rimanda, per essere ben compreso, ad altre letture e ad altri libri. • Educhiamo NEL NOME DEL PADRE, ed è impressionante in realtà l’idea che il padre vuole del figlio come prolungamento di se stesso. Il padre vuole per il figlio tutto il bene possibile che deve essere secondo la sua idea. Il padre è pronto a perseguitare il figlio qualora lui faccia ciò che lui non ritiene il suo bene e questa viene vissuta come il PIU GRAVE limite alla nostra autonomia. Anche nella bibbia questa idea di creazione dell’uomo, e posizione dell’uomo in un ambiente in cui è libero di fare tutto ciò che vuole purché ciò che è bene e ciò che è male lo stabilisca il padre e quando il figlio disubbidisce anche se è stato fatto a immagine e somiglianza del padre, il padre lo disconosce e poi gli detta leggi e quindi il figlio può essere figlio solo in OBBEDIENZA alla volontà del padre. • Quando si passa dal nome del padre al NOME DEL FIGLIO provoca un’infinità di amarezza e sofferenza del figlio che non si sente riconosciuto e che da una parte si sente di dover obbedire alle richieste del padre e dall’altra di dover rispondere a quelli che sono i suoi desideri, le sue aspettative. Nel libro Mierieu coglie molto bene queste due dimensioni e nel libro in alcuni aspetti coglie l’obiettivo tentando di dare delle indicazioni più precise su cosa si dovrebbe fare e dall’altra invece presume che una semplice maggiore attenzione educativa e una maggiore conoscenza della pedagogia della materia educativa possa risolvere questo problema. Nella conclusione ritrova una posizione forte e lascia aperta la ricerca. Introduzione Il Frankestein di Mary Shelley scritto in età giovanissima dall’autrice, all’interno di un gioco in cui volevano confrontarsi su storie tenebrose, è un libro che ha delle particolarità tra cui la collocazione storica. Frankestein , è il Dottor Victor Frankestein, nasce a Ginevra che per i pedagogisti è una metà importante in quanto patria di ROUSSEAU, ed è luogo in cui hanno lavorato molti pedagogisti come Piaget, Maialaret, Ferriere,Freinet ed è considerata La MECCA della pedagogia. Tutto legato alle riflessioni di Rousseau, che resero la vita di quest’ultimo un po' difficile a Ginevra perché raccontavano l’idea che l’uomo nasce buono, e che in qualche modo sia la società a costruirne progressivamente la natura cattiva. Dopo la pubblicazione dell'Emilio e del Contratto Sociale, il cittadino della repubblica ginevrina ebbe qualche noia con la giustizia nel suo paese: il Piccolo Consiglio della città ordinò di strappare e bruciare i suoi due libri davanti alla porta dell’Hòtel de Ville "in quanto temerari, scandalosi, empi, con l’inclinazione a distruggere la religione cristiana e tutti i governi". Non si scrive impunemente che la coscienza è l’unico giudice infallibile del bene e del male. Frankestein→ filosofia naturale-era fiducioso nelle possibilità della tecnica e del controllo sull’evoluzione dell’uomo grazie al progresso scientifico; mentre Rousseau era convinto dell’impossibilità di un progresso scientifico che non sia la conseguenza dei nostri vizi e che non aumenti la disuguaglianza e la violenza tra gli uomini. Ma quel ginevrino non esisteva veramente in quanto frutto della fantasia di Mery Shelley Frankestain è un personaggio curioso perché è un uomo pieno di volontà di conoscenza e alle prese con una situazione che lo spinge a cercare dei rimedi ad alcune delle difficoltà dell’umanità perché vive nella sua esperienza dei momenti dolorosi quando la mamma muore partorendo il suo fratellino e successivamente si reca a studiare in università (uno dei suoi prof scoperte legate al campo dell’elettricità) e lo stesso suo prof viene ucciso da un contadino spaventato perché lo stava per vaccinare, quindi subisce dei traumi e di fronte a tutto questo lui pensa che sia possibile fabbricare e raggiungere attraverso la scienza la fabbricazione di un uomo nuovo. Lui pensava di farlo più robusto e più resistente alle malattie però Frankenstein “fa” un uomo, cioè lo “fabbrica”, ed è talmente spaventato dal suo atto, da cadere in uno stato di profondo abbattimento e da abbandonare a se STESSA LA CREATURA SENZA NOME. attività in un campo teorico di certezze scientifiche. Le scienze dell’educazione devono far propria L’IMPREVEDIBILITÀ e il fatto che sono attività che pongono la libertà dell’altro al centro e non possono predire nulla con certezza scientifica. Quindi i suggerimenti che MERIEU ci dà sono SFORZARCI instancabilmente di restituire ai nostri allievi la loro soggettività e far sì che loro si sentano protagonisti dei loro atti. AGIRE in modo tale che le regole necessarie per il vivere comune e per la realizzazione delle imprese comuni nascano nelle attività che svolgiamo insieme. IMMAGINARE che non c’è una cultura di cui noi siamo possessori che gli studenti devono acquisire, quanto che la cultura è il prodotto dell’incontro tra noi e i nostri studenti e del confronto tra noi i nostri studenti e le condizioni dell’ambiente e del paese in cui viviamo. Questo non vuol dire rinunciare a saperi specifici anzi ciò che ci legittima come educatori è la passione per il continuare a sperimentare saperi specifici in situazioni reali e insieme agli allievi. 3.LA PEDAGOGIA CONTRO FRANKESTEIN, OVVERO I PARADOSSI ID UN0EDUCAZIONE SENZA OGGETTO. Da evitare è il fatto che l’educatore non deve essere né PREDICATORE che sulla base dei principi morali vuole impartire il sapere indispensabile a sopravvivere e dall’altra l’INTRATTENITORE che rifiuta i compito di impartire saperi ma cerca di acquisire la simpatia dei ragazzi, per assoggettarli meglio a quello che è il suo progetto su di loro, ma deve essere un INVENTORE di contesti di esperienza in cui si creano CONDIZIONI in cui avviene la condivisione dei SAPERI. QUESTO NON VUOL DIRE RINUNCIARE ALLA PEDAGOGIA E ALLA RICERCA DIDATTICA. Ma tutto è continua ricerca e identificazione degli ostacoli che impediscono l’accesso ai saperi. Ma non va confusa la ricerca con l’innovazione La pedagogia è praxis cioè è un’azione che si sviluppa nel tempo e non si conclude e quindi non deve mai limitarsi al campo del momento dell’intervento ma deve immaginarsi come un’azione che si sviluppa nel tempo ma non monitorata poi dagli educatori. Diffidare dalla fretta di CONCLUDERE e immaginare che un’operazione educativa si concluda in un certo momento e la misura del risultato in quel momento sia in effetti l’esito di un’azione educativa Il principio della pedagogia è quello di organizzare l’ambiente di vita affinché il bambino sia stimolato il più possibile, dal punto di vista sensoriale e intellettuale→ Pedagogia delle condizioni. → bisogna considerare il bambino come un soggetto che apprende liberamente ma in una situazione costruita e controllata dall’educatore. Bisogno tener conto dei ritmi di apprendimento (come la pedagogia individualizzata) ma non bisogna imporre a tutti e in tutti i momenti un’individualizzazione del lavoro che privilegia un profilo di allievo e non si adatta a tutti gli obiettivi di apprendimento.Pedagogia differenziata (no individualizzazione): si appoggia sul lavoro di gruppo ma a condizione di garantire con certezza che ciascuno dei membri abbia qualcosa da apportarvi secondo i principi del gruppo di apprendimento. Il pedagogista deve rinunciare al fatto che se l’altro si allontana da noi possa ritornare, ma perché l’altro si allontani da noi dobbiamo trasmettergli delle conoscenze. Per liberarsi dall’espressione educazione come fabbricazione dobbiamo porre l’attenzione alla trasmissione alla trasmissione, portare il discente a proiettarsi nel mondo. Per fare questo bisogna creare dei ponti tra quello che viene appreso in classe e la realtà Metacognizione = consiste nel ritornare sul proprio processo di apprendimento e nel mettere in discussione la dinamica stessa del trasferimento senza essere più nel processo ma di fronte al processo → capisco il rapporto che sussiste tra le mie conoscenze e le mie esperienze. Il ruolo dell’educatore è quello di assecondare questo processo senza controllarlo (importanza della conversazione). La scuola deve essere conservatrice: conserva il legame tra le generazioni, lo ricostruisce quando è minacciato, permettere ad ogni generazione di non dover partire da zero. Gli allievi non vanno a scuola per imparare quello che pensa il maestro ma per sapere chi sono. Quindi l’insegnante è un passatore, un mediatore verso la cultura. Non può imporre dei saperi ma deve trasmetterli, in questo modo la trasmissione è il riconoscimento della libertà dell’altro. Non devo sottomettere l’altro al mio sapere ma sottoporre questo a lui così sfuggo alla tentazione di Frank DOMANDE SU FRANKENSTEIN EDUCATORE Meirieu ricorda alcune esperienze di bambini selvaggi adottati da animali o allevati lontano dagli uomini per sottolineare che il bambino: ✓ HA NECESSITÀ DI APPRENDERE DA ALTRI ADULTI UMANI. INTERESSI COME CENTRO DELL'ATTIVITÀ EDUCATIVA • riesce a sopravvivere in situazioni estreme • la necessità di costruire un discorso educativo su basi • usa il linguaggio anche in assenza di interazioni scientifiche e non su pregiudizi religiosi • è dotato di istinto e non ha bisogno di educazione. appartiene al passato e l'impostazione dell'educazione Nel Pigmalione di Bernard Shaw viene descritta una crisi del dottor Higgins dovuta ai risultati del suo “esperimento” educativo poiché alla fine dell'esperimento Lisa: • nonostante tutto mantiene comportamenti che derivano dalle sue origini di fioraia ✓ PUR AVENDO ACQUISITO LE ABILITÀ DI UNA LADY MANIFESTA UNA SUA PERSONALITÀ AUTONOMA • si comporta in modo coerente con gli insegnamenti ricevuti ma ha scarsa personalità • Finisce per assumere sia lo stile sia i comportamenti arroganti dei nobili Quale dei seguenti personaggi citati nel libro di Meirieu non è considerabile come una creatura costruita dall'uomo? • Golem • Pinocchio ✓ EMILIO (LIBRO SCRITTO DA ROSSEAU) • Robocop Lucisano titola il terzo paragrafo della introduzione “Della forza e della debolezza dello spirito” perché ritiene che il terzo capitolo del libro di Mierieu: • sia la parte fondamentale in cui vengono esposte le soluzioni ai problemi sollevate nei primi due capitoli ✓ SIA IL CAPITOLO MENO VALIDO DEL LIBRO IN CUI DOPO AVER PROPOSTO PROBLEMI COMPLESSI VENGONO ESPOSTE SOLUZIONI DI BUON SENSO • sia il capitolo in cui viene esposta una soluzione educativa che avrebbe consentito a Frankenstein un rapporto positivo con la sua creatura • sia il capitolo in cui si affronta il rapporto tra la dimensione animale e la dimensione spirituale dell’educando (CAPITOLO CHE METTE DEI PROBLEMI MA NON GIUSTIFICA BENE SI RIPRENDE NELL CONCLUSIONI) Nel libro tra i miti di creazione da parte dell’uomo viene riportato il mito del Golem. A quale tradizione letteraria risale il racconto del Golem? • Alla tradizione letteraria ellenistica • Alla tradizione letteraria cristiana ✓ ALLA TRADIZIONE LETTERARIA EBRAICA • Alla tradizione letteraria islamica Meirieu propone come rivoluzione copernicana della pedagogia: ✓ IL RIFIUTO DELL'EDUCAZIONE COME FABBRICAZIONE E LA CONSIDERAZIONE DELLA SOGGETTIVITÀ DELL'EDUCANDO • il considerare il bambino-re, e ì suoi desideri e i suoi interessi come centro dell'attività educativa • la necessità di costruire un discorso educativo su basi scientifiche e non su pregiudizi religiosi • il rifiuto di insegnare al bambino tutto ci che appartiene al passato e l'impostazione dell'educazione sul presente e sul futuro Nel libro viene mosso un generale rimprovero alla tradizionale concezione della paternità, quella cioè: • di pretendere che il figlio obbedisca all'autorità del padre senza discutere • di dedicare al figlio troppe attenzioni e di non farlo confrontare con la realtà • di lasciare che il figlio cresca senza che il padre se ne occupi fino all'adolescenza ✓ DI CONCEPIRE IL FIGLIO COME PROLUNGAMENTO DELLA PROPRIA ESPERIENZA Che cosa intende Meirieu per Rivoluzione Copernicana in educazione? • Affermare il ruolo centrale dell’educatore rispetto a quello dell’educando • rinunciare a formare individui per costruire cittadini del mondo ✓ RINUNCIARE A FORMARE L’EDUCANDO E INTENDERLO COME ARTEFICE DI SÉ STESSO • Affermare che bisogna assecondare i desideri dell’educando e lasciarlo libero All’idea di educazione come fabbricazione del dottor Victor Frankenstein Mieirieu contrappone: • l'idea di poiesis intesa come attività educativa con uno scopo determinato ✓ L’IDEA DI PRAXIS INTESA COME AZIONE EDUCATIVA IN CONTINUA EVOLUZIONE • l'idea un cambiamento che metta al centro un educatore molto preparato • l'idea di praxis intesa come azione di costruzione dì determinate abilità In “Frankenstein educatore”, quale personaggio è citato da Meirieu come esempio principale di presa di coscienz a di sé? ✓ ROBOCOP • Pinocchio • il Golem • Pigmalione Nel testo ricorre spesso il concetto di paternità. Nella prospettiva della rivoluzione copernicana proposta da Mieirieu la paternità deve essere Considerata come: • scelta di assecondare i desideri dei figli • assunzione della responsabilità sui figli • scelta di trasmissione di conoscenze e valori ✓ RINUNCIA AL POSSESSO E ALLA CAUSALITÀ In breve: La prima esigenza della rivoluzione copernicana in pedagogia consiste nel rinunciare a fare del rapporto di paternità un rapporto di causalità o di possesso. Non si tratta di fabbricare una creatura in grado di soddisfare il nostro gusto del potere o il nostro narcisismo, ma di accogliere il nuovo arrivato come un soggetto che nello stesso tempo appartiene ad una storia e rappresenta la promessa di un superamento radicale. Il titolo completo dell’opera di Mary Shell richiama il mito classico: • della caverna • del Minotauro ✓ DI PROMETEO La POIESIS si definisce come: • un'attività che continua anche dopo il raggiungimento dello scopo • un atto da compiere nella sua continuità che non ha fine Secondo Dewey l'obiettivo principale dì una educazione attiva consiste nel fare acquisire agli allievi: ✓ LE CONOSCENZE NECESSARIE PER ESSERE BUONI CITTADINI • le abilità di base: lingua, matematica e scienze • il rispetto delle regole e la capacità di lavorare in gruppo • la capacità di osservazione e di giudizio e l'autocontrollo Secondo Dewey la libertà esterna va considerata: • come un mezzo importante per l'esperienza educativa • come il fine principale dell'educazione progressiva • come un obiettivo da raggiungere con la disciplina ✓ COME UNA CONDIZIONE IMPRESCINDIBILE PER APPRENDERE Quale delle seguenti definizioni corrisponde meglio all'idea di proposito presentata da Dewey? Il proposito è la visione di un fine, ed è quindi un'operazione intellettuale "piuttosto complessa" che si distingue nettamente dal semplice istinto o dall'impulso all'azione: implica infatti un piano. • un desiderio che segue un impulso e si pone un fine ✓ LA PROGETTAZIONE DEL PERCORSO PER RAGGIUNGERE UN FINE • il desiderio di un fine e la scelta di raggiungerlo • lo stimolo individuale a perseguire un obiettivo Quale compito è riservato all'insegnante dal metodo attivo? ✓ DI PREDISPORRE CONDIZIONI E MATERIALI E DI LASCIARE CHE STUDENTI VI INTERAGISCANO • di predisporre condizioni e materiali e di stimolare e suggerire idee agli studenti • di predisporre i materiali e di guidare le attività secondo un piano • di de finire gli obiettivi educativi e aiutare gli allievi a raggiungerli In Esperienza e educazione, nel capitolo sull’organizzazione della materia di studio Dewey insiste: • Sulla necessità di organizzare in modo coerente e continuativo gli insegnamenti disciplinari ✓ DI RIPORTARE GLI INSEGNAMENTI DISCIPLINARI ALL’ESPERIENZA MATURATA DAGLI ALLIEVI • Di fare in modo che gli allievi si appassionino alle tematiche insegnate Dewey definisce come scientifico l’atteggiamento di chi: L’atteggiamento scientifico ha radici nei problemi che sono posti e nelle domande che sono sollevate dalle condizioni del contesto a) utilizza complesse analisi statistiche per la verifica delle sue ipotesi sperimentali b) Utilizza le conoscenze del passato per affrontare le nuove situazioni problematiche C) RICERCA E TRACCIA CONCLUSIONI SOLO SULLA BASE DELL'EVIDENZA, DOPO AVER RACCOLTO TUTTI I DATI d) è attento alle norme che la comunità scienti fi ca ha definito per condurre esperimenti Nel saggio sull'unità della scienza Dewey afferma che il metodo scientifico sia giunto ad un momento critico della sua storia perché: • all'interno della scuola non viene più insegnato o praticato il metodo scientifico ✓ LE TECNICHE DELLA SCIENZA SONO UTILIZZATE PER CONTRASTARE L'ATTEGGIAMENTO SCIENTIFICO • la politica concentra i finanziamenti solo su alcuni settori di ricerca applicata • la specializzazione impedisce che sia utilizzato dalle persone nella vita di tutti i giorni L'atteggiamento scientifico definito in termini positivi a cosa è riferito? ✓ ALLA LIBERTÀ DAI CONDIZIONAMENTI, DALLE ABITUDINI, DAL PREGIUDIZIO, DAL DOGMA • al desiderio di ricercare, esaminare, delineare conclusioni sulla base dell'evidenza • alla adesione alla metodologia utilizzata dalle scienze fisiche e naturali Al termine del suo ragionamento nel saggio su l’unità della scienza John Dewey auspica che: • le sfere del potere si facciano carico dei problemi della scienza • gli scienziati raggiungano una concordia e un linguaggio comune ✓ TUTTI GLI UOMINI DIVENTINO SCIENTI fi CI NELLA LORO QUOTIDIANITÀ • la comunità scienti fi ca si inizi ad interessare di problemi sociali Che tipo di relazione esiste secondo Dewey tra scienza come atteggiamento e metodo, e scienza come corpo di conoscenze? • si tratta di due modalità indipendenti di costruzione della conoscenza ✓ LA SCIENZA COME ATTEGGIAMENTO PRECEDE LA SCIENZA COME CORPO DI CONOSCENZE • la scienza come corpo di conoscenze è la premessa della scienza come atteggiamento • si tratta di un'unica realtà e la distinzione dei due momenti non ha senso Come si può affrontare, secondo Dewey, l’intolleranza delle persone verso il metodo scientifico? • promuovendo in sviluppo della coscienza critica sin dalla scuola elementare • mettendo fine ai conflitti e alle discordie tra le diverse discipline scientifiche • riconoscendo le responsabilità a promuovendo la comprensione e la libera comunicazione • contrastando i poteri religiosi e politici che si oppongono al pensiero scientifico Qual è la sola libertà durevole identificata da Dewey? • la libertà di fare esperienze • la libertà di movimento ✓ LA LIBERTÀ DELL'INTELLIGENZA • la libertà dal controllo sociale Dov'è riposta la fonte principale del controllo sociale? ✓ NELLA VOLONTÀ COLLETTIVA DI RAGGIUNGERE LO SCOPO • nell'autocontrollo dei membri del gruppo • nella figura di un esperto che coordina il lavoro • nell'innato desiderio di collaborare nel lavoro Una maggiore libertà di movimento consente: • di evitare che l'alunno si annoi ✓ UN APPRENDIMENTO PIÙ EFFICACE • un clima più disteso per l'insegnante • la consapevolezza dei propri spazi Quali principi Dewey propone per stabilire il valore educativo dell’esperienza? • indipendenza, responsabilità • continuità, interazione • Interazione, interesse ✓ CONTINUITÀ, CRESCITA Il valore sociale dell’unità della scienza consiste: • nel migliorare le applicazioni della scienza ai problemi sociali • nel migliorare i rapporti tra gli scienziati di diverse discipline • nel rendere disponibile un immenso corpo di conoscenze • nella possibilità di costruire condizioni per una democrazia partecipata Qual è il punto di partenza di un proposito seconde Dewey? • un fine in vista ✓ UN IMPULSO • un desiderio • un impegno Per rispondere ai criteri dell'educazione come crescita, il modello della educazione nuova deve: • insegnare conoscenze utili a inserirsi nel mondo del lavoro • lasciare che i ragazzi scelgano quali esperienze condurre ✓ PROMUOVERE ESPERIENZE CHE ATTIVISMO PERCORSI DI CRESCITA • proporre esperienze che siano a portata dei ragazzi Sul rapporto tra condizioni oggettive e condizioni interne nell’esperienza Dewey afferma che le prime: • siano subordinate alle condizioni interne dell’individuo ✓ ABBIANO LA STESSA IMPORTANZA DELLE CONDIZIONI INTERNE • abbiano più importanza delle condizioni interne • siano le sole a determinare la qualità dell’esperienza Tra i motivi di reazione contro la nuova educazione Dewey afferma che gli insegnanti: • hanno difficoltà a tradurla nella pratica educativa • hanno poco approfondito il modello teorico • sono vincolati a rispettare i programmi ✓ NON HANNO FAMILIARITÀ CON L’APPROCCIO SCIENTIFICO Quesito sul legame tra libertà di movimento e libertà di pensiero • La libertà di movimento è il potenziale che ci permette di realizzare qualsiasi tipo di condotta, a una maggiore libertà di movimento corrisponde un ventaglio più ampio di condotte possibili. • La libertà di pensiero, invece, è un concetto più complesso, poiché è la capacità che ci consente di valutare in modo critico una situazione e le opzioni che abbiamo per affrontarla; Dewey si riferisce al metodo come: ✓ AL MODO DI IMPIEGARE MEZZI COERENTI • un dato certo perché frutto di ricerche sperimentali • provvisorio in quanto necessita di continue veri fi che • frutto dell'applicazione di un metodo di ricerca rigido Con dati di scale nominali quale delle seguenti operazioni è possibile compiere? ✓ NESSUNA SOLO DESCRIVERNE GLI ELEMENTI • frequenze, proporzioni, percentuali • media, mediana e moda • tutte le statistiche descrittive Una scala di valori viene definita a intervalli quando: • è possibili stabilire una relazione di ordine tra gli elementi ✓ È NOTA LA DISTANZA TRA CIASCUN ELEMENTO DELLA SCALA • presenta uno zero assoluto, cioè fisso, non arbitrario • stabilisce degli elementi distintivi di tipo qualitativo Quale tra le seguenti variabili possiamo considerare come scala di rapporti? • il numero di membri di una famiglia • i voti scolastici • la temperatura ✓ IL PESO Quale tra le seguenti discipline Visalberghi esclude dall’Enciclopedia delle Scienze dell’educazione: ✓ LA PEDAGOGIA SPERIMENTALE • la logica • la sociologia • la psicologia dell'età evolutiva Pedagogia e scienza dell'educazione, sono distinte nella visione di Emile Durkheim, in quanto: ✓ LA PRIMA HA FINALITÀ TEORICHE E LA SECONDA SI OCCUPA DI PROBLEMI PRATICI • la prima ha carattere scientifico e la seconda un carattere maggiormente teorico • la prima riflette sui fatti educativi e la seconda lavora su basi scienti fi che • la prima non utilizza il metodo scienti fi co utilizzato dalla seconda È considerabile come un campione non probabilistico quello: • in cui si suddivide in strati la popolazione per poi procedere all’estrazione casuale su ciascuno strato • in cui si scelgono i soggetti prendendoli a intervalli regolari sulla lista della popolazione ✓ IN CUI IL RICERCATORE SCEGLIE L'UNITÀ DI ANALISI SULLA BASE DEL PROPRIO OBIETTIVO DI RICERCA • in cui ogni caso compreso nella popolazione ha la stessa probabilità di essere incluso nel campione Quale dei seguenti aspetti è indispensabile per costruire un campione probabilistico? • la conoscenza della varianza della variabile in esame • una definizione accurata della popolazione bersaglio • la lista dei soggetti che compongono la popolazione • la conoscenza di rilevanti aspetti del contesto Per poter effettuare un campionamento probabilistico è quindi indispensabile disporre di una lista contenente l’elenco di tutte le unità che costituiscono la popolazione che si vuole analizzare. Quale tra i seguenti criteri va considerato per primo nella scelta degli strumenti: • il costo degli strumenti e della loro applicazione • le condizioni in cui si devono usare gli strumenti • le caratteristiche della popolazione su cui applicarli ✓ I RISULTATI CHE SI VOGLIONO RAGGIUNGERE CON LA RICERCA Nelle prove oggettive la formulazione della risposta corretta richiede che questa sia: • verificata da un esperto molto autorevole • riconosciuta come giusta da più esperti • riconoscibile come giusta dai destinatari • riconoscibile grazie al buon senso Il paradigma scientifico si può definire come: • la scuola di pensiero del ricercatore che condiziona l’approccio con il quale affronta i problemi ✓ L'INSIEME DELLE TEORIE E DEI VALORI CONDIVISI DALLA COMUNITÀ SCIENTIFICA DI UN MOMENTO STORICO • l’insieme delle conoscenze scientifiche che il ricercatore utilizza per descrivere un fenomeno • l'insieme dei valori etici a cui il ricercatore aderisce e guidano la sua attività di ricerca Per una corretta formulazione delle istruzioni d’uso di un questionario è consigliabile: ✓ UTILIZZARE SINTASSI E LESSICO COMPRENSIBILI • utilizzare un lessico tecnico specialistico • fornire indicazioni generali su come rispondere • utilizzare sempre un registro formale Le ricerche condotte con un approccio sperimentale: • descrivono le variabili che compongono un fenomeno • stabiliscono un rapporto di causa-e ff etto tra le variabili • individuano relazioni significative tra variabili • approfondiscono gli aspetti educativi di un contesto Per costruire uno strumento valido è necessario: ✓ DEFINIRE TEORICAMENTE CIÒ CHE SI INTENDE MISURARE • verificare i risultati delle misurazioni effettuate • che lo strumento dia gli stessi risultati allo stimolo • usare scale adeguate a ciò che si vuole misurare Uno strumento di misura è definito affidabile: • quando è in grado di rilevare differenze anche a stimoli molto piccoli ✓ DÀ LO STESSO RISULTATO SE SOTTOPOSTO ALLO STESSO STIMOLO • quando i risultati delle misure sono privi di errore standard • quando i risultati delle misure non hanno errori sistematici Quale tra i seguenti consigli sulla costruzione di un questionario non è corretto? • evitare di influenzare la risposta ✓ EVITARE DI FORMULARE DOMANDE DOPPIE • evitare di formulare domande aperte • evitare domande alle quali è difficile rispondere Che cosa si intende per serendipità? • lo spirito di osservazione che deve guidare la ricerca ✓ LA CAPACITÀ DI TROVARE CIÒ CHE STAVAMO CERCANDO • scoprire per caso qualcosa che non stiamo cercando • l’ottimismo del ricercatore nell'affrontare i problemi Tra le variabili di sfondo di una ricerca educativa possiamo considerare: ✓ IL RETROTERRA CULTURALE DELLA FAMIGLIA DEI SOGGETTI Uno strumento si definisce valido quando consente: ✓ DI MISURARE CIÒ CHE INTENDE MISURARE Uno tra i principali svantaggi degli strumenti di rilevazione con domande non strutturate da attribuirsi alla difficoltà: ✓ REGISTRARE E CODIFICARE I DATI Possiamo definire ipotesi di ricerca ✓ UN’AFFERMAZIONE CHE ESPRIME UN RAPPORTO TRA DUE O PIÙ VARIABILI Nel focus group, al committente: ✓ Viene consigliato di partecipare attivamente alla realizzazione della ricerca nella sua fase iniziale di pianificazione Nel linguaggio della ricerca il termine variabile indica un concetto ✓ QUALCOSA CHE PUÒ ESSERE CLASSIFICATO E/O MISURATO Nella fase agire della ricerca - azione (insegnante – ricercatore) ✓ GLI STRUMENTI DI INTERVENTO E DI MONITORAGGIO, LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI E L’APPLICAZIONE DEL PIANO DI INTERVENTO. Nella ricerca educativa occorre tenere presente il rapporto esistente tra metodo, strumento e fini per tale ragione si può affermare che ✓ METODI, STRUMENTI E FINI SONO COLLEGATI TRA LORO Le informazioni raccolte da un focus group: ✓ NON SONO GENERALIZZABILI La variabile dipendente è la variabile che: • vengono poste le stesse domande aperte e vengono valutate da giurie ✓ TUTTI I SOGGETTI FANNO LA STESSA PROVA E SI È PREDETERMINATA LA RISPOSTA GIUSTA • chi costruisce le domande ha svolto una adeguata preparazione • ai soggetti vengono poste domande diverse ma della stessa difficoltà • FORMULA INDICE DI FACILITÀ → P= Resatte/ncasi È dato dal rapporto tra il numero di risposte esatte e il numero di rispondenti. ✓ L’indice varia tra: 1 (tutti hanno risposto correttamente) e 0 (nessuna risposta esatta). ✓ Sono accettabili valori compresi tra 0,25 e 0,75 quelle inferiori a 0,25 e superiori a 0,75 scartate ci permette di verificare il livello di difficoltà del quesito. Si tratta di mettere in relazione gli studenti che hanno risposto correttamente con il numero degli studenti complessivo. Tanti più studenti hanno risposto correttamente alla domanda, tanto più questa risulterà facile. • COEFFICIENTE DI DISCRIMINATIVITÀ Per discriminatività si intende la capacità di un item di distinguere gli studenti più abili da quelli meno abili. Dopo aver diviso il gruppo in 3 fasce per individuare 2 estremi di pari numerosità, l’indice si ricava dal rapporto tra la differenza della somma delle risposte esatte dell’estremo superiore e quelle dell’estrema. D= (ESATTESUP – ESATTE INF)/ NUM DEGLI STUDENTI DI UN ESTREMO. • Varia tra +1 e –1 ; • Accettabili valori superiori a 0.30 • CITAZIONE BAILEY DAL MANUALE, CRITICATA O NO E PERCHÉ? “La ricerca sociale ha il compito della raccolta dei dati che possono aiutarci e a rispondere a domande concernenti i diversi aspetti della società, così da permetterci di comprenderla”. Lucisano lo corregge dicendo che la scienza non risponde a domande, ma verifica ipotesi di risposte. Il compito della ricerca è verificare ipotesi per la soluzione di un problema non da risposte. • GATTULLO AFFERMA CHE “NON È POSSIBILE AFFRONTARE PROBLEMI RIGUARDANTI CONFRONTI TRA GLI OBIETTIVI DELL’ATTIVITÀ SCOLASTICA”, PERCHÉ QUESTA AFFERMAZIONE È CRITICABILE? Tale riflessione anche se comprensibile, risulta troppo restrittiva e contiene il rischio di accettare che esistano ambiti in cui le scelte vengono effettuate sulla base di logiche (abitudini, tradizioni e dogmi) non riconducibili ad un impianto scientifico di fondo. • DOMANDA SUL CONCETTO DI “REATTIVITÀ” DEI SOGGETTI FACENTI PARTE DI UN GRUPPO SPERIMENTALE Reattività → influenza dovuta all’uso dello strumento REATTIVITà → Le persone possono modificare i oro comportamenti se sanno di partecipare a una ricerca • COSA È CONTENUTO NEL CODEBOOK Un libro codice per definire le modalità di codifica delle informazioni → di seguito matrice dei dati. Il nome attribuito alle diverse variabili; il tipo di formato con cui viene registrata la variabile; le etichette descrittive delle variabili e dei valori che queste contengono; i codici speciali per i valori mancanti. • MATRICE DATI La matrice di dati rappresenta la base di tutte le successive elaborazioni statistiche. Con l’espressione “matrice di dati” si intende una tabella a doppia entrata in cui vengono riportati su ogni riga i casi o le osservazioni e su ogni colonna le variabili o le caratteristiche da misurare. La cella è l’intersezione tra il caso e la variabile. Ogni cella contiene una dato di una variabile relativa ad un caso. Ogni riga di una matrice di dati corrisponde a un soggetto e fornisce un profilo del caso. • RICONOSCERE DALLA TABELLA IL TIPO DI CAMPIONAMENTO (PROBABILISTICO E NON PROBABILISTICO TRA LE OPZIONI) • ESEMPIO DI TABELLA DI CUI SI DEVE DEFINIRE SE A STRATI, SE A STRATI PROPORZIONALE, SE A STRATI NON PROPORZIONALE O SE A GRAPPOLI • QUALE DEI SEGUENTI CAMPIONAMENTI NON È UN DISEGNO SPERIMENTALE: Domanda corretta: ex facto Disegni SPERIMENTALI: ✓ Modello sperimentale a 2 gruppi ✓ Modello a due gruppo equivalente e due prove ✓ Modello a due gruppo equivalente e una prova ✓ Disegno di Salomon ✓ Disegni fattoriali (quadro latino, blocchi randomizzati, schemi separati, ripetizione bilanciata) Disegni PRE SPERIMENTALI: nascono dall’impossibilità di comporre in modo casuale i gruppi o dall’impossibilità di disporre del gruppo di controllo. ✓ Disegno con post test e un solo gruppo ✓ Disegno con post test e gruppi non equivalenti ✓ Disegno con pretest e post test e un solo gruppo Disegni SEMI SPERIMENTALI: non utilizzano assegnazione casuale ✓ Disegni con un unico gruppo ✓ Disegni con più gruppi di controllo non equivalente • TABELLA CON INDIVIDUAZIONE DELLA SCALA DI ATTEGGIAMENTI UTILIZZATA (risposta corretta Osgood) Uno degli strumenti più utilizzato è la scala di atteggiamenti, può essere: • SCALA DI THURSTONE - Elenco di affermazioni in cui il soggetto indica l’accordo o il disaccordo (tutti atteggiamenti) • SCALA DI LIKERT - Affermazioni alle quali il soggetto deve dare un grado di accordo (molto d’accordo poco d’accordo ecc.) • SCALA DI OSGOOD (differenziale semantico) - È in grado di determinare i significati che, per i vari soggetti, assumono determinati concetti (coppia di aggettivi bipolari e valori) • QUALE TRA I SEGUENTI È UNO SVANTAGGIO DI UN’INTERVISTA RISPETTO ALLA SOMMINISTRAZIONE DI UN QUESTIONARIO → (tra le opzioni “la necessità di un maggior tempo necessario”) Questionari: ✓ vantaggio → evitare tipo di approccio tra investitori diversi ✓ può essere → risposte aperte (+ informazioni) e chiuse (utilizzare dati con più rapidità) ✓ Costruire questionario → attenzione alla formulazione della domanda, domanda breve, istruzioni precise ✓ Ordine delle domande → dal generale al particolare, coppia di domande che fungono da attendibilità Intervista: ✓ vantaggio → maggiore espressione ✓ svantaggio → tempo necessario per raccolta dei dati ✓ può essere → strutturare (domande definite a priori) e semi-strutturata (argomenti da trattare ma senza ordine) ✓ Bisogna evitare di trovarsi nella condizione di intrepretare le informazioni altrimenti Distorsione ✓ Risposte → registrate, appunti, o appunti subito dopo • A CHI PUÒ ESSERE FATTA RISALIRE LA DIFFERENZA TRA PEDAGOGIA E SCIENZE DELL’EDUCAZIONE (DUCKHEIM) ✓ PEDAGOGIA ha il compito di riflettere sui fatti educativi ✓ SCIENZE DELL’EDUCAZIONE affrontarla concretamente, su base scientifica le tematiche dell’educazione • QUAL È IL MOTIVO PER CUI VISALBERGHI ESCLUDE LA PEDAGOGIA SPERIMENTALE DALLE DISCIPLINE FACENTI PARTE DELLA SUA “ENCICLOPEDIA PEDAGOGICA” “la pedagogia sperimentale non è una scienza particolare, ma un modo di utilizzare diverse scienze dell’educazione al fine di svilupparne altre (metodologie didattiche, tecnologie educative, teoria del curriculum).” (pedagogia non presente perché parla di problemi, quindi, non in elenco). • QUALI TRA QUESTI NON PUÒ ESSERE CONSIDERATO UN CAMPIONE ADEGUATO (opzione corretta “i giovani di Milano…”) • DEFINIZIONE DI “IPOTESI” – un’affermazione che esprime un rapporto tra due più variabili - Un'ipotesi è una affermazione su un evento futuro o comunque su un evento il cui esito è sconosciuto al momento in cui viene fatta l'affermazione costruita in modo di poter essere respinta. (Blalock) • COSA SI INTENDE E A COSA SERVE IL “TRY-OUT” La verifica sul campo delle idoneità di uno strumento di rilevazione. • DEVIAZIONE STANDARD indica il grado di omogeneità e di eterogeneità dei risultati, cioè quanto mediamente i punteggi si discostano dalla media. • SIGNIFICATO DI INDAGINE LONGITUDINALE La ricerca longitudinale è utilizzata per la raccolta dei dati relativi alla variazione di uno o più fattori in tempi diversi nella vita di uno stesso individuo.è un approccio "storico" della ricerca, indaga sull’evoluzione dei sistemi e metodologie educativi. • COME È POSSIBILE CALCOLARE L’EFFETTO DI UN TRATTAMENTO IN UN DISEGNO CON 2 GRUPPI EQUIVALENTI CON PRE-TEST E POST-TEST • QUESITO SU VALIDITÀ DI UNO STRUMENTO Una delle caratteristiche che gli strumenti di rilevazione devono soddisfare è la VALIDITÀ ✓ VALIDITÀ - capacità di uno strumento di misurare veramente ciò che si propone di misurare La validità di uno strumento indica se esso è idoneo alla rilevazione dell’info desiderata. La validità può essere controllata rispetto ai contenuti, a i criteri, al costrutto e all’aspetto. ✓ VALIDITÀ DI CONTENUTO: gli argomenti trattati devono costituire un campione rappresentativo delle capacità e delle conoscenze de verificare. ✓ VALIDITÀ DI CRITERIO: i punteggi misurati attraverso procedure diverse e indipendenti a quelli della prova, ha validità di criterio se i 2 punteggi sono simili. ✓ VALIDITÀ DI COSTRUTTO: i risultati raccolti con l’impiego di uno strumento hanno senso in relazione alle teorie. ✓ VALIDITÀ DI ASPETTO: bontà di uno strumento così come viene valutato da parte di persone che non hanno esperienza di strumenti di misurazione. ✓ VALIDITÀ INTERNA O ESTERNA:
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