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Scapigliatura, contesto. Riassunto fatto dal libro "I classici nostri contemporanei", Dispense di Italiano

Scapigliatura, contesto. Riassunto fatto dal libro "I classici nostri contemporanei". Appunti per l'esame di maturità

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 26/01/2023

fatima.ramli
fatima.ramli 🇮🇹

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Scarica Scapigliatura, contesto. Riassunto fatto dal libro "I classici nostri contemporanei" e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! SCAPIGLIATURA Non è una scuola né un movimento organizzato, con una poetica comune: è un GRUPPO DI SCRITTORI che operano nello STESSO PERIODO (anni ’60 - ’70 dell’800) e negli STESSI AMBIENTI (Milano, Torino, Genova) e che sono ACCOMUNATI DA UN’INSOFFERENZA PER LE CONVENZIONI DELLA LETTERATURA CONTEMPORANEA, per i PRINCIPI E I COSTUMI DELLA SOCIETÀ BORGHESE e da un IMPULSO DI RIFIUTO. Il termine “Scapigliatura” venne proposto per indicare un gruppo di ribelli alla loro classe di provenienza, che amavano vivere in maniera disordinata. Era un equivalente italiano del francese bohème (vita zingaresca). Con il gruppo degli scapigliati compare per la prima volta nella cultura italiana dell’Ottocento il conflitto tra artista e società, che si “risolse” nel mito di una vita irregolare e dissipata come rifiuto radicale delle norme morali e delle convenzioni correnti (“maledettismo”). Di fronte alla modernità, essi assumono atteggiamenti ambivalenti: da un lato il loro impulso originario è di repulsione e orrore – l’artista tende ad aggrapparsi ai valori del passato che il progresso distrugge -; dall’altro, si rassegnano, delusi e disincantati, a rappresentare il vero. Gli scapigliati definiscono questo atteggiamento dualismo: si sentono divisi tra Ideale e Vero, bene e male, virtù e vizio, bello e orrendo, senza possibilità di conciliazione; la loro opera è proprio l’esplorazione di questa condizione di incertezza. Questa sensazione di disagio, di rivolta, di protesta accomuna gli scapigliati ai romantici europei. Infatti essi recuperano una serie di temi romantici: l’esplorazione estrema dell’irrazionale e del fantastico, della dimensione del sogno, il macabro e l’orrore, il satanismo, il culto della bellezza, l’esotismo. I modelli sono in primis i romantici tedeschi, ma il loro vero e proprio nume tutelare è BAUDELAIRE, il poeta cantore dell’angoscia della vita moderna nelle grandi metropoli, la lacerazione tra lo spleen, il vuoto e il disgusto di questa vita e l’irraggiungibile ideale. Un autore che esercita grande fascino è anche Poe. Gli scapigliati, con il loro culto del vero, con l’attenzione a ciò che è orrido e deforme e con il loro proposito di analizzarlo con crudeltà, introducono in Italia il gusto del nascente Naturalismo. Vi sono dunque le potenzialità di un gruppo d’avanguardia, se essa è rifiutarsi di soddisfare il gusto medio del mercato letterario e sperimentare forme e temi del futuro. Tali potenzialità non vengono però totalmente realizzate, per mancanza della necessaria chiarezza di visione e di elaborazione culturale. Non riusciranno infatti ad aprire nuovi orizzonti conoscitivi. “LA STRADA FERRATA”, Trasparenze (Emilio Praga)   Addio, bosco di frassini ombrosi, ondeggianti campagne di biade! Del villaggio tranquille contrade dove giuocano i bimbi al mattin.   Addio, pace de' campi pensosi, solitarie abitudini, addio; l'operaio sul verde pendìo già distende il ferrato cammin.   Passerà nell'antico convento, sulle fosse dei monaci estinti; se all'inferno non giacciono avvinti lo sa Iddio che stupor li corrà!   Dove il cantico, inutile, lento, si perdea per la pinta navata, volerà, dal suo genio portata, via, fischiando, la scettica età.   Che terrori nel nido latente degli ignari augelletti quel giorno! Da tugurio a capanna d'intorno che susurro, che ciancie, quel dì!   Che dirà questa povera gente, cui repente - il miracolo appare ? Vecchierelli, aspettate a spirare quando giunta la strada sia qui.   Che diran gli infelici cui preme la tremenda miseria del pane? E cui nulla concede il dimane, nella vita, che affanni e sudor?   Quando accanto all'aratro, che geme lentamente nei solchi girando, scorrerà, quasi ai pigri insultando, l'uragano del nostro vapor?   Ahi l'aratro, il congegno diletto, che diventa al confronto fatale? Veh! Coll'oro si fabbrican l'ale! Veh, se i ricchi le sanno pensar!   E, tornando al miserrimo tetto, scorderan per quel dì la canzone, e nei sogni la strana visione tornerà nuovi enigmi a fischiar.   Ma le vispe fanciulle dei campi, che cullato ancor bimbi non hanno, e ancor tutti gli stenti non sanno che si sposano ai cenci quaggiù; ma i garzoni che guardano i lampi quando tuona, con ciglia inarcate, ma le donne, filando invecchiate, cinto il cuore di arcigne virtù,   che clamori faran sulla via, quando giunge il convoglio solenne ; chi dirà di vedervi le penne, chi Satàna a tirarlo con sé;   e del fumo, che lento si svia mentre lungi già il treno è trascorso, seguiran quasi estatici il corso brontolando : « No, fumo non è!».   Ma i più furbi bisbigliano invece « Sì, che è fumo, e ai vigneti fatale: la campagna di un soffio letale può colpir tutta vasta quant'è.   Ah il Signor queste cose non fece; no, per me, non ci vado in vapore. Chi compar! L'asinello è migliore; questo almeno il Signor ce lo die'».   Razza mesta, alle celie bersaglio della plebe, cui sopra tu stai, sul mio volto quel dì non vedrai insolente il sorriso spuntar.   Ma deposto il mio caro bagaglio io verrò ne' tuoi crocchi festivi, non più in traccia di baci furtivi, ma coi maschi da senno a parlar.   E dirò: « Questo fischio fugace gira il mondo e affratella le genti, rispondetegli intorno plaudenti, cospergete il gran carro di fior.   Esso è l'arca novella di pace, che i futuri destini rinserra, non più stragi di popoli in guerra, non più schiavi di avaro lavor!   Voleran da villaggio a cittade nuovi patti: cultore e artigiano stesa ai ricchi la nòbile mano insiem l'almo edificio alzeran.   E tesoro di nuove rugiade l'umil scienza anche ai cenci concessa, vi dirà, benché in veste dimessa, sante cose, che i preti non san. Vi dirà che gli è sacro al paese il sudore dei volti onorati, come sacro è il valor dei soldati, come sacra è la mente del Re.   Che non siete più mandre indifese,
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