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Scheda del libro - Io non ho paura, Sintesi del corso di Italiano

Scheda del libro di "Io non ho paura" con i seguenti punti: brevi notizie sull'autore, genere del libro, trama, tecnica narrativa, analisi dei personaggi principali, messaggio dell'autore, scelte stilistiche e giudizio personale.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 11/09/2022

S0F13
S0F13 🇮🇹

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Scarica Scheda del libro - Io non ho paura e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! IO NON HO PAURA - Niccolò Ammaniti BREVI NOTIZIE SULL’AUTORE L’autore è Niccolò Ammaniti, nato a Roma nel 1966. Si è iscritto al corso di laurea in scienze biologiche, senza però terminare gli studi per dedicarsi alla carriera di scrittore, che più lo appassionava. Ha esordito con il romanzo “Branchie” nel 1994. Nel 1995 ha pubblicato il saggio “Nel nome del figlio” scritto con il padre Massimo e nel 1996 la raccolta di racconti “Fango”. Nel 1999 ha pubblicato “Ti prendo e ti porto via” e nel 2001 il romanzo “Io non ho paura”, che ispirato l’omonima trasposizione cinematografica del 2003. Ammaniti fa parte della cosiddetta generazione dei “cannibali”, un gruppo di scrittori attivi a partire dagli anni Novanta, le cui opere sono caratterizzate da un forte realismo. Il nome deriva dall’antologia “Gioventù Cannibale”, alla cui stesura partecipò lo stesso Ammaniti. I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo, greco, russo e polacco, indice del successo ottenuto. GENERE DEL LIBRO Si tratta di un romanzo di formazione, che analizza il processo di formazione del protagonista nel corso della storia, attraverso esperienze e incontri, che lo hanno segnato profondamente. TRAMA È l’estate del 1978, una delle più calde del secolo. Ci troviamo nel minuscolo paesino di Acqua Traverse, costituito da poche abitazioni sparse in un’immensa distesa di campi di grano. In questo contesto si svolgono le vicende, che hanno per protagonista Michele Amitrano, un bambino di nove anni, e il suo gruppo di amici: Salvatore, Antonio, soprannominato il “Teschio”, Remo, Barbara e la sorellina di Michele, Maria. In una delle loro solite escursioni gli amici si imbattono in una vecchia casa in rovina. Avendo perso una sfida, Michele è obbligato dal Teschio a compiere un percorso pericoloso all'interno della casa abbandonata, al termine del quale il ragazzo si ritrova spiazzato davanti a un’immagine atroce: un bambino apparentemente morto, incatenato dentro un buco scavato nella terra. Terrorizzato, fugge senza raccontare a nessuno dell’esperienza. Tuttavia la curiosità prevale sulla paura e Michele fa ritorno alla tana del bambino, che scopre essere ancora in vita. È la prima delle molte visite che Michele farà al bambino, che lo porteranno a stringere con lui un rapporto di aiuto e di amicizia. Michele però non riesce a ottenere maggiori informazioni sulla provenienza del bambino o sul motivo per cui si trovi in quelle condizioni. Il prigioniero infatti sembra esser diventato pazzo, ponendo a Michele domande insensate e credendo di vivere in una fiaba, che vede in lui il suo salvatore. Nella loro ingenua innocenza i due bambini non sembrano comprendere appieno la gravità della situazione; almeno finché il protagonista, unendo i punti, verrà a conoscenza di una notizia ancora più sconcertante, che cambierà la sua visione della realtà: suo padre è coinvolto nel rapimento dell’amico, aiutato dalle famiglie dei suoi amici. Guardando il telegiornale scopre inoltre l’identità del bambino: si chiama Filippo, viene da una famiglia ricca del Nord e ha la sua stessa età. A questo punto Michele si trova davanti a una scelta importante: sottostare agli ordini dei genitori, che ha considerato a lungo la voce della verità, o seguire la propria coscienza. Segue così una serie di vicende che porteranno Michele a fare cosa lui pensa sia giusto, affrontadone le conseguenze. TECNICA NARRATIVA (narratore interno/esterno,...) Il narratore è interno: la storia è raccontata in prima persona dal protagonista stesso. Sono frequenti similitudini e dialoghi, a cui si alternano pensieri e ragionamenti del protagonista. Ciò rende più facile immergersi nella storia, immedesimandosi nel protagonista bambino. TEMPO E LUOGO La storia è ambientata nell’estate torrida del 1978 nel piccolo paese immaginario di Acqua Traverse, a Lucignano. Il paesino di campagna dell’Italia centro-meridionale, dominato dai campi di grano, viene messo più volte in contrapposizione alle città del Nord-Italia, più prospere e verso cui spesso si migrava nella speranza di maggiore benessere economico. Luoghi di riferimento nella storia, oltre agli smisurati spazi aperti, sono la casa di Michele, dove si tengono frequenti discussioni sul rapimento; una fattoria, al cui ingresso si trova un allevamento di maiali feroci, che si riveleranno rilevanti alla conclusione della storia; e la casa abbandonata, in cui era nascosta tana di Filippo, talmente buia, che alla visita di Michele, il bambino pensava di essere cieco. ANALISI DEI PERSONAGGI PRINCIPALI Michele Amitrano: il protagonista e narratore del racconto. È un bambino di nove anni la cui testardia lo porta a disubbidire ai genitori, rivalutando la sua realtà. Ciò dà prova non solo del suo coraggio, ma anche della maturità del bambino, il quale agisce secondo i propri valori morali, dimostrandosi più grande degli adulti. Il protagonista è inoltre caratterizzato dalla generosità e dall’altruismo, che dimostra difendendo un’amica e offrendo aiuto incondizionato a un bambino sconosciuto. Filippo Carducci: un bambino della stessa età di Michele. È stato rapito da una famiglia benestante, costretto a vivere in condizioni disumane, tra sporco e rifiuti. È presentato come un “mucchio di stracci”: la faccia è nera e sudicia e i capelli biondi impastati con la terra. Non si muove neanche dopo che gli viene tirato un sasso, impietrito dalla paura; abituato al buio assoluto non riesce a muovere le palpebre accecato dalla luce del sole, che non vede per ore. Michele è il primo vero contatto che ha con l’umanità dalla sua scomparsa; Filippo lo chiama quindi il suo angelo custode, colui che lo libererà dal “signore dei vermi” e lo porterà al sicuro. La prima impressione che Michele ha del bambino è che sia pazzo e probabilmente lo è diventato a causa del trauma subito. Filippo non ha avuto nessuna colpa, è stato obbligato a vivere una tale esperienza, oltretutto ignaro della situazione. Maria Amitrano: la sorellina di Michele di cinque anni. Il rapporto tra i due fratelli è il classico rapporto di amore e odio, in cui prevale naturalmente l’amore. Maria infatti, per sentirsi più grande, segue continuamente il fratello, il quale però non prova piacere nell’essere responsabile della sorella; ma è questa responsabilità nei suoi confronti che svilupperà in Michele un atteggiamento protettivo, che in fondo nasce dal suo affetto per lei. Pino Amitrano: il padre di Michele, descritto nel racconto come un uomo piccolo e magro, con i capelli tirati all’indietro con la brillantina e la barba ruvida sul mento. Egli afferma di lavorare nel Nord-Italia come camionista, mestiere che nel corso della storia si rivela fasullo. L’uomo infatti guadagna in modo disonesto: è per questioni economiche che Pino Amitrano diventa uno dei responsabili della scomparsa di Filippo. Si tratta di due personalità antitetiche: da un lato ci troviamo davanti a un padre affettuoso e spiritoso, disposto a tutto per i propri figli, dall’altro un criminale, che pone la brama di ricchezza davanti all’incolumità di altre persone, in questo caso un bambino indifeso.
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