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Scheda di lettura " Mirra " Vittorio Alfieri, Appunti di Lingue e letterature classiche

Scheda di lettura " Mirra " Vittorio Alfieri

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 16/05/2017

1944685
1944685 🇮🇹

4.6

(9)

10 documenti

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Scarica Scheda di lettura " Mirra " Vittorio Alfieri e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! SCHEDA DI LETTURA AUTORE: Nato a Asti nel 1749 da famiglia nobile. Dopo pochi mesi dalla sua nascita il padre morì e la madre si risposò. A 9 anni venne iscritto nell’ Accademia militare, che però abbandonò molto presto. Per lui viaggiare era un bisogno essenziale, infatti visitò non solo le principali città italiane ma anche quelle europee, per conoscere usanze e popoli diversi. Mentre assisteva la sua amata Gabriella Turinetti, scrisse la tragedia ‘Antonio e Cleopatra’, poi rappresentata con buoni successi; considerò questi successi indegni perciò iniziò a approfondire la sua cultura, studiando a Firenze e frequentando personaggi rilevanti. Proprio quando si trovava a Firenze, Alfieri si innamorò della contessa Luisa Stolberg d’Albany, alla quale rimase legato per tutta la vita (a lei dedicò Mirra). Tra 1778 e 1785 soggiornò tra Firenze, Roma, Siena e Pisa. Successivamente tra 1785 e 1787 alternò l’Alsazia a Parigi, dove restò fino al 1792. Assistette all’inizio della rivoluzione, da cui cercò di allontanarsi, ristabilendosi a Firenze in modo definitivo. A 50 anni iniziò a studiare la lingua e letteratura greca. Morì nel 1803 a Firenze. Opere: scrisse commedie, 19 tragedie in endecasillabi sciolti (Saul e Mirra le più importanti) lettere, rime, traduzioni, prose politiche e odi. Scrisse anche la sua autobiografia, e alcune satire. Per perfezionare il suo linguaggio lesse opere di Dante, Petrarca e Virgilio per il verso tragico. Poetica di Vittorio Alfieri: la Mirra è la tragedia più psicologica di Alfieri. Nei suoi componimenti toglie elementi di fantasia e religiosi, come la maledizione scagliata da Venere per vendetta e la trasformazione della ragazza in Mirra (pianta). Caratteristico dello stile del poeta e scrittore, sono le pause e i silenzi che utilizza, per mezzo dei puntini di sospensione, che danno una sfumatura drammatica, traspare un significato drammatico espressivo. Inoltre lui svela gradualmente i fatti della storia, lasciando intendere tutto solamente nelle scene finali. Il metodo che utilizza, il poeta lo distingue in 3 fasi: ideare, stendere e verseggiare. Secondo lui il contenuto di un’opera teatrale deve essere alto, illustre e conosciuto da tutti, come per esempio i miti greci o grandi eventi storici. Segue le unità aristoteliche di tempo luogo e azione, e scrisse tutte le sue tragedie in endecasillabi sciolti. Riformò la tragedia teatrale, è interprete dei principi illuministici. I protagonisti delle sue tragedie sono sempre personaggi d’eccezione, ovvero re tiranni o grandi uomini politici. In altre tragedie emerge il pensiero politico di Alfieri, e il principio secondo il quale la letterature è uno strumento per esortare alla libertà. Egli fu innanzitutto illuminista, quindi laico razionalista e sostenitore della poetica classica. Esaltava la libertà individuale, che spinge le personalità d’eccezione a ribellarsi contro le regole e le convenzioni. Rivela il suo spirito libero e anticonformista, e aspira alla libertà. Viaggia perché viaggiare significa essere libero, e confrontarsi con altri popoli e altre mentalità. Nel trattato della tirannide illustra che è contro il potere dispotico, non soltanto quello delle monarchie assolute, bensì anche quello delle monarchie costituzionali ecc, perché violano le libertà dell’individuo. Crede che solo chi si ribella e chi lotta per la propria indipendenza sia un uomo vero. (“libero popolo di uomini”). Spesso tratta il suicidio come unica via d’uscita da tutti i problemi che turbano l’uomo, c’è un velo di pessimismo perché l’uomo è incapace di risolvere i suoi problemi, sia politici sia personali. TRAMA: è suddivisa in 5 atti e si svolge nella Reggia di Cipro. Mirra è dominata da un dolore sconosciuto e nessuno è in grado di capirne l’origine. La sua nutrice e tutti i suoi parenti le stanno accanto, sono affettuosi con lei e cercano di scoprire e sanare il male che la affligge. 1° atto: si apre con la madre Cecri e la nutrice Euriclea che conversano e si confidano le preoccupazioni sullo stato di Mirra anche se non ne capiscono il motivo dato che è prossima al matrimonio con Pereo e non potrebbe esserci uomo migliore, secondo il padre. Perciò escludono che Mirra stia soffrendo per amore, perché a nessun altro uomo potrebbe rivolgere il suo affetto. Il padre Ciniro invece si domanda se la figlia abbia ripensato al matrimonio e siccome lui non vuole obbligarla contro la sua volontà chiede alla moglie di riferirglielo. 2° atto: troviamo Pereo, futuro sposo di Mirra, e Ciniro che hanno un dialogo. Ciniro è molto felice di avere come futuro genero quel giovane e lui di avere l’onore di chiamarlo ‘’padre’’; Ciniro si rivolge a Pereo chiedendogli se è sicuro che l’amore di Mirra sia ricambiato, in quanto lei è perennemente indecisa se portare a termine il matrimonio o posticiparlo. Successivamente Ciniro lascia che Pereo e Mirra si scambino alcune parole: lui si rende conto che non sembra essere felice delle sue scelte ma la donna prende la decisione di sposarsi proprio il giorno stesso e dopo partire e lasciare l’isola di Cipro, in modo così anche da allontanarsi dal segreto che si porta dentro come un masso pesante. Dopodiché Mirra incontra Euriclea, con cui si sfoga ed invoca la morte per sé stessa. Intanto la nutrice confessa di essere andata da Venere per invocare aiuto, ma le parve che in realtà la dea rifiutasse di aiutare Mirra a risolvere i suoi tormenti. 3° atto: Cecri si convince che Mirra in realtà non ama Pereo ed il matrimonio con lui lo porterebbe verso una morte sicura. I genitori chiedono di avere un colloquio con la figlia, per cercare di capire i motivi della sua tristezza. Lei continua ad essere sovrastata dalle angosce, ma conferma di voler celebrare il matrimonio il giorno stesso; inoltre chiede ai genitori il consenso di lasciare l’isola proprio il giorno successivo al matrimonio. Loro, anche se addolorati, accettano. Cecri confessa poi al marito che tempo prima aveva erroneamente insultato Venere e si accorse che dopo questo episodio iniziarono le sciagure di Mirra. Pereo pensa che la cosa migliore sia partire immediatamente, ma si lascia convincere da Ciniro e Cecri che è meglio preoccuparsi dei preparativi. 4° atto: Euriclea è affranta perché Mirra ha deciso di partire solo con il suo sposo, ma la giovane promette che un giorno tornerà.
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