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Scheda filmica: Velluto Blu (Blue Velvet) di David Lynch, Sintesi del corso di Storia E Critica Del Cinema

Scheda filmica dell'opera di Lynch: Velluto Blu

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 03/06/2020

Ilaria_Ponzone
Ilaria_Ponzone 🇮🇹

4.5

(22)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Scheda filmica: Velluto Blu (Blue Velvet) di David Lynch e più Sintesi del corso in PDF di Storia E Critica Del Cinema solo su Docsity! Velluto blu (Blue Velvet) Regia: David Lynch; Interpreti principali: Isabella Rossellini, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Laura Dern; Anno: 1986; Durata: 120 min; Genere: mistero, thriller, drammatico.  Persino le mani di un assassino si commuovono al tatto del velluto. Questo materiale presenta un lato “ruvido” e un lato liscio, allo stesso modo la società umana ha un doppio volto diviso tra il bene e il male, luce e ombra. Il film gioca proprio sul contrasto tra illuminazione e oscurità. Lynch si concentra su questo aspetto: lampadine che sfrigolano, candele che crepitano e infine si spengono. A prevalere è certamente il buio e per usare una sua frase: “mi piace che vi sia qualcosa di scuro nell’inquadratura. Se tutto è completamente illuminato e si può vedere ogni cosa, allora non c’è più mistero”. Questa particolare attenzione per le luci la si può ritrovare in altri suoi film, per fare due esempi: “Cuore selvaggio” (1990) e “Mulholland Drive” (2001). Il regista ha sempre voluto ricordare agli americani che la loro provincia non è un luogo puro e ameno, ma al contrario è colmo di torbida malvagità. Lo stesso regista ha affermato: “è come quando si vede un iceberg. Noi sappiamo che quello che appare fuori dall’acqua è solo una parte molto piccola di tutto il resto. Io sono interessato alle cose nascoste. Come uno psichiatra, suppongo. Magari un po’ più astratto”. Il “sipario” si apre con la canzone “Blue Velvet” di Bobby Vinton, malinconica e soave, sonora protagonista del film, seguita dalle immagini genuine e coloratissime dei giardini di Lumberton  (paese in cui è ambientata la storia). All’interno di queste piacevoli e rigogliose immagini iniziali vengono mostrati dei piccoli dettagli che cozzano appositamente con la loro freschezza; una signora guarda un film violento in tv (sullo schermo appare una pistola), la radio extradiegetica invita i cittadini ad andare ad acquistare asce per tagliare la legna e infine, un signore viene preso da un malore e si riversa a terra mentre sta bagnando il suo prato. Passando alla colonna sonora incontriamo un abilissimo Badalamneti, compositore dai tratti cupi e disorientanti, fidato compagno dei film di David Lynch. La collaborazione tra Badalamenti e Lynch iniziò proprio da “Velluto Blu” nel 1986, proseguendo nel 1990 con “Cuore selvaggio”; ricordiamo inoltre la colonna sonora della serie tv “Twin Peaks” dello stesso anno e altri celebri film. Le scene vengono dotate di suoni sinistri, rumori angoscianti e misteriosi. Questa caratteristica definisce in maniera più netta l’aspetto perturbante della pellicola. Per fare alcuni esempi: la scena dei due coleotteri che lottano in mezzo all’erba si accende di un suono alieno, mai udito prima, come se Badalamenti riuscisse a catturare l’essenza segreta della natura; oppure la scena in cui la macchina da presa entra all’interno di un orecchio mozzato, accompagnata da un sibilo terrificante. Sembra che Badalamenti voglia rendere percepibile l’impercepibile.  Quanto al genere di questo film perfettamente postmoderno, Lynch utilizza diversi colori della sua tavolozza: prende il noir anni ’40 e lo contamina, il cinema teenager degli anni ’50, sempre dagli anni ’50 ricava un tipico inseguimento in macchina,  butta dentro un giallo lasciato a metà e il rosa della commedia romantica.  La narrazione invece è lineare anche se non sappiamo in che anno sia ambientata la storia. Il flashback è impiegato solo in una scena, utilizzato per mostrare l’aspetto psicologico del protagonista Jeffry (Kyle MacLachlan), colui che trovando il già citato orecchio mozzato in un giardino dà il via ad una ossessionata e contorta indagine. L’onesta volontà di Jeffry di far luce su un caso scabroso lo porterà a compiere un viaggio nel proprio inconscio, facendoci scoprire il suo lato malvagio. Fedele aiutante di Jeffry la figlia del detective Williams, Sandy (la allora diciannovenne Laura Dern), ragazza dolce e pura d’animo. L’incontro tra Jeffry e Sandy e l’accrescere dell’affetto fra i due fa oscillare il film tra thriller e commedia romantica. La scena in cui Jeffry vede Sandy per la prima volta si colora di rosa: lei vestita e pettinata come una teenager anni ’50, illuminata da una forte luce bianca (dalla fonte misteriosa) e seguita da una musica melensa. In questo giallo i due teenager scoprono essere coinvolta una donna, una certa Dorothy Vallens (Isabella Rossellini), cantante in un night club;  intorno a questa figura la storia prenderà corpo. Il film venne rifiutato al festival del cinema di Venezia proprio per le scene di nudità e violenza che mostrano Isabella Rosellini nelle vesti di un corpo brutalizzato e per niente erotico.  Jeffry intrufolandosi nell’appartamento di Dorothy e nascondendosi dentro un armadio sarà costretto a guardare una scena perversa e violenta: il rapporto sessuale tra la donna e Frank (Dennis Hopper), uomo instabile e psicopatico. Il tutto è giocato sullo sguardo malato, in un appartamento claustrofobico, dai colori opprimenti e dalla forma labirintica. Jeffry ha fatto per la prima volta un incontro ravvicinato con il male. Con l’uscita di scena di Frank abbiamo un Jeffry sconvolto e disorientato, mentre Dorothy lo incita a fare quello che è stato costretto a guardare: gli chiede di picchiarla. La donna è ormai traumatizzata e
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