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Scheda libro di "La Masseria delle Allodole", Dispense di Italiano

Scheda libro dettagliata del romanzo. Ottima per preparare verifiche scritte ed interrogazioni.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 14/10/2021

therealmarza
therealmarza 🇮🇹

4.1

(26)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Scheda libro di "La Masseria delle Allodole" e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! LA MASSERIA DELLE ALLODOLE IDENTIKIT DEL LIBRO Autore: Antonia Arslan Titolo: “La Masseria delle Allodole” Casa editrice: Rizzoli Anno di pubblicazione: 2004 Edizione a cui tu fai riferimento: Mondadori BREVI INFORMAZIONI SULL'AUTORE Antonia Arslan è una scrittrice e traduttrice italiana con origini armene. Antonia Arslan nasce a Padova nel 1938 ed è figlia di Michele Arslan e Vittoria Marchiori. Il padre di Michele Arslan, nonché nonno di Antonia, si chiamava Yerwant Arslanian e molti suoi familiari, tra cui il fratello, morirono a causa del genocidio degli armeni tra il 1915 e il 1917. Antonia Arslan è stata professoressa di letteratura italiana moderna all'Università degli Studi di Padova. È autrice di saggi sulla narrativa popolare e d'appendice e di alcuni libretti divulgativi sul genocidio armeno. Nel 2004 scrisse il suo primo romanzo: “La masseria delle allodole”. Il romanzo venne pubblicato da Rizzoli ed ha vinto il Premio Stresa di narrativa ed è stato finalista del Premio Campiello. È stata sposata con Paolo Veronese ed ha una figlia di nome Cecilia. Le opere principali di Antonia Arslan sono: =» La masseria delle allodole: tratta in gran parte del genocidio armeno. =» La strada di Smirne: tratta della devastazione della città di Smirne. =» Il libro di Mush: tratta nuovamente del genocidio armeno. = Il rumore delle perle di legno: biografia della famiglia Arslan durante la guerra in Turchia. =» Lettera a una ragazza in Turchia: descrive molteplici storie raccontate ad una ragazza immaginaria di origini turche. TRAMA Il prologo del romanzo si svolge in una piccola cittadina dell'Anatolia durante il 1914, proprio all'incombere della Prima Guerra Mondiale. La vita procede tranquilla e ripetitiva per la famiglia Arslanian; anzi una piacevole notizia giunge al secondo genito del capo famiglia Hamparzum, Sempad: suo fratello maggiore Yerwant, trasferitosi in Italia a soli tredici anni, verrà a trovarlo con la moglie e i figli. Così iniziano i preparativi per una degna accoglienza, che si terrà in una villa di campagna soprannominata: “La masseria delle allodole”. Ma durante l'attesa rima dell'arrivo la situazione cambia e diventa sfavorevole: il vecchio Hamparzum è in un punto di morte e ha visioni negative sul futuro della famiglia e al potere dell'Impero Ottomano sono saliti dei nazionalsocialisti. Il tutto si concretizza con la chiusura delle frontiere nel maggio 1915, che impedisce al fratello Yerwant di raggiungere il resto della famiglia, e in seguito con l'esecuzione di tutti gli uomini armeni il 25 maggio, neanche per Samped e la sua famiglia, la quale si era rifugiata alla Masseria delle allodole, c'è possibilità di evitare il massacro. Solo il piccolo Nubar, figlio di Samped; riuscirà a salvarsi perché vestiva indumenti da donna. Intanto viene deciso che le donne e gli anziani devono abbondonare la piccola città, per essere trasferiti, scortati da dei soldati, fino ad Aleppo. Inizia così un viaggio infernale, il cui scopo si rivela essere derubare, violentare e perfino uccidere le prigioniere deportate. Tra le sopravvissute ci sono Shushanig, moglie di Sempad, e Azniv, sorella di Sempad, che con l'aiuto di alcuni deportati riescono ad arrivare ad Aleppo quasi incolumi. Ad Aleppo incontrano Zareh, fratello di Sempad, e anche conoscente della moglie del console francese. Con l'aiuto di quest'ultima e di alcune guardie corrotte, riescono a trarre in salvo Shushanig e i suoi tre figlie a nasconderli fino all'arrivo di Yerwant che potrà finalmente portarli con sé in Italia. Invece, Azniv si fa uccidere per permettere alle bambine di scappare senza essere viste. Le donne si rifugiano nella cantina di Zareh, e poi partiranno per l'Italia da Yerwart. Shushanig morirà durante il viaggio sulla nave mentre le due bambine Arussiag ed Henriette e il maschietto Nubar arriveranno in Italia da Yerwant. PERSONAGGI Sempad: è importante nel suo amato villaggio perché è farmacista, posizione che gli dà rispettabilità e ricchezza; tenta inoltre di far convivere Oriente ed Occidente, ed è affezionato al suo ruolo di capofamiglia, anche se gestisce tutto la moglie, dalla quale ha avuto sette figli. Muore assieme a gran parte della sua famiglia a causa dello sterminio armeno compiuto il 25 maggio 1915 da parte dei soldati turchi. ‘“Yerwant ha anche scritto al fratello una lettera-testamento di investitura, che arriverà due mesi dopo il funerale, in cui gli dà ampia delega su ogni questione familiare” “Ma zio Sempad era molto più dolce, accomodante e tranquillo del fratello; e amava la sua tranquilla città, la sua provincia “Da tutta l’Anatolia armena i convogli si sono messi in moto; da ogni luogo abitato, dalle città e dai villaggi, colonne interminabili di armeni sono in movimento, verso sud, attraverso l’aspra catena montuosa del Tauro, diretti ad Aleppo”. “Cerco un armeno di Aleppo, un medico, che è parente della mia signora, e si chiama Zareh. Prima della guerra stava spesso con i francesi. Mi hanno detto che forse è qui, all'hotel”, L'intero romanzo si svolge nell'arco di circa un anno. La vicenda si sovrappone: All'inizio della Prima Guerra Mondiale, che scoppia nell'agosto 1914. “È scoppiata la guerra in Europa. L’angoscia balcanica colpisce di nuovo. L'impero si allinea con le Potenze centrali, Germania e Austria-Ungheria” All'entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, a causa della quale per Yerwant diventa quasi impossibile viaggiare verso la sua terra natale. “Tutti sono concordi, sarà una guerra breve, adesso che anche l’Italia, con un poderoso voltafaccia, si è aggiunta alle Potenze dell’Intesa, aprendo così un nuovo fronte” AI secondo genocidio armeno il 24 aprile 1915, chiamato anche il massacro di Costantinopoli. “Costantinopoli, sera del 24 aprile 1915. La grande retata ha inizio” NARRATORE Il narratore, a parte il prologo in cui è interno perché l'autrice parla di sé stessa, è esterno ed onnisciente. La focalizzazione è zero, infatti le vicende vengono narrate da un narratore onnisciente. STILE Lo stile è semplice, con una successione ipotattica. Il linguaggio è letterario, caratterizzato da parole armene e turche; la scrittrice ha infatti lavorato come nella stesura di un documentario che dovesse rappresentare la realtà, in cui non è necessaria la caratterizzazione di situazioni o personaggi. Fabula ed intreccio non concordano pienamente, perché la scrittrice scrive in analessi con frequenti pensieri e richiami al presente che spezzano l'unità del racconto. TEMATICHE II genocidio armeno: Sicuramente il tema principale è quello dello sterminio della popolazione armena. Con il termine genocidio armeno si indicano le deportazioni e i massacri di armeni perpetrate dall'esercito ottomano negli anni 1915 e 191, le quali causarono all'incirca 1,5 milioni di morti. Il romanzo narra infatti delle dure vicende attraversate dalla famiglia dell'autrice, la quale è appunto di origini armene. Dapprima quasi tutti gli uomini della famiglia vengono assassinati da una squadra di militari turchi e in seguito la restante parte della famiglia, esclusivamente donne eccetto il piccolo Nubar, viene deportata verso la città di Aleppo. COMMENTO PERSONALE Inizialmente questo libro non mi piaceva molto, non era molto scorrevole e l'elevato numero di personaggi rendeva un po' difficoltosa la lettura. Ma più si va avanti più ci si affeziona alle vicende narrate. Certamente questo libro non è un capolavoro ma ne consiglio la lettura.
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