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SCHEDA LIBRO Federico De Roberto La paura, Appunti di Italiano

SCHEDA LIBRO Federico De Roberto La paura

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 09/08/2022

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4.4

(20)

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Scarica SCHEDA LIBRO Federico De Roberto La paura e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! SCHEDA LIBRO Marta Valtolina Autore: Federico De Roberto Titolo: La paura Genere: racconto Anno di pubblicazione: 1921 INFORMAZIONI SULL’AUTORE: Federico De Roberto (Napoli, 16 gennaio 1861 – Catania, 26 luglio 1927) è stato uno scrittore italiano. De Roberto nacque a Napoli ma apparteneva ad una nobile famiglia di Catania, e crebbe nella città siciliana dove la madre era ritornata nel 1870 dopo essere rimasta vedova. A Catania si iscrisse all'Istituto tecnico e frequentò il corso di scienze fisiche, scienze matematiche, naturali ed ebbe pertanto una prima formazione scientifica, alla quale affiancò presto l'interesse per gli studî classici, allargando la sua cultura al latino e agli studi letterari. Il suo esordio letterario avvenne con il saggio Giosuè Carducci e Mario Rapisardi. Polemica, pubblicato a Catania dall'editore Giannotta nel 1881. Fu presto conosciuto negli ambienti di intellettuali per la sua attività di consulente editoriale, di critico e giornalista sulle pagine dei due settimanali che uscivano a Catania e a Roma, il " Don Chisciotte " e il "Fanfulla della domenica". Egli infatti diresse dal 1881 al 1882 la rivista "Il Don Chisciotte" e dal 1882 al 1883 iniziò la collaborazione con "Il Fanfulla della domenica" sotto lo pseudonimo di Hamlet. Per l'Editore Giannotta fondò la collana di narrativa dei "Semprevivi" ed ebbe modo di conoscere Capuana e Verga coi quali strinse una salda amicizia. Nel 1883 raccolse in un volume dal titolo "Arabeschi", tutti i suoi scritti di arte e letteratura e nel 1884 avviò la collaborazione (col suo vero nome) con il "Fanfulla della domenica", collaborazione che durò fino al 1900. Un momento importante per la formazione dello scrittore fu l'incontro, durante un soggiorno in Sicilia, con Paul Bourget (1852-1935), a quei tempi molto noto per i suoi studi psicologici e per i romanzi, nei quali analizzava minuziosamente le coscienze tentando di giungere ad una "anatomia morale". Aderisce alla poetica verista da cui trae il criterio del determinismo familiare e sociale, la tecnica dell’impersonalità narrativa e la predilezione per il discorso indiretto libero, però ha sfiducia in qualsiasi prospettiva di progresso. Il suo capolavoro, i Viceré non ha successo in quanto il rigore e l’oggettività del verismo appaiono ormai sorpassati nei gusti del pubblico che predilige lo stile più enfatico delle opere di D’Annunzio e degli scrittori decadenti. Il romanzo parla di una famiglia nobile siciliana gli Uzeda, che sono mossi dall’egoismo individuale e le relazioni umani sono dominate dalle leggi dell’interesse. La lingua del romanzo è modellata su quella parlata, con inserimenti di modi di dire popolari e dialettali. Emerge la propria visione negativa dell’uomo e della storia, in particolare attraverso l’arma dell’ironia che permette di evidenziare la distanza tra l’ideale e il reale. Il narratore invisibile non esprime in modo esplicito il proprio giudizio ma attraverso il punto di vista di un personaggio. TRAMA: Nel fronte italiano il tenente Alfani è alle prese con un compito delicato: l’ufficiale deve mandare uno dei suoi uomini a coprire una posizione di vedetta rimasta indebolita. A turno, secondo l’ordine stabilito, i soldati tentano così di raggiungere la postazione ma vengono uccisi uno dopo l’altro da un cecchino dell’esercito nemico. De Roberto racconta con linguaggio realistico e privo di commenti, considerazioni o giudizi la via crucis di ragazzi giovanissimi la cui paura va crescendo via via con il numero dei morti. Questi uomini, che al fronte credevano di potersi distinguere per imprese eroiche o morire con onore, si trovano così stretti nella morsa della guerra di cui De Roberto restituisce tutta l’assurdità. Lo scrittore narra questa mancanza di senso dando la parola a chi sin ora ne è stato privo. Questa scelta narrativa aggiunge densità ad un racconto già fortissimo che si colora per questa via dei toni della nostalgia, della speranza, della malinconia quasi ad umanizzare una condizione che d’umano, sembra dirci lo scrittore, non conserva davvero più nulla. Per un momento allora la “terra” in cui si trovano immersi i soldati, non è quella di sangue e di fango della trincea, ma la terra che si sono lasciati alle spalle, fatta di legami, di familiarità e di tradizione ed a cui, come sanno, non potranno mai più fare ritorno. L’ultimo dei soldati prescelti per la missione è Morana, il personaggio più riuscito dopo il tenente Alfani. Morana è un ragazzo molto giovane che rompe la folle corsa verso la morte rifiutando il compito assegnato e scegliendo il suicidio piuttosto che piegarsi alla logica del massacro. Morana riesce lì dove Alfani sembra aver fallito, spezzando la legge inviolabile della guerra che chiede ad ogni soldato di rispondere innanzitutto al proprio ruolo prima che alla propria umanità, alla propria ragione. AMBIENTAZIONE: La vicenda si svolge durante la prima guerra mondiale in una trincea italiana nella desolata Valgrebbana (1915-1918) STILE: Questo racconto viene presentato senza giri di parole attraverso uno stile essenziale, semplice ed estremamente realistico. Non c’è la pretesa di adornare il racconto o dare una visione romanzata, l’obiettivo è arrivare al punto e far capire al lettore che più si cerca di comprendere la guerra e più ci si rende conto della sua assurdità. La presenza di dialetti popolari rende il linguaggio ancora più realistico. PERSONAGGI:  Tenente Alfani  Sergente Borga  Caletti, Visentini, Maramotti, Zocchi, Ricci, Morana  Oggetto: la paura di fronte all'obbligo di uccidere e di farsi uccidere
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