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scheda libro filosofia, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

scheda del libro di filosofia per esame

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 14/10/2022

zeno.schievenin
zeno.schievenin 🇮🇹

5

(1)

16 documenti

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Scarica scheda libro filosofia e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! ANTOLOGIA - Galileo Galilei di Zeno Schievenin Scheda editoriale Casa editrice: La Scuola - Brescia Anno di pubblicazione: 1974 Curatela: Sofia Vanni Rovighi Scheda del libro Autore: Galileo Galilei (Pisa, 1564 – Arcetri, 1642) Periodo e luogo di scrittura: o Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo Firenze- Venezia, 1624-1630 (dialogo) o Il Saggiatore  Roma, 1623 (trattato) Personaggi principali: o Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo  Salviati, Sagredo, Simplicio o Il saggiatore  Galileo Galilei, Orazio Grassi (Sarsi) Breve sintesi della vicenda: Il libro raccoglie i passi salienti delle due opere dell’astronomo, filosofo e matematico Galileo Galilei elencate sopra: viene evidenziato infatti come le sue nuove teorie tendino a smontare ciò che aveva affermato Aristotele secoli prima. Egli non disprezza quello che il filosofo greco antico affermava ma, come scrive nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, egli doveva far conto anche dei limiti che gli imponevano gli oggetti scientifici dell’epoca. Individuazione dei principali temi storici e/o filosofici trattati: La scienza si basa su quantità oggettive (dati quantitativi) ottenute tramite l’osservazione dei fenomeni naturali, mentre la filosofia fa il suo fondamento sull’essenza; inoltre Aristotele aveva una visione totalitarista, dove tutto tendeva a Dio (la causa finale) ed affermava che la filosofia era solo contemplazione, a differenza del pensiero di Galileo, il quale affermava che la scienza è legata agli strumenti (come, per esempio, il telescopio gli ha permesso di osservare la Luna). Galileo si difese dalle accuse dei teologi quando, durante il processo, gli domandarono dove si trovasse Dio nel suo sistema e lui, prontamente, rispose che Dio si trovava dentro ognuno di noi, ammettendo così l’inessenzialità di quest’ultimo. Gli studi aristotelici affermavano che la Terra si trovasse al centro dell’Universo, con acqua, aria e fuoco attorno ad essa in ordine di densità. Galileo smentisce questo sistema anche con l’aiuto di Nicolò Copernico: entrambi affermavano infatti che, dopo dovuti studi, erano riusciti a concludere che non era la Terra che si trovava al centro, ma il Sole, ammettendo così l’esistenza di un sistema eliocentrico. Gli aristotelici si chiesero a questo punto come mai l’uomo non venisse sobbalzato via a causa del moto circolare della Terra e Galileo ne spiegò il perché introducendo il sistema inerziale: la Terra è un sistema inerziale e noi, come tutto ciò che si trova sulla sua superficie, siamo saldati col movimento di quest’ultima, non percependone così le conseguenze e gli effetti (dimostra questa sua tesi con l’esperimento del Gran Naviglio  tratto dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo). Un'altra critica rivolta ad Aristotele riguarda il metodo da lui utilizzato, ovvero quello a priori, che parte dalla definizione di un ente e, tramite dimostrazioni, riesce a giungere ad una verità. Galileo affermava infatti che il metodo risolutivo, o analitico, è quello che suppone vera la conclusione da dimostrare e cerca di far vedere che tale conclusione è connessa necessariamente con altre proposizioni, o già dimostrate vere o immediatamente evidenti (egli afferma di aver studiato Pitagora, che per elaborare il suo teorema, aveva scoperto che di fatto in tutti i triangoli rettangoli, la somma dei quadrati dei cateti era uguale al quadrato dell’ipotenusa). Lui pone quindi l’esistenza a fondamento del sapere. Il metodo è anche detto a posteriori. Se Galileo rifiuta non solo la scienza di Aristotele, ma anche la filosofia della natura, non possiamo affermare tuttavia che egli ne rifiuti anche la metafisica (la dottrina dell’essere in generale) ma, in quanto scienziato, ne professa una più implicita. Analisi e sintesi conclusive Il libro si struttura in due parti: la prima riguardante le idee filosofiche, mentre la seconda l’applicazione del metodo alla ricerca scientifica. La seconda sezione dell’Antologia si apre con un discorso generico sulle opere scritte da Galileo; inizia il discorso parlando della sua nomina a Matematico e Filosofo del Granduca di Toscana, ed afferma che lui si è “guadagnato il pane” solo grazie ai suoi libri, che lo hanno reso noto ovunque nel mondo. Afferma infatti che, nonostante sia già noto di fama ed abbia raggiunto l’apice con la nomina del Granduca, non vuole fermarsi ma anzi ha ancora due opere da terminare (il Dialogo dei massimi sistemi e i Discorsi e dimostrazioni matematiche). Successivamente l’oggetto del discorso volge su tutt’altro argomento, la determinazione delle cause: si apre con una digressione riguardante la scoperta del telescopio del quale egli afferma di aver appreso da un olandese la tecnica di costruzione e poi, nel suo osservatorio, ad Arcetri, aver messo assieme le idee e poi strutturato questo strumento posizionando due lenti concave ad una certa distanza racchiuse attorno da un tubo di legno. E proprio la sovrapposizione di queste due andrebbe a causare l’ingrandimento dell’oggetto osservato. Egli ci tiene a smentire la teoria falsa la quale affermava che l’ingrandimento di un corpo celeste era dovuto solamente a questo (come affermava Orazio Grassi, o Sarsi) e non dipendeva da altri fattori come, ad esempio, il telescopio. In un secondo momento Galileo mostra come l’ipotesi fatta dal Sarsi fosse mutata nella sua mente dopo aver ascoltato il suo discorso; egli afferma infatti che Orazio Grassi aveva compreso che l’ingrandimento era quindi dovuto al telescopio, ma affermava che questo poteva avvenire in due modi diversi: il primo era avvicinando gli oggetti agli occhi sotto un maggior angolo, mentre il secondo era unendo i raggi e le specie così da ottenere immagini più nitide. Galileo risponde anche a questa seconda critica affermando che il suo telescopio, a differenza di quello ideato dagli olandesi, includeva e si basava soprattutto sui due principi espressi dal Sarsi e quindi entrambi i metodi erano corretti, ma bastava solamente unirli. Il terzo capitolo inizia con una critica alle teorie di Aristotele sulla natura dei corpi celesti e della Terra: la sua affermazione si basava sul fatto che solo i corpi celesti si muovono di moto circolare; credeva, appunto che, la natura dei corpi celesti fosse diversa da quella della Terra, essendo, quest’ultima, generabile e corruttibile (invece di essere ingenerabile ed incorruttibile). Galileo risponde partendo dal presupposto che se crediamo che i corpi che si muovono in linea retta sono corruttibili (come le stelle) mentre quelli che si muovono di moto circolare sono incorruttibili, partiamo da dei presupposti errati e quindi ci illudiamo soltanto di averlo dimostrato. Afferma in seguito che noi “riusciamo a vedere continuamente generarsi e corrompersi erbe, piante e animali, suscitarsi venti, piogge, tempeste…” e quindi possiamo concludere che la Terra sia in perpetua metamorfosi; mentre nei corpi celesti sono visibili nessune mutazioni. Quindi Aristotele aveva ragione nel pensare la Terra come generabile e corruttibile, ma era partito da presupposti errati; questo perché egli non aveva le possibilità che Galileo aveva. Nella prima parte del IV capitolo si sofferma sul rispondere alle obiezioni sollevate riguardo della teoria Copernicana: o Per il principio della razionalità reale, la teoria copernicana è più ragionevole della tolemaica e quindi va preferita a questa se spiega ugualmente bene i fenomeni matematici. Afferma che lui non può credere che Aristotele abbia ipotizzato un sistema così impossibile, con la sfera celeste (con alla sua mole immensa) che ruota attorno ad un punto fermo, la Terra (con il globo molto più piccolo). Secondo lui è impossibile che la sfera celeste determinasse la volta. Porta come esempio il duomo di Pisa ed afferma che sarebbe irragionevole credere che tutta la città ruotasse attorno a quest’ultimo. o La teoria copernicana spiega ugualmente bene i fenomeni naturali perché “nessuna esperienza meccanica eseguita nell’interno di un sistema permette di distinguere se il sistema stesso sia in quiete o si muova di motto rettilineo uniforme” per il principio della relatività del moto. Questo spiega anche il perché noi, che ci troviamo sul globo terrestre, non percepiamo gli effetti del moto circolatorio del pianeta sia attorno al Sole che su ste stesso. o Il moto della terra procede da ovest verso est e questo rapidissimo movimento causa il susseguirsi del giorno e della notte (moto di rotazione). o La durata del moto di rivoluzione dipende dalla distanza rispetto al centro dell’orbita, ovvero il Sole; Galileo porta l’esempio degli altri pianeti del sistema solare ed afferma che
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