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Guide e consigli
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scheda libro "il barone rampante", Guide, Progetti e Ricerche di Italiano

trama, genere, ambientazione, personaggi, stile, temi, messaggio, commento

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2022/2023

Caricato il 03/09/2023

giada-algeri
giada-algeri 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica scheda libro "il barone rampante" e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Italiano solo su Docsity! SCHEDA LIBRO – Algeri Giada Titolo: “Il barone rampante” Prima edizione: giugno 1957 Autore: Italo Calvino. Nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas (Cuba), presso l’Avana. Frequenta il liceo a Sanremo, poi frequenta l'università di Agraria a Torino, ma si trasferisce ben presto presso la facoltà di Lettere di Firenze. La seconda guerra mondiale scoppia in Europa. Nel 1943, Calvino, dopo l'armistizio, si iscrive al Partito comunista e inizia a militare tra le fila dei partigiani, con la seconda divisione d'assalto "Garibaldi". Dall'esperienza della guerra nascono i primi racconti di Calvino. Cesare Pavese, che apprezza le sue doti letterarie, lo incoraggia. Ed è proprio grazie a lui se Calvino inizia la sua collaborazione con la casa editrice Einaudi e pubblica nel 1947 il suo primo romanzo, “Il sentiero dei nidi di ragno”. Autore di racconti e romanzi anche adatti anche ad un pubblico giovane, Calvino è stato un grandissimo saggista e studioso della letteratura italiana ed europea, autore di una delle più complete raccolte di Fiabe italiane e di una bellissima lettura dell’ “Orlando furioso”. Calvino muore a Siena nel 1985. Il suo capolavoro è “Se una notte d'inverno un viaggiatore” (1979). Trama: Era il 15 giugno 1767 quando Cosimo Piovasco di Rondò, un ragazzo di 12 anni, primogenito di una famiglia nobile, figlio del Barone Arminio Piovasco di Rondò, suo padre, e della Generalessa Corradina di Rondò, sua madre, decise di arrampicarsi su un albero del giardino e di non scendere più in seguito al rifiuto di un piatto di lumache in simbolo di ribellione contro i genitori. Presto dimostrò che quel gesto non era frutto solo di un capriccio, bensì riuscì a costruirsi una vita sugli alberi, muovendosi di ramo in ramo con una certa agilità e accettando aiuti da suo fratello minore, Biagio, che in un primo momento aveva considerato traditore avendo accettato quel piatto di lumache sfornato dalla sorella, Battista. Durante le sue esplorazioni, nel giardino proprio affianco al suo, conobbe una bambina, tanto bella quanto irritante: Sofonisba Viola Violante d'Ondariva, della quale Cosimo nonostante tutto si innamorò. Lei gli confessò di conoscere altri ragazzi che vanno in giro sugli alberi: una banda di monelli ladri di frutta, di cui Cosimo fece presto conoscenza e amicizia integrandosi anche lui ai piccoli furti. Cosimo e Viola passavano parecchio tempo insieme e per non far creare loro una profonda amicizia, i genitori della ragazza decidono di mandarla in collegio; Cosimo non la vedrà più per tanti lunghi anni. Il ragazzo non cedette mai alle insistenze dei genitori di scendere dai rami, ma spesso assistiva alle loro azioni guardando da fuori; la famiglia quindi è costretta ad accettare la sua scelta. La madre lo guardava spesso con un cannocchiale, il padre andava a trovarlo e a parlargli, lo zio, il Cavalier Avvocato, lo aiutava nel sistema idraulico, l’Abate Fauchelafleur  gli faceva lezione sugli alberi e Biagio continuava a procurargli ciò di cui ha bisogno. I paesani invece in un primo momento lo credevano pazzo, poi però iniziarono a fidarsi di lui che li organizzava contro i pericoli di incendio, attacchi dai lupi ecc. e li aiutava in altri problemi.  Cosimo iniziò a coltivare una forte passione per la caccia e ricevette un grande aiuto in questo ambito da Ottimo Massimo, un bassotto che trovò per caso (e che scoprì dopo fosse stato dimenticato lì proprio da Viola, la quale ricordi gli innescarono un senso di malinconia) e che addestrò lui stesso come cane da caccia; il cucciolo lo seguiva ovunque lui andava da terra da quel momento in poi. Cosimo ritrovò la passione per la lettura da quando instaurò un’ amicizia con Gian dei Brughi, un brigante ricercato e temuto da tutti, basata appunto su uno scambio continuo di libri. Un'altra “passione” in cui andò in contro Cosimo durante la crescita furono le donne, l’amore. Quando morì suo padre, Cosimo divenne Barone continuando però la sua vita sugli alberi, ma anziché curare gli affari, raccontava alla gente la sua vita e proprio da loro Cosimo venne a conoscenza di un gruppo che viveva anch’esso come lui. Su gli alberi di Olivabassa, dove vivevano degli esiliati spagnoli, con i quali Cosimo visse per un po’ insegnando loro la sua esperienza, nacque una storia - Scelta verbale: prevalentemente indicativo imperfetto - Aggettivazione: abbondante - Descrizioni: ampie e dettagliate Tematiche: la natura, la coerenza (Cosimo non abbandona la sua decisione di vivere sugli alberi, nemmeno nel momento più estremo), l’unione (Cosimo, solitario, che insegna ai paesani che l’unione fa la forza contro i pericoli), l’apertura mentale (Cosimo ex-nobile che guida i rivoltosi del paese sulla scia della rivoluzione francese), l’amore immutabile (Cosimo anche dopo lunghi anni senza aver visto Viola, avendo avuto una storia con un’altra, rimane innamorato di lei) Messaggio: Secondo me l’autore con questo libro voleva dimostrare quanto sia importante e giusto allo stesso tempo avere un punto di vista differente da tutti e lottare per esso, per le proprie idee senza aver timore del giudizio altrui, cercando il coraggio dentro se stessi, essere convinti di ciò in cui si crede ed evitare influenze di alcun tipo dall’ ambiente esterno, al fine di cambiare e quindi migliorare la propria vita, nonostante sia difficile mantenere vive e soprattutto mettere in atto scelte importanti che potrebbero ribaltarti la vita; la cosa più importante però è rimanere coerente sempre con ciò in cui si crede. Commento: La trama per certi aspetti mi è piaciuta, per altri invece mi è piaciuta meno. Ho trovato una serie di alti e bassi durante la lettura: i capitoli iniziali, la descrizione della famiglia, quando Cosimo prende la sua decisione di passare il resto della vita sugli alberi, la conoscenza con Viola e gli altri ragazzi della banda di ladri di frutta mi ha incuriosito e ispirato abbastanza, tant’è che ho iniziato a pensare che non fosse così male come credevo, a seguire però ho trovato certi capitoli più noiosi e “inutili” rispetto alla trama che mi aspettavo di seguire. Ho trovato invece a un certo punto del racconto, quasi a fermare la lentezza e di quei capitoli precedenti, un risvolto particolare da quando è tornata in scena Viola e insieme a Cosimo hanno iniziato la loro storia d’amore; ed è proprio questa credo sia stata la mia scena preferita. Il fatto che lui l’abbia aspettata così tanto a lungo, con nostalgia, mantenendo il suo ricordo vivo nei pensieri, senza aver mai mutato il suo amore per lei -nonostante fosse stato con un’altra ragazza prima- e facendolo crescere sempre di più mi ha abbastanza emozionata, è stato come un colpo di scena, non me lo aspettavo dal momento in cui il libro sembrava avesse preso una discesa. Ci sono state anche certe frasi durante questi capitoli che riguardavano il loro amore che mi hanno colpita particolarmente, per esempio “sei un uomo che è vissuto sugli alberi solo per me, per imparare ad amarmi”, questa frase mi ha fatto subito rimandare all’inizio del libro, a quando da bambini, nel momento in cui si conobbero per la prima volta, lei lo aveva “sfidato” a un gioco: se solo lui avesse toccato terra con un piede sarebbe diventato suo “schiavo”, ed è come se lui non avesse mai smesso di giocarci e abbia mantenuto la sua “promessa”. Un'altra frase che mi ha parecchio colpita, detta questa volta da Cosimo, è stata “Non ci può essere amore se non si è sé stessi con tutte le proprie forze”, trovo che anche al giorno d’oggi si può ritenere vera questa frase, nella società attuale in cui spesso si tende a nascondere ciò che davvero si è, e a quanto pare anche nel passato, nella società settecentesca in cui viveva Cosimo, questo non era da meno. Purtroppo questi capitoli che mi hanno fatto tornare a piacere il libro sono durati poco, speravo la loro storia continuasse ormai, ma purtroppo non fu così a causa di una serie di cose: l’eccessiva gelosia nei confronti di Viola da parte di Cosimo, lei che senza motivi specifici se ne andava e lui che per questo si disperava e soffriva al pensiero di poterla perdere nuovamente, il che lo rendeva quasi matto; a causa poi del loro orgoglio, di ciò che si sono detti pensando dentro di loro l’opposto, si separarono amandosi ancora, è stato triste e oltre a questo leggere anche le cause di questa distruzione su Cosimo. Questa tragica fine mi ha a dire il vero abbastanza delusa, mi aspettavo durasse fino alla fine quell’amore da sempre esistito, sin dal primo sguardo, dalla prima parola scambiata. Da quel momento, invece, sono tornati i capitoli meno interessanti, lenti, a parer mio, più pesanti e difficili anche da seguire attentamente, nel senso che non riuscivo a concentrami a pieno nella lettura di certi temi, come la guerra. Per quanto riguarda il finale, ovvero Cosimo che sparisce appeso a una mongolfiera, mi aspettavo qualcosa di più “serio/concreto”, di diverso… certo è che alla fine di cose tanto serie e concrete in questo libro c’erano ben poco, mi è parso, dal momento in cui credo sia fermamente impossibile passare una vita in quelle condizioni, ma mi aspettavo un finale un po’ più normale e meno fantastico anche se magari potrebbe essere stato d’aiuto a togliere e far volare via appunto quella pesantezza rilevata negli ultimi capitoli. Mi è invece piaciuto come l’autore, sempre nel finale, ha paragonato in una similitudine i rami intrecciati, ormai spenti, spogli, vuoti su cui Cosimo passò la sua vita, al filo di inchiostro che ha scritto interamente le pagine del libro. L’ambientazione, per quanto riguarda quella geografica mi è sembrata un po’ vaga, facevo fatica a capire dove si trovasse il protagonista certe volte, non era molto realistica, in quanto non mi è ben chiaro immaginare “vie” e passaggi costituiti da rami. Per quanto riguarda invece i personaggi, secondo me, ne sono stati sviluppati troppo dettagliatamente alcuni, come il Cavalier Avvocato che è stato presente parecchio in diversi capitoli, e invece avrei preferito si fosse dato un po' più spazio ad altri personaggi un po’ più rilevanti nella storia di cui magari sono stati tralasciati alcuni dettagli. Non saprei dire quale personaggio mi sia piaciuto di più, ma forse proprio il protagonista, Cosimo, il quale è sempre stato coerente nelle sue scelte e mai ha osato pentirsi o andare contro a quella che era la sua idea di libertà e di sicurezza, un ragazzo coraggioso che è stato capace di opporsi a una figura come il padre, così rigido nelle sue regole, un ragazzo in grado di saper farsi scivolare addosso i giudizi di chi lo credeva pazzo o strano e aver continuato a seguire la sua ideologia, un ragazzo sensibile in grado di amare, di mettersi a disposizione di tutti, aiutare il prossimo, di prendersi cura di sua madre, malate e morente anche da lontano, non è stato mai capace ad odiare la famiglia nonostante tutto ciò nacque proprio da un contrasto con essa. Lo stile l’ho trovato piuttosto scorrevole, ma certe frasi erano
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