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Scheda libro "La metamorfosi" (F. Kafka), Appunti di Italiano

Scheda libro "La metamorfosi" di Franz Kafka (Titolo, Autore, Anno di pubblicazione, Genere narrativo, Sintesi della trama, Commento di una sezione della trama, Analisi psicologica dei personaggi, Luogo della narrazione, Tempo della narrazione, Stile della narrazione, Citazione)

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 11/07/2022

Beatrice_Pompanin
Beatrice_Pompanin 🇮🇹

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Scheda libro "La metamorfosi" (F. Kafka) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Scheda libro Titolo: La metamorfosi (Die Verwandlung) Autore: Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 - Kierling, 3 giugno 1924) Anno di pubblicazione: 1915 Genere narrativo: racconto (fantastico, psicologico, filosofico-esistenzialista) Sintesi della trama: Una mattina Gregor Samsa, commesso viaggiatore totalmente consacrato al lavoro e alla famiglia, si risveglia trasformato in un orribile scarafaggio. Nonostante il disagio e lo sconcerto, la famiglia tenta comunque in ogni modo di adattarsi al nuovo stato di cose, ma appare impossibile una convivenza serena. Dopo numerosi episodi di tensione, causati principalmente dalla ripugnanza dell’aspetto di Gregor, e un progressivo degrado delle condizioni di vita familiari, Gregor non viene più riconosciuto come uomo, ma come bestia orribile ed essenzialmente malvagia. Dopo l’ennesimo scontro, Gregor muore solo e ferito nella propria stanza, liberando così i familiari da una situazione divenuta ormai per loro insostenibile e proiettandoli verso un futuro sereno. 1° parte: una mattina qualunque, Gregor Samsa si risveglia trasformato in uno scarafaggio ripugnante, dalla schiena dura, dal ventre arcuato e dalle mille zampette; superato un primo momento di stupore, cerca di proseguire la vita di ogni giorno, sforzandosi in ogni modo di dare una spiegazione razionale alla sua nuova condizione. Mentre, con notevole difficoltà, Gregor tenta di spostare il suo corpo ingombrante , dalle altre stanze i familiari si rivolgono a lui preoccupati, pensando che non si fosse ancora recato a lavoro a causa di una sgradevole indisposizione. Dopo poco tempo, il procuratore in persona entra nella casa, con lo scopo di verificare le ragioni dell’assenza di Gregor dal lavoro. Tra le minacce del procuratore e le giustificazioni di Gregor (che, però, risultano incomprensibili e bestiali), quest’ultimo decide di aprire la porta della camera, rivelandosi agli altri. Appena scorto, però, tutti ne rimangono orripilati: il procuratore scappa spaventato dall’abitazione e Gregor, nel tentativo di trattenerlo, si spinge nella stanza, terrorizzando la madre e irritando il padre, che decide di inseguirlo con il bastone, riuscendo così a ricacciarlo con violenza nella sua camera. 2° parte: ferito e scosso, Gregor nota al suo risveglio una ciotola colma di latte e pane portata dalla sorella, ma di cui non riesce a mangiare niente dal disgusto; il giorno dopo, però, la sorella riprova a offrirgli diversi cibi e, finalmente, riesce a divorare avidamente i più ripugnanti. Si instaura, così, un tacito patto tra Gregor e la sorella: lei gli avrebbe portato periodicamente i pasti, mentre lui, nel frattempo, sarebbe rimasto nascosto sotto il divano. I giorni passano e la famiglia tenta di adattarsi al nuovo stato di cose: dopo il licenziamento della domestica, la sorella inizia ad aiutare la madre in cucina; il padre viene assunto come fattorino, la sorella come commessa e la madre si prende carico di alcune commissioni. Anche Gregor riesce ad abituarsi alla sua condizione e acquista consapevolezza del proprio corpo: inizia a compiere lunghe passeggiate nella stanza, attaccandosi anche alle pareti e al soffitto. Un giorno, però, notando delle macchie di muco sui muri, la sorella decide di portar via i mobili dalla camera, per facilitare il passaggio di Gregor, e per questo si fa aiutare dalla madre: Gregor tuttavia non vuole rompere i legami con la sua precedente vita da uomo, cedere completamente alla metamorfosi in scarafaggio, e si pone sopra un suo caro quadro appeso alla parete nel tentativo di salvarlo; scorto l’orripilante insetto appeso alla parete, la madre sviene e la sorella la soccorre. Appena giunto in casa, dopo aver intuito l’accaduto, il padre si getta contro Gregor e inizia a rincorrerlo con lo scopo di ferirlo: colpito da una mela, Gregor perde i sensi sul pavimento. 3° parte: nonostante Gregor sia impossibilitato nel compiere anche i più semplici movimenti, riesce comunque a trovare una fievole gioia nell’osservare dalla propria camera la placida e malinconica quotidianità dei familiari. Le condizioni finanziarie peggiorano e tutti sono costretti a sacrificare se stessi per il sostentamento, trovandosi costretti ad affittare parte dell’abitazione. Gregor viene ormai quasi dimenticato, abbandonato a se stesso nella sua stanza, ingombrata da oggetti inutili; purtroppo, un giorno, attratto dalla musica al violino della sorella, si avvicina troppo ai familiari e spaventa gli ignari pigionanti: tra grida e pianti, tutti si convincono che era inutile provare a trattare quel scarafaggio come Gregor e decidono unanimemente di liberarsene in qualche modo. Tornato a fatica nella propria stanza, però, muore. Il mattino dopo, viene ritrovato il suo corpo esanime e i familiari si sentono finalmente liberati: dopo mesi, si concedono del tempo per un giro fuori città e iniziano già a delineare spensieratamente progetti per il futuro, come l’imminente trasloco e il matrimonio di Grete. E’ primavera. Sezione della trama: ““E adesso?” si chiese Gregor, guardandosi attorno nel buio. Ben presto scoprì che non riusciva più assolutamente a muoversi: non ne fu stupito, anzi gli parve incredibile di essersi potuto muovere finora su quelle esili gambette. Tutto sommato, si sentiva discretamente. Certo, ogni parte del corpo gli dolorava, ma era come una sofferenza che s’indebolisse man mano e alla fine scomparisse del tutto. Non si accorgeva neppure della mela marcia che gli stava conficcata nella schiena, nè dell’infiammazione circostante. tutta coperta di morbida polvere. Con amore commosso ripensò ai suoi familiari. Della necessità della propria scomparsa era convinto, se possibile, ancor più fermamente della sorella. Rimase in quello stato di vacua e tranquilla riflessione finché l’orologio del campanile suonò le tre del mattino; vide ancora dalla finestra cominciare a sbiancarsi ogni cosa, poi, senza esserne cosciente, chinò definitivamente il capo e dalle narici esalò fievole l’estremo respiro.” Alla fine del racconto, Gregor muore solo nella propria stanza, rifiutato da tutti e degradato ad “esso”,ciò nonostante, però,, non muore disperato o sofferente, ma tranquillo, come se il suo sacrificio per i familiari avesse restituito l’ordine allo scorrere degli eventi. Nella sua vita non aveva mai conosciuto né pace né tranquillità: la sua esistenza era stata caratterizzata da continui viaggi dovuti al lavoro, rapporti umani instabili e una routine irregolare, scandita solo dagli orari dei treni; tuttavia, ormai morente, termina la sua vita contemplando fuori dalla dopo la metamorfosi (il controllo della porta, infatti, passa dall’interno (Gregor) all’esterno (familiari)): il mondo esterno si è cancellato nella nebbia e la narrazione sprofonda in una dimensione buia e atemporale. Tempo della narrazione: il tempo in cui si svolge il racconto non è indicato esplicitamente, ma, in virtù dell’ambientazione e del contesto, è evidente che si faccia riferimento all’epoca contemporanea all’autore, il primo Novecento. La durata della vicenda è approssimativamente di alcuni mesi: sulla base di alcune indicazioni meteorologiche e sporadici riferimenti a festività (come il Natale), è possibile supporre che la narrazione inizi in autunno-inverno e finisca all’inizio della primavera. E’ proprio la morte di Gregor, immolato per la famiglia, che scandisce il passaggio tra le due stagioni: la metamorfosi diviene un incubo dell’inverno ormai concluso e la radiosa primavera annuncia l’inizio di un periodo apparentemente spensierato e felice per gli altri familiari. I fatti sono narrati in ordine cronologico, ma, talvolta, vengono riportate alcune reminiscenze del protagonista (principalmente, relative ai suoi viaggi come commesso viaggiatore o alla vita famigliare). Stile della narrazione: lo stile della narrazione è dettagliato e preciso nelle descrizioni, ma il lettore viene privato di molte informazioni sulla coscienza di Gregor attraverso la tecnica della “restrizione di campo”: in un arido realismo, l’orrido e il grottesco vengono in tal modo esaltati in tutte le loro sfumature, contrastando con il quotidiano e l’ordinario, in una narrazione tesa tra gli opposti. Lo stile è caratterizzato anche da un altro procedimento tecnico, l’”esformazione”, grazie al quale molte informazioni necessarie alla narrazione vengono rimosse, ma al tempo stesso evocate, in modo da suscitare nel lettore un’esplosione di collegamenti associativi, spesso di carattere inconscio. Proprio per questo, il racconto appare come un’estesa allegoria, rendendo possibili una moltitudine di diverse interpretazioni del significato dell’opera (psicoanalitica, ebraica, esistenziale…), ma nessuna realmente esaustiva. Il carattere fondamentale dell’opera è, infatti, l'inafferrabilità, l’incapacità di attuare un’analisi, anche estremamente minuziosa, della narrazione, proprio poiché le evocazioni dialogano con l'inconscio e, nel momento stesso in cui vengono rese conscie, subiscono le deformazioni operate dalla coscienza. La narrazione è in terza persona, ma il punto di vista è prevalentemente quello di Gregor fino alla sua morte. Citazione: “Dunque, era proprio una bestia, se la musica a tal punto lo affascinava? Gli pareva di veder designarsi davanti a lui la via verso un cibo desiderato quanto sconosciuto.” Ormai creatura orripilante, disgustosa agli occhi di tutti coloro che amava, Gregor scopre un nutrimento tanto desiderato quanto sconosciuto, scaturito dai profondi moti dell’anima. Da uomo umiliato e represso, non aveva mai apprezzato la musica del profondo, ma adesso, come scarafaggio lurido, ferito ed emarginato, dopo aver toccato il fondo, il culmine del proprio degrado, riesce a cogliere una sinfonia lontana, quasi irraggiungibile, ma sempre nell’intimo desiderata, che può dar senso a un’intera esistenza. Nella vita animale, priva di ricordi, doveri, responsabilità, Gregor riscopre la contemplazione e l’enigmatico disegno sotteso alla vita, rivelandosi più libero come bestia che come uomo imprigionato nella propria maschera, impostagli dagli altri, ma ormai diventata fondamento e prigione della sua vera identità: come riuscirebbe, infatti, a toglierla se smette di essere una semplice maschera? Alla fine del racconto, Gregor muore di stenti, rifiutando qualsiasi cibo gli venisse proposto dalla sorella, forse proprio perché il nutrimento che cercava era più lontano, nel profondo. Parole: ● inèdia s. f. [dal lat. inedia, comp. di in-2 e tema di edĕre «mangiare»]. – 1. Prolungata astensione dal cibo, e lo stato di deperimento, di estenuazione che ne consegue: languire d’i.; gente morta per gli stenti e l’inedia. 2. fig., pop. Tedio, noia: far morire d’i., con riferimento a persona o cosa oltremodo noiosa; ● trasecolare v. intr. [der. di secolo; cfr. le espressioni ant. cavar del secolo «togliere di cervello» e esser fuori del secolo «aver perduto l’intelletto»] (io trasècolo, ecc.; aus. essere o avere). – Essere fuori di sé per grande meraviglia o stupore. È usato per lo più in espressioni enfatiche, spesso scherz.: io trasecolo!; cose da far trasecolare; trasecolò come spaventato da un’improvvisa apparizione (Deledda). ◆ Part. pass. trasecolato, anche come agg.: essere, restare, apparire trasecolato. ● delìquio s. m. [dal lat. deliquium, der. di delinquĕre «venire meno (coi sensi)»]. – Oscuramento passeggero e più o meno profondo della coscienza, accompagnato da senso di vertigine, offuscamento della vista, indebolimento dell’azione cardiaca, pallore intenso, sudore freddo, perdita delle forze e rilasciamento muscolare più o meno gravi, fino all’abbandono completo del corpo e alla caduta: avere un d., cadere in deliquio. È parola dell’uso com.: il termine medico equivalente è lipotimia.
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