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Scheda Recensione Libro "Il cavaliere Inesistente", Dispense di Italiano

Scheda della recensione Libro, Il Cavaliere Inesistente

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 30/06/2021

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Scarica Scheda Recensione Libro "Il cavaliere Inesistente" e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Scheda Recensione Libro “«Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane» -Calvino Dati Editoriali :  Autore: Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985)   Titolo, Traduzione e casa editrice: Il Cavaliere Insistente -1 ed. Originale 1959,- Mondatori (Oscar Moderni) Genere e Sottogenere: Romanzo cavalleresco- fantastico Notizie Sull’autore: Italo Calvino nacque a Cuba nel 1923, una residenza causata dalla professione agrotecnica dei genitori, a soli 3 anni la famiglia fa ritorno in madrepatria, l’Italia nell’omonima località si Sanremo sede anche dell’esperienza scolastica dell’autore, proseguirà i suoi studi a Torino fino al 1944 quando prenderà parte alle azioni della resistenza. Terminata la guerra consegue una laurea in Lettere nell’anno del 1950 cominciò le sue prime esperienze lavorative occupando la professione di redattore presso la casa editrice Enaudi. Iscritto nel partito Comunista Italiano (PCI) ne uscirà nel 1957 in disaccordo con la politica dell’unione sovietica non interrompendo però opere al valor civile. Trasferitosi a Parigi nel 1967 continuerà a scrivere per riviste italiane, nel 1980 ritornerà sul suolo Italiano a Roma morendo 5 anni dopo (1985) a Siena A lui tutt’ora sono dedicati un minuscolo pianeta non abitabile scoperto dall’osservatorio spaziale di Brescia, nella fascia principale degl’asteroidi di Marte (22370 Calvino) e un cratere di 60km su Mercurio. L’aurore nel corso della sua carriera artistica attraversò quelle che potremmo semplicemente chiamare “Fasi”, Il romanzo che ci interessa oggi prende parte (Come il visconte dimezzato del 1952 e il barone Rampante del 1957) della cosiddetta “Fase Fiabesca e allegorica” I Romanzi che ho appena citato fanno parte della trilogia “I Nostri Antenati” ovvero una serie di racconti ambientate in epoche e storie passate che sotto l’apparenza di letture “Favolistiche” per ragazzi riflettono i problemi del mondo contemporaneo, centrale è la tematica dell’essere: Nel Cavaliere Insistente si tratta della “Conquista” dell’essere, nel Visconte Dimezzato è reperibile un’aspirazione di completezza interiore al di la delle difficoltà della società mentre invece nel Barone rampante l’aspirazione a una completezza non individualistica da raggiungere attraverso la fedeltà e una propria autodeterminazione. (è stata mia cura e leggerezza leggere nel corso di questa lunga pausa anche il terzo romanzo non citato nell’assegnazione dei compiti) Ambientazione: Il romanzo non è “immobile” i personaggi si muovono partendo dalle “rossa mura di Parigi” fino all’accampamento militare e il campo di Battaglia, vengono citate anche le mura della città di Siviglia, svariate e infinte campagne abitati da contadini e attraversate da viandanti, sapere tutto e si offende se qualcuno lo contraddice, si sente privilegiato nei confronti degl’uomini in quanto riesce a fare tutto e riesce a fare meglio degl’uomini evitando però di lasciare quello che è possibile definire come “Il marchio di fabbrica” Gurdulù: Gurdulù, uomo dai tanti nomi che gli vengono attribuiti in base alle sue apparizioni in diversi villaggi è nato da un procedimento di contrapposizione logica alla figura di Agilulfo, come quest’ultimo si disinteressa da quello che è “corporale” essendo tutto mente gurdulù è tutto corpo e non pensa mai. È possibile reperire una descrizione fisica del personaggio: ha i capelli marroni e indossa una veste bianca unticcia. Egli quindi rappresenta la scelta dell’essere e la voglia di immedesimarsi all’interno dell’anima delle cose, una forma di cambiamento che contrasta la rigida e ferrea personalità del suo cavaliere. Egli c'è ma non sa di esserci e diventa il ladro dello spirito altrui come un camaleonte. Bradamante/Suor Teodora: In Bradamante convergono tutti i temi del romanzo e quindi le prove dell’esistenza ovvero l’amore e la guerra, ella ha un’armatura splendente, un mantello color pervinca e una sottoveste color topazio. È una donna fiera della sua persona e del suo portamento, temibile con le spade il che poi dimostra la sua perfezione nell’animo, non segue generalmente gl’uomini ma se ne trova uno che l’aggrada allora si risveglia in lei un grande area sensuale e vogliosa, ma se l’uomo la segue lei se ne disinnamora, e ritorna a caccia di altre avventure. Dopo la scomparsa di Agilulfo decise di rinchiudersi in un convento, evento che non era nuovo per la sua persona, ma solo dopo che Rambaldo la scoverà ella allora cederà al suo amore,cosciente del fatto che prima o poi per un motivo o l’altro in un convento andrà a finire. È a lei che Calvino affida i commenti iniziali dei capitoli che dimostrano il rapporto fra la complessità della vita e il foglio in cui questa complessità si tramuta in segni alfabetici. Nelle sue vesti da suora,Bradamante ci invita a un’ultima riflessione: Il Fatto che l’arte di raccontare è faticosa, più si raccolgono informazioni più si scopre come si è vuoti all’interno di noi stessi. Rambaldo Rambaldo di Rossignore è un giovine giunto nell’esercito dei Franchi per vendicare la morte del padre, il marchese Gherardo di Rossignore ucciso per mano dell’argalif Isoarre, Una volta vendicato indirettamente il padre, a differenza di Gurdulù e Agilulfo egli ancora non sa se “c’è o non c’è”, egli rappresenta la morale pratica cercando la verifica dell’esserci nel fare e nell’esperienza della storia. Calvino ci fa intendere che per il giovane Rambaldo la consistenza di un’uomo è data dall’amore per la donna e anche questa, ovvero Bradamante, “c’è e non c’è”. Torrismondo: Torrismondo rappresenta la morale dell’assoluto, tramite cui la verifica dell’esserci deriva da qualcos’altro che da se stesso, da “Qualcosa” ce esisteva e viveva prima di lui, a cui ovviamente si è staccato. È colui che al banchetto di Carlo Magno contesta il titolo di cavaliere, e quindi anche tutte le ricompense ottenute durante il mandato di questo, di Agilulfo, mettendo i discussione che egli non abbia veramente protetto la verginità della principessa Sofronia di Scozia, sortendo che ella sia sua madre. Egli svolge un ruolo fondamentale all’interno della vicenda in quanto evidenzierà la debolezza dei valori cavallereschi medievali, parlando del pensiero dell’autore sulla guerra “E senza gli uni e gli altri non sarebbero nulla e ormai sia noi che loro abbiamo dimenticato perché combattiamo” ritornando ancora sul tema dell’essere e del non essere presentando una riproposizione del filo importante, egli quindi parte alla ricerca dei cavalieri del Santo Graal che ha identificato come “ala paterna”. Priscilla: Priscilla è l’elemento che porta Agilulfo a fermarsi dal suo intento, invitandolo a soggiornare nel suo castello dopo che questo era stato circondato da orsi (Che in verità erano ammaestrati) tuttavia non riesce nel suo intento il cavaliere dalla bianca armatura non cambia a differenza di Torrismondo Carlo Magno: Carlo Magno re dei franchi e l’anziano Re che ha il compito di fare la guerra e interviene solo ove necessario, anche lui è ambasciatore del filo narrante APPARE autorevole ma la sua essenza in campo è contromossa (ESSERE) Trama È l’epoca delle crociate e i paladini di Carlo Magno attendono sotto le mura di Parigi per partire alla volta della battaglia contro gl’infedeli. Sceso per l’esercito, l’imperatore si dedica a conoscere uno a uno i cavalieri di Teodora. Egli si ristora in un mulino, poi, sempre seguito dal suo scudiero Gurdulù e, più lontano da Bradamante e Rambaldo, raggiunge una città cinta da mura e cattura un pericoloso ladro del posto. Infine, soccorre una ragazza che lo implora dicendo che il castello della sua padrona, Priscilla, è circondato da orsi rabbiosi. Agilulfo li uccide tutti e, insieme a Gurdulù è ospitato al castello da Priscilla per una notte: il cavaliere in sua “compagnia”, mentre Gurdulù insieme alle altre ragazze della casa. Il cavaliere inesistente giunge finalmente al monastero della principessa Serafina tuttavia si scopre che la località era stata razziata dai turchi e che questa era stata portata in Marocco, trovata una barca lo scudiero e il cavaliere decidono di salpare ma vengono incontro una balena che distruggerà il mezzo. Gurdulù verrà ripescato da una banda di pescatori alla ricerca di ostriche mentre Agilulfo lo raggiungerà camminando sui fondali marini. Dai poveri pescatori scopriranno il destino di Sofronia, quelli infatti erano li per cercare una perla che il Sultano locale avrebbe regalato alla sua promessa sposa, la principessa di Scozia, la quale era in procinto di divenire una delle trecentosessantacinque mogli del sovrano. Tuttavia viene salvata e riportata sulle coste della Bretagna, e lasciata a riposare in una grotta dove però la raggiungerà Torrismondo. Tramite Flash-back suor Teodora ci racconta delle avventure del secondo giovine cavaliere che ,ricercando la figura paterna in un cavaliere del Santo Graal, si appresta a unirsi alla congrega dei pii, i quali sostengono di muoversi grazie all’aspirazione proveniente dal Graal. Questi attaccano un villaggio che si era ribellato alla loro influenza e Torrismondo riconoscendo che i pii cavalieri non erano tanto pii si schiera con la popolazione, dopo la battaglia per cercare di capire la sua vera identità finisce per rifugiarsi in una gotta, quella è la grotta dove riposa Sofronia e consuma con lei la notte. Quando arrivano alla grotta Agilulfo e Carlo Magno, li scoprono insieme e sia Torrismondo che il cavaliere inesistente fuggono nel bosco, il primo perché ha provocato un incesto, il secondo perché si sente tradito nei suoi ideali. Si scopre che in verità Sofronia non è la madre di Torrismondo bensì la sorellastra. Lei figlia del Re di Scozia e di una contadina, lui figlio della regina di Scozia e del sacro ordine. L’onore di Agilulfo quindi era saldamente consolidato e Rambaldo corre per cercare il cavaliere inesistente trovando però solamente la sua armatura e l’indicazione che questa era destinata a lui. Lo stesso giovane continua ad essere innamorato di Bradamante consumando con lei indossando l’armatura di Agilufo e quindi ingannandola. Quando la cavallerizza scoprì la verità fuggì via . Alla fine della vicenda narrata riusciamo a recuperare l’importante informazione che la narratrice della storia, Suor Teodora, non è altro che la guerriera Bradamante che, sapendo dell’inganno precedente di Rambaldo, si è fatta monaca. Si accorge però solo ora di essere innamorata del giovane, che dopo averla cercata per anni la trova in un convento per poi fuggire con lei. Analisi delle tecniche narrative: -Narratore: Calvino affida la narrazione a Suor Teodora, una suora che già dalle prime digressioni a inizio capitolo testimonia di non conoscere il mondo e di saperne poco di cavalieri e della guerra, tuttavia il personaggio diventerà ironico quando alla fine dell’intreccio si scoprirà la sua vera natura, quella di Bradamante. In queste digressioni a inizio dei vari capitoli il narratore è interno parlando quindi in prima persona e assumendo una focalizzazione esterna dato che secondo le parole della suore lei ne sa di meno sulla guerra, tuttavia ovviamente è una menzogna. Durante la narrazione il narratore è esterno con focalizzazione zero, questo per due motivi innanzi tutto perché la suora narra in 3° persona e poi perché conosce più dei personaggi inserendo anche i loro pensieri, in particolare è stata evidenziata questa focalizzazione dato che il narratore non si limita a un solo personaggio, Calvino ci racconta che Agilulfo e Gurdulù, con il conflitto dell’essere, non potevano costruire una storia perciò è stato necessario inserire altri personaggi, quindi DE FACTO il protagonista è Agilulfo da DI IURE non esiste un vero e proprio protagonista, dato che non ci si sofferma solamente su una figura, anche se tra i vari che prenderanno parte a questa storia Ramblado sembra essere il miglior candidato Rimo della narrazione e Stile Lo stile del libro è uno stile chiaro e scorrevole, si alternano descrizioni (Seppur non molto approfondite) e molte riflessioni che nel corso del racconto l’autore esprime sui vari personaggi e sulle loro persone, questo fa divenire la lettura piacevole, armoniosa e allo stesso tempo preciso. Alle pagine 51/52 Calvino ha voluto inserire una ripresa della stessa frase all’inizio di tre paragrafi diversi (Agilulfo trascina un morto e pensa; Gurdulù trascina un morto e pensa; Rambaldo trascina un morto e pensa) Fabula e Intreccio:
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