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Riassunto della Guida alla Storia del Cinema Italiano (1905-2003) di Gian Piero Brunetta, Sintesi del corso di Storia Del Cinema

Cinema mondialeStoria del cinemaCinema italiano

Una panoramica della storia del cinema italiano dal 1905 al 2003, coprendo l'era del muto, neorealismo, divismo maschile e femminile, e gli anni '60 e '70. Vengono menzionati i primi produttori cinematografici, i registi di maggior rilievo, e i generi cinematografici dominanti. Il testo illustra anche le interferenze del potere mafioso, la corruzione e la speculazione edilizia, e il fenomeno del divismo che si sposta dal grande schermo al piccolo schermo. Vengono citati film importanti come 'La dolce vita' di Fellini, 'La grande guerra' di Monicelli, e 'Roma città aperta' di Rossellini.

Cosa imparerai

  • Come il fenomeno del divismo si spostò dal grande schermo al piccolo schermo?
  • Che film importanti sono citati nel documento?
  • Che generi cinematografici dominarono negli anni '60 e '70?
  • Cosa si intende per l'era del muto nel cinema italiano?
  • Che registi sono considerati i padri del nuovo cinema italiano?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 15/09/2021

robbycop
robbycop 🇮🇹

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Scarica Riassunto della Guida alla Storia del Cinema Italiano (1905-2003) di Gian Piero Brunetta e più Sintesi del corso in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! Scheda - riassunto della Guida alla Storia del cinema italiano (1905 - 2003) - Gian Piero Brunetta - Einaudi 2003 L’ Era del MUTO (1905 - 1930) = 1° Film italiano : “la presa di Roma” - F. Albertini - 1905 = Nascono varie case produttrici a Torino, Roma, Milano, Napoli (la Titanus a Napoli dal 1904, la Cines a Roma dal 1906, la Tirrenia in Toscana dal 1934, la Itala Film dal 1908 a Torino- produttrice di Cabiria - e la Lux, Torino dal 1935 ) - Film Storico-mitologici (Quo Vadis di E.Guazzoni 1913, Cabiria di G. Pastore 1914, Nerone, Giulio Cesare, gli ultimi giorni di Pompei, ecc.), poi chiamati : “Colossal” - Film Comici (le Comiche) (personaggi come : Cretinetti, Robinet, Fricot, ecc. - Divismo Femminile (Eve Fatali) con attrici-Dive come : Francesca Bertini, Lyda Borelli, ecc., ispirato anche alle donne della pittura preraffaellita, di Klimt e del Liberty, un esercito di Ofelie, di Salomè, di figure flessuose, dalle labbra ‘prensili’ e seduttrici. - Divismo Maschile (attori come : Emilio Ghione nelle vesti del tenero personaggio di Za-La-Mort o il “Forzuto” Bartolomeo Pagano nelle vesti di Maciste, per es. in Cabiria, ecc.) A Roma nel 1919 nasce l'Unione Cinematografica Italiana ( UCI ) 1922 : Avvento del Fascismo in Italia (finirà nel 1945) A Roma nel 1924 nasce, istituito da Mussolini, quindi durante il fascismo, L'Unione Cinematografica Educativa (l’istit. LUCE), produttore di cinegiornali. Film Ruralisti (esaltanti il mondo rurale, il desiderio di modernizzare l’agricoltura, aumentare la produzione e mostrare l'armonia tra i contadini e i loro padroni) L’ Era del Sonoro 1926 : Avvento del Sonoro nel cinema americano. 1930 : 1° film italiano Sonoro : “la canzone dell’amore” di Gennaro Righelli. 1935 : a Roma nasce il Centro Sperimentale di Cinematografia. 1938 : legge Alfieri, legge autarchica e protezionistica del cinema italiano contro l’invasione del cinema straniero. Registi : G. Alessandrini (Luciano Serra Pilota 1938 di moderata propaganda fascista) E poi film che facevano sognare di potersi arricchire, tipo: Se potessi avere 1000 lire al mese 1939 o La danza dei milioni 1940 1939 : nasce Cinecittà dalle Ceneri della Cines, andata distrutta nel ‘85 da un incendio. Seconda Guerra Mondiale : dal 1° sett. 1939 ma, l’ Italia entra in guerra il 10 giugno 1940 Cinema di Salò, tentativo di ricreare una piccola Cinecittà e istituto Luce, a Venezia ( Repubblica di Salò, sul lago di Garda, tra 23 settembre del 1943 e aprile del 1945) : Comunque, specialmente tra il 1938 e la fine della guerra, il cinema di Salò, che già cominciava ad intuire la possibilità per il regime di perdere la guerra, il più delle volte eviterà di mostrare scene cruente delle battaglie ed eviterò anche di parlare della guerra civile con i partigiani preferendo parlare d’altro come vicende d’amore, le abilità degli artigiani italiani, ecc. 1944 : nasce l'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche ed Affini (ANICA) sulle ceneri della Federazione nazionale fascista industriali dello spettacolo ( Fnfis); Tale associazione ritiene di dover rientrare di diritto nei piani della ricostruzione postbellica. Nell’immediato dopoguerra Cinecittà è inagibile Neorealismo italiano (1945 - 1951) e parte degli anni ‘50 IL padri del nuovo cinema italiano, Registi : Alessandro Blasetti ( grande regista : 1860 del 1933, Terra Madre 1930, film fascisti come Vecchia Guardia, ..), Mario Camerini (anticipatore della commedia all'italiana : Gli uomini che mascalzoni, Le telefoniste), Giuseppe De Santis (I Malavoglia 1942, Riso amaro con la “maggiorata” Silvana Mangano 1949, Roma ore 11 1952) Gennaro Righelli (La canzone dell’amore 1930), Alberto Lattuada (il Mulino del Po 1949, La lupa - con impronta erotica - 1953, | dolci inganni - sull'amore degli adolescenti 1960 ) Vittorio De Sica ( grande regista : | bambini ci guardano 1943, Sciuscià 1946, Ladri di biciclette 1948, Miracolo a Milano 1951, La Ciociara 1960), Mario Mattoli (L'ultima carrozzella, farà molti film con Totò, Aldo Fabrizi), G. Alessandrini (Luciano Serra pilota 1938 film fascista ma particolare), Roberto Rossellini (grande regista : inizialmente farà film fascisti ma poi nel dopoguerra farà molti film neorealisti importanti come : Roma città aperta 1945, Paisà 1946,Germania anno zero 1949) Luchino Visconti (grande regista : Ossessione 1943, La terra trema 1948, Bellissima con Anna Magnani 1951, Rocco e i suoi fratelli 1960, Il Gattopardo 1963, Ludwig 1973), Francesco Rosi (grande regista : | Magliari 1959, Salvatore Giuliano 1960, Cristo si è fermato ad Eboli, Le mani sulla città 1963), Raffaello Matarazzo (Catene 1950, | figli di nessuno), Giovanni Guareschi (con la serie di Peppone e Don Camillo), Mario Monicelli ( grande regista : La grande guerra 1959, | soliti ignoti 1958, L'Armata Brancaleone, ) Michelangelo Antonioni ( grande regista : Cronache di un amore 1950, Il grido 1957, Le amiche 1955) Federico Fellini ( grande regista : | Vitelloni 1953, La strada 1954, La dolce vita 1960, Fellini 8 1/2,...). Suo musicista : Nino Rota Pier Paolo Pasolini (grande regista : collabora a “le notti di Cabiria” di Fellini 1957) (Con Attori tipo : Ettore Petrolini - grande attore di avanspettacolo con personaggi come Gastone, Nerone), Totò, Aldo Fabrizi, Macario) (Con le “maggiorate” tipo : Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Sofia Loren) (Con Sceneggiatori tipo : il grande Cesare Zavattini, A. De Benedetti) 2 Con il boom, tutto è cambiato molto in fretta, i soldi circolano e diventano un leitmotiv ossessivo che accompagna gli orizzonti dei desideri di ricchi e poveri, proletari, piccolo-borghesi e industriali. La ricchezza, ottenuta in modo facile e senza troppo preoccuparsi del rispetto delle leggi, è una delle cause del rapido mutamento dei costumi e dei modelli di riferimento morali e sociali. In questa fase di trasformazione accelerata, sarà la donna a pagare i costi più alti (La ragazza con la valigia di Zurlini - 1962). | nuovi ricchi ostentano i simboli di benessere in feste, banchetti, ricevimenti, incontri. Importante diventa il consumare, si entra a testa bassa nella civiltà dei consumi. Avviene un rapido mutamento dei costumi sessuali, la crisi dei ruoli e delle identità sessuali e l'apertura verso orizzonti sempre più ampi del comune senso del pudore. Dopo il dominio delle maggiorate degli anni ‘50, negli anni ‘60 il fenomeno del divismo comincia a spostarsi dal grande schermo al piccolo schermo del televisore promuovendo ben presto a dive le presentatrici dei programmi, i conduttori (Mike Bongiorno), i partecipanti ai concorsi a quiz e i cantanti (Domenico Modugno, Mina, Celentano, Gianni Morandi, AI Bano (che purtroppo c’è ancora dappertutto, n.d.r.)) e compaiono film costruiti sulle loro canzoni. Si ha l'impressione che il divismo ormai non sia più esclusivo del mondo del cinema ma anche della televisione e oggi anche di internet, frutto della moltiplicazione a dismisura delle telecamere (e di quelle digitali), e del mondo dello spettacolo, fino a giungere alle odierne trasmissioni televisive come “Il grande fratello” o “Saranno famosi”. Registi principali degli anni ‘60 : Roberto Rossellini Luigi Comencini (“Tutti a casa” 1960, racconta l’antieroico ritorno a casa di un gruppo di soldati sbandati all'indomani dell’8 settembre del 1943 con uno strepitoso Alberto Sordi, “Le avventure di Pinocchio”, “Cuore” con cui Comencini esplora il mondo misterioso dei bambini). Luchino Visconti, regista molto colto (Rocco e i suoi fratelli 1960 - sull’emigrazione interna dal Sud al Nord di una famiglia di una madre e 5 figli, dopo questo film Visconti inizierà il ciclo lungo di ricongiungimento con il romanzo ottocentesco, // gattopardo 1963 - ambientato in una famiglia aristocratica siciliana negli anni del Risorgimento e dell’unità d’Italia, La caduta degli dei 1969) J. Duvivier (Regista francese) La serie di Peppone e Don Camillo tratta dai romanzi di Giovanni Guareschi Mario Monicelli, mostra grandi capacità di osservazione antropologica e di compartecipazione sentimentale alle vicende di quella specie umana dei “perdenti nati”( La grande guerra 1959 - con Sordi e Gassman, | soliti ignoti 1958, / compagni 1963 - sulle prime lotte operaie nella Torino dell’800, L’Armata Brancaleone 1963, La ragazza con la pistola 1968, Brancaleone alle crociate 1970, Amici miei 1975.) Vittorio De Sica, oltre ad essere uno dei padri del cinema del dopoguerra con Zavattini, Blasetti, Camerini, lascia molti eredi e negli anni ‘60, con la capacità di muoversi con estrema leggerezza dai toni della commedia a quelli tragici, dirige film con gli attori come Sofia Loren e Mastroianni che mostreranno la sua grande capacità di raccontare e di far recitare gli attori (La Ciociara 1960, leri, oggi e domani 1963, Matrimonio all’italiana 1964) Dino Risi, meno interessato ad aggiungere un messaggio pedagogico, con il piacere del caricaturista, sbozza i caratteri dei suoi personaggi-macchietta con molta sensibilità ai linguaggi, ai loro tic e riti di gruppo. Grande collaborazione con Gassman (Il Sorpasso 1962, | Mostri 1963). Luigi Zampa, come P. Germi, con spirito goliardico, realizza opere di successo popolare con memorabili interpretazioni di Alberto Sordi (Il vigile 1960, Il medico della mutua 1968) Pietro Germi, cerca di raccontare, in modo divertito e beffardo, vizi e ipocriti comportamenti pubblici e privati degli italiani dal Nord (Veneto) al Sud e l’uso disinvolto della morale religiosa (Divorzio all’italiana 1961, Sedotta e abbandonata 1964) Alberto Lattuada, passa dall'analisi dei primi turbamenti sessuali dell'adolescenza alla trascrizione di opere letterarie, contemporanee o cinquecentesche. (La Mandragola da N. Machiavelli 1965, Cuore di cane 1976) Ermanno Olmi, grande capacità di avvicinarsi ai suoi personaggi per coglierne la storia decifrandola dai segni dei volti. Ha realizzato il più ispirato monumento alla civiltà contadina del cinema del dopoguerra, osservando i gesti e i volti dei suoi protagonisti facendoci sentire il senso della perdita, dello sradicamento, della difficoltà di adattamento alle nuove regole imposte dalla rapida trasformazione nell'Italia del boom del mondo contadino ad opera dell’industrializzazione (lo straordinario film : L’Albero degli zoccoli 1978, altri film e tantissimi documentari anche per la mM Fratelli Taviani (Paolo e Vittorio Taviani), felice innesto di cultura letteraria ed artistica e modelli cinematografici, forte tensione stilistica e fede in un radicale cambiamento politico verso una maggiore uguaglianza sociale. Tra gli anni ‘60 e ‘70 i loro film sono impregnati di una forte passione ideologica (/ sovversivi 1967, San Michele aveva un gallo 1971, Padre padrone 1977). Negli anni Ottanta e Novanta realizzano i loro capolavori con una certa vena epica e lirica (La notte di San Lorenzo 1982, Kaos 1984) Ettore Scola, a lungo ha scritto barzellette, ideato scenette e sceneggiature, molto amico di A. Sordi, nei suoi film tende a denunciare vizi e corruzioni, e con molta sensibilità mostra le difficoltà di vari personaggi ( Trevico-Torino 1973, sulle difficoltà di integrazione d’un ragazzo meridionale emigrato a Torino, C’eravamo tanto amati 1974, Una giornata particolare 1977, un incontro di vera intimità e contatto emotivo tra la solitudine di una casalinga e un omosessuale tenuto sotto controllo dalla polizia fascista nel giorno dell’arrivo a Roma di Hitler in un caseggiato semisvuotato dei suoi abitanti quasi tutti accorsi all’adunata esterna). Giuliano Montaldo, come si è detto, dopo aver esordito con un film che aveva cercato di scandagliare le motivazioni dei giovani che nel ‘43 erano passati alla Repubblica di Salò (Tiro al piccione 1961), dominato da una forte motivazione civile e politica realizzerà opere di intensa tensione morale e qualità dell'esito drammatico (Sacco e Vanzetti 1971, Giordano Bruno 1973, L’Agnese va a morire 1976). Giuseppe Ferrara, con i suoi film ha indagato nel modo più coerente sulla storia italiana del dopoguerra e i suoi misteri politici in cui si intrecciano trame attivate da organizzazioni mafiose, ambienti oscuri delle autorità ecclesiastiche e forze occulte internazionali (Il sasso in bocca 1970, Il caso Moro 1986, Giovanni Falcone 1993, Segreto di Stato 1994). Liliana Cavani, autrice inquieta e colta, dopo aver realizzato importanti documentari, produce una miniserie tv nel 1966 su Francesco d’Assisi rendendolo quasi una figura di rivoluzionario sessantottino ma poi realizzerà un film su G. Galilei e il mistico buddista Milarepa perché da pacifisti, offrono modelli non violenti di contestazione dell’ordine sociale esistente (Francesco d'Assisi 1966, G.Galilei 1968, Milarepa 1974, La pelle 1981) Lina Wertmuller con un più libero e gioioso senso dello spettacolo ha la capacità di passare dalla commedia al dramma sempre con la medesima energia e carica passionale ( Rita la zanzara 1966, Mimì metallurgico ferito nell’onore 1972) Nanni Loy, il suo umorismo è venato di spirito anglosassone e i caratteri più esteriori e superficiali del riso della commedia lasciano il passo all’amarezza dell’ironia, allo scetticismo e alla riflessione sul male di vivere e sulle difficoltà quotidiane della lotta dell’uomo comune (Un giorno da leoni 1961, Le quattro giornate di Napoli 1962) Luciano Salce (// federale 1961 e primi film di Fantozzi) Luigi Magni, gusto della ricostruzione storica, con forte carica sanguigna e popolaresca (Nell’anno del Signore 1969, In nome del Papa Re 1977) Luciano Bianciardi, riesce a drammatizzare la cronaca (Vita agra 1964, Banditi a Milano 1968) Mauro Bolognini, ottimo dominio di di tutti i mezzi e capacità di raccontare la storia dell’Italia unita attraverso eroi di diversa estrazione sociale, ora aristocratica, ora piccolo-borghese, ora proletaria ( /l bell’Antonio 1960, Agostino 1962, Metello 1969) Franco Zeffirelli, sulla scia di Visconti come regista, ottimizzando tutti gli elementi scenografici, di costumi, di illuminazione, realizza sia regie di opere liriche che cinematografiche, con messe in scena sontuose ed interpreti di alto livello (La bisbetica domata con Liz Taylor e Richard Barton 1967, Romeo e Giulietta 1968) Federico Fellini, ama perdersi nei labirinti dei sogni, ricordi, epifanie che si accendono nella sua immaginazione, fondendo in un magico calderone immaginativo una vastissima ed eterogenea iconografia popolare. Non c’è più racconto, le immagini fluiscono in modo tumultuoso si accavallano costruendo un loro senso misterico (Otto e 1/2 del 1963, La dolce vita 1960, Satyricon 1969, | clowns 1970, Amarcord 1973) Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista, unico nel panorama del dopoguerra, capace di trasformare in materia aurea i materiali pittorici, poetici, narrativi e cinematografici. Il suo cinema è ricco di citazioni cinematografiche e pittoriche, di sacralità e desacralizzazione, che segna uno dei momenti più alti dell'invenzione figurativa del dopoguerra. Capace di far parlare i racconti evangelici ritrovati e riletti attraverso la miseria e le realtà di proletari borgatari e degli ultimi della terra, con grande capacità di evocazione mitica (collaborazione in Cabiria del 1958, Accattone 1961, La ricotta 1963, Il Vangelo secondo Matteo 1964, Edipo Re 1967, Medea 1969, Decameron 1970, Il fiore delle Mille e una notte 1972) Bernardo Bertolucci, ha iniziato come aiuto regista di Pasolini, e il suo è un cinema colto, pieno di echi e suggestioni musicali, letterarie e cinematografiche, ha tentato di raccontare il ‘68 partendo dai sentimenti dei giovani aspiranti rivoluzionari. (La strategia del ragno 1972, Ultimo tango a Parigi 1972 che fece scandalo per alcune esplicite scene di sesso, Novecento 1976 - film con ampio respiro epico che racconta la “grande storia” ambientato nelle campagne della Padania di inizio ‘900 arrivando fino agli anni di affermazione del fascismo) Michelangelo Antonioni, il suo cinema diventa il rappresentante d’una condizione umana di progressivo sradicamento dell’individuo dall'ambiente e di perdita del sé che viene definita “alienazione” (Deserto rosso 1964, Blow-up 1966) Elio Petri - film “politici” : Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto 1970, La classe operaia va in paradiso 1971, Todo Modo 1975 Marco Bellocchio un autore che ha cercato di sintonizzarsi con le spinte rivoluzionarie dei giovani e in altri film, con la psicanalisi (! pugni in tasca 1965, La Cina è vicina 1967, Diavolo in corpo 1986) Attori : Vittorio Gassman, Alberto Sordi (che riveste tantissimi ruoli), Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi (dalla garbata e un po’ straniata recitazione) Monica Vitti, Sofia Loren, Cinema più visionario e fantasioso registi : Federico Fellini, in parte Michelangelo Antonioni (alienazione) Dagli Anni ‘70 al 2000 Dagli inizi degli anni ‘70, comincia una certa crisi nel cinema italiano : pur essendoci una discreta produzione, sono pochi i film il cui successo di botteghino ripaghi sufficientemente i capitali investiti e molti quelli il cui bilancio è in rosso. Durante gli anni ‘70 diminuiscono sempre più gli spettatori nei cinema, le case di produzione spesso vivono a malapena la durata di un film. | produttori americani ritirano i loro capitali dal mercato italiano. Tramite l’art. 28 della Legge del 1965 (Legge Cinema) fino al 1994, che interviene a finanziare varie produzioni, lo Stato si accolla il più possibile perdite e rischi. La storia del cinema italiano a partire da circa il 1975, è una storia di progressiva marginalizzazione. Forte sarà l'attacco dei grandi gruppi multinazionali americani (le Majors) nel nuovo processo di globalizzazione dei mercati, specialmente a partire dagli anni ‘90. Nel corso degli anni ‘70 e ‘80, aumenta sensibilmente il consumo di cinema ma grazie all'avvento delle televisioni private che aumentano considerevolmente e alla diffusione delle videocassette e dei videoregistratori. Comincia una sorta di disaffezione nei confronti dei prodotti nazionali da parte delle nuove generazioni | veri “grandi produttori” in Italia, dalla metà degli anni ‘70, cominciano ad essere la RAI, dal 1976, e la Reteitalia della Fininvest (di Berlusconi) dal 1984. Cioè_i grandi gruppi televisivi pubblici e privati. Un altro importante centro di produzione di lungometraggi, sia di documentari che di cinema d’autore, diventerà l’Istituto LUCE (quello istituito dal fascismo nel 1924) che nel frattempo, ristrutturato, dal lontano 1965 è diventato una società per azioni e produttore di film per ragazzi. L’unico investimento che, nel frattempo, nel cinema non immediatamente prodotto dalle televisioni, sembra avere un certo successo è quello sulla commedia e sui nuovi comici. Purtroppo anche le televisioni pubbliche e private in massima parte si limitano a trasmettere film, telefilm e programmi prevalentemente americani ed esteri comunque acquistati a costi ridotti sul mercato internazionale; anche perché nel frattempo il proliferare di tv private con palinsesti che devono trasmettere contenuti 24 ore su 24, richiedono una grande disponibilità di contenuti. Qualcosa comincerà a cambiare nelle tv italiane solo alla fine degli anni ‘90 (1998), con l’approvazione della legge 122 che incoraggia e finanzia la produzione di fiction nazionali. La ricerca tecnologica, con la creazione di reti interattive fra sistemi informatici e televisivi, diffusione di realtà virtuale, globalizzazione dell’informazione, è destinata a modificare interamente l’iconosfera e sono in corso vere e proprie ‘guerre stellari’ per il controllo in tutto il mondo delle immagini e degli audiovideo. Comunque negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, grazie ad autori come : Bertolucci, Fellini, Antonioni, i fratelli Taviani, Scola, Olmi, Rosi, Ferreri, Nanni Moretti, Salvatores, Tornatore, Amelio, Benigni, ecc., il cinema italiano ottiene ancora i massimi riconoscimenti internazionali vincendo Oscar e conservando prestigio. Le figure che continuano a funzionare da punti di riferimento indispensabili sono Fellini ( Prova d’orchestra 1979, E la nave va 1983, La voce della luna 1990) e Bertolucci ( Novecento 1976, L’ultimo imperatore 1987, Il té nel deserto 1990, Piccolo Buddha 1993). Ma dalla metà degli anni ‘70 non c’è più ricerca, non c’è più spinta verso nuovi orizzonti, non c'è più contaminazione di forme, di stili, non c’è più polisemia di messaggi visivi, verbali o sonori, se non in solo alcuni registi. 10 Dalla metà degli anni ‘70 e poi definitivamente dagli anni ‘80, il discorso politico, anche a seguito dell’avvento del terrorismo di alcune frange estremiste della fine degli anni ‘70 ( omicidio Moro delle Brigate Rosse 1978,ecc.), perde forza e senso anche per gli autori che vi hanno dedicato il maggior investimento creativo. Gli autori che in quegli anni affrontano il tema del terrorismo lo fanno con difficoltà e circospezione cercando di scandagliare a fondo le ragioni psicologiche e politiche dei terroristi tanto queste apparivano difficili da decifrare, così come apparivano complesse le forze che muovevano e progettavano il terrorismo. Negli anni ‘80 proprio nel cinema, comico e non, sembreranno essere rappresentate tutte le forme possibili di perdita di senso dello stato, di trionfo del privato contro il pubblico, di celebrazione dei consumi del superfluo, di derisione di ogni forma di partecipazione politica a favore del dilagare, nel mondo dei giovani - come racconteranno con successo i film dei fratelli Vanzina (Vacanze di Natale, Yuppies, Un’estate al mare, ecc.), di modi di omologazione dei comportamenti fondati su un individualismo esasperato e sulla più completa perdita del valore di appartenenza ad una società civile (il “Riflusso”). Il Riflusso della generazione post-sessantottina, trova il suo narratore in Nanni Moretti regista e attore, che con straordinaria sensibilità, capta l'imminente fine del ‘movimento politico’ nato nel 1968, vede il modificarsi e l’irreversibile cadere delle speranze di costruire una cultura alternativa a quella del sistema capitalistico attuale (lo sono un autarchico 1976, film autoprodotto, La messa è finita del 1985). In Palombella rossa 1989, il protagonista sa di essere comunista ma ha una memoria del proprio passato molto frammentata e confusa, infatti siamo in un momento storico in cui il Partito Comunista effettua una definitiva svolta storica decidendo di abbandonare l’idea di modificare radicalmente il “sistema”. E comunque negli anni ‘90 che il suo sguardo sembra raggiungere nuove profondità (Caro diario 1998, La stanza del figlio 2001), abbandonando quel senso di autoreferenzialità e narcisismo che avevano caratterizzato i film precedenti. Ne “La stanza del figlio” Moretti, pur rimanendo il protagonista, appare un personaggio più maturo e coscientemente disposto all’ascolto dell’altro; senza rinunciare a rimanere al centro della scena, ha finalmente imparato a vedere gli altri per decifrarne i segni e i sintomi del male di vivere, a guardare le persone che stanno attorno per provare stupore infantile e meraviglia. Il film, abbandonando discorsi e messaggi direttamente politici, mostra la vita di una normale famiglia composta da normali genitori attenti alle esigenze e all'educazione del proprio figlio. Purtroppo, tale famiglia sarà sconvolta proprio dall’improvvisa morte di questo figlio per cui, il padre Giovanni (Nanni Moretti), sententosi indirettamente responsabile, non riuscirà più a trovare un senso al suo vivere e al suo fare. Sarà l'amica del figlio Arianna che, come il suo stesso nome mitico suggerisce, si prodigherà ad aiutare Giovanni e la sua famiglia ad uscire dal tunnel e a ritrovare la forza di ricominciare a vivere. Cinema “spazzatura” (Cinema trash) dalla fine anni ‘70 fino alla metà anni ‘80 e anche oltre - i film tipo “Pierino alla riscossa” o “la professoressa di scienze naturali”, film figli del qualunquismo e del politicamente scorretto basato su battute e barzellette da avanspettacolo e da caserma,... su stereotipi maschilisti sulle donne, sugli omosessuali, sugli stranieri e portatori di abitudini, costumi e comportamenti diversi, ecc. e che purtuttavia, in un periodo di enorme calo di cinespettatori, ha fatto aumentare di un bel po’ gli incassi al botteghino dei cinema. Il cinema “spazzatura” spesso accomuna i politici di destra e di sinistra nella stessa visione considerandoli ladri, corrotti, incapaci e in genere deride istituzioni e leggi rafforzando la convinzione dell’indistinzione dei valori, e che “stupido e ignorante è bello”. ...è forse in questa produzione che si potranno in futuro individuare le ragioni della crescita e dell’affermazione politica del leghismo veneto o lombardo degli anni novanta. Registi : Vari registi per la serie dei “Pierini” e poi : | fratelli Vanzina (Carlo ed Enrico) (Una vacanza bestiale 1980, Eccezzziunale ..veramente 1982, Yuppies 1985, Sognando la California 1992), Neri Parenti (Fantozzi contro tutti 1980, Vacanze di Natale 1995). Attori, anche bravi : Alvaro Vitali, Massimo Boldi, Teo Teocoli, Diego Abatantuono, Christian De Sica, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio. 11 Dalla seconda metà degli anni ‘80 a tutti gli anni ‘90, si registra un'improvvisa ripresa della fiducia nel lavoro della scrittura di storie, di colpo il lavoro di sceneggiatura riacquista la sua necessità e centralità e molti tentano anche l’avventura registica. Le fonti d'ispirazione sono diverse e c'è l'esigenza di unire al racconto il senso di partecipazione e denuncia civile e sociale, ma anche l’adattamento da romanzi di giovani scrittori contemporanei. ..Per merito loro si sviluppa una maggiore attenzione all’ “altra metà del cielo” (cioè alle donne), si riprende a rivendicare il ruolo dei sentimenti, si ripropongono i rapporti tra padri e figli,..si lavora sulla memoria femminile, sulla disgregazione della famiglia, i nuovi problemi che scaturiscono dall'incontro con gli altri, immigrati di colore, extracomunitari, personaggi portatori di altre storie. Registi principali : Gianni Amelio (porte aperte 1989, Lamerica 1994, il ladro di bambini 1992, film sui rapporti tra padri e figli e anche film-testimonianze dei primi sbarchi di migliaia di clandestini albanesi sulle coste della Puglia agli inizi del 1990, come “il ladro di bambini”). Bernardo Bertolucci (Novecento 1976, L’ultimo imperatore 1987, Il té nel deserto 1990, Piccolo Buddha 1993), Giuseppe Bertolucci (Berlinguer ti voglio bene - con Benigni 1977, Tuttobenigni dal vivo), Giuseppe Tornatore (Il camorrista 1988, Nuovo cinema Paradiso 1988, che vince l'Oscar, racconta la storia di una piccola sala cinematografica siciliana come centrale immaginativa e di sogni, La leggenda del pianista sull’oceano tratto da un libro di Baricco, Una pura formalità 1992). Francesca Archibugi (!/ grande cocomero 1993 in cui cerca di esplorare le profondità del mondo infantile, Questione di cuore 2009), Gabriele Salvatores (Marrakesh Express 1987, Mediterraneo 1991) Daniele Lucchetti (!/ portaborse 1990, legato alle vicende politiche di quegli anni, racconta di un ignaro personaggio di provincia trascinato in un giro di corruzione) Carlo Verdone si riconosce molto nella comicità di Alberto Sordi (Un sacco bello 1980, Bianco,rosso e Verdone 1981, Compagni di scuola 1988), Verdone è protagonista insieme ad una serie di altri comici, come Benigni, Troisi, Pozzetto, di un rinnovamento del cinema comico che, abbandonando i toni del “comico - spazzatura”, cerca di restituire alla comicità quella gamma di toni e quelle corde che sembravano definitivamente abbandonati. In Verdone, di film in film, il tocco sembra farsi più leggero e la comicità più malinconica. Massimo Troisi (Scusate il ritardo 1982, Non ci resta che piangere 1984, Il postino 1994), pur discendendo a pieno titolo dalla tradizione delle maschere napoletane, sembra anche il prodotto di una felice intergamia del Pulcinella con la maschera del Pierrot lunare che ha trionfato lungo il Novecento sulla scena artistica internazionale. Nella sua ultima interpretazione ne “Il postino”, ha regalato l’inno più struggente alla vita e all'amore di tutta la sua vita. Roberto Benigni (Non ci resta che piangere 1984 condiretto con Troisi, Johnny Stecchino 1991, La vita è bella 1997, Pinocchio 2002), come regista la macchina da presa è sempre al servizio della sua prova attoriale, con eccezionali doti mimiche, gestuali e verbali, come un folletto apparso all'improvviso. Ne “La vita è bella”, premiato con ben tre Oscar, all’interno della storia dell’olocausto, riesce non solo a far vivere padre e figlio dentro un mondo perfetto non toccato dalla realtà esterna, ma a fare in modo che la morte del padre non turbi la gioia della vita e della vittoria del figlio. Francesca Comencini (Va’ dove ti porta il cuore 1994), Marco Risi (Mery per sempre 1989, Il muro di gomma - sulla tragedia di Ustica 1991), Pupi Avati (La leggenda del santo bevitore 1988, Il mestiere delle armi), Nanni Moretti, (/o sono un autarchico 1976, film autoprodotto, La messa è finita del 1985, Palombella rossa 1989, La stanza del figlio 2001) Claudio Caligari (l'odore della notte 1998), Fulvio Wetzl (prima la musica poi le parole 2000), Sergio Rubi Michele Placido, Mario Martone, proveniente dal teatro d'avanguardia napoletano, ha un ruolo fondamentale per la scuola di registi napoletani degli anni novanta., rappresentando una Napoli che di colpo non presenta più alcuno dei suoi stereotipi visivi. (Morte di un matematico napoletano 1992, in cui ricostruisce la morte per suicidio del grande matematico napoletano Caccioppoli nel 1959, L’amore molesto), Aldo, Giovanni e Giacomo, 12
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