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Marx e la Critica del Capitalismo: Borghesia, Sfruttamento e Società Senza Classi, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

MarxismoSociologia del LavoroFilosofia politicaStoria del capitalismo

Una panoramica marxista della società capitalistica, dalla divisione in classi e conflitto tra borghesia e proletari, alla critica della proprietà privata dei mezzi di produzione e alla visione di una società senza classi. la teoria marxista sul ruolo della borghesia nella storia, il cambiamento della forma di sfruttamento dal feudalesimo al capitalismo e la visione di una società senza conflitti. Il documento include anche una analisi del funzionamento del sistema capitalistico e della teoria del plusvalore.

Cosa imparerai

  • Come cambia la forma di sfruttamento dalla feudalità al capitalismo?
  • Come Marx descrive la divisione in classi nella società capitalistica?
  • Come funziona il sistema capitalistico secondo Marx?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 10/10/2022

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aurora-rivolta 🇮🇹

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Scarica Marx e la Critica del Capitalismo: Borghesia, Sfruttamento e Società Senza Classi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! Karl Marx Nel 1847 si trasferisce a Parogo dove fonderà la Lega dei Comunisti nato come movimento clandestino. Elabora un programma articolato in 4 punti principali. 1) abbattere il potere della borghesia e quindi la distruzione del sistema capitalistico. 2) portare il proletariato al potere. 3) abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione 4) realizzazione di una società non più divisa in classi. Nel 1848 scrive insieme a Friendrich Engels il Manifesto del Partito Comunista, cioè il programma di un partito che in realtà deve essere ancora fondato. È scritto con un linguaggio semplice in modo da essere compreso da tutti ed è diviso in 3 capitoli: Il primo capitolo è intitolato Borghesi e Proletari, due classi in conflitto nella società capitalistica. I proletari sono i lavoratori, operai e contadini che lavorano per cibare la prole. I borghesi sono riferiti soprattutto agli industriali. La divisone in classi della società c'è sempre stata nella storia: chi possiede i mezzi di produzione sfrutta il lavoro di chi non li possiede, questo ragionamento viene ripreso anche dai socialisti. La storia dell'umanità è la storia della lotta tra le classi, partendo dall'antichità: liberi e schiavi; patrizi e plebei; signori e servi della gleba; proprietari delle botteghe e dipendenti; borghesi e proletari. La forma di conflitto cambia da epoca a epoca, ma la radice dello sfruttamento è la proprietà privata dei mezzi di produzione. Nella società capitalistica il conflitto si affievolisce, diminuiscono le industrie perché falliscono a causa della concorrenza, aumenta il numero di operai e meno persone hanno in mano il potere economico. Si è arrivati a questa società perché la borghesia ha acquisito sempre più ricchezza, è diventata sempre più forte. Alla fine del 700 ha svolto una funzione rivoluzionaria che ha contribuito allo sviluppo del genere umano. Le due rivoluzioni portate avanti dalla borghesia sono state quella di francese dal punto di vista politica e quella industriale dal punto di vista economico. Gli elogi che bisogna fare alla borghesia è che con la rivoluzione francese c'è stata l'introduzione dell'uguaglianza giuridica che quindi davanti alla legge tutti sono uguali, mentre con quella industriale il valore della produttività è aumentato esponenzialmente. È stata introdotta la divisione del lavoro secondo cui viene prodotta più merce in meno tempo. Il pianeta diventa un mercato integrato in cui le merci vengono scambiate da un punto all'altro. La borghesia non smette di introdurre nuove innovazioni atte allo sviluppo, ad esempio la rivoluzione dei trasporti. La borghesia ha plasmato il mondo a propria immagine e somiglianza, mai nessuna classe sociale ne era stata in grado, ha conquistato il potere e ha posto il suo dominio di classe sulla grande massa dei lavoratori. Chi ha il potere economico con il tempo riuscirà anche a conquistare quello politico. I governi liberali sono quindi comitati d’affare della borghesia e sostengono che ci debba essere il suffragio censitario. Hegel sosteneva che la storia andasse avanti per contraddizione, antagonismo; in Marx invece ciò viene tramutato nel continuo conflitto tra classi. Si deve formare una società in cui tutti siano liberi e non ci sia più miseria, bisogna abolire la proprietà privata, concetto già introdotto da Rosseau. Nel primo capitolo del libro Marx fa una diagnosi storica, mentre nel secondo analizza i proletari e i comunisti. I comunisti vengono considerati l’avanguardia del proletariato e sono considerati la loro guida, non sono qualcosa di distaccato rispetto al proletariato, ma hanno sviluppato una maggiore coscienza degli obiettivi da raggiungere. Possono quindi organizzare in maniera efficace, al contrario dei socialisti e degli anarchici, la lotta contro la borghesia con l’obiettivo di conquistare il potere. Il proletariato è destinato ad esercitare un ruolo rivoluzionario analogo a quello della borghesia nel 700, deve essere alla base della seconda transizione, dalla società capitalistica a quella comunista. L’idea di riformare il capitalismo è un’illusione, gli obiettivi che si pongono i socialisti sono solo un contentino, il problema è riuscire a creare una società libera dallo sfruttamento. Ciò succede quando il proletariato prende in mano lo stato e viene instaurata la Dittatura del proletariato, dittatura interpretata in chiave romana, in cui viene abolita la proprietà privata e c’è la realizzazione del comunismo. Si ha una società non divisa in classi che riesce ad eliminare ogni conflitto. Si produce per il bisogno di tutti ed è una società dove non c’è più miseria. Questo processo si conclude con l’estinzione dello stato, attraverso una fase intermedia questa società si organizza in maniera autonoma senza il bisogno di un’autorità superiore. Nel terzo capitolo fa una critica ai falsi socialisti, cioè i socialisti utopisti che non hanno un programma preciso e le idee confuse. L’ultima affermazione del libro è:” Il comunismo sarà la società in cui il libero sviluppo di ciascuno sarà condizione del libero sviluppo di tutti”. La libertà di afferma attraverso le lotte e tutti i proletari del mondo si devono unire, loro non hanno una patria in quanto la situazione di oppressione è la stessa ovunque. Questo documento viene pubblicato clandestinamente ed è alla base della prima internazionale. L’operaio deve cercare un lavoro ed essere assunto da qualcuno. La dialettica di Hegel ci aiuta a capire, ma bisogna interpretarla in maniera materialistica, da cui Materialismo Dialettico. Sono le classi a fare la storia perché c’è un antagonismo irriducibile, perché le classi che si fanno la lotta hanno interessi opposti e non potranno mai arrivare ad un accordo. I comunisti vanno contro al programma del partito socialdemocratico tedesco, secondo cui il potere economico coincide con quello dello politico. L’unica nota positiva è il fatto che dopo la rivoluzione francese, borghesia e proletariato sono sullo stesso piano dal punto di vista giuridico. Lo sfruttamento basato sul legame personale scompare e si bassa dal feudalesimo al capitalismo: l’operaio lavora ottenendo un salario secondo le regole stabilite dal datore di lavoro. C’è un alto livello di disoccupazione, ma coloro che trovano lavoro lo accettano qualsiasi sia la condizione a cui sono sottoposti. 1689=esistenza dei diritti naturali inviolabili con la rivoluzione inglese 1789=rivoluzione francese 1831 rivoluzione di luglio contro Carlo X che mette fine alla restaurazione. Il progresso in cui Marx e Engels credono è merito storico della borghesia, però come primo diritto naturale viene messa la proprietà privata fondamentale nella libertà della borghesia e non dei proletari. Tra i proletari, gli operai hanno il primato sui contadini a causa del processo di urbanizzazione che diminuisce l’importanza dei contadini. L’operaio deve essere consapevole dell’identità di classe, infatti all’interno di tutta la classe hanno tutti gli stessi interessi che si possono realizzare solo se diventano una classe sociale. Hegel aveva già posto il tema dell’autocoscienza e Feurbach aveva definito l’uomo sia come individuo sia appartenente ad una specie. Il terzo livello di autocoscienza è quello da sviluppare, la borghesia ha questa consapevolezza di classe molto forte. I comunisti devono compiere un’azione educativa nei confronti del proletariato, solo dopo la presa di coscienza si po' fare la rivoluzione, cioè quando il proletariato diventa un soggetto collettivo. Il primo obiettivo è quello di distruggere la società borghese attraverso la conquista del potere politico, come in precedenza aveva già fatto la borghesia. Successivamente si passa all’abolizione della proprietà privata con l’espropriazione dei terreni e delle fabbriche dai latifondisti e dagli industriali; poi si passa alla creazione di un esercito di proletari. Questo processo era stato attuato nella Comune nel 1871. Non esiste più l’esercito inteso come corpo separato rispetto alla società, lo stato si dissolve estinguendosi. La società non è più divisa in classi perché non c’è più la proprietà privata. Non esiste più lo stato che per Hegel rappresenta l’ingresso di Dio nel mondo. La classe che ha il potere economico lo mantiene tramite il potere politico identificato con il comitato d’affari della borghesia. Dopo la rivoluzione si crea una società autogestita dove non c’è più bisogno dello stato e che coincide con la vera libertà. Ciò che si produce viene distribuito a ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni. Il lavoro non diventa più una costrizione, la ricchezza che è di tutti sarà distribuita in base ai bisogni di tutti. IL CAPITALE: Quando viene esiliato a Londra Marx inizia a scrivere il Capitale e nel 1877 pubblica il primo libro che è l’unico che è stato pubblicato in vita. Con il capitale cerca di spiegare il funzionamento del sistema
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