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Schema per Analisi grammaticale, logica e del periodo, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Il documento è uno schema per rendere maggiormente chiaro l'argomento trattato attraverso la sintesi dei concetti

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 27/06/2023

lorenzo-marone
lorenzo-marone 🇮🇹

4.5

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Scarica Schema per Analisi grammaticale, logica e del periodo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! ANALISI GRAMMATICALE Le 9 parti del discorso nell’analisi grammaticale 1) articolo Tipo: – determinativo (il, lo, la, i, gli, le) – indeterminativo (un, uno, una) – partitivo (del, dello, della, dei, degli, delle) Genere: maschile o femminile Numero: singolare o plurale 2) nome (o sostantivo) Tipo: – proprio: identifica in modo univoco un individuo o un’entità (Mario, Rossi, Milano…) – comune: identifica in modo generico gli elementi, facendo riferimento alla categoria (cuoco, muro, cane…) – concreto: indica persone, animali e oggetti che si possono conoscere attraverso i sensi, ossia vedere, toccare, udire, annusare, gustare (casa, mattone, macchina…) – astratto: indica idee, sensazioni, concetti che non sono tangibili, che non si possono sperimentare con i sensi (amore, gioia, odio…) – individuale: indica un singolo individuo o entità (persona, animale, cosa, concetto) – collettivo: indica un insieme di cose, persone o animali (stormo, branco, gente…) Genere: maschile o femminile Numero: singolare o plurale Struttura morfologica: – primitivo: costituito solo da una radice e una desinenza (uomo, vaso, casa…) – derivato: formato con l’aggiunta di prefissi e/o suffissi (cittadino, ingiustizia) – composto: formato da due o più parole (camposanto, sordomuto, benestare…) – alterato: formato con diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi, dispregiativi (casina, casona, casetta, casaccia) 3) aggettivo Tipo: – qualificativo: descrive la qualità di qualcuno o qualcosa (bello, brutto, semplice, interessante…) – possessivo (mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro) – dimostrativo (questo, quello, codesto, stesso, medesimo) – indefinito (tutto, alcuno, molto, tanto, ciascuno, poco, nessuno, altro, certo, parecchio, quanto, troppo, tale, vario, alquanto, diverso, altrettanto, qualche, qualsiasi, qualunque, ogni) – numerale: cardinale (uno, due, tre… )/ ordinale (primo, secondo, terzo…)/ moltiplicativo (doppio, triplo, quadruplo…) / distributivo (a uno a uno, a due a due…) – interrogativo / esclamativo (che, quale, quanto) Genere: maschile o femminile Numero: singolare o plurale Struttura (solo per gli aggettivi qualificativi): – primitivo: costituito solo da una radice e una desinenza (alto, dritto, onesto, rosso…) – derivato: formato con l’aggiunta di prefissi e/o suffissi (criticabile, ombroso, infelice…) – composto: formato da due o più parole (sacrosanto, agrodolce…) – alterato: formato con diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi, dispregiativi (bellino, birbantello, golosone, poveraccio) – di luogo: indica il luogo in cui avviene un’azione o dove si trovano persone o cose (qui, lì, vicino, ovunque, altrove, qua sotto, là sopra…) – di quantità: indica, in modo indefinito, la quantità della parola, verbo o aggettivo, che accompagna (poco, molto, abbastanza, almeno, circa, niente…) – di affermazione: conferma o intensifica il significato dell’elemento al quale si riferisce (proprio, appunto, precisamente, davvero, affatto, senza dubbio…) – di negazione: esprime una valutazione negativa rispetto all’informazione comunicata (non, nemmeno, neanche, neppure, niente affatto…) – di dubbio: indica un’incertezza (se, forse, magari, chissà, probabilmente, quasi quasi…) – interrogativo: introduce una domanda diretta (Dove? Quando? Come? Perché?…) – esclamativo: introduce un’esclamazione (Come! Quanto!…) – presentativo: annuncia, introduce qualcosa (Ecco!) Grado: – positivo (forma base) – comparativo: di minoranza (meno… )/ di uguaglianza (tanto … quanto … )/ di maggioranza (più…) – superlativo: relativo (il più … possibile) / assoluto (-issimamente) Alterazione (eventuale): – diminutivo (pianino…) – accrescitivo (benone…) – peggiorativo (malaccio…) 7) preposizione Categoria: – propria: preposizione in senso stretto (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) – impropria: aggettivo, verbo o avverbio usato in funzione di preposizione (davanti, dentro, dietro, fuori, lontano, lungo, mediante, oltre, secondo, senza, sopra, sotto, verso, vicino, durante, eccetto…) – locuzione prepositiva: formata da una locuzione avverbiale + una preposizione (in mezzo a, in cima a…) oppure da un avverbio + una preposizione (contrariamente a, lontano da, insieme a…) Struttura morfologica: – semplice (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) – articolata (del, al, dal, nel, sul…) 8) congiunzione  Forma: – congiunzione: unisce due elementi in una frase o due frasi in un periodo (e, o, perché, affinché, infatti…) – locuzione congiuntiva: sequenza di più parole con funzione di congiunzione (dal momento che, ogni volta che, anche se, a patto che…) Funzione e Tipo: – coordinante: unisce due frasi mettendole sullo stesso livello • copulativa (e, ed, né, anche, pure, inoltre, perfino, neanche, nemmeno, neppure…) • alternativa (o, oppure, altrimenti, ovvero…) • avversativa (ma, però, eppure, tuttavia, al contrario, anzi, piuttosto, invece, mentre, eppure…) • correlativa (sia … sia, o … o, e …. e, né … né, non solo … ma anche, tanto … quanto, così … come) – subordinante: unisce due frasi mettendo una in relazione di dipendenza dall’altra • causale (poiché, perché, siccome, dato che, visto che, giacché…) • dichiarativa (che, come…) • condizionale (se, a condizione che, qualora, purché…) • concessiva (nonostante, sebbene, anche se, malgrado…) • consecutiva (tanto … che, così … che, a tal punto … che …) • finale (perché, affinché…) • temporale (quando, mentre, finché, dopo che…) 9) interiezione (o esclamazione) Forma: – propria: usata solo nelle esclamazioni (Ahi!, Oh!, Ah!, Uff!…) – impropria: usata nelle esclamazioni, ma non solo (Coraggio!, Peccato!…) – locuzione interiettiva: due o più parole usate come esclamazione (Santo cielo!, Povero me!, Per amor del cielo!…) Tipo: – di stupore (Davvero!, Diamine!, Accidenti!…) – di dolore (Ahi!, Ahimè!, Ohi!…) – di gioia (Evviva!, Viva!…) – di dubbio (Boh!, Mah!…) – di noia (Uffa!, Auff!…) ANALISI LOGICA Gli elementi della frase in analisi logica  Prima di addentrarci in questo argomento, bisogna chiarire che in una frase (o proposizione) ci sono alcuni elementi fissi, che non possono mancare e altri elementi che aggiungono informazioni e precisazioni al nucleo della frase, ma che sono facoltativi. Gli elementi fissi sono: Soggetto Il “soggetto” è l’elemento di cui il predicato (costituito dal verbo) esprime qualcosa e può indicare: • di luogo: stato in luogo: risponde alla domanda “Dove? In che luogo?” Esempio: “Abito in Italia“ moto a luogo: risponde alla domanda “Verso dove? Verso quale luogo?” Esempio: “Stiamo andando al cinema“ moto da luogo: risponde alla domanda “Da dove? Da quale luogo?” Esempio: “Sono appena tornata da Bari“ moto per luogo: risponde alla domanda “Per dove? Per quale luogo?” Esempio: “Passiamo per il bosco“ • di origine: risponde alla domanda “Da chi? Da che cosa? Da dove?” Esempio: “I suoi genitori vengono dalle Filippine“ • di tempo: tempo determinato: risponde alla domanda “Quando? In quale momento?” Esempio: “Partiremo alle 9“ tempo continuato: risponde alla domanda “Per quanto tempo?” Esempio: “Abbiamo aspettato per 2 ore!“ • di paragone: risponde alle domande “Più/Meno di chi/che cosa?”, “Come/Quanto chi/che cosa?” Esempi: “Luigi è più alto di suo fratello / Luigi è bello come suo fratello“ • di modo: risponde alla domanda “Come? In che modo?” Esempio: “Dovete procedere con ordine“ • di argomento: risponde alla domanda “Di quale argomento? A proposito di chi/cosa?” Esempio: “Durante la conferenza parleremo di medicina“ • di qualità: risponde alla domanda “Con quali qualità/ caratteristiche?” Esempio:”Indossa sempre una camicia a scacchi“ • di materia: risponde alla domanda “Di quale materiale?” Esempio: “Compra una bottiglia di vetro“ • di età: risponde alla domanda “A che età? Di quanti anni?” Esempio: “Giacomo ha un figlio di sei anni“ • di limitazione: risponde alla domanda “In quale ambito? Entro quali limiti?” Esempio: “Non sono brava in fisica“ • di vantaggio / svantaggio: rispondono alle domande “A vantaggio di chi/che cosa?”, “A danno di chi/che cosa?” Esempio: “Si sono battuti in difesa dei diritti umani / Hanno stravinto a danno dei loro avversari“ • di colpa/pena: rispondono alle domande “Di/Per quale colpa?”, “A/Con quale pena?” Esempi: “Furono arrestati per furto” / “Sono stati condannati all’ergastolo“ • di abbondanza / privazione: rispondono alle domande “Di cosa abbonda?”, “Di cosa è privo?” Esempio: “Ho le tasche piene di monetine / Indosso una camicetta senza maniche“ • di denominazione: risponde alla domanda “Di quale nome?” Esempio: “La città di Torino è stata in passato capitale d’Italia“ • partitivo: risponde alla domanda “Tra chi? Tra che cosa?” Esempio: “Qualcuno tra i presenti ha ucciso quest’uomo“ • di allontanamento: risponde alla domanda “Da chi? Da che cosa? Da dove?” Esempio: “Siamo stati allontanati dalla classe per via del nostro comportamento“ Attributo Gli “attributi” sono aggettivi uniti a un sostantivo, che in analisi logica prendono questo nome. Tutti i tipi di aggettivi possono svolgere la funzione di attributo: qualificativi, dimostrativi, interrogativi, numerali… Esempi: “Amo le rose rosse” / “Ogni ragazzo ha il proprio carattere” / “Abbiamo due sorelle“ Apposizione Le “apposizioni” sono quei sostantivi che si uniscono ad altri sostantivi per determinarli e precisarli meglio. Si possono riferire al soggetto, al nome del predicato o a un complemento e possono essere: • semplici: costituite da una sola parola Esempio: “Il professor Rossi è pronto a ricevervi“ • composte: costituite da due o più parole Esempio: “Carla, la sua fidanzata, è molto simpatica“ Ora, prima di lasciarvi all’analisi logica delle frasi nel video, vorremmo darvi qualche altra piccola indicazione che vi tornerà utile nella pratica: 1) I verbi servili (dovere, potere, sapere, volere) e i verbi fraseologici (cioè tutti i verbi che, oltre ad avere un significato proprio, possono accompagnare un verbo di modo indefinito, come: fare, lasciare, stare per, sforzarsi di, provare a, cercare di…) formano un predicato verbale unico con i verbi che seguono: prova a fare i compiti, devo andare al cinema 2) L’articolo fa tutt’uno con il nome che accompagna. 3) Le congiunzioni, gli avverbi e le esclamazioni vanno solamente definiti come tali. 4) Alcuni avverbi possono essere usati anche come complementi (soprattutto di tempo o di modo): in questo caso è opportuno precisare che si tratta di avverbi e dire quale complemento rappresentano. 5) Il pronome relativo va scomposto per capire che funzione logica assume. – correlativa: introdotta da congiunzioni che vanno in coppia e che legano le frasi l’una con
 l’altra come: e… e, sia… sia, né… né, o… o, non solo… ma anche. Esempi: “Scegli: o finisci questo lavoro o non ricevi lo stipendio di questo mese“ “Ti ho chiamato non solo per salutarti, ma anche per chiederti un favore…“ – sostitutiva, introdotta da congiunzioni che servono ad affermare un concetto nettamente
 contrastante rispetto al precedente (tanto da proporne la sostituzione), come: bensì, invece, semmai. Esempi: “Non vogliamo organizzare la festa, bensì assumere una ditta che lo faccia per noi“ “Dopo l’abbuffata di ieri, oggi pranzo non mangio nulla, semmai bevo solo un caffè“ Proposizioni Subordinate   Di queste bisogna determinare: 1) il grado di subordinazione • primo grado: se dipende direttamente dalla principale o da una coordinata alla principale • secondo grado: se dipende da una subordinata di primo grado • terzo grado: se dipende da una subordinata di secondo grado e così via 2) la forma che può essere: • esplicita (formata da un verbo di modi finiti come indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo) • implicita (formata da un verbo di modi indefiniti come infinito, gerundio e participio). Spesso, per trovare la funzione di una proposizione implicita, bisogna trasformarla in esplicita; 3) la funzione che svolge nella frase, cioè il significato che comunica. A questo proposito, una subordinata può essere: –  soggettiva: ricopre il ruolo di soggetto della proposizione reggente ed è sempre costituita
 da forme verbali impersonali. In forma esplicita è formata da che + indicativo, congiuntivo o condizionale; in forma implicita è formata da (di) + infinito Esempi: “È importante che il paziente sia qui 2 ore prima dell’intervento“ “Bisogna comprare una nuova macchina“ “Sembrava di essere su una nave da crociera“ – oggettiva: ricopre il ruolo di oggetto della proposizione reggente. In forma esplicita è formata da che + indicativo, congiuntivo o condizionale; in forma implicita è formata da di + infinito Esempi: “Pensavo che ti saresti offeso per la battuta“ “Hanno deciso di venire in vacanza con noi“ – finale: sta ad indicare il fine, lo scopo dell’azione espressa dalla reggente. In forma esplicita è formata da perché, affinché + congiuntivo, in forma implicita è formata da per, di, a oppure locuzioni come al fine di, con lo scopo di, nell’intento di + infinito Esempi: “L’ho chiamato affinché potesse arrivare in tempo all’appuntamento“ “Il sindaco gira per la città con lo scopo di raccogliere voti“ – relativa: specifica o amplia il significato di un termine della frase reggente. In forma esplicita è formata da un pronome relativo (che, cui, il quale, la quale, i quali, le quali,
 chi) + indicativo, condizionale o congiuntivo; in forma implicita è formata da participio o (da) + infinito Esempi: “Ho letto il libro che mi avevi consigliato“ “Vorrei un fidanzato che mi riempisse di complimenti“ “Sono state arrestate tutte le persone facenti (che facevano) parte dell’organizzazione criminale“ “Questo è il modulo da compilare (che deve essere compilato) per la richiesta del mutuo“ – temporale: indica il momento o la circostanza in cui avviene l’azione espressa nella
 reggente. In forma esplicita è formata da congiunzioni/locuzioni temporali (quando, mentre, prima, dopo, nel momento in cui, non appena, fino a che…) + indicativo o congiuntivo; in forma implicita è formata da participio, gerundio o dopo/prima di + infinito Esempi: “Raggiungeteci appena finite di lavorare“ “Cambia atteggiamento prima che sia troppo tardi!“ “Finite le vacanze (dopo che le vacanze erano finite), siamo tornati alla nostra vita monotona“ “Ci sono passata tornando (mentre tornavo) da casa di mia sorella“ “Dopo essere stato attaccato, il presidente lasciò l’aula“ – causale: indica la causa dell’azione espressa dalla reggente. In forma esplicita è formata da perché, poiché, siccome, dal momento che + indicativo; in forma implicita è formata da participio passato, gerundio o per + infinito Esempi: “Non c’erano tante persone quante ce ne aspettavamo…“ “È stato meglio di quanto credessi!“ “Più che parlare, urlava“ – avversativa: esprime un concetto in contrapposizione a ciò che viene espresso nella
 reggente. In forma esplicita è formata da mentre (invece), laddove (invece), quando (invece) + indicativo o condizionale; in forma implicita è formata da anziché, invece di, al posto di + infinito Esempi: “Dice di essere famosa quando invece non la conosce nessuno…“ “Fecero tutto in fretta mentre avrebbero potuto prendersela comoda“ “Comincia a darti da fare al posto di lamentarti!“ – strumentale: esprime il mezzo con cui avviene l’azione espressa nella reggente. La forma implicita è formata da gerundio o con, a furia di, a forza di + infinito Esempi: “Da piccola, mia sorella riusciva sempre a ottenere quello che voleva a forza di fare i
 capricci“ “Lo ha convinto ripetendoglielo tante volte“ – interrogativa indiretta: non è altro che una domanda in forma indiretta introdotta da
 pronomi o aggettivi interrogativi (chi, quanto, cosa), avverbi interrogativi (dove, come)
 o congiunzioni interrogative (perché, se). La forma esplicita è formata da indicativo, congiuntivo, condizionale; la forma implicita è formata da infinito. Esempi: “Ci hanno chiesto dove fossimo andati“ “Non sapevamo cosa fare“ “Si chiedono se parlare o no“ – limitativa: indica l’ambito, il limite entro il quale è valido quanto affermato nella reggente. La forma esplicita è formata da per quello che, per quanto, a quanto + indicativo o
 congiuntivo; la forma implicita è formata da (in) quanto a + infinito Esempi: “Per quanto mi riguarda, non voglio più continuare“ “A quanto ne so, si sono lasciati“ “Quanto a raccontare balle, Christian è il campione assoluto!“ – esclusiva: esprime una circostanza che viene esclusa, un fatto che non si è verificato. La forma esplicita è formata da senza che + congiuntivo; la forma implicita è formata da senza + infinito Esempi: “Si è presentato senza che qualcuno lo avesse invitato“ “È educato mangiare senza fare rumore“ – eccettuativa: esprime un’eccezione a quanto affermato dalla reggente. La forma esplicita è formata da fuorché, eccetto che, tranne che, tranne se, a meno che, salvo che + congiuntivo o indicativo; la forma implicita è formata da fuorché, eccetto che, tranne che, a meno che, salvo che + infinito Esempi: “Non gli parlo più, a meno che non mi chieda scusa“ “Non disse più niente, eccetto che era molto felice“ “Siamo disposti a fare qualsiasi cosa tranne che ferire qualcuno“ – aggiuntiva: indica un fatto che si aggiunge a quanto espresso dalla reggente. La forma implicita è formata da oltre a, oltre che + infinito Esempi: “Oltre a essere buoni, sono anche poco calorici!“ “Cos’altro sai fare oltre che lamentarti?“
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