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Schema su D'Annunzio, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Schema su Gabriele D'Annunzio tratto dal capitolo sull'autore del libro "I classici nostri contemporanei" 5.2 Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 12/07/2022

beatrice-zanet
beatrice-zanet 🇮🇹

3.7

(3)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Schema su D'Annunzio e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Gabriele D’Annunzio Biografia La vita di D’Annunzio è la sua maggiore opera. Secondo i principi dell’estetismo bisognava fare della propria vita “un opera d’arte”. Nato nel 1863 a Pescara da famiglia borghese, studiò in una delle scuole più aristocratiche di Italia. Nel 1879 scrisse un libretto diversi primo vere“. A 18 anni si trasferì a Roma per frequentare l’università. Ma poi abbandonò gli studi per vivere tra i salotti mondani. Esercitò la professione di giornalista, scrivendo sia articoli di cronaca mondana che di letteratura, arte o costume. Negli anni 90 si trasferì a Napoli. Le sue opere ebbero subito notorietà perché suscitavano scandalo per i contenuti erotici e per i principi morali fatto di di avventure galanti, lusso, duelli. In questo periodo D’Annunzio si crea la maschera dell’esteta, cioè dell’individuo che rifiuta la mediocrità borghese e si rifugia in un mondo di pura arte. Ma poi questa fase subì una crisi e D’Annunzio ritrovò pace in un nuovo mito, quello del superuomo di Nietzsche fatto non solo di energia estetica ma soprattutto di energia attivista. D’Annunzio puntava a creare l’immagine di una vita eccezionale (il vivere inimitabile). D’Annunzio viveva a villa della capponcina conducendo una vita piena di sfarzo. Inoltre aveva tanti amori e tante storie d’amore soprattutto con Eleonora Duse. Ma realtà D’Annunzio doveva tener conto le esigenze del mercato dato che viveva solamente dalle sue pubblicazioni, infatti gli editori lo pagavano molto ma per lui non era mai sufficiente dato che conduceva una vita molto sfarzosa. Infatti questa è una grande contraddizione perché D’Annunzio ostentava di disprezzare il denaro l’esigenza del mercato ma lo stesso tempo erano quelle che gli permettevano di vivere una vita al di fuori di quella morale. Inoltre vagheggiava anche sogni di attivismo politico. Nel 1897 tentò l’avventura parlamentare come deputato dell’estrema destra, infatti aveva idee di disprezzo per i principi democratici ed ugualitaria. Ma nel 1900 possono schieramento di sinistra. A partire dal 1898 con la rappresentazione della città morta, si rivolse anche al teatro. Nel 1910 fu costretto a fuggire dall’Italia a causa dei creditori inferociti e a rifugiarsi in Francia. Venne contaminato dall’ambito letterario francese. Allo scoppio della prima guerra mondiale D’Annunzio tornò in Italia e iniziò un’intensa campagna interventista. Si arruolò volontariamente e fece imprese clamorose: la beffa di Buccheri, il volo su Vienna. La guerra di D’Annunzio fu combattuta nei cieli e aereo. Invece nel dopo guerra D’Annunzio si fece interprete dei rancori per la vittoria mutilata e fece la marcia su fiume dove instaurò un dominio personale sfidandolo stato italiano. Però nel 1920 venne scacciato con le armi. Voleva proporsi come duce di una rivoluzione reazionaria ma Benito Mussolini gli disse “no il duce sono io”. Venne poi esaltato dal fascismo ma anche guardato con sospetto infatti verrà confinato in una villa di Gardone che D’Annunzio trasformò nel Vittoriale degli italiani. Visse qualche anno e la decadenza fisica e morì nel 1938. D’Annunzio con la sua produzione sovrabbondante e la sua ideologia esercitò influenza sia sulla letteratura italiana sia sulla politica.Infatti diede vita al fenomeno del dannunzianesimo, che segnò il comportamento di intere generazioni borghesi. Ispirò anche le forme della nascente cultura di massa. Esordio 1879 “Primo vere” Espercizio di apprendistato 1882 “Canto novo” (Raccolta di poesie) - Utilizzo della metrica Barbara di Carducci - senso delle cose sane e forti e la comunione con natura solare e vitale - temi portati a un limite estremo = fusione ebbra tra io e natura - visioni cupe e mortuarie uguale - fascino ambiguo della morte - spunti sociali provenienti dal verismo 1882 “Terra vergine” (Corrispettivo in prosa) - Utilizza come modello vita dei campi di Verga - paesaggi della sua terra (Abruzzo) - no lucida indagine sui meccanismi della lotta per la vita - no impersonalità verghiana - un mondo idillico non problematico - natura rigogliosa - passioni primordiali - continua intromissione della soggettività del narratore 1902 “Novelle della Pescara” (formate da “il libro delle vergini” e “San Pantaleone”) - Interesse regionale dialettale - ambiguo compiacimento per un mondo magico e superstizioso e sanguinario - matrice irrazionalistica del decadentismo - no visione positivistica del verismo Fase estetica 1883 “Inter mezzo di rime” - Abbandono del vitalismo pagano - influenza profonda dei poeti decadenti francesi inglesi - confessione della stanchezza sensuale della società e della carne viziosa Queste opere sono frutto della fase dell’estetismo dannunziano si esprime con la formula “il verso è tutto“. L’arte è il valore supremo e ad esso devono essere subordinati tutti i valori non c’è più bene o male ma tutto si sottopone alla legge del bello. Cultura religiosa dell’arte e della bellezza, ricerca di eleganza estenuante. La poesia sembra nascere da altre letterature, i versi sono fitti di echi letterari. T3 Consolazione Da “poema paradisiaco” Si distacca molto da la precedente produzione poetica. C’è una novità nell’impianto della poesia: - un colloquio dimesso con la madre - Desiderio di trovare rifugio - nido familiare - proveniente dal mondo esterno corrotto - Bisogno di purificazione - motivo del rifiorire spirituale che si obiettiva nel rifiorire primaverile della natura Ma la primavera è ambigua. Infatti in realtà è settembre.la natura sta declinando verso la morte della stagione invernale. Si tratta di uno sforzo ma atmosfera estenuata infatti il giardino è abbandonato a se stesso. In realtà il tema della poesia è il compiaciuto vagheggiamento della decadenza e della morte. C’è un parallelismo tra il rifiorire del giardino e rifiorire spirituale del figlio. Il vero parallelismo è tra la dolcezza stanca della natura autunnale ed un senso di stanchezza che prevale il poeta. La poesia si regge sull’ambiguità. L’andamento è quello di un colloquio fra anime. Le pause continue le interrogazioni frequenti danno l’espressione della prosa e dell’immediatezza del parlato. Prodotto di un raffinatissimo artificio, c’era una musicalità sottile. La musicalità è una melodia di sottofondo. Si riproduce l’ambiguità tra bisogno di semplicità e raffinatezza. Anche dal punto di vista tematico l’andamento casuale del colloquio solo apparente, vi sono simmetria parallelismi riprese studiatissimi. D’Annunzio coglie alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche e li banalizza formando un suo sistema di concezioni. - rifiuto del conformismo borghese - esaltazione dello spirito dionisiaco - rifiuto dell’etica della pietà - esaltazione della volontà di potenza - mito del superuomo Dà a questi motivi un’accentuata coloritura antiborghese, aristocratica, reazionaria, imperialista. Vuole l’ affermazione di una nuova aristocrazia che sappia mantenere schiava la moltitudine tramite il culto del bello e l’esercizio della vita attiva ed eroica. Il motivo del superuomo è interpretato da D’Annunzio come il diritto di pochi essere eccezionali ad affermare se stessi. Nuova politica aggressiva dello Stato italiano eccetera. Questo personaggio del superuomo non nega la precedente immagine dell’esteta ma la ingloba. In questo modo l’estetismo diventa strumento di una volontà di dominio sulla realtà. L’eroe dannunziano si adopera per imporre attraverso la bellezza il dominio di un’Elite violenta e raffinata. Il mito del superuomo è un tentativo di reagire alle tendenze capitaliste. La funzione dell’intellettuale diventa di essere guida —> poeta vate Offre soluzioni che possono accordarsi con le tendenze profonde dell’età dell’imperialismo. Attribuisce a sé stesso il compito di un profeta di un ordine nuovo, che ponga fine al caos del liberalismo borghese e della democrazia. Fase del superuomo 1894 “Trionfo della morte” (Quarto romanzo, rappresenta una fase di transizione) Giorgio Aurispa è un esteta. È travagliato da una malattia interiore e va alla ricerca di un nuovo senso della vita. D’Annunzio crea una nuova definizione dell’intellettuale, che deve essere libero dal peso del vittimismo e della sconfitta. Giorgio rientra nella nevrosi della vita familiare e rivive il conflitto col padre, è indotto in identificarsi con un’altra figura paterna. Insieme con la donna amata Ippolita Sanzio ricerca le radici della sua stirpe. Ma è disgustato da quel mondo barbarico e quella ricerca fallisce. Fallisce anche il misticismo religioso. Si oppongono a lui forze oscure della sua psiche come la lussuria, manifestata nelle sembianze della donna. Prevalgono in lui le forze negative della morte. Il suicidio di Giorgio e come sacrificio rituale che libera D’Annunzio dal peso angoscioso. La nuova immagine dell’intellettuale è quella di un energico dominatore. Questi romanzi si allontanano dal modello naturalistico. No romanzo psicologico - visione soggettiva del protagonista —> esplorazione della sua concezione travagliata - dinamica dei processi interiori —> tutto avviene nella mente di Giorgio e le cose rappresentate sono viste attraverso la sua ottica - debolezza psicologica che lo porta a rifiutare il mondo sociale - romanzo rigorosamente soggettivo - assunzione del protagonista inetto, malato - Fitta trama di immagini simboliche 1895 “La vergine delle rocce” (Segna la svolta ideologica) L’eroe non si presenta un eroe forte e sicuro. Il romanzo contiene l’esposizione più compiuta delle nuove teorie aristocratiche di D’Annunzio basato sull’idea del superuomo. Claudio Cantelmo sdegnoso di tutto vuole portare a compimento in sé l’ideale tipo latino e generare il superuomo. Però è possibile cogliere ancora nell’eroe segrete perplessità e ambiguità la decadenza deve essere lo stimolo all’affermazione della vita, l’azione eroica. D’Annunzio prende queste tematiche negative e rovescia in positivo facendone la condizione della formazione dell’eroe. Però cerca colei che trova essere la sua compagna fra le tre figlie del principe Montagna. Ma viene celata una più autentica attrazione verso la decadenza. L’eroe scende nell’inferno della decadenza per trarne vigore ma ne finisce prigioniero. Cantelmo non riesce a scegliere fra le tre principesse. Ma poi sceglie Anatolia, che ha forza interiore di una regina. Ma questo non può stare con lui e quindi viene trascinato dalla bellezza di Violante, che si sta uccidendo con i profumi, è l’incarnazione della donna fatale. Rappresenta un eros perverso, distruttivo e crudele. I protagonisti dannunziani restano sempre deboli e sconfitti. Alternanza di parti oratorie e parti giocate sul simbolismo rarefatto. La narrazione sfuma in un clima decisamente mitico e favoloso T4 il programma politico del superuomo Da Le vergini delle rocce La voce narrante è quella del protagonista stesso (Claudio Cantelmo). È un oratoria —> delinia il quadro politico della storia - profetica - Volontà di modellare la realtà con la parola - Linguaggio aulico e prezioso - Riferimenti eruditi, allusioni arude - Uso di metafore e paragoni CAntelmo è un esteta ma vuole diventare un uomo d’azione. L’artista non deve più nascondersi nel mondo dell’arte ma deve gettarsi nella realtà è nella lotta. L’estetismo è recuperato e inserito in una nuova struttura. Cantelmo descrive in modo violento e negativo la realtà attuale. C’è una profonda critica antibotghese. Inoltre vagheggia su prospettive diverse caratterizzate da un antiegualitarismo, dato che c’era la minaccia di essere tutti appiattiti ad una stessa condizione che era in realtà di miseria e da un aristocratismo autoritario —> gli aristocratici dovevano riprendere lo stato che avevano precedentemente = imporre una brutale dominio sulle moltitudini = politica aggressiva verso l’esterno Gli intellettuali devono dare un contributo fondamentale a tutto ciò —> difesa della bellezza Questa idea ha forti radice nella realtà sociale e culturale dell’ultimo decennio. Infatti c’erano molti conflitti e tendenze reazionarie (partito nazionalista) e furono ancora più incrementare dall’’imperialismo coloniale. T6 L’aereo e la statua antica Da Forse che si forse che no Riprende la celebrazione alla macchina di qualche anno prima. 1900 “Fuoco” (Manifesto letterario del “superuomo”) L’eroe Stelio Effrena merita una grande opera artistica, che sia fusione di tutte le arti, però delle forze oscure si oppongono —> Foscarina Perdita La donna è una grande attrice che si avvia al declino, incarna la trazione per il disfacimento, con il suo amore nevrotico ostacola l’eroe. Tutto avviene a Venezia, città decadente per eccellenza. Il romanzo si conclude con il sacrificio di Foscarina, si allontanerà per sempre da Stelio. Ma non c’è la conclusione, non è mai stata scritta. - si alternano lunghe discussioni e mediazione del protagonista intorno al nuovo teatro - dell’analisi psicologiche del rapporto con Foscarina - episodi densamente simbolici 1910 “Forse che si forse che no” Il protagonista Paolo Tarsius, realizza la sua volontà eroica nel volo. Celebrazione di un simbolo della realtà moderna cioè la macchina.ma la sublimazione del superuomo si oppone ancora una volta una donna sensuale e perverso, Isabella Inghirami. Mentre cerca la morte riesce a compiere una grande impresa, approdando sulle coste della Sardegna. - intreccio più drammatico - Forti conflitti - Dimensione simbolica T4 Meriggio Da Alcyone Le quattro strofe si possono raccogliere in due gruppi. Le prime due: Sono descrittive compongono due quadri paesistici. La prima è un paesaggio marino. Vuole rendere l’impressione di immobilità totale di silenzio assoluto. Sono sottolineati nella loro qualità negative di negazione del moto del suono. L’opposizione di un’impressione di grande vastità spaziale resa con il potere evocativo dei nudi nomi geografici. La seconda strofa è la foce dell’Arno. È costruito come quello della prima strofa. Simmetria della composizione strutturale corrisponde alla ripresa degli stessi temi, il poeta sottolinea le analogie tra mare e foce del fiume. Poi la prospettiva spaziale si allarga verso le lontananza dei boschi. Ma l’impressione di vastità spaziale si collega con tonalità cromatiche cupe in perfetta simmetria con le Alpi Apuane che chiudevano la prima strofa con la ripresa della stessa nota di bianco. - struttura chiara e lineare Le ultime due: Emergere delle accezioni di logica. E davanti alla contemplazione della natura il superuomo matura una promessa di vita piena totale divina che può essere colta solamente dalla natura. L’individualità umana del soggetto si perde e si fonde con la vita del tutto grazie alla presenza naturale. Esperienza Panic a e mistica rappresenta il valicare della condizione umana. Resta sì p.anica è un modo per strapparsi della vita comune per raggiungere una vita sovrumana. - Struttura retorica Ma tutto si chiude con un’immagine singolare cioè la morte. Ma in realtà un’immagine illuminante in realtà tutto il poema è percorso da continua immaginazione di morte. Sono di fronte alla consueta ambiguità dannunziana tra slancio vitalistico attrazione scura della morte. In un paesaggio di mobilità il silenzio che ha per lui in seguito facciamo trovare il poeta si impone di cogliere una promessa di vita sovrumana. Però non ci riesce e la verità è che tutti vanno davanti alla morte. T16 La prosa “notturna” Dal Notturno Il primo passo è tutto fatto di una serie di impressioni pure frammentarie e spiegate. Non vi è una volontà costruttiva imposta forza su reale ma l’adesione immediata alle cose nel modo un multiforme in cui si presentano. Il secondo passo c’è unione di immagini surreali che prendono le mosse delle figure create nel fondo dell’occhio della malattia. Moderno appare anche l’alternarsi D’Annunzio non scrive più romanzi. Ma si avvicina allo stile della Novella. Infatti nel primo novecento c’era la tendenza di sperimentare con nuove forme di prosa —> evocativa, frammentaria Dal 1912 inizia a pubblicare opere di questo genere: La contemplazione della morte La licenza Il notturno Le faville del maglio Il libro segreto Si tratta di opere diverse tra loro ma accumunate da: taglio autobiografico e registro stilistico misurato. Sembra un D’Annunzio finalmente sincero e genuino in cui presenta una materia nuova: Ricordi d’infanzia, sensazioni fuggevoli, confessioni soggettive. Viene definita come “espoloraizone dell’ombra” . Anche la struttura è molto diversa: il frammento. C’era una generale tendenza al frammentismo. Rivelano una presenza di pose narcisistiche e di auto celebrazioni. Fase del notturno 1916 “Notturno” Periodo in cui era in assoluta infermità perché stava diventando ceco. Tutta l’esperienza vitale si concentra su gli altri sensi e sull’ascolto della propria interiorità. Carattere di annotazione quasi casuale. Lo stile diventa quasi secco. di fantasie ricordi e allucinazioni come in un flusso di coscienza.lo stile molto più agile nervoso. Non c’è una prosa aulica o sontuosa. Lo stile nominale rende questa adesione immediata. Queste cose non sono estremamente nuove come si pensa ma si erano già vista in altre poesie. Infatti il gioco associativo dell’immagine un carattere saliente di tutta la produzione di D’Annunzio.
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